Rassegna Stampa CISL Bergamo mercoledì 25 settembre 2013 mercoledì 25 settembre 2013
CASAZZA La Diocesi di Bergamo nomina Enrico Madona amministratore delegato della Fondazione Piccinelli. Ma Madona è stato amministrazione di Icos, una cooperativa che è in concordato fallimentare dallo scorso luglio e che gestiva le case di riposo di Casazza e Dalmine lasciando senza stipendi i dipendenti. Cambia l amministratore della Fondazione Piccinelli La rabbia dei dipendenti Dovrebbe essere un oasi di quiete, ma da giorni soffia aria di tempesta sulle case di riposo di Scanzorosciate e Casazza che appartengono alla Fondazione Piccinelli. Monsignor Lucio Carminati, economo della diocesi di Bergamo che è a capo della fondazione Piccinelli, ha nominato un nuovo amministratore delegato, Enrico Madona, che entrerà in servizio dal 1 di ottobre sostituendo Alberto Fortis. Dovrebbe essere una successione che appartiene all ordinaria amministrazione, se non fosse che Madona ha un passato ben conosciuto a Casazza. Madona, infatti, è stato amministratore delegato della Icos, Impresa per la cooperazione e la sussidiarietà, una cooperativa di Comunione e Liberazione con sede a Milano che dallo scorso luglio è in concordato preventivo. Ma non finisce qui: Icos gestiva, tra le tante case di riposo in Lombardia, anche quelle di Casazza e di Dalmine. Per alcuni mesi non prendemmo lo stipendio, da gennaio a marzo, poi Fortis si impuntò con la fondazione Piccinelli e ottenne che fosse la fondazione stessa a pagare noi dipendenti per non lasciarci in balia della Icos raccontano alcuni operatori della struttura di Casazza. A Dalmine dal gennaio scorso nessuno ha più visto uno stipendio e la gestione era affidata a Madona che ora subentra a Fortis. Ci chiediamo come Madona possa amministrare la Piccinelli se ha ancora delle questioni pendenti con la Fondazione? È evidente che c'è un enorme conflitto di interessi. Ci chiediamo come sia possibile che chi ci ha lasciato senza stipendio per mesi, oggi sia premiato invece che tenuto lontano?. A placare gli animi è monsignor Lucio Carminati, economo della Curia di Bergamo: Madona si è licenziato a luglio, non ha niente a che fare con la Icos afferma si è presentato da noi con il suo curriculum e vista la sua esperienza nella gestione di diverse case di riposo abbiamo ritenuto opportuno che fosse la persona giusta. Noi eravamo già alla ricerca di una figura che potesse seguire tutte e tre le strutture della Fondazione Piccinelli, ovvero Scanzorosciate, Monasterolo e Casazza e Madona proprio per la sua esperienza è stato ritenuto idoneo. Nessun riferimento ai legami con Icos e a Comunione e Liberazione. Basta guardare al suo curriculum conclude monsignor Carminati. Stronca sul nascere la polemica anche Alessandro Locatelli della Fisascat Cisl che segue i dipendenti della struttura di Casazza. Madona era amministratore della Icos, ma nelle cooperative sociali l amministratore è uno dei dipendenti commenta Locatelli onestamente è rimasto senza lavoro e ne ha trovato un altro. Io non riesco a pensare male. Nonostante i chiarimenti della Fondazione Piccinelli e dei sindacati, la rabbia dei dipendenti non sfuma. Anzi. Vedremo se con il nuovo amministratore delegato ribattono alcuni dipendenti non verranno cambiate le figure professionali all interno delle case di riposo per fare posto ad amici e colleghi di Madona restati senza lavoro dopo la chiusura della cooperativa sociale legata a Comunione e Liberazione. mercoledì 25 settembre 2013
Presidio Cisl all'ospedale di Treviglio per "comportamento censurabile" E' stato organizzato oggi dalla Cisl un presidio che si terrà presso l'ospedale di Treviglio per diversi casi di scelte unilaterali e spese non giustificate Treviglio (Bergamo) - Sarà una giornata davvero difficile quella che si potrà vivere dalle 9 alle 12.30 presso l'ospedale di Treviglio dove è previsto un presidio organizzato dalla FIP CISL di Bergamo che accusa l'azienda di un "comportamento assolutamente censurabile" e che apre quindi in modo ufficiale e certamente non tranquillo una vertenza tra le parti. La vicenda che vede contrapporsi sindacato e azienda sta però andando avanti già da un po' e sono state diverse le missive che le parti si sono scambiate dallo scorso anno: i nodi della questione riguardano le 150.000 ore di straordinario arretrate effettuate dal personale (i casi specifici vanno dalle 500 alle 4000 ore per ogni lavatore ancora da retribuire); le 20.000 giornate di ferie non godute; i coordinamenti infermieristici conferiti in modo unilaterale; il mancato confronto sulla ricognizione dei posti di coordinamento, sui bandi di selezione; la mancata consegna di documentazione dovuta; la questione della Pronta disponibilità e dei suoi costi. La CISL ha così voluto sottolineare che "i coordinamenti infermieristici di molti settori sono stati conferiti in assenza di idonea selezione tra aventi diritto, ma assegnati con comunicazione della Dirigenza Aziendale a personale scelto unilateralmente dalla Dirigenza stessa, attribuendo così un ingiusto vantaggio a quelli che hanno poi partecipato alla successiva selezione, che, tra l altro, non ha tenuto conto degli obblighi contrattuali e legislativi in vigore all atto dell espletamento della selezione e relativi al possesso di titoli per la copertura dei posti. Prassi questa, ininterrotta anche dopo tale selezione, avvenuta nel lontano 2008, con il conferimento di nuovi incarichi da parte dell azienda a personale scelto in modo unilaterale, anche ad alcuni sprovvisti dei titoli necessari per legge! Le critiche non sono però finite qui e c'è una questione che non è gradita dai dipendenti, ovvero il concetto della "pronta disponibilità", ovvero "l assegnazione di turni extra-orario che contrattualmente non potrebbero superare le 6 volte al mese, svolti anche da personale con qualifica dirigenziale, adeguatamente liquidati, affidati in modo 'amicale' e sempre alle stesse persone, come segnalano anche alcuni volantini appesi in Ospedale a nome di non meglio precisati 'Amici dei Lavoratori'". Se si è arrivati a questo punto quindi è perchè il livello di sopportazione è ormai superato, ancne se fino ad ora i tentativi dei sindacati di arrivare a una mediazione con la proprietà non sono andati a buon fine. mercoledì 25 settembre 2013
Presidio all'ospedale di Treviglio La Cisl: non è caccia alle streghe Sindacati soddisfatti per il presidio che si è svolto martedì mattina 24 settembre all'ospedale di Treviglio. Con una specifica: «Non è caccia alle streghe, insieme si possono risolvere i problemi» ha detto Giulio Pennacchia della FP Cisl, rispondendo al direttore generale della struttura Ercole. Al presidio lavoratori e cittadini, e la partecipazione di alcuni rappresentanti di Uil e Nurdind: «Ora noi aspettiamo solo che il direttore Ercole ci convochi, visto che si è detto interessato a andare a fondo della vicenda, aperta comunque da un paio di anni. Da noi otterrà la massima collaborazione nel trovare le migliori soluzioni ai problemi aperti» ha commentanto ancora il sindacalista. La vicenda dello scontro tra sindacato e azienda si trascina ormai da tempo. I nodi della questione riguardano le 150.000 ore di straordinario arretrate effettuate dal personale (i casi specifici vanno dalle 500 alle 4000 ore per ogni lavatore ancora da retribuire); le 20.000 giornate di ferie non godute e i coordinamenti infermieristici conferiti in modo unilaterale; il mancato confronto sulla ricognizione dei posti di coordinamento, sui bandi di selezione; la mancata consegna di documentazione dovuta; la questione della «Pronta disponibilità» e dei suoi costi. «Palesi violazioni di carattere contrattuale, legislativo e normativo, peraltro già denunciate alla Magistratura, sulle quali ravvisiamo la totale inerzia dell'azienda» segnala Giulio Pennacchia, responsabile sindacale Cisl per l'ospedale di Treviglio. Nel dettaglio, i coordinamenti infermieristici di molti settori, sottolinea la Cisl, «sono stati conferiti in assenza di idonea selezione tra aventi diritto, ma assegnati con comunicazione della Dirigenza Aziendale a personale scelto unilateralmente dalla Dirigenza stessa, attribuendo così un ingiusto vantaggio a quelli che hanno poi partecipato alla successiva selezione, che, tra l'altro, non ha tenuto conto degli obblighi contrattuali e legislativi in vigore all'atto dell'espletamento della selezione e relativi al possesso di titoli per la copertura dei posti. Prassi questa, ininterrotta anche dopo tale selezione, avvenuta nel lontano 2008, con il conferimento di nuovi incarichi da parte dell'azienda a personale scelto in modo unilaterale, anche ad alcuni sprovvisti dei titoli necessari per legge». C'è poi l'aspetto della «pronta disponibilità», ovvero l'assegnazione di turni extra-orario che contrattualmente non potrebbero superare le 6 volte al mese, «svolti - secondo la Cisl - anche da personale con qualifica dirigenziale, adeguatamente liquidati, affidati in modo "amicale" e sempre alle stesse persone, come segnalano anche alcuni volantini appesi in ospedale». «In pratica spiega Pennacchia a poche persone attentamente selezionate, si concedono liberalità di 500, 600, anche 1.000 al mese, oltre allo stipendio, anziché organizzare rotazioni tra i lavoratori, mentre si negano i pagamenti degli straordinari, si lamentano difficoltà economiche, e si permette che una lavoratrice abbia svolto già più di 400 turni di pronta disponibilità su 365 giorni annui per 3 anni consecutivi». mercoledì 25 settembre 2013
LA PROTESTA E riuscito, martedì mattina, il presidio di fronte all ospedale di Treviglio, organizzato per protestare contro alcune decisioni unilaterali da parte della Direzione Ospedaliera. Pennacchia (Fp Cisl): Vogliamo risolvere insieme i problemi. Presidio ospedale Treviglio Problemi da risolvere ma non è caccia alle streghe Nessuna caccia alle streghe, il dottor Ercole stia tranquillo che dalla CISL non avrà altro che attenzione a fatti e comportamenti. Giulio Pennacchia, della CISL FP di Bergamo, risponde così al direttore dell Ospedale di Treviglio durante il presidio alla struttura ospedaliera della bassa che si è tenuto durante tutta la mattinata di martedì 24 settembre, alla presenza di numerosi lavoratori e cittadini, e con la partecipazione di alcuni rappresentanti di UIL e NURSIND, che ringraziamo sentitamente. Ora noi aspettiamo solo che il direttore ci convochi, visto che si è detto interessato a andare a fondo della vicenda, aperta comunque da un paio di anni. Da noi otterrà la massima collaborazione nel trovare le migliori soluzioni ai problemi aperti. La vicenda dello scontro tra Sindacato e Azienda si trascina ormai da tempo, se è vero che la corrispondenza tra RSU, CISL e Direzione Ospedaliera è fitta già dallo scorso anno. I nodi della questione riguardano le 150.000 ore di straordinario arretrate effettuate dal personale (i casi specifici vanno dalle 500 alle 4000 ore per ogni lavatore ancora da retribuire); le 20.000 giornate di ferie non godute; i coordinamenti infermieristici conferiti in modo unilaterale; il mancato confronto sulla ricognizione dei posti di coordinamento, sui bandi di selezione; la mancata consegna di documentazione dovuta; la questione della Pronta disponibilità e dei suoi costi. mercoledì 25 settembre 2013