La produzione di aggregati riciclati di qualità. La gestione ottimale di un impianto di riciclaggio di rifiuti da C&D Ing. Stefano Cicerani Convegno sul tema: La qualità degli aggregati riciclati: i controlli ambientali e i controlli prestazionali Ferrara, 18 Settembre 2014
La produzione di aggregati riciclati di qualità Rifiuti inerti Riciclo Aggregati riciclati Cosa sono? Da dove provengono? Qual èil loro destino? Che cosa è? Dove si effettua? Come si svolge? Cosa sono? Quali sono le loro caratteristiche? Come possono essere utilizzati?
Rifiuti inerti: Cosa sono? Def. dal D. Lgs. 36/2003., art. 2., lett e), (att.dir.1999/31/ce): «i rifiuti solidi che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa; i rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano ne' sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana. La tendenza a dar luogo a percolati e la percentuale inquinante globale dei rifiuti, nonchè l'ecotossicità dei percolati devono essere trascurabili»
Rifiuti inerti: Cosa sono? La Decisione del 30 aprile 2009, art. 1, (att.dir.2006/21/ce) specifica che gli inerti: «possiedono un tenore massimo di zolfo sotto forma di solfuro pari a 0,1 % oppure hanno un tenore massimo di zolfo sotto forma di solfuro pari all 1 %» «il tenore [...] nelle polveri sottili isolate dei rifiuti[...] in particolare As, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Mo, Ni, Pb, V e Zn, è sufficientemente basso da non comportare, nel breve e nel lungo termine, rischi significativi per le persone o per l ambiente", ovvero" il tenore di tali sostanze non deve superare i valori limite nazionali stabiliti per i siti classificati come non contaminati né i livelli di fondo naturali nazionali» «I rifiuti possono essere considerati inerti senza dover procedere a prove specifiche se può essere dimostrato all autorità competente che i criteri di cui al paragrafo 1 sono stati adeguatamente tenuti in considerazione e soddisfatti sulla base delle informazioni esistenti o di piani e procedure validi.»
Rifiuti inerti: Da dove provengono? Molti di questi derivano dal settore edile, ma anche da altri settori industriali; per tale motivo si tende ad identificare i cosiddetti rifiuti dacostruzione e demolizione (C&D) con i rifiuti inerti. I rifiuti inerti sono comunemente costituiti da: Calcestruzzo (precompresso o normale) Cemento e malte varie Conglomerati e misti bituminosi Mattoni, tegole e blocchi Terra da scavo Legno Carta, cellulosa e polistirolo Metalli Plastica Gesso Ceramica Vetro Materiali compositi Amianto Vernici Materiali per isolamento termico ed acustico
Rifiuti inerti: Qual è il loro destino? L art. 179 del D.Lgs. 152/06 prescrive che la gestione dei rifiutideve avvenire nel rispetto della seguente gerarchia: a) Prevenzione:misure adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto. b) Preparazione per il riutilizzo:qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti. c) Riciclaggio:qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il recupero di energia, néil ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento.
Rifiuti inerti: Qual è il loro destino? d) Recupero:operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all interno dell impianto o nell economia in generale. L allegato C della parte IV del D.Lgs.152/06 riporta l elenco delle operazioni di recupero. e) Smaltimento:qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. L allegato B della parte IV del D.Lgs.152/06 riporta l elenco delle operazioni di smaltimento.
Rifiuti inerti: Qual è il loro destino? Recupero Impianti fissi Impianti mobili Smaltimento in discarica Il DM 27/09/10 indica le categorie di rifiuti considerate inerti per le quali èconsentito lo smaltimento in discarica per inerti senza preventiva caratterizzazione e fissa i limiti di concentrazione nell'eluato per l'accettabilità in discariche per rifiuti inerti.
Impianti mobili Molto compatti e trasportabili Non sono dotati di raffinate tecnologie, ma sono in grado di ridurre la granulometria dei rifiuti Hanno produzioni variabili con la granulometria Sono autonomi energeticamente Impianti fissi Stazione di ingresso, stoccaggio, controllo qualità, eliminazione frazione leggera,protezione da rumore e polveri, etc. Elemento di pianificazione territoriale Sono in grado di generare un mercato
La Regione Lazio (DGR n. 34 del 26 gennaio 2012) e la Regione Veneto (DGR n. 1773 del 28 agosto 2012)hanno messo a punto delle procedure e affinchénel rispetto dell ambiente e delle normative vigenti si possa assicurare un giusto compromesso tra l operativitàaziendale e l ottemperanza alle prescrizioni legislative
La Regione Lazio e la Regione Veneto normanosia la fase di cantiere che di impianto di trattamento Regione Lazio CANTIERE A seguito della demolizione i rifiuti devono essere rimossi in modo selettivo distinguendo 4 categorie: 1. materiali e componenti pericolosi 2. componenti riusabili 3. materiali riciclabili 4. rifiuti non riciclabili Regione Veneto CANTIERE La demolizione deve avvenire secondo un criterio selettivo che prevede delle fasi consecutive: 1. rimozione componenti pericolose 2. smontaggio delle componenti riutilizzabili 3. demolizione delle aree ad uso civile e commerciale e assimilabili (es. mense, uffici..) e delle aree produttive
Regione Lazio La caratterizzazione di base è effettuata in corrispondenza del primo conferimento e ripetuta ad ogni variazione significativa del processo che origina i rifiuti. Il campionamento dei rifiuti, ai fini della loro caratterizzazione chimico-fisica, sia effettuato sul rifiuto tal quale, in modo tale da ottenere un campione rappresentativo secondo le norme UNI 10802. Regione Veneto Il deposito temporaneo deve avvenire nel rispetto dei tempi e dei volumi indicati dalla normativa (art.183, D. Lgs. 152/2006) e deve avvenire mantenendo separate le frazioni per tipologia (CER). La cadenza delle analisi èprevista in base alla tipologia di rifiuto: Rifiuti che non possiedono codici a specchio : le analisi sono necessarie laddove si sospetti una contaminazione del rifiuto.
Regione Lazio IMPIANTO DI TRATTAMENTO Piccoli quantitativi con voci a specchio : le analisi dei rifiuti potrà essere effettuata su cumuli al massimo di 1.000 mc, differenziati in base al codice CER e posizionati in un area dedicata. In ogni caso dovràessere compilata per ciascun carico la caratterizzazione di base. La verifica di conformitàèeffettuata dal gestore sulla base dei dati forniti dal produttore in fase di caratterizzazione, con la medesima frequenza della caratterizzazione di base. Al fine di individuare i parametri critici nella verifica di conformitàil gestore utilizza una o più determinazioni analitiche impiegate per la caratterizzazione di base. Regione Veneto IMPIANTO DI TRATTAMENTO Rifiuti con codice 17 01 07, provenienti da demolizione selettiva di fabbricati civili o commerciali o assimilabili: le analisi NON sono necessarie se si ha la certezza che non siano presenti materiali pericolosi si presenta una dichiarazione. Rifiuti con codice 17 01 07, provenienti da demolizione selettiva di fabbricati civili o commerciali o assimilabili: le analisi sono obbligatorie se non si ha la certezza che non siano presenti materiali pericolosi ogni massimo 3000 mcdi rifiuto prodotto.
Regione Veneto Rifiuti con codice 17 01 07, provenienti da demolizione selettiva di fabbricati industriali o artigianali: le analisi sono obbligatorie ogni massimo 3000 mc di rifiuto prodotto. Rifiuti con codice 17 01 07, provenienti da demolizione non selettiva: le analisi sono obbligatorie ogni massimo 500 mc di rifiuto prodotto. Rifiuti che possiedono codice a specchio diverso da 17 01 07: le analisi sono obbligatorie ogni massimo 500 mc di rifiuto prodotto. Le eventuali analisi sono da effettuarsi secondo le norme UNI 10802, con cadenza almeno annuale o ad ogni variazione del ciclo produttivo.
Ipotesi di gestione ottimale di un impianto di recupero A partire dalle normative regionali sopra descritte, si propone una gestione dei rifiuti da C&D che coordini le attivitàdi cantiere e di impianto: Per i CER 170107 provenienti da fabbricati a uso civile e commerciale o assimilabili prodotti con rimozione selettiva e di cui sia certal assenza di materiali pericolosi si presenta una dichiarazione con cui il produttore/detentore si assume la responsabilitàdi affermare l assenza di materiali pericolosi Per le categorie di rifiuti con codice a specchio differenti da 17 01 07, prodotti in piccole quantitàle analisi dei rifiuti potràessere effettuata su cumuli al massimo di 1.000 mc Qualora sia dubbia la conformitàdei rifiuti al CER individuato o si sospetti una contaminazione (da un esame visivo o in relazione all'origine del rifiuto) i rifiuti sono comunque sottoposti ad analisi.
Ipotesi di gestione ottimale di un impianto di recupero In fase di accettazione al momento del conferimento, il responsabile dei controlli ha il compito di attuare: Verifica dei documenti relativi ai rifiuti Verifica dei documenti relativi al trasportatore Ispezione visiva del carico Corretta compilazione del FIR Acquisizione copia del certificato analitico modulistica sostitutiva Scadenza dell autorizzazione Targa del mezzo CER trasportato Acquisizione copia dell iscrizione all albo Gestori Ambientali per la cat.4 conto terzi o per la cat. Conto proprio Rispondenza codice CER Rispondenza stato fisico
Ipotesi di gestione ottimale di un impianto di recupero
Aggregati riciclati prodotti I prodotti devono soddisfare i requisiti essenziali specifici delle opere per cui verranno utilizzati. Per gli aggregati i requisiti essenziali sono: Resistenza meccanica e stabilità Igiene, salute, ambiente Durabilità Le norme armonizzate per aggregati sono: calcestruzzo (EN 12620) malte (EN 13139) conglomerati bituminosi (EN 13043) miscele non legate per lavori stradali (EN 13242) terre e miscele di aggregati non legati per opere civili, qualistrade, ferrovie, parcheggi, piazzali, aeroporti (EN 11531-1) Tutte le norme si applicano ad aggregati naturali, artificiali oriciclati, indipendentemente dalla loro origine
Aggregati riciclati prodotti Le prestazioni devono essere garantite dal produttore con la marcatura CE Al fine di apporre la marcatura CE, il produttore deve istituire un adeguato sistema di controllo della produzione in fabbrica (FPC) con il quale deve essere in grado di garantire un controllo continuo sulla propria produzione, sia dal punto di vista squisitamente tecnico (prove di laboratorio) sia da un punto di vista dell organizzazione del lavoro
Aggregati riciclati prodotti Per ciascun utilizzo la Direttiva 89/106 ed il DM 11.4.07 impongono la marcatura CE degli aggregati prevedendo due percorsi per l attestazione di conformità (sistema 4 e 2+)in funzione del tipo di uso previsto Sistema 2+:Èrichiesta la dichiarazione di conformitàrilasciata dal produttore, sulla base di prove iniziali ed inoltre l intervento di un organismo notificato che effettua la sorveglianza del controllo del processo di produzione. Sistema 4: È richiesta la sola dichiarazione di conformità rilasciata dal produttore, sulla base di prove iniziali e del controllo del processo di produzione effettuato sotto la propria responsabilità.
Aggregati riciclati prodotti Stante la variabilitàdei prodotti derivanti dalle attivitàdi recupero di rifiuti da costruzione e demolizione, per garantirne un costante e ottimale standard di qualità, occorre prevedere prove di caratterizzazione dei materiali per lotti secondo la frequenza e cosìcome definiti nelle note 3 degli allegati alla Circolare del Ministero dell ambiente 15/7/2005, n. 5205, fatte salve eventuali prescrizioni piùrestrittive previste dalle autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti. Nel caso l'impianto produttivo operi in modo discontinuo nel tempo, l'arco temporale di una settimana indicato nella Circolare Ministeriale deve essere calcolato sommando le diverse giornate lavorative fino al raggiungimento di sette giorni lavorativi.
Certificazione dei prodotti ottenuti: Veneto (DGR n. 1773 del 28 agosto 2012) La Regione Veneto ha approvato una procedura che ottimizza i controlli sugli aggregati riciclati. Il numero dei prelievi e di prove suiprodotti derivanti dalle attivitàdi recupero potràessere diminuito in funzione della dimostrazione di una costanza di risultati Il numero di prelievi e di prove, in funzione della dimostrazione di una costanza di risultati derivante dall applicazione di un sistema di Controllo di Produzione di Fabbrica (FPC FactoryProduction Control conforme ad una delle norme UNI EN 12620, 13242, 13043) e certificato da organismo terzo abilitato, secondo quanto previsto dal D.M. 11/4/2007, dovrà seguire lo schema seguente: 1. livello base, definito secondo le modalitàindicate nell allegato C, UNI EN 13242:2004
Certificazione dei prodotti ottenuti: Veneto 2. un solo controllo ogni 6.000 mccon prelievo effettuato sulla produzione di almeno una settimana e di quantitàcomunque non inferiore a 1.000 mcnel caso in cui in un arco temporale di sei mesi e/o per almeno sei verifiche (in meno di sei mesi), le singole osservazioni (ognuna delle quali eseguita su lotti diversi e per ogni tipologia di aggregati riciclati prodotta), evidenziano una costanza di risultati (chimici e prestazionali) conformi alle specifiche; 3. un solo controllo ogni 12.000 mccon prelievo effettuato sulla produzione di almeno una settimana e di quantitàcomunque non inferiore a 1.000 mcse per almeno tre verifiche successive eseguite ogni 6.000 m3 le prove di caratterizzazione evidenziano una costanza di risultati (chimici e prestazionali) conformi alle specifiche;
Certificazione dei prodotti ottenuti: Veneto 4. un solo controllo ogni 18.000 mccon prelievo effettuato sulla produzione di almeno una settimana e di quantitàcomunque non inferiore a 1.000 mc se per almeno tre verifiche successive eseguite ogni 12.000 mc le prove di caratterizzazione evidenziano una costanza di risultati (chimici e prestazionali) conformi alle specifiche. Ad ogni variazione negativa nella costanza dei risultati rispetto alle classificazioni definite per le varie tipologie di aggregati, sitorneràal livello precedente Nel caso le verifiche condotte sul lotto portino a una non conformitàdei parametri prestazionali il materiale potràessere rilavorato al fine di raggiungere lo standard previsto Nel caso di non conformitàalle caratteristiche ambientali i materiali restano rifiuti
Conclusioni Il riciclo di materiali inerti da C&D genera un prodotto che ha valore commerciale 1. Il valore degli aggregati riciclati aumenta con il miglioramentodelle prestazioni chimiche, fisiche e morfologiche del materiale 2. L aumento della qualità del prodotto si può ottenere: ottimizzando il processo di trasformazione, che comporta un aumento dei costi di impianto attraverso un miglioramento della gestione che non richiede ulteriori investimenti 3. Il flusso del prodotto finito in uscita dall impianto èdi qualitàmigliore se anche il flusso in ingresso èmigliore; quindi èindispensabile instaurare anche in fase di cantiere un comportamento virtuoso, tale per cui si producano rifiuti già preventivamente separati
Grazie per l attenzionel Ing. Stefano Cicerani