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Provincia di Bergamo Via T.Tasso, 8-24121 Bergamo Settore Ambiente Servizio Rifiuti Via G. Camozzi, 95 - Passaggio Canonici Lateranensi, 10-24121 Bergamo - Tel. 035387539 - Fax 035387597 Http://www.provincia.bergamo.it - E-mail: segreteria.discariche@provincia.bergamo.it Prot. n 09.11 /MM Bergamo, PEC / Raccomandata A/R Oggetto: CORTESI VIRGINIO - Richiesta di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. ai sensi dell art. 20 del D.lgs. 152/06 e s.m.i. per varianti all attività di recupero (R4, R12, R13) di rifiuti non pericolosi presso l impianto sito in Comune di Castel Rozzone (BG) in via San Carlo, 14. Esito verifica assoggettabilità alla VIA. Spett.le ditta CORTESI VIRGINIO Via San Carlo, 14 24040 Castel Rozzone (BG) Spett.le Sindaco del Comune di Castel Rozzone Piazza Castello, 2 24040 Castel Rozzone (BG) egov.castelrozzone@cert.poliscomuneami.net Spett.le A.R.P.A. della Lombardia Dipartimento di Bergamo Via Clara Maffei, 4 24121 BERGAMO dipartimentobergamo.arpa@pec.regione. lombardia.it La ditta in oggetto, con nota in atti provinciali n. 82295 del 28.07.2009 e pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Inserzioni e Concorsi n. 31 del 05.08.2009, poi integrata con note prot. n. 1933 del 12.01.2010, prot. n. 82224 del 12.08.2011 e prot. n. 60041 del 08.06.2012 ha presentato richiesta di verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA relativamente ad una variante all attività di recupero e messa in riserva di rifiuti non pericolosi, attualmente esercitata in procedura semplificata ed in ordine alla quale la ditta ha presentato istanza per il passaggio da regime autorizzativo semplificato a regime autorizzativo ordinario con l aumento delle quantità massime trattate. Lo scrivente Servizio ha effettuato il controllo in ordine all assoggettabilità alla procedura di VIA ai sensi del D.lgs. 152/06 e s.m.i. sulla base degli elaborati predisposti in conformità ai contenuti previsti nell allegato V alla parte II al suddetto decreto, pervenuti con la stessa nota di cui sopra nonché sulla base delle successive integrazioni trasmesse dalla ditta. A seguito di tale controllo si attesta che l attività recupero (R4, R12, R13) di rifiuti non pericolosi di cui all oggetto non è soggetto alla procedura di V.I.A. regionale. Si prescrive in ogni caso: l esecuzione, una volta avviata l attività, di rilevazioni acustiche in sito, al fine di verificare il rispetto dei limiti previsti dal Piano di zonizzazione acustica comunale. Qualora le rilevazioni acustiche di cui sopra evidenziassero il superamento dei limiti imposti dalla normativa, la ditta dovrà presentare Pagina 1 di 10 Cortesi_Virginio_verificaVIA_esito

un piano di risanamento acustico, redatto in conformità con quanto previsto dalla d.g.r. n. 6906/01. Si precisa che il presente atto è rilasciato unicamente ai sensi e per gli effetti dell art. 20 del D.lgs. 152/06 e s.m.i. e non costituisce pertanto presunzione di legittimità sotto ogni diverso aspetto. In ottemperanza a quanto previsto all art. 3 della Legge 07.08.1990 n. 241, si precisa che è possibile presentare, entro 60 giorni dal ricevimento della presente, ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (L. 06.12.1971 n. 1034) ovvero, entro 120 giorni, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (D.P.R. 24.11.1971 n. 1199). Distinti saluti. Il Dirigente del Servizio Dott. Claudio Confalonieri Allegati: (1) Caratteristiche ed impatti del progetto secondo quanto previsto nell allegato V del D.lgs. 152/06 e s.m.i. Pagina 2 di 10

ALLEGATO 1 Ditta CORTESI VIRGINIO - 24040 Castel Rozzone (BG) Via San Carlo, 14 Nella relazione allegata all istanza, come integrata note prot. n. 1933 del 12.01.2010, prot. n. 82224 del 12.08.2011 e prot. n. 60041 del 08.06.2012, con riferimento ai contenuti previsti dall allegato V alla parte II del D.lgs. 152/06 e s.m.i., viene riportato quanto segue: CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Attività in essere La ditta svolge attualmente nell insediamento attività di recupero (R3, R4, R13) in regime semplificato sulle tipologie 1.1, 2.1, 3.1, 3.2, 5.7, 5.8, 5.16, 5.19, 6.1, 9.1 e 10.2. di rifiuti non pericolosi, previste dall allegato 1 sub allegato 1 al D.M. 05.02.1998 e s.m.i. Il quantitativo massimo annuo di rifiuti sottoposto all operazione di recupero (R4) è pari a 7.542 t mentre il quantitativo sottoposto all operazione di recupero (R3) è pari a 125 t. La potenzialità di messa in riserva istantanea (R13) è pari a 562,5 m 3. La ditta con nota agli atti con prot. n. 68123 del 04.07.2006 ha presentato istanza ai sensi dell art. 210 del D.lgs. 152/06 e s.m.i. per il passaggio da regime autorizzativo semplificato a quello ordinario con aumento della quantità di rifiuti da sottoporre a trattamento, in quanto a seguito delle modifiche apportate al D.M. 05.02.1998 con D.M. 5 aprile 2006 n. 186 Regolamento recante modifiche al predetto D.M. 5.2.1998 l impianto non soddisfaceva più i requisiti per la prosecuzione dell attività in regime semplificato (Comunicazione ex art 216 del D.Lgs 152/2006). In data 28.10.2008 si è tenuta Conferenza dei Servizi sull istanza nella quale, viste le modifiche normative intercorse, è stata richiesta la presentazione della Verifica di assoggettabilità alla VIA pervenuta nel luglio 2009. Con permesso di Costruire rilasciato dal Comune di Castel Rozzone in data 11.05.2003, prot. n. 73/2003 e successive varianti n. 2088 del 26.05.2004 e n. 1929 del 05.05.2005, la ditta ha ottenuto il permesso per realizzare un capannone per il deposito di materiale non pericolosi recuperabile. La ditta chiede ora di utilizzare questo fabbricato per le operazioni di stoccaggio e trattamento dei rifiuti che saranno conferiti all impianto. Poiché tale variante comporta una riorganizzazione delle aree funzionali ed un aggiornamento dei quantitativi stoccati, l insediamento è stato interessato da alcuni interventi per la cui realizzazione la ditta ha inoltrato al Comune di Castel Rozzone D.I.A. (prot. n. 128 del 13.01.2009 e prot. n. 2059 del 25.05.2010. L istanza in esame, pur comprendendo alcune varianti, non concerne l autorizzazione di un nuovo impianto di recupero rifiuti bensì il passaggio in regime di autorizzazione ordinaria di un impianto esistente che ha sin qui operato in regime semplificato di comunicazione (art. 216 del D.lgs. 152/06 e s.m.i.); il nuovo capannone previsto, già realizzato ed autorizzato dal Comune, è sito all interno del perimetro aziendale ove la ditta opera già in regime semplificato. Rispetto all attività in essere sono previste le seguenti varianti: riorganizzazione delle aree funzionali ed adeguamento dei quantitativi stoccati dagli attuali 562,5 m 3 ai futuri 939 m 3 ; rinuncia all operazione di recupero R3; rinuncia ai codici CER 110114, 110206, 110299 e 203001; introduzione dell operazione R12. In merito, la ditta precisa che, come indicato dal D.lgs. 205/10 l operazione R12 in mancanza di un altro codice R appropriato può comprendere le operazioni preliminari precedenti al recupero, incluso il pretrattamento come, tra l altro, la cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, l essicazione, la triturazione, il condizionamento, il ricondizionamento, la separazione, il raggruppamento prima di una delle operazioni indicate da R1 a R11. Le operazioni di cernita/separazione R12 consistono nella Pagina 3 di 10

selezione e/o separazione finalizzata all ottenimento di rifiuti selezionati da avviare ad impianti terzi autorizzati per le successive operazioni di recupero. aumento dei quantitativi annui sottoposti alle operazioni di recupero che passeranno dagli attuali 7.667 t (riferiti alle operazioni R3 ed R4) alle future 10.000 t (riferite alle operazioni R4 ed R12). Le operazioni di recupero consisteranno: rifiuti metallici ferrosi e non ferrosi: operazioni di recupero R4 ed R12 mediante cernita manuale e/o meccanica con l ausilio di un ragno caricatore al fine di eliminare materiali e/o sostanze estranee; successivamente i rifiuti sono sottoposti, qualora necessario, a riduzione volumetrica mediante ossitaglio e/o flessibile; componenti rimossi da apparecchi fuori uso ed apparecchiature elettriche ed elettroniche non ricadenti nell ambito di applicazione del D.lgs. 151/05: i rifiuti costituiti da motori elettrici non ricadenti nell ambito di applicazione del D.lgs. 151/05 vengono sottoposti alle operazioni di messa in riserva R13 e recupero R4 o R12. I rifiuti in entrata vengono inizialmente sottoposti alle operazioni di selezione e cernita, successivamente i rifiuti selezionati vengono sottoposti ad ulteriori operazioni di recupero: semplici lavorazioni manuali, consistenti nella separazione, con l ausilio di piccola attrezzatura varia, delle componenti contenenti metalli preziosi; lavorazioni meccaniche, consistenti, dopo la verifica della recuperabilità del rifiuto, nel seguente ciclo: i motori elettrici aventi dimensioni compatibili con quelle delle attrezzature in disponibilità alla ditta vengono caricati nelle presse. L azione della pressa spacca la scocca metallica aprendo il motore, la parte contenente le componenti metalliche non ferrose viene lavorata con seghe a nastro che provvedono a spaccare il pacco statorico (completamente in rame); con l ausilio delle sfilatrici l avvolgimento statorico viene sfilato dal rotore; i motori elettrici recuperabili aventi dimensioni compatibili con quelle delle presse in disponibilità alla ditta vengono aperti e tagliati con l ossitaglio e con flessibili a scoppio. La parte contente le componenti metalliche non ferrose viene lavorata con le seghe a nastro e con le sfilatrici al fine di estrarre dal rotore l avvolgimento statorico; rifiuti sottoposti alle sole operazioni di riserva R13 e cernita R12: i rifiuti di carta e cartone, i rifiuti di vetro, i rifiuti plastici, i rifiuti di legno, i rifiuti costituiti da pneumatici sono sottoposti alle sole operazioni di messa in riserva (R13) e recupero (R12) consistenti in una selezione e cernita al fine di eliminare eventuali materiali estranei; rifiuti costituiti da cavi elettrici: i rifiuti costituiti da cavi elettrici sono sottoposti alle operazioni di messa in riserva R13 e recupero R4 o R12 consistenti nella selezione e cernita al fine di eliminare eventuali materiali estranei e di separare cavi unipolari dagli altri cavi multipolari. I cavi unipolari sono poi sottoposti alle operazioni di asportazione del rivestimento di plastica o gomma con l ausilio di una pelacavi mobile. I cavi multipolari vengono sottoposti alla sola operazione di messa in riserva; rifiuti costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso (RAEE) ricedenti nell ambito di applicazione del D.lgs. 151/05: sono sottoposti alle sole operazioni di messa in riserva (R13) e recupero (R12) che consiste in operazioni di smontaggio manuale. Cumulo con altri progetti L impianto è situato alla periferia est del centro abitato all interno di un area classificata in base al PGT come Ambiti produttivi Ambiti D1 di completamento industriale ed artigianale. Pagina 4 di 10

Non sono previste altre attività nell area in esame. L impianto confina lungo tutti i lati con zone a destinazione agricola su cui non sono previsti ulteriori progetti/impianti che possono determinare effetti cumulo. Da verifiche d ufficio si è rilevato che non esistono altri impianti di trattamento rifiuti posti nelle immediate vicinanze della ditta. Utilizzo di risorse naturali Tutti i macchinari utilizzati sono alimentati ad energia elettrica/gasolio. I cicli produttivi svolti non prevedono l impiego di acqua. Il consumo di acqua nell insediamento è solo di tipo civile. Produzione di rifiuti Dalle operazioni di selezione e cernita dei rifiuti decadono le seguenti tipologie di rifiuti: legno, carta, plastica, imballaggi misti etc. Tutti i rifiuti vengono collocati in apposite aree per essere poi avviati ad impianti terzi autorizzati per le successive operazioni di recupero e/o smaltimento. Inquinamento e disturbi ambientali Emissioni in atmosfera L attività può comportare la produzione di : 1. polveri (generate dalle operazioni di scarico, movimentazione e carico dei materiali); 2. fumi (prodotti dall adeguamento volumetrico dei metalli ferrosi e non ferrosi mediante ossitaglio). L effetto generato sulla componente aria dalle polveri viene ritenuto dalla ditta non significativo per le seguenti motivazioni: la maggior parte dei rifiuti ritirati si presenta in ingresso con un contenuto nullo o basso di polveri (stato solido non polverulento); i pochi rifiuti (quali i CER 120101, 120102, 120103,e 120104) che possono presentarsi, a seconda della granulometria, allo stato solido polverulento vengono depositati esclusivamente al coperto all interno del capannone, protetti dall azione del vento e delle acque meteoriche; le aree di movimentazione e stoccaggio vengono mantenute costantemente pulite. Per quanto riguarda le operazioni di adeguamento volumetrico dei metalli ferrosi e non ferrosi mediante ossitaglio, viene precisato che queste vengono svolte in modo saltuario all esterno del capannone e che i relativi fumi vengono dispersi in atmosfera. La ditta ritiene quindi che l impatto sulla componente aria sia sostanzialmente limitato al traffico generato dalle operazioni di trasporto e dalle operazioni di carico e scarico (utilizzo ragno) dei rifiuti e delle MPS. Traffico La movimentazione media giornaliera ricavata suddividendo il quantitativo massimo annuo complessivo che la ditta intende richiedere (10.000 t) per i giorni lavorativi (300 giorni) risulta pari a circa 35 t/giorno. Considerando che un automezzo di medie dimensioni trasporta circa 3 ton di rifiuti, il traffico indotto dall attività risulta essere pari a circa 11 mezzi giorno per conferire i rifiuti ed altrettanti per il ritiro delle mps (44 transiti). I mezzi possono accedere all impianto senza attraversare il centro del paese. I mezzi afferiscono all impianto percorrendo la S.P. 126 che si innesta sulla S.P. ex S.S. 42. Il traffico giornaliero medio della SP ex S.S. 42 censito all altezza del Comune di Castel Rozzone dal Settore viabilità della Provincia di Bergamo, è risultato essere pari a 19.169 mezzi. La ditta ritiene che il traffico indotto non determinerà un impatto significativo sulla viabilità locale Pagina 5 di 10

Odori L attività svolta non produce emissioni odorigene, ciò in quanto all impianto non sono conferiti rifiuti putrescibili o che possano essere origine di molestie olfattive. Emissioni sonore Le emissioni sonore generate dall attività sono prodotte dall utilizzo delle macchine ed attrezzature, in particolare dalla pressa e dagli automezzi che effettuano le operazioni di carico e scarico dei materiali e dei rifiuti. Nel gennaio 2006 è stata effettuata una valutazione previsionale di impatto acustico relativa all attività di gestione rifiuti di cui all istanza ex art. 210 del D.lgs. 152/06 e s.m.i. (prot. n. 68123 del 04.07.2006), considerando la presenza dei seguenti macchinari: n. 2 presse, n. 2 taglierine, n. 2 sfilatrici, n. 1 ragno meccanico ed altri attrezzi di piccole dimensioni. E stato inoltre considerato il presumibile incremento di traffico veicolare che interesserà la zona. Tutti i macchinari sono stati considerati all interno del capannone, parzialmente aperto, a sud della proprietà, mentre il ragno meccanico è stato considerato operante tra il capannone e la zona uffici. Nelle conclusioni della valutazione viene, tra l altro, indicato che: nel 1993 il Comune di Castel Rozzone ha approvato la zonizzazione acustica attualmente vigente; analizzando le destinazioni urbanistiche ed il clima acustico presente nella zona oggetto della valutazione di impatto acustico, si può ipotizzare che un eventuale aggiornamento della zonizzazione acustica comunale, in fase di redazione, classificherà l area in esame come segue: area di proprietà della società Cortesi Virginio: Classe V a (limite di immissione diurno 70 db(a), limite di emissione diurno 65 db(a); fascia di 30 metri circa tutt intorno l area di proprietà della società Cortesi Virginio: Classe IV a (limite di immissione diurno 65 db(a), limite di emissione diurno 60 db(a); zone agricole limitrofe: Classe III a (limite di immissione diurno 60 db(a), limite di emissione diurno 50 db(a); l analisi del clima acustico presente nell area quando non sono in funzione gli impianti della ditta Cortesi Virginio ha evidenziato che questo è dato solamente da versi di animali e da infrastrutture stradali lontane dai punti di misura; le emissioni sonore, connesse ai macchinari che verranno installati all interno e/o all esterno della ditta Cortesi Virginio, provocano un ovvia alterazione del clima acustico della zona di Castel Rozzone, dove l azienda è ubicata, senza comunque superare i limiti acustici di zona attualmente vigenti per le aree in esame. Nel marzo del 2012 è stata predisposta, ad integrazione della precedente valutazione previsionale di impatto acustico, una relazione integrativa nella quale, in considerazione del fatto che: a) i macchinari che verranno utilizzati sono i medesimi considerati nella valutazione previsionale di impatto acustico redatta nel gennaio 2006 (n 2 presse, n 2 taglierine, n 2 sfilatrici, n 1 ragno meccanico, altri attrezzi di piccole dimensioni; b) i tempi di funzionamento (To) e l ubicazione dei macchinari sono i medesimi considerati nella valutazione previsionale di impatto acustico redatta nel gennaio 2006; c) le modifiche apportate o previste, riguardanti unicamente la ridefinizione degli spazi, non determinano variazioni dell impatto acustico dell attività in esame; d) i ricettori sensibili ubicati in prossimità della ditta sono i medesimi considerati nella valutazione previsionale di impatto acustico redatta nel gennaio 2006; Pagina 6 di 10

e) la nuova zonizzazione acustica comunale, in fase di redazione in occasione della precedente valutazione previsionale del gennaio 2006, ha classificato l area in esame in Classe V a, le aree agricole in Classe III a e una fascia cuscinetto in classe IV a ; analogamente a quella ipotizzata nella relazione del 2006. Nella valutazione previsionale di impatto acustico è stato dimostrato il rispetto di tali limiti acustici; viene dichiarato che la relazione redatta nel Gennaio 2006 è da considerarsi tutt ora valida e, di conseguenza, le emissioni sonore della ditta Cortesi Virginio rispettano i limiti acustici stabiliti dalla normativa vigente. Suolo, Sottosuolo, Scarichi idrici L attività produttiva viene svolta su area pavimentata in cls, parte al coperto e parte allo scoperto. Le pavimentazioni sono dotate di idonee pendenze atte a far defluire le acque meteoriche di dilavamento alla rete di raccolta. Al fine di impedire che le acque di dilavamento dei piazzali vengano a contatto con le superfici permeabili, è presente un cordolo in cls dell altezza di 10 cm lungo tutto il perimetro delle aree drenanti dell impianto. Le aree pavimentate risultano essere ribassate rispetto al piano campagna delle aree verdi. Nell insediamento è sempre presente materiale assorbente (segatura o sepiolite) da utilizzare nel caso di sversamenti accidentali. Dall impianto decadono le seguenti tipologie di acque: 1. acque meteoriche provenienti dalle coperture (capannone, locale pesa, locale ufficio e tettoia); 2. acque meteoriche di dilavamento del piazzale pavimentato in cls; 3. eventuali sversamenti interni al capannone; 4. acque civili del capannone; 5. acque civili del locale pesa e del locale ufficio. Lo schema fognario dell impianto risulta essere così organizzato: 1. le acque meteoriche provenienti dalle coperture del capannone vengono raccolte dai pluviali e convogliate ad una vasca volano, ove recapitano anche le acque di seconda pioggia di dilavamento del piazzale, per essere poi scaricate nella roggia Brembilla. Le acque meteoriche provenienti dalle copertura del locale pesa, del locale ufficio e della tettoia sono disperse negli strati superficiali del suolo. 2. le acque meteoriche di dilavamento del piazzale pavimentato in cls vengono convogliate dalle pendenze della pavimentazione ad apposite caditoie/grigliati e quindi indirizzate ad una vasca di prima pioggia che provvede a separare le acque di prima pioggia. Le acque di prima pioggia vengono convogliate ad una vasca di sedimentazione, a 2 vasche desolatrici posizionate in parallelo e quindi scaricate nella Roggia Brembilla previo passaggio in un pozzetto di prelievo campioni. Le acque di seconda pioggia vengono invece convogliate alla vasca volano per unirsi alle acque meteoriche provenienti dalle copertura del capannone e quindi scaricate nella Roggia Brembilla; 3. gli eventuali sversamenti che si verificano all interno del capannone sono raccolti da due apposite caditoie a tenuta e conferiti ad impianti autorizzati alle operazioni di recupero / smaltimento; 4. acque civili del capannone, costituite esclusivamente da acque decadenti dal lavello posizionato a ridosso della parete ovest dello stabile, vengono convogliate alla vasca di prima pioggia; Pagina 7 di 10

5. le acque civili del locale pesa e del locale ufficio vengono indirizzate ad una fossa Imhoff e quindi disperse negli starti superficiali del suolo. Le acque meteoriche della tettoia attrezzi vengono scaricate direttamente sulla pavimentazione in cls del piazzale. La ditta è autorizzata allo scarico in corso d acqua superficiale di acque di prima pioggia e su suolo/strati superficiali di acque reflue domestiche con D.D. n. 1232 del 03.05.2011. Rischio di incidenti La ditta dichiara che l attività esercitata presso l insediamento non comporta per l uomo e per l ambiente particolari rischi di incidenti legati alle sostanze ed alle tecnologie utilizzate. La movimentazione dei rifiuti viene effettuata con idonee modalità. Le aree interessate dalla movimentazione, dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sui rifiuti, sono impermeabilizzate e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e la ripresa di possibili sversamenti. La ditta è in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bergamo per l attività individuata al nr. 15 dell elenco allegato al DM 16/02/82 relativo a Depositi liquidi infiammabili, combustibili di capacità > 0,5 mc (fino a 25 mc). Il CPI si riferisce al serbatoio di gasolio metallico fuori terra da 2,4 mc ad uso privato per autotrazione. Nell insediamento non sono previste altre attività soggette all ottenimento di CPI. In particolare è specificato che le quantità massime di rifiuti stoccate non superano le soglie indicate nel D.M. 16/02/82. Monitoraggio La ditta effettua la rilevazione della radioattività dei rifiuti in ingresso (rifiuti metallici e rifiuti costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) mediante idonea strumentazione. La ditta effettuerà un monitoraggio delle emissioni acustiche ad ogni variazione significativa del ciclo di lavorazione. Come prescritto dalla Determinazione Dirigenziale n. 1232 del 03.05.2011 (rinnovo dell autorizzazione allo scarico in corso d acqua superficiale) la ditta effettua un analisi semestrale sulle acque di prima e seconda pioggia scaricate nella Roggia Brembilla. La ditta asporta periodicamente i fanghi ed i sedimenti eventualmente presenti sul fondo dei pozzetti di ispezione / campionamento. Le superfici scolanti vengono mantenute in condizioni di pulizia tali da limitare l inquinamento delle acque di dilavamento. La ditta si atterrà comunque a quanto eventualmente richiesto dagli Enti interessati al rilascio di pareri e/o autorizzazioni. Ripristino del sito La ditta adotterà tutte le misure idonee per il ripristino dell area interessata dopo la chiusura dell impianto; a tal fine è stato predisposto apposito piano di ripristino. L intervento di ripristino dell area da attuarsi alla chiusura dell impianto sarà articolato secondo le fasi di seguito descritte: rimozione rifiuti presenti, pulizia di pozzetti, canali e griglie di raccolta reflui, pulizia delle pavimentazioni, verifica dell integrità delle pavimentazioni. Tutti i rifiuti derivanti dalla pulizia saranno inviati a centri autorizzati dopo l attribuzione del codice CER. Tutte le operazioni descritte saranno svolte nel rispetto della normativa vigente e in modo da non costituire un pericolo per la salute dell uomo, da non recare pregiudizio all ambiente, e in particolare, da non creare rischi per l acqua, l aria, il suolo e per la fauna e la flora e da non causare inconvenienti da rumori e odori. Pagina 8 di 10

La ditta ritiene che, a seguito dell avvenuto ripristino del sito, l area interessata potrà essere totalmente riutilizzata per le attività previste dal Piano Regolatore. LOCALIZZAZZIONE DEL PROGETTO Utilizzazione attuale del territorio L impianto è ubicato nel territorio del Comune di Castel Rozzone (BG) in via San Carlo n. 14 ed è individuato catastalmente con il mappale n. 126 del foglio 2. L area è situata alla periferia est del centro abitato. Non sono previsti ampliamenti del perimetro entro cui la ditta già opera in regime di comunicazione. L insediamento è collocato all interno dell area industriale classificata in base al PGT come Ambiti produttivi Ambiti D1 di completamento industriale ed artigianale. Per quanto riguarda gli aspetti localizzativi, che devono comunque tener conto della preesistenza dell insediamento, si è rilevata la presenza di una fascia di rispetto di una roggia (roggia Brembilla) appartenente al reticolo idrico minore. In merito si da atto che la ditta ha provveduto ad arretrare di 5 metri dalla sponda, rispetto a quanto previsto dall originario progetto allegato all istanza di variante all attività ex art. 210 del D.lgs. 152/06 e s.m.i., le aree interessate dal deposito/trattamento rifiuti come concordato nella Conferenza dei Servizi del 28.10.2008 tenutasi nell ambito del procedimento ex art. 210 di cui si è fatto cenno sopra. CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE Sensibilità ambientale delle aree circostanti L area oggetto dell istanza e le aree geografiche limitrofe non sono interessate da zone umide, zone forestali, riserve e parchi naturali, zone di importanza storica, culturale ed archeologica. In relazione alle zone di importanza storica, culturale o archeologica la ditta segnala i seguenti elementi posti nelle vicinanze dell impianto: a circa 300 m ad ovest dell impianto è ubicato il centro storico del Comune di Castel Rozzone; a circa 1.120 m a nord-est dell insediamento è presente una zona di ritrovamenti archeologici (necropoli o tomba); a circa 1.290 m a nord-est è presente la Villa Secco Suardo sita nel Comune di Lurano. Al fine di minimizzare l impatto visivo dell impianto, lungo il perimetro è stata realizzata una barriera verde con siepe in alloro dell altezza media superiore ai 2,00 metri; verrà realizzato anche un filare di pioppo cipressino sul lato ovest. L area dell impianto, secondo il PTUA, risulta compresa in aree di ricarica degli acquiferi profondi e classificata in zona vulnerabile individuata nell allegato 10 della relazione generale del PTUA. A tal proposito la ditta precisa che: parte delle acque meteoriche provenienti dalle coperture vengono scaricate mediante dispersione superficiale nelle aree drenanti non interessate dall attività; tutte le aree di deposito e lavorazione dei materiali sono dotate di idonea pavimentazione in battuto in cls con adeguate caratteristiche di impermeabilizzazione e resistenza; tutte le pavimentazioni sono delimitate da cordonatura; nell area interessata dall impianto e in un suo intorno di 200 metri non sono presenti pozzi o sorgenti per acqua per consumo umano; la superficie piezometrica della falda freatica nella zona è posta ad una profondità superiore ai 5 metri; le acque meteoriche sono gestite in conformità al Regolamento regionale n. 4 del 24.03.2006. Pagina 9 di 10

Considerato che: sono adottate tutte le precauzioni necessarie per limitare ed evitare la dispersione nel suolo e nell ambiente di liquidi contaminanti; l attività non produce emissioni in atmosfera; sono rispettati i limiti di zonizzazione acustica comunale e non sono prodotte emissioni odorose, la ditta ritiene che le aree geografiche limitrofe non risentiranno in modo significativo dell impatto dell attività. OSSERVAZIONI D UFFICIO CONCLUSIONI Considerato che: le tipologie di rifiuti/materiali depositati non sono tali da generare molestie olfattive; l impatto sulla componente aria è sostanzialmente limitato al traffico generato dalle operazioni di trasporto e dalle operazioni di carico e scarico; tutte le aree di deposito e lavorazione dei materiali sono dotate di pavimentazione in cls lisciato con adeguate caratteristiche di impermeabilizzazione e resistenza; Visti gli esiti della valutazione previsionale di impatto acustico condotta dalla ditta come integrata con la relazione del marzo 2012; Alla luce degli elementi contenuti nella verifica di assoggettabilità presentata dalla ditta: l ufficio ritiene che non sussistano fattori legati all attività in esame che possano causare ripercussioni sull ambiente di importanza tale da rendere necessario l espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale. Si prescrive in ogni caso: l esecuzione una volta avviata l attività di rilevazioni acustiche in sito, al fine di verificare il rispetto dei limiti previsti dal Piano di zonizzazione acustica comunale. Qualora le rilevazioni acustiche di cui sopra evidenziassero il superamento dei limiti imposti dalla normativa, la ditta dovrà presentare un piano di risanamento acustico, redatto in conformità con quanto previsto dalla d.g.r. n. 6906/01. L Istruttore Agro - Ambientale Lo specialista agro ambientale (x valutazione criteri localizzativi) Il Responsabile del procedimento Il Dirigente del Servizio Pagina 10 di 10