La crisi taglia i parti: a picco le nascite Le mamme? Over 40



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31 gennaio 2014 Il Resto del Carlino La crisi taglia i parti: a picco le nascite Le mamme? Over 40 QUELLO che non ha potuto il cambio di ospedale, da via Giovecca a Cona, e il terremoto, lo ha fatto la crisi. Questa la tesi addotta dall esperto, Stefano Caracciolo, docente del dipartimento di Scienze biomediche e chirurgico specialistiche a Unife, sui dati forniti dall azienda ospedaliera. Le nascite di bei pargoli ferraresi numericamente crollano: nel 2009 erano 1630, oggi 1464. Centosessantasei parti in meno in cinque anni, una media all incirca di 33 gravidanze in meno portate a termine ogni anno. «Il trasferimento di ospedale spiega Caracciolo non ha avuto nessun effetto sulle nascite al Sant Anna di Ferrara. E neppure il terremoto. I motivo possono essere diversi ma più di tutto ha inciso la crisi. GLI STRANIERI. Nel panorama che emerge incrociando i dati dell azienda ospedaliera spicca la sostanziale tenuta, in alcuni casi una leggera diminuzione, della percentuale dei nati da donne straniere. In nove anni dal 2001 al 2010 il numero di gravidanze di mamme di altre etnie era letteralmente lievitato dal 2,7% del 2001 al 28% del 2010. Da allora con leggere flessioni e riprese il numero si è sostanzialmente mantenuto, arrestando la vorticosa salita del periodo precedente. «Negli anni che vanno dal 2011 al 2013 ci si sarebbe dovuti attendere un calo più drastico spiega il docente. Le ondate migratorie si stanno fermando, soprattutto nel Ferrarese, data la mancanza di posti di lavoro». Un altra interessante curiosità riguarda l età delle mamme: pochissime le ragazze madri al di sotto dei vent anni. Novantotto mamme su 1464 che hanno partorito nel 2013 avevano al momento del parto un età superiore ai 40. Mentre scendono le puerpere tra i 21 e i 30 anni, 469 sul totale, aumentano le gravidanze per le donne tra i trenta e i 40, ben 867. «È chiaro dice Caracciolo che la situazione è consentita da quelli che nell ambiente definiamo fattori sociali correttivi, ad esempio i contraccettivi. Perché normalmente l età più ferile è tra i 20 e i 30 anni». Su una popolazione di oltre 130mila abitanti, le interruzioni di gravidanza sono state quasi 400 solo nel 2013. Per l esattezza 398. ABORTO. Il dato è in calo, secondo i numeri forniti dal Sant Anna, perché nel 2012 gli aborti sono stati 425. «Il fenomeno è antico come il mondo commenta il professor Caracciolo. Abbiamo testimonianze di aborti fin dall antichità in Grecia. La legge italiana, risalente alla fine degli anni Settanta, serviva per regolare i casi di infanticidio, quei casi, ancora presenti, di mamme che gettano il loro bimbo nel cassonetto». La diminuzione degli aborti nel nostro territorio è, secondo il docente, «un segnale del cambiamento di mentalità che si è verificato negli ultimi tempi, merito anche delle campagne di prevenzione a favore di metodi contraccettivi». Ma su questo interviene Chiara Mantovani, presidente ferrarese di Scienza e vita: «Non è la diffusione dei contraccettivi la causa della riduzione di alcuni metodi d aborto spiega il medico. Non solo non abbiamo prove di una correlazione tra aborto e contraccettivi, ma ci sono alcuni casi paradigmatici, come il caso inglese. L Inghilterra è tra gli stati in Europa con più incidenza di gravidanze in età giovanile. Hanno pensato di risolvere con il profilattico e non hanno avuto risultati».

Leonardo Trombelli è il nuovo presidente IL PROFESSOR Leonardo Trombelli è stato eletto ieri presidente della Scuola di Medicina dell Università di Ferrara. Per i prossimi tre anni guiderà l istituto che si occupa del coordinamento dei tre Dipartimenti di area medica (Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale; Scienze biomediche e chirurgico specialistiche; Scienze mediche) in merito alle tematiche di carattere didattico e assistenziale sanitario. L elezione è avvenuta all unanimità. IL DOCENTE ha 50 anni, è sposato, ha due figli. Laureato in Odontoiatria a Ferrara, ricercatore nel 1990, poi associato nel 1995 all Università di Loma Linda (California), dal 2000 è di nuovo a Ferrara, come ordinario di Malattie Odontostomatologiche dal 2010 e direttore dell U.O. di Odontoiatria dell Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Coordinatore del corso di Studi in Odontoiatria. «Esprimo ha affermato Trombelli il più sentito ringraziamento al Rettore, a tutti i colleghi del Consiglio della Scuola e a tutta la ex facoltà di Medicina e Chirurgia, per aver sostenuto compatti sia l esigenza della creazione della scuola stessa, sia per la fiducia accordatami personalmente per la sua conduzione. Sono convinto che la scuola di Medicina saprà al meglio rappresentare nel contesto della città, dell ateneo ferrarese e della sanità territoriale, il valore aggiunto di competenza e professionalità che la ex facoltà medica ha sempre prodotto». Appena informato della sua nomina il sindaco Tiziano Tagliani ha subito inviato al neo presidente della scuola di Medicina e al rettore Pasquale Nappi, le proprie congratulazioni: «La nomina all unanimità del professor Trombelli, ottimo clinico e ricercatore, ma anche docente motivato e capace di raccogliere ampi consensi ha espresso il sindaco Tagliani prelude ad una stagione nuova della quale si sente urgentemente la necessità». «I DIPARTIMENTI medici sono infatti chiamati, con le istituzioni locali e sanitarie continua il primo cittadino, ad una fase di confronto serrato sugli scenari regionali e non solo. In questo contesto non facile, la coesione è la più convincente e necessaria delle condizioni di avvio. Sullo sfondo, in primo luogo, c è sicuramente la qualità dei servizi sanitari per i cittadini di questo territorio, ma anche il futuro stesso della ricerca e della presenza a Ferrara di una esperienza accademica straordinaria che deve vivere in un sistema oggi in fase di totale trasformazione. L auspicio è che queste trasformazioni avvengano senza sudditanze ma anche con grandi capacità di relazioni». Ospedale, sindacato in allarme «Troppo caos in area medica» «CARI direttori, è mancata la capacità di gestire la fusione tra il reparto di cardiologia e il reparto di medicina». A denunciare la confusione che regna nell ospedale Santissima Annunziata, dopo l inaugurazione dell area medica da parte del sindaco Piero Lodi e il direttore generale Paolo Saltari sono Marco Blanzieri e Luca Minelli dell Fp Cigl che elencano in una lettera le criticità ad oggi emerse. «Si riscontrano spiegano i sindacalisti grosse difficoltà organizzative, in quanto, nonostante siano stati fatti precedentemente alla fusione dei reparti gruppi di lavoro per uniformare le procedure assistenziali, ancora oggi ognuno balla con sua nonna. Per fare qualche esempio, la scheda di somministrazione della terapia, dove si segnano le medicine da dare ai pazienti ai diversi orari, doveva essere unica ed uguale in tutta l area medica ed invece ogni reparto ha mantenuto la sua; per gli esami proseguono, se un infermiere della ex cardiologia deve prenotare per un paziente della medicina o viceversa deve farsi prestare il codice personale di un altro infermiere, atto che, secondo noi, li sottopone a rischi». BLANZIERI e Minelli ravvisano problemi anche nel caso si debba impiantare un pace

maker esterno in urgenza, «perché l infermiere dell area deve lasciare il posto di lavoro e trasferirsi in sala operatoria. E, inoltre, Non è mai stata fatta una riunione sull organizzazione del lavoro con tutti gli operatori insieme». Secondo i sindacalisti è stato buttato a mare il lavoro, durato sei mesi, dei gruppi professionali, i cui elaborati e le proposte fatte per arrivare ad un modello di area per intensità di cura sono state lasciate nel cassetto, «questo, comunicando i turni di lavoro giorno per giorno e togliendo inoltre la presenza importante dell operatore socio sanitario dal turno notturno». MA continuano a vedere l ospedale di Cento strategico per quel territorio, dati i problemi legati al terremoto che ha penalizzato le strutture di Finale Emilia, Mirandola e Bondeno ed alcune scelte strategiche della sanità Bolognese che hanno depotenziato alcuni presidi limitrofi. «Crediamo concludono Blanzieri e Minelli che, se se ben governata e integrata nella rete provinciale, Santissima Annunziata può rappresentare un volano di sviluppo per tutta la provincia. Una certezza noi la abbiamo: la preparazione e la professionalità del personale dei reparti e dei servizi è sicuramente quella giusta per un salto di qualità». «Un nuovo medico: quanto resterà?» GLI ABITANTI di Coronella vivono col fiato sospeso l arrivo del nuovo medico di famiglia. A fronte della nuova assegnazione, dopo la messa a concorso del posto, auspicano un assistenza di base finalmente continua. Lo stato d animo è evidente nella testimonianza che giunge da un gruppo di cittadini. «Negli ultimi 8 anni si legge in una lettera altrettanti medici si sono succeduti nel nostro paese, dei quali ben 5 da giugno 2013 a ora. Come non comprendere l importanza della continuità di questo servizio, come non pensare ai benefici di un medico di riferimento, che nel tempo conosce alla perfezione i suoi assistiti. Come non valutare che tutto ciò possa anche essere un diritto dei cittadini, diritto che da tempo, diverse persone del paese vanno a cercare altrove (i mutuati attualmente in carico sono scesi a 382, ndr). E, per finire, come non capire che decisioni corrette o sbagliate possono far fiorire o far anche morire un paese come il nostro, peraltro in espansione». I coronellesi lo avevano ribadito nel gremito incontro di ottobre a cui avevano partecipato anche il sindaco Paolo Pavani e Mauro Manfredini, direttore del Distretto Ovest dell Ausl. «Allora riferiscono - le autorità competenti avevano manifestato il loro massimo interessamento, naturalmente nel rispetto delle leggi». La graduatoria, nel frattempo, è stata scorsa e un professionista ha accettato l incarico. «In questi giorni quindi arriverà un nuovo medico incaricato: per quanto tempo nessuno lo può dire. Per parte nostra speriamo interpreti il suo lavoro come chi per ultimo lo ha preceduto. L ultimo medico assegnato rimarcano aveva con la sua dedizione, disponibilità e grande professionalità, ridato serenità al nostro paese. Risulta incomprensibile, pur in presenza di ottimo punteggio, come non possa trovare occupazione, magari da noi, un professionista esemplare, che ringraziamo profondamente e sentitamente per il pur breve periodo trascorso a Coronella». Ambulanza bloccata nella sede dei pompieri: pronta nuova protesta COMACCHIO non si ferma e continua a far sentire la propria voce sulla questione sanitaria. Principale oggetto di attenzione è in questo momento la mancanza dell autoambulanza all ospedale San Camillo. L ambulanza è attualmente ospitata nella sede locale dei vigili del fuoco, trasferita lì, dopo gli eventi dell 8 gennaio, con la chiusura improvvisa del punto di primo soccorso del nosocomio e la contestazione della popolazione. Per portare avanti la protesta contro tale decisione di tenere l ambulanza lontana dal San Camillo, è prevista per l 8 di febbraio, a un mese di distanza da quelle

vicende, un altra manifestazione popolare. Gli stessi accordi regionali hanno stabilito che il mezzo debba rimanere collocato all interno della struttura, ma essi sono così disattesi perché, secondo l Asl al momento mancherebbero le condizioni che non ne permetterebbero il collocamento dove stabilito. A più riprese e da più parti a Comacchio si sono alzate voci che hanno sottolineato l assenza di rischi di qualsiasi sorta. Anche mercoledì scorso, nel corso del consiglio comunale, lo stesso sindaco Marco Fabbri ha sottolineato l assenza di ostacoli al ritorno dell ambulanza nell ospedale e ha sottolineato che continuerà a chiederne il ripristino e ha annunciato a breve l invio di un esposto per le modalità di chiusura del pronto soccorso. Trapelano, intanto, anche indiscrezioni su nuovi pesanti esposti a carico dell Ausl da parte della Consulta. La Nuova Ferrara Quinta ambulanza dai risparmi su trasporti e Ps L impegno a salire da 4 a 5 ambulanze sempre a disposizione per l emergenza territoriale, così come indicato dalla Conferenza sanitaria, è confermato, ma le risorse in termini di personale e mezzi dovranno venire fuori dalla riorganizzazione del servizio. L indomani del trasferimento della centrale operativa del 118 al Maggiore di Bologna, l incontro di ieri mattina tra i vertici dell Asl, la dirigenza del Sant Anna e i sindacati, ha posto le basi per le riorganizzazione del Sistema di emergenza-urgenza pre ospedaliera di Ferrara. Entro febbraio il piano sarà pronto, è l impegno preso dal direttore generale Asl, Paolo Saltari, con tanto di riferimento al documento della Conferenza sanitaria che prevede, appunto, l aumento della pronta disponibilità di ambulanze. «È un riferimento incoraggiante, anche se è meglio attendere il piano prima di sbilanciarsi - ha sottolineato Claudia Canella (Cisl) - Ci sono altri punti importanti, come i mezzi con 300mila chilometri alle spalle e alcuni aspetti delle convenzioni con le associazioni, in quanto i criteri per gli accreditamenti nel tempo sono stati aggiornati». Stando alle prime indicazioni ancora non esplicitate, in effetti, proprio dal riordino delle convenzioni, ed in particolare dei servizi di trasporto secondari tra ospedali che vengono effettuati con i mezzi dell emergenza, si cercherà di liberare risorse per il potenziamento del soccorso. Tornerà utile in questo quadro anche la chiusura del Pronto soccorso di Comacchio, al proposito del quale Saltari ha ribadito la linea già più volte espressa: non c è stato un blitz, le informazioni erano state fornite preventivamente alle istituzioni locali. La riunione è servita anche a fare il punto sui Dipartimenti interaziendali: Informatica ed Economato, istituiti nel 2010, sono finalmente sul punto di far uscire i bandi per le posizioni organizzative, mentre si comincia a discutere anche del Dipartimento interaziendale del personale, uno dei più complessi. È stato poi trovato un accordo per i tempi determinati che riguarda una quindicina di addetti. Il cordone ombelicale Oggi alle 18.30, presso la Caffetteria Oficina 24, in via Borgo dei Leoni 24, gli specialisti di Cryo-Save saranno a disposizione del pubblico con il seminario informativo Conservare il cordone ombelicale, una scelta consapevole. La scelta relativa alla conservazione delle cellule staminali cordonali deve essere presa nella piena consapevolezza sulla tematica. A tal fine Cryo-Save, società leader in Italia e in Europa nel settore dell informazione medicoscientifica sui temi dell utilizzo delle cellule staminali e della loro conservazione, organizza un fitto calendario di incontri in tutta Italia che consentono di approfondire la materia. L incontro è gratuito e dedicato ai futuri genitori, per conoscere tutti gli aspetti medici, scientifici e legali relativi alla conservazione delle cellule staminali neonatali.

«A chi urlava contro i medici esprimo solo il mio disprezzo» Nessuno (se non chi l ha provato) può immaginare cosa può essere questo dolore. È un dolore atroce che ti porta via dal tuo mondo fatto della tua quotidianità, ad un altro dove trovi solo angoscia, disperazione ed infine il vuoto dentro di te. È questo il dolore che ogni genitore prova nel vedere il proprio figlio, nel pieno della sua giovinezza, privo di vita su di un lettino di un ospedale. Ti rendi conto in quel momento che tutta la vita che hai dato per quel figlio se n è andata insieme a lui. Mentre scrivo, piango, ma sento che devo andare avanti perchè, chi purtroppo ha avuto il coraggio in quella notte del 21 luglio 2013, entrando di prepotenza con urla e insolenze nella sala di rianimazione dell ospedale di Cona, disturbando l operato dei medici nell intento di rianimare Denis (non solo coi loro mezzi) ma con tanta umanità, sappia che io come mamma non posso fare altro che esprimere il più grande disprezzo, perchè oltre ad avere fatto questo, quel qualcuno ha avuto il coraggio di rivolgersi sarcasticamente a chi lo invitava ad uscire. Concludo dicendo che in un mondo come il nostro dove l egoismo prevale ormai sull altruismo, si cominci a pensare che oltre quella porta d ospedale ci può essere una vita da salvare. Approfitto comunque per ringraziare, non solo lo staff medico di Cona, ma anche tutte le autorità competenti, i vigili del fuoco e tutti coloro che ci sono stati vicini nella nostra disperazione. Silvia Bassi la mamma di Denis Scuola di medicina, Trombelli presidente Il professor Leonardo Trombelli è stato eletto presidente della Scuola di Medicina dell'università di Ferrara. Per i prossimi tre anni guiderà l'istituto che si occupa del coordinamento dei tre Dipartimenti di area medica (Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale; Scienze biomediche e chirurgico specialistiche; Scienze mediche) in merito alle tematiche di carattere didattico e assistenziale sanitario. L'elezione è avvenuta all'unanimità (18 voti su 18). Cinquant anni, sposato con due figli, laureato in Odontoiatria a Ferrara, ricercatore nel 1990, poi associato nel 1995 all'università di Loma Linda (California), dal 2000 di nuovo a Ferrara, Trombelli è ordinario di Malattie Odontostomatologiche dal 2010 e Direttore dell'u.o. di Odontoiatria dell'azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Coordinatore del Corso di Studi in Odontoiatria. «Esprimo - ha affermato il prof. Trombelli - il più sentito ringraziamento al Rettore, a tutti i colleghi del Consiglio della Scuola e a tutta la ex Facoltà di Medicina e Chirurgia, per aver sostenuto compatti sia l'esigenza della creazione della Scuola stessa sia per la fiducia accordatami personalmente per la sua conduzione». Il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani ha inviato al prof. Leonardo Trombelli e al rettore prof. Pasquale Nappi, le proprie congratulazioni. «La nomina all'unanimità del prof. Trombelli, ottimo clinico e ricercatore, ma anche docente motivato e capace di raccogliere ampi consensi prelude ad una stagione nuova della quale si sente urgentemente la necessità». Ospedale, misteri e polemiche COMACCHIO L impegno in difesa dell ospedale San Camillo non cala. Così partiti, movimenti, cittadini che hanno partecipato alle ultime iniziative stanno organizzando una nuova manifestazione che dovrebbe svolgersi sabato 8 febbraio. Intanto c è da registrare che l altra sera in consiglio comunale alcuni componenti della Consulta hanno aspettato la fine della seduta, con le risposte relative alle interpellanze presentate sulle sorti dell ospedale a seguito della chiusura del pronto soccorso, poi si sono rivolti direttamente al sindaco Fabbri. Sulla rimozione dei segnali stradali, da strade provinciali e statali,

indicanti la direzione da seguire per arrivare all ospedale. «Non riusciamo a capire perché la rimozione dei segnali con la scritta ospedale - ha sottolineato una delle fondatrici della Consulta -. Il San Camillo è ancora attivo: non c'è più il pronto soccorso, ma in nessuno dei cartelli tolti vi era la scritta pronto soccorso, ma solo ospedale. Secondo noi non andavano tolti, perché così si toglie la possibilità a chi magari deve anche solo sostenere una visita specialistica in uno degli ambulatori del San Camillo, e viene da fuori territorio, di non riuscire ad arrivare a destinazione. Si è stato creato un disservizio». Ieri mattina poi, clima ancora teso all ospedale dopo che, per un paventato infarto, un 30enne di San Giuseppe è stato accompagnato in auto da un amico al punto di primo intervento, notoriamente chiuso. I diverbi tra alcuni sostenitori della Consulta che stanno turnandosi da ormai tre mesi, per impedire la trasformazione dell ospedale in casa della salute e un dipendente hanno avuto origine dopo che si è reso necessario chiamare l ambulanza, per trasportare il giovane a Valle Oppio, dato che l amico si era allontanato per recarsi al lavoro. «Automedica e ambulanza sono arrivate in pochi minuti riconosce Fabrizio Guidi, uno dei volontari della Consulta presenti in quel frangente -, ma dopo un po è sceso un dipendente e davanti alla nostra domanda perché l ambulanza non fosse nel parcheggio dell ospedale, ci ha risposto che non rimane perché ci siamo noi ad occupare l ospedale. Poi si è bloccato di colpo, perché ha capito la gaffe commessa». Secondo Guidi si ripetono negli ultimi tempi le accuse rivolte alla Consulta, secondo le quali sarebbero gli occupanti dell ospedale a far arrivare pazienti benché il punto di primo intervento sia stato chiuso. «Siamo stufi di essere tacciati ingiustamente di cose che non facciamo si sfoga Guidi e non è vero che intralciamo le attività dei medici e dei dipendenti».