Immagini satellitari per la delimitazione di aree percorse da incendi boschivi

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INCENDI Immagini satellitari per la delimitazione di aree percorse da incendi boschivi d i FA B I O GI A N N E T T I FR A N C O GO T T E R O Gli incendi boschivi costituiscono un importante fonte di rischio in Piemonte e notevoli risorse vengono destinate a questo settore ogni anno. Il presente lavoro, sviluppato su incarico della Regione Piemonte, riguarda la verifica delle potenzialità di utilizzo di immagini satellitari per la delimitazione di aree boschive interessate da incendi. Gli incendi boschivi in Piemonte costituiscono un importante fonte di rischio non solo per le conseguenze economiche sulle attività antropiche, ma anche per l impatto ambientale sugli ecosistemi forestali. Importanti risorse pari a quasi 3 milioni di Euro (DGR Regione Piemonte n 19-8196 del 13/1/3) vengono destinate ogni anno alle operazioni di spegnimento ed al recupero di aree incendiate. Una prima analisi dei dati attualmente disponibili sugli incendi boschivi in Piemonte ha messo in evidenza che è necessaria un accurata e tempestiva conoscenza dei fattori spaziali legati agli incendi e alle loro conseguenze per poter efficacemente predisporre gli strumenti per combatterli. Al fine di rispondere a questi bisogni e seguendo gli indirizzi della recente Legge 353 del 2 che riconosce l importanza del telerilevamento satellitare nella definizione delle aree percorsa dal fuoco, l IPLA ha predisposto un progetto su incarico dell Assessorato Politiche per la Montagna, Foreste a Beni Ambientali della Regione Piemonte, il cui obiettivo è verificare la possibile utilizzazione di dati satellitari per la cartografia delle aree incendiate. Le premesse di questo lavoro sono fornite dai risultati di un certo numero di ricerche condotte negli ultimi 15 anni sull argomento (CHUVIECO e CONGALTON 1988; MARTÍN et al. 1994; SILJESTRÖM e MORENO 1995; FERRETTI e GARDIN 1999; SAN MIGUEL-AYANZ et al. 1998) che, per la maggior parte dei casi, sono state condotte mediante l utilizzo dei dati Landsat per studi a carattere regionale e locale e di sensori a bassa risoluzione come NOHAA-AVHRR con risoluzione al suolo di 1 km circa per analisi a livello continentale. Tra i principali vantaggi offerti dallo strumento satellitare nella definizione di aree percorse da incendio vi è certamente la possibilità di analizzare aree ampie mettendo in evidenza le variazioni nella copertura forestale legate al passaggio del fuoco con riferimento alla presenza di ceneri a terra in prossimità dell evento e di cicatrici nella vegetazione a distanza di tempo. Queste alterazioni dello stato della vegetazione indotte dal passaggio del fuoco si riflettono spesso in significative variazioni del segnale recepito dal satellite su tali aree rispetto alle caratteristiche del bosco circostante indisturbato o della superficie boscata stessa prima dell incendio, consentendo la perimetrazione delle aree interessate dal fenomeno. Attraverso l utilizzo delle immagini da satellite è stata dunque verificata in molti casi la possibilità di produrre carte aggiornate delle zone incendiate su aree estese e a costi relativamente contenuti rispetto ai rilievi a terra. I principali satelliti utilizzabili per questo tipo di studi con le relative caratteristiche e i costi approssimativi di acquisizione per chilometro quadrato sono riportati nella Tabella 1. Al costo del dato grezzo va aggiunto quello di elaborazione che richiede esperienza specifica e personale qualificato ma, una volta messo a punto un metodo di analisi, l utilizzo del telerilevamento consente una forte riduzione dei rilievi a terra, che risultano spesso molto onerosi. Si segnala che alle pagine è pubblicato un glossario relativo al telerilevamento satellitare che fornisce concet - ti generali e spiegazioni di alcuni termini tecnici utilizzati in questo articolo. 1

Satellite Bande Lunghezze d onda Risoluzione Costo del dato al km 2 (micron- ) (pixel in m) (Euro) LANDSAT 5/7 1 (Blu) 45 -,515 3,4 circa 2 (Verde),525 -,65 3 3 (Rosso),63 -,69 3 4 (Infrarosso vicino),75 -,9 3 5 (Infrarosso a onde corte) 1,55-1,75 3 6 (Infrarosso termico) 1,4-12,5 6 7 (Infrarosso medio) 2,9-2,35 3 SPOT 4 1 (Verde),5 -,59 2,75 circa 2 (Rosso),61 -,68 2 3 (Infrarosso vicino),79 -,89 2 4 (Infrarosso a onde corte) 1,58-1,75 2 IRS 1C/D 1 (Verde),52 -,59 24,15 circa 2 (Rosso),62 -,68 24 3 (Infrarosso vicino),77 -,86 24 4 (Infrarosso a onde corte) 1,55-1,7 71 Tabella 1 - Principali satelliti utilizzati negli studi relativi alle aree incendiate con caratteristiche tecniche dei relativi sensori multispettrali, capaci quindi di rilevare l energia elettromagnetica in più bande dello spettro. Si è fatto riferimento a versioni dei satelliti attualmente operative e nell ultima colonna sono stati riportati i costi medi dei dati prodotti. Attualmente, per ogni evento, i dati relativi alle superfici percorse dal fuoco vengono forniti dal Corpo Forestale dello Stato (CFS) che riporta sul foglio notizie Anti- Incendi Boschivi (AIB) le coordinate del presumibile punto di innesco e una serie di caratteristiche descrittive del fenomeno tra cui la stima della superficie in ettari. Tale stima viene effettuata perlopiù in modo empirico facendo eventuale riferimento ad elementi topografici visibili sul terreno quali strade o rii. Esclusivamente per gli incendi di estensione maggiore ai 1 ettari, il CFS riporta sul fondo topografico IGM a scala 1:25. il perimetro dell area interessata. In questo progetto è stata data particolare enfasi proprio all aspetto della cartografia delle aree percorse dal fuoco prendendo in considerazione incendi superiori ai 2 ettari che dovrebbero r i s u l t a re evidenziabili sull immagine S P O T t e n e n d o conto della risoluzione spaziale del dato utilizzato (superficie del pixel pari a 4. m 2 ). AREA DI STUDIO La scelta dell area in cui effettuare l analisi sperimentale sulle aree incendiate è stata effettuata tenendo conto della frequenza degli incendi e della possibilità di analizzare un numero congruo di eventi con dimensioni diverse. L area del Piemonte nord-occidentale compresa tra la Stura di Lanzo e la Dora Baltea in provincia di Torino è stata ritenuta interessante ed adeguata per l alta frequenza relativa dei fenomeni e per la disponibilità, di dati di composizione della copertura forestale derivanti dagli studi per i Piani Forestali Territoriali (LICINI e TERZUOLO 21). La stagione invernale dell anno 1998 è stata quindi considerata adeguata, tenendo conto della disponibilità per il decennio precedente di una grande mole di dati raccolti con tecniche tradizionali di rilievo a terra e sintetizzati nel Piano Regionale Anti-Incendi Boschivi. Dall analisi dei dati relativi al decennio 1987-97, per esempio, emerge come le dimensioni medie degli eventi, tratte dalle schede AIB del CFS, siano variabili nel tempo. In alcune annualità si sono verificati incendi estesi in funzione di condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Il dato medio del quinquennio 1993-98 porta comunque ad un valore attorno ai 4 ettari che indica come, in condizioni ordinarie, i fenomeni interessino superfici abbastanza ridotte (BOVIO et al. 1999). MATERIALI UTILIZZATI La ricerca ha preso avvio dalla scelta e conseguente acquisizione dei dati satellitari utili alla ricerca. I requisiti fondamentali che tali dati dovevano soddisfare possono essere così riassunti: elevata risoluzione spaziale considerando le caratteristiche dell area di studio : fascia pedemontana di bassa quota topograficamente complessa, alta densità di insediamenti antropici e di strade, dimensioni ridotte della maggior parte degli incendi; adeguata risoluzione spettrale nelle diverse zone dello spettro elettromagnetico con particolare riferimento all infrarosso, regione dello spettro indicata da molti autori (TANAKA et al. 1983; LÓPEZ ecaselles 1991; ROBINSON 1991) come la più utile per l identificazione delle aree incendiate; copertura spaziale adeguata e costo all ettar o relativamente contenuto in modo da poterne ipotizzare l uso per una più estensiva analisi territoriale di monitoraggio. I dati che meglio soddisfano i requisiti richiesti sono quelli del satellite S P O T che è stato dunque ritenuto adeguato per lo sviluppo della ricerca soprattutto per la risoluzione spaziale di 2 metri al suolo e la presenza, nella versione S P O T 4, di 4 bande, due nel visibile e due nell infraro s s o. La presenza in questo satellite di una banda n e l l I n f r a rosso ad onde corte (XI4 =1,58-1,75 µm), sensibile al contenuto idrico della vegetazione, è stata ritenuta particolarmente importante. Il periodo di acquisizione delle immagini è stato scelto considerando che la stagione di maggior incidenza degli incendi boschivi in Piemonte è quella invernale; sono 2

Aree forestali percorse dal fuoco Copertura forestale indisturbata Bande DN min DN max DN mean Stand. Dev. DN min. DN max DN mean Stand.Dev. Verde 46 62 5,94 1,94 45 53 48,63 1,51 Rosso 24 36 27,57 1,51 23 3 25,1 1,1 NIR 18 47 25,87 3,3 21 34 26,7 2,39 NIR/R Indice,69 1,62,94,1,81 1,25 1,3,8 Tabella 2 - Confronto tra i valori medi (Digital number) e relative deviazioni standard per le aree incendiate e quelle indisturbate effettuato sull immagine SPOT 1 di marzo. state dunque selezionate un immagine SPOT 1 del 31 marzo 1998, utile alla identificazione delle aree con ceneri incombuste a terra, ed un immagine SPOT 4 del 9 giugno 1998, fase stagionale in cui la ripresa vegetativa è al culmine e dovrebbero evidenziarsi le cicatrici residue lasciate dagli incendi invernali nella copertura vegetale. Purtroppo non è stato possibile acquisire immagini SPOT 4 per ambedue i periodi a causa della indisponibilità di immagini sgombre di nubi a marzo. Le due immagini sono state ortocorrette utilizzando un modello digitale delle altezze appositamente costruito a partire dai punti quotati del DEM regionale, posti su di una maglia regolare di 5 metri. Gli altri dati che, in combinazione con le immagini da satellite, sono stati utilizzati per lo svolgimento della ricerca sono innanzitutto i punti incendio, le cui coordinate sono tratte dai fogli notizie del CFS, e la relativa base dati associata. A partire dai dati dell anno 1998 sono state effettuate alcune selezioni isolando i record degli incendi dei due intervalli compresi tra il 1 gennaio e il 31 marzo 1998 e tra il 1 aprile e il 9 giugno in modo da poter essere separatamente analizzati nelle due immagini a disposizione. Nell ambito degli attributi associati a ciascun punto sono stati selezionati quelli relativi alle superfici percorse dal fuoco stimate dal CFS, sia in termini di area totale interessata dell incendio che come superficie forestale relativa. ANALISI SPETTRALE DELLE AREE PERCORSE DA INCENDIO E stata effettuata una prima fase di analisi delle immagini in cui si sono identificate alcune aree percorse dal fuoco, rilevate utilizzando diverse combinazioni e/o rapporti tra bande allo scopo di definire le bande più utili per l interpretazione a video delle aree incendiate. Un confronto della risposta spettrale delle aree incendiate e della copertura forestale indisturbata circostante nelle varie bande è riportata in Tabella 2 e Figura 1. I dati che riguardano l immagine di marzo, mostrano sostanzialmente un debole incremento nelle bande del visibile ed un altrettanto debole decremento nell infrarosso vicino (NIR) per le aree percorsa dal fuoco rispetto al bosco non interessato dall incendio. I risultati ottenuti sono coerenti con i dati riportati in letteratura (LÓPEZ e CASELLES 1991; SILJESTRÖM e MORENO 1995) per le aree incendiate con ceneri a terra, con la differenza che nel nostro caso, poiché si tratta di un periodo in cui la vegetazione forestale ha una bassissima attività vegetativa, la differenza nel NIR indotta dal passaggio dell incendio risulta molto attenuata. I valori 6 5 4 3 2 1 Green (G) Red (R) NIR Figura 1 - Confronto tra gli andamenti delle medie dei Digital Number delle aree incendiate e aree di bosco indisturbate, immagine S P O T 1 di marzo. 12 11 1 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Green (G) Red (R) NIR SWIR dell indice NIR/R mostrano che la differenza del valore medio, considerando anche le deviazioni standard molto ridotte, sono significative. In questo caso l indice ha l effetto di amplificare le deboli differenze rilevabili nel visibile e nell infrarosso risultando utilizzabile per discriminare le aree incendiate. Il risultato dell analisi spettrale condotta sull immagine di marzo ha permesso dunque di concludere che la combinazione di bande RGB= XS3, XS2, XS1, corrispondente al classico infrarosso falso colore, e l indice NIR/R possono essere utilizzate per effettuare l interpretazione a video delle aree incendiate. La stessa analisi è stata quindi condotta sull immagine SPOT 4 di giugno, caratterizzata dalla presenza di una banda aggiuntiva nell infrarosso ad onde corte (SWIR). Il confronto con le aree boschive indisturbate risulta in questo caso significativamente diverso in quanto si registra un incremento nelle bande del visibile, una sensibi- Aree incendiate Aree indisturbate Aree incendiate Aree indisturbate Figura 2 - Confronto tra gli andamenti delle medie dei Digital Number delle aree incendiate e delle aree di bosco indisturbate per l immagine SPOT 4 di giugno. 3

Aree forestali percorse dal fuoco Copertura forestale indisturbata Bande DN min DN max DN mean Stand. Dev. DN min. DN max DN mean Stand.Dev. Verde 39 82 48,9 4,83 39 51 43,54 2,1 Rosso 24 98 38,34 8,36 26 43 29,83 1,82 NIR 41 128 84,43 13,69 76 15 115,25 13,17 SWIR 44 18 68,63 8,51 51 82 62,88 5,46 NIR/SWIR Indice,54 1,9 1,25,25 1,2 2,4 1,83,9 NIR/R Indice,65 4,57 2,31,65 1,81 5, 3,86,34 Tabella 3 - Confronto tra i valori medi (Digital number) e deviazioni standard relative alle aree incendiate e quelle indisturbate effettuato sull immagine Spot 4 di giugno. Figura 3 - Esempio di delimitazione di aree incendiate mediante immagini satellitari. Nella parte alta dell immagine un incendio come rilevabile sulla composizione a colori R,G,B XS3, XS2, XS1 (sinistra) dell immagine di marzo e sull indice NIR/R (destra). Nella parte bassa la stessa area incendiata come appare a giugno nella composizione R,G,B = XI3, XI4, XI2 (sinistra) e nell indice NIR/SWIR ( d e s t r a ). 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 Superfici rilevate da satellite a marzo Superfici riportate dal CFS Figura 4 - Confronto tra superfici a bosco percorse da incendi riportate dal CFS e le superfici derivanti dall interpretazione dell immagine satellitare di marzo. le diminuzione di riflettanza nel NIR ed un aumento significativo nello SWIR Figura 2. Quest ultimo aspetto si spiega con il fatto che la risposta spettrale in questa parte della spettro è condizionata dall assorbimento determinato dal contenuto di acqua dei materiali e nella vegetazione attiva risulta normalmente bassa. Il passaggio dell incendio comporta una riduzione del contenuto d acqua, conseguente alla combustione dei materiali vegetali e all inaridimento dei suoli, che determina un innalzamento della riflettanza nello SWIR. Anche in questo caso le osservazioni riportate sono in accordo con i risultati ottenuti da diversi autori (LÓPEZ ecaselles 1991; PEREIRA e SETZER 1993) e permettono di concludere che lo spazio bi-spettrale NIR-SWIR risulta molto significativo ed importante per la identificazione delle aree percorse dal fuoco in particolare quando l analisi è condotta a distanza di mesi dagli eventi (Tabella 3). In base alle considerazioni sopra riportate si è deciso di utilizzare quindi il rapporto tra le bande NIR/SWIR in associazione con la combinazione multispettrale RGB= XI3, XI4, XI2 per effettuare l interpretazione a video dell immagine di giugno. DE L I M I TA Z I O N E D E L L E A R E E I N C E N D I AT E E C O N T R O L L I A T E R R A In seguito ai dati ricavati dall analisi spettrale svolta in precedenza è stata avviata un analisi sistematica degli eventi segnalati nelle schede AIB con superficie forestale interessata minima di un ettaro, nel periodo 1 gennaio-3 marzo 1998 sull immagine di marzo e nel periodo 1 gennaio-8 giugno 98 sull immagine di giugno. Il lavoro è consistito nell analizzare le immagini in prossimità dei punti segnalati dal CFS e di identificare nella combinazione multispettrale a colori e nel rapporto di bande prescelto eventuali anomalie che possono essere legate al passaggio dell incendio. Tali aree sono state delimitate mediante poligoni cui sono stati assegnati gli attributi della località e della data dell incendio desunti dai dati CFS ed è stata automaticamente calcolata la superficie in ettari. Il risultato finale della fase di lavoro è il seguente: identificazione e perimetrazione sull immagine di marzo di 1 incendi su 11 segnalati dal CFS; identificazione e perimetrazione sull immagine di giugno di 24 incendi; 6 di questi sono riferibili ad eventi già rilevati a marzo mentre i restanti 18 si riferiscono alla zona che è coperta dalla sola immagine di giugno. Complessivamente le aree presumibilmente percorse da incendio rilevabili sulle immagini di giugno sono 23 su 38 segnalate dal CFS (Figura 3). La differenza tra il numero di incendi segnalati dal CFS e quelli rilevati dalle immagini a giugno si deve al fatto che alcuni degli eventi riportati nei fogli notizie avevano arrecato danni lievi alla copertura forestale non rilevabili al momento della ripresa vegetativa. Il risultato della fase di interpretazione a video delle immagini satellitari è stato quindi sottoposto ad una verifica mediante una serie di controlli a terra riguardante l effettivo passaggio dell incendio nelle aree delimitate sulle immagini da satellite e nel controllo della perimetrazione delle aree incendiate. I controlli effettuati, anche mediante l utilizzo di dispositivi GPS, hanno permesso di verificare complessivamente 18 aree incendiate e di queste solo due non sono risultate correttamente attribuite e delimitate mediante le immagini satellitari. RISULTATI I risultati del lavoro svolto hanno permesso di evidenzia- 4

re l affidabilità dell identificazione e delimitazione delle aree incendiate mediante immagini satellitare SPOT. La probabilità di una attribuzione e cartografia corretta delle aree percorse dal fuoco è particolarmente alta alla fine del periodo invernale, in prossimità degli eventi e quando le ceneri incombuste al suolo non sono ancora state asportate dagli agenti atmosferici o coperte dalla vegetazione attiva. Il confronto, schematizzato nella Figura 4, tra le superfici riportate sui fogli notizie e quelle derivanti dalla perimetrazione sull immagine satellitare mostra un buon accordo generale nell andamento dei valori anche se le aree derivanti dal telerilevamento sono, in genere, leggermente maggiori di quelle valutate in campo dal Corpo Forestale dello Stato (Figura 4). Un altro interessante confronto è quello tra le superfici rilevate a marzo dei 1 incendi che risultano ancora rilevabili a giugno. Dall analisi della Figura 5 si ricava che solo il 6% delle superfici percorse dal fuoco identificate sull immagine di marzo è ancora rilevabile a giugno. Questo dato è indicativo del carattere radente della maggioranza degli eventi che hanno interessato principalmente il sottobosco senza arrecare grave danno alle piante arboree. Una volta che il bosco riprende l attività vegetativa si verifica che la sua risposta spettrale non è sensibilmente differente da quella del bosco circostante non disturbato dal passaggio del fuoco. Solo superfici molto limitate, in cui il soprassuolo forestale ha subito danni maggiori e, in alcuni casi probabilmente interessate da tagli di sgombero, presentano le caratteristiche di una vera e propria cicatrice nella foresta che è ancora ben rilevabile nella stagione primaverile seguente. L analisi condotta su immagini della primavera seguente alla stagione di maggior incidenza degli incendi boschivi è comunque molto utile alla identificazione e alla precisa quantificazione delle aree che eventualmente necessitano di interventi di ricostituzione boschiva perché seriamente danneggiate dal passaggio del fuoco (Figura 5). Al fine di esprimere alcune valutazioni sulle caratteristiche delle coperture forestali che nell anno 1998 sono state più frequentemente soggette al fenomeno degli incendi boschivi nell area esaminata, i poligoni delle aree incendiate sono stati incrociati con la carta forestale prodotta nell ambito dei Piani Forestali Territoriali della Regione Piemonte (IPLA 1999). Il dato più evidente che emerge dall analisi della Tabella 4 è la netta prevalenza dei castagneti, che rappresentano sicuramente la categoria più diffusa nell area di studio e tendono ad essere ancora più prevalenti in prossimità di abitati e strade, zone in cui il rischio di incendio è presumibilmente più alto (Tabella 4). Il dato più significativo che emerge dalla Tabella 5 è, accanto alla conferma di una forte presenza del castagneto, la prevalenza del betuleto. L area che era coperta dalla sola immagine di giugno è più prossima alla Dora Baltea e corrispondente alla Val Chiusella ed ai versanti che raccordano quest ultima all anfiteatro morenico di Ivrea. In questo areale si segnalano alcune zone che sono soggette ripetutamente ad incendi ed il cui 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 Figura 5 - Confronto tra superfici a bosco percorse dal fuoco rilevate a marzo e le superfici ancora rilevabili a giugno relative agli stessi eventi. soprassuolo è appunto caratterizzato da betuleti e boscaglie rade. Il dato è significativo proprio perché si tratta di zone nelle quali lo sviluppo della vegetazione, inibito dal passaggio degli incendi, non evolve in modo normale ma tende ad essere dominato da popolamenti arbustivi e betuleti. CONCLUSIONI I risultati di questo studio sulle possibilità di applicazione di strumenti e tecniche di telerilevamento satellitare per l identificazione e la cartografia delle aree percorse da incendio in Piemonte sono molto incoraggianti. E stato dimostrato che scegliendo opportunamente le date di acquisizione delle immagini e elaborandole in modo Superfici rilevate a marzo Superfici rilevate a giugno C a t e g o r i a Tipo Forestale E t t a r i Acero tiglio fra s s i n e t i A c e r o - t i g l i o - f rassineto di fo r ra, 3 A c e r o - t i g l i o - f rassineto d'invasione va r. a frassino maggiore 1, 225 To t a l e 1, 228 B o s c a g l i e Betuleto montano 1, 993 C o rileto d'inva s i o n e, 347 To t a l e 2, 34 C a s t a g n e t i Castagneto mesoneutrofilo a Salvia glutinosa delle Alpi 5, 42 Castagneto mesoneutrofilo a Salvia glutinosa delle Alpi va r. con latifoglie miste 1, 931 Castagneto acidofilo a Te u c rium scorodonia delle Alpi 2, 321 Castagneto acidofilo a Te u c rium scorodonia delle Alpi va r. con betulla 9, 879 To t a l e 28, 532 Fa g g e t e Faggeta oligotrofica - va r. con castagno, 253 To t a l e, 253 Q u e r c o - c a rp i n e t i Q u e r c o - c a rpineto d'alta pianu ra ad elevate precipitazioni, 67 To t a l e, 67 Querceti di rove r e Querceto di rovere a Te u c rium scorodonia va r. con castagno, 1 9 Querceto di rovere a P hy s o s p e rmun cornu b i e n s e dei ri l i evi collinari interni - st. delle sabbie astiane va r. con castagno, 9 1 8 To t a l e, 936 R o b i n i e t i R o b i n i e t o 3, 814 To t a l e 3, 814 R i m b o s c h i m e n t i Rimboschimento del piano montano va r. a larice europeo 6, 2 2 5 To t a l e 6, 225 Totale complessivo 43, 397 Tabella 4 - Aree incendiate rilevate sull immagine di marzo divise per composizione a livello di tipi forestali e di categorie. 5

C a t e g o r i a Tipo Forestale E t t a r i Acero tiglio fra s s i n e t i A c e r o - t i g l i o - f rassineto di fo r ra, 183 A c e r o - t i g l i o - f rassineto di fo r ra - va r. ad acero di monte, 8 A c e r o - t i g l i o - f rassineto d'inva s i o n e, 668 A c e r o - t i g l i o - f rassineto d'invasione - va r. a tiglio cordato, 111 To t a l e, 97 B o s c a g l i e Betuleto montano 2, 73 Betuleto montano - va r. con lari c e, 9 C o rileto d'inva s i o n e, 8 To t a l e 2, 719 C a s t a g n e t i Castagneto mesoneutrofilo a Salvia glutinosa delle Alpi 2, 439 Castagneto mesoneutrofilo a Salvia glutinosa delle Alpi va r. con latifoglie miste 2, 989 Castagneto acidofilo a Te u c rium scorodonia delle Alpi 6, 738 Castagneto acidofilo a Te u c rium scorodonia delle Alpi va r. con betulla 6, 576 Castagneto acidofilo a Te u c rium scorodonia delle Alpi va r. con rovere e /o rove r e l l a, 225 To t a l e 18, 966 C e r r e t e Cerreta acidofila - va r. con betulla 7, 521 To t a l e 7, 521 Fa g g e t e Faggeta oligotrofica - va r. con castagno, 61 To t a l e, 61 R i m b o s c h i m e n t i Rimboschimento del piano montano - va r. a larice europeo 5, 4 To t a l e 5, 4 Totale complessivo 53, 638 Tabella 5 - Aree incendiate rilevate sull immagine di giugno divise per composizione a livello di tipi forestali e di categorie. 6 adeguato è possibile pervenire ad una delimitazione affidabile delle aree incendiate. Oltre a questo è risultata molto interessante il confronto tra le aree con ceneri rilevabili a fine marzo (con riferimento agli incendi invernali, più numerosi e importanti) con le cicatrici ancora rilevabili nella vegetazione a giugno dopo la ripresa primaverile. In quest ultimo caso si possono andare a definire aree che hanno subito un forte danno e un conseguente forte decremento della biomassa fotosinteticamente attiva in seguito al passaggio del fuoco nei mesi precedenti. Questo aspetto potrebbe essere interessante nella prospettiva di indirizzare finanziamenti per la ricostituzione boschiva. La prosecuzione delle attività della ricerca nei prossimi anni prevede l utilizzo di una serie di strumenti che facilitino l identificazione delle anomalie indotte dal passaggio del fuoco e che vadano nella direzione di automatizzare il processo. Si prevede infatti di utilizzare una sequenza multitemporale di immagini comprendente immagini pre e post incendio e indici come il burnt index (SAN MIGUEL-AYANZ et al. 1998) specificatamente costruiti al fine di evidenziare le aree incendiate. Bibliografia BOVIO G., CAMIA A., GOTTERO F.,1999 - Piano Regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi 1999-21. Regione Piemonte. Assessorato Economia Montana e Foreste. pp. 197. CHUVIECO E. e R.G. CONGALTON, 1988 - Mapping and inven - tory of forest fires from digital processing of TM data. Geocarto International, pp. 41-53. FERRETTI F. e GARDIN L.,1999 - Immagini da satellite, GIS e incendi boschivi: un applicazione a livello regionale. Dendronatura : pp. 55-61 I.P.L.A., 1999 Norme tecniche regionali di pianificazione silvo-pastorale I Piani Forestali Territoriali. Manuale redatto e riprodotto a cura dell Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente (I.P.L.A.), per i tecnici interessati alla realizzazione dei Piani per la Regione Piemonte. Op. non pubblicata disponibile presso I.P.L.A. S.p.a., Torino. LICINI F., TERZUOLO P., 21 La pianificazione forestale in Piemonte. Sherwood, 68, 5-12. Ed. Compagnia delle Foreste, Arezzo. LÓPEZ M.J. e CASELLES V., 1991 - Mapping burns and natural reforestation using Thematic Mapper data. Geocarto International pp. 31-37. MARTÍN M.P., VIEDMA O. e CHUVIECO E., 1994 - High versus low resolution satellite images to estimate burned areas in large forest fires. Second International Conference on Forest Fire Research, Coimbra, Portugal, vol. II, pp. 653-663. PEREIRA M.C. e SETZER A.W., 1993 - Spectral characteri - stics of fire scars in Landsat 5 TM images of Amazonia. International Journal of Remote Sensing 14 : pp. 261-278. ROBINSON J.M., 1991 - Fire from space: global fire evalua - tion using infrared remote sensing. International Journal of Remote Sensing 12: pp. 3-24. SAN MIGUEL-AYANZ J., ANNONI A., SCHMUCK G. e MEYER-ROUX J., 1998 - Forest fire monitoring and damage asses - sment in Mediterranean landscapes through the integra - tion of remote sensing and GIS techniques. Atti dell International Symposium on Resource and Environmental Monitoring: Local, Regional, Global, 1-4 September 1999, Budapest, Hungary, pp. 17-173. SILJESTRÖM P., e MORENO A., 1995 - Monitoring burnt area by principal component analysis of multitemporal data. International Journal of Remote Sensing 16 : pp. 1577-1587. TANAKA S., KIMURA H. e SUGA Y., 1983 - Preparation of a 1:25. Landsat map for assessment of burnt areas on Etajima Island. International Journal of Remote Sensing 4 : vol. II, pp. 17-31. I N F O. A R T I C O L O Autori: Fabio Giannetti, r i c e rcatore presso il settore Cartografia e Informatica dell Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente (IPLA) S.p.A.. E-mail i p l a @ i p l a. o r g Franco Gottero, r i c e rcatore presso il settore Vegetazione e Fauna dell Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente (IPLA) S.p.A.. E-mail i p l a @ i p l a. o r g Parole Chiave: Incendio, telerilevamento, remote sensing, i m m a g i - ne SPOT, Piemonte. Abstract: Use of remote sensing data in the operational manage - ment of forest fires with reference to the post-fire evaluation. Forest fires constitute a major source of concern for environmental secu - rity in North-western Italy. Large amounts of money are used every year to prevent forest fires and to extinguish them. This paper presents a project funded by Piemonte Region Administration whose general aim is to verify the potential of remote sensing data in the operational management of forest fires, in particular post-fire evaluation. In this framework the project focused on the use of medium resolution satellite images (SPOT 1 and 4) to detect and map burned forest areas. The National Forest Service (CFS), responsible for the fires suppressions, does not at present provide a map of the burned territory, but only a generic localisation through points. As a result, the remote sensing techniques revealed very effective in providing reliable data on forest burned area. The application of such tools integra - ted by ground survey data, allows to develop a system for monitoring the post-fire effects with special emphasis on the forest regeneration and reg r o w t h. Ringraziamenti: Gli Autori ringraziano calorosamente i dottori VI N C E N Z O RE N N A, FE D E R I C O PE L F I N I e FR A N C E S C O CA R U S O del Settore Antiincendi Boschivi e Rapporti con il CFS della Regione Piemonte per aver consenti - to lo svolgersi della sperimentazione e per aver fornito i dati di base relati - vamente ai fogli notizie AIB e alla banca dati degli incendi boschivi.