CORSO DI PRIMO SOCCORSO A cura del Dott. Valter Vannucci (Healthcare Provider American Heart Association) ASPETTI MEDICO-LEGALI DEL SOCCORSO Prestare soccorso è un dovere del cittadino, tanto più se è un medico. Ma quali sono le norme e le problematiche di legge correlate con il pronto soccorso ed il primo soccorso? Ecco gli aspetti medico-legali di base, con riportate anche le eventuali sanzioni previste. PRONTO SOCCORSO E PRIMO SOCCORSO Il Pronto Soccorso è un insieme di attività sanitarie complesse (defibrillazione, intubazione, farmaci...) che hanno come obiettivo il trattamento di emergenza di uno stato patologico insorto improvvisamente. Generalmente tali manovre sono dì pertinenza sanitaria. Con il termine Primo Soccorso si intendono le manovre di assistenza di base (es. chiamata al 118, massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca...) finalizzate al miglioramento delle condizioni cliniche della persona colta da malore e alla prevenzione delle complicanze; non vengono utilizzati farmaci o dispositivi medici. Il soccorso è un obbligo: Morale, Medico-legale e Deontologico. OMISSIONE DI SOCCORSO Art. 593 del Codice Penale (CP). Commette tale reato: "Chiunque trovando [... ] un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne avviso alla autorità". Sanzioni penali (l. 72/2003) sono: Reclusione fino a 1 anno o multa fino a 2500 euro. Se dall'omissione del soccorso deriva una lesione personale, la pena è aumentata. In caso di morte la pena è raddoppiata. Art 54 CP (Stato di necessità) "Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui
non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si attua a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo". L'unica eccezione all'obbligo del soccorso è costituita dalle cause di forza maggiore, cioè avvenimenti esterni naturali, inevitabili ed irresistibili, quali grave malattia del soccorritore, ostacoli fisici al raggiungimento della persona da soccorrere, soccorso in condizioni di reale e consistente pericolo (incendi, esalazione di gas tossici, presenza di cavi di corrente elettrica scoperti, ecc.). Se sussistono tali circostanze, il soccorritore volontario non sanitario può astenersi dal prestare il soccorso se la situazione può mettere a repentaglio la propria vita o sicurezza. OMISSIONE DELLA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA La riluttanza del soccorritore ed il timore di contrarre malattie sono le principali cause di tale omissione. In un'indagine su 1000 soccorritori BLS laici, solo il 15% ha dichiarato di essere disponibile ad eseguire la ventilazione bocca-a-bocca a sconosciuti. La bassa probabilità di contrarre malattie, la conoscenza della letteratura in merito, l'obbligo del medico ad esporsi al pericolo, impongono al medico l'attuazione di tutte le manovre che possono contribuire a migliorare la prognosi della vittima. CONSEGUENZE TRAUMATICHE DEL SOCCORSO Nel caso dell'arresto Cardiaco, la proporzionalità tra fatto e pericolo è rappresentata dalle possibili complicazioni della RCP (es. fratture costali) rispetto al reale pericolo della progressione da morte clinica a biologica. In questo caso, quindi lo stato di necessità trasforma il fatto "aver fratturato le coste" da reato a non reato (art 54 C.P.). QUANDO INTERROMPERE LA RCP Il soccorritore volontario non medico, espletato l'obbligo di denuncia all'autorità (118), se è in grado, inizia le elementari manovre di primo soccorso e le continua fino all'esaurimento fisico o all'arrivo dei soccorsi sanitari, non avendo le capacità per constatare il decesso. Emorragia L'emorragia è una fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni, per rottura del vaso, o per filtrazione attraverso la sua parete. A secondo della componente interessata si può parlare di emorragia arteriosa, venosa o capillare.
Le emorragie possono essere di tipo diverso: emorragia interna, la rottura dei vasi sanguigni avviene all'interno del corpo; emorragia esterna, la rottura del vaso sanguigno avviene attraverso la pelle; emorragia esteriorizzata, il sangue fuoriesce da orifizi naturali del corpo (retto, bocca, vagina, uretra, narici). Le emorragie esterne di lieve entità non rappresentano un pericolo immediato, il sangue possiede dei meccanismi per bloccare questo tipo di perdite ematiche per mezzo delle piastrine e di proteine (fibrinogeno e fibrina) che si occupano della coagulazione delle ferite. Le emorragie massive, soprattutto se sono coinvolte arterie o sia arterie che vene, richiedono un trattamento urgente di primo soccorso, dato che portano alla perdita di un volume di sangue molto elevato, una situazione che pone entro pochi minuti l'infortunato a rischio di perdere la vita. Primo soccorso Nelle emorragie massive di tipo traumatico è necessario intervenire al più presto con il tamponamento della ferita o dell'arto amputato, con eventuale azione sui punti di compressione a monte del punto dove si è verificata la rottura dei vasi arteriosi. In ogni caso, è necessario chiamare il 118 non appena arrestata l'emorragia. È necessario ricordare che tra le complicazioni derivanti da una ferita, oltre all'emorragia in sé, vi è il rischio di shock ipovolemico se la perdita di sangue è imponente. La pulizia, la disinfezione della ferita e l'utilizzo di materiale sterile aiutano ad evitare la penetrazione di microbi. Per la disinfezione delle ferite non bisogna mai utilizzare alcool, in quanto esso lede le cellule dei tessuti e non ne facilita la guarigione. Il soccorritore dovrà evitare il contatto diretto con il sangue di un infortunato senza l'utilizzo di guanti monouso o almeno di un panno spesso. In caso di contatto accidentale è indispensabile lavarsi accuratamente con una soluzione di acqua e ipoclorito di sodio. Per il primo soccorso bisogna fare una distinzione tra emorragie arteriose o venose. Le prime si presentano come degli zampilli, le seconde formano solo una chiazza nel punto in cui si trovano. Questo perché, le arterie portano il sangue dal cuore verso le parti esterne del corpo (gli arti, gambe e braccia) e quindi la pressione maggiore la si avra' dal cuore alla ferita e quindi la strozzatura va situata a monte cioe' tra ferita e cuore con un laccio emostatico o qualcosa che crei comunque una strozzatura.
Mentre le vene "riportano" il sangue al cuore (sempre dagli arti, per essere ossigenato) e quindi la pressione maggiore la si avrà prima della ferita e quindi il laccio emostatico (o quant'altro) andrà al di sotto della ferita, e cioè laccio-ferita cuore. PICCOLE EMERGENZE DELL'APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO a - Crampi muscolari Consistono in improvvise contrazioni dolorose di un muscolo che sopraggiungono mentre viene eseguito un esercizio fisico oppure a letto, quando si cambia posizione o anche in assoluto riposo. Cosa fare - Porre il muscolo interessato in posizione allungata ed indurre alternativamente stiramenti e rilassamenti: - Quando il muscolo è in stiramento massaggiarlo - Riscaldare la parte con un bagno tiepido o una bool d acqua calda. Come comportarsi con i crampi: al PIEDE: afferrare le dita del piede: tenderle e rilassarle alternativamente. alle DITA DEL PIEDE: alternare un movimento di estensione (spingendole verso la gamba) e di flessione (piegarle) alla MANO: afferrare il dito interessato, tenderlo e successivamente fletterlo verso il dorso della mano. alla COSCIA far sedere la persona, con una mano sollevare la gamba interessata, con l altra fletterla premendo sul ginocchio; massaggiare la coscia.
al POLPACCIO: far sedere la persona, afferrare la gamba e flettere il piede verso il ginocchio. b - Infiammazioni ai tendini, alle capsule articolari etc. Le casue di una infiammazione a carico dei tendini e dei tessuti affini (capsule articolari, guaine etc) sono molteplici. Nello sportivo sano la causa più frequente è l esercizio intenso. Cosa fare: - Lasciare il più possibile in riposo la parte colpita (non tentare movimenti che possono riattivare i dolori e quindi il processo infiammatorio) - Applicare ghiaccio anche per più ore al giorno - Chiedere l intervento del medico per poter utilizzare eventuali farmaci antiinfiammatori. 8 - TRAUMI DELL'APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO Nella maggior parte dei casi si tratta di leggere sollecitazioni meccaniche che si limitano ad un dolore più o meno intenso privo di conseguenze. In alcuni casi, come ad esempio in presenza di lussazioni o fratture, il danno può essere rilevante ed è necessario che le persone occasionalmente presenti all incidente debbano prestare i primi soccorsi. a - Strappi muscolo-tendinei Si verificano quando vengono danneggiati i legamenti che tengono uniti i muscoli alle ossa. Si verificano in seguito ad un movimento scoordinato, a sforzi improvvisi non preceduti da un adeguato riscaldamento. Il grado di gravità di uno strappo è proporzionale al dolore avvertito. Cosa fare: - Mettere la parte a riposo - Se si tratta di braccio o gamba, tenerli sollevati al fine di favorire il deflusso dei liquidi e quindi diminuire o evitare gonfiori - Applicare ghiaccio o comunque compresse fredde - Dopo 24 ore si può applicare compresse calde che accelerano la guarigione b - Distorsioni
Si verificano quando in un qualche incidente (un urto contro un ostacolo improvviso, un movimento brusco etc.) le superfici di un articolazione si allontanano MOMENTANEAMENTE tra loro. Ovviamente i tessuti molli quali: la capsula, i legamenti, i muscoli, vengono sollecitati e possono subire delle lesioni dolorose. Sintomi La persona avverte un forte dolore in corrispondenza dell articolazione interessata. Quest ultima non presenta modificazioni particolari ad eccezione, talora, di un leggero gonfiore, i movimenti vengono conservati anche se spesso, a seconda dei danni provocati ai tessuti, possono risultare molto dolorosi. Applicare ghiaccio. c - Lussazioni Nelle lussazioni le superfici di contatto delle articolazioni (superfici articolari) a causa di trauma subito vengono allontanate tra loro in maniera permanente ed è necessario l intervento del medico per poterle far ritornare a posto. Sintomi L articolazione interessata ha perduto il suo normale profilo; le parti coinvolte assumono posizioni spesso innaturali. I movimenti vengono interdetti ed il dolore è molto forte soprattutto se contemporaneamente si sono verificate delle lesioni ai tessuti molli (capsula, legamenti, muscoli, tendini). Cosa fare Una lussazione va curata e rimessa a posto nel più breve tempo possibile da persona esperta. I primi soccorsi devono provvedere a far assumere alla persona interessata una posizione normale senza provocarle eccessivi dolori o aggravare il danno subito. Applicare ghiaccio al fine di prevenire il gonfiore. In assenza del medico la persona va accompagnata al pronto soccorso cercando di immobilizzare la parte interessata al fine di evitare che le vibrazioni del trasporto aumentino il dolore. d - Fratture La frattura è la rottura di un osso. Si distingue in: - FRATTURA INCOMPLETA quando non vi è distacco tra i monconi - FRATTURA COMPLETA quando vi è distacco tra i monconi - FRATTURA COMPOSTA quando i moconi rimangono in asse - FRATTURA SCOMPOSTA quando i monconi vanno fuori asse Inoltre possono distinguersi in - FRATTURA CHIUSA quando l osso fratturato non fuoriesce dalla pelle; - FRATTURA ESPOSTA quando i monconi dell osso fuoriescono dalla pelle.
Quest ultima è più pericolosa della prima perchè ovviamente è accompagnata da emorragia più o meno abbondante e c è il rischio di infezione. Diagnosi di frattura Non sempre la diagnosi di frattura è immediata in particolare per le persone inesperte. Molto spesso è solo la radiografia in grado di risolvere il problema. Si può sospettare la presenza di una frattura quando è presente uno o più dei seguenti sintomi: 1 - dolore in corrispondenza dell osso o dell articolazione, accompagnato da sensazione di cedevolezza 2- durante il trauma la persona coinvolta ha percepito uno schiocco, il "crac" che in genere accompagna le fratture 3 - la zona colpita è gonfia, bluastra o fa male soprattutto se viene toccata o se la persona si muove 4 - la persona non riesce a muovere la parte traumatizzata 5 - la parte colpita assume una posizione non naturale o appare deformata 6 - l arto che ha subito il trauma appare più corto o più lungo dell'altro 7 - si percepiscono rumori e sensazioni di scricchiolii muovendo la parte traumatizzata. Cosa fare 1 - Valutare le condizioni generali della persona coinvolta e controllare polso e respirazione. Se necessario e conoscendone le procedure effettuare la respirazione artificiale. 2 - In caso di frattura esposta o di emorragia cercare di arrestare l emorragia tamponando la ferita con garza o panno pulito, senza toccare le ossa e non cercare mai di intervenire su di esse. Non lavare nè medicare la ferita. 3 - Evitare movimenti prima che vengano immobilizzate le parti fratturate. Ciò evita il rischio di lacerazioni ai tessuti (a causa dei monconi delle ossa fratturate), di dolore, di aggravare l emorragia e favorire lo shock. 4 - Provvedere ad immobilizzare la parte fratturata (con la cosìddetta steccatura) senza cercare di modificarne la posizione, al fine di alleviare il dolore e di impedire che le ossa fratturate possano danneggiare nervi, vasi sanguigni e muscoli. 5 - Far sì che l infortunato venga trasportato il più presto possibile ad un pronto soccorso. DI SEGUITO VENGONO RIPORTATI ESEMPI DI TRATTAMENTO ED IMMOBILIZZAZIONE DI FRATTURE DISTORSIONI E LUSSAZIONI DELLE VARIE PARTI DEL CORPO (SUDDIVISE PER AREE OMOGENEE) I suggerimenti di seguito riportati ovviamente si riferiscono a condizioni di emergenza quando gli incidenti si verificano in assenza di persone esperte e i presenti occasionali debbono prestare la prima assistenza. ARTO SUPERIORE: MANO - POLSO
a - Mano Numerosi sono i traumi a carico delle parti della mano. Essi possono interessare il palmo, il dorso, il pollice, le articolazioni delle dita, etc. Come norma porre subito del ghiaccio. Per il trasporto dell infortunato sostenere l avambraccio con un fazzoletto attorno al collo e se necessario bloccare la mano incidentata con il palmo fissato ad un sostegno. In caso di lesione ad un dito non è necessario effettuare la steccatura, anzi, in caso di distorsione può risultare pericoloso. Come immobilizzare la mano in presenza o sospettando delle fratture - Posizionare l avambraccio in modo che formi quasi un angolo retto con il braccio e con la mano leggermente più alta del gomito. Il palmo della mano piatto sul sostegno verso il basso. - Fasciare la mano ed il braccio con una imbottitura. - Steccare la mano assieme all avambraccio. - Legare il braccio attorno al collo della persona. b - Polso Il meccanismo traumatico avviene molto spesso per caduta sul palmo della mano. Osservare se esistono deformità o tumefazioni nel qual caso si può sospettare la presenza di fratture ed ogni movimento è inopportuno. In loro assenza effettuare una serie di movimenti a mano libera e facendo opporre resistenza. In assenza di dolore fasciare e porre del ghiaccio. Come immobilizzare il polso in presenza o sospettando delle fratture - Posizionare l avambraccio in modo che formi un angolo retto con il braccio. La mano deve essere leggermente più alta del gomito. Il palmo rivolto verso il torace con il pollice verso l alto - Fasciare l avambraccio con una imbottitura e steccarlo. - Legare il braccio attorno al collo della persona.
c - Avambraccio L avambraccio è composto dalle ossa ulna e radio (il radio è dalla parte del pollice) In caso di frattura dell avambraccio occorre applicare due stecche ai lati dell avambraccio, dal gomito alla mano, in modo da immobilizzare l arto. Sostenerlo con un fazzoletto attorno al collo e, se necessario, bloccare il braccio attorno al torace con un secondo fazzoletto. CONSIGLI PER L ESECUZIONE DI UNA CORRETTA FASCIATURA AL COLLO 1 - Appoggiare sul petto della persona una fascia triangolare come ad esempio un fazzoletto da testa, una camicia etc. 2 - Steccare il braccio o la parte lesa secondo le modalità in precedenza riportate. 3 - Sistemare il braccio piegato quasi ad angolo retto, sul torace (la mano deve essere circa 10 cm sopra il gomito). 4 - Portare l angolo superiore della fascia attorno al collo, sollevare l angolo inferiore e legarlo a quello superiore, possibilmente in posizione laterale al fine di evitare che dia noia al collo. 5 - L angolo laterale va piegato sopra il gomito e fissato con una spilla o annodato (vedi figura). d - Gomito Cenni di anatomia: corrisponde all articolazione ulna/radio dell avambraccio con l omero del braccio Il gomito è un articolazione continuamente sollecitata da movimenti ed è sede frequente di distorsioni, lussazioni e fratture. Osservando l articolazione si può facilmente osservare tumefazioni. In caso di lussazione si può osservare come l avambraccio sporga oltre l angolo retto formato con il braccio. Cosa fare In caso di necessità di trasferimento della persona traumatizzzata bloccare braccio e/o
avambraccio lasciando l articolazione nella posizione assunta dopo il trauma. E molto importante controllare il polso (numero di pulsazioni e consistenza). Se il gomito è piegato E sufficiente farlo sostenere da una fascia attorno al collo e tenerlo accostato al torace per mezzo di una seconda fascia. Se il gomito è disteso - Ripiegare un asciugamano e metterlo sotto l ascella in modo da fare uno spessore di alcuni centimetri che lo tenga separato dal corpo. - Steccare il braccio lasciando il gomito steso; alternativamente avvolgere un cuscino attorno al braccio bloccandolo con spille, cerotti o fasce. e - Braccio Cenni di anatomia: è composto da un solo osso l OMERO che si articola con l ulna ed il radio (a livello del gomito) e con la scapola (a livello della spalla). Cosa fare - Ripiegare un asciugamano e posizionarlo sotto il cavo ascellare - Appoggiare il braccio contro la parete toracica, posizionando l avambraccio in modo da formare un angolo retto con il braccio. - Steccare il braccio nella parte esterna (con un giornale, un legno, ecc.) tenendolo legato con due legature poste una sopra ed una sotto la sospetta frattura. - Sostenere il braccio al collo con una piccola fasciatura - Con una seconda fascia fermare il braccio vicino al torace ATTENZIONE! Una volta effettuata le operazioni sopra riportate è bene controllare di non aver interrotto la circolazione (rilevare la regolarità del polso, l assenza di formicolii; se necessario allentare la fasciatura). f - Spalla Cenni di anatomia: la spalla costituisce un articolazione complessa cui partecipano l omero (l osso che va a costituire il braccio), la clavicola (l ossicino che collega la spalla anteriormente allo sterno) e la scapola (l osso piatto, posto nella parte posteriore del torace). Sulla spalla si scaricano tutte le sollecitazioni del braccio ed in parte del torace e pertanto sono frequenti le distorsioni, le lussazioni e le fratture. In caso di grave lussazione o di frattura se è necessario provvedere al trasporto della persona traumatizzata cercare di immobilizzare l arto nella posizione in cui si viene a trovare dopo il trauma. Qualora sia necessario tenere sollevata la spalla (come ad esempio nel caso della frattura della clavicola) mettere sotto l ascella qualche cosa di
morbido (un cuscino, del cotone, un indumento arrotolato etc). Il braccio va immobilizzato (per mezzo di un fazzoletto) in posizione verticale (come nelle figure riportate in precedenza) e l avambraccio deve formare un angolo retto. COLLO E SCHIENA Il pericolo dei traumi che coinvolgono collo e schiena è dovuto al fatto che essi possono provocare lesioni al midollo spinale. Una persona con la spina dorsale traumatizzata è comunque una persona a rischio per quanto riguarda lesioni che possono derivare anche da una maldestra assistenza. Quali sono i sintomi? - Dolore alla schiena o al collo; - Paralisi o indebolimento di un braccio o di una gamba - Intorpidimento o formicolio di un braccio o di una gamba Se la persona è incosciente il sospetto di questo tipo di fratture è d obbligo. Cosa fare quando si prestano i primi soccorsi a persone con queste tipo di traumi? 1 - Quando non si deve rimuovere la persona traumatizzata: - Quando non si trova in immediato pericolo di vita a causa di un pericolo ambientale imminente (come ad es. il traumatizzato si trova all interno di un auto in fiamme, incombe una valanga etc.) - Quando le sue condizioni fisiche non destano preoccupazioni immediate: la respirazione è normale, le pulsazioni sono regolari; non sta vomitando. Cosa fare? - Non ruotare la schiena, il collo, la testa - Cercare di prevenire lo schock coprendo la persona - Immobilizzare la persona nell esatta posizione in cui si trova per mezzo di asciugamani arrotolati, cuscini etc. tenuti poi fermi da materiali pesanti (pietre, mattoni etc). - Chiamare l assistenza medica 2 - Quando è necessario rimuovere la persona traumatizzata: - Quando il traumatizzato si trova in pericolo di vita per fiamme, esplosioni, frane etc., aiutati da più soccorritori (almeno 4) girare la persona su di un asse rigida. In
assenza di un asse il traumatizzato può essere girato su di una coperta assicurandosi che la testa ed il collo rimangano fermi. Come ultima speranza il soccorritore può intervenire da solo. - trascinando il traumatizzato per i piedi se la superficie è liscia; - trascinando il traumatizzato per le spalle, se la superficie è irregolare o se il traumatizzato si trova su scale. - Quando si trova a faccia in giù in una pozzanghera, fango etc E necessario girare la persona sul dorso facendosi aiutare da più persone: una deve tenere la testa ed il collo; una le spalle; una il bacino; una le gambe. Se si ha un numero inferiore di soccorritori di certo uno tenga la testa e il collo, un altro le gambe. In caso alternativo se il soccorritore si trova da solo, trascini il traumatizzato per le spalle, tenendo immobilizzata la testa tra le braccia. - Quando la persona traumatizzata non respira, non ha pulsazioni ed è a faccia in giù Per girare il traumatizzato utilizzare le procedure sopra descritte. Se il soccorritore è solo può girare il traumatizzato come ultima risorsa. - La persona traumatizzata si trova supina ma rischia di soffocare per vomito o emorragia E' neccessario girare il traumatizzato su di un fianco; la testa deve poggiare su di una superficie (il braccio della stessa persona). Per girare la persona un solo soccorritore non è sufficiente: è necessaria la presenza di più soccorritori che operino in sincronia. - Fatta assumere la posizione ottimale ed eliminate le condizioni di rischio è necessario immobilizzare il traumatizzato (vedere le righe precedenti). ARTO INFERIORE g - Piede e caviglia La diagnosi fra una brutta distorsione e una frattura in questa sede può essere difficile. In ogni caso, poichè anche in presenza di una distorsione è controindicato camminare, i primi aiuti sono uguali per entrambi - Sdraiare la persona e sfilare la scarpa. - Appoggiare la gamba, dall incavo del ginocchio sino al tallone, su di un supporto morbido come ad esempio una coperta ripiegata o un cuscino. Ripiegare i lembi della coperta o del cuscino sopra la gamba in modo che essa ne venga avvolta. Fissare questo supporto con dei lacci o bende. - Il piede va tenuto possibilmente sollevato al fine di diminuire il gonfiore (è utile applicare del ghiaccio). h - Gamba
Cenni di anatomia. E composta da due ossa: la tibia ed il perone che in alto si articolano con la rotula, ed il femore per formare il ginocchio; in basso con le ossa del piede per formare la caviglia. In caso di frattura Una diagnosi di frattura delle due ossa che compongono la gamba (tibia e perone) è spesso facilitata dal fatto che la gamba assume una posizione non naturale (ad esempio guardando l infortunato disteso si può vedere come il piede interessato non è in linea con il ginocchio). Cosa fare - Sdraiare la persona e sfilare la scarpa. - La gamba, dall incavo del ginocchio sino al tallone, va appoggiata su di un supporto morbido come ad esempio una coperta ripiegata od un cuscino. Ripiegare i lembi della coperta o del cuscino sopra la gamba in modo che essa ne venga avvolta. Fissare questo supporto con dei lacci o bende. - La gamba va steccata ai due lati partendo dalla coscia. Si consiglia di usare tre stecche: una posta sotto il polpaccio e le altre due ai lati. - In assenza di stecche usare una coperta, legando la gamba sana a quella fratturata. N.B. - Poichè lo stinco (la parte anteriore della gamba) è coperto solo da un sottile strato di tessuti molli è possibile che le fratture in questa sede siano aperte e quindi si possano vedere i monconi dell osso fratturato. E' necessario ricordare quanto esposto a pag. 53 a proposito delle ossa esposte. - Controllare periodicamente la presenza e la regolarità delle pulsazioni della caviglia fratturata, il colore delle dita e l eventuale formicolio denunciato dalla persona traumatizzata. Se necessario allentare le legature. Nel caso che la gamba fratturata
venga legata a quella sana è bene controllare le pulsazioni alla caviglia anche di quest ultima. h - Ginocchio Cenni di anatomia: costituisce l articolazione tra la tibia e perone della gamba, il femore della coscia ed un piccolo osso, la rotula. La frattura può coinvolgere la rotula o le altre ossa che partecipano alla formazione del ginocchio. In caso di frattura della rotula la gamba assume spesso una posizione non naturale. Prima di steccare una gamba con la rotula fratturata cercare di raddrizzare la gamba con molta delicatezza e senza toccare il ginocchio. Se questa manovra provoca dolore lasciare il ginocchio piegato. Come immobilizzare un ginocchio piegato - La persona infortunata deve rimanere distesa sulla schiena o sul lato sano. - Farle piegare il ginocchio sano parallelamente a quello infortunato - Sistemare tra i polpacci e le cosce una imbottitura (le ginocchia devono rimanere libere e distanti). - Legare tra loro le due gambe a metà del polpaccio e della coscia - Applicare del ghiaccio sul ginocchio al fine di ridurre il gonfiore - Controllare il polso di entrambe le caviglie e l intorpidimento delle dita dei piedi Come immobilizzare un ginocchio disteso - Avvolgere un asse di circa 10 cm con un imbottitura lunga tutta la gamba, fino al calcagno. - Riempire gli incavi sotto le caviglie e il ginocchio - Legare l'asse alla gamba all altezza della caviglia, sopra e sotto il ginocchio e nella parte alta della coscia. - Applicare del ghiaccio sul ginocchio - Controllare le pulsazioni a livello della caviglia, l intorpidimento delle dita: allentare i nodi se necessario. i - Anca e coscia Cenni di anatomia: la coscia è formata dal femore; quest osso si articola con l ileo, osso che contribuisce a formare il bacino. L anca corrisponde ad una zona composta dall articolazione del femore e dalla parte di bacino corrispondente. Nei traumi che coinvolgono anca e coscia generalmente la gamba interessata appare più corta dell altra ed il piede è piegato verso l esterno. In caso di lussazione, ossia di fuoriuscita del femore dall articolazione, la coscia è ruotata verso l interno.
In caso di frattura del femore se la persona traumatizzata è un giovane il dolore avvertito al momento della frattura è acuto; al contrario nelle persone anziane il dolore avvertito può anche essere leggero. Immobilizzazione della coscia Lussazione e frattura vanno trattate allo stesso modo - la persona deve restare distesa - se la gamba è ripiegata cercare di distenderla con molta attenzione e delicatezza, se questa manovra provoca dolore, far ripiegare la gamba sana parallelamente a quella traumatizzata (vedere paragrafo seguente). - Sono necessarie due stecche: una deve essere lunga almeno dal bacino al calcagno; l altra dall inguine al calcagno. Avvolgerle con materiale morbido (coperte) - Far passare sotto la gamba traumatizzata alcune strisce di stoffa, almeno 7, (non muovere la gamba ma spingerle sotto con un bastoncino) di lunghezza sufficiente a legare le due stecche una volta posizionate. Disporle lungo l intera lunghezza della gamba (caviglia, ginocchio, sopra il ginocchio etc.) comunque non sopra la zona fratturata. - Appoggiare le stecche (quella più lunga al fianco; quella più corta all interno) - Legarle saldamente evitando che facciano male in corrispondenza della zona fratturata, controllando le pulsazioni alle caviglie. Se non si dispone di stecche - Ripiegare una coperta e porla tra le gambe - Legare assieme le gambe BASIC LIFE SUPPORT (BLS) Il Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un paziente che: ha perso coscienza; ha una ostruzione delle vie aeree o si trova in stato di apnea per altri motivi; è in arresto cardiaco. L'obiettivo principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali; le procedure sono finalizzate a: prevenire l'evoluzione verso I'arresto cardiaco in caso di ostruzione respiratoria o apnea; provvedere alla respirazione e alla circolazione artificiali in caso di arresto di circolo. La sequenza del BLS è standardizzata e riconosciuta valida da organismi internazionali autorevoli (American Heart Association) La sequenza del BLS
La sequenza delle procedure di BLS consiste in una serie di azioni alternate con fasi di valutazione. Schematicamente si distinguono infatti la fasi A, B, e C ognuna delle quali è composta da una parte di valutazione e da una parte di eventuale azione. A. Valutazione della pervietà delle vie aeree (Airway); B. Valutazione della presenza di respiro spontaneo(breathing); C. Valutazione della presenza di attività circolatoria (Circulation). Ogni valutazione ed ogni azione vanno eseguite nella corretta sequenza e nella corretta modalità. Valutazione dello stato di coscienza Il primo passo nel soccorso di una persona apparentemente senza vita consiste nel valutarne lo stato di coscienza: chiamare ad alta voce la persona; scuoterla delicatamente. Una volta appurato che la persona non è cosciente : chiamare aiuto e attivare il sistema di emergenza medica (118) specificando chiaramente il vostro nome, il luogo in cui Vi trovate e rispondendo alle domande che l operatore Vi porrà; posizionare la vittima su un piano rigido allineando il capo, il tronco e gli arti. Apertura delle vie aeree La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare; la mandibola cade all'indietro e la lingua va ad ostruire le prime vie aeree. Per ottenere la pervietà delle vie aeree: sollevare con due dita il mento; spingere la testa all'indietro appoggiando l'altra mano sulla fronte. Questa manovra impedisce la caduta indietro della lingua e permette il passaggio dell'aria. In caso di sospetta lesione traumatica cervicale, limitarsi a sollevare la mandibola senza estendere la testa. Controllare quindi se nella bocca della vittima sono presenti oggetti o residui di alimenti e se possibile cercare di asportarli. In caso di sospetta lesione traumatica cervicale, limitarsi a sollevare la mandibola senza estendere la testa. Valutazione della presenza di attività respiratoria Una volta provveduto alla pervietà delle vie aeree occorre valutare se l'attività respiratoria è presente: mantenere il mento sollevato ed il capo esteso; avvicinare la guancia alla bocca e al naso della vittima; ascoltare e/o avvertire l'eventuale passaggio di aria; osservare se il torace si alza e si abbassa. Tale valutazione va effettuata per un periodo di 5 secondi. Respirazione bocca-bocca Qualora l'attività respiratoria sia assente, è necessario iniziare la respirazione artificiale. Tecnica della respirazione bocca-bocca:
posizionanrsi a fianco della vittima, mantenerne il capo esteso tenendo una mano sulla fronte mentre con il pollice e l'indice si chiudono le narici, sollevare il mento con due dita dell'altra mano; appoggiare la propria bocca bene aperta sulla bocca della vittima facendola aderire bene; soffiare due volte lentamente nelle vie aeree della vittima in modo da gonfiare i suoi polmoni; mentre si insuffla osservare che il torace si alzi; tra un'insufflazione e l'altra osservare che la gabbia toracica si abbassi. Valutazione della presenza di attività circolatoria Dopo aver effettuato 2 insufflazioni è necessario valutare se è presente l'attività circolatoria. Per far questo si ricerca la presenza di pulsazioni alla carotide (polso carotideo): mantenere estesa la testa della vittima con una mano; con l'indice ed il medio dell'altra mano individuare il pomo di Adamo; far scivolare le dita dal pomo di Adamo lateralmente fino ad incontrare un incavo nella parte laterale del collo; palpare per 5 secondi con i polpastrelli per avvertire eventuali pulsazioni in questa area; la pulsazione va cercata con delicatezza per evitare di schiacciare l'arteria. La ricerca del polso si esegue dal lato dove si trova il soccorritore; si deve evitare che le dita siano poste di traverso sulle vie aeree per non comprimerle. Il polso periferico (ad es. il polso radiale) non risulta affidabile per la valutazione della presenza di un'attività cardiaca efficace. Compressioni toraciche (massaggio cardiaco esterno) Se il polso carotideo è assente, ciò significa che è assente una attività cardiaca efficace. È necessario provvedere a sostenere la circolazione in maniera artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno. Il cuore si trova all'interno della gabbia toracica subito dietro lo sterno. Comprimendo lo sterno il cuore viene schiacciato contro la colonna vertebrale e questo, assieme ad un aumento della pressione all'interno del torace, permette al sangue contenuto nelle camere cardiache e nei grossi vasi di essere spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si riempie di nuovo. La quantità di sangue che viene mobilizzata con il massaggio cardiaco esterno è molto esigua ma comunque sufficiente per scongiurare il rapido il rapido instaurarsi dell' anossia cerebrale. Tecnica 1. Ricerca del punto di compressione e posizione delle mani: far scorrere l'indice ed il medio lungo il margine inferiore della cassa toracica ed individuare il punto di incontro dell'ultima costa con lo sterno; appoggiare le due dita al di sopra di questo punto sulla parte ossea dello sterno; appoggiare il "calcagno" dell'altra mano accanto alle due dita; questo è il punto corretto dove effettuare le compressioni;
appoggiare il "calcagno" della prima mano sopra l'altra ed intrecciare le dita per assicurarsi che rimangano sollevate e non comprimano le coste. 2. Esecuzione del massaggio cardiaco: posizionarsi in modo che le proprie braccia e le proprie spalle siano sulla verticale dell'area della compressione; comprimere ritmicamente il torace ad una frequenza di 80-100/min; il torace si deve abbassare di 4-5 cm; la compressione ed il rilasciamento devono avere la stessa durata; mantienere le braccia tese, sfruttando il peso del tronco; alternare 15 compressioni a 2 insufflazioni se il soccorritore si trova ad agire da solo. (promemoria tascabile da ritagliare e riporre tra i documenti)