QUADERNO N. 8 IMPIANTI BIOGAS GUIDA TECNICO NORMATIVA LE EMISSIONI IN ATMOSFERA. Aprile 2014. Rev. 1.00



Documenti analoghi
TITOLO II IMPIANTI TERMICI CIVILI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L.

Metodologie per la misura, il campionamento delle emissioni di ossidi di azoto prodotte dagli impianti termici civili.

Azienda USL n.4 - Nuovo presidio ospedaliero di Prato Prato Ugo Foscolo snc Edoardo Michele Majno

PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA)

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI SOGGETTI AGLI OBBLIGHI DELL ART. 8 D.LGS. 334/99 e s.m.i.

Determinazione del Dirigente del Servizio Pianificazione e Gestione Rifiuti, Bonifiche, Sostenibilità Ambientale

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO

INCONTRO SUL TEMA: D. LGS. N. 81/2008, ART. 300

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

per la verifica dello stato di manutenzione ed esercizio degli impianti termici da parte degli Enti locali competenti

Relazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3)

Programma di sperimentazione

La valutazione del rischio chimico

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

REGOLAMENTO (CE) N. 304/2008 DELLA COMMISSIONE

REGIONE PIEMONTE BU26 02/07/2015

La sicurezza del sistema informativo dello studio professionale e la normativa sulla privacy

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

COMUNE DI PADOVA SETTORE EDILIZIA PRIVATA

Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese nel campo dell energia CIG CCB. Installazione Gestione e manutenzione

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

ristrutturazione centrali termiche comunali dei comuni di Trezzo d Adda (MI), Vaprio d Adda (MI), Pozzo d Adda (MI), Grezzago (MI) PROGETTO:

NOTA: Il presente documento è un estratto del documento originale impostato su carta intestata CIG Comitato italiano Gas reperibile sul portale CIG

L'impegno delle Imprese per la diffusione del GNL in Italia

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in

AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE

Principali elementi di una certificazione energetica

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI

Consulenza per la gestione dei rifiuti

REGOLAMENTO PER IL COMITATO TECNICO DI CERTIFICAZIONE

CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

COGENERAZIONE A BIOGAS

LA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI E LA NORMA CEI (III EDIZIONE): APPROFONDIMENTI

Sicurezza nei lavori in presenza di rischi elettrici

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

La legge 78/2014 (c.d. Jobs Act ): il contratto di lavoro a tempo determinato due

4.2 Ri.Ba Rivisitazione dell impianto delle Ri.Ba. e degli accordi interbancari

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

Politica per la Sicurezza

REATI PENALI SPECIFICI PER LE SOCIETA QUOTATE IN BORSA. Hanno contribuito

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA

AREA LEGALE. RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) (Cod. 01LEG)

L ILLECITO TRIBUTARIO

COMUNE DI PARMA NORME PROCEDIMENTALI E ORGANIZZATIVE

WM CAPITAL S.p.A. PROCEDURA IN MATERIA DI INTERNAL DEALING

Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse

Allegato n. 6. Allegato n. 6 SISTEMA DISCIPLINARE

UNIVERSITA DEGLI STUDI G. d ANNUNZIO - FACOLTA DI SCIENZE MANAGERIALI REGOLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DEI CREDITI 1

Le fattispecie di riuso

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

DETERMINAZIONE DEL DIRETTORE AREA RISORSE IDRICHE E QUALITÀ DELL ARIA

PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO ENERGIA, ARIA E RUMORE

LINEE GUIDA PER L EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE INTERNA

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

PRINCIPIO DI REVISIONE (SA Italia) 250B LE VERIFICHE DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ SOCIALE

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI

I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA

PARTE SPECIALE Illeciti ambientali

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

Raccomandazioni generali Il CIG consiglia che: Corsi di formazione propedeutici a percorsi di qualificazione/certificazione siano tenuti da docenti

IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE INVERNALE E/O ESTIVA DEFINIZIONI

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L.

Gli accordi definiscono la durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere.

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

Vigilanza sugli spettacoli circensi con animali, lo stato attuale della normativa e le prospettive future.

Le richieste di ITALIA Solare al GSE Problematiche di carattere generale segnalate dai soci

MODALITA DI UTILIZZO DEL TELEDISTACCO APPLICATO AD IMPIANTI DI PRODUZIONE DA FONTE EOLICA

Emissioni in atmosfera

Impianti fotovoltaici connessi alla rete

R e g i o n e L a z i

Oggetto: parere legale in merito alle responsabilità del progettista nel. Affido alle seguenti considerazioni il parere richiesto in ordine alle

Nota di approfondimento

CALTAGIRONE EDITORE S.p.A. SEDE SOCIALE IN ROMA - VIA BARBERINI N.28 CAPITALE SOCIALE EURO

aggiorna le disposizioni per gli accertamenti documentali sugli impianti di utenza NUOVI (di nuova installazione);

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

REGOLAMENTO SERVIZIO RISTORAZIONE SCOLASTICA


Durata 6 ore OBIETTIVI DESTINATARI. ARTICOLAZIONE DEL CORSO Il corso e learning è articolato in tre moduli.

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Finanza di progetto e partenariato pubblico privato

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA

1 La politica aziendale

COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO. Art. 1

Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8. Corte dei conti Italia. Sicurezza energetica

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

Proposte per l Assemblea ordinaria degli Azionisti

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa

ALLEGATO 4 MODALITA APPLICATIVE DELLE PROCEDURE DI STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE DEL COMUNE DI RAVENNA DI CUI AL COMMA 558 DELLA LEGGE N. 296/2006.

Transcript:

QUADERNO N. 8 IMPIANTI BIOGAS GUIDA TECNICO NORMATIVA LE EMISSIONI IN ATMOSFERA Aprile 2014 Rev. 1.00 Consorzio Monviso Agroenergia Via del Gibuti, 1 10064 - Pinerolo (TO) Tel 0121/325901 - Fax 0121/3259103 C.F. / P.IVA 10178660014

1 INTRODUZIONE La recente importante diffusione degli impianti di digestione anaerobica sul territorio piemontese impone al settore di dotarsi di protocolli operativi chiari e di diffondere capillarmente le informazioni minime necessarie per la gestione degli impianti. La conoscenza dei vincoli normativi relativi alle emissioni in atmosfera è un presupposto essenziale per una conduzione efficace e sicura degli impianti. Errori compiuti anche in buona fede possono essere causa di gravi problemi per i titolari degli impianti e possono portare ad importanti sanzioni amministrative e finanche alla revoca della tariffa incentivante ed a conseguenze di carattere penale. E, quindi, necessario diffondere in modo opportuno le informazioni necessarie a condurre in modo corretto gli impianti, nel pieno rispetto della normativa vigente e della buona prassi tecnico scientifica. E questo l obiettivo che si pone la presente pubblicazione redatta a cura del Consorzio Monviso Agroenergia. Saranno di seguito trattati gli argomenti tecnici più rilevanti per la gestione degli impianti ed in particolare la gestione ed il controllo delle emissioni in atmosfera. Le emissioni in atmosfera da considerare in ambito biogas sono le seguenti: - Emissioni convogliate da cogeneratore (camino di scarico dei fumi) - Emissioni diffuse (da vasche di stoccaggio, platee, trincee insilati, ecc) 2

2 LE EMISSIONI DEL MOTORE 2.1 PREMESSA Le emissioni del cogeneratore di un impianto a biogas rappresentano l elemento ambientale più critico di questi impianti. Occorre, quindi, conoscere bene la normativa e controllare con attenzione il rispetto di tutti i parametri emissivi. Il rispetto dei limiti emissivi non può mai essere dato per scontato, anche in motori che teroricamente garantiscono le soglie emissive, in quanto la qualità dei fumi di scarico è sempre funzione dello stato di manutenzione del motore e dei sistemi si trattamento e dipende dalla qualità del biogas impiegato.. 2.2 I LIMITI EMISSIVI DI LEGGE 2.2.1 IL LIMITI DEL D.LGS. 152/2006 I limiti di emissione che devono essere rispettati dai cogeneratori a biogas sono imposti dall allegato alla parte V del D.Lgs. 152/2006 (dall Allegato IX sezione 3) in quanto essi rientrano, ai sensi dell art. 272 del D.Lgs. 152/2006, fra gli impianti in deroga. 3

2.2.2 COT Guida tecnico normativa sul biogas Q. 8 Il COT (Carbonio Organico Totale) è un importante indicatore della qualità dei fumi del cogeneratore e rappresenta la somma di tutto il carbonio organico presente. Il carbonio organico rappresenta una delle principali fonti di inquinamento odorigeno ed alcuni composti organici di carbonio possono avere significativi effetti negativi dal punto di vista ambientale. Nei motori biogas una quota molto rilevante del COT è costituita da metano incombusto. Il COT viene normalmente distinto in: MCOT : COT metanico NMCOT : COT non metanico Mentre il COT non metanico è un vero inquinante e va quindi tenuto sotto controllo, il metano non viene considerato un inquinate in quanto è una molecola prodotta in natura, ma è un forte gas serra. Per questo le Provincie tendono, in ogni caso, a volerne contenere le emissioni. Il limite di COT imposto dal D.Lgs. 152/06 è notoriamente frutto di una interpretazione dubbia, dibattuta in varie regioni italiane. Recenti prese di posizione del Ministero dell Ambiente e del TAR Piemonte hanno, però, fugato i dubbi, chiarendo che il limite di COT deve essere inteso sui COT totali inclusa la frazione metanica. In effetti una interpretazione letterale della legge non si presta a discussioni: il limite è sui COT e quindi sul carbonio organico totale. Il problema è che, allo stato, nessun motore disponibile sul mercato è in grado di rispettare in modo nativo ed in ogni condizione di esercizio una soglia di Carbonio Organico Totale di 150 mg/nm 3 mentre è possibile rispettare tale soglia per i non metanici. Schema di montaggio cogeneratore-post combustore 4

Per il contenimento del COT la soluzione tecnologica più consolidata prevede l installazione di un cosiddetto post combustore termico rigenerativo, in grado di abbattere in modo significativo diversi composti organici fra cui il COT, il CO ed anche inquinanti minori quali la formaldeide. A rigore l installazione del post combustore renderebbe inutile la previsione del catalizzatore ossidativo per l abbattimento dei CO. L installazione del post combustore consente, quindi, di rispettare i limiti di legge sui COT e CO, ma presenta le seguenti problematiche: Elevato costo di acquisto Costi di gestione significativi Fabbisogno di una quota supplementare di circa il 2-3% di biogas per la post combustione) Fattibilità molto dubbia su motori <250 kwe Problemi di compatibilità fra diversi motori e post combustori (pressioni, temperature, ecc) Un diversa soluzione è rappresentata dai sistemi di abbattimento catalitico dei COT. Questi sistemi sono stati testati sui motori a biogas in diverse condizioni ma con risultati alterni. Non sempre i catalizzatori sono in grado di rispettare i limiti e spesso si evidenziano problemi di durata dell effetto catalitico. E in ogni caso essenziale prevedere una soluzione di abbattimento dei COT per i cogeneratori a biogas. 2.2.3 CO Il limite di CO pari ad 800 mg/nmc è agevolmente rispettabile tramite l impiego di un catalizzatore ossidativo. Esempio di catalizzatore ossidativo e relativa cartuccia Il Catalizzatore ossidativo viene normalmente montato sui gruppi cogenerativi. La vita utile del catalizzatore è di circa 20.000 ore massime. Le prestazioni del sistema possono, però, decadere rapidamente fino a non 5

poter più garantire le prestazioni minime necessarie al rispetto dei limiti. E quindi necessario eseguire analisi fumi frequenti e operare la regolare manutenzione del catalizzatore. 2.2.4 NOX Gli NOx sono inquinanti insidiosi e molto seguiti dalle Autorità competenti in quanto oggetto di frequenti superamenti nell areale della Pianura Padana, con conseguenti preoccupazioni da parte dell opinione pubblica per possibili conseguenze negative sulla salute. Il limite imposto per il biogas è di 500 mg/nm 3 riferito al fumo secco ed al 5% di O 2. Tale limite può essere rispettato dai cogeneratori moderni, anche se è necessario mantenere e regolare il motore in modo corretto per evitare rischi. I cogeneratori di vecchia generazione o alcuni cogeneratori progettati per il mercato tedesco non sono in grado di rispettare i limiti se non con accorgimenti particolari e penalizzando molto il rendimento elettrico. Il limite sugli NOx è insidioso. Il suo rispetto non può essere dato per scontato su nessun motore e per questo motivo tale parametro va monitorato con frequenza. In caso di difficoltà nel mantenimento del limite o di richieste più rigorose di quelle di legge da parte delle prescrizioni autorizzative occorre prevedere l installazione di presidi di contenimento quali ad esempio i catalizzatori ad urea (SCR). Tali sistemi sono costosi da installare, gestire e presentano una manutenzione delicata. E bene, quindi, optare per motori in grado di rispettare in modo nativo limiti molto rigidi in termini di NOx. 2.2.5 HCL Il limite di Acido Cloridrico previsto dalla norma è di 10 mg/nm 3. Tale limite non viene di norma superato dai cogeneratori moderni, attestandosi su valori molto più bassi (1-5 mg/nm 3 ). 2.2.6 FORMALDEIDE La formaldeide è il principale inquinante, fra i composti del carbonio, che si forma nei processi di combustione del metano (circa il 60%) in un motore a combustione interna per incompleta combustione del metano. La legislazione tedesca (TA-LUFT 2002) prescrive per i motori a scintilla alimentati con gas un limite per la formaldeide pari a 60 mg/nm³ ( in presenza di 5% O2), mentre la normativa italiana (DLgs 152/2006 nell Allegato I alla Parte Quinta Parte II Tabella D Classe II ) prevede : Valore di emissione 20 mg/nm 3 (espresso come concentrazione). Soglia di rilevanza 100 g/h Laddove viene superata la soglia di rilevanza si applica il limite di emissione di 20 mg/nm 3. Sulla base di esperienza italiane e tedesche i la soglia di rilevanza può essere superata da cogeneratori di maggiore potenza. In virtù delle implicazioni sanitarie legate alle emissioni di formaldeide si raccomanda una attenta verifica dei livelli emissivi presenti in impianto. 6

2.3 LE SANZIONI AMMINISTRATIVE E PENALI In caso di superamento dei limiti e di relativa contestazione da parte dell Autorità di controllo, la gradazione delle sanzioni amministrative e panali è prevista dal D.Lgs. 152/2006 all art. 279: Art. 279. Sanzioni ( ) 2. Chi, nell'esercizio di uno stabilimento, viola i valori limite di emissione o le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione, dagli Allegati I, II, III o V alla parte quinta del presente decreto, dai piani e dai programmi o dalla normativa di cui all'articolo 271 o le prescrizioni altrimenti imposte dall'autorità competente ai sensi del presente titolo è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda fino a 1.032 euro. Se i valori limite o le prescrizioni violati sono contenuti nell'autorizzazione integrata ambientale si applicano le sanzioni previste dalla normativa che disciplina tale autorizzazione. (2) In realtà, in caso di superamento dei limiti, le sanzioni amministrative e penali vengono di norma graduate sulla base della gravità del fatto accaduto. Gradazione delle sanzioni AMMINISTRATIVE 1. DIFFIDA ad eliminare le irregolarità entro un termine 2. DIFFIDA E CONTESTUALE SOSPENSIONE DELL ATTIVITA AUTORIZZATA PER UN TEMPO DETERMINATO, ove si manifestino situazioni di pericolo per la salute e/o l ambiente; 3. REVOCA DELL AUTORIZZAZIONE E CHIUSURA DELL IMPIANTO, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo e di danno per la salute e/o per l ambiente. Gradazione delle sanzioni AMMINISTRATIVE 1. REATI FORMALI, consistenti cioè in comportamenti privi del necessario consenso preventivo dell autorità amministrativa; 2. REATI SOSTANZIALI, consistenti nel superamento dei limiti di emissioni e nella mancata realizzazione del piano di adeguamento degli impianti già esistenti. 2.4 COME OPERARE Vista la delicatezza della problematica, la gravità delle sanzioni amministrative e le possibili sanzioni penali è assolutamente necessario porre la massima cura nel rispetto rigoroso dei limiti emissivi. In pratica l operatore deve agire come segue: a) Conoscere i limiti emissivi imposti dalla norma 7

b) Acquisire garanzie contrattuali dal fornitore circa il rispetto dei limiti emissivi del motore c) Far eseguire almeno 2 analisi fumi all anno con valore interno d) Eseguire le analisi fumi nei modi e nei tempi prescritti dall autorizzazione e) Intervenire tempestivamente in caso di possibile superamento dei limiti 8

Guida tecnico normativa sul biogas Q. 1/2011 Rev. 1.14 Aprile 2014