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s c e n a r i o e m i l i a r o m a g n a p r e v i s i o n e m a c r o e c o n o m i c a a m e d i o t e r m i n e. marzo 2011 L Area studi e ricerche di Unioncamere Emilia- Romagna, in collaborazione con Prometeia, ha predisposto lo scenario di previsione macroeconomica per l Emilia-Romagna fino al 2013. Alla soglia della stagione primaverile, il buon andamento della crescita economica mondiale si è trovato a confrontarsi con una serie di fattori di rischio di ordine politico ed economico. Proseguono i timori circa l evoluzione della crescita cinese, che appare minacciata da un lato dall impennata dell inflazione, nonostante per contrastarla si sia intervenuti sia sui coefficienti di riserva bancari, sia sui tassi di interesse, dall altro dalla forte crescita delle quotazioni immobiliari, al limite della bolla finanziaria. Il quadro fa temere il rischio di una brusca frenata dell attività. L impegno della Federal Reserve ad immettere valuta attraverso $600bn di acquisti di titoli di stato per sostenere l attività non sarà rinnovato oltre la scadenza di giugno. Le incertezze però non mancano in quanto nonostante i dati positivi sulla crescita, non si è ancora determinata un adeguato recupero dell occupazione, mentre prosegue una fase di graduale indebolimento del dollaro. In Europa, la Previsione per l Emilia Romagna e l Italia. Tassi di variazione percentuali su valori concatenati, anno di riferimento 2000 Emilia Romagna 2012 2012 Conto economico Prodotto interno lordo -,9 1,2 1,0 1,0 -,0 1,0 0,9 0,9 Domanda interna (1) -3,1 1,4 0,7 1,2-3, 0,9 0,8 1,1 Spese per consumi delle famiglie -0,3 1,1 0,3 1,0-1,9 0,7 0,6 0,9 Spese per consumi AAPP e ISP 0, -0,6-0,3 0,2 0,6-0, -0,3 0,2 Investimenti fissi lordi -13,6 3,9 3,0 2,9-1 3,0 2, 2,6 Importazioni di beni dall estero -19,3 7,1,4,1-16,2,4,7,4 Esportazioni di beni verso l estero -22,9 8, 6,9,3-20,7 8,9 6,4 4,9 Valore aggiunto ai prezzi base Agricoltura 2,8 0,2-1,8-3,1 0,1-1,7 0,1 Industria -1,0 4,3 1,8-1,1 4,1 1,8 Costruzioni -8,3-2,3-0,3 0,2-6,7-1,9 0,1 Servizi -3,1 0,8 0,7 0,9-2,6 0,7 0,7 0,8 Commercio, riparaz., alberg. e ristor., trasp. e comunicaz. -6,3 3,0 0,8 0,7 n.d. n.d. n.d. n.d. Intermediaz. monet. e finanz., att.tà immobil. e imprenditor. - 0,7 0,8 1,0 n.d. n.d. n.d. n.d. Altre attività di servizi -0,3-1,9 0, 1,0 n.d. n.d. n.d. n.d. Totale -6, 1,2 0,9 1,1 -, 1,0 0,9 1,0 Unita di lavoro Agricoltura -0,2-3,4-0, -0,2-1,8 0,4-0,9-0,6 Industria -,8-3,0 1,4 1,9-8,1-6, 1,3 1,7 Costruzioni -3,3-7,0-0,8 0,1-0,7-0, -1,1-0,2 Servizi -1,2-1,9 0, 0,9-1,3-0,8 0,4 0,8 Commercio, riparaz., alberg. e ristor., trasp. e comunicaz. -2,0-0,1 0,7 0,9 n.d. n.d. n.d. n.d. Intermediaz. monet. e finanz., att.tà immobil. e imprenditor. -1,3-2,0-0,8-0,6 n.d. n.d. n.d. n.d. Altre attività di servizi -4,1 1,1 2,0 n.d. n.d. n.d. n.d. Totale -2,4-2,6 0,6 1,1-2,6-1,8 0,3 0,8 Rapporti caratteristici Tasso di occupazione(2)(3) 4,3 44,3 43,8 43, 38, 38,1 37,8 37,6 Tasso di disoccupazione(2) 4,8,8 6, 6,9 7,8 8, 9,2 9,7 Tasso di attività(2)(3) 47,6 47,0 46,8 46,7 41,8 41,6 41,6 41,6 Reddito disponibile a prezzi correnti -3,7 0,7 2,2 2,6-2,7 0,7 2, (1) Al netto della variazione delle scorte. (2) Rapporto percentuali. (3) Quota sulla popolazione presente totale. Fonte: Unioncamere E.R. - Prometeia, Scenario economico. Italia http://www.ucer.camcom.gov.it

SCENARIO EMILIA-ROMAGNA Fig. 1. Scenario regionale e nazionale: tasso di variazione e numero indice del Pil (1991=0) 6,0 131,2 124,7 2,0-2,0-6,0 123,4 116,9 13 130 12,3 12 120, 120 11 1 0 9 92 93 94 9 96 97 98 99 00 01 02 03 04 0 06 07 08 09 11 12 Emilia-Romagna Italia 2 ripresa dei consumi in Germania prospetta un allargamento della crescita nell area dell euro. Ciò nonostante l attuale debolezza dell attività economica e la perdurante crisi del debito pubblico dei paesi periferici e in generale del sistema bancario europeo pongono inquietanti interrogativi sull evoluzione futura, cui i governi non danno adeguata risposta. I prezzi delle materie prime, minerali, energetiche e agricole, sono prossimi ai massimi del 2008 ed esercitano una pressione inflazionistica sulle economie emergenti e agiscono come una forte imposizione sui paesi sviluppati, prospettando un quadro di minore crescita a livello mondiale. In merito ai fattori politici, il fermento sociale e politico che ha interessato il Nord Africa e il Medio Oriente ha condotto al rovesciamento dei governi tunisino ed egiziano, ha prospettato possibili guerre civili in Yemen e Bahrein, sfociando in aperto conflitto in Libia. L incertezza non riguarda più solo il mercato petrolifero, ma la sicurezza a livello globale. Pil e conto economico L edizione corrente dello scenario riduce la stima della crescita reale del Pil dell'emilia-romagna per il 20 da +1, a +1,2 per cento, mentre resta invariata quella riferita al 2011, all 1,0 per cento. Per l Italia l aumento reale per il 20 dovrebbe essere stato pari all 1,0 per cento, anch esso rivisto al ribasso dall 1,1 per cento indicato a novembre, e dello 0,9 per cento per il 2011, con un leggero incremento rispetto all edizione precedente. Sia a livello nazionale, sia a quello regionale, la crescita prevista fino al 2012 permetterà di ottenere solo un parziale recupero della caduta del Pil accusata nel biennio 2008-2009 (fig. 1). In regione, dopo la flessione del 3,1 per cento registrata nel 2009, la domanda interna dovrebbe essersi ripresa nel 20, con un incremento dell 1,4 per cento, leggermente superiore al Pil, ma la sua crescita dovrebbe ridursi allo 0,7 per cento nel 2011. Questo andamento non fa che tradurre il modesto tono dei consumi delle famiglie, che nel 20 dovrebbero essere aumentati dell1,1 per cento, per ridurre poi il ritmo nel 2011 a +0,3 per cento. Sui consumi si riflette pesantemente la grave condizione del mercato del lavoro e la tendenza all aumento dei prodotti energetici ed alimentari. Gli investimenti fissi lordi dovrebbero essersi ripresi nel 20 (+3,9 per cento), ma la loro crescita proseguirà a tassi abbastanza contenuti, +3,0 per cento nel 2011. Tale andamento risulterà insufficiente a colmare entro l orizzonte di previsione la forte caduta complessiva avviata a partire già dal 2007. Anche in regione la ripresa si è avvenuta grazie all effetto traino derivante dal commercio estero, come confermano i dati Istat a valori correnti riferiti alle esportazioni regionali nel 20. In termini reali di contabilità nazionale le esportazioni dovrebbero essere aumentate dell 8, per cento nel 20. Si tratta di un risultato lievemente peggiore rispetto a quello messo a segno dall export nazionale (+8,9 per cento). Nel 2011 la velocità di crescita delle vendite all estero della regione dovrebbe ridursi al 6,9 per cento, ma risultare superiore a quella dell export nazionale (+6,4 per cento). Al termine del 2013 il valore reale delle esportazioni regionali risulterà ancora inferiore del 4 per cento al livello massimo precedente la crisi toccato nel 2007. Nel 20, le importazioni dovrebbero essere aumentate (+7,1 per cento) in minor misura rispetto alle esportazioni. Questa tendenza dovrebbe proseguire nel 2011, in quanto anche le importazioni dovrebbero mostrare una dinamica più contenuta (+,4 per cento). La formazione del valore aggiunto: i settori L aspetto cruciale dell analisi della formazione del reddito è rappresentato dalla ripresa dell industria in senso stretto, che nel 20 dovrebbe avere registrato un buon incremento del valore aggiunto, pari al 4,3 per cento, che, tuttavia, colmerà solo parzialmente la

MARZO 2011 forte caduta accusata tra il 2008 e il 2009. Rispetto all edizione di novembre, le nuove stime indicano un più sensibile incremento del valore aggiunto industriale nel biennio successivo, ma la crescita non andrà oltre il per cento nel 2011. La crisi dovrebbe avere nuovamente gravato, invece, sul settore delle costruzioni, il cui valore aggiunto dovrebbe essersi ridotto nel 20 del 2,3 per cento. Le prospettive non appaiono buone, tanto che il reddito derivante dall edilizia dovrebbe risultare al più pressoché invariato nel 2011 (-0,3 per cento). Per il variegato ramo dei servizi, il valore aggiunto dovrebbe essere cresciuto nel 20 dello 0,8 per cento. Si conferma l attesa di una sua espansione a ritmo costante nel biennio successivo, con un rallentamento nel 2011 allo 0,7 per cento, per salire leggermente l anno successivo. Il valore aggiunto dell aggregato degli altri servizi dovrebbe avere accusato una flessione dell 1,9 per cento, mentre la spinta maggiore alla crescita settoriale dovrebbe essere venuta per l anno trascorso dal comparto del commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni (+3,0 per cento). Nel biennio 2011-12 la crescita di questo settore rallenterà e verrà affiancata da quella, in recupero, degli altri due settori dei servizi. I segni della crisi sono a tutt ora profondi e saranno duraturi. In termini reali, al 20, il valore aggiunto dell industria dovrebbe essere risultato inferiore del 16,1 per cento rispetto al picco 2007, quello derivante dalle costruzioni del,4 per cento rispetto al massimo del 2008, mentre la perdita per il settore dei servizi, riferita al 2008, dovrebbe essere risultata limitata al 2,4 per cento. Al termine dell orizzonte di previsione, nel 2013, la perdita del valore aggiunto settoriale, rispetto ai massimi sopra citati, sarà ancora dell 11,0 per cento per l industria e del 9,9 per cento per le costruzioni, mentre il valore aggiunto dei servizi avrà superato il precedente massimo del 3,7 per cento. Il mercato del lavoro L inversione realizzatasi nella tendenza del ciclo economico tarderà a tradursi in un miglioramento della condizione del mercato del lavoro. Questo, in particolare in Italia, risente sempre con un sostanziale ritardo dell andamento economico. La forte crisi trascorsa ha determinato un eccesso di capacità Scenario regionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico. 12,0 8,0-8,0-12,0-16,0-2 -2 -,9 1,2 1,0 7,1,4 8, 6,9-19,3-22,9 Import Export Consumi privati Scenario regionale: tasso di variazione e quota del valore aggiunto settoriale (20). 0 - - -1 Prodotto interno lordo 2,8-1,0-8,3-3,1 0,2 4,3-2,3 2,0-20 Scenario regionale: evoluzione della composizione del valore aggiunto 0% 80% 60% 40% 20% 0% 4,6-1,8-0,3 1,1 0,3 0,8 0,7-0,3 4,1 4,7 6,1-13,6 3,9 3,0 Investimenti fissi lordi 66,9 60,3 62,7 63,7 63, 66,6 3 29,6 28,6 28,0 2,,1 3,6 3,0 2,4 2,0 1992 1997 2002 2007 2012 6,1,9 3

SCENARIO EMILIA-ROMAGNA 4 produttiva e la ripresa non ha visto e non permetterà nell immediato un pronto rientro della forza lavoro espulsa. Le imprese si sono adeguate a ritmi produttivi più bassi e hanno conservato il cuore dell occupazione, facendo ampio ricorso alla cassa integrazione, tagliando i contratti precari e le figure non ritenute indispensabili. Ciò proseguirà sino a quando la ripresa non risulterà consolidata. Le imprese che hanno tratto vantaggio dalla ripresa hanno fatto un minore ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Ma per molte imprese e per alcuni settori la crisi ha avuto effetti strutturali e permanenti, che si sono riflessi nell ampio ricorso alla cassa integrazione straordinaria e in deroga. La ripresa non è per tutti e l allontanarsi nel tempo di un suo possibile consolidamento e ampliamento potrebbe portare anche ad un più ampio deterioramento del mercato del lavoro rispetto a quello atteso per i prossimi mesi, in quanto già determinato per effetto della crisi trascorsa. Nel 20 l impiego di lavoro nel processo produttivo, valutato in termini di unità di lavoro e quindi al netto della cassa integrazione guadagni, dovrebbe essere stato ridotto del 2,6 per cento, un eccezionale flessione che va ad aggiungersi alla notevole diminuzione rilevata nel 2009 (-2,4 per cento). La diminuzione è in linea, ma risulta più ampia, rispetto alla tendenza a livello nazionale. A livello settoriale la diminuzione è stata generalizzata, ma è risultata più ampia nelle costruzioni (- 7,0 per cento) e nell industria (-3,0 per cento) e minore nei servizi (-1,9 per cento). Per la sola occupazione alle dipendenze il calo dovrebbe essere stato ancora più ampio nel 20, pari al 3,0 per cento nel complesso e al 3,7 e al 7,4 per cento rispettivamente nell industria e nelle costruzioni. Il prosieguo della ripresa dovrebbe determinare solo un limitato incremento dell impiego di lavoro nelle attività produttive nel 2011 (+0,6 per cento). Questo si prevede risulterà da un aumento dell 1,4 per cento nell industria e dello 0, per cento nei servizi, a fronte di una nuova diminuzione nelle costruzioni (-0,8 per cento). In termini di persone fisiche, nel 20, il numero degli occupati dovrebbe essersi ridotto ancora dell 1,3 per cento e ci si attendono ulteriori variazioni negative anche per il 2011 (-0,4 per cento), tanto che solo nel 2012 si potrebbe giungere ad una stabilizzazione dell occupazione. Scenario nazionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico. 12,0 8,0-8,0-12,0-16,0-2 -2 -,0 1,0 0,9-16,2,4 8,9,7 6,4-20,7 Scenario nazionale: tasso di variazione e quota del valore aggiunto settoriale (20). 0 - - -1 Prodotto interno lordo -3,1-1,1-6,7-20 19,0 1,8 Scenario nazionale: evoluzione della composizione del valore aggiunto 0% 90% 80% 70% 60% 0% 40% 30% 20% % 0% -2,6-1,9 0,7 0,6 Import Export Consumi privati 0,1 6,2,1 4,1-1,9 0,7 0,7-1,7,4 6,1-1 3,0 2, Investimenti fissi lordi 73,1 66,0 67,3 69,7 70,4 72,9 24,4 24,4 22,4 21,4 19,4 3, 3,2 2,6 1,8 1992 1997 2002 2007 2012 6,1,9

MARZO 2011 Gli indicatori relativi al mercato del lavoro evidenziano un quadro in progressivo deterioramento, ulteriormente accentuato rispetto all edizione precedente. Il tasso di attività dovrebbe essersi ridotto al 47,0 per cento nel 20 e tenderà ancora a diminuire nel 2011 (46,8 per cento) e nel 2012. Nel 20 il tasso di occupazione dovrebbe essere sceso al 44,3 per cento, con una flessione di 2,2 punti percentuali rispetto al 2007 e dovrebbe ulteriormente ridursi di un mezzo punto percentuale entro la fine del 2011. Il tasso di disoccupazione era del 2,8 per cento nel 2007. Dal 4,8 per cento del 2009, dovrebbe essere salito al,8 per cento al termine dell anno trascorso, più di quanto indicato nella precedente edizione, nonostante l esteso impiego in deroga della cassa integrazione, ma nell attuale scenario di previsione dovrebbe salire ulteriormente per giungere a toccare il 6, per cento nel 2011. Nel complesso si conferma un quadro piuttosto pesante, che impone al sistema economico locale e alle singole imprese un estrema capacità di adattamento a condizioni competitive in rapido mutamento e mette alla prova la tenuta del sistema industriale e del sistema sociale regionale.