PROGETTO DI RICERCA. Creare e comunicare cultura riproduttiva: azioni informative e preventive dell infertilità della popolazione giovanile italiana



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PROGETTO DI RICERCA Creare e comunicare cultura riproduttiva: azioni informative e preventive dell infertilità della popolazione giovanile italiana Intervista ai testimoni qualificati Rossella Bartolucci SOS Infertilità, Milano Dicembre 2008 1) Mi può parlare di Sos Infertilità, come è nata, che tipo di servizi offre? Sos è nata nel 2006 per volontà di 5 socie fondatrici, è nata perché tutte noi 5 avevamo vissuto sulla nostra pelle l infertilità e la procreazione assistita. Ognuna di noi aveva poi trovato la sua soluzione, o era andata bene la procreazione o chi aveva adottato o era in attesa. Comunque ciò che ci univa era questa strada e tutte le informazioni che avevamo acquisito nel percorso e anche il know how in generale, fatto anche di coscienza di quanta disinformazione e difficoltà ci sia ancora oggi a reperire informazioni, anche di tipo medico: se tu vai dal medico di base difficilmente ti sa dire dove andare o spesso ti da consigli sbagliati. Quindi abbiamo vissuto tutto questo sulla nostra pelle. Poi l utilità dello strumento internet, tutte noi ci eravamo conosciute li e l avevamo usato per acquisire informazioni su centri e tecniche, e il mutuo aiuto che avevamo trovato. Avevamo alle spalle anche il fallimento del referendum del 2005 al cui interno ci eravamo impegnate con il sito Mammeonline, tra l altro io e Marabelli abbiamo scritto un libro Volando con le cicogne e quindi avevamo vissuto il fallimento del referendum, nel quale ci eravamo molto impegnate andando in giro a Milano e fuori Milano a raccontare le nostre esperienze, dicendo di non avere pregiudizi, perché in realtà non si tratta di creare mostri, si tratta di avere una patologia che si chiama infertilità e di curarla. Il fallimento del referendum è stato anche un fallimento personale, perché non è servito neanche comunicare con le nostre storie. E quindi tutto questo ci ha portate a dire: perché non mettiamo a frutto anche l esperienza che abbiamo acquisito nel percorso della procreazione assistita e anche con il referendum? Perché non cerchiamo di aiutare le coppie che tuttora sono nel percorso, cercando di dargli le cose abbiamo avuto noi, attraverso internet. Fino a quel momento c erano solo due siti internet e noi ci siamo dette che non basta internet perché ci sono persone che non accedono a internet, ma anche per chi accede fare qualcosa di più diretto, ad esempio il telefono. Abbiamo presentato un progetto alla Provincia di Milano e loro ci hanno inserito all interno dell Osservatorio donna che offre consulenza telefonica gratuita su tanti temi avvalendosi della collaborazione di esperti, quindi hanno aggiunto la consulenza sull infertilità per la quale siamo noi le consulenti. Poi ci siamo costituite come associazione per portare avanti il progetto e poi abbiamo cominciato a organizzare serate, il nostro obiettivo era portare fuori da internet le persone e farle incontrare. Il telefono l abbiamo presentato ad aprile del 2006, la prima serata è stata a maggio del 2006. Volevamo fare un po di cultura dell infertilità, perché le persone la smettano di vergarsi e abbiano anche il coraggio di venire a una serata e parlarsi tra loro, o con la psicologa. 2) Che tipo di domande arrivano attraverso il numero verde sull infertilità? La nostra associazione ha questa anima che è quella di far cose sul territorio. Il nostro strumento di comunicazione nazionale è il telefono che funziona molto bene, è stato pubblicizzato anche su molti quotidiani e riviste. Tra l altro l unica regione che non ci chiama molto è la Val d Aosta, non so perché. Qui a Milano la pubblicità è stata messa in metropolitana, c è scritto Osservatorio donna con anche il servizio per l infertilità di coppia e molti che ci chiamano da Milano l hanno 1

trovato li. Siamo su internet su tanti siti, etc. questo è uno strumento che va molto bene. Due giorni alla settimana sono disponibili due consulenti, io e un altra, per dare una consulenza da paziente a paziente, perché la paziente si sente capita da qualcuno che ha vissuto la sua stessa esperienza e che sia super partes. Noi diamo informazioni sui centri, degli elenchi di centri, quando poi ti arrivano le domande su un centro - è buono oppure no? - noi non possiamo tanto sbilanciarci, cerchiamo di essere diplomatiche, però se ci chiedono di un posto proprio sconsigliabile glielo facciamo capire. Chiedono informazioni sui centri italiani ed esteri, noi come non medici possiamo fornire le cose che in Italia non si possono fare e all estero si. Chiedono spesso sostegno emotivo anche se camuffato da domande tecniche. Ci sono tante persone disinformate, una signora di 37 ani gli hanno consigliato la Icsi, e lei voleva sapere se doveva andare all estero a fare la diagnosi pre-impianto, o la quarantaquattrenne che dice sto cercando di avere figli ma non arrivano e il medico ha detto tanto poi c e la procreazione assistita Anche qui c è questa credenza che tanto c è la procreazione assistita, le persone pensano davvero che sia una specie di magia, cosa che va proprio combattuta perché magari a una certa età i nostri ritmi biologici andrebbero un po meglio conosciuti. E poi una cosa fuorviante sono le gravidanze delle vip che sono chiaramente da ovo donazione ma non viene detto e poi la gente pensa che finché una non va in menopausa può fare figli. 3) E per quanto riguarda gli incontri che organizzate? Abbiamo fatto in due anni e mezzo circa una trentina di piccoli e grandi incontri. La nostra idea era anche di fare incontri serali con il medico, ad esempio l andrologo che parla di spermiogramma, e poi si presta alle domande dei pazienti. Quindi abbiamo fatto questa sulla procreazione assistita con una biologa, ciò che avviene dietro le quinte, i tuoi embrioni etc., uno sulla psicologia, una dedicata a fare il punto della situazione dal punto di vista legale, e non solo. Adesso facciamo una piccola cosa, un aperitivo natalizio in cui parliamo anche di libri sulla fecondazione assistita, una cosa che sia sempre interessante per i soci. E poi abbiamo fatto vari gruppi di auto aiuto con la psicologa, questi sono a iscrizione, minimo tre coppie massimo cinque, ogni serata viene affrontata una tematica relativa all infertilità, le coppie parlano e la psicologa propone alcuni punti. Con anche dei racconti della psicologa. Poi abbiamo fatto un convegno con molte relazioni interessanti sul discorso dei viaggi della provetta all estero, poi ne abbiamo fatto uno medico legale alla Statale in cui sono intervenuti i giuristi, che è servito da punto di partenza per alcune coppie che hanno voluto fare ricorso tramite noi su alcuni punti della legge 40. Ci sono 4 ricorsi a Milano, uno a Bologna, uno a Firenze, quello di Firenze è gia in Corte Costituzionale, che è quello che vogliamo. Sicuramente la legge ha messo il cappio a chi deve fare analisi preimpianto, a chi è totalmente sterile e deve ricorrere alla donazione del seme. E poi c è tutta quella fascia di persone che col limite di tre ovociti e il divieto di congelamento si vedono molto ridotte le possibilità di gravidanza. Questo dei tre ovociti è molto più difficile da spiegare anche ai giornalisti, se non lo hai vissuto non è di facile comprensione. 4) Che tipo di immagine restituiscono i pazienti di loro in rapporto alla famiglia, agli amici In generale non parlano di questo problema sicuramente al lavoro. Uno dei problemi pratici che emerge è come fare col datore di lavoro a gestire i miliardi di prelievi e ecografie. Il motivo è che ci si vergogna e non si ha voglia di condividere una cosa cosi intima, oppure banalmente che non si vuol dire che si sta cercando una gravidanza perché questo avrebbe delle conseguenze. Alla famiglia lo si dice un po di più, invece agli amici quasi mai. Gli amici, spesso una cosa che ricorre che quasi tutti hanno figli e allora le mie amiche rimangono tutte incinta e io perché no, la maggioranza dei casi ho visto che agli amici no. La cosa viene vissuta in solitudine. 2

5) Quindi se qualcuno nel giro amicale chiede perché non fanno figli cosa rispondono? Magari rispondo genericamente sì, poi ne faremo. E poi parlo di Milano, non parlo nemmeno di paesini di coppie di qui, che la vivono in questo modo. Ad esempio una cosa che usciva dai gruppi era che alla domanda lo direte ai figli? rispondevano di no, non solo nel caso della donazione di gameti ma anche nella fecondazione assistita omologa, che è come dire fare un parto cesareo invece che uno naturale, quello che emerge è che lo vivono con grande imbarazzo sia che si tratti di infertilità maschile che femminile, in questo ho visto è abbastanza indifferente, il fatto che una coppia non possa avere figli è vissuto con imbarazzo non come una patologia come altre. Forse si vivono come sfortunati, magari nel vedere altri genitori e pensano se io potessi, sì che sarei una brava mamma quindi si sentono sfortunati e non capiti da chi non ha il problema. Per questo si crea molta comunanza tra chi viene alle serate, anche se provengono da ambienti sociali diversi, però questa cosa è talmente forte che li unisce. Ecco devo dire che quello che ci ha stupito è che vengono sempre in coppia, non viene solo lei o lui, mentre ad esempio nei forum in internet di solito è lei che si iscrive e partecipa, anche per parlare della sterilità dell uomo. Mentre agli incontri vengono sempre in due, perché poi non so, il fatto di trovarsi con altre coppie li aiuta. 6) C è un iter comune tra le persone che vi contattano? Spesso vanno dal ginecologo o dal medico di base, se è un ginecologo o un medico di base bravo, cioè capace di delegare a un esperto, di solito vengono inviate al centro di riferimento sul territorio etc., di solito vengono fatti gli accertamenti su entrambi e si cerca di capire la causa. Spesso però non accade così, anche certi ginecologi ignorano completamente questa tematica, tanto che in alcuni casi gli danno terapie ormonali senza aver fatto analisi, magari poi scopri che il marito è azospermico, o che lei ha le tube chiuse e dice rilassatevi, andate in vacanze, c è ancora tempo, aspetti un po, quindi poi perdono tempo. Ce ne sono di casi così, che si perde anche un anno o due e se la coppia non è giovanissima questo può significare perdere l obiettivo, perché se uno si avvicina a 39 è diverso se si fosse avvicinato a 37, anche perché di solito questa è l età in cui ci si avvicina alla procreazione. 7) Che rapporto avete con i consultori sul territorio? Nella nostra mailing list ci sono dei consultori, e contiamo di organizzare delle cose con loro. Ci sono coppie che ci dicono che sono andate al consultorio ma di solito è il medico di base o il ginecologo, forse il consultorio si vive più come un luogo per la contraccezione. 8) Che tipo di aspirazioni mostrano le persone con cui siete in contatto sul concetto di famiglia e genitorialità? Vivono sempre la genitorialità come un sogno che deve avverarsi, come un sogno della loro vita. Io stessa ho avuto questa esperienza, si vive questa mancanza che a volte mette anche in crisi il rapporto di coppia, si pensa genericamente che bella cosa, vivere la gravidanza e fare la mamma. C è questa cosa molto istintiva e irrazionale e più è frustrata dai fallimenti più si perde il contatto con la realtà. Non c è una definizione, se all inizio è un desiderio come tutti, mano mano che i figli non arrivano c è l accanimento che causa una grande sofferenza. Sarebbe poi interessate capire cosa succede, depressione, crisi di coppia, anche dopo che sono arrivati i figli perché questo investimento che si fa è sproporzionato rispetto poi alla realtà che è una bellissima realtà ma anche piena di problemi, perché aver figli non è questo paradiso fiorito. Vedo coppie scoppiare dopo che è arrivato il figlio, non prima. Sicuramente la genitorialità viene vissuta come questo sogno e desiderio frustrato che il giorno che arriverà il figlio la felicità arriverà su di noi. C è un vissuto particolare. Vedo tante che quando rimangono incinta poi cominciano ad avere la nausea, le perdita e dicono ma era cosi? 3

9) Secondo lei, quanto influiscono la famiglia e la società nella scelta di fare figli? Si, un altra cosa tipica è che si dica sembra che il mondo sia pieno di passeggini e di pance la cosa della pressione sociale c è ma è indiretta, questo mondo pieno di pance e passeggini, e anche in tv si vedono continuamente mamme e bambini. Si, viene percepito come normale aver figli e anormale non averne, ma le persone secondo me non riflettono nemmeno su questo, al momento in cui creano una coppia prima o poi pensano che avranno figli, solo in coppie particolarmente coscienti si affaccia la possibilità di rimanere senza figli e vivere bene e serenamente, del resto le percentuali della fecondazione assistita sono quelle che sono, e comunque molti adottano, ma comunque molti rimangono senza. La cosa importante sarebbe anche affrontare questo difficile discorso di vivere bene senza figli. 10) Che opinione si è fatta del modo in cui la questione della infertilità viene affrontata dal punto di vista pubblico e politico? Questa solitudine in cui le copie infertili vivono è dovuta al fatto che non se ne parla. Ogni tanto vengono fuori le statistiche ma è comunque una cosa sommersa, anche se ogni tanto vengono fuori articoli sul giornale, non è riconosciuto come problema, e quello che lo rende ancora più forte dal punto di vista psicologico e sociale è che è un dolore non riconosciuto, un lutto non riconosciuto, ci sono persone che finiscono in depressione, ma non è riconosciuto, se tu come infertile vai dalla tua cara amica che ha 4 figli e le dici che stai male perché non riesci ad averne Nessuno ti dirà mai poverina, nessuno accoglierà mai il tuo dolore sia a livello pubblico che relazionale. Sarebbe importante fare in modo che sia un dolore sempre più riconosciuto e creare strumento per aiutare le persone, magari sostenute dai centri. Le linee guida nuove della legge 40 prevedono nei centri la figura dello psicologo anche se i centri che ce l hanno dicono che non se ne fa molto uso. Quindi non è detto che sia la via Invece gli incontri di gruppo anche con la psicologa funzionano. Comunque manca il riconoscimento sociale e quindi anche gli spazi. 11) E i media come trattano l argomento? Ma dipende dai giornalisti, a volte si tratta in modo superficiale, ma devo dire che negli ultimi anni un po di più se ne parla. Però si dovrebbe evitare il tono da scoop, in modo che le persone capiscano che anche la sorella o la vicina di casa potrebbe essere infertile Bisognerebbe documentare il percorso di più coppie tipo, persone normali come voi che affrontano questo e quest altro. Invece che dei dibattiti generali, come quelli sulla natura dell embrione Ancora non riesco a capire perché quello dell inseminazione sia diventato un tema eticamente sensibile. Ho letto anche un sacco di cose ma proprio non riesco a capire. La teologia in realtà non parla di questo, e questa è la nostra religione, l unica che condanna la fecondazione assistita. L Islam non la condanna con tutti i suoi difetti, tant è che nei pesi islamici si può fare analisi preimpianto e molte delle nostre coppie vanno in Turchia a farlo. Per cui sinceramente non riesco a capire, chi fa procreazione cerca la vita, è una procedura per dare la vita non per toglierla, anche mettendosi dal punto di vista religioso, non mi è chiaro questo accanimento contro la procreazione. Perché sia eticamente così sensibile è difficile da capire, in Italia gli vengono dedicate fiumi di parole ma alla sofferenza delle coppie no. 12) Crede che internet e il telefono verde abbiano avuto una qualche influenza nell aumentare la consapevolezza delle persone? Si danno una serie di informazioni che orientano e aumentano la consapevolezza. La coppia che non aveva idea di cosa fare comincia ad averne idea. La coppia che viene agli incontri oltre a questo acquisisce consapevolezza del fatto di non essere soli, di mettersi a confronto con altre esperienze. 4

13) E questo cambia il rapporto con l esterno? Non necessariamente. Anzi, avere questo gruppo può portare ancora di più a chiudersi, anche se noi cerchiamo di insistere perché se ne parli anche all esterno. La nostra politica è ditelo ditelo ditelo, perché sia anche un tema normale e non un tabù, e che la coppia contribuisca e questo processo di scioglimento del tabù, ma su questo punto non c è molto ascolto, è vissuta male, molto male. Vedi questo boom di gemelli che si vedono in giro sono da fecondazione assistita, non tutti ma una buona parte. Spesso la gente ti chiede perché hai avuto dei gemelli, pensando ad una cosa di famiglia, e magari spesso mentono. Anche questo vivere male il tutto credo non sia positivo nei confronti dei figli, c è una mancanza di serenità. C è ancora molto da lavorare sulla consapevolezza. 14) Ci sono giovani sotto 30 anni che chiamano o che vengono agli incontri? Tra i 21 e i 30 sono il 14%, mentre la percentuale più alta e tra i 31 e i 40. Ci sono telefonate di persone sotto i 30, ma soprattutto nel caso delle immigrate perché loro iniziano a cercare figli molto presto. 15) Secondo lei che tipo di azioni si potrebbero fare per sensibilizzare i giovani alla prevenzione dell infertilità? Le cose classiche che si possono fare nelle scuole, con l andrologo, la ginecologa, ma fatte con un linguaggio che li possa interessare. Difficile immaginare quali altre cose si possano fare, vai in discoteca a parlare di infertilità? Bisognerebbe creare magari qualcosa di carino, non solo una lezione insomma, magari una festa della fertilità con musica, etc. 5