La forza dei simboli Elisabeth Löh Manna In questo articolo l autrice, partendo da una considerazione sull importanza che i simboli ricoprono nella nostra vita, ci aiuta a discernere quando se ne abusa producendo un effetto distruttivo. Nella nostra vita siamo circondati da simboli. Li incontriamo ovunque: nella vita quotidiana, sul lavoro, per strada, tra gruppi d interesse particolari, tra gli adolescenti, nelle pubblicità, ma anche in chiesa e perfino al cimitero. Non potremmo vivere senza simboli. Ne abbiamo bisogno per comunicare, per trovare un orientamento, e per strutturare le nostre esperienze. Perciò abbiamo deciso di inserire nel nostro nuovo ciclo anche alcune unità centrate su simboli quotidiani e su quelli della fede. Il simbolo permette di rievocare e rivivere emozioni, relazioni, luoghi, regole, e modi di essere Che cos è un simbolo? Partiamo dall etimologia della parola. Essa deriva dalla parola greca simballein che vuole dire gettare insieme, ma anche unire. Nell antica Grecia c era l usanza che due amici, prima di separarsi per un periodo piuttosto lungo, incidessero i loro nomi su una tavola di terracotta per poi spezzarla in due. Ogni amico conservava una metà della tavola. Lo spezzare la tavola esprimeva il dolore di non vedersi più per un lungo periodo e il custodire il proprio pezzo, la fedeltà verso l amico. Ogni metà ricordava l amicizia del passato, la rendeva presente al momento ed esprimeva la speranza di rivedersi nel futuro. Questa usanza ci aiuta a cogliere il significato del simbolo.la tavoletta diventa più di una semplice tavoletta perché indica una realtà, cioè l amicizia, che in quel momento non si può vivere.si può dire che il simbolo congiunge o unisce un oggetto materiale (la tavoletta) con una realtà non tangibile, cioè astratta (l amicizia).il simbolo rimanda gli amici all amicizia che hanno condiviso e nello stesso tempo la rende presente.quando guardano il loro pezzo di tavoletta sentono la vicinanza dell amico e sperano di rivedersi in futuro. Il simbolo rende presente ciò che simboleggia. Pensiamo ai nostri souvenir delle vacanze, non quelli comprati, ma quelli raccolti in spiaggia o durante una bella camminata in montagna. Ritornati dalle vacanze, li mettiamo in bella mostra nella credenza o sulla scrivania. Guardando i nostri souvenir ritornano subito i bei ricordi delle nostre vacanze, dei luoghi ma anche delle emozioni che abbiamo vissuto in quei momenti. Li riviviamo. Il nostro souvenir può diventare un simbolo per l insieme della nostra esperienza vissuta durante le vacanze. 36
Da questi due esempi vediamo già che il simbolo coinvolge più sensi.non parla solo al nostro intelletto,ma ci tocca nel nostro profondo e può raggiungere anche l inconscio. La croce ugonotta è cara a molti di noi. È più di un semplice gioiello, è un simbolo che unisce tutte le chiese protestanti in Italia. È segno di appartenenza a una minoranza religiosa, perseguitata nei secoli per la sua fede che ancora oggi cerca di viverla con coerenza. Anche se le sue origini non sono del tutto chiare, possiamo dire che la croce ugonotta è nata in un certo periodo storico in seno ad una comunità di fede. Un oggetto può diventare un simbolo quando è riconosciuto come tale da una comunità.il simbolo racchiude le esperienze di quella comunità e aiuta a costituire il senso di comunione e identità dei suoi membri. Vediamo, dunque, che il simbolo è legato a un certo periodo storico e a una comunità che lo condivide.ogni gruppo ha bisogno di sviluppare alcuni simboli chiave per esprimere e rafforzare la sua identità. In pratica, ogni oggetto potrebbe diventare un simbolo, ma solo se riesce a rappresentare le esperienze dei singoli membri del gruppo e a intrecciarle alle esperienze comuni. Un ultimo esempio. Intorno a Natale, Babbo Natale diventa onnipresente. Mi ha colpito vedere come bambini normalmente un po sospettosi, continuino a credere in Babbo Natale. Perché? Perché Babbo Natale è ormai diventato uno dei simboli più importanti per il Natale e per le emozioni che si vivono durante il periodo natalizio. I bambini hanno paura, rinunciando a Babbo Natale, di dover rinunciare anche al Natale. L importanza che ormai ha assunto Babbo Natale evidenzia l aspetto ambiguo dei simboli.babbo Natale è diventato un simbolo così forte che ha messo in ombra quelli religiosi del Natale e può bloccare un avvicinamento a Gesù: possiamo festeggiare Natale senza Gesù. Alcuni bambini dichiarano che Gesù non esiste, Babbo Natale invece sì. Quando un qualsiasi simbolo, dalla conchiglia delle mie vacanze, alla croce ugonotta, a Babbo Natale diventa troppo forte ed esclusivo rischia di bloccare la crescita, la comprensione e l identità invece di favorirla. Del simbolo si può perfino abusare per uno scopo distruttivo. Le crociate hanno trasformato il simbolo della croce, un simbolo di salvezza, in un simbolo di distruzione. I simboli e la fede I simboli sono importanti per tutta la nostra vita, anche per la nostra vita di fede. La Bibbia non esita a ricorrere ai simboli per parlarci di Dio e della sua rivelazione. Gesù ci insegna a pregare Padre nostro nei cieli. L appellativo consiste in quattro parole e ben due metafore/simboli. Non è un caso. Gesù parla del Regno di Dio, anche questo è un linguaggio simbolico. Quando spezziamo il pane e beviamo il vino, facciamo un uso simbolico di questi elementi. Notiamo subito che la nostra fede non vive senza simboli. Possiamo, però, chiederci: qual è la particolarità dei simboli cristiani? Ricordiamo che i simboli sono sempre legati a una realtà più profonda, non tangibile. I simboli della fede ci rimandano all Altro, al Trascendente, al Dio che ci incontra in Gesù Cristo, nel suo messaggio e nella sua vita. Il simbolo chiave della fede cristiana è Gesù Cristo stesso. Perciò, i simboli della fede non possono esistere senza il messaggio biblico, altrimenti cadrebbero nel vuoto o nell ambiguità. Gesù, simbolo chiave della fede cristiana 37
La fede coinvolge tutto il nostro essere, mente e corpo, con tutti i suoi sensi. Non basta, dunque, il linguaggio razionale per esprimere e strutturare la nostra fede. Abbiamo bisogno di simboli che riescano a toccarci in tutti i livelli del nostro essere e che riescano a unire il nostro vissuto con il nostro credere. I simboli hanno la capacità di riassumere la nostra fede nel suo insieme di intelletto ed emozione, di conscio e inconscio, e di renderla viva nei momenti importanti della nostra vita. La fede può, attraverso i simboli, liberare la sua forza nei giorni bui e nei giorni belli e può accompagnarci nel futuro. Facciamo un esempio. L immagine del Buon Pastore è, prima di tutto, una metafora che può diventare anche simbolo. È un immagine che suscita in noi tante emozioni. Dio è il nostro pastore che ci accompagna, ci fa pascolare, si prende cura di noi, ci sazia, ci fa abitare al sicuro, per citare solo alcune immagini che leghiamo al simbolo del buon pastore. Il Buon Pastore è un simbolo che ci consola e ci aiuta nei momenti difficili. Senza il simbolo dovremmo sempre ricominciare da capo a formulare le caratteristiche di Dio e sarebbe difficile farlo per la nostra vita. Il simbolo riassume per noi non solo la nostra conoscenza, ma soprattutto la nostra esperienza di fede e la rende presente nella nostra vita. Normalmente acquisiamo i simboli della fede attraverso la lettura e l ascolto frequente della Bibbia, la partecipazione alle attività della chiesa, lo scambio delle nostre esperienze di fede, la condivisione in famiglia. Purtroppo molti bambini non partecipano alla vita della chiesa e neanche in famiglia si vive la fede insieme ai bambini. Molti bambini non hanno più accesso ai simboli della fede e non possono svilupparne di nuovi. Per loro diventa sempre più difficile conoscere e vivere il messaggio biblico e incontrare il Signore. Riconoscimento e condivisione di ciascun simbolo I simboli e la scuola domenicale Abbiamo visto quanto sono importanti i simboli per la nostra vita e la nostra fede. Perciò non li vogliamo escludere dalle nostre scuole domenicali. Vogliamo usare prima di tutto la loro capacità di fungere da ponte tra l esperienza dei bambini e il messaggio biblico.esistono dei simboli che sono facilmente accessibili/immediati come la luce, il pane, l albero, la strada o la casa.tutti, anche i bambini più piccoli, hanno familiarità con questi oggetti. Da lì inizia il lavoro della scuola domenicale. Esploriamo insieme ai bambini quali esperienze hanno già fatto con il simbolo scelto e, soprattutto, facciamo insieme delle esperienze durante l incontro di scuola domenicale. Importante sarà coinvolgere tutti i sensi. Il pane si può vedere, annusare, mangiare, toccare e sentire quando si spezza. Solo così si apre davanti ai bambini il simbolo nella sua ampiezza più profonda. In un secondo momento possiamo, poi, condividere la nostra esperienza e parlarne tutti insieme. In questa prima fase non leghiamo ancora il simbolo al messaggio biblico, fermiamoci alla vita dei bambini e al simbolo. Lasciamo tempo e spazio ai bambini per conoscere meglio il simbolo. Per cogliere ed esprimere le diverse dimensioni che il simbolo può toccare, è importante usare dei metodi di animazione diversi includendo il racconto, la pantomima, la meditazione, la danza e altre forme creative. La seconda fase sarà poi quella di legare il simbolo al messaggio biblico, incontrando e lavorando sui testi biblici che sono basati sul simbolo o che lo menzionano. I bambini riconosceranno il simbolo nel testo 38
biblico e vivranno il testo partendo dall esperienza che hanno fatto prima solo con il simbolo. Il simbolo diventa un ponte tra l esperienza dei bambini e il testo biblico. Entrati nel testo biblico, i bambini possono poi scoprire l eccedenza del testo. Il testo biblico aggiunge un altra dimensione al simbolo e amplifica il suo significato.la casa è normalmente simbolo di sicurezza, di amore, di comprensione, di rapporti familiari. Il racconto del Figlio prodigo può non solo aiutare ad approfondire questo simbolo, ma aggiunge la dimensione del divino, dell amore incondizionato di Dio, del perdono. Partendo dal vissuto dei bambini, essi saranno aperti a questo significato più ampio del simbolo. Non solo lo scoprono, ma lo possono anche riportare e integrare nel loro vissuto. Il messaggio biblico non rimane una conoscenza astratta, diventa, allora, parte della vita quotidiana. Può anche succedere che proprio questo intreccio con il messaggio biblico porti a guardare il vissuto del bambino in modo critico. Può svelare, per esempio, una mancanza di fiducia e di sicurezza a casa. Scoprire che Dio ti ama incondizionatamente può diventare una scoperta importante per la tua esistenza. Non tutti i bambini hanno fatto delle esperienze positive nella loro vita.trattando il simbolo della casa può succedere che un bambino riveli dei disagi, delle paure o dei dolori, delle esperienze negative. Dobbiamo essere sensibili al suo dolore, ascoltare il suo disagio. Anche se non tutti hanno fatto delle esperienze positive, rimane in ogni bambino la nostalgia della casa come luogo protetto e di amore. Il nostro lavoro parte, in alcuni casi, non dal vissuto dei bambini ma dal loro desiderio e dal loro bisogno. Il simbolo diventa ponte tra esperienza e testo biblico I simboli e i bambini I bambini piccoli vivono in un mondo magico e simbolico. Non distinguono ancora nettamente tra un simbolo e la realtà.un animale selvatico dipinto può spaventare il bambino come se fosse vero. Con i bambini piccoli il lavoro con i simboli diventa soprattutto un viaggio di esplorazione e di esperienze. Godono se proponiamo di viaggiare con loro. Sono aperti alla dimensione divina dei simboli. La maneggiano senza difficoltà. Invece, i bambini medi e grandi hanno più difficoltà a lavorare con i simboli. Non riescono facilmente a superare una comprensione letterale del simbolo. Se sentono che Dio è in cielo pensano al cielo sopra di noi o all universo e si immaginano Dio sopra alle nuvole o da qualche parte lontano. Cercano di riconciliare i diversi approcci alla realtà, per esempio la comprensione scientifica dell universo con quella religiosa, ma non riescono sempre ad accettare che esistano diverse angolazioni per vedere il mondo. Nella fase della comprensione letterale dei simboli religiosi i bambini sviluppano una comprensione mitologica della fede. Molte persone non superano mai questa fase. Non colgono la funzione dei simboli nell indicare una realtà oltre a sé, anche se possono vivere e sperimentare le sensazioni legate al simbolo. Sentono che la casa, per esempio, è un luogo di sicurezza o amore, anche se è impossibile per loro astrarre queste sensazioni dalla casa.si fermano al livello letterale.non per questo dobbiamo rinunciare al lavoro con i simboli con i bambini più grandi, anzi, il lavoro diventa ancora più importante, perché 39
Simbolo come segno di appartenenza e identità possiamo aiutarli a superare la comprensione letterale del simbolo e raggiungere altri due livelli di comprensione dei simboli: la comprensione multi dimensionale del simbolo e quella critica. Al primo livello i giovani cominciano a cogliere le diverse dimensioni di un simbolo e comprendono il linguaggio simbolico. I simboli diventano per loro importanti se non indispensabili. Sono segni di appartenenza e di identità. Spesso però, i giovani si fermano al simbolo, cioè vedono la forza del simbolo nel simbolo in sé e non in quello che indica. In questa fase la croce ugonotta può diventare importante come simbolo di appartenenza, senza però indicare necessariamente una fede profonda. Solo più avanti i giovani imparano a vedere i simboli in modo critico, cioè imparano ad astrarre il contenuto dal simbolo e i simboli diventano importanti per quello che rappresentano, non più in sé stessi. In questa fase il giovane riconosce che il cielo come simbolo religioso non è legato a uno spazio specifico, ma che appartiene al linguaggio simbolico. Di conseguenza, il giovane non ha più bisogno di riconciliare le diverse visioni della realtà, ma può accettare che esistano angolazioni diverse da cui vedere e vivere la realtà. L adulto, poi, arriverà a riconciliare le ultime due fasi della comprensione del simbolo, unendo il significato con il simbolo e riconoscendo l importanza dell uno e dell altro. Buon lavoro La teoria sui simboli non è sempre facile, proprio perché il simbolo ci tocca a tanti livelli e diventa difficile esprimere con le parole tutto ciò che esso opera in noi. È importante iniziare a lavorarci con i bambini per scoprire insieme la ricchezza e la profondità della fede che i simboli vogliono e possono dischiudere. 40