Cosenza, MAB Museo all aperto Carlo Bilotti



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Transcript:

MAB Museo all aperto Carlo Bilotti Cosenza Cosenza, MAB Museo all aperto Carlo Bilotti Nel cuore storico e commerciale della città di Cosenza, tra palazzi e antichi monumenti, c è un particolare Museo all Aperto, il MAB. Mimmo Rotella, Il lupo della Sila; Salvador Dalì, San Giorgio e il drago; Sasha Sosno, I bronzi di Riace e le Tre colonne doriche. Il MAB è nato grazie alla donazione di un facoltoso collezionista, Carlo Bilotti, nativo di Cosenza ma trasferitosi negli Stati Uniti, che alla sua morte, avvenuta nel 2006, ha voluto devolvere parte della stupenda collezione d arte da lui posseduta alla sua città natale. Questo particolare percorso artistico si sviluppa in Corso Mazzini, divenuto isola pedonale, partendo da Piazza Bilotti fino a Piazza dei Bruzi. Il MAB ospita le sculture di prestigiosi artisti contemporanei. Ogni scultura è posta su un piedistallo luminoso in plexiglas. A ogni piedistallo è associato un sistema elettrico in grado di riprodurre musica strumentale o una introduzione al museo stesso. Gli artisti e le opere che vi mostreremo in questo progetto sono: Giacomo Manzù, Il cardinale; Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca e Gli archeologi; Sasha Sosno I bronzi di Riace; Le Tre colonne Sasha Sosno (Alexandre Joseph Sosnowsky) è nato a Marsiglia nel 1937 e ha trascorso la sua infanzia in Costa Azzurra. Nel 1957 a seguito dell incontro con Arman, César e Yves Klein, Sosno entra nel gruppo del Nouveau Réalisme, teorizzato da Pierre Restany. Sosno si identifica all interno di questo movimento per la sua idea di by Alphabeti 1

obliterazione, chiudere per meglio vedere e meglio capire. L artista diventa dapprima fotoreporter e segue i grandi conflitti degli anni 60 ma, molto segnato da questi eventi, decide di esprimere questa esperienza attraverso le arti plastiche. In queste opere, esposte al MAB I bronzi di Riace e le Tre colonne doriche l artista elabora gli archetipi dell arte classica, sia per sfruttare la memoria collettiva che per ricordare come il nostro quotidiano sia radicato sul modello e sul pensiero classico occidentale. I bronzi di Riace Questa scultura è un elaborazione dell artista dell archetipo dell arte classica. Attraverso questa visione dell arte contemporanea e posti in questo contesto, i bronzi di Riace appartengono ancora di più a questa terra calabra. Le figure sono ritagliate in una rigorosa lastra di bronzo. Attraverso il vuoto della silhouette, lo spettatore può guardare cosa c è oltre. Le tre colonne Le tre colonne ritagliate nel marmo bianco, sono posizionate in sequenza, con il basamento posto su una piccola aiuola. Nel capitello delle colonne è riconoscibile lo stile dorico dell architettura classica. Attraverso l apertura delle colonne, si possono osservare scorci della città moderna: dal passato la visione del contemporaneo. Giacomo Manzù Il cardinale Giacomo Manzù (Giacomo Manzoni) nacque a Bergamo nel 1908. La sua esperienza artistica cominciò fin da ragazzo, quando si iscrisse alla scuola serale di plastica decorativa Fantoni, a Bergamo. Nel 1929 partì alla volta di Parigi influenzato dalle correnti artistiche sviluppatesi nella capitale francese. Successivamente si stabilì a Milano dove partecipò a diverse collettive con altri grandi artisti di quel periodo. La fama dello scultore bergamasco inizia ad affermarsi in maniera prorompente negli ambienti artistici, come testimoniano le autorevoli mostre, in cui compare il suo nome, che culminano con la personale, a lui dedicata nel 1937, presso la Galleria della Cometa a Roma, presentata in catalogo da un testo di Carlo Carrà. Da quel momento le opere di Manzù vennero esposte nelle mostre più prestigiose a Milano, Parigi e New York. La carriera di Manzù è stata lunga e proficua tanto da meritarsi l appellativo di Michelangelo del XX secolo. Morì a Roma nel 1991. Negli anni 30, durante una visita al Vaticano, Giacomo Manzù rimase fortemente suggestionato dalla figura del Papa seduto tra due cardinali. Questa immagine lo portò a sviluppare il celebre tema dei cardinali, presente fino alla fine della sua produzione. by Alphabeti 2

Il Cardinale La figura del cardinale in piedi, si presenta come solenne immagine in bronzo costruita in una schematica struttura piramidale. Il Cardinale è avvolto nella sua stola, lo sguardo fisso e assorto, il capo dominato dalla mitra. La figura è sobria, senza alcun particolare di rilievo che salti all occhio dell osservatore, solo una mano fuoriesce dalla stola. Giorgio De Chirico morì a Roma nel 1978. Carlo Bilotti fu un grande collezionista delle opere di De Chirico. Le opere di questo artista, che sono conservate nel Museo Bilotti a Roma, sono rappresentative dei soggetti più famosi da lui prodotti dalla seconda metà degli anni Venti agli anni Settanta. Questi soggetti risalgono a un periodo felice di creatività e riconoscimento internazionale, successivo agli anni della prima metafisica. Giorgio De Chirico Ettore e Andromaca; Gli Archeologi Giorgio De Chirico nacque nel 1888 a Volos, in Grecia. Dal 1903 al 1906, frequentò il corso di disegno della sezione Belle Arti presso il Politecnico di Atene. Successivamente, in seguito alla morte del padre, l artista si trasferì con la famiglia in Italia, poi a Monaco, dove la sua arte subì l influenza di Bocklin. Ritornato in Italia, cercò di trasporre nelle sue opere quel sentimento misterioso e potente scoperto nei libri di Nietzsche. A Parigi, invece, si svilupperanno le ulteriori prove metafisiche. La sua vita è stato un continuo viaggio tra le città dell arte: Parigi, Roma, Firenze, Milano. La sua carriera, lunga e produttiva, è stata costellata da numerosi riconoscimenti. by Alphabeti 3

Giorgio De Chirico Ettore e Andromaca In questo gruppo scultoreo si avverte tutto il pathos legato al tema dell addio. Ettore, abbigliato da guerriero con la lancia in mano e l atteggiamento fiero, abbraccia Andromaca prima della battaglia. Andromaca è disperata per la partenza del suo uomo, nasconde il volto sul petto di lui. La scena è interpretata dai consueti manichini dechirichiani, resi più umani dal gesto del momento e dal vento che scuote il mantello di Ettore e la veste di Andromaca. I due archeologi Due figure, rese dai manichini di De Chirico, sono sedute su un tradizionale divanetto imbottito, affiancate e una avvolge l altra con il braccio fino a portarle la mano sulla spalla. Entrambi i manichini hanno la veste panneggiata alla maniera classica, di cui è un chiaro richiamo. Le figure hanno in grembo delle architetture, vestigia delle antiche civiltà, altro evidente richiamo al passato e al mestiere dell archeologo. Queste architetture sembrano venire fuori dal petto delle due figure rese misteriose dall assenza del volto. Una delle due regge in mano una tavoletta, che altre volte si trova tra le mani dei manichini dechirichiani. Salvador Dalì San Giorgio e il drago Salvador Dalì (Salvador Felipe y Jacinto Dalì) nacque nel 1904 a Figueras, nella provincia catalana di Gerona. Fin da piccolo Dalì fantasticava popolando la sua vita di figure immaginarie. Nel 1921 venne ammesso all Accademia d Arte di San Fernando a Madrid, ma verrà presto sospeso e poi espulso a causa delle feroci critiche ai suoi insegnanti. Importante nella sua vita fu l incontro con Picasso. Nel 1930 Dalì sviluppò il suo celebre metodo paranoicocritico. Altro incontro importante nella sua vita fu quello con Freud. Salvador Dalì partecipò anche a produzioni cinematografiche con Hitchcock, Luchino Visconti e Peter Brook, e, successivamente, realizzò le scenografie e il libretto del Ballet de Gala con le coreografie di Maurice Béjart. Gli anni successivi hanno visto la carriera di Dalì costellata di onorificenze e di mostre allestite in grandi musei come il Guggenheim, in centre Pompidou e la Tate Gallery. Salvador Dalì morì nel 1989 nella torre Galatea del suo castello di Pùbol. by Alphabeti 4

San Giorgio e il drago La composizione di questo gruppo scultoreo si dispone su tre livelli: in basso c è il drago, dominato dal cavallo rampante che lo imprigiona tra le zampe. Sopra al cavallo c è San Giorgio, il fulcro della scena, che domina la composizione, in atto di trafiggere il drago tra le fauci con la lancia. La composizione è resa dinamica soprattutto dal movimento del cavallo. Il San Giorgio di Dalì, senza volto, quasi ricorda i manichini di De Chirico. Mimmo Rotella Il lupo della Sila Mimmo Rotella nasce a Catanzaro nel 1918. Rotella studiò arte a Napoli e nel 1941 si trasferisce a Roma, senza però lasciare del tutto Catanzaro. Dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, inizia a dipingere quadri neo geometrici. Le sue ricerche e sperimentazioni si sono orientate in diverse direzioni: fotografie, foto montaggi, assemblages di oggetti eterogenei, poesia fonetica, musiche primitive, poesia fonetica. Negli anni 1951/52 è negli Stati Uniti, ma nel 1953 interrompe la sua produzione artistica in seguito a una crisi. Immediatamente, però, arriva l illuminazione Zen, così definita da lui stesso, e inizia la produzione del decollage, ovvero pezzi di manifesti strappati per strada incollati sulla tela. La sua carriera continua negli anni forte di questa ispirazione ed espone le sue opere nei più famosi musei del mondo e partecipando alle mostre più famose. Mimmo Rotella, considerato uno dei più grandi artisti italiani del novecento, muore a Milano nel 2006. Le sue opere figurano nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Mimmo Rotella Il lupo della Sila Questa scultura rappresenta il lupo della Sila mentre ulula. E realizzata in marmo verde, semplice e lineare nella forma. Mancano completamente i tratti somatici della bestia ma tutto il corpo sembra percorso da un movimento reso con linee incise curve e sinuose. by Alphabeti 5