Conferimento del Master Honoris Causa in Gestione Integrata d Impresa Luca Cordero di Montezemolo, Presidente e Amministratore Delegato Ferrari



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Transcript:

Conferimento del Master Honoris Causa in Gestione Integrata d Impresa Luca Cordero di Montezemolo, Presidente e Amministratore Delegato Ferrari 17 luglio 2003, Villa Valmarana Morosini, Altavilla Vicentina (VI) Lectio Magistralis Dopo l accoglienza riservatami e la presentazione della nostra azienda - eccellente, concisa e focalizzata sulle priorità, per la quale mi complimento - non è facile prendere la parola. Innanzitutto sento il desiderio, oltre che il dovere, di ringraziarvi molto per questo onore. Ricevere un riconoscimento fa sempre piacere, ma ancora di più riceverlo in questo contesto, con queste motivazioni, di fronte a dei giovani e a dei meno giovani, in un azienda di formazione che riesce a mettere insieme il guardare avanti, formazione e aggiornamento professionale ma anche una finestra sul mondo, un forte contatto, un forte insediamento nel territorio, che sono elementi importanti. Credo che sarebbe pleonastico, noioso e fuori luogo da parte mia, dopo questa presentazione così approfondita, parlare della Ferrari. Vorrei solo dire che sono molto contento di essere qui oggi, perché sento grande il legame tra lo spirito, l attività della Ferrari e quello del Nord-est. Io non ho mai avuto l opportunità di lavorare in quest area, pur avendo molti amici e pur avendo, come Ferrari, delle aziende del territorio del Nord-est, e vicentino in particolare, che rappresentano fornitori di eccellenza per noi. Eppure qui io mi sento a mio agio, perché vedo tanti momenti di contatto e di identità rispetto al nostro lavoro alla Ferrari: attenzione e forte contatto col territorio, finestre aperte verso il mondo, innovazione, attenzione agli uomini, al prodotto, ai clienti, piedi per terra rispetto a quelli che sono i nostri problemi e le nostre priorità. La Ferrari è un azienda non dissimile da quelle del Nord-est: è stata caratterizzata da un fondatore eccezionale, che l ha fondata e l ha portata al successo, così come tanti imprenditori di questa terra e non solo di questa. Dopodiché, la fase della crescita e dello sviluppo per la Ferrari, difficile. Se nel 1969 Enzo Ferrari non avesse siglato

l accordo con la FIAT, credo che la vita per l azienda sarebbe stata estremamente problematica. E un po quello che succede in questo momento nel Nord-est. Io ho guardato con attenzione e interesse l ultimo rapporto della Fondazione Nord-est, perché mi interessava anche come termine di paragone e riflessione rispetto alla nostra zona, al nostro distretto, quello dell Emilia-Romagna, ed in particolare quello di Modena. Ho sentito parlare, al di fuori, di crisi del Nord-est, di fine di una certa avventura, di fine di un epoca. Io non sono affatto d accordo. Credo che, come nella vita delle persone, anche nella vita delle aziende ci siano delle fasi e che il fattore di grande successo, che ha caratterizzato questo territorio, non sia finito, ma stia entrando in una seconda fase: una fase altrettanto motivante, difficile, e per certi aspetti diversa. Richiamo la vostra attenzione su tre elementi. Il primo elemento è la dimensione. La dimensione è importante, quindi ben vengano aggregazioni, ben venga quello che è successo tra Ferrari e FIAT. Crescere, però, non significa solo allearsi con grandi aziende o aumentare i propri dipendenti. Crescere è soprattutto, a mio modo di vedere, una questione di mentalità, di organizzazione, di strategia, in cui, da un lato, ben vengano le delocalizzazioni. Voi oggi avete un problema di reperimento di manodopera, di dimensioni, di territorio ormai invaso dalle fabbriche, quindi andare all estero è un fatto importante. Credo che, non a caso, Vicenza abbia dato un segnale fortemente innovativo nel modo di andare all estero: attraverso il distretto, non in maniera sparpagliata, non privilegiando un settore rispetto all altro, ma riportando la capacità di fare sistema. Ho molto apprezzato questo e credo che sia un insegnamento che vada seguito da parte di tanti altri distretti italiani. Un problema è, dunque, la localizzazione. Un altro problema è la dimensione. Torno al concetto della volontà e della capacità per molte famiglie, che hanno fondato e sviluppato con successo delle aziende, di dare spazio ai manager - e qui arrivo all importanza di scuole come il CUOA per favorire ed aiutare un cambio di mentalità, un cambio di capacità di organizzazione delle proprie aziende. Spesso mi sento chiedere, soprattutto da giornalisti stranieri, quali sono i segreti del successo Ferrari.

Io dico sempre che sono tre: Uomini, Prodotto, Clienti. Qui mi rivolgo agli imprenditori di successo (e sono tanti), a chi ha saputo fare delle due ruote italiane un fatto di successo nel mondo contro dei grandi colossi e mi sento molto vicino a questa sfida anche tecnologica. Mi rivolgo, in particolare, a voi giovani: sembrano banali questi tre concetti, ma sono tre titoli sotto i quali ci sono decine di sottotitoli. Uomini vuol dire la forza dell azienda: formazione, miglioramento continuo, qualità dell ambiente di lavoro, motivazione delle persone, riorganizzazione continua, innovazione nel modo di organizzare l azienda, nel modo di far crescere i propri dipendenti e nel modo di fare squadra. Quando qualche amico imprenditore mi dice: Sono contento perché finalmente ho finito la riorganizzazione dell azienda, io gli rispondo: Come? Sei all inizio, non hai finito. Non ci si deve fermare mai. La riorganizzazione è qualcosa in continua evoluzione. Nel nostro mestiere, quello dell automobile, abbiamo avuto il boom, negli anni Settanta-Ottanta, del modo di lavorare giapponese: Toyota, produzione snella. Poi è stato il momento di Krysler: era un azienda al limite della bancarotta e ha saputo innovare fortemente le sue organizzazioni, introducendo il concetto del lavoro in team. Allora i giapponesi sono passati in secondo piano e tutti a copiare Krysler. Attenzione: ben venga studiare e analizzare quello che succede nel mondo, ma mai riportare come una fotocopia criteri organizzativi, anche di successo, alle proprie aziende: bisogna sempre saperli adattare alle caratteristiche, alle esigenze, alle priorità, ai programmi, alle dimensioni delle proprie aziende. L organizzazione è uno dei temi fondamentali quando si parla di innovazione. E qui mi ritrovo anche con le parole del Prof. Camuffo: guardiamo all estero, ma apriamoci al mondo, usciamo dalle risse di cortile italiane: questo è un tema che vale anche per il nostro mondo associativo. Abbiamo degli imprenditori eccezionali (piccoli, medi, sempre meno quelli grandi che purtroppo sono in via d estinzione - dico purtroppo perché io sono a favore di un sistema industriale integrato, forte, unito, trasparente, che faccia sistema, che non abbia divisioni). La capacità di questa terra di fare sistema è stata la parte vincente. Tornando all organizzazione, noi dobbiamo essere capaci di

innovare continuamente: innovare sul prodotto, innovare sul processo, a 360. Dobbiamo mettere i nostri uomini in condizione di crescere, dobbiamo saper delegare. Io incontro cinque volte l anno i neolaureati che entrano alla Ferrari e alla Maserati e dico loro: Voi avrete delle delusioni, anche se lavorate in due aziende eccezionali, rispetto alle vostre aspettative. Dovete resistere, dovete avere grinta, ma dovete avere due capacità per me fondamentali. Prima di tutto l umiltà, giorno per giorno, di imparare. Per me la più grande soddisfazione, quando torno a casa la sera, è di aver imparato o aver scoperto qualcosa di nuovo. Dev essere così per voi, con umiltà e determinazione. La seconda caratteristica è la capacità di essere propositivi e di lavorare in gruppo. Non esiste più il one-man-show, in nessuna azienda, a maggior ragione in aziende che devono saper fare squadra e team. Quindi il primo concetto consiste in uomini, organizzazione, formazione, motivazione, capacità di far crescere i propri collaboratori, capacità di essere leader all interno, valorizzando i propri collaboratori e sapendo premiare chi merita o non premiare chi non merita. Secondo concetto: il prodotto. E qui è tutto per noi. Che uno faccia motociclette, frigoriferi, scarpe, antenne per le automobili o le stese automobili il prodotto è tutto. Ma dietro il prodotto ci sono degli uomini: per fare dei prodotti eccezionali ci vogliono uomini eccezionali, organizzazione eccezionale, coraggio, creatività, capacità di rischio, capacità di investire. Molte aziende anche del nostro settore, negli ultimi dieci anni, non hanno saputo focalizzare investimenti, tecnologia, rischio sul prodotto. E questo si paga, perché abbiamo dei concorrenti straordinari non solo in Europa, non solo negli Stati Uniti, non solo in Giappone, ma anche in tanti altri paesi emergenti dell Estremo Oriente, a cominciare dalla Corea. La battaglia si fa sull innovazione e questo è un altro dei temi fondamentali di questo paese. Formazione, innovazione: termini che magari lasciano perplesso il grande pubblico. Sono sicuramente delle priorità, accanto agli annosi problemi legati alle infrastrutture e all eccessiva fiscalità e burocratizzazione del paese. Ma ora focalizziamoci su queste priorità che soprattutto il nostro mondo, quello dell impresa, sente come grande

esigenza: formazione, investimenti nei giovani, nelle scuole di managerialità, maggior rapporto tra università e impresa, maggior rapporto, come avviene qui, tra le nostre associazioni di categoria e il mondo della scuola. Altrimenti in futuro pagheremo molto cari questi anni e chi verrà dopo di noi avrà ragione a dire che in questo Paese, all inizio degli anni Duemila, è mancata una classe dirigente che sappia guardare avanti, dare regole, fare sistema, non litigare ma riuscire a volare più alto aprendosi anche al di fuori dei confini nazionali. Io per il mio lavoro alla Ferrari esporto il 90% della produzione. Ho avuto la fortuna e il privilegio di avere amici e di tessere tanti rapporti al di fuori dell Italia. Mai come in questi ultimi due anni mi sono sentito chiedere (da imprenditori, da giornalisti, da banchieri): Con chi dobbiamo parlare in Italia? Chi sono i punti di riferimento di questo paese?. Questo è grave e ce ne dobbiamo far carico anche noi, che crediamo in qualche modo di rappresentare qualcosa in questo Paese: con l impegno, con i fatti, ma cercando, finalmente, di guardare alle cinque grandi priorità del Paese e lavorare tutti insieme in funzione di queste priorità. Altrimenti il Nord-est, come altre aree d Italia, può innovare, può delocalizzarsi, può avere una mentalità manageriale più moderna, ma se dietro non c è un Sistema-Paese che è in grado di volare più alto, di supportare questo disegno, è come andare sul ring del mondo a fare a cazzotti con le mani legate dietro la schiena. Saremo forti, avremo entusiasmo, avremo il gusto del rischio ma c è un limite a tutto! Si rischia il masochismo. Quindi il secondo tema è il prodotto, nella Ferrari e in tutte le nostre aziende. E il prodotto è tutto. Il tema prodotto comprende molte voci, che non sono solo la qualità, l innovazione, l affidabilità. Noi abbiamo vinto dei mondiali non solo perché siamo andati più forte degli altri, ma perché siamo arrivati alla fine delle gare, e questo è fondamentale per l affidabilità. Abbiamo dei concorrenti fortissimi, come tutti voi, qualunque mestiere facciate. Abbiamo quindi la necessità di avere chiarezza fondamentale sul prodotto: che tipo di prodotto vogliamo fare, a chi ci rivolgiamo, che tipo di innovazione caratterizzi questo prodotto. E qui diventa fondamentale il rapporto coi fornitori. La Ferrari o la Maserati non potrebbero essere a questi livelli senza un grande rapporto con i fornitori, che ci

offrono tre cose: innovazione (noi non possiamo di avere la presunzione e la capacità di fare tutto in casa), che vuol dire prodotti innovativi e di qualità; benchmarking di quello che succede in giro per il mondo (sapere cosa sta per arrivare fra tre anni, fra cinque, fra sette); la possibilità di mettere insieme progetti innovativi dividendo il rischio e dividendo gli investimenti. Quindi il rapporto con i fornitori è fondamentale e mi fa piacere che il responsabile di un team di lavoro nell area fornitori molto importante, che ha messo a punto un innovativo portale per rapporti con i fornitori, è il Dottor Carretta, che viene da questa scuola. Quindi io ho toccato con mano, con un collaboratore cui abbiamo affidato qualcosa di fondamentale del nostro rapporto, anche la preparazione, l entusiasmo e la disciplina mentale con cui questo nostro collega è uscito da questa scuola e vi faccio i complimenti. Parlavo del rapporto con i fornitori. Qui noi abbiamo molti fornitori importanti nell area dei trafilati, degli stampati plastici, delle lamiere di alluminio, dei cuscinetti, dei variatori di fase, delle concerie. Quindi abbiamo delle aziende di qualità nel territorio vicentino, perché con un po di presunzione dico che se non fossero di qualità non potrebbero lavorare con noi. Quindi prodotto vuol dire fornitori, vuol dire capacità di rapporto con i grandi centri di Università e di ricerca in giro per il mondo, vuol dire avere l umiltà di andare in giro a cercare i centri di eccellenza e portarci cose in casa e vuol dire anticipare trend e atteggiamenti del gusto del pubblico, e non seguirlo. Io credo che uno dei fatti positivi della Ferrari sia stato abbandonare delle macchine che potevano essere dei gadget per ricchi, per produrre delle macchine che facciano molti chilometri, che non si rompano, in cui uno non dev essere un fachiro per entrare e uscire e in cui uno possa veramente provare il piacere di guida. Quindi fruibilità, ma per avere fruibilità ci vuole affidabilità. Poi il cliente. Il cliente è la nostra vita, è al centro del nostro lavoro, è il punto di riferimento e quindi noi dobbiamo fare di tutto per il cliente. Ecco la nuova innovazione: innovazione nel contattarlo, nel seguirlo, nel mantenerlo, nell assisterlo nel postvendita. Anche qui vince chi ha qualcosa di più, chi è sì creativo, ma alla creatività fa

seguire iniziative concrete, organizzate, gestibili, valutabili in termini di ritorno economico. Io credo che questi siano tanti elementi che accomunano le aziende di questo territorio e la Ferrari. Ma forse quello che le accomuna di più è la necessità di entrare in una nuova dimensione, di guardare al mercato mondiale, mantenendo questo grande contatto con il territorio, ma anche aprendosi all estero a 360. Parlando ai giovani, credo sia importante dire una cosa. Nel nostro paese c è stato un grande cambiamento di mentalità. Una volta, ricordo, quando a 26 anni Enzo Ferrari mi offrì di diventare suo assistente, fu un caso molto anomalo e io avròo riconoscenza per tutta la vita verso quest uomo che mi ha dato fiducia e mi ha insegnato tanto. Oggi molti più giovani occupano dei posti importanti. Ma attenzione: essere giovani non significa automaticamente pretendere, solo perché si è giovani, di poter far meglio dei vecchi. In qualunque azienda che si rispetti, un mix tra giovani e persone di più esperienza è fondamentale. Voi avete una grande occasione: state uscendo, con il master, da una scuola seria, di mentalità e dimensione internazionale. Adesso tocca a voi dimostrarlo con grinta, temperamento, con capacità e con l umiltà, giorno per giorno, di imparare e di aggiornarsi. Noi siamo una squadra di Formula Uno che nel 1991, 1992, 1993 non solo non aveva mai vinto un Gran Premio, ma non aveva mai fatto una pole position. Abbiamo stretto i denti, abbiamo tenuto chiara la barra sugli obiettivi prioritari, abbiamo saputo superare dei momenti difficili con l opinione pubblica, con la stampa, con i tifosi. Alla fine ce l abbiamo fatta, con grande grinta, grande determinazione e con la capacità di lavorare in squadra, capacità di mettere le persone nelle migliori condizioni di operare e puntare su un sano mix fra giovani e meno giovani. Io vorrei concludere con due ultime osservazioni, di cui una pertinente alla sede. Poco tempo fa, il club delle Cinquanta Università di Ingegneria Europee ha dato incarico a un azienda svedese di ricerca di mercato di fare una domanda ai giovani neolaureati di queste cinquanta università (in Italia c erano i tre politecnici, quindi Torino, Milano e Bari): Voi state per laurearvi in ingegneria: dove vorreste andare a lavorare?. Con stupore (visto che si trattava di una ricerca di portata europea) e con orgoglio, la Ferrari è uscita la prima di queste aziende. Ma la cosa grave che più mi ha

stupito è che, tra le prime cinquanta aziende che rappresentano l aspettativa di lavoro dei giovani, non c è un altra azienda italiana. Ciò deve far riflettere e dimostra anche la difficoltà di promuoverci, di uscire dai nostri confini, di pensare sempre di più al di fuori dell Italia: è questione di immagine. L altra considerazione è che non vorrei che alla fine, in giro per il mondo, prevalessero, con tutto il rispetto, la pasta, la moda, tutti elementi fondamentali, sia ben chiaro nell immagine e nell economia dell Italia nel mondo. Ma attenzione: se vengono meno le aziende che hanno forte tecnologia e forte innovazione, questo è un elemento su cui riflettere molto di più che sull articolo 18. Infine, l ultimo punto. Noi stiamo facendo un grandissimo sforzo con la Maserati. Oggi aziende italiane che si chiamino Aprilia o si chiamino Maserati stanno dimostrando che noi abbiamo prodotti che non hanno niente da invidiare ai concorrenti come qualità, creatività, bellezza, affidabilità, tecnologia. Spesso mi sono sentito dire da tanti amici imprenditori: Io compro una BMW o una Mercedes perché non c è una macchina italiana di queste dimensioni. Noi abbiamo fatto un grande sforzo con Pininfarina per creare finalmente un ammiraglia italiana: lunga, grande, delle dimensioni della Mercedes S, della BMW 7 o dell Audi 8. Io vorrei approfittare di questa occasione per dire di fare attenzione. Grande apertura all estero, grande contatto con l estero, sicuramente grande concorrenza, ma quando abbiamo dei prodotti che hanno tutte le caratteristiche per essere superiori ai prodotti stranieri, non ci facciamo coinvolgere da strani discorsi. Pensiamo, supportiamo e promuoviamo i prodotti italiani. Questo credo che sia un nostro dovere quando questi lo meritano. Io voglio ancora ringraziarvi dell accoglienza, delle belle parole, della motivazione letta da una persona a cui voglio bene. Volevo fare i complimenti al Prof. Camuffo per il programma e per i risultati e volevo fare i complimenti a questa iniziativa che vi invidio: unica, bella, importante, che unisce i giovani provenienti da tutte le regioni d Italia, e non solo d Italia, e su cui mi auguro che i rapporti professionali con la Ferrari si intensifichino ulteriormente. Io finisco con un concetto che mi sta molto a cuore. Spesso sentiamo parlare della Ferrari, soprattutto ultimamente, come di un ambasciatrice della tecnologia e

dell immagine italiana nel mondo. Io vorrei condividere questo sforzo, questa passione con cui lavoriamo, questa attenzione alla qualità, questo grande coraggio di investimenti nell innovazione, con i tanti imprenditori italiani e sono tantissimi che lavorano con la nostra stessa passione, con la nostra capacità, con la stessa qualità del prodotto, ma che non hanno le stesse attenzioni di stampa, di opinione pubblica e di luce su di loro. Quindi io vorrei approfittare, proprio in una delle sedi più attive, più dinamiche, più forti del paese quella di Vicenza per dire a voi giovani che avrete molte possibilità, perché avete la fortuna di vivere in un paese in cui ci sono degli imprenditori eccezionali, delle aziende eccezionali, in un paese in mutamento. Quindi con un po di rammarico - perché mi sembrava ieri quando mi trovavo seduto da quest altra parte e invece mi accorgo che è passato molto tempo - io vi auguro con tutto il cuore successo, di poter avere le soddisfazioni che meritate e vi ringrazio, invece, per la soddisfazione che mi avete dato, che mi consente di lavorare con ancora più entusiasmo, sapendo che ci sono delle persone che apprezzano il mio lavoro. Grazie di cuore.