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CORSO FTM FORMAZIONE TEOLOGICA Mercoledì 29 settembre 2010 I LIBRI APOCRIFI LEZIONE 2 Questi libri sono chiamati apocrifi, inanzitutto perchè sono degli scritti tardivi, sono stati composti tra il 1 e il 2 secolo. Questi libri apocrifi si dividono in tre sezioni.la sezione narrativa, dove troviamo Giuditta e Tobia, sezione sapienziale dove troviamo; Sapienza e Siracide, e sezione storica; dove troviamo 1 e 2 Maccabei. Brevemente vedremo ora il contenuto, tanto per essere informati di che cosa parlano questi libri. GIUDITTA, parla della storia di questa vedova, molto bella che combatte contro gli Assiri. Quindi si racconta questa storia dove l'affermazione centrale è che Dio è unico. Questo è il tema principale di questa storia, mostra come questa lotta viene combattuta da Dio stesso attraverso una donna debole come poteva essere questa Giuditta che era una vedova. La forza di questa donna viene da Dio, questo per insegnare che Dio può usare anche uno strumento inadeguato. Questa Giuditta, riuscirà a evitare questo assedio degli Assiri e la distruzione della sua città. All'ultimo capitolo abbiamo infatti questa immagine di tutti che si inchinano ad adorare Dio. Questo libro, anche se ha una funzione didattica, ha un buon insegnamento ma contiene molte inesattezze storiche. L'autenticità è dubbia proprio a causa di queste inesattezze. Per esempio si parla dell'assiro Nebucodonozor, in realtà sappiamo che Nebucodonosor era Babilonese. Per questo tipo di inesattezze, diventano dei libri apocrifi proprio perchè non hanno corrispondenza storica, ma è comunque un libro che rientra in alcune versioni, perchè contiene un messaggio, un'insegnamento anche se non è una dottrina, ma contiene una storia che insegna che Dio è unico, e che può usare anche degli strumenti inadeguati,che alla fine è Lui che combatte, anche servendosi di persone inadeguate. TOBIA, è un libro dove troviamo due storie che si intrecciano insieme, la prima parla di Tabit che era un deportato in Assiria, era un osservatore della legge, e in questo libro troviamo molte similitudini con Giobbe, vediamo una grande affinità con il libro di Giobbe, perchè questo Tabit, vive molte disgrazie, perde la vista, poi la moglie lo rimprovera, ma lui continua a rimanere fermo nella sua fede, un po' quello che è successo a Giobbe, che ha subìto tante prove ma ha mantenuto la sua fede. Poi c'è questo secondo personaggio, (qui si intrecciano queste due storie), c'è questa donna che si chiama Sara che ha avuto tanti mariti, e ogni volta che lei si sposava, il

marito moriva la prima notte di nozze a causa di un demonio. Quello che accomuna queste due storie, sia Sara che Tabbit, chiedono aiuto a Dio e non perdono la fede, la fiducia in Dio. Le due storie si intrecciano perchè poi, il figlio di Tabit, Tobia, si sposerà con Sara, quindi si racconta questo viaggio di Tobia che và verso Sara, accompagnato dall'arcangelo Raffaele, quest'arcangelo, eviterà la disgrazia della prima notte di nozze. Tobia non morirà perchè chiederà l'aiuto di Dio. Il messaggio centrale, è quindi; chi invoca Dio, viene aiutato. Anche questo libro, non è storicamente attendibile, ma contiene un messaggio, in armonia con il resto delle Scritture. 1 MACCABEI - Si parla del periodo dei Maccabei. C'è questo sacerdote Matatia, ci toviamo nel periodo ellenistico, si racconta questa lotta degli ebrei contrari all'ellenizzazione. Abbiamo Antioco Epifane, che ha profanato il Tempio, sacrificando un maiale sull'altare, ha bandito la Torah, e questi Maccabei si rivoltano con le armi, c'è quindi una guerra contro questo Antioco. Nella seconda parte, si parla del figlio di questo sacerdote Mattatia, e nell'ultima parte di un'altro figlio, anche qui l'autore si è basato probabilmente su alcuni documenti dell'archivio di Stato, per questo il libro è storicamente attendibile, il messaggio è che un vero Giudeo non può scendere a dei compromessi, deve mantenere la propria identità e la propria fede senza scendere in compromessi. 2 MACCABEI - E' la continuazione del primo, il tema è la salvezza del Tempio profanato, nel primo, abbiamo questa ribellione a causa della profanazione del Tempio, nel secondo si continua questa storia vedendo invece come Dio interviene in modo spettacolare per salvare il Tempio. Questo libro ha la concezione del giudizio finale, della risurrezione, troviamo anche la preghiera per i defunti. SIRACIDE viene chiamato anche ECCLESIASTICO - Siracide è un nome, lo scritto originale era in ebraico, sono stati trovati dei frammenti per questo si sa che era in stato scritto in ebraico ed è un'insieme di insegnamenti trasmessi sotto forma di massime. Un po' come il libro dell'ecclesiaste, si parla del timore di Dio attraverso l'osservanza della Torah. Ecclesiastico dice che l'uomo è libero, quindi può scegliere di osservare o meno la legge. SAPIENZA DI SALOMONE - Viene attribuito a Salomone. Questo libro si divide in tre parti, si parla della vita umana, del giudizio finale della sapienza e della giustizia di Dio che si manifesta nella storia. Questo libro è molto influenzato da tendenze greche, per esempio, si nota che l'autore vede il corpo come qualcosa di negativo, in questo libro si parla di questo serpente che troviamo in Genesi, che viene identificato come Satana e secondo Sapienza, l'uomo non è una vittima perchè è libero di scegliere tra il bene ed il male, questo è il testo più recente che si trova nel canone Alessandrino. LE FONTI DEL PENTATEUCO (TORAH) Quando studieremo i vari libri, vedremo che i profeti anteriori hanno una sola fonte, i profeti posteriori hanno diverse fonti, ecc.. In questa lezione, parleremo delle fonti del Pentateuco, anche perchè quando andremo a vedere i singoli libri, Genesi, Esodo, ci accorgeremo di quanto sono intrecciate insieme queste fonti, per capire anche come alla fine abbiamo oggi la Genesi e Esodo. Si parla di quattro fonti indipendenti che sono state utilizzate per comporre il Pentateuco, come abbiamo visto già l'anno

scorso, dobbiamo ricordarci che la Bibbia è un libro Sacro ma è prima di tutto un prodotto umano, degli uomini hanno scritto, hanno redatto, hanno corretto, è ispirato da Dio nel suo contenuto però l'elaborazione è stato un prodotto umano nella storia. Guidato e ispirato da Dio ma c'è stato un processo di redazione. All'origine si pensava che il Pentateuco fosse stato scritto da Mosè, la tradizione sostiene questo, che i cinque libri sono di Mosè, scritti da Mosè, ma oggi sappiamo che non può essere così, perchè ci sono diverse contaddizioni, per esempio alla fine di Deuteronomio, Mosè parla della sua morte. Nell'ultimo capitolo si parla della morte di Mosè, dov'è stato sepolto, non è possibile perciò che Mosè abbia scritto della sua morte. Mosè non è l'autore, ma è il personaggio principale, per questo si dice i cinque libri di Mosè, perchè parlano di Mosè. Poi vedremo studiando i singoli libri che ci sono molti doppioni all'interno, contaddizioni, è evidente che non è opera di un'unico autore. Ci sono stati più autori, vedremo anche il processo dello studio di queste fonti, adesso diciamo che si parla di quattro fonti individuate oggi, quattro fonti indipendenti, secondo queste ipotesi si crede che la redazione dl Pentateuco è avvenuta durante l'esilio e completata dopo l'esilio, ai tempi di Esdra e Neemia. E' l'ipotesi di Velhausen che era uno studioso ed è un'ipotesi del XIX secolo, quindi abbastanza recente. Nel corso della storia ci sono state tante ipotesi che poi vedremo che, messe insieme hanno dato questa conclusione, che ci sono quattro fonti indipendenti. Queste quattro fonti, in ordine cronologico, dalla più antica fino alla più recente, sono; 1) Fonte YAHWISTA, che viene datata 970 a.c. Questa fonte si chiama così perchè deriva dal tetragramma, che sono quattro lettere che esprimono il nome di Dio, Yhwh, questo è il tetragramma. Deriva da questo, poi lo vedremo nello specifico quando studieremo la Genesi. Il nome di Dio viene scritto così nell'originale, nei manoscritti, sembra che sia stato elaborato sotto Davide o Salomone, intorno al 1000 a.c., sarebbe dunque la fonte più antica, la caratteristica è proprio questa, il nome di Dio che viene espresso in questo modo. Viene fissato con questo tetragramma. 2) Fonte ELOHISTA, che viene indicata con E e siamo più o meno nell'anno 850 a. C. Questa, come la Yahvista, prende questo nome perchè, il nome di Dio non viene reso con Yhwh (il tetragramma) ma con Elohim, che significa Dio in senso plurale. L'autore di questa fonte per esprimere il nome di Dio utilizza Elohim, sembra che sia uno scrittore che proviene dal nord e appunto il nome viene scritto Elohim proprio per non pronunciare il nome di Dio perchè è sacro e non si poteva pronunciare, per questo toglie il tetragramma e utilizza Elohim per esprimere il nome di Dio. Per esempio in Esodo 3:14 - Dio si presenta a Mosè e dice Io sono Colui che sono, viene utilizzato Elohim, non il tetragramma. 3) Fonte DEUTORONOMISTA, è una fonte importante che ritroveremo anche nei profeti, è una fonte molto estesa, va da Deuteronomio fino ai libri dei Re, ma vedremo poi nello specifico il perchè e quali sono le caratteristiche di questa fonte. Viene indicata con la lettera D e risale all'epoca della riforma di Giosia, quindi nel 620 a. C. Giosia sarà una figura centrale importante proprio perchè il re Giosia aveva effettuato una riforma. Nel 620 Giosia ritrova il libro della legge che oltrettutto vedremo sembra proprio che si tratti del libro di Deuteronomio, lo ritrova nel Tempio e nasce questa riforma così il popolo torna alla Torah, torna alla Parola di Dio. Quindi da Deuteronomio fino al libro dei Re e anche qualche parte nei profeti posteriori,

troveremo la fonte Deuteronomista, una fonte molto estesa. SACERDOTALE, la fonte sacerdotale viene indicata con P, è la fonte più recente, 450 a.c. Qui siamo nell'epoca del post- esilio. Questa fonte, è l'opera dei sacerdoti che erano in esilio, che hanno rielaborato la Torah, e questo ritorno, nell'ottica del ritorno nella terra, perchè loro erano in esilio, quindi noi vedremo com'è marcata questa fonte, dove in diversi libri si parla della santità come in Levitico, lì c'è proprio la fonte sacerdotale, viene messa enfasi sul fatto che bisogna santificarsi, bisogna purificarsi, tutte queste parti appartengono alla fonte sacerdotale. I sacerdoti vedevano l'esilio come una punizione, allontanamento da Dio, e il ritorno alla terra, questa speranza del ritorno era possibile solo attraverso la santità, perchè Dio è Santo e anche il popolo dev'essere santo. Per stare nella terra il popolo deve essere santo. Sotto quest'ottica questi sacerdoti hanno rielaborato la Torah. La fonte sacerdotale come l'esempio più importante, è proprio il Levitico dove viene messa in rilievo la figura di Aronne, il sacerdote, mentre negli altri libri del Pentateuco parla sempre di Mosè, in questa fonte invece viene messa in risalto la figura di Aronne, perchè lui era un sacerdote. Parlerà di più delle cose che riguardano il culto, i sacrifici, la santità. Da Genesi a Numeri troveremo molto della fonte sacerdotale. Per esempio il racconto della creazione e la storia dei patriarchi sono legati proprio a Yahwista ed Elohista come fonti ma vedremo degli esempi biblici messi a confronto, mentre l' Esodo e le norme cultuali sono più legate a lla Deuteronomista e Sacerdotale. Secondo questa ipotesi di queste quattro fonti, l'autore più antico ha incominciato a scrivere nel 970 a. C., e tutto questo processo si è chiuso nel 450 a. C. quindi cinque secoli per scrivere il Pentateuco. E' stato un percorso molto lungo. Come si è arrivati a dire che ci sono quattro fonti. Abbiamo uno studioso, Witter, che leggendo Genesi 1, si accorge che il nome di Dio che viene usato è Elohim mentre in Genesi 2, e 3, viene usato il tetragramma. Lui nota le ripetizioni in questi due testi che di fatto sono paralleli e arriva alla conclusione che sono due racconti della Genesi, che però sono da attribuire a due fonti diverse, due fonti che già esistevano, che probabilmente erano state tramandate oralmente, poi questa sua teoria viene elaborata e viene fuori questa ipotesi documentaria dove appunto si distinguono queste due fonti, e si ipotizza che Mosè (all'epoca si pensava che avesse scritto lui il Pentateuco) aveva a disposizione queste due fonti e come se avesse quasi uno scritto con delle colonne messe a confronto, ha preso queste due fonti e ha narrato la creazione. Questo era l'inizio di questa ipotesi. Poi abbiamo Wette, che ha descritto il libro del Deuteronomio, e si accorgeremo che Deuteronomio è completamente diverso dal resto del Pentateuco, lui dice che nessuna delle fonti che sono state identificate per gli altri quattro libri, non proseguiva nel Deuteronomio, era una fonte diversa, una fonte a sè, e quindi collega poi il libro del Deuteronomio al libro della legge che era stato trovato da Giosia e che poi ha dato il via alla riforma. Poi abbiamo Ewald che fa un'ipotesi complementaria, arriva alla conclusione che alla base della Genesi del libro delle origini, c'era questo documento che proprio lui gli dà il nome Elohista, riconoscibile dal fatto che il nome di Dio viene specificato con Elohin, e conteneva anche le leggi che poi si ritrovano in Esodo, quindi, questo documento Eloista viene affiancato dal secondo che è Yahwista, prima si era scoperto che c'erano due fonti dove venivano utilizzati questi due nomi e lui dà questi due nomi.

Poi abbiamo Welhausen, identifica anche lui, Deuteronomio come libro della legge, quello alla base della riforma di Giosia, per cui le norme elencate in Deuteronomio vengono collocate nella riforma di Giosia 622, 621, quindi non quando Israele era nel deserto e doveva entrare nella terra promessa, ma in realtà è molto posteriore. Quindi, sono queste tradizioni orali che poi sono state trascritte e viene collocato poi nell'epoca della riforma di Giosia. Lui vede questa fonte e riconosce la fonte sacerdotale in particolare lui la vede anche in Esdra, in Neemia e nelle Cronache, dove si dà centralità al culto, il popolo ritorna al culto, alla legge, quindi vede un po' di questa fonte sacerdotale anche in questi libri. Poi continua con questo studio delle fonti, Alt, identificherà delle cose importanti che vedremo nella Genesi, le saghe dei patriarchi, saga significa, ampia narrazione, si racconta una vicenda storica di un personaggio, di una famiglia, come la storia di Abramo, Isacco e Giacobbe, dove lui identifica delle tracce di un culto Yahwista, non è che hanno iniziato ad adorare Yhwh da punto in bianco, ma c'erano dei culti precedenti a questo e che probabilmente lui ha visto che forse ogni singola tribù d'israele aveva un patrimonio diverso legato ai santuari, perchè nel Pentateuco ci sono diversi santuari, c'è Bethel, Peniel e tanti altri santuari, quindi probabilmente ogni tribù era legata a questo. Poi andando avanti si arriva in tempi più recenti abbiamo Vorrad, che ipotizza un esateuco, che sono sei libri, dice che c'è un Pentateuco e Giosuè, perchè è Giosuè che porta il popolo nella terra promessa. Il Pentateuco si chiude con la morte di Mosè e il popolo fuori dalla terra promessa. Giosuè invece porta il popolo dentro la terra promessa, quindi lo vede più come un'esateuco. Vede questo schema dove ci sono questi quattro motivi principali che conducono questo schema dei sei libri, cioè la storia dei patriarchi, L'Egitto, il viaggio nella terra promessa, e l'arrivo nella terra promessa, lo vede proprio completo. Lui dice che probabilmente queste narrazioni sono il risultato di piccole narrazioni che si tramandavano, l'esodo, il Patto del Sinai sono al centro di queste narrazioni, quindi questo esateuco Genesi- Giosuè, ha questo schema e c'è una forte importanza della fonte Yhawista. Poi abbiamo Nott che invece ipotizza un tetrateuco, quindi non sei, cinque, ma quattro libri, Genesi Numeri, questo perchè lui si accorge come già si erano accorti alcuni in precedenza che Deuteronomio è un libro a sè, che non ha un collegamento e anche la fonte si vede che non è la stessa degli altri quattro libri. Lui individua cinque temi fondamentali, l'esodo, quindi l'uscita dall'egitto, le promesse che vengono date ai patriarchi, la parte dove il popolo soggiorna nel Sinai che è molto lunga, l'itinerario nel deserto e l'ingresso nella terra. Lui qui dice che ogni tribù aveva le sue tradizioni, per esempio la perìcope del patto Sinaitico si trova all'interno, innanzitutto è legata ad un luogo che è Sichen, lì dove Giosuè stabilisce il patto tra Yhwh e Israele. Perciò diciamo che ci sono queste tradizioni orali tra le diverse tribù, il Pentateuco ha questi cinque temi; l'esodo, l'entrata nella terra, la promessa ai patriarchi, il deserto e la rivelazione sul Sinai, quindi si dà poca importanza alla fonte Yhawista ma si dà molto rilievo alla storia d'israele che però risale alle tradizioni orali delle varie tribù. Rendorf arrivamo sempre più ai tempi recenti, dove vede all'interno del Pentateuco che esistono delle piccole unità narrative, cioè piccole storie dei vari personaggi, indipendenti le une dalle altre che poi sono state raccolte in un'unità più ampia. Tante piccole storie che poi sono state messe insieme. Rendorf identifica sei unità letterarie nel Pentateuco, la

storia delle origini Genesi 1:11, dei patriarchi Genesi 12:50, la storia di Mosè e dell'esodo 1:15, e la perìcope Sinaitica, Esodo 16 fino a Numeri 11. E infine da Numeri fino alla fine il possesso della terra, vede quindi queste sei unità letterarie. Se per esempio leggiamo in Genesi 6:9, troviamo dei doppioni, è un'unico racconto dove si parla del diluvio ma troviamo due doppioni che non sono come quelli che si trovano nella creazione, c'è una fonte e c'è il racconto dell'altra fonte, è stato messo insieme come un racconto unico ma è un po' contradditorio, il racconto del diluvio prima dice una cosa e poi un'altra. Dio dice fai entrare nell'arca sette animali puri e poi in un'altro versetto dice ogni coppia di animali che esistono. E' un racconto che è stato messo insieme ma in realtà sono due racconti fusi insieme che però leggendoli contengono delle contraddizioni, mentre nel racconto della Genesi, le origini si vede che sono due, prima uno, poi l'altro. Anche la durata del diluvio, da una parte c'è una durata, da un'altra un'altra durata, l'uscita dell'arca, sono due versioni messe insieme, un racconto è completo, l'altro manca di elementi ma sono stati messi insieme, come un racconto unico. Poi c'è anche un'altra ipotesi in Numeri 21:14, si parla del libro delle guerre del Signore oppure nel libro di Giosuè 10:13, si parla del libro del giusto che sono libri che noi non abbiamo, non ci sono nella Bibbia e quindi si ipotizza che siano dei frammenti sparsi trovati dopo la morte di Mosè e si ipotizza che siano stati scritti da Mosè e che sono stati messi insieme ai tempi della monarchia in Israele. Ci sono tante cose da vedere e da capire sulla composizione del Pentateuco. Infine, c'è questo Blum che ha discusso sia sull'ipotesi dei documenti che su quella dei frammenti, dicendo che il Pentateuco, ha avuto due fasi redazionali, prima ai tempi di Giosia e poi la seconda fase redazionale durante, o subito dopo l'esilio. Alla fine tutta questa storia servirà a dire che innanzitutto il Pentateuco non è opera di un'unico autore, ma ce ne sono tanti, non è un'unico racconto, ma sono stati messi insieme più racconti e quindi i risultati sono queste quattro fonti. Ha avuto cinque secoli di redazione prima di essere completato. Queste sono le fonti del Pentateuco.