Università degli Studi di Ferrara Scuola di Acustica



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Università degli Studi di Ferrara Scuola di Acustica Problematiche nell applicazione dei fattori correttivi del rumore Andrea TOMBOLATO Studio di Acustica Padova www.acusticapd.it Ferrara 11 novembre 2010 Outline 1. Rumore Tonale e Rumore Impulsivo, le definizioni del DM 16 Marzo 1998, Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento acustico 2. I quattro quesiti posti ad alcuni Dipartimenti ARPA e ad un certo numero di partecipanti al Congresso AIA 2008, Milano (rassegna dei risultati riportati e commentati in gaa/16, L. Aiello e F. Sicurella) 3. Per approfondire: le ISO 1996 1 e 2 4. La correzione per rumore a tempo parziale 5. Il valore di attenzione su base oraria pag. 2 di 45

Le definizioni del DM 16/03/98 1/3 Il rumore a carattere impulsivo è trattato ai punti 8 e 9 dell Allegato B. Punto 8 Ai fini del riconoscimento dell impulsività di un evento, devono essere eseguiti [simultanei] rilevamenti dei Livelli L AImax e L ASmax [e L AFmax ] per un tempo di misura adeguato [e con un sufficientemente stretto intervallo di campionamento]. Punto 9 Il rumore presenta componenti impulsive quando sono verificate le seguenti condizioni: l evento è ripetitivo (almeno 10 volte in un ora in periodo diurno e almeno 2 volte in un ora in periodo notturno), la differenza tra L AImax e L ASmax èsuperiore a 6 db, la durata dell evento a 10 db dal valore L AFmax èinferiore ad 1 secondo. pag. 3 di 45 Le definizioni del DM 16/03/98 2/3 Il riconoscimento di componenti tonali di rumore ètrattato ai punti 10 e 11 dell Allegato B. Punto 10 i E necessario effettuare un analisi spettrale per bande normalizzate di 1/3 di ottava, considerando esclusivamente le CT stazionarie nel tempo ed in frequenza. Il livello dello spettro stazionario èevidenziato dal livello minimo in ciascuna banda (All Min): lo strumento èdi fatto impostato per misurare in modalità min hold. Punto 10 ii L analisi deve essere svolta nella gamma da 20 a 20.000 Hz: si èin presenza di una CT se il livello minimo di una banda supera i livelli minimi delle bande adiacenti per almeno 5 db. pag. 4 di 45

Le definizioni del DM 16/03/98 3/3 Punto 10 iii Si applica il fattore correttivo solo se la CT non è mascherata, vale a dire se tocca una isofonica uguale o superiore a quella più elevata raggiunta dalle altre componenti dello spettro (secondo la ISO 226:1987 e NON secondo la 266:1987, indicata erroneamente dal DM). Punto 11 Qualora la CT rilevata come prescritto dal DM sia presente nell intervallo tra 20 e 200 Hz, oltre alla correzione di 3 db K T, si applica la correzione di ulteriori 3 db K B, esclusivamente nel tempo di riferimento notturno. pag. 5 di 45 Esempio di rumore a carattere impulsivo 1/5 rappresentazione grafica di un rumore a carattere impulsivo: Livelli Impulse, Slow, Fast 90 linea verde: LAImpulse intervallo di campionamento: 4/32 s linea rossa: LAFast intervallo di campionamento: 4/32 s linea blu: LASlow intervallo di campionamento: 4/32 s 26-10-10_01T.H. (File N. 1) (26/10/2010 17:09:12) db(a) 80 70 > 6 db 60 50 < 1 s 30 17:09:12 17:09:17 17:09:22 17:09:27 17:09:32 17:09:37 17:09:42 pag. 6 di 45

Esempio di rumore a carattere impulsivo 2/5 rappresentazione grafica di un rumore a carattere impulsivo: Livelli Fast in banda e overall storia temporale, ponderazione lineare linea blu: LFast 20 Hz, campionamento a 4/32 s linea rossa: LFast 20.000 Hz, campionamento a 4/32 s linea marrone: LFast overall, campionamento a 4/32 s 26-10-10_01T.H. (File N. 1) (26/10/2010 17:09:12) 80 db 70 60 50 30 20 10 17:09:12 17:09:16 17:09:20 17:09:24 17:09:28 17:09:32 17:09:36 17:09: pag. 7 di 45 Università degli Studi di Ferrara Scuola di Acustica, 11 novembre 2010 Esempio di rumore a carattere impulsivo 3/5 rappresentazione grafica di un rumore a carattere impulsivo: sonogramma dei Livelli in Fast sonogramma; storia temporale dei LFast; bande di 1/3 d'ottava, ponderazione lineare intervallo di campionamento: 4/32 s 26-10-10_01T.H. (File N. 1) (26/10/2010 17:09:12) 16K Hz 8K 1-20 khz 4K 2K 1K 500 250 125 63 31.5 17:09:12 20 17:09:42 db 30 Università degli Studi di Ferrara Scuola di Acustica, 11 novembre 2010 50 60 pag. 8 di 45

Esempio di rumore a carattere impulsivo 4/5 rappresentazione grafica di un rumore a carattere impulsivo: analisi spettrale; Leq e All Min analisi spettrale sul tempo di misura: Leq e All Min; ponderazione lineare; bande di 1/3 d'ottava 90 db 80 70 60 50 barre bordate in azzurro: spettro dei Leq barre gialle: spettro All Min 90 80 70 60 50 26-10-10_01Globali (File N. 1) (26/10/2010 17:09:12) 1-20 khz 30 30 20 20 10 0 10 MAF 31.5 Hz 63 125 250 500 1K 2K 4K 8K 16K pag. 9 di 45 Esempio di rumore a carattere impulsivo 5/5 rappresentazione grafica di un rumore a carattere impulsivo: analisi statistica analisi statistica sul tempo di misura - funzioni distributiva e cumulativa linea rossa: curva cumulativa istogramma: funzione distributiva 26-10-10_01Istogrammi (File N. 1) (26/10/2010 17:09:12) 100 % 30 rumore residuo LN 80 60 20 10 rumore impulsivo/impattivo 20 0 30 db(a) 50 60 70 80 0 pag. 10 di 45

Esempio di rumore con presenza CT 1/5 rappresentazione grafica di un rumore con CT: Livelli Impulse, Slow, Fast 100 linea verde: LAImpulse intervallo di campionamento: 4/32 s linea rossa: LAFast intervallo di campionamento: 4/32 s linea blu: LASlow intervallo di campionamento: 4/32 s 26-10-10_02T.H. (26/10/2010 18:24:58) db(a) rumore stazionario 90 80 70 18:24:58 18:24:59 18:25:00 18:25:01 18:25:02 pag. 11 di 45 Esempio di rumore con presenza CT 2/5 rappresentazione grafica di un rumore con CT: Livelli Fast in banda e overall 90 storia temporale, ponderazione lineare linea blu: LFast 20 Hz, campionamento a 4/32 s linea rossa: LFast 20.000 Hz, campionamento a 4/32 s linea marrone: LFast overall, campionamento a 4/32 s 26-10-10_02T.H. (26/10/2010 18:24:58) db 80 70 60 rumore poco presente alle alte (linea rossa) e basse (linea blu) frequenze 50 30 18:24:58 18:24:59 18:25:00 18:25:01 18:25:02 pag. 12 di 45

Esempio di rumore con presenza CT 3/5 rappresentazione grafica di un rumore con CT: sonogramma dei Livelli in Fast sonogramma; storia temporale dei LFast; bande di 1/3 d'ottava, ponderazione lineare intervallo di campionamento: 4/32 s 26-10-10_02T.H. (26/10/2010 18:24:58) 16K Hz 8K 4K 2K 1K 500 250 rumore stazionario con probabile tono puro a 2 khz 125 63 31.5 18:24:58 18:24:58 18:24:59 18:25:00 18:25:01 18:25:02 20 db 30 50 60 70 80 90 100 pag. 13 di 45 Esempio di rumore con presenza CT 4/5 rappresentazione grafica di un rumore con CT: analisi spettrale; Leq e All Min analisi spettrale sul tempo di misura: Leq e All Min; ponderazione lineare; bande di 1/3 d'ottava 100 db 90 barre bordate in azzurro: spettro dei Leq barre gialle: spettro All Min 100 90 26-10-10_02Globali (26/10/2010 18:24:58) 80 70 60 l isofonica dei 90 db non è raggiunta da altre componenti 80 70 60 > 5 db 50 50 30 30 20 20 31.5 Hz 63 125 250 500 1K 2K 4K 8K 16K pag. 14 di 45

Esempio di rumore con presenza CT 5/5 rappresentazione grafica di un rumore con CT: analisi statistica 70 analisi statistica sul tempo di misura - funzioni distributiva e cumulativa linea rossa: curva cumulativa istogramma: funzione distributiva 26-10-10_02Istogrammi (26/10/2010 18:24:58) 100 % 60 50 rumore stazionario LN 80 60 30 20 20 10 0 80 db(a) 85 90 95 100 pag. 15 di 45 Il punto Richiamate le definizioni del DM 16/03/98 rimangono da chiarire almeno due questioni fondamentali 1 A cosa si applicano le correzioni? 2 Come si applicano le correzioni? pag. 16 di 45

Primo Quesito 1/4 I fattori correttivi vanno applicati con riguardo ad entrambi i criteri, differenziale e assoluto, o solo in uno dei due casi? I fattori correttivi sono assegnati sulla base del punto 17 dell Allegato A al DM 16/03/98, il quale definisce il Livello Corretto mediante la relazione: con noto e ovvio significato dei simboli. L C = L A + K I + K T + K B Il punto 9 (riconoscimento dell evento sonoro impulsivo) dell Allegato B al DM chiarisce poi che L Aeq,TR viene incrementato del fattore K I precedentemente definito. Per analogia, si potrebbe quindi dedurre che anche gli altri fattori correttivi si applicano solo ai limiti assoluti. pag. 17 di 45 Primo Quesito 2/4 Si può quindi ritenere che le correzioni non si applichino al differenziale per le seguenti ulteriori ragioni: Il punto 13 dell Allegato A al DM definisce il livello differenziale di rumore (L D ) come la differenza tra il livello di rumore ambientale (L A ) e quello di rumore residuo (L R ) : L D = (L A L R ) Non, quindi, come la differenza tra il rumore corretto (L C )ed il rumore residuo. L applicazione di uno qualunque dei fattori correttivi al differenziale notturno, porterebbe di fatto al superamento automatico del limite. Pare legittimo il dubbio sul fatto che il legislatore abbia effettivamente prefigurato un simile automatismo. pag. 18 di 45

Primo Quesito 3/4 Va detto che sono all opposto rinvenibili ragioni per sostenere l applicabilità delle correzioni anche al criterio differenziale (oltre che al limite assoluto). Una diversa prospettiva nella lettura del punto 13 dell Allegato A al DM porta a dire che il livello differenziale di rumore (L D ) è definito come la differenza tra il livello di rumore ambientale (L A ) e quello di rumore residuo (L R ). Si può quindi richiamare il punto 11 dello stesso allegato, laddove è indicato che il Livello di rumore ambientale L A va riferito al T R nel criterio assoluto ed al T M nel criterio differenziale. Un secondo motivo a favore dell applicabilità delle correzioni al criterio differenziale poggia sulla considerazione che una sorgente sonora caratterizzata da componenti tonali o impulsive percepibili al ricettore ècertamente più disturbante e va pertanto in ogni caso penalizzata. pag. 19 di 45 Primo Quesito 4/4 Se diamo per buona l applicabilità delle correzioni al criterio differenziale, nascono due problemi: 1. Poiché nel caso del differenziale il Livello ambientale èriferito al T M, e non al T R, la sorgente con componenti tonali o impulsive viene penalizzata indipendentemente dalla durata temporale nella quale si manifestano le suddette componenti. Tale situazione, emendabile nel caso del limite assoluto, diventa ineludibile nel caso del differenziale, così come attualmente previsto. 2. Nel caso in cui le componenti tonali o impulsive fossero già presenti nel rumore residuo e permanessero nel rumore ambientale, si darebbe il caso di una penalizzazione certamente lecita, nell applicazione rigida della norma, ma altrettanto indubbiamente indebita. pag. 20 di 45

Secondo Quesito 1/3 In generale, le penalizzazioni vanno attribuite in ragione del tempo di occorrenza degli eventi sonori penalizzanti o sono invece indipendenti dalla loro durata? Il quesito riguarda evidentemente solo i valori limite assoluti, per i quali sono possibili in astratto due possibili interpretazioni. La prima interpretazione prevede che il termine correttivo vada applicato dopo aver calcolato il livello ambientale sull intero periodo di riferimento. Secondo questa interpretazione, il termine correttivo non dipende dalla durata del rumore penalizzante. pag. 21 di 45 Secondo Quesito 2/3 Per tradurre in formule, si abbia, per un tempo T A1, un livello L A1 senza presenza di componenti tonali o impulsive e, per un tempo T A2, un livello L A2 con componenti tonali o impulsive. Il livello di rumore corretto, da confrontare con i limiti assoluti, si calcolerà secondo la seguente relazione: L C = 10*log[(1/T R )*(T A1 *10^(0.1*LA1) + T A2 *10^(0.1*LA2) ] + K X Dove T R = T A1 + T A2 èil periodo di riferimento (diurno o notturno) L interpretazione è avvalorata dal già citato punto 9 dell Allegato B al DM, laddove si afferma che L Aeq,TR viene incrementato del fattore K I precedentemente definito. pag. 22 di 45

Secondo Quesito 3/3 La seconda possibile interpretazione, nelle stesse condizioni del caso precedente, prevede di apportare le penalizzazioni in ragione dell effettivo tempo di occorrenza T A2 delle stesse. Il livello di rumore corretto si calcolerà quindi secondo la relazione: L C = 10*log[(1/T R )*(T A1 *10^(0.1*LA1) + T A2 *10^(0.1*LA2 + KX) )] Dove T R = T A1 + T A2 èsempre il periodo di riferimento (diurno o notturno) A vantaggio di questa seconda interpretazione, va detto che sembra indubbiamente più coerente con la realtà che intenderebbe rappresentare. pag. 23 di 45 Terzo Quesito (specifica il secondo quesito al caso degli impulsi) Nel caso del rumore impulsivo, la ripetitività dell evento deve essere riscontrata in una singola ora e con ciò penalizzare il livello ambientale nel suo complesso, oppure si va invece a penalizzare il livello ambientale solo nell intervallo di tempo in cui è riscontrabile la presenza di rumore impulsivo? Ciò che non è immediatamente chiaro èse la ripetitività dell evento impulsivo (10/h diurno, 2/h notturno) vada dimostrata e penalizzata per ogni ora ovvero se èsufficiente dimostrarla per una singola ora e quindi penalizzare tutte le ore di funzionamento della sorgente. La definizione data dal DM del fattore correttivo K I (Allegato A, punto 15) e del Livello corretto L C (Allegato A, punto 17) porta a ritenere che la penalizzazione per rumore impulsivo vada riconosciuta in una singola ora ed applicata indiscriminatamente al Livello calcolato sull intero tempo di riferimento. pag. 24 di 45

Quarto Quesito (specifica il secondo quesito al caso della CT) Nel caso del rumore tonale, la stazionarietà nel tempo ed in frequenza dell evento deve essere riscontrata all interno di un significativo intervallo di misura e con ciò penalizzare il livello ambientale nel suo complesso, oppure si va invece a penalizzare il livello ambientale solo nell intervallo di tempo in cui è riscontrabile la presenza di rumore tonale? La componente tonale CT deve essere stazionaria nel tempo e in frequenza. Il DM non definisce però un criterio di stazionarietà, né una durata minima della rumorosità tonale che dovrebbe comportare le penalizzazioni. Anche in questo caso, i già richiamati punti 15 e 17 dell Allegato A al DM lascerebbero pensare che, nell applicazione delle penalizzazioni, si possa prescindere dalla durata dell evento, ciò comportando le medesime perplessità espresse nel caso del rumore impulsivo. pag. 25 di 45 Le risposte ai quesiti va determinato il tempo di occorrenza, ente quesito 1 quesito 2 quesito 3 quesito 4 approfondendo l indagine ARPA 01 entrambi dipendente dalla durata ARPA 02 entrambi indipendente dalla durata basta un ora basta la verifica in TM ARPA 03 entrambi indipendente dalla durata basta un ora basta la verifica in TM ARPA 04 entrambi dipendente dalla durata basta un ora basta la verifica in TM ARPA 05 AIA Milano 2008 (26 intervistati) entrambi 80% entrambi 20% solo assoluto indipendente dalla durata indipendente 65% dipendente 35 % basta un ora basta la verifica in TM pag. 26 di 45

Due quesiti estemporanei 1. Nel caso si decida che le correzioni valgono anche per ii criterio differenziale, i termini di correzione si applicano prima o, eventualmente, dopo aver verificato il superamento delle soglie di applicabilità del differenziale? Il comma 2, dell articolo 4 del DPCM 14/11/97 parla in effetti di valori misurati. Quindi 2. I termini di correzione si applicano al valore del Livello ambientale da confrontare con il valore limite di attenzione su base oraria? Con quali precauzioni dato che il valore di Attenzione è riferito al tempo a lungo termine T L? pag. 27 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 1/11 Per essere pratico all uso, ogni metodo di descrizione, di misurazione e di valutazione del rumore ambientale deve essere correlato in qualche modo alle conoscenze sulla risposta umana al rumore. I metodi e le procedure descritte nella 1996 1 hanno l intento di essere applicabili al rumore generato da varie sorgenti, singole o combinate, che contribuiscono all esposizione globale di un determinato sito. Allo stato attuale, la valutazione del disturbo del rumore di lungo periodo sembra essere ottimizzata dall adozione del livello di pressione sonora continuo equivalente ponderato A,L AeqT, eventualmente corretto. pag. 28 di 45

Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 2/11 In generale, il termine livello corretto è definito come qualsiasi livello acustico previsto o misurato al quale èstato apportato un adattamento. Si definisce invece come adattamento qualsiasi grandezza, positiva o negativa, costante o variabile, che èsommata algebricamente ad un livello acustico, misurato o previsto, per tenere conto di: alcune caratteristiche del suono (es. componenti impulsive o tonali), ora/periodo del giorno (es. diurna, serale, notturna), tipo di sorgente (es. rumore aeroportuale, stradale, ferroviario, industriale). La 1996 1 riporta quindi, tra le altre, le definizioni relative a suoni impulsivi e tonali. pag. 29 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 3/11 Suono impulsivo: suono caratterizzato da brevi scoppi di pressione sonora. La durata di un singolo impulso ègeneralmente minore di 1 s. Nell esemplificare la definizione di durata di un evento, viene suggerito che questa possa essere identificata con il tempo totale in cui il livello di pressione sonora èentro 10 db dal livello massimo. La 1996 1 distingue quindi tre tipi di sorgenti sonore impulsive. pag. 30 di 45

Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 4/11 Sorgente sonora impulsiva ad alto contenuto energetico: qualsiasi sorgente esplosiva nella quale la massa equivalente di TNT supera i 50 g, o sorgenti con caratteristiche e grado di intrusione simili. Esempi: esplosioni in cava o miniera, bangs sonici, demolizioni o processi industriali che usano grandi esplosivi, materiale militare (mezzi blindati, artiglieria, fuoco di mortaio, bombe, accensione esplosiva di razzi e missili). La categoria bangs sonici comprende, tra l altro, aeromobili, razzi, proiettili d artiglieria e dei mezzi blindati e simili. Non rientrano nella categoria le esplosioni da piccole armi da fuoco e simili. pag. 31 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 5/11 Sorgente sonora con caratteristica altamente impulsiva: qualsiasi sorgente con caratteristiche altamente impulsive ed un alto grado di intrusione. Esempi: piccole armi da fuoco, martellamento su metallo o legno, spara chiodi, battipalo, forgiatura a goccia, perforatrici, martello pneumatico, spacca pavimenti, ecc. pag. 32 di 45

Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 6/11 Sorgenti sonore che si presentano costantemente con carattere impulsivo: sorgenti sonore impulsive che non sono né altamente impulsive né ad alta energia. Esempi: chiusura delle porte dell auto, giochi con il pallone all aperto (calcio, basket, ecc.), suono delle campane, aerei militari veloci ed a bassa quota, ecc. Evidentemente si tratta di rumori meno intrusivi dei suoni altamente impulsivi. pag. 33 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 7/11 Suono tonale: suono caratterizzato da una singola componente in frequenza o da componenti in bande vicine, che emergono in modo chiaro dal suono totale. La definizione della 1996 1 èin linea di massima compatibile con quella del DM 16 marzo 1998 Nel definire il campo di frequenze nelle misurazioni, la ISO 1996 2 indica, per il suono a bassa frequenza, l intervallo tra 5 Hz e 100 Hz. E previsto però che l intervallo di frequenza possa essere esteso fino a 200 Hz. pag. 34 di 45

Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 8/11 Tabella della correzioni tipologia caratteristica livello di correzione sorgenti sonore carattere della sorgente traffico stradale traffico aeroportuale traffico ferroviario a) Industria regolarmente impulsiva b) altamente impulsiva impulsiva ad alta energia marcatamente tonale c) 0 db da 3 a 6 db da 3 a 6 db 0 db 5 db 12 db regole di calcolo (App. B 1996 1) da 3 a 6 db periodo temporale sera notte fine settimana diurno d) èpensabile una correzione di 12 db relativamente al criterio differenziale? 5 db 10 db 5 db a) le correzioni per il traffico ferroviario non si applicano a treni lunghi o diesel o ai treni che viaggiano a più di 250 km/h b) alcuni stati applicano prove strumentali per verificare se le sorgenti siano regolarmente impulsive c) la ISO 1996 2 fornisce metodi di misurazione per la verifica delle componenti tonali dubbie d) la correzione per il fine settimana diurno viene sommata al valore Lday come definito dalle autorità competenti pag. 35 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 9/11 I simboli della ISO 1996 1 (prospetto 1) grandezza Livello di pressione sonora ponderato nel tempo ed in frequenza Livello massimo di pressione sonora ponderato nel tempo ed in frequenza Livello percentile N esimo ponderato nel tempo, sul tempo T Livello di picco di pressione sonora Livello di esposizione sonora: SEL, in db(a) Livello di pressione sonora continuo equivalente Livello di pressione sonora temporale medio Livello di esposizione sonora corretto: SEL, in db(a), corretto Livello continuo equivalente corretto simbolo L paf L AFmax L AFNT L Cpeak L AE L Aeq,T L RE L Req,T pag. 36 di 45

Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 10/11 Quando i livelli di esposizione sonora (= L AE = SEL A ) di singoli eventi possono essere determinati separatamente [come ad es. nel caso di 10 singoli impulsi], allora la pertinente penalizzazione viene applicata direttamente al livello di esposizione stesso. In formule si ha (equazione 1 della 1996 1): L RE = L AE + K X Si procede ad applicare la correzione solo nel periodo temporale in cui è presente lo specifico carattere penalizzante, come peraltro statuito esplicitamente dalla stessa ISO, in via generale (cfr, par 6.3). pag. 37 di 45 Per approfondire: ISO 1996 1 e 2 11/11 L intervallo temporale di riferimento (T R ) va suddiviso in sottointervalli T n omogenei: il livello corretto L Req,Tn èdato dal livello continuo equivalente di pressione sonora L Aeq,Tn, più l appropriato termine di correzione K X. In formule si ha (equazione 2 della 1996 1): L Req,Tn = L Aeq,Tn + K X Se, ad esempio, il suono ha componenti tonali, allora le correzioni devono essere applicate solo quando la componente tonale è percepibile (cfr, par 6.3). pag. 38 di 45

Esempio di calcolo 1/3 Consideriamo il seguente esempio e valutiamolo secondo i diversi criteri ipotizzati. Un Azienda opera per 8 delle 16 ore del giorno: Per 7 ore il livello della specifica sorgente èpari a 60 db(a), senza componenti tonali e/o impulsive, Per 1 ora il livello della specifica sorgente èancora pari a 60 db(a), ma in questo caso il livello orario ètotalmente dovuto alla presenza di 10 eventi impulsivi, singolarmente riconoscibili, di SEL pari a 85.6 db(a). Il livello orario a sorgente impulsiva spenta è pari a 50 db(a). Il rumore residuo, durante tutte le 16 ore è costantemente pari a db(a), o inferiore. Calcoliamo il rumore ambientale in periodo diurno. pag. 39 di 45 Esempio di calcolo 2/3 Primo caso: correzione sul livello finale La formula suggerita dal DM si scrive: L C = 10*log[(1/16)*(7*10^(0.1*60) + 1*10^(0.1*60) ] + 3 dove T R = 16, periodo diurno Sviluppando si ha quindi L C = 10*log[(1/16)*(8*10^(0.1*60) ] + 3 L C = 10*log[(1/2) + 10*log[10^(0.1*60) ] + 3 L C = 3 + 60 + 3 = 60 db(a) pag. di 45

Esempio di calcolo 3/3 Secondo caso: correzione solo nel periodo di occorrenza La formula diventa quella della ISO 1996 1 (suddivisione in intervalli Tn omogenei): L C = 10*log[(1/16)*(7*10^(0.1*60) + 1*10^(0.1*60 + 3) )] dove T R = 16, periodo diurno Sviluppando si ha quindi L C = 10*log[(1/16) + 10*log[7*10^(0.1*60) + 1*10^(0.1*63) ] L C = 57.5 db(a) pag. 41 di 45 Tempo Parziale Il rumore a tempo parziale ètrattato al punto 16 dell Allegato B al DM. Esclusivamente con riguardo al periodo diurno, si applicano i seguenti bonus: durata inferiore a 1 ora, bonus 3 db; durata inferiore 1/4 d ora bonus 5 db. Anche su questo punto il DM non èchiaro. Pare sensato che il bonus in questione vada applicato solo al criterio differenziale, anche perché nel confrontare il livello ambientale con i limiti assoluti, lo stesso livello viene riferito all intero periodo diurno (o notturno). pag. 42 di 45

Il valore di attenzione su base oraria 1/2 I valori di attenzione si riferiscono al rumore ambientale (tutte le sorgenti) e vanno determinati in esterno. Se riferiti ad una singola ora i valori di attenzione sono pari a: Valori limite assoluti di immissione + 10 db, in periodo diurno, Valori limite assoluti di immissione +5 db, in periodo notturno. Un caso classico in cui potrebbero trovare applicazione è rappresentato dalla coesistenza di diversi pubblici esercizi (musica e rumore antropico) in ambiti densamente abitati. pag. 43 di 45 Il valore di attenzione su base oraria 2/2 Il criterio differenziale èdi problematica applicazione perché: èmolto discutibile cosa si debba intendere per rumore residuo, non èsempre agevole individuare le migliori metodiche di misura dello stesso rumore residuo. I valori limite assoluti, riferiti all intero periodo diurno o notturno, sono poco rappresentativi di un fenomeno che esplica la propria azione solo per due o tre ore, o comunque per una frazione limitata del tempo di riferimento. pag. 44 di 45

Bibliografia Norma UNI ISO 1996 1:2010, Acustica. Descrizione, misurazione e valutazione del rumore ambientale. Grandezze fondamentali e metodi di valutazione ; Norma UNI ISO 1996 2:2010, Acustica. Descrizione, misurazione e valutazione del rumore ambientale. Determinazione dei livelli di rumore ambientale ; gaa/7, Immissioni di rumore e vibrazioni da impianti civili ed industriali ; gaa/16, Riflessioni e proposte per l evoluzione della legislazione sul rumore ambientale. grazie per l attenzionel pag. 45 di 45