Testimonianze dai Lager 10 trasmissioni televisive e 1 sito internet... per non dimenticare



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Giuseppe PALEARI Carla GIACOMOZZI Testimonianze dai Lager 10 trasmissioni televisive e 1 sito internet... per non dimenticare Il progetto Testimonianze dai Lager Come annunciato nel numero 6 di questa rivista (marzo 2001, pagine 73-83), la RAI Radiotelevisione Italiana - Settore Educational ha acquisito 50 videotestimonianze di ex deportati italiani dei Lager nazisti realizzate congiuntamente nell estate del 2000 dal Comune di Nova Milanese e dal Comune di Bolzano nell ambito del Progetto Testimonianze dai Lager. Con le 50 videotestimonianze RAI Educational ha prodotto una prima serie di 10 puntate della durata di 60 minuti ciascuna, trasmesse due volte nel 2001 dal satellite RAI EUTELSAT II, ed una seconda serie di 10 puntate più brevi della durata di 30 minuti, trasmesse sul canale nazionale di RAI TRE nelle due settimane precedenti il Giorno della Memoria dell anno 2002. La collaborazione delle nostre Amministrazioni con RAI Educational è proseguita anche nel corso del 2001, finalizzata questa volta all acquisizione di altri materiali da noi elaborati riferiti a dieci Lager nazisti europei dai quali sono transitati e nei quali sono stati deportati i civili italiani, nonché alla collaborazione ed alla realizzazione di un sito internet a tema sul portale della RAI. Accanto alle trasmissioni televisive esiste quindi anche il sito internet www.testimonianzedailager.rai.it che è in lingua italiana e risulta composto da varie sezioni. Tutto il materiale cartaceo presente sul sito può essere scaricato e stampato gratuitamente. La realizzazione di questo progetto multimediale Testimonianze dai Lager, che si sviluppa attraverso trasmissioni televisive ed un sito internet, pone qualche spunto di riflessione che qui cercheremo di tracciare. Le trasmissioni televisive È attorno alle 50 testimonianze di sopravvissuti italiani dei Lager nazisti che RAI Educational ha costruito i due programmi in 10 puntate (da 60 e da 30 minuti). I due programmi sono un alternanza fra sequenze di videotestimonianze ed interventi da studio. Le videotestimonianze restituiscono in ordine di successione le fasi della deportazione di ciascun testimone: i motivi e gli autori dell arresto, la detenzione nelle carceri, la deportazione nei Lager nazisti italiani e/o d Oltralpe, la liberazione. Il programma segue quindi una scansione cronologica delle vicende che, con l ausilio di altro materiale documentario, contestualizza storicamente: immagini di oggi mostrano quanto in 1

più casi è ancora visibile nel territorio e nei luoghi in cui quegli avvenimenti sono avvenuti (memoria attraverso segni materiali). In studio il giornalista-conduttore raccorda le sequenze testimoniali degli ex deportati con commenti di 10 esponenti del mondo della cultura e della società italiana, che cercano di individuare i punti di contatto delle videotestimonianze con l attualità. Queste trasmissioni televisive non sono la storia della deportazione italiana, anche se in queste 50 videotestimonianze vi sono molti aspetti della storia della deportazione italiana. Inoltre, a tutt oggi, esse contano tra le poche realizzazioni televisive specifiche trasmesse a livello sia internazionale sia nazionale ad avere dato un ruolo di primo piano alla testimonianza di sopravvissuti dei Lager nazisti. Questo é sicuramente un grande risultato, anche se purtroppo siamo a più di 50 anni dalla liberazione dei Lager nazisti; molti sopravvissuti sono nel frattempo morti e la memoria di molti eventi si è un poco appannata. Un ulteriore elemento positivo di questa iniziativa consiste nella fiducia riposta da un importante ente televisivo quale la RAI nelle capacità di due Enti locali, che da anni con continuità ed impegno lavorano sul tema della deportazione, svolgendo molteplici attività di ricerca e documentazione scientificamente corrette, oltretutto a costi molto contenuti, in particolare per quanto attiene la produzione e la realizzazione di videotestimonianze. Videotestimonianza e televisione Il mezzo televisivo usa di fatto varie fonti tra cui testimonianze, carte d archivio, immagini di oggetti e di luoghi, suoni e musiche. Anche il momento della comunicazione, ovvero la trasmissione, rappresenta un altro specifico elemento del mezzo televisivo, poiché l informazione è fruita contemporaneamente da un pubblico di migliaia di persone, differenziato oltre che situato in luoghi diversi. Inoltre, l ente televisivo che ha realizzato i programmi conserva le trasmissioni, che può irradiare nuovamente anche a distanza di anni, divenendo così esso stesso un altro archivio della memoria, con proprie regole per la consultazione. In più, la possibilità di videoregistrare le trasmissioni fa sì che molti spettatori siano depositari anche delle videotestimonianze, dando così origine ad una serie pressoché infinita di archivi della memoria disseminati in più luoghi di conservazione e di possibile fruizione. Molti altri sono gli aspetti interessanti circa l impiego del mezzo televisivo per la storia; un possibile aspetto è ad esempio il ruolo che questo strumento di comunicazione riveste nel contributo alla sensibilizzazione diffusa della conoscenza e della comprensione di taluni argomenti. Non è questa la sede opportuna per la riflessione su queste problematiche o sulle modalità di ricostruzione della storia attraverso lo strumento televisivo. 2

La videotestimonianza è una fonte storica Qui vorremmo invece proporre l avvio di una riflessione relativa all uso delle videotestimonianze all interno di un programma televisivo. È recente la considerazione che alcuni storici hanno della testimonianza come fonte primaria, con lo stesso valore di altre fonti documentarie (carte d archivio). Sono ancora in numero molto più ridotto coloro i quali utilizzano la fonte della videotestimonianza come materiale per la ricostruzione storica. Cosa accadrà quando non vi sarà più nessun testimone? Le videotestimonianze che nel frattempo avremo realizzato avranno allora lo stesso valore di altre fonti storiche ed analoga utilizzazione? È innegabile che molte delle attuali conoscenze riguardo alla deportazione nazista siano state acquisite grazie alle testimonianze, cioè alle storie di singoli che, con il proprio personale modo di esprimersi e di comunicare, narrano la memoria di una loro esperienza. Queste testimonianze, per troppo tempo relegate nell ambito strettamente personale, nel giro di pochi minuti, se irradiate da uno schermo televisivo, assumono automaticamente il carattere di storia pubblica, di Memoria, di Storia. Riteniamo quindi necessaria una riflessione attorno al problema di utilizzare le videotestimonianze per fare storia. Tanto più questa riflessione risulta estremamente urgente in considerazione della disponibilità di nuove tecnologie informatiche e digitali. Il sito internet In forma sintetica segue ora la descrizione del sito www.testimonianzedailager.rai.it Nel sito sono riportate le 10 puntate televisive da 30 minuti ciascuna, sono riprodotti i testi di ciascuna videotestimonianza con brevi sequenze in videostreaming, sono rappresentati geograficamente i percorsi di deportazione di ciascun testimone, c è un glossario di termini ed infine una sezione di supporto di aiuto a quanti intendono documentarsi ed effettuare visite studio in alcuni Lager nazisti (recapiti per richiesta di informazioni, mappe ed immagini fotografiche dei Lager, proposte per percorsi di visita autoguidati, medialogo). Alcune considerazioni e riflessioni L utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, che sono nuovi canali di trasmissione di conoscenze, offre non poche opportunità anche nell ambito della conoscenza storica. Un mare quasi infinito di informazioni e ricerche di tema storico non sempre di indiscutibile serietà - sono oggi reperibili sulle migliaia di siti presenti nel web. Ulteriori elementi che favoriscono l utilizzo della rete e al tempo stesso la diffusione delle informazioni contenute in questo nuovo strumento di comunicazione sono il fatto che l accesso al web è libero e gratuito in gran parte, non avendo restrizioni di alcun genere ed essendo disponibile secondo le modalità ed i tempi di ciascuno. Certo è che non si possono nascondere alcuni problemi che questo nuovo strumento di comunicazione pone: è il caso delle nuove modalità di raccolta, archiviazione, conservazione e recupero dei dati. 3

Vediamo con un esempio di spiegarci meglio. Testimonianza è considerato un racconto narrativo riferito da un testimone di un preciso evento. Il passaggio dalla testimonianza alla videotestimonianza permette di aggiungere alla narrazione una serie di immagini di altre fonti, come ad esempio immagini di carte d archivio, di documenti personali, di oggetti, di luoghi, di suoni e musiche. Con il passaggio alla testimonianza digitale si potrà ulteriormente arricchire questo aspetto. La parte del sito RAI che riguarda le testimonianze è di fatto strutturata in quattro parti. Ciascuna videotestimonianza è accompagnata da una scheda biografica con immagine del testimone (testo/foto), da una rappresentazione geografica del percorso di deportazione (grafica), dalla trascrizione della testimonianza con evidenziate le parole calde che rimandano ad un glossario (testo) e dalla possibilità di ascolto e visione on line in videostreaming di sequenze (per il momento) della testimonianza stessa (video). La videotestimonianza non si limita quindi al solo momento narrativo (rapporto diretto con la fonte) ma comprende anche altri elementi relativi al testimone (la scheda anagrafica, la fotografia), si collega all interpretazione/elaborazione ed alla rappresentazione di alcuni dati (il percorso di deportazione) e permette la lettura non sequenziale attraverso blocchi di testo, immagini, grafica e video. La testimonianza non è quindi riferibile e riconducibile al solo momento narrativo ma si dilata e si collega a molti altri elementi e dati. La nuova tecnologia digitale offre ampie possibilità sia di ricostruzione storica sia di costruzione della memoria, pur richiedendo altri modelli con cui organizzare le conoscenze, il modo di comunicarle e di leggerle. Dalla lettura della trascrizione di una testimonianza possiamo passare direttamente al glossario, alla visualizzazione del percorso di deportazione, alle schede dei Lager, alle sequenze on line o ad altre testimonianze per poi ritornare al punto da cui siamo partiti o per proseguire attraverso collegamenti con altri links, verso altre direzioni o per uscire dal sito. Oltre a ciò, la riproducibilità di ogni singolo documento in versione digitale consente di ricostruire a nostro piacimento infinite versioni della stessa testimonianza in una struttura che possiamo definire aperta ovvero suscettibile di essere riveduta, aggiornata ed integrata, combinando di volta in volta i singoli segmenti dei diversi materiali documentari. Dopo tutti questi passaggi, il risultato così ottenuto e rimesso in rete assume il ruolo di fonte? Ed ancora, le fonti dalle quali siamo partiti per questa nostra ricostruzione storica sono ancora riconoscibili e riconducibili al loro ruolo di fonti primarie? Crediamo che questi aspetti non riguardino solo ed esclusivamente la testimonianza nella sua versione digitale ma interessino tutte le fonti ed il loro rapporto con la multimedialità. Pur ritenendo importante che attraverso l uso della rete ciascuno possa accedere in via diretta ad una fonte primaria, come ad esempio la narrazione dei testimoni nella sua versione digitale, è altresì importante e necessario avviare una riflessione sulle nuove opportunità che le nuove tecnologie consentono di fare e conoscere la storia, di costruire e di trasmettere la memoria. 4

Se da una parte gli storici nutrono dubbi e perplessità nel considerare fonte primaria una testimonianza, il problema riguarda ora l insieme delle fonti nella loro versione di documenti digitalizzati, anche perché con la multimedialità si allarga notevolmente la possibilità della conservazione. Forse è giunto il momento di ridefinire il concetto di fonte? Risulta per noi difficile ora formulare l elenco esaustivo delle problematiche sollevate dall impiego delle nuove tecnologie. Ne abbiamo individuate alcune che qui elenchiamo: scientificità e credibilità dei siti e della versione digitalizzata del documento; uso pubblico delle videotestimonianze; modalità di lettura ipertestuale; costruzione e uso pubblico della memoria. Siamo convinti che questi ed altri aspetti relativi all uso delle videotestimonianze (e più in generale delle fonti storiche) sia all interno di un programma televisivo sia in rete possa interessare quanti operano nella ricerca storica, nella documentazione e nella didattica della storia. È auspicabile che anche attraverso le pagine di questa rivista si possa avviare una comune riflessione tesa a delineare modelli coordinati di lavoro quali concreti aiuti e suggerimenti per una utilizzazione appropriata e consapevole delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. 5