Ma qui si parla d altro. Si parla di disagi. Si parla di lasciare Roma alla ricerca di opportunità che la città non offre.



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Tempio di Adriano Piazza di Pietra - 25 luglio 2013 Discorso del sindaco Ignazio Marino alla presentazione dello studio Censis Un agenda urbana per Roma Buongiorno a tutti e grazie per il vostro invito ad intervenire alla presentazione della ricerca Un agenda urbana per Roma, voluta dall Alleanza delle piccole e medie imprese di Roma 97.6 e condotta dal Censis per conoscere i punti nevralgici del vivere quotidiano nella nostra città. Devo dire che sono un Sindaco fortunato. Per chi, come me, si è insediato da poco alla guida di una città come Roma avere a disposizione un così autorevole studio che disegna i desideri e le aspirazioni dei romani è di grandissimo aiuto. E di questo ringrazio sia Roma 97.6 sia la Rete Urbana delle Rappresentanze, che per conto del Censis ha realizzato la ricerca. Desidero avviare la mia riflessione partendo da quanto emerge negli ultimi due punti dell indagine: la percezione che i romani hanno sulla vivibilità urbana e sul vivere altrove. Parto dai capitoli conclusivi, perché meritano, a mio avviso, un attenzione particolare. E perché sono il punto di partenza per i ragionamenti che seguiranno. La vivibilità urbana, dicevamo. L esito dell indagine su questo punto è preoccupante. Solo l 11% degli intervistati definisce buono il livello di vivibilità contro un dato nazionale del 33% individuando nella chiusura di negozi, nella diminuzione dei servizi locali, nel peggioramento della manutenzione e pulizia di strade e spazi pubblici i punti più nevralgici. Alla qualità della vita è legato il desiderio di vivere altrove. Di cambiare aria. Di vivere in un altra città, che si pensa possa offrire migliori opportunità e una più alta qualità della vita. La visione dell altrove è molto radicata nei giovani. Due su tre, fra i 18 e i 29 anni, dichiarano di essere disponibili a spostarsi. Parliamo del 67% delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Concordo con i ricercatori del Censis quando definiscono il risultato impressionante. Da una parte il desiderio di guardare oltre è un bene. È naturale e necessario. Nuove esperienze, in Italia o all estero, formano il carattere e rafforzano una professionalità. Lo dice una persona che ha vissuto e lavorato a lungo negli Stati Uniti e, quindi, conosce a fondo quali siano le spinte emotive che animano il desiderio di guardare altrove. 1

Ma qui si parla d altro. Si parla di disagi. Si parla di lasciare Roma alla ricerca di opportunità che la città non offre. E questo incide sulle sicurezze delle persone. Le frammenta. Disperde i talenti. Se i giovani prendono strade che portano lontano da Roma è perché la città non offre lavoro: nel 2010 la disoccupazione giovanile era del 30.5% (Fonte Sant Egidio), nel 2011, secondo l ufficio studi della Camera di Commercio di Roma, era del 36.1%, una percentuale che oggi supera il 40%. Percepire la propria città come poco vivibile e desiderare di andare a vivere altrove sono la sintesi di un malessere complessivo, che abbiamo io per primo il dovere di contrastare per ricostruire un nuovo sistema più vicino alle esigenze dei cittadini e, al tempo stesso, più attraente di quello attuale. Vivibilità e capacità di attrarre. Per vivere meglio e perché Roma torni un luogo dove investire e produrre lavoro. Vivibilità e capacità di attrarre, dunque. Sono le due leve che utilizzerò per cambiare Roma. Perché torni a conquistare nel mondo quel ruolo che le compete per fama. Ma soprattutto torni ad essere vicino ai romani. Ho letto con dispiacere le pagine della ricerca in cui i nostri concittadini definiscono la loro città poco vivibile. Una percezione positiva della vivibilità del luogo in cui si vive vuole dire che esiste una soddisfazione di base sui servizi erogati, sulla condizione complessiva della città, sulla sua organizzazione, sull efficienza dei servizi urbani. Vuol dire che esiste una raccolta e riciclo dei rifiuti che funziona davvero. Che le iniziative culturali, grandi e piccole, colorano tutti gli angoli di Roma. Che il sistema del trasporto pubblico locale è efficiente. Che esistono serie politiche per la famiglia, luoghi per fare sport e spazi verdi. Le romane e i romani ci chiedono di dare attenzione alle piccole cose: una strada pulita, un autobus che arriva puntuale, uno sportello rapido ed efficiente. Interventi apparentemente minimi, che però devono essere prioritari, perché influiscono fortemente sul vivere quotidiano delle persone. L insieme efficiente di questi servizi fa sì che una città sia un luogo con una vivibilità urbana elevata. E la qualità del vivere genera rapporti felici. E persone felici contribuiscono a costruire una comunità più inclusiva e solidale, che è alla base del vivere civile. Perché questo accada è essenziale una collaborazione con tutti voi. 2

Con il mondo della innovazione, della ricerca e con quello delle imprese, generatori di grandi risorse ed energie. I tempi sono difficili, ma non dobbiamo rassegnarci al peggio. Dobbiamo dire alle ragazze e ai ragazzi della nostra città che guardare altrove è necessario per la propria crescita personale e professionale, ma dobbiamo impegnarci perché Roma offra le migliori opportunità per il loro futuro. Da Roma non si deve scappare. Al contrario. A Roma bisogna arrivare e, se possibile, restarci. Per investire. Per farla crescere. Per renderla migliore. Dobbiamo, però, sconfiggere l incuria. Pochi giorni fa, durante la presentazione all Assemblea Capitolina delle linee programmatiche dell Amministrazione, ho parlato proprio di questo. Quando dico incuria, non mi riferisco solo ad un sacchetto d immondizia abbandonato in strada, alle scritte sui muri, alla carenza di mezzi pubblici. L incuria per me è soprattutto un atteggiamento mentale. Condiziona il modo di agire, di scegliere, di cogliere le sfide. Di osare e di raccogliere le opportunità del terzo millennio. Per questo sento di rivolgere il mio profondo apprezzamento al mondo delle piccole e medie imprese romane, che si sono riunite in Roma 97.6. Il numero che ha dato il nome alla vostra associazione è di per sé un valore immenso: il 97.6% del mondo imprenditoriale romano è costituito da piccole e medie imprese. Avete avuto coraggio. Avete accettato una sfida. Avete dimostrato un grande senso di responsabilità verso la città. Avete avuto la forza di cambiare mentalità, di combattere l incuria di cui parlavo. Avete compreso che in un momento storico di così grande difficoltà, per costruire un futuro diverso è necessario stare insieme. Avete accettato di sfidare le difficoltà. E per questo vi dico che Roma 97.6 potrà sempre contare sull Amministrazione Capitolina. Per ripartire insieme. E percorrere insieme la stessa strada, che avrà nuove regole e la certezza della legge. Condizioni essenziali per lo sviluppo di Roma. Roma, però, ha bisogno di molte cure. In questi anni abbiamo assistito alla nascita spontanea di tante realtà associative, impegnate nella difesa del sociale e del territorio: reti di volontariato, comitati di quartiere, ma anche tante singole intelligenze e volontà che costituiscono oggi gli anticorpi di un organismo sociale che vuole guarire. 3

E di cure hanno bisogno proprio le piccole e medie imprese romane, protagoniste assolute del tessuto economico locale. Devono rimarginare le ferite provocate da un contesto di difficoltà economica e sociale che le sta portando a pagare prezzi molto alti. E questo nell Amministrazione capitolina è un dato evidente. Porto un esempio, emerso da un confronto con l Assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo. Roma Capitale, prima della crisi dell intero Paese, incassava 100 milioni l anno di oneri di urbanizzazione. Oggi ne incassa 54. Le pratiche sono pronte, ma i privati non vengono a ritirarle perché non hanno soldi. Ora, nel decreto del Fare si agisce sulle procedure. Ma qui il problema è un altro: è la costruzione di un sistema creditizio vicino alle imprese. Sensibile all economia reale. Solo così, gli imprenditori potranno riprendere a lavorare e a creare lavoro. Parliamo, peraltro, dell edilizia che come si sa viene indicata come una di quelle aree strategiche su cui investire in chiave anticiclica. Per questo abbiamo avviato una iniziativa volta a sollecitare il sistema creditizio e avviare un confronto con quest ultimo e con tutte le istituzioni interessate. Perché la difficoltà di accesso al credito espone le aziende ai fenomeni di criminalità come il racket e l usura. Da parte nostra, quello che possiamo fare è lavorare, giorno dopo giorno, per costruire un muro invalicabile di buone pratiche in grado di arginare la diffusione delle mafie. Abbiamo iniziato da Ostia, dove vogliamo che torni la legalità. E questo può accadere anche con una presenza più forte dell Amministrazione. Per questo all interno del Municipio X verificheremo tutti gli atti del passato, controlleremo come sono stati affidati gli incarichi e i contratti di natura economica e guarderemo le cifre, cominciando dalla piccole cose. Anche questo è un modo per stare più vicino ai cittadini e alle imprese. Con una consapevolezza: il cambiamento passa attraverso uno sguardo a lungo termine e azioni concrete. Per me è fondamentale cambiare le regole e costruire una nuova visione della città, che abbia progettualità, senso civico e una visione orientata al bene comune. Perché una città che funziona è una risorsa per le imprese che devono poter svolgere la propria attività in tranquillità e nel modo più competitivo possibile, ma è soprattutto un diritto dei cittadini. E perché il territorio possa conquistare quote di turismo il vero petrolio di Roma attirare risorse, umane e finanziarie. Ognuno deve avere consapevolezza del proprio ruolo. Io per primo, insieme alla mia Giunta e insieme a tutti voi. In un percorso partecipato. 4

Come sta accadendo per i Fori, dove ogni aspetto viene condiviso con le persone e i soggetti interessati. Abbiamo accolto i suggerimenti dei cittadini per una pista ciclabile su via Labicana e, quindi, modificato il disegno. Avremo così una corsia dedicata alle bici su via Labicana e viale Manzoni che, in un prossimo futuro, potrà proseguire su via dei Fori. Desidero lavorare per questa città, per tutti i suoi abitanti, perché possano sentire e vedere la vicinanza dell ente pubblico, applicando i principi della buona politica. E farlo senza scappatoie. O si vince o si perde. Perché la partita in gioco è enorme. A Roma, purtroppo, oltre all efficienza nell organizzazione e nei servizi, si sono persi senso etico e di comunità. Si è persa capacità di innovazione e forza produttiva. Roma sembra aver perso la bussola e una chiara direzione di crescita. Uno degli evidenti sintomi di questo disagio è dato proprio da quanto accade nel mondo delle piccole e medie imprese. Se da una parte le imprese aumentano, dall altra si registra un rallentamento nella crescita, soprattutto per quelle artigiane. Nel 2012 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il record negativo del 10% (era al 5.8% nel 2007). Possiamo solo pensare che la crisi generi autoimprendiorialità. Molta gente esce dal mondo del lavoro e non trovando un occupazione crea un'impresa poco strutturata e destinata a durare poco. Così si crea solo un sistema schizofrenico, che non produce risultati stabili, ma solo speranze dalle prospettive temporanee. È, quindi, sempre più indispensabile investire su un ampio progetto di riqualificazione urbana. Un progetto che deve necessariamente passare per un piano complessivo di rilancio dell artigianato locale e di rilancio dell innovazione a partire dal polo tecnologico e farmaceutico fino al sistema agroalimentare. Un progetto al quale sta lavorando l assessore Marta Leonori che deve mettere al centro della sua azione il saper fare dei romani. Per sostenerlo e valorizzarlo. A Roma esistono piccole e grandi imprese manifatturiere, start up innovative, realtà depositarie di una antica tradizione artigianale. Oggi attendono solo di essere di essere incentivate. Prendiamo ad esempio le botteghe storiche. Non intendiamo avviare politiche che portino all apertura di nuovi centri commerciali, anzi vogliamo difendere le botteghe storiche che rappresentano la storia e la cultura delle piccole e medie imprese romane. Per questo la realizzazione della Casa dell Artigianato è un obiettivo non più rinviabile. Una struttura che sarà un centro per la valorizzazione delle attività artistiche e tradizionali e dei luoghi dell artigianato romano, dove trasferire i saperi alle giovani generazioni. 5

Un luogo di incontro con nuove professionalità, dove le imprese artigiane possano trovare orientamenti per rispondere alle nuove domande del mercato e alle necessità dell innovazione. Perché è indubbio che Roma abbia una specifica vocazione nell economia dei servizi. È nostro dovere, quindi, non disperdere il patrimonio di competenze e conoscenze che sino ad oggi hanno caratterizzato la nostra città. Al tempo stesso dobbiamo guardare con attenzione al nuovo, a coloro che a Roma cercano un futuro. Ai cittadini stranieri, che rappresentano una risorsa sia per l economia locale sia per il contributo alla coesione sociale nei quartieri. Gli stranieri a Roma rappresentano una parte attiva e vivace nella costruzione di imprenditoria. Esprimono, altresì, nuove possibilità di incontro e convivenza. L imprenditoria straniera va dunque sostenuta, come grande opportunità di integrazione e inclusione sociale, oltre che di sviluppo e diversificazione dell economia urbana. Roma deve saper sostenere questa positiva evoluzione promuovendo garanzie e diritti e contrastando il lavoro nero. Con la consapevolezza che i cambiamenti devono iniziare sempre dalle Istituzioni. Per questo abbiamo avviato con la Regione Lazio una nuova stagione. Il Campidoglio e la Pisana si incontreranno a cadenze definite, per un confronto costante sui temi principali per lo sviluppo del nostro territorio. Solo così riusciremo a realizzare il nostro obiettivo prioritario: quello di stabilire un patto per la città tra cittadini e forze produttive in grado di affrontare la grave crisi economica. Dobbiamo essere sinceri: ogni scelta futura sarà condizionata dal quadro economico e finanziario. Ma questo non deve impedirci di agire con buon senso, con passione ed entusiasmo. Con fiducia e senso dell innovazione. Di agire e collaborare nell esclusivo interesse delle romane e dei romani, riattivando quell efficienza e funzionalità che serviranno a produrre nuove ricchezze e opportunità di lavoro in servizi intelligenti e perché no? rivoluzionari. La strategia per il rilancio delle attività produttive comincia dagli investimenti sulle nuove tecnologie. Stiamo per questo lavorando per unificare le reti wifi presenti nella Capitale. Ne ho parlato con le diverse Istituzioni interessate e del progetto se ne sta occupando l'assessore Leonori, che guida l assessorato Roma Produttiva. Roma Produttiva, appunto. Lo abbiamo voluto chiamare così, per dare risalto a chi produce lavoro con le sue idee, intelligenza, passione e competenze. A tutte queste persone dico che a Roma troveranno un Amministrazione che tenderà loro una mano. Non burocrati disinteressati alla realtà esterna, chiusi nella loro impenetrabilità, 6

ma una struttura comunale snella e realmente trasparente, che si adopererà per semplificare i processi. Semplificare i regolamenti. Cominceremo dal regolamento edilizio del 1934, che va attualizzato perché non risponde più agli standard oggi richiesti dal settore. Lo stesso faremo con i regolamenti sul commercio e sull artigianato, comprensivi di quelli sulla tutela delle attività del Centro Storico, sulle aree pubbliche, sull occupazione del suolo pubblico, sulle insegne e sui rifiuti. Dobbiamo procedere immediatamente per semplificare, per ridurre gli oneri e dare maggiori certezze alle imprese. Proseguiremo creando collaborazioni e accordi con altre Istituzioni e realtà produttive. Penso all Expo 2015 e ad un accordo di promozione da siglare insieme a Milano in vista dell esposizione universale. Penso, anche, ad un progetto che mi sta particolarmente a cuore: dotare Roma Capitale di una struttura dedicata ai rapporti con l Unione Europea, che sia al servizio delle imprese e dei cittadini tutti. Perché il futuro di Roma passa necessariamente per l Europa. Perché l Europa, per Roma, vuol dire risorse. Ecco perché la costituzione dell Ufficio Roma Europa. Una struttura in grado di individuare le possibilità finanziarie esistenti per finanziare e gestire specifici progetti sui quali investire con la nostra capacità di innovazione. Un ufficio che individui partners in altre città europee per entrare in quei circuiti internazionali di scambio da cui oggi siamo esclusi. Dobbiamo recuperare il tempo perduto e non farci trovare impreparati nell ambito dei progetti legati alle Smart Cities. Per intercettare i rilevanti finanziamenti europei destinati a questo ambito nel ciclo 2014-2020, il piano europeo cosiddetto Horizon 2020. In questo contesto un ruolo imprescindibile lo riveste il circuito formativo, universitario e di ricerca. Roma ha un alta concentrazione di Università pubbliche e private, di centri di ricerca di eccellenza, di istituti tecnici e professionali. L energia e il sapere c è già e vive tutti i giorni in questi luoghi. E noi punteremo sulla scienza e sulla ricerca, considerandole entrambe strumenti essenziali per lo sviluppo economico. Il compito che ho assunto è dare spazio, voce e valore all energia vitale di Roma. E da questa energia sto ripartendo. Per avviare una rinascita sociale, economica e culturale. È importante, però, che vi abbia al mio fianco. Anche con posizioni critiche, ma che mi auguro siano sempre ispirate dal desiderio di lavorare per il bene di Roma. 7

Da parte mia posso dirvi che ascolterò tutti, che sarò sempre un interlocutore curioso e attento, affinché, insieme, si possano dare le risposte migliori per il futuro della nostra comunità. Sfidando la crisi. Restituendo a Roma la dimensione e l efficienza di una metropoli europea, capace di produrre valore, ripartendo dai suoi talenti, attraendo turismo e investimenti sostenibili. Che mette al centro le persone, le loro vite, le loro difficoltà, le loro speranze. 8