LE CLASSI IN DIRETTA



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Le DICEMBRE-GENNAIO 2012/2013 NUMERO XIX Classi in diretta LE CLASSI IN DIRETTA Due grandi donne ci raccontano la mafia Fantastico concerto al conservatorio Laboratori di scienze e di geografia Recensione di un bel libro A pagina 2,3 A pagina 5 A pagina 6,7,8,9,10 A pagina 11 La scuola pubblica A pagina 4 Impariamo a fare le calze di Natale! Ricordate il nuovo indirizzo della redazione! Inviate i vostri articoli a: redazionegiornalinomajno@hotmail.it A pagina 12

MARIA LUISA BALZAROTTI E MARILISA D AMICO RACCONTANO LA MAFIA Il 20 dicembre 2012, presso la palestra di Corso di Porta Romana, si è tenuto il primo incontro del Progetto Costituzione Legalità Mafia, organizzato dalla nostra scuola con il patrocinio del Comune di Milano e rivolto agli alunni delle classi terze. Sono state invitate ad illustrarci le loro conoscenze ed esperienze professionali in materia Marilisa D Amico, - docente di diritto costituzionale presso l Università di Milano ed attualmente consigliere comunale - e Maria Luisa Balzarotti, Giudice penale presso il Tribunale della nostra città. Nella prima parte dell incontro, la professoressa D Amico ci ha spiegato il significato della parola mafia e, anche con l aiuto di slides, ha illustrato la sua organizzazione e la sua storia. Ha raccontato in particolare che la mafia è nata nella prima metà dell Ottocento in Sicilia, con riferimento alle coltivazioni dei limoni, che in quegli anni erano molto richiesti per curare lo scorbuto, una malattia causata dalla mancanza di vitamina C: all epoca assai diffusa soprattutto fra i marinai. I malviventi iniziarono a danneggiare le coltivazioni per costringere i proprietari ad assumerli come guardiani: in poche parole, creavano il disordine per poi garantire l ordine. La parte più importante del discorso della professoressa è stata quella in cui ci ha spiegato che la mafia si infiltra nella società, nelle attività economiche e nelle istituzioni, anche controllando i voti degli elettori e che i mafiosi raggiungono i loro scopi (ottenere ricchezza e potere) commettendo reati. In particolare, praticando l usura e l estorsione nei confronti degli imprenditori, controllando il gioco d azzardo, gestendo il traffico di droga, promettendo denaro agli elettori perché diano il voto ai candidati indicati dalla mafia stessa. In questo modo questa è stata la conclusione della professoressa la mafia limita quelle libertà fondamentali che la nostra Costituzione e il nostro Stato garantiscono a tutti i cittadini. Se la mafia prevale, vengono limitate la libertà di iniziativa economica (art. 41), la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21), la libertà di espressione del voto ( art. 48), la libertà di movimento (art. 16) e la libertà ed inviolabilità del domicilio (art. 14). La mafia è contro lo Stato perché vuole negare le libertà che lo Stato considera fondamentali e che riconosce ai propri cittadini. La dottoressa Maria Luisa Balzarotti è un giudice che si occupa di associazioni mafiose in Lombardia. Ci ha fatto una breve introduzione sul lavoro del Giudice che ha definito custode della legalità ed ha raccontato, con un po di emozione, del suo incontro con Giovanni Falcone, pochi mesi prima che il famoso giudice venisse assassinato proprio dalla mafia. Ha spiegato i motivi per i quali questo magistrato era diventato il nemico numero uno della mafia perché egli, grazie alle indagini ed alle dichiarazioni di un mafioso che aveva deciso di collaborare con la giustizia (Tommaso Buscetta), era riuscito a scoprire l organizzazione ed il funzionamento dell associazione, mettendo in piedi il primo maxi processo alla mafia. Un altra grande intuizione di Falcone ( che è stato un po un maestro per tutti i magistrati che si occupano di associazioni mafiose) è stata quella di colpire le ricchezze dei mafiosi, confiscando i loro beni. Oggi la legge prevede che questi beni non siano rivenduti dallo Stato, ma destinati alla collettività, diventando, per esempio, centri giovanili o sedi di associazioni che a loro volta combattono la mafia. La dottoressa ci ha raccontato che fino al 1982 non esisteva in Italia un reato specifico, e solo dopo l assassinio di due personaggi importanti nella lotta alla mafia (il Generale dell Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e l uomo politico Pio La Torre) venne approvata una legge che introdusse nel codice penale l art. 416 bis c.p., che punisce proprio l associazione di tipo mafioso. 2

Ha specificato la dottoressa che il termine mafia non individua una sola organizzazione, ma esistono diverse mafie: quella siciliana (che i mafiosi chiamano Cosa Nostra ), quella calabrese, denominata ndrangheta, quella napoletana, che si chiama camorra, quella di origine pugliese, chiamata Sacra Corona Unita. Esistono anche mafie straniere, come quella russa, cinese o giapponese. Quando un associazione criminale si definisce mafiosa? La dottoressa ci ha spiegato che non basta che un gruppo di persone si riunisca con lo scopo di commettere reati. La legge individua tre parole chiave che definiscono l associazione mafiosa: INTIMIDAZIONE, ASSOGGETTAMENTO e OMERTA. L associazione mafiosa, con questi strumenti (che, come diceva la professoressa D Amico, limitano la libertà delle persone) acquisisce il controllo del territorio, delle attività economiche, degli appalti pubblici ed anche il controllo dei voti nelle elezioni politiche. Pur non potendo entrare nel dettaglio dei processi dei quali si è occupata anche in questi ultimi mesi, la dottoressa ci ha spiegato che l associazione mafiosa più potente in questo momento è la ndrangheta, che, partendo dalla Calabria, si è poi diffusa nel Nord Italia (in particolare in Lombardia) ma anche nel mondo (esistono cellule di ndrangheta anche in Germania, in Canada e persino in Australia). La sua forza deriva anche dal fatto che nella ndrangheta sono considerati molto forti i legami familiari : infatti sono pochi gli ndranghetisti che decidono di collaborare con la giustizia; se decidessero di farlo, dovrebbero accusare anche i loro familiari più stretti e ciò è per loro inaccettabile. Abbiamo poi appreso che la ndrangheta è basata su formule rituali che vengono tramandate a voce e che l organizzazione prevede l attribuzione di doti ( che sono in pratica i vari gradini nella scala di importanza dei mafiosi), dal più basso ( picciotto ) fino ai più alti (ad esempio Mammasantissima e Infinito ). Il giudice Balzarotti ha trattato poi un argomento di grande attualità, ossia l infiltrazione della ndrangheta nelle istituzioni dello Stato, soffermandosi in particolare sullo scambio politico mafioso dei voti. Ha aggiunto che oggi,in particolare nel Nord Italia ed in Lombardia, la ndrangheta riesce ad infiltrarsi anche nelle grandi imprese (soprattutto in quelle che si occupano di edilizia e di grandi opere pubbliche, quali ad esempio la costruzione di strade), nelle forze dell ordine (Polizia e Carabinieri), tra i professionisti ( ad esempio medici ed avvocati) e persino nella stessa magistratura: questa è chiamata borghesia mafiosa. E stata una interessante giornata, grazie alla quale abbiamo imparato che la mafia è un fenomeno che deve essere conosciuto per essere combattuto da tutti noi nella nostra vita quotidiana, perché la mafia non è solo omicidi o commercio di droga, ma è vicina a noi anche qui a Milano più di quanto possiamo immaginare. E bene sempre ricordare una famosa frase pronunciata da Giovanni Falcone, che ha pagato con la vita l impegno contro la mafia: Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulla gambe di altri uomini. Marcello e Piero III H 3

I <3 SCUOLA PUBBLICA Lo sapevate che la scuola ha origini antichissime? Già nel 2000 a.c. gli egizi avevano le scuole per formare i giovani esperti da destinare alle funzioni amministrative dello Stato. Come noi oggi impariamo l'inglese a scuola, così 4000 anni fa i giovani che volevano accedere alle cariche più alte dell'amministrazione o alla carriera diplomatica dovevano conoscere almeno una lingua straniera, tipicamente il babilonese. La scuola però non era pubblica ma riservata solo alle classi sociali privilegiate. Ho letto che il filosofo e scrittore greco Plutarco afferma che la prima scuola pubblica a Roma fu aperta verso la metà del III secolo a.c. dal console Spurio Corvilio. Ai tempi di Vespasiano (69-79 d.c.) erano già diffuse scuole pubbliche finanziate dallo Stato. Pensate che ai tempi di Adriano (117-138 d.c.) in ogni città dell'impero romano c'era una scuola pubblica. Dopo quasi 2000 anni di storia, insegnanti e studenti sono ancora impegnati a difesa della scuola pubblica. In molte scuole i docenti hanno proclamato lo stato di agitazione e c'è un sentimento di preoccupazione. Conoscete la storia della coperta troppo corta? Da qualunque parte la tiri ti rimane sempre una parte del corpo scoperta. Sono i fondi pubblici che non bastano per tutti i servizi sociali dello Stato. In questi ultimi anni lo Stato ha tagliato i fondi della scuola pubblica. Ho tanti amici che si sono iscritti nelle scuole private. E' importante che la scuola pubblica possa funzionare bene e rimanga una scuola di qualità perchè tutti possano imparare per costruire una società migliore. Non c'è così bisogno di tecnologie super avanzate per imparare, ci sono insegnanti nella scuola pubblica in grado di realizzare un laboratorio scientifico con due tubetti di dentifricio. Ma dateci almeno lo spazzolino! Cecilia R. I C 4

CONCERTO AL CONSERVATORIO Il 27 novembre alle ore 11 la classe terza C si è recata, accompagnata dalla professoressa Arciuli, docente di musica, e da un genitore accompagnatore, al Conservatorio Giuseppe Verdi per assistere ad un concerto ideato da Antonin Dvorak per un trio da camera composto da violino, violoncello e pianoforte. Dvorak era un compositore cecoslovacco che ha ideato molte sinfonie, tra cui quella più famosa, il quartetto in Mi minore B19. Per assistere al concerto ci siamo recati in sala Verdi, dove erano già presenti numerose classi di altre scuole che aspettavano l inizio. Prima che i musicisti cominciassero a suonare un assistente ha illustrato agli spettatori alcune caratteristiche delle opere di Dvorak e la sua esperienza compositiva, e ha presentato il trio che avrebbe suonato: il Trio di Parma. Il Trio ha suonato tre sinfonie: la sinfonia in Fa minore, la sinfonia in Sol maggiore e in La maggiore. La prima sinfonia era malinconica e triste, invece la seconda e la terza erano più allegre e giocose. Tra una sinfonia e l altra il presentatore ci illustrava le numerose caratteristiche delle sinfonie e domandava ai musicisti quali fossero i passaggi più difficili o più importanti. Dopo l esecuzione dei tre pezzi alcuni ragazzi hanno formulato delle domande interessanti circa il Trio di Parma. Gli spettatori hanno scoperto che il gruppo suonava insieme da più di venti anni e che si esercitavano per più di due ore al giorno. Lo scopo di questa uscita è stato quello di approfondire la nostra conoscenza degli autori cecoslovacchi, scoprire le caratteristiche principali di un trio e affinare il nostro orecchio musicale per avvicinare i giovani alla musica classica. Questa esperienza mi è piaciuta moltissimo perché ha dato l opportunità di assistere ad un concerto dal vivo anche a chi non ne aveva mai avuto l occasione. Assistere al concerto mi è servito molto per ampliare le mie conoscenze musicali e per conoscere un nuovo compositore a me prima sconosciuto. Ginestra III C 5

LABORATORIO DI GEOGRAFIA (associazione CHICO MENDEZ) La classe 3A ha partecipato ad un laboratorio sul cibo. Luca Maccione, l esperto nel campo, è venuto a parlarci della fame nel mondo. Essendo un ragazzo di 30 anni, è stato capace di rendere questo laboratorio da subito interessante facendoci sentire coinvolti nel problema della fame nel mondo. Abbiamo cominciato da alcuni giochi di gruppo, durante i quali Luca ci ha dato la possibilità di parlare ed intervenire a nostro piacimento. PRESENTAZIONE E GIOCHI DI GRUPPO La prima lezione si è basata su un gioco. Luca ci ha divisi in cinque gruppi, e ognuno rappresentava uno stato. Noi dovevamo fabbricare del cibo con il materiale che Luca ci dava. Ogni gruppo aveva a disposizione carta, righelli, matite, forbici e soldi; queste cose rappresentavano le materie prime e i macchinari. Il cibo che fabbricavamo lo dovevamo vendere a Luca, che rappresentava la Banca Mondiale. Gli stati più ricchi avevano molti macchinari e soldi ma meno materie prime, gli stati poveri avevano pochi soldi, pochi macchinari ma molte materie prime. Luca contrattava solo con gli stati ricchi. Questo gioco rispecchiava la realtà e ci ha fatto capire come i paesi ricchi riescono a sfruttare i paesi poveri. Infatti i ricchi potevano comperare materie prime e riuscivano a sfruttarle, mentre i poveri, non avendo denaro e tecnologie, non potevano sfruttarle e quindi quel poco che producevano serviva per sfamarli e per risanare i debiti. Ci siamo inoltre accorti quanto sia ingiusta la Banca Mondiale, che tratta in modo favorevole i paesi potenti e maltratta o non presta ascolto a quelli più poveri. Questo esperimento ha inoltre sottolineato che spesso sono i paesi poveri ad avere buone materie prime, o un clima ottimale ed un suolo fertile, ma, non avendo i mezzi di produzione per coltivare i prodotti, non possono arricchirsi (cioè svilupparsi). Abbiamo quindi capito che in realtà dietro al sostegno fornito dalla banca mondiale agli stati poveri, c è sempre l interesse economico degli stati più avanzati. PUBBLICITA Nel secondo incontro, invece, abbiamo approfondito di più l argomento riguardante la mano d opera e l utilizzo di prodotti chimici che modificano l aspetto dell alimento rendendolo migliore esteticamente. Un esempio è stato la produzione di banane in America Latina, in Costa Rica: i lavoratori iniziano a raccogliere le banane già verso le sei del mattino; le donne non possono andare in bagno quando ne hanno bisogno ma solo quando viene permesso loro durante un lunghissimo orario di lavoro (pressappoco 12h al giorno). Inoltre i lavoratori erano spesso ricoperti di bruciature causate dal contatto con le banane, sulle quali venivano spruzzati prodotti chimici dannosi per la pelle e per la salute. Luca ci ha fatto vedere delle pubblicità che spiegano che la BANANA CHIQUITA è unica e che di più belle non ce n è. Inoltre in questi paesi si insediano spesso multinazionali, che utilizzano al massimo il terreno, riempiendolo di sostanza chimiche per riuscire a produrre il più possibile. Ma un prodotto esteticamente perfetto non è sempre il più sano. Infatti dietro un prodotto esteticamente migliore c è spesso, come abbiamo visto, un elaborazione chimica che può risultare anche nociva. 6

La popolazione dei paesi più sviluppati predilige le grandi marche invece di dare attenzione agli ottimi prodotti che le marche meno conosciute possono offrire. Noi, infatti, difficilmente comperiamo prodotti importati dal mercato solidale, perché influenzati dall idea che le grandi marche siano garanzia di qualità. Si crea al giorno d oggi un circolo vizioso in quanto i prodotti importati dai paesi del terzo mondo continuano a non essere comperati a causa della diffidenza non fondata dei consumatori occidentali. Di conseguenza viene preclusa la possibilità ai paesi meno sviluppati di investire il capitale guadagnato per la crescita. Per questo continueranno a rivolgersi alla banca mondiale per i prestiti. SCENARIO DI SVILUPPO/CRESCITA Ricavo della produzione (20 euro) Capitale investito (10 euro) Guadagno (10 euro) Investo su sviluppo del business (10+10) IL CAPITALE CRESCE: 10-20-30-40 SCENARIO DI CRESCITA MINORE Ricavo della produzione (20 euro) Investimento(10 euro) di cui 5 euro dalla banca Guadagno(10 euro) di cui 5 euro della banca Investimento nel business (5+10) IL CAPITALE AUMENTA MENO:10-15-20-25 AGRICOLTURA DI SUSSISTENZA Nell ultima lezione, Luca ci ha spiegato in che cosa consiste l agricoltura si SUSSISTENZA. Questo tipo di agricoltura è praticata nei paesi dei continenti compresi nel terzo mondo (come Africa tropicale, America centromeridionale e Asia). In questo tipo di agricoltura il lavoro umano prevale su quello delle macchine. Infatti in questi paesi non manca la mano d opera ma manca il capitale per acquistare macchinari che dovrebbero facilitare la coltivazione. Inoltre ciò che caratterizza questo tipo di agricoltura è il fatto che l uomo lavora le sue terre con un obbiettivo ben preciso: sfamare la propria famiglia e se stesso. Ciò non rende possibile destinare la produzione al mercato interno o esterno. Di conseguenza il PIL di quel paese non viene alimentato e non si creano le risorse (capitale) per i futuri investimenti nella crescita del paese. Per concludere Luca ci ha fatto osservare alcune statistiche che riguardano l economia mondiale. Infine Luca ci ha parlato di un altro tipo di agricoltura: quella di PIANTAGIONE. Questa,al contrario di quella di SUSSISTENZA, è un attività commerciale, in cui il capitale, viene investito in funzione alla richiesta del mercato internazionale. Tende ad utilizzare i terreni più fertili sottraendoli spesso all agricoltura di SUSSISTENZA. 7

Sulla base di alcuni grafici che abbiamo analizzato insieme abbiamo visto che questa attività si sviluppa nell America centrale e insulare, Malaysia e Indonesia. Quindi abbiamo tratto le nostre conclusioni: -SUSSISTENZA è un agricoltura destinata al commercio interno cioè del piccolo villaggio tra contadini; -PIANTAGIONE è un agricoltura/attività destinata all esportazione per soddisfare le richieste del mercato internazionale. PUR ESSENDO DUE TIPI DI AGRICOLTURA APPARTENENTI AL TERZO MONDO SONO UNA IL CONTRARIO DELL ALTRA, MA ENTRAMBE CONTRIBUISCONO A MANTENERE IL CIRCOLO VIZIOSO DELLA MISERIA. NOSTRE IMPRESSIONI PERSONALI Luca ci ha fatto riflettere su come noi possiamo intervenire nel nostro piccolo, aiutando i paesi più poveri. Siamo riusciti a smentire alcuni luoghi comuni. I media sostengono che il mondo in cui viviamo è politicamente corretto, senza pregiudizi e dove i più benestanti aiutano i meno fortunati. Luca con le sue provocazioni ci ha aiutato a renderci conto che la verità dei fatti non è questa. Già noi siamo troppo convenzionali nelle scelte che facciamo ai negozi, non ci poniamo neanche la domanda se acquistando un prodotto del terzo mondo possiamo aiutare anche una piccola parte di un paese. Ci piacerebbe pensare che, almeno sotto Natale, una mascotte in un negozio, possa sponsorizzare con la stessa audacia la cioccolata proveniente dalla Costa d Avorio e la Lindt. E magari vedere in televisione una accattivante pubblicità delle banane che arrivano dalla Costa Rica, brutte ma buone. GRAZIE LUCA PER AVERCI FATTO PENSARE!!! Classe III A Beatrice B. Nina G. con l aiuto di Caterina R. Beatrice S. e Benedetta G. 8

FONTI DI ENERGIA SFRUTTATE DALL UOMO NELL ANTICHITA Lavoro della classe III H Scuola secondaria di 1 grado L. Majno - Milano a.s. 2012-13 Fin dall antichità l uomo ha saputo sfruttare le forme di energia che la natura gli ha messo a disposizione: Energia MUSCOLARE Energia IDRICA Energia EOLICA La prima fonte di energia sfruttata dall'uomo è stata l' ENERGIA MUSCOLARE dell uomo stesso e degli animali. Anticamente si mettevano insieme le forze di molti uomini per fare la maggior parte dei lavori più umili, di cui non resta più traccia, come i lavori nei campi, nelle miniere, la manutenzione delle strade e degli acquedotti, il trasporto via mare, ecc. Ben presto l' uomo imparò a costruire le macchine, dispositivi atti a facilitare il suo lavoro, come argani, ruote, carrucole, ecc. TIMPANO-BINDOLO (ENERGIA MUSCOLARE) RUOTA IDRAULICA (ENERGIA IDRICA) MULINO A VENTO (ENERGIA EOLICA) Energia MUSCOLARE Il bindolo era uno strumento molto diffuso nell antichità; veniva utilizzato per sollevare l acqua, da un fiume o da un pozzo, da utilizzare per irrigare i campi. Era composto da un asta azionata da animali che, collegata con una coppia di ingranaggi, facevano girare una ruota sulla cui circonferenza erano fissate una serie di tazze. Il timpano era un dispositivo molto simile al bindolo, ma azionato dall uomo. Era costituito da un tamburo di legno, che girava intorno ad un asse, al cui interno uno uomo, camminando come se salisse i gradini di una scala, lo faceva girare. L'energia cinetica della ruota veniva trasmessa ad un asse centrale orizzontale e, da questo, attraverso una serie di ingranaggi, ad esempio, ad una macina per cereali o ad una catena a norie per il sollevamento dell'acqua. Energia IDRICA La ruota idraulica è stato l'antesignano dei cosiddetti motori primi, quelli cioè che trasformano direttamente l'energia disponibile in natura in energia meccanica. Le sue prime applicazioni sono antichissime, e sono state probabilmente legate alla macinazione dei cereali. La ruota idraulica è un dispositivo che trasforma l energia potenziale o cinetica di piccoli corsi d acqua in energia meccanica in forma di moto rotatorio. Fu usata dapprima nell antica Grecia e successivamente adottata nella maggior parte dell Europa antica e medievale per la macinazione del grano. Successivamente ebbe molti altri impieghi, ad esempio venne utilizzata per far funzionare le segherie. Nella sua forma più antica consisteva in un albero verticale, con una serie di alette o palette radiali oblique, posizionato in corsi d acqua a flusso rapido o in condotte forzate. La potenza prodotta era di circa 0,5 Cavalli. 9

La ruota idraulica orizzontale (cioè una ruota montata su un albero orizzontale) fu descritta per la prima volta da Marco Vitruvio Pollione, nel secondo sec.d.c. Nel medioevo la potenza massima della ruota idraulica aumentò da 3 a circa 30 cavalli. Esistono tre tipi di ruota idraulica: la ruota da sotto che sfrutta l energia cinetica del corso d acqua; la ruota da sopra che sfrutta l energia potenziale dell acqua in caduta dall alto. La ruota per di fianco La ruota da sotto è costituita da palette immerse nel corso d acqua; l acqua scorrendo spinge le palette creando un moto rotatorio. Nella ruota da sopra sono presenti delle camere, nella parte superiore della ruota, che vengono riempite d acqua. L acqua tende a cadere per effetto della forza di gravità e cadendo mette in rotazione la ruota. Nella ruota per di fianco, inventata verso il 1750 dal tecnico JOHN SMEATON. l acqua colpisce nel punto medio della ruota. Vengono quindi sfruttate sia l energia cinetica che quella potenziale gravitazionale, ma in modo minore rispetto alla ruota per di sopra. Il rendimento è medio. Energia EOLICA Un ultima forma di energia nota e sfruttata fin dall antichità: l' energia cinetica del vento, che l uomo sfrutta con la vela già da 3-4 000 anni prima di Cristo. 3.000 anni prima di Cristo, in Persia compare il primo mulino a vento, secondo altre fonti il mulino a vento fu inventato intorno al VII secolo d.c nella regione del Seistan, attualmente in Afghanistan. La ruota eolica e un meccanismo costruito per sfruttare l energia del vento (energia eolica) trasformandola in energia meccanica (energia cinetica) utilizzabile per scopi agricoli, artigianali e industriali. Il vento mette in movimento le pale posizionate nella parte superiore della struttura, e a loro volta le pale azionano il rotore posizionato nella parte inferiore. In passato era usato per macinare la farina, successivamente anche per il sollevamento dell acqua, ad esempio in agricoltura per prelevare l acqua da pozzi per l irrigazione. 10

Il vaso rotto Una anziana donna cinese possedeva due grandi vasi, appesi alle estremità di un lungo bastone che portava bilanciandolo sul collo. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l altro era intero. Così alla fine del lungo tragitto dalla fonte a casa, il vaso intero arrivava sempre pieno, mentre quello con la crepa arrivava sempre mezzo vuoto. Per oltre due anni, ogni giorno l anziana donna riportò a casa sempre un vaso e mezzo di acqua. Ovviamente il vaso intero era fiero di se stesso, mentre il vaso rotto si vergognava terribilmente della sua imperfezione e di riuscire a svolgere solo metà del suo compito. Dopo due anni, finalmente trovò il coraggio di parlare con l anziana donna, e dalla sua estremità del bastone le disse: Mi vergogno di me stesso, perché la mia crepa ti fa portare a casa solo la metà dell acqua che prendi. L anziana donna sorrise: Hai notato che sul tuo lato della strada ci sono sempre dei fiori, mentre non ci sono sull altro lato? Questo succede perché, dal momento che so che tu hai una crepa e lasci filtrare l acqua, ho piantato semi di fiori solo sul tuo lato della strada. Così ogni giorno, tornando a casa, tu innaffi i fiori. Per due anni io ho potuto raccogliere dei fiori che hanno rallegrato la mia casa e la mia tavola. Se tu non fossi così come sei, non avrei mai avuto la loro bellezza. Abbiamo letto in classe questa breve storia per riflettere sul fatto che non tutti siamo uguali, possiamo avere anche dei difetti: l importante è utilizzare ogni aspetto del nostro essere per migliorare il mondo. Classe I N 11

Calze di Natale Volete preparare degli originali contenitori per i dolcetti natalizi? Se si, questo è il lavoretto che fa per voi! Vi insegnerò a fare delle colorate e allegre calze in pannolenci Occorrente: -Pannolenci o stoffa -Fili grossi in lana o in cotone -Ago -Pennarelli coprenti -Forbici -Colla -Nastri Procedimento: -Disegna e ritaglia nel panno due sagome per ogni calza. (Per le misure dipende dai dolci, ma penso che un altezza di 17 cm possa andare bene) -Cuci insieme le due parti della calza (usa due colori diversi). Cuci all interno un nastrino per appenderla di cm 6x2 circa. -Ritaglia degli avanzi di panno i particolari per decorare una faccia della tua calza. Usa anche fili di lana, bottoni, perle e paillettes, tutte le decorazioni che puoi fissare con la colla. Ed ecco la vostra calza pronta per essere riempita di dolcetti! Federica G. III C 12