Niente è impossibile. Da Roma a Parigi i sogni si avverano. Vinci raddoppia a Barcellona



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Anno VIII - Numero 6 Giugno 2011 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art.1 Comma1 - LO/MI Da Roma a Parigi i sogni si avverano Niente è impossibile Vinci raddoppia a Barcellona www.federtennis.it www.supertennis.tv

il fondo Niente è impossibile DI GIANCARLO BACCINI In un mondo anche sportivo - in cui c è sempre minor spazio per la speranza e in cui gli esempi da imitare si contano ormai sulle dita di una mano sola, il tennis ci ha di recente regalato una serie di messaggi positivi davvero senza eguali, dimostrando non soltanto che, come recita il celebre slogan di una grande multinazionale del casual, Niente è impossibile, ma soprattutto che vale la pena impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi perché, sebbene tutto lasci credere il contrario, il tempo non ha smesso di essere galantuomo e di rendere giustizia a chi se lo merita. Niente è impossibile, checché ne dicano i competentoni. Neppure che Francesca Schiavone sfiori la conquista del secondo titolo consecutivo al Roland Garros e dimostri quanto livore c era in chi deprezzava il primo definendolo un miracolo. Neppure che Roger Federer, dato per svogliato o addirittura mezzo morto, faccia polpette del nuovo supereroe Novak Djokovic giocando il miglior tennis di sempre. O che Rafa Nadal celebri il proprio centesimo compleanno (spirituale) correndo più di quando di anni (spirituali) ne aveva una ventina. O che una cinese conquisti un titolo del Grande Slam. O che un italiano giudicato matto e irrecuperabile riesca a qualificarsi per i quarti dello stesso Grande Slam a dispetto di un infortunio e delle provocazioni di un pubblico ostile. Niente è impossibile, checché ne dicano gli statistici. Neppure che l Italia stabilisca un record all time piazzando un atleta in finale e uno nei quarti dello stesso Slam, migliorando un primato vecchio di 62 anni. Niente è impossibile, checché ne dicano fegatosi e rubagalline. Neppure che in cinque anni gli Internazionali BNL raddoppino il proprio fatturato, quadruplichino il proprio utile e, soprattutto, calamitino al Foro Italico una folla sterminata ed entusiasta, composta in gran parte da bambini innamorati del tennis. Niente è impossibile, checché ne dicano gli scettici. Neppure che a Roma sia possibile realizzare in soli due anni uno Stadio che il mondo ci invidia e che affascina i giocatori chiamati ad esibirvisi al punto da spingere Novak Djokovic a battezzarlo Colosseo del tennis. Niente è impossibile, checché ne dicano jettatori e profeti di sventura. Neppure che una piccola emittente televisiva come Super, che in un anno spende quanto SKY Italia spende per i diritti di una sola partita di Serie A della Juventus, sfiori l 1% di share nazionale ad appena 30 mesi dalla propria nascita. Niente è impossibile, checché ne dicano gli sfigatissimi relitti del tempo che fu. Neppure che una Federazione sportiva stuprata e rapinata ci impieghi appena 10 anni a rigenerarsi, più che raddoppiando il numero dei suoi adepti, decuplicando la sua quota di mercato fra i giovanissimi, conquistando tre titoli mondiali a squadre e imponendosi come modello di organizzazione per l intero movimento sportivo nazionale. Niente è impossibile. Bastano una coscienza pulita, la voglia di lavorare e la fede in quel che si sta facendo. Super 3

dal 1973 Maestri nel campo FORNITORE UFFICIALE www.cremoninisrl.it cremonini@cremoninisrl.it Cremonini S.R.L. Via Pila Cipolla, 6-40026 IMOLA (Bo) Tel 0542.666381 Fax 0542.665074

FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS Presidente Angelo Binaghi Consiglio Federale Angelo Binaghi (Presidente) Emanuele Scarfiotti (Vicepresidente vicario) Gianni Milan (Vicepresidente) Fabrizio Gasparini (atleta - Vicepresidente) Giuseppe Adamo Isidoro Alvisi Carlo Bucciero Federico Ceppellini Sebastiano Monaco Roland Sandrin Emilio Sodano Daniele Bracciali (atleti) Raimondo Ricci Bitti (atleti) Graziano Risi (tecnici) Mario Collarile (affiliati) Segretario Generale Massimo Verdina Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Filippo Bonomonte Componenti: Lucio Brundu Valeriano Corona Giorgio Mario Ledda Giuseppe Toscano Supplenti: Corrado Caddeo Vittorio Massimo Irano FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00194 Roma Telefono: +39-0636858218 / 8406 Fax: +39-0636858166 e-mail: segreteria@federtennis.it www.federtennis.it SU QUESTO NUMERO 6 Roland Garros Il tricolore sventola su Parigi Liberateci dalla Engzell! Rafa non molla lo scettro 16 Speciale Internazionali BNL d Italia Nole e Maria: re e regina. E Lorenzi sfiora l impresa Roma amara per Rafa, Roger e Caroline Il Foro Italico ha fatto centro Super da record Beach, in Carrozzina e Paddle Trofeo Bonfiglio Internazionali d Italia Under 12 e 14 34 Panorama News - Giudici di Gara - Dove si gioca a luglio 40 La Voce delle Regioni 45 Luglio 2011 su Super Tv 46 La Posta di Nicola Pietrangeli risponde alle vostre domande 46 Promossi & Bocciati Le pagelle di Giancarlo Baccini * Numero speciale sugli Internazionali BNL d Italia e sul Roland Garros Le rubriche (Processo del Mese, Largo ai Giovani, Il Dottor Parra risponde, Maestri, L angolo tecnico e Vita da Circolo) torneranno nel prossimo numero DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Giancarlo Baccini, Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Gianni Romeo, Felicetta Rossitto DIRETTORE RESPONSABILE Giancarlo Baccini COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPERTENNIS TEAM Martina Cipriani Antonio Costantini (foto editor) Amanda Lanari Annamaria Pedani (grafica) FOTO Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Roberto Bonigolo, Massimiliano Brocchi, Dario Castaldo, Roberto Commentucci, Lazzaro Cadelano, Maria Grazia Ciotola, Ferdinando De Fenza, Demetrio De Gaetano, Giovanni Di Natale, Nicola Gardini, Marcello Giordani, Giuseppe Grignani, Rosaria Ionà, Marianna La Forgia, Michael John Lazzari, Ettore Marte, Nicola Pietrangeli, Sergio Pioppi, Marco Preti, Mara Ragone, Enrico Roscitano, Federico Rossi, Paolo Rossi, Ida Santilli, Roberto Senigalliesi, Fausto Serafini, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Fabio Tedesco, Tiziana Tricarico, Piero Valesio, Ugo Veglia A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58-00182 Roma amministrazione@spotcast.it PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale S.p.A. STAMPA Arti Grafiche Boccia S.p.A. Salerno REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Telefono: +39-0636857643-44 Fax: +39-0636857950 supertennis@federtennis.it PUBBLICITÀ Comedi Spa via Don Luigi Sturzo,7 20016 Pero (MI) Telefono: +39-023808501/502 Fax: +39-0238010393 comedi@edisport.it Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell 8 gennaio 2004 La rivista non è in vendita in edicola e viene spedita in abbonamento postale. Abbonamento annuale (10 numeri): 30,00 euro Metodo di pagamento: - con assegno circolare, non trasferibile, intestato a Federazione Italiana da spedire a mezzo raccomandata a/r a FIT - Direzione Comunicazione, Stadio Olimpico, Curva Nord, Ingresso 44, Scala G, 00194 Roma - con bonifico bancario intestato a Federazione Italiana c/o Banca Nazionale del Lavoro - Ag. CONI IBAN IT31Y0100503309000000000008 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Super 5

roland garros Il tricolore sventola Schiavone finalista e Fognini nei quarti. Per il tennis azzurro è stato uno Slam storico. Francesca, dopo il trionfo del 2010, ha messo a tacere gli invidiosi che la ritenevano una mezza miracolata. Fabio ha dato vita ad un personale show giocando praticamente su una gamba e battendo negli ottavi lo spagnolo Montanes. Peccato non aver potuto poi sfidare Djokovic, ma il ventiquattrenne ligure ha un esplosività e una tecnica che anche certe star gli invidiano Super 6

Fabio Fognini sofferente durante il match contro Montanes. A destra Francesca Schiavone; in basso sempre l azzura con la cinese LI Na durante la cerimonia di premiazione sul Philippe Chatrier. Nella pagina accanto ancora Fognini su Parigi DI PAOLO ROSSI (GIORNALISTA DE LA REPUBBLICA ) Super 9

roland garros PPARIGI - Mi si chiede un opinione sul Roland Garros 2011 appena concluso. Niente di più facile, quanto a stabilire un bilancio italiano. Abbiamo avuto una tennista in finale, un azzurro nei quarti. Dunque, assolutamente positivo. Soltanto? Scusate, avete ragione: è riduttivo. Da quando non assistevamo a risultato del genere? Per quanto riguarda i maschi, l ultimo ad aver raggiunto i quarti era stato Davide Sanguinetti, Wimbledon 1998. Cioè tredici anni fa. Donne in finale ne avevamo avuta una soltanto, sempre lei. Francesca Schiavone. Partiamo dalla campionessa del 2010. Alzi la mano, sinceramente, chi pensava, alla vigilia di questo torneo, che la Leonessa potesse ripetersi. S è tolta un bello sfizio, la Franci. Ha dimostrato al mondo, Italia compresa, che il suo exploit della scorsa stagione non era stato un caso astrale più unico che raro. Vincere un anno, e tornare in finale l edizione successiva non è da molti. Parliamo di Slam non con tutto il rispetto di challenger. Lei dice che le è rimasto l amaro in bocca. Ha ragione, come tutte le atlete. Voleva vincere, ha intravisto la possibilità di portarsi a casa la coppa. Stavolta non ce l ha fatta perché Li Na non ha pagato l emozione della finale. Il dazio era già stato versato a gennaio, agli Australian Open. La cinese non ha sbagliato nulla, s è presa tutto qullo che c era da prendere (per usare le aprole di Francesca Schiavone). Ha meritato insomma, e peccato per il clamoroso e grossolano errore arbitrale della giudice di sedia che ha negato un set point all azzurra in un momento psicologico difficile per l asiatica. Ma, a parte tutto questo, resta per la Schiavone la grandissima soddisfazione di aver messo a tacere quelli che la ritenevano una mezza miracolata. Quelli invidiosi che l avevano presa di punta, criticandone ogni atteggiamento, ogni parola, ogni risultato. A seconda delle esigenze. La Schiavone ha sfiorato il colpaccio, e resta per sempre nella storia tennistica italiana. Non solo: festeggiato il suo trentunesimo compleanno tra swing di golf e bicchieri di buon rosso con amici e famiglia, ha già alzato il livello della sfida: Wimbledon. L anno scorso, stordita dai bagordi del trionfo, uscì al primo turno. Stavolta lo Slam verde, quello sull erba, sarà preparato con dovizia di particolari e chissà che non ci regali ulteriori soddisfazioni. Chiudendo il discorso femminile c è da dire che il resto della truppa merita la sufficienza. Peccato per Flavia Pennetta, la nostra prima Top Ten della storia: la spalla ne ha condizionato il rendimento in questa parte della stagione, ma la pugliese possiede le Fabio Fognini Super 8

potenzialità per realizzare belle cose. Di sicuro quest altra impresa della Schiavone ne avrà pungolato ulteriormente l orgoglio, e la Pennetta ha quei colpi che possono riportarla su in classifica. S è affacciata alla ribalta Slam anche Corinna Dentoni, una ragazza che va tenuta d occhio. E i maschi? Va premesso che i signori Nadal, Federer e Djokovic hanno relegato il resto del mondo in un angolo. Hanno nascosto tutti gli altri. Il loro gioco a tre ha rilanciato mediaticamente il tennis. Federer che rifila la prima sconfitta dell anno a Djokovic in una partita bellissima. Nadal che poi batte lo svizzero in finale. Hanno creato premesse d equilibrio di grande interesse, per pubblico/sponsor/tv. Ben vengano questi duelli, e speriamo che prima o poi qualcuno dei nostri possa inserirsi in tale contesto. A questo proposito, in realtà, Fabio Fognini s era guadagnato il diritto d affrontare il serbo. Purtroppo ha dovuto rinunciare. Ritirarsi per la lesione al retto femorale. Questo episodio è stato al centro di discussioni e di polemiche. Giusto per ricordarlo, Fognini stava giocando gli ottavi contro Montanes. Nel quinto set l infortunio. I soliti polemisti stranieri, tanto per prendersela con l Italia, hanno urlato che l intervento del medico non era corretto, perché si trattava semplicemente di crampi. L italiano aveva usato un trucchetto. Altri hanno perfino sostenuto che Fognini, resosi conto della gravità dell infortunio, avrebbe dovuto ritirarsi dal match e dare partita vinta allo spagnolo. Invece Fognini ha dato vita ad un La grinta di Francesca Schiavone personale show, con tanti colpi sulle righe, giocando zoppo. In fondo quella partita ne ha esaltato le caratteristiche di rischiatutto qual è: il ligure è un fenomeno, ma non di pazienza. Non gli pareva vero di poter liberare il braccio, di avere la giustificazione di poterlo fare. Fognini è un ragazzo istintivo, che ha bisogno deve esprimersi. Lui gioca meglio quando non ha nulla da perdere, in situazioni disperate. Ha un esplosività, ed una tecnica, che anche certe star gli invidiano. Se riuscirà a non perdere la sua creatività, e ad unirla con una disciplina maggiore (ci riferiamo a quella in campo, naturalmente), potrebbe davvero rilanciare il movimento italiano. In fondo è giovane, ha soltanto ventiquattro anni e le statistiche dicono che in assenza di infortuni fisici gli italiani si esprimono meglio con la maturità. Peraltro, mediaticamente parlando, Fognini è il personaggio perfetto: non è finto, è un ragazzo che non si nega, è disponibile e non ha paura di esprimere con chiarezza le sue opinioni in un mondo vale per tutti gli sport nessuno escluso dove l ipocrisia e l opportunismo regnano sovrani. Da Parigi Fogni torna con un ranking record, numero trentacinque. Una classifica che non può che migliorare anche nel suo caso. Gli altri azzurri non sono riusciti a colpire: né Starace, né Seppi, né Bolelli e neppure Volandri. In attesa di assistere a delle meraviglie in singolare i nostri possono però tentare di far ricordare questo 2011 a livello di nazionale: c è l impegno di Coppa Davis a luglio che può preludere allo spareggio di settembre per il ritorno nel Wolrd Group. Non sarebbe niente male, dopo la retrocessione del 2000. Anche le ragazze hanno cominciato così, con i successi in Fed Cup. Giusto? Super 9

roland garros Liberateci dalla ENGZELL! La giudice di sedia svedese ha commesso un imperdonabile errore chiamando l overrule su una palla out della Li Na durante la sfida del Roland Garros contro la Schiavone. Per Francesca sarebbe stato set point con la possibilità di andare al terzo. Un errore che pesa come un macigno sul risultato della finale parigina. E non è la prima volta che la scandinava di Stoccolma danneggia le azzurre: era sempre lei ad arbitrare Francia-Italia ad Orléans nel 2009, quando con il solito overrule regalò un match point alla Mauresmo che giocava contro la Pennetta PDI ANGELO MANCUSO PARIGI - Ancora lei, sempre lei: Louise Engzell, giudice di sedia svedese della finale del Roland Garros tra la nostra Francesca Schiavone e la cinese Li Na. Sulla sua coscienza pesa il marchiano e gravissimo errore che ha privato l azzurra, sotto di un set e in vantaggio 6-5 nel secondo, di giocarsi la palla del set e di allungare così la sfida alla terza partita. E invece cosa si inventa l ineffabile Louise? Su una palla chiamata out dal giudice di linea (vicinissimo), scende in campo e decide di fare overrule dando il punto della parità alla Li Na. Decisione ancor più cervellotica visto che la palla sotto accusa era dall altra parte rispetto alla sua postazione, dunque parecchio lontana. Era il momento decisivo della finale con la cinese in difficoltà dopo la rimonta della Schiavone che era stata sotto 4-1 e 5-2. Andare a servire sul vantaggio esterno avrebbe pesato come un macigno sull asiatica, che già da diversi minuti dava segni di nervosismo ed insicurezza per un match che le stava sfuggendo di mano. Cosa sarebbe successo se fossero andate al terzo set? Probabilmente avrebbe vinto la Schiavone: era in chiara crescita, mentre la cinese vacillava. Francesca ha protestato a lungo e l azzurra Flavia Pennetta impegnata nel 2009 ad Orléans in Fed Cup. La Engzell arbitrò il match della brindisina contro la francese Mauresmo Super 10

Francesca Schiavone mostra al giudice di sedia Louise Engzell il segno della palla out sul 6-5 del secondo set della finale contro la cinese Li Na che le avrebbe dato il set point è nota per la sua sportività e correttezza: mai lo avrebbe fatto se non fosse stata certa che quella maledetta palla della Li Na non aveva assolutamente toccato la riga. Come del resto hanno poi confermato le immagini televisive. Una decisione che fa rabbia: anche i colleghi francesi delle tv, che erano lì sulla tribuna del Philippe Chatrier a pochi metri da noi, ci hanno confermato e poi fatto vedere che la palla era out. Out, cara signorina Engzell. Che, come minimo, avresti dovuto far rigiocare il punto, perché al no! del giudice di linea Francesca s era fermata e perché in una precedente analoga situazione la stessa Engzell, dopo aver fatto un overrule in favore dell italiana, aveva concesso le due palle alla Li Na anziché il punto alla Schiavone. Quella palla era fuori!, ripeteva amareggiata Francesca in sala conferenze a fine match. Se scende l arbitro di sedia ed afferma che la palla è dentro non c è nulla da fare - ha poi aggiunto la milanese - devi solo non pensarci più e ricominciare a giocare a tennis, anche se non è facile, soprattutto nella fasi decisive di una finale. Quell errore in quel momento è stato grave. La giudice di sedia se ne dovrà assumere la responsabilità quando rivedrà le immagini in tv. E magari l ITF, la Federazione Internazionale, dovrà in futuro evitare che possa fare altri danni in sfide importanti come una finale di Slam. Non restituirebbe a Francesca la possibilità di giocarsi quel set point, ma sarebbe un segnale. Sì, perché non è la prima volta che la Engzell, trentaduenne di Stoccolma, decide di diventare protagonista in campo, invece di capire che i veri attori sul court sono i tennisti, non l arbitro. Ancora lei, dicevo all inizio. Proprio la svedese ha arbitrato le azzurre ad Orleans in Fed Cup nel 2009. E anche lì ne combinò di tutti i colori. Con il solito overrule (con lei sul seggiolone non manca mai ) diede la palla del match point alla francese Mauresmo contro la Pennetta su un passante chiaramente fuori di Amelie. Flavia vinse lo stesso centrando un impresa che poi diede il là al successo dell Italia, ma la brindisina perse decisamente la testa (come darle torto) sentendosi in quel momento vittima di un vero e proprio furto. Apostrofò in modo pesante, sbagliando certo, la Engzell. Louise però non ebbe neppure il fegato per punirla allontanandola dal campo per quelle offese come il regolamento vorrebbe. Fece quasi finta di nulla E sbagliò quindi due volte. Coscienza sporca o mancanza di personalità? Solo lei può risponderci Senza però tirare in ballo Fognini. Sembra Super 11 una maledizione, ma la bionda svedese arbitrava nell ultimo Roland Garros anche l incredibile ottavo di finale vinto al quinto set da Fabio sullo spagnolo Montanes. E non ci venga a dire la cara Louise che ha permesso all azzurro, che ha vinto il match praticamente zoppo, di fermarsi e farsi curare. Ci sarebbe mancato altro: Fabio ha solo utilizzato un regolamento che parla chiaro ed il suo infortunio alla gamba sinistra era serio (uno stiramento), tanto che poi l azzurro non ha potuto giocare il quarto di finale contro Djokovic due giorni dopo. Peraltro la Engzell non deve essere neppure tanto fortunata: era anche il giudice di sedia durante la famosa semifinale di Serena Williams opposta a Kim Clijsters agli US Open 2009. Una delle giudici di linea chiamò all americana un fallo di piede sulla seconda di servizio che automaticamente regalò due match point alla Clijsters. A seguito di un penalty point attribuito per comportamento antisportivo, Serena chiuse poi anzitempo l incontro dopo aver assalito verbalmente la giudice ( Ficcati quella f... pallina in gola, aveva urlato). Certo quella volta non fu la Engzell in prima persona a provocare il caso. Ma che trasmetta la sua voglia di protagonismo malato anche colleghe e colleghi?

roland garros Rafa non molla lo scettro Sesto PDALL INVIATA FRANCESCA PAOLETTI PARIGI - Rafa Nadal che schiaccia, sotto il peso della sesta Coppa dei Moschettieri, tutti i cattivi pensieri che gli son frullati per la testa nei primi giorni parigini. Roger Federer che, con la solita regalità, dà il benservito chi lo dava per finito. E Novak Djokovic che, suo malgrado, scopre di non essere imbattibile. Questo in sintesi il messaggio lanciato dal Roland Garros 2011. Il secondo slam della stagione è andato in archivio con molte conferme e qualche novità. Ai successi sul rosso il 25enne maiorchino deve necessariamente essersi abituato, ma quello conquistato il 5 giugno scorso ha un sapore davvero particolare e gustoso. In pochi, infatti, dopo i cinque set ai quali lo aveva costretto John Isner al debutto e le fatiche patite con il semisconosciuto connazionale Pablo Andujar al secondo, avrebbero puntato un centesimo su una sua sesta perla pari- titolo parigino per Nadal (come Bjorn Borg) e decimo Slam della carriera (come Bill Tilden). Con la grinta e l umiltà che lo caratterizzano e la classe del numero uno, il mancino spagnolo Nadal ha saputo trovare la strada giusta e ha trionfato ancora nonostante un inizio di torneo sotto tono. Ma il Roland Garros ci ha consegnato anche il più bel Federer sul rosso degli ultimi anni: Roger in semifinale ha interrotto la lunga striscia positiva di Djokovic dimostrando che lo si era dato troppo presto per finito gina. Ma con la grinta e l umiltà che lo caratterizzano e la classe del numero uno, Nadal ha saputo trovare la strada giusta e ha vinto ancora Sesto Roland Garros, come Bjorn Borg, e decimo Slam della carriera, come Bill Tilden. Lo spagnolo aveva accusato, eccome, le quattro sconfitte subite in stagione da Novak Djokovic, in particolare quella nella finale degli Internazionali BNL d Italia al Foro Italico, e mai come in questa occasione la stampa iberica temeva un altra drammatica Super 12

derrota... Una disfatta che avrebbe provocato anche scossoni in termini di ranking mondiale. Ma, come dicevamo all inizio, Novak Djokovic non è imbattibile; lo ha decretato il più bel Roger Federer rosso degli ultimi anni. In una atmosfera magica, con l intero palcoscenico del Philippe Chatrier ad intonare il suo nome, lo svizzero nella semifinale con il serbo ha lanciato due messaggi importanti al circuito: il primo (e più importante per chi ama il bel tennis) è che non sono finito, il secondo (il più importante per Nadal, che pare sopportar poco certi atteggiamenti del serbo) che Djokovic si può battere. Giunto a Parigi con poche attenzioni da parte dei bookmakers, e quindi sicuramente con meno pressioni addosso, lo svizzero man mano che passavano i giorni e i turni ha deliziato il pubblico con il suo tennis più bello ed efficace sul rosso. Insomma, rimandati tutti quelli che lo vedevano già sul viale del tramonto. Come, rimandata, è la caccia al record di Novak Djokovic che sbarcato a Parigi imbattuto e con tutti i favori del pronostico dalla sua parte, ha pagato dazio in semifinale contro quello stesso Federer extralusso che lo aveva battuto nel Masters di Londra 2010 l ultimo ko di Nole prima del lungo filotto di successi. La sua striscia positiva si è fermata infatti a quota 41 incontri consecutivi, che diventano 43 se si considerano i due singolari della finale di Davis dello scorso dicembre. Se, grazie a Nadal, la Spagna si conferma regina del rosso, altre due superpotenze sportive europee devono rimandare i loro sogni di gloria: ancora un gradino sotto gli altri, malgrado la semifinale, Andy Murray; troppo acerbi i francesi chiamati a cancellare Noah (solo un quarto di finale, infatti, il bottino dei nuovi quattro moschettieri di Francia Monfils, Tsonga, Gasquet e Simon). Quello 2011 sarà ricordato come il Roland Garros più veloce degli ultimi anni, complici l assenza di pioggia (almeno fino alla vigilia della finale) e soprattutto la scelta degli organizzatori di utilizzare palline leggere e quindi velocissime. Questo ha determinato qualche risultato a sorpresa anche se alla fine in semifinale ci sono arrivati i primi quattro del seeding. Segno che le gerarchie in questo periodo storico del tennis maschile sembrano difficilmente scalfibili Ben diverso, invece, l andamento del torneo femminile. Francesca Schiavone aveva avvisato tutti nella sua prima conferenza stampa. Dieci, quindici anni fa il gap tra il livello delle migliori e le altre era molto più ampio - aveva detto - ora è diventato più sottile. I match andavano via più veloci, ora anche una top player deve soffrire e lottare sin dai primi turni. Parole profetiche che non hanno salvato la Clijsters prima, Wozniacki, Stosur, Zvonareva e Azarenka poi. Se il gap tra le big si è assottigliato, con la vittoria di Na Li il tennis ha allargato i suoi confini andando alla conquista della Cina. I rappresentati dell Impero di mezzo avevano già dato importanti segnali di crescita in occasioni olimpiche, in particolare nei tornei di doppio, e in termini di organizzazione di eventi (con il China Open, il Wta di Guangzhou e il Masters 1000 di Shanghai) ma con il successo parigino della 29enne di Wuhan si prevede un boom senza precedenti... I numeri, in fondo, sono dalla loro parte. Novak Djokovic; in basso Rafa Nadal e Roger Federer si abbracciano dopo la finale di Parigi. Nella pagina accanto i due campioni durante la premiazione sul Philippe Chatrier Super 13

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speciale internazionali BNL d Italia Nole e Maria: E Lorenzi sfiora Djokovic e la Sharapova sono stati i protagonisti assoluti del torneo al Foro. Il serbo ha battuto un super Murray in semifinale, in uno dei match più belli giocati durante dell anno, poi ha messo ko il padrone del rosso Nadal. La russa si è fatta contagiare dai colori e dal sole di Roma ed è parsa meno algida, più colorata e più solare, sbaragliando la concorrenza. L azzurro, una vita da mediano, è stato ad un passo da un successo clamoroso: battere il numero uno Rafa davanti al Centrale impazzito di entusiasmo Maria Sharapova con il trofeo degli Internazionali BNL d Italia DI PIERO VALESIO (GIORNALISTA DI TUTTOSPORT) Super

re e regina l impresa Come chiunque sia appassionato di sport sa benissimo ci sono molti modi di vincere. Uno dei quali non corrisponde a ottenere la vittoria di un torneo, ad esempio. Oppure si può vincere per il fatto stesso che si è accettata una sfida importante. Roma ha certamente vinto la sua sfida organizzando il primo combined della sua storia attorno ad uno stadio che gli stessi responsabili di Roland Garros e Wimbledon hanno definito sorprendente. E dato che è caratteristico dei saggi vincenti sapere che ogni cosa è perfettibile di certo l anno prossimo quello che potremmo chiamare non tanto o non solo lo Slam d Italia ma anche lo Slam del Mediterraneo, sarà ancora meglio di quello che è andato in scena nel maggio di quest anno. Detto questo, il torneo ha avuto dei vincenti veri, due dei quali hanno vinto davvero e due che hanno sbancato a modo loro grazie alla qualità e alla forza mediatica delle loro prestazioni. Analizziamoli uno per uno e assegniamo loro alla fine un voto complessivo. Novak Djokovic alza la coppa dopo la finale vinta contro Rafa Nadal NOVAK DJOKOVIC - Le partite contro Andy Murray e Rafa Nadal potrebbero aver rappresentato il momento più alto della sua stagione. Con tutto il rispetto, ovviamente, per la finale di Madrid e per il supermatch di Parigi contro Roger Federer, al termine del quale Nole ha interrotto la sua striscia positiva di vittorie a 41 incontri consecutivi. Rivisti oggi quei due incontri trasmettono ancora il senso della fatica cui Nole ha dovuto sottoporsi per vincere semifinali e finale e vicere il torneo. Una fatica derivante non solo dal fatto di aver dovuto combattere a la muerte per superare Murray: ma per il come. Un match di tre ore nella sera romana è esperienza che non ha eguali al mondo. Le palle si gonfiano, tutto diventa spesso, anche l aria che respiri. Caldo e freddo che si alternano e il tifo degli spettatori che quasi si posa sulla pelle degli atleti. Super

speciale internazionali BNL d Italia Djokovic ha messo in scena, in queste condizioni, il suo capolavoro composto da energia fisica e strategia pura. Per gran parte delle tre ore abbondanti di gioco ma soprattutto nel finale ha dovuto praticare una strategia difensiva davanti alla furiosa e matematica determinazione con cui Murray lo pressava negli angoli. Ma non si trattava di puro catenaccio di nereorocchesca memoria: Nole, alla stregua di un inseguimento alla Indiana Jones, ha portato l avversario fino al terreno che gli era più consono, proprio sul finale. Quello dove emerge la dote del campione che vuole diventare campion-issimo. Il terreno dove Murray, che è campione ma non ancora-issimo, è più fragile. E lì, giunti sul ciglio del burrone, Nole si è fermato e ha lasciato che Andy cadesse metaforicamente nel vuoto, Un capolavoro di strategia e di spettacolarità che da solo sarebbe bastato a giustificare l abbonamento al torneo. VOTO: 30 e lode MARIA SHARAPOVA - Più che una semplice (si fa pe dire) vittoria in un torneo Masha ha eseguito a Roma una riuscitissima operazione di automarketing. In primo luogo perché non in pochi ricordavano quanto successo tre anni prima. Quando la divina, all indomani di un match serale piuttosto impegnativo, si presentò in conferenza stampa all ora di pranzo per annunciare che la notte non aveva dormito, si sentiva stanca, ragione per cui aveva deciso di raggiungere immediatamente Parigi e tanti saluti a tutti. Uno sgarbo che lasciò il torneo orfano di un match e di una protagonista importante ma soprattutto una caduta di stile capace di frantumare per sempre il rapporto fra Roma e la bellissima siberiana. Chissà quanto la Sharapova ha tenuto presente questo episodio quando si è presentata al Foro rinnovata nel tennis e soprattutto nel sorriso. Con la spalla finalmente a posto e una evidente e debordante voglia di giocare e di vincere stavolta Masha ha lasciato i biglietti aerei nel borsone da viaggio si è conquistata la finale con un match ammirevole contro la Wozniacki e si è liberata della Stosur in finale con grande agio. Ma soprattutto, al di là delle botte bimani e degli imperituri urletti, quella vista a Roma è stata una Maria leggiadra, sorridente, pacificata col mondo forse anche per la presenza costante in tribuna del fidanzato cestista; che, se ci si dovesse basare su quanto visto al Foro, è avviato a ricoprire un ruolo analogo ad un altro compagno-marito-cestista: quello di Kim Clijsters. La Sharapova si è fat- Andy Murray ha disputato un ottimo torneo fermandosi solo in semifinale battutto da Djokovic Super 18

Paolo Lorenzi è stato ad un passo dal battere il numero uno del mondo Nadal al secondo turno ta contagiare dai colori e dal sole di Roma ed è parsa meno algida, più colorata e più solare. Il tennis ha bisogno di una campionessa e di una donna così. E il merito di averla restituita al tennis con un ruolo di primo piano e alla simaptia della gente è degli Internazionali d Italia. VOTO: 9 ANDY MURRAY - Coraggio Andy: non hai vinto nè a Roma nè a Parigi e la tua idiosincrasia a conquistare uno Slam sta iniziando a diventare preoccupante. Ma anche dopo aver seguito con attenzione una grande edizione del Roland Garros resta la convinzione che la semifinale di cui sei stato protagonista in coabitazione con Novak Djokovic sia stata una partita fantastica, in lizza per essere eletta la partita dell anno. Difficile non avere presente quel costante senso di essere al di sopra dei propri limiti che hai comunicato al pubblico combattendo con il numero uno (virtuale) al mondo e arrivando più volte ad un nulla da assestargli la spallata vincente. Hai giocato per tre ore sulle righe ma hai deciso poi di regalare al pubblico una sensazione di grande umanità lasciandoti sorprendere proprio sul più bello come spesso succede nella vita. Vedi la vittoria che ti passa davanti e per un qualche motivo non riesci a fermarla, ad arrestarla, a farla tua. Murray non ha conquistato la finale di Roma ed eguale sorte gli è toccata a Parigi. Ma con la semifinale del Foro ha acquisito un credito presso gli dei che prima o poi sarà messo in condizione di riscattare. VOTO 8,5 PAOLO LORENZI - I protagonisti migliori sono quelli che non ti aspetti. Quelli che arrivano a esser prim attori quasi di colpo e conquistano l attenzione di tutti solo in forza della qualità della loro prestazione. Paolo Lorenzi è riuscito così a vivre una giornate più incredibili (forse la più importante) della sua carriera arrivando ad un passo dal battere Rafa Nadal, colui che di lì a pochi giorni avrebbe conquistato il sesto titolo consecutivo al Roland Garros eguagliando il record di Bjorn Borg. Deve essere pazzesco per un atleta, ancor più per un tennista, pensare di avere una parte importante in questa rappresentazione teatrale che è la vita di cui il tennis è una sintesi praticata su un campo sportivo. Paolo ha vissuto a Roma una di quelle giornate per cui vale la pena allenarsi, allenarsi e poi allenarsi ancora, prendere e perdere aerei, giocare tornei in luoghi magari sconosciuti per sperare, alla stregua del mediano di Ligabue, di godere di un raggio di gloria in qualcosa di simile ai mondiali. E fin troppo facile pensarlo dopo il termine ella sua attività agonistica insegnare ad un bambino che magari gli domanderà: ma è vero che tu hai battuto Nadal? E lui gli risponderà con quel sorriso che ha fatto il giro del mondo: no, però ci sono andato vicino. Tutti noi gli dobbiamo un grazie enorme. VOTO: 10 Super 19

speciale internazionali BNL d Italia Roma amara per Rafa, Roger Sono stati Nadal, Federer e Wozniacki i grandi sconfitti degli Internazionali BNL d Italia. Giunto a Roma scosso dalla batosta di Madrid, il numero uno del mondo si è arreso per la quarta consecutiva in una finale a Djokovic. Con un Nole tanto competitivo, non avrebbe mai dovuto sottoporsi a un tour de force così estenuante negli ultimi due mesi. Lo svizzero ha confermato con Gasquet di patire i finali in volata. Per la danese è il momento di scegliere una programmazione più saggia Super 20

e Caroline A sinistra Roger Federer a destra Caroline Wozniacki. Nella pagina accanto Rafa Nadal RDI GIORGIO SPALLUTO Rafa, Roger e Caroline. Sono loro i grandi sconfitti di questa edizione degli Internazionali Bnl d Italia. Numeri 1 per classifica (Nadal), per storia (Federer) e per demeriti altrui (Wozniacki). Tutti usciti con le ossa rotte, rispettivamente in finale, ottavi e semifinale. Apparentemente paradossale è che a fare maggiormente scalpore sia stata la batosta subita da colui che, dei tre, ha fatto più strada nella settimana capitolina. Rafael Nadal si presentava a Roma ancora scosso dalla sua prima sconfitta sul rosso dal Roland Garros del 2009. A Madrid, pochi giorni prima, Novak Djokovic aveva prolungato la sua imbattibilità stagionale, sconfiggendo il numero 1 del mondo sul suo terreno preferito. Una battuta d arresto pesante, quella subita da Rafa, che i suoi più strenui sostenitori si auguravano fosse dipesa in larga parte dalla velocità della superficie madrilena. E, invece, anche al Foro Italico, l extraterrestre serbo ha dimostrato di rifiutare la sconfitta, di non sapere più perdere. Nemmeno una semifinale maratona, terminata a notte fonda contro Murray, ha impedito a Nole di piegare Rafa nella quarta finale consecutiva di questo 2011: Indian Wells, Roma, Madrid e Roma, dove il manacorino aveva vinto 5 volte, raggiungendo 6 finali negli ultimi 7 anni. Nessuno era mai riuscito a impallinare il fu Cannibale in quattro tornei di fila. Davydenko ci era riuscito in quattro scontri diretti, ma non in finale, la riserva di caccia del Nino. Fino allo scorso anno, quantomeno sulla terra, il mostro da temere era lui. Qualunque suo avversario era in balia di quello che lui Super 21

sceglieva di fare e nessuno era veramente convinto di poterlo battere. A Roma, come a Madrid, invece, la personalità dominante è stata quella di Djokovic, le luci sul Centrale sembravano accese solo per lui. Ridotto al ruolo di comparsa, Rafa ha subito per tutta la partita in finale, contro un Nole decisamente più brillante, nonostante le fatiche della splendida semifinale. Una superiorità non solo atletica ma, soprattutto mentale, che spiega alla perfezione un dato abbastanza preoccupante per Rafa: ogni volta in cui lo spagnolo è stato costretto, sia a Roma che a Madrid, a servire per rimanere nel set (o nel match), non è riuscito a tenere la battuta. E successo troppe volte (4 di fila) per non far scattare un campanellino d allarme in un giocatore che, d un tratto, sembra aver smarrito le antiche sicurezze e le sue, un tempo inesauribili, riserve d energie. Aver optato per un calendario così denso di impegni, che nel giro di due mesi lo ha visto andare in fondo negli ultimi 6 tornei giocati (da Indian Wells a Roma), ha fatto sì che giungesse troppo stanco nel momento decisivo della stagione. A posteriori si sarebbe potuta saltare la tappa di Barcellona, prendendo esempio dal suo antagonista serbo, decisamente più saggio nella programmazione, e nella scelta di ignorare l appuntamento di Montecarlo. La verità è che, prima dell esplosione di Djokovic, il margine sulla terra che Rafa poteva vantare sui suoi avversari, era tale da potersi permettere una programmazione così estenuante e una condizione psico-fisica, magari non sempre ottimale, ma comunque sufficiente per battere avversari non competitivi. Chi un tempo poteva, a sua volta, contare su un divario davvero notevole sulla concorrenza, era Roger Federer. Quasi mai costretto in passato a battersi eccessivamente per avere la meglio su qualsiasi avversario che non si chiamasse Rafael Nadal, oggi Re Roger deve fronteggiare un lotto di giocatori sempre più numeroso in grado di insidiarlo. Aumentano così i match decisi in volata, spesso e volentieri dall esito amaro per il campione elvetico (le cui statistiche nel set decisivo non sono all altezza della sua fama), come quello che lo ha visto uscire mestamente dagli Internazionali con Richard Gasquet. L uomo condannato a vincere è stato eliminato dal francesino che non doveva più vincere, per di più al tiebreak del terzo set, dopo che fino al 6-4 4-2 era stato un assolo rossocrociato. Senza minimizzare i meriti di un Gasquet parso davvero rivitalizzato dalla cura Piatti, le sconfitte romane di Roger co- speciale internazionali BNL d Italiaa minciano tutte ad assomigliarsi. I Federer moments, come li chiamava David Foster Wallace, per quanto splendidi e di fattura sopraffina, non sortiscono gli stessi effetti e le stesse crepe ai danni di giocatori che un tempo si sarebbero sciolti al solo udire il suo nome. E il suo ma Richard può battere chiunque, versione aggiornata del ma Ernests (Gulbis, ndr) può battere chiunque proferito lo scorso anno, non riesce a lenire il dolore di chi vorrebbe un giorno vedere Roger trionfare sui campi del Foro Italico. Chi, invece, continua a ripetere come un mantra: Il tempo gioca per me è Caroline Wozniacki. Preferibilmente all indomani di qualche sconfitta eccellente, la bionda danese non manca di sottolineare, all ipercritico uditorio (che non le perdona quel numero 1 ottenuto senza lo straccio di uno slam) la sua giovane età; un attenuante indubbiamente valida che, però, non spiega la genesi di determinati passi falsi, maggiormente frequenti nei tornei più prestigiosi, cui Caroline non sembra mai giungere al massimo della forma. Probabilmente lei e il suo clan dovranno seriamente riflettere su quale sia la strategia più proficua da adottare in sede di programmazione. Se gli obiettivi sono, soprattutto, i guadagni e le vittorie in serie, la Wozniacki può perseverare nel suo schedule da stakanovista. Tanti tornei medi vinti, regalano tanti punti nel ranking e un discreto montepremi. L altra faccia della medaglia è costituita da una forma fisica che, per forza di cose, non può essere certo ottimale per tutta la stagione. Il rischio di arrivare spremuti nel momento chiave della stagione fa il paio inevitabilmente con la strategia opposta delle sue immediate inseguitrici che badano principalmente a giungere tirate a lucido nei tornei principali. Sono disposte a rischiare di più per vincere, a differenza della danese costretta sempre sulla difensiva da un gioco che, nei momenti di scarsa brillantezza, finisce per essere meno propositivo del solito. Tempus fugit, Caroline. IL MIGLIORE Schiavone in ripresa, Starace solita certezza, Lorenzi a un passo dall impresa. Sono questi i responsi azzurri di questa edizione degli Internazionali Bnl d Italia. Il terremoto tanto temuto a Roma nei primi giorni della kermesse capitolina, stava per provocarlo Paolo Lorenzi. Avanti 7-6 4-4 30-0 contro il n. 1 del mondo Rafael Nadal, sul Centrale del Foro Italico, il senese sbaglia una volée elementare a causa di un banale refolo di vento, senza il quale il nostro sarebbe andato a cinque punti dal battere sul rosso il più grande terraiolo di sempre. Il più bel pomeriggio della mia vita, almeno fino a quel 4 pari nel secondo set..., ammetterà a fine partita l eroe degli Internazionali, protagonista il giorno prima di un altra straordinaria impresa ai danni del brasiliano Thomaz Bellucci, fresco semifinalista nel Masters 1000 di Madrid. A Potito Starace va il merito di aver eguagliato il suo miglior risultato conquistato in un 1000, colto, proprio sulla terra romana, nel 2007. Due top 20 nello stesso torneo, prima Dolgopolov e poi Troicki, non si battono tutti i giorni. Peccato Filippo Volandri Simone Bolelli Super 22

IN CAMPO? IL PUBBLICO negli ottavi si sia imbattuto nel miglior Andy Murray di sempre sulla terra battuta che, 48 ore dopo, avrebbe messo in serie ambasce la straordinaria striscia di successi di Novak Djokovic. Bene anche Filippo Volandri che, dopo aver battuto in scioltezza Thiemo De Bakker, impegna per 3 set Stanislas Wawrinka, vincitore all esordio su Fabio Fognini. Nulla da fare per il rientrante Andreas Seppi contro Juan Monaco e per Flavio Cipolla e Simone Bolelli, sconfitti al primo turno da Ivan Ljubicic e Nicolas Almagro. Tra le donne, la splendida impresa di Romina Oprandi sulla top 20 Kaia Kanepi e l ottimo secondo turno colto da Alberta Brianti ai danni della cinese, Jie Zheng, hanno rappresentato un gustoso prologo in vista dell entrata in scena di Francesca Schiavone. Accreditata della testa di serie numero 2, la campionessa in carica del Roland Garros 2010 si è dovuta accontentare, per la quarta volta in carriera, dei quarti di finale. A sbarrarle la strada, ironia della sorte, è stata proprio colei che aveva sconfitto a Parigi, undici mesi prima, quella Samantha Stosur che si sarebbe poi issata sino alla finale. Ad ammirare i primi vagiti di una risalita che, per quanto riguarda la Schiavone, sarebbe culminata qualche settimana dopo sui campi del Bois de Boulogne, un pubblico straordinario che ha garantito durante il match della nostra numero 1, uno dei tanti pienoni che hanno caratterizzato questa edizione degli Internazionali Bnl d Italia. Un pubblico sempre più competente, più giovane di quello tradizionale del Foro Italico, accorso numeroso più che mai, cui va la palma di migliore in campo. G.S. Alberta Brianti Francesca Schiavone Potito Starace Roberta Vinci Romina Oprandi Super 23

speciale internazionali BNL d Italia Il tennis ha fatto centro Il torneo continua a crescere e ha già toccato record che era difficile pronosticare solo qualche anno fa. Il combined ha limitato al 10% la perdita totale di spettatori rispetto al primato precedente con una settimana di maschile e una di femminile, anche se i giorni in meno di competizione sono stati sei. L evento ha avuto la forza di superare le barriere, di coinvolgere giovani e anziani. Il calcio invoca la presenza sugli spalti delle famiglie: il nostro sport questo risultato lo ha già raggiunto Super

IDI DARIO TORROMEO Il romano è pigro. Ed è abituato bene. Si muove solo quando l evento diventa una tappa fondamentale nel calendario dei divertimenti, quando dire io non c ero non ti fa fare bella figura. Il Teatro Sistina si riempie solo se a reggere il cartellone è un attore importante, supportato da una commedia o un musical all altezza. Non basta la bravura, l avvenimento deve avere la forza di superare le barriere, deve avere la potenza di essere trasversale, di coinvolgere giovani e anziani. Ed è questo che abbiamo visto al Foro Italico durante gli Internazionali. Il calcio invoca la presenza sugli spalti delle famiglie. Il tennis questo risultato lo ha già raggiunto da tempo. Padre, madre e bambini. Tutti assieme per vivere un pomeriggio all aperto, regalandosi le imprese di sportivi quasi mai esagerati nei loro gesti, raramente conflittuali con l avversario, praticamente sempre accompagnati dalla comprensione del pubblico. Le difficoltà nel trovare un biglietto non hanno certo nuociuto all affluenza, anzi. Il romano è fatto così. Se diventa complicato trovare il tagliando d ingresso, ne fa una questione d onore. E percorre tutte le vie. La prima, quella che per natura crede sia la più semplice, è la richiesta del biglietto omaggio. No, non pensate che si tratti di avarizia. Il fatto è che l ingresso senza pagare è uno status symbol, è lì a testimoniare che sei uno importante, uno che conta. Gli altri fanno la fila davanti al botteghino, si prenotano con mesi di anticipo. Tu no, chiami l amico giusto e scivoli dentro alla faccia di tutti. Ma poi accade che i biglietti omaggio, anche lì la richiesta è aumentata a dismisura anche perché sono meno che in passato, finiscano. E allora non resta che imboccare il secondo percorso. Quello dell acquisto forzoso. La raccomandazione la chiedi per avere, dietro esborso in contanti, il prezioso tagliando. Ma anche qui subisci uno stop. Ormai i biglietti devi comprarli con largo anticipo. E allora, non ti resta che il bagarino. Il Roland Garros è terra di conquista per questi signori che ti si rivolgono con la grazia di un elefante, ti bloccano, quasi ti impediscono di camminare. A Roma sono più discreti, ma i biglietti a queste condizioni costano davvero troppo. Perché non hai programmato il tutto? Ti senti chiedere dagli amici previdenti. E tu li guardi come guarderesti un marziano. Mettere in calendario l acquisto di un biglietto per il tennis con mesi di anticipo? Ma siete pazzi? Loro saranno pazzi, ma tu resti fuori. Dentro ci vanno quelli che hanno capito cosa sia diventato oggi il torneo. E così famigliole felici hanno passeggiato per i viali del Foro, si sono seduti sui gradini del nuovo Centrale, hanno applaudito Nadal, Djokovic, ma hanno anche fatto il tifo per un imprevedibile Lorenzi. I numeri, quando sono positivi, fanno bene allo sport. Quelli degli spettatori degli Internazionali fanno bene al tennis. Sono la testimonianza concreta dell affetto che il pubblico ha per questo mondo. Un po come accade per la televisione. Se l audience è alta, il programma ha successo. Non ci sono critici che tengano. Le cifre sono inattaccabili nella loro concretezza. Accanto ai numeri, la scelta di una sempre più vasta schiera di personaggi importanti. Calciatori e dirigenti sportivi seduti sulle gradinate del Centrale. Lì sotto il sole, qualcuno a tifare per un amico (Totti per Federer, ad esempio), qualche altro ad ammirare le tenniste più belle (e qui non faccio nomi). Sono la glassa sopra la torta. Non indispensabile, a mio avviso, ma necessaria per rendere più glamour il tutto. Necessarie sarebbero le toilette. Perché gli spettatori hanno goduto lo spettacolo, ma troppo spesso sono stati impegnati nella vana ricerca di un posto dove ritrovare la serenità. Si può migliorare. La folla sugli spalti dei campi decentrati, le file all ingresso del Centrale (purtroppo anche quelle in attesa dei taxi che non arrivavano mai o dei pochi autobus che collegavano con il resto della città), restano negli occhi degli osservatori neutrali. Il tennis regala spettacolo senza la necessità di schieararsi contro qualcuno. Elemento indispensabile per fare di uno sport qualcosa di sano, che sappia insegnare ai giovani a mettersi in discussione nel rispetto del rivale. Il torneo cresce, ha bisogno SPETTATORI PAGANTI: 157.644 Alle finali femminile e maschile degli Internazionali BNL d Italia hanno assistito 9.806 spettatori paganti, che hanno portato il totale del torneo a 157.644. L incasso è stato di 4.454.357 euro, che supera di circa 890.000 euro quello del 2010. Nel 2010 il numero totale di spettatori paganti nelle due settimane era stato di 176.207 dei quali 85.954 dovuti alla moltiplicazione dei 3.184 abbonati medi per 27 sessioni di gioco. Quest anno, nonostante il numero degli abbonati sia aumentato, tale quota scende a 52.788 per via del minor numero di sessioni (3.520 per 15 sessioni). di modifiche, ma ha già toccato record che era difficile pronosticare. Il combined ha limitato al 10% la perdita totale di spettatori rispetto al primato precedente con una settimana di maschile e una di femminile, anche se i giorni in meno di competizione sono stati sei. Ne ha giovato il tabellone delle donne. La Schiavone, per carità con la medaglia del Roland Garros sul petto, ha avuto novemila spettatori per i quarti di finale. Impossibile pensare a un risultato numerico del genere nel recente passato. Anche Roma, pigra e viziata, si è mossa. Ha accettato le difficoltà (biglietti da prenotare con largo anticipo, pochi mezzi di collegamento, scarsità di parcheggi auto) ed ha riempito il Foro Italico in ogni giorno della manifestazione. Sì, gli Internazionali hanno proprio fatto centro. La folla degli appassionati al Foro Italico durante i giorni del torneo. Nella pagina accanto il Centrale gremito Super 25

speciale internazionali BNL d Italia SUPERTENNIS da record Il torneo del Foro Italico ha decretato lo straordinario boom di ascolti della tv della FIT, Host Broadcaster dell appuntamento WTA e uno dei veri protagonisti di questa eccezionale edizione. Polverizzato ogni primato di ascolto con un incremento percentuale del 200% rispetto al 2009 e del 112% rispetto al 2010 DI MARTINA CIPRIANI É É stato indiscutibilmente un successo. Gli Internazionali BNL d Italia in un edizione straordinaria per lo spettacolo offerto nella sua formula combined e per l affluenza di pubblico, da record per quasi tutti i giorni di gara - hanno anche decretato il successo di Super, il canale televisivo della FIT, Host Broadcaster per il terzo anno consecutivo del torneo WTA di Roma. Con un programma che ha offerto ai suoi telespettatori 87 ore di diretta nel corso di tutta la settimana, 60 ore di live dei match relativi al Torneo WTA, interviste e servizi dedicati ai Super 26