ANDAMENTO INFORTUNISTICO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI AL FEMMINILE IN PROVINCIA DI BERGAMO

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ANDAMENTO INFORTUNISTICO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI AL FEMMINILE IN PROVINCIA DI BERGAMO

Sommario Marzo 2017 Sezione 1 INFORTUNI... 3 Sezione 2 MALATTIE PROFESSIONALI... 12 Fonti: Istat Banca dati Inail Dati gestionali di sede 2

INFORTUNI Marzo 2017 In provincia di Bergamo le donne rappresentano il 42% degli occupati. Nel 2015 le lavoratrici sono aumentate di 8.000 unità rispetto al 2014 (+4,3%) arrivando a 192.000 addette. Nonostante l aumento dell occupazione femminile, a Bergamo la quota delle donne occupate sul totale della popolazione rimane sotto la media regionale (tasso di occupazione 53,7% contro 57,2%). Gli infortuni occorsi alle donne a Bergamo nel 2015 sono stati 4.502, pari al 32% degli infortuni complessivi denunciati all Inail (slide pag. 5) Dal 2014 al 2015 le denunce sono calate del 3%, a fronte di un aumento dell occupazione del 4,3%. Il calo per gli uomini invece è stato del 4,4% a fronte di un aumento degli occupati dell 1,1%. Nel quinquennio gli eventi invece sono diminuiti da 5.103 del 2011 a 4.502 del 2015 pari al 13%, a fronte però di un aumento dell occupazione del 5,4% nello stesso periodo. Di contro il calo infortunistico degli uomini è stato del 31% passando da 12.690 del 2011 a 9.663 del 2015. (slide pag. 6 ) Gli infortuni occorsi alle donne nel loro complesso avvengono prevalentemente negli ambienti di lavoro con il 76% dei casi, mentre il restante 24% avviene su strada sia in itinere, con o senza mezzo di trasporto, sia in occasione di lavoro, qualora la lavoratrice utilizzi veicoli per motivi di lavoro. (slide pag. 7) Si segnala in particolare che per le donne la quota degli infortuni in itinere (durante il percorso casa- lavoro e viceversa) sia decisamente più elevata rispetto a quella degli uomini: infatti si riscontra il 17% per gli itinere con mezzo di trasporto e il 4% per gli itinere senza mezzo di trasporto; di converso per gli uomini si evidenzia il 10% per gli itinere con mezzo di trasporto e l 1% per gli itinere senza mezzo di trasporto Per gli infortuni mortali a livello nazionale il divario arriva addirittura al 52,7 % per le donne (48,2% itinere con mezzo di traporto più 4,5% itinere senza mezzo) contro 22,1% per gli uomini (19,7% itinere con mezzo di traporto più 2,4% itinere senza mezzo) ( slide pag. 8). A Bergamo dei 12 casi mortali del 2015 uno ha riguardato una donna, del settore sanità, evento avvenuto sulla strada in occasione di lavoro. La strada si conferma per le donne sempre il rischio maggiore sia in itinere che in occasione di lavoro. Questo probabilmente perché le donne sono principalmente occupate nel ramo servizi, ed in particolare in attività come personale domestico, sanità e servizi sociali, di per sé meno pericolose ma più soggette a spostamenti. Recenti studi sul fenomeno hanno evidenziato anche come il pendolarismo aumenti sia le difficoltà nella vita familiare e sociale, legata anche a stress emotivo (separazione/divorzio dal coniuge, condizione di single, gestione della casa, bambini, anziani, ecc), sia i disturbi del sonno. Maggiore rischio per le donne pendolari sarebbe anche dovuto 3

al ridotto numero di ore di sonno, minore tempo di recupero, riposo e svago, elementi che possono influire negativamente sull attenzione, sia nella guida del veicolo che negli spostamenti casa-lavoro, incrementando il rischio di infortuni stradali. Il maggiore utilizzo da parte delle donne di autovetture piccole e meno sicure sarebbe un altro elemento da considerare. Le variabili così identificate dalla letteratura evidenziano la necessità di un approfondimento dei singoli casi mortali e della dinamica dell infortunio, al fine di progettare efficaci politiche di prevenzione mirate al genere femminile. Relativamente all età delle infortunate, tutte le fasce hanno registrato nel 2015 un decremento infortunistico, ad eccezione della fascia d età 55-64 che ha avuto un leggero aumento. La fascia di età con maggior numero di eventi infortunistici è quella che va da 50 a 54 anni pari a 329 casi, seguita da quella che va da 40 a 44 anni con 325 eventi. (slide pag. 9) All interno di queste ultime due classi di età, gli infortuni delle donne costituiscono circa il 30% del totale degli eventi denunciati Si riscontra inoltre che la fascia di età da 55 a 59 anni ha la quota percentuale più elevata rispetto alle altre fascia di età rilevate, con 266 casi pari al 34% degli infortuni totali. La graduatoria dei settori di attività economica con maggior incidenza infortunistica femminile vede al primo posto l attività manifatturiera con il 20,5%, al pari degli uomini, al secondo posto seguono la sanità e i servizi sociali (18,1%), mentre per gli uomini il secondo settore a rischio sono le costruzioni. ( slide pag. 10 e 11). 4

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MALATTIE PROFESSIONALI Le malattie professionali segnalate nel 2015, riguardanti le lavoratrici, sono state 167 pari al 16% del totale complessivo delle patologie denunciate in provincia. In un contesto che, a livello nazionale, vede, da un lato diminuire gli infortuni e dall altro aumentare in modo significativo le malattie professionali, Bergamo si trova in linea con tale tendenza con un aumento del 23% delle patologie denunciate rispetto all anno 2011. ( slide pag. 14 ) Le malattie professionali che interessano maggiormente le donne si concentrano nei settori lavorativi dove la presenza delle stesse è più significativa. In particolare nel settore sanitario e di cura prevalgono le patologie del rachide così come nel mondo agricolo. Le patologie contratte dalle donne sono in prevalenza le malattie del sistema nervoso pari al 66% (collegato al sistema scheletrico) e le malattie del sistema osteomuscolare pari al 22% entrambe dovute al rischio dei movimenti ripetuti. (slide pag. 15 ) La realtà lavorativa bergamasca per il suo alto grado di industrializzazione, vede la maggioranza delle patologie denunciate nel settore industria, contratte dalle operaie. Inoltre, si riconferma, anche nella nostra provincia, il trend nazionale, con una presenza di patologie professionali riconosciute pari al 28% fra le collaboratrici sanitarie e del 13% in campo agricolo. (slide pag. 16 ) Tali settori sono caratterizzati, ancora oggi, dal rischio correlato alla movimentazione dei pazienti nel primo caso e dei carichi nel secondo caso che nel tempo creano danni permanenti al rachide. In tale quadro, che evidenzia una maggiore vulnerabilità nel settore agricolo e della sanità, è necessario che intervengano delle politiche e delle buone prassi a tutela di tali lavoratrici. 12

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