LE NUOVE GENERAZIONI Tendenze demografiche a Ferrara

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Transcript:

SERVIZIO STATISTICA DEL COMUNE DI FERRARA LE NUOVE GENERAZIONI Tendenze demografiche a Ferrara Prima di parlare di natalità è opportuno chiarire il significato dei più importanti indicatori statistici che misurano questo fenomeno. Il numero assoluto di nati non viene mai utilizzato per confronti spaziali o temporali, dipendendo da molte variabili, prima fra tutte la consistenza della popolazione. Per escludere questa dipendenza, viene calcolato il tasso generico di natalità, cioè la proporzione di nuovi nati rispetto alla popolazione totale media dell anno; questo indicatore può essere utilizzato per confronti fra popolazioni con una struttura per età simile, come pure il quoziente generico di fecondità, che rapporta il numero di nati alla popolazione femminile in età feconda, fra 15 e 49 anni. Per superare, almeno in parte, questo problema vengono utilizzati i quozienti specifici di fecondità, che rapportano i nati da madri appartenenti ad una certa fascia di età, in genere quinquennale, al totale delle donne residenti di quella fascia. Comunque, l indicatore che consente tutti i confronti, superando i problemi di diversa consistenza o struttura per età delle popolazioni di riferimento è il Tasso di Fecondità Totale (TFT), che stima il numero medio di figli che avrebbe una generazione di donne nell ipotesi di fecondità costante ai livelli osservati in un certo anno. Comune di Ferrara: tasso generico di natalità 45,0,0 35,0,0 25,0,0 15,0 10,0 5,0 0,0 1900 1905 1910 1915 19 1925 19 1935 19 1945 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 00 Pagina 1

Se parliamo di numero di nati e di percentuale sulla popolazione, cioè di natalità, nel comune di Ferrara questa è sempre stata storicamente in diminuzione, con periodi di relativa quasi stazionarietà, come negli anni 50 e 60, e periodi di forte contrazione, come negli anni 70. Dopo il minimo storico del 1986, con appena 4,8 nati ogni mille abitanti, la natalità è leggermente aumentata, oscillando fino al 1997 intorno al 5,5 per mille. Alla fine degli anni 90 qualcosa è cambiato: si è verificata un inversione di tendenza e, ad eccezione del 1999, la natalità da allora ha continuato a crescere, fino al valore del 6,8 per mille del 04. Questa ripresa della natalità non è un fenomeno solo ferrarese, ma è esteso a quasi tutta l Italia del Centro-Nord. La distribuzione territoriale di questi incrementi presenta numerose analogie con quella delle nascite di bambini stranieri, ad indicare che al fenomeno della ripresa della fecondità contribuiscono anche le donne straniere. In Italia, l età modale, quella cioè in corrispondenza della quale si rileva il massimo valore della fecondità, si è progressivamente innalzata da 28 anni nel 1991 a 31 anni nel 03. Analizzando la distribuzione per età si è osservato come l aumento della fecondità sia dovuto in larga misura alle donne di età compresa fra e anni; si tratta di donne che stanno verosimilmente recuperando parte della fecondità non realizzata nelle età giovanili, contribuendo in tal modo all incremento del tasso di fecondità. 100 Grafico 8 - Tassi di fecondità per età della madre in Italia - Anni 1995, 1999 e 03 (valori per 1.000) (a) 90 80 70 Tassi di fecondità 60 50 1995 1999 03 10 0 14 16 18 22 24 26 Fonte : Vedi Grafico 5 (a) Per l'anno 03 i dati sono 28 32 34 36 Età delle madri 38 42 44 46 48 50 (Grafico tratto dal Quaderno della Regione Emilia Romagna) Per meglio analizzare il fenomeno è opportuno utilizzare altri indicatori, come i tassi specifici per età ed il tasso di fecondità totale (TFT), poiché, come detto in precedenza, questi non risentono dell effetto della diversa composizione per età della popolazione, in particolare delle donne in età feconda, e permettono quindi confronti tra diversi territori e nel tempo. In Italia nel 04 la stima del numero medio di figli per donna (TFT) è pari a 1,33: il livello più alto registrato negli ultimi 15 anni, il risultato del trend costantemente crescente a partire dal 1995, anno in cui la fecondità italiana toccò il minimo con un valore di fecondità totale di 1,19 figli per donna. Pagina 2

A livello internazionale, l Italia rimane uno dei paesi meno prolifici; nel 03, ultimo anno disponibile per i confronti, solo la Grecia nell Ue15 presenta un valore più basso (1,27). Anche il TFT dell Emilia Romagna risulta negli ultimi anni in continua crescita, raggiungendo quasi quello italiano con un valore pari a 1,32 nel 04 (TFT per l Italia è 1,33), ancora comunque assai lontano dal 2,1 necessario a garantire il ricambio generazionale e la stabilità della popolazione. Province dell Emilia Romagna: Tasso di Fecondità Totale 1,60 1, 1, 1,00 0,80 0,60 0, 0, 0,00 P iacenza Parma Reggio Em ilia Mo dena Bo lo gna Ferrara Ravenna Forlì- Cesena Rimini Fra le province dell Emilia Romagna (dati 03), con il tasso più elevato risulta Reggio Emilia (1,41), mentre Ferrara si conferma la provincia con il più basso numero medio di figli per donna (0,99). Questi valori possono essere messi in relazione con la presenza di donne straniere, Reggio Emilia e Ferrara sono le due province che hanno rispettivamente la maggiore e la minore quota di straniere tra le donne residenti e stanno ad indicare che il contributo delle straniere alla ripresa della fecondità non è da sottovalutare. Anche i tassi specifici di fecondità per età in Emilia Romagna risultano in crescita in tutte le fasce di età. Il tasso più elevato è quello relativo alla fascia d età compresa fra i e i 34 anni e ciò si verifica a partire dalla metà degli anni novanta. Dal 1980 l andamento del tasso specifico di fecondità, sia in questa classe sia nelle altre superiori ai 35 anni, è costantemente in crescita (è quasi raddoppiato!), evidenziando la tendenza delle donne a partorire in età sempre più avanzata. Dall analisi di lungo periodo emerge il cambiamento radicale dei comportamenti riproduttivi: nel 1980 il tasso della classe compresa fra 15-19 anni era 19,4 contro 3,2 della classe -44 anni, nel 03 le donne tra i e i 44 anni hanno un tasso di fecondità superiore a quello delle donne con meno di anni (rispettivamente 9 e 6). Per il comune di Ferrara il TFT da 0,74 del 1994 è salito a 0,94 del 04; quindi le donne ferraresi fanno mediamente poco meno di un figlio a testa, valore lontanissimo dal 2,1 necessario al ricambio generazionale. Sempre nel 04, il quoziente di natalità, pari al 6,8 per mille, è nettamente inferiore a quello degli altri comuni capoluogo, che presentano valori fra l 8,1 di Bologna e l 11,7 di Reggio Emilia. Pagina 3

Emilia Romagna: tassi specifici di fecondità 45 35 25 15 10 5 0 < -24 25-29 -34 35-39 >39 Lo stesso avviene per il quoziente di fecondità: a Ferrara è pari a 31,2 per mille, mentre in regione varia fra 37 di Bologna e Ravenna e 48 di Reggio Emilia. Quindi, nonostante gli aumenti registrati, il livello della natalità e della fecondità a Ferrara (sia comune che provincia) continua ad essere molto basso, sia rispetto al resto dell Emilia Romagna e dell Italia, sia rispetto al livello minimo di ricambio, per il quale ogni donna dovrebbe mediamente generare un po più di 2 figli, per garantire le coppie di futuri genitori. Secondo recenti studi dell Ocse, sono i Paesi a più alto tasso di occupazione femminile quelli anche più fecondi e quelli in cui i bambini sono meglio protetti dalla povertà. In effetti, le differenze territoriali italiane sembrerebbero smentire l ipotesi che l occupazione femminile incoraggia la fecondità, che risulta più bassa proprio nel Centro-Nord, dove l occupazione femminile è più alta. Ma proprio confrontando il caso italiano con quelli nordici, si può capire che, affinché l occupazione femminile non si traduca in un ostacolo alla disponibilità di avere un figlio in più, occorrono un mercato del lavoro più aperto alle donne, servizi sempre più efficienti soprattutto rivolti alla primissima infanzia, un organizzazione della scuola che non dia per scontata la presenza a casa di una madre a tempo pieno. Anche a Ferrara ci troviamo di fronte ad una scarsissima presenza di bambini al di sotto dei 6 anni, pur accompagnata da una buona partecipazione femminile al mondo del lavoro. Ma nel caso della nostra città non possiamo imputare come causa principale una carenza dei servizi per l infanzia, ma piuttosto la difficoltà di riuscire a combinare i tempi e gli orari lavorativi con l assistenza ai figli e i loro impegni, scolastici e non, e gli alti costi che comporta avere e soprattutto crescere un figlio, con la conseguente scelta di averne spesso uno solo allo scopo di massimizzare le sue chances sociali. La tendenza all innalzamento dell età delle madri non favorisce certo l aumento della natalità; per le ferraresi, l età media al parto è passata da anni nel 1994 a 33 anni nel 04. Le ragioni del posticipo dell esperienza riproduttiva sono molteplici. I problemi legati alla ricerca del lavoro e dell abitazione, il ritardo nell uscita dalla famiglia d origine e le difficoltà organizzative delle coppie si scontrano con il desiderio di maternità e determinano un ritardo del momento della procreazione, una contrazione della dimensione totale della prole, ma anche un aumento della fecondità nelle fasce di età più mature. Non è da escludere che proprio la scelta di avere figli in età matura, che garantisce alla donna di investire maggiormente in età giovane sulla formazione e sul lavoro, finisca poi per risolversi nella decisione di avere un solo figlio o in una rinuncia definitiva alla maternità. Inoltre, la cosiddetta "fecondità naturale" o "fecondabilità" diminuisce all'aumentare dell'età ed è Pagina 4

influenzata anche dallo stress dovuto al lavoro ed ai ritmi di vita, fattore quest'ultimo che concorre ad aumentare i casi di sterilità. Per contrastare le cause della bassa natalità sono state attivate politiche di sostegno della maternità e della paternità, come ad esempio gli assegni di maternità e per il nucleo familiare, i congedi parentali e progetti, come Un anno in famiglia, di sostegno a favore dell astensione facoltativa. Ma quale sarà lo scenario nel prossimo futuro? Per la verità, imbarcarsi in un esercizio di proiezioni demografiche in un momento di così rapide trasformazioni, come quello che stiamo vivendo, significa mettersi in un impresa più che mai rischiosa, specialmente se si vuole scendere a livello sub-regionale. Non si può, tuttavia, negare che quella di fare le previsioni sia quanto meno un occasione per riflettere e ragionare sulla nuova realtà demografica, sulle cause e sulle implicazioni, sui possibili scenari futuri, sulla necessità di ridefinire gli indirizzi programmatici e di adeguare l azione politico-amministrativa. In un recente Rapporto della Regione Emilia Romagna sono state elaborate, in collaborazione con l Università di Pisa, le previsioni della popolazione delle province dell Emilia Romagna al primo gennaio 14 e 24. Per il comune di Ferrara le previsioni al 15 sono state, invece, elaborate dal Servizio Statistica del Comune. Le componenti di un modello di previsione demografico sono la popolazione iniziale o di base (quella al 31-12-03 per la regione e al 31-12-04 per il comune di Ferrara) e i futuri regimi di sopravvivenza, fecondità e migratorietà. In genere si ipotizzano due scenari estremi, chiamati scenario Alto e scenario Basso, entro cui collocare i possibili sentieri evolutivi della popolazione e delle sue componenti. Per lo scenario Alto la regione ha ipotizzato un aumento di 5-6 anni della speranza di vita, una crescita ulteriore del TFT e un consolidamento della capacità attrattiva della regione. Per lo scenario Basso le ipotesi sono ovviamente meno favorevoli: un aumento della speranza di vita di soli 2 anni, un lieve declino degli attuali livelli di fecondità e un inversione di tendenza nell andamento delle immigrazioni. Dagli andamenti degli ultimi anni appare evidente l esistenza di una relazione positiva tra il livello del TFT delle province e la rispettiva quota di stranieri, che rappresenta quindi un fattore determinante dei futuri scenari provinciali. Colpisce, nelle previsioni, il rilevante aumento della popolazione di Reggio Emilia e Modena, che hanno un alta incidenza di stranieri; al contrario, solo le ipotesi relative allo scenario Alto consentirebbero alla provincia di Ferrara un lieve incremento di popolazione. Nella previsione per il comune di Ferrara, invece, la popolazione aumenta ancora un po nei prossimi anni, per poi iniziare una fase discendente, che porterebbe la popolazione già nel 15 al livello attuale. Per il fenomeno di questo studio, cioè la natalità, sono particolarmente importanti le previsioni relative alle donne in età feconda, fra 15 e 49 anni, e quindi i bambini che nasceranno nei prossimi anni. Attualmente, sia per la provincia che per il comune di Ferrara, delle donne in età feconda fanno parte i contingenti particolarmente consistenti delle donne nate negli anni del baby boom, che attualmente hanno fra 35 e 45 anni. Per contro, le classi più giovani sono assai meno consistenti, derivando già dai nati dei periodi con la natalità più bassa. Fra 10 anni, e a maggior ragione fra anni, i contingenti più numerosi usciranno dalla fascia feconda, che invece vedrà l ingresso di contingenti giovani sempre meno numerosi; quindi le donne in età feconda sono destinate inevitabilmente a diminuire in misura consistente, provocando di conseguenza una costante flessione del numero di nati, almeno a partire dal 07-08. Per contro, aumenteranno gli anziani, soprattutto gli ultra ottantenni; perciò le famiglie ferraresi, oltre ad allevare i propri figli, dovranno occuparsi dei genitori anziani, spesso in maniera esclusiva in quanto in molti casi si tratta di figli unici. Pagina 5

La validità di queste previsioni dipende, ovviamente, dalla validità delle ipotesi che sono alla base dell elaborazione. Per arginare queste tendenze, sarebbe necessario un consistente apporto di popolazione giovane straniera, che presenta tassi di fecondità nettamente più elevati delle residenti italiane; ciò potrebbe avvenire solo se Ferrara diventasse una provincia attrattiva dal punto di vista delle immigrazioni, come altre realtà regionali, cosa peraltro attualmente non ipotizzabile. PROVINCIA DI FERRARA Tasso generico di natalità PROVINCIA DI FERRARA Quoziente di fecondità Pagina 6

PROVINCIA DI FERRARA Anno 04 PROVINCIA DI FERRARA Anno 14 PROVINCIA DI FERRARA Anno 24 Pagina 7

Maschi COMUNE DI FERRARA Anno 04 100 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 35 25 15 10 5 0 Femmine 1.0 1.000 800 600 0 0 0 0 0 600 800 1.000 1.0 Maschi COMUNE DI FERRARA Anno 14 100 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 35 25 15 10 5 0 Femmine 1.0 1.000 800 600 0 0 0 0 0 600 800 1.000 1.0 Al fine di favorire la diffusione e l utilizzazione dei dati e delle informazioni è consentita la riproduzione parziale o totale del contenuto della presente pubblicazione, con citazione della fonte: Sistan, Comune di Ferrara, Servizio Statistica. Per ulteriori informazioni: Il prossimo numero dell Informanumeri, SERVIZIO STATISTICA P.zza Travaglio, 7 44100 FERRARA riguarderà l anticipazione dell indice di Tel.0532-711584, Fax 0532-711577. dicembre dei prezzi per la Città di Ferrara e E-mail: statistica@comune.fe.it sarà diffuso il 4 gennaio 06 alle ore 11:00 http:/www.comune.fe.it/statistica Dirigente: Filippo Massari - Staff: Stefania Agostini, Caterina Malucelli, Micaela Pora, Claudia Roversi, Michele Siviero Pagina 8