Da Francoforte a Montagnola. La casa del filosofo. Simona Martinoli

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Da Francoforte a Montagnola. La casa del filosofo Simona Martinoli

Indice...1 Nicola Emery... 3 Da Francoforte a Montagnola. La casa del filosofo La Collina d Oro è nota come luogo di vacanza e residenza di artisti e intellettuali provenienti dalle zone nord alpine. Tra le personalità che scelsero questa regione del Ticino per trascorrere gli ultimi anni della loro vita si annoverano due esponenti di primo piano della «Scuola di Francoforte»: il filosofo Max Horkheimer (1895-1973) e l economista Friedrich Pollock (1894-1970), residenti a Montagnola negli anni 50 e 60 del Novecento. Le loro case furono progettate dal noto architetto ticinese Peppo Brivio (*1923). Su questo argomento, del tutto inedito, il filosofo ticinese Nicola Emery sta conducendo una ricerca di cui ci anticipa alcuni interessanti aspetti. Nicola Emery, come è nata l idea di questa ricerca? Circa 20 anni fa avevo partecipato, con diversi altri studiosi, a un convegno su Max Horkheimer a Montagnola. Dunque in Collina d Oro la presenza di questo celebre filosofo era nota. Meno noto è il fatto che Horkheimer si stabilì a Montagnola con il suo amico Friedrich Pollock, personaggio-chiave della Scuola di Francoforte. Questo l ho scoperto un po per caso, grazie alla testimonianza di una signora di Montagnola che lavorava da Horkheimer e da Pollock come sarta e domestica. La signora mi ha regalato un libro ricevuto da Pollock, Automazione. Conseguenze economiche e sociali, e questo ha chiaramente risvegliato il mio interesse. Dopo alcune indagini ho scoperto che i due amici già in gioventù vagheggiavano un luogo utopico in cui trascorrere la vecchiaia e questa idea si concretizzò negli anni 50: Pollock si stabilì a Montagnola nel 1954 e Horkheimer nel 1958. Entrando in contatto con gli attuali proprietari della casa che fu di Horkheimer, ho avuto l occasione di vederne i piani e di scoprire così che il progetto porta la firma di un architetto ticinese allora quasi all inizio della sua carriera: Peppo Brivio. Entrambi si fecero costruire la propria dimora da questo progettista: due case molto simili, situate una accanto all altra, in un terreno piuttosto scosceso, fra la zone denominate Sarò e Campagnone. Come sono entrati in contatto architetto e intellettuali? Brivio all epoca non era ancora un progettista molto noto. - 1 -

Secondo la testimonianza dello stesso Brivio, l incontro fu puramente casuale. Avvenne in Piazza Grande a Locarno, dove due anziani signori tedeschi a bordo di un automobile Horkheimer e Pollock, chiesero a un passante di indicar loro l indirizzo di un architetto. Il passante era disegnatore presso lo studio di Brivio e condusse i due direttamente dall architetto. I contatti poi avvennero soprattutto con Pollock per gli aspetti finanziari e organizzativi, mentre Horkheimer si interessò dapprima dei piani e anche di alcuni dettagli, poi oberato dagli impegni come rettore uscente dell università di Francoforte, lasciò che fosse sua moglie Maidon a esprimere i loro desideri di committenti. Quale rapporto intercorre tra le riflessioni filosofiche di Horkheimer sulle forme dell abitare e la progettazione della propria casa d abitazione? La riflessione sull abitare e sull architettura non occupa certo un posto centrale nella sua riflessione, ma in modo latente la questione è presente. Horkheimer con il trascorrere degli anni era divenuto critico nei confronti dell industrializzazione e della tecnica, come risulta in parte già nella sua opera Dialettica dell illuminismo del 1947. In questo testo, scritto in collaborazione con Theodor W. Adorno negli Stati Uniti, si trovano alcuni sparsi riferimenti all architettura. Vi si sostiene che anche l architettura rischia di diventare parte dell «industria culturale» usa e getta. Vi si legge che la casa è tramontata e che agli uomini non è ormai più data la possibilità dell autentico abitare. In sostanza, si assiste a una standardizzazione della vita pratica che annulla la dimensione personale. Le abitazioni assomigliano a impianti di fabbrica; invece di ospitare e accogliere interpretano il vivere in termini produttivistici. Ora, queste riflessioni vengono riprese e sviluppate da Horkheimer anche nei Taccuini 1950-1969, una raccolta di aforismi scritti in parte proprio in Ticino. Anche nella corrispondenza tra Horkheimer e Brivio si trovano interessanti indicazioni riguardanti la scelta dei materiali, riconducibili alle riflessioni appena menzionate. Per esempio, emerge il fatto che Horkheimer preferiva i mattoni al cemento, in sintonia con quanto espresso in un suo aforisma, in cui afferma che una sedia prodotta in fabbrica rispetto a una sedia realizzata da un falegname, è come paragonare la coca-cola al tè cinese Evidentemente, il filosofo di Francoforte in questi ultimi anni della sua vita, caratterizzati d altra parte anche dalla «nostalgia del totalmente Altro» di memoria ebraica, aveva maturato uno sguardo critico sul mondo tecnicamente amministrato, visto come un mondo estremamente insidioso per i valori della qualità, dell individualità e della responsabilità. La casa di Horkheimer sembra orientarsi verso modelli americani penso a Frank Lloyd Wright o a Richard Neutra piuttosto che all architettura neoplastica, come in altre costruzioni progettate da Brivio in quegli anni. In che misura si può ricondurre questa scelta alla committenza? Dal carteggio non sono emersi elementi che consentano di formulare un ipotesi. Va comunque tenuto presente che Horkheimer durante gli anni dell esilio negli USA aveva avuto modo di conoscere l architettura americana del periodo. A Pacific Palisade, nei pressi di Los Angeles, abitava in una villa adiacente a quella costruita per il suo buon conoscente Tho- - 2 -

mas Mann, che a sua volta, proprio in quel periodo si sarebbe rivolto ad Adorno, musicologo oltre che filosofo, come suo consulente musicale per scrivere il Doctor Faustus. E proprio a Pacific Palisade sorgono alcune celebri case progettate da Richard Neutra. Non è nemmeno escluso che il riferimento all ambiente degli intellettuali residenti nel Locarnese, possa portare a fare qualche ulteriore scoperta interessante in proposito. Come si presentano attualmente le case di Montagnola? La casa di Horkheimer è conservata allo stato originale, anche all interno. Esiste ancora lo studio con le librerie di fattura artigianale progettate da Brivio su indicazione di Horkheimer, esiste ancora la macchina da scrivere usata dal filosofo per comporre i suoi ultimi testi e per redigere le molte lettere che egli da Montagnola inviò a interlocutori quali Marcuse, Adorno Oltre a essere una testimonianza di qualità dell architettura ticinese degli anni 50, progettata da un architetto di primo piano, la casa assume un indubbio valore per la cultura europea, in quanto ultima residenza di un protagonista della Scuola di Francoforte. Al momento non sussiste alcun vincolo che possa tutelare questo edificio così carico di significato e che merita senz altro di essere salvaguardato e valorizzato, magari come sede di un centro di studi interdisciplinari, nel ricordo dell Istituto per le ricerche sociali di Francoforte. La casa di Pollock, invece, è ormai irriconoscibile rispetto al progetto Brivio. Un destino, quello dell ultima residenza dell economista e teorico tedesco, toccato non soltanto alla casa, ma pure alla sua stessa opera, trascurata dalla storiografia nonostante presenti temi e tesi ancora interessanti, quali le conseguenze dell automazione e il «capitalismo di stato». Nicola Emery Nato a Lugano nel 1958 è docente di Filosofia ed Estetica presso l Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana, e di Etica ed Estetica presso la Scuola di Governo del territorio del SUM-Università di Firenze; fa inoltre parte del Comitato di riferimento per i dottorati di ricerca in Progettazione e Urbanistica del Politecnico di Milano. Tra le sue recenti pubblicazioni: Ethik und Architektur. Über die Grundgesetze des Bauens, Bellinzona 2011, e Distruzione e Progetto. L architettura promessa, Milano 2011. Contatto: nicola.emery@usi.ch - 3 -

Nicola Emery La macchina da scrivere del filosofo Max Horkheimer, tuttora conservata nella casa che fece costruire a Montagnola (Collina d Oro) negli anni 50 del Novecento. Foto Michael Peuckert - 4 -

Lo studio che fu di Max Horkheimer ha conservato il suo aspetto originale, con le librerie disegnate dall architetto Peppo Brivio. Foto Michael Peuckert Peppo Brivio, veduta prospettica della casa Horkheimer a Montagnola, s.d., matita e acquerello su carta. Archivio privato. Foto Michael Peuckert - 5 -

Facciata della casa che fu di Horkheimer. Foto Michael Peuckert - 6 -