Esposizione all'amianto



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Salute e lavoro Esposizione all'amianto L'asbesto o più comunemente amianto è un buon esempio di come le ragioni economiche e la salute non vadano necessariamente di pari passo. Questo minerale, infatti, vantava eccezionali caratteristiche fisiche a cominciare dalla refrattarietà al fuoco e, soprattutto, un basso costo. E' per questo che nel volgere di non molto tempo lo si è ritrovato un po' dappertutto. Nell'edilizia, senz'altro, ma anche in applicazioni insospettabili. Per esempio, nei supporti sui quali sono avvolte le serpentine degli asciugacapelli, o persino nei sigari pregiati (dove aveva lo scopo di mantenere compatta la cenere). Peccato che però fosse pericolosissimo e a più livelli. Che cos'è l'amianto Un minerale, anzi un gruppo di minerali fibrosi, non combustibili (asbesto deriva dal greco e significa inestinguibile) composti da silicato di calcio e magnesio. Si distinguono due gruppi principali di sostanze: l'amianto anfibolo e l'amianto serpentino. La distinzione è abbastanza importante perché l'anfibolo presenta fibre fragili, che si spezzano facilmente ma possono essere intessute (le famose coperte antincendio, per esempio); il serpentino, invece, ha fibre più lunghe e più resistenti. La famiglia del serpentino è rappresentata dal crisotilo, mentre dell'anfibolo fanno parte antofillite, actinolite, amosite, crocidolite, tremolite. Gli impieghi A fare la parte del leone è stata l'edilizia, dove l'amianto veniva impiegato tanto come spray (mischiato cioè a leganti non troppo tenaci) da applicare a elementi metallici o altro con funzioni isolanti, oppure impastandolo con altri materiali (la cosiddetta matrice) a cominciare del cemento. In questo modo si aumenta la resistenza del cemento contenendo il peso e rendendo più facile realizzare elementi prefabbricati. A questo scopo si impiegavano sia l'amianto anfibole sia quello serpentino. In Italia il cemento-amianto è noto come Eternit, e soprattutto per l'elemento ondulato con il quale venivano realizzate le coperture dei tetti (principalmente in Italia settentrionale). Tuttavia ve ne sono anche altri, come le condutture dell'acqua o i pannelli, usati per isolare acusticamente e termicamente gli edifici, in particolare quelli edificati in vetrocemento o in elementi metallici. Anche nei mezzi di trasporto l'amianto aveva un ruolo cruciale, perché garantiva frenata di auto, moto e veicoli pesanti. Infatti il materiale d'attrito delle pastiglie dei freni a disco, e delle ganasce di quelli a tamburo, conteneva amianto. Elencare le applicazioni sarebbe lunghissimo: se ne contano infatti oltre 3.500 Perché è pericoloso Come si è detto, l'amianto è un minerale fibroso e anche se è piuttosto friabile, le singole fibre sono molto resistenti e piccolissime: meno di mezzo millesimo di millimetro di diametro per 2-5 millesimi di millimetro di lunghezza. E' chiaro che elementi così piccoli e leggeri possono con grande facilità essere inalati senza essere arrestati dalle ciglia che ricoprono l'epitelio delle vie aeree. Di conseguenza si depositano nei bronchi e negli

alveoli dei polmoni, per poi migrare verso la pleura, cioè la membrana che riveste esternamente i polmoni, danneggiando i tessuti. In definitiva, l'amianto ha tre differenti gravi effetti: Provoca l'asbestosi, malattia nella quale i tessuti del polmone, irritati dalle fibre microscopiche dell'amianto formano cicatrici fibrose sempre più estese fino a che zone sempre più ampie del polmone perdono la loro elasticità, impedendo di fatto la respirazione o comunque rendendo molto meno efficiente l'ossigenazione, con effetti, per intendersi, analoghi a quelli della broncopneumopatia cronica ostruttiva.. Provoca il mesotelioma, un gravissimo tumore che colpisce la pleura, il peritoneo (il sacco membranoso che racchiude l'intestino) e il pericardio. Se ne conoscono sia una forma benigna, sia una maligna particolarmente aggressiva, tanto che nelle casistiche la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari soltanto al 2 per cento. Nella stragrande maggioranza dei casi la forma maligna è causata esclusivamente da esposizione all'amianto. Aumenta di 5 volte il rischio di carcinoma polmonare nei fumatori. Mentre nel caso dell'asbestosi gli studi consentono di concludere che è necessaria un'esposizione intensa e prolungata e che, quindi, si tratta di un effetto dose-dipendente, per il mesotelioma non è così. Si ricorda per esempio il caso delle mogli di operai addetti a lavorazioni dell'amianto che erano andate incontro al tumore solo dovendo maneggiare le tute del marito, mentre quest'ultimo non aveva avuto conseguenze. Nel caso del mesotelioma, insomma, non è possibile definire una soglia di rischio, ossia un livello di esposizione così ridotto da essere innocuo e, in ogni caso, la suscettibilità individuale conta. Un altro aspetto da tenere presente è che le due principali forme di amianto hanno effetti differenti: per la sua maggiore fragilità, l'anfibolo si diffonde più facilmente nell'aria, ragion per cui i difensori dell'impiego dell'amianto in edilizia (Oltreatlantico) sostengono che impiegando il serpentino ( e usando una matrice più tenace per gli impasti) si riducono i rischi. Peccato che il crisotilo sia riconosciuto estremamente cancerogeno. A oggi, invece, non sembra abbiano effetti nocivi le fibre di amianto eventualmente ingerite (magari per contaminazione delle acque potabili che scorrono in tubature realizzate con amianto). Sempre rischioso? La presenza dell'amianto in sé non è necessariamente pericolosa, dipende dal grado di libertà delle fibre. In altre parole un tessuto è molto rischioso, l'amianto spruzzato anche; un elemento di Eternit no, ma solo a patto che non si stia sgretolando. In altre parole, finché le fibre non possono liberarsi nell'aria, perché imprigionate nell'impasto del cemento o di altre sostanze (per esempio le resine), oppure semplicemente perché racchiuse in intercapedini sigillate (come nel caso dei vagoni ferroviari in buono stato) il pericolo può essere ragionevolmente escluso. Il problema nasce quando i manufatti che contengono l'amianto si deteriorano. Per questo oggi la principale fonte di esposizione in Itala sono i tetti in Eternit che, col passare degli anni, per effetto delle intemperie e in particolare delle piogge acide, sono andati progressivamente deteriorandosi con la possibilità, quindi, di liberare le fibre. Che cosa dice la legge

In Italia dal 1992 (legge 257/1992) è proibita l'estrazione, l'importazione e la lavorazione dell'amianto. Di conseguenza, dal 1992 in poi non è possibile che nell'edilizia, o nell'isolamento di un forno, sia stato impiegato amianto. Anche in precedenza si era legiferato in materia, introducendo limiti all'impiego in talune applicazioni e introducendo limiti di contaminazione dell'aria. Per questo i manufatti, soprattutto quelli casalinghi come guanti da forno o per le assi da stiro, dovevano già prima del 1992 riportare l'indicazione "A" per segnalare la presenza di amianto. Qualora si abbiano ancora in casa oggetti contenenti amianto è bene consultare l'asl per sapere come e dove conferirli per lo smaltimento. Il pericolo non è finito Sfortunatamente, anche se la legge è in vigore dai dieci anni il pericolo non può dirsi superato. Soprattutto nel Nord-Italia, infatti, sia i materiali per edilizia sia altri manufatti contenenti amianto sono ancor molto diffusi. Inoltre, visti i lunghi periodi che intercorrono tra l'esposizione e lo sviluppo della malattia, è probabile che nel prossimo futuro aumentino i casi di mesotelioma e delle altre malattie dovute al minerale. E' già qualche anno, infatti, che la forma tumorale legata al lavoro più spesso riscontrata sia proprio il mesotelioma pleurico, come segnala l'osservatorio statistico dell'inail. Analizzando i 600 casi registrati tra il 1988 e il 1999, inoltre, l'inail ha potuto calcolare in quale percentuale la malattia colpirà i diversi settori di lavoro. In testa c'è la cantieristica navale, con il 30,3%, seguita dall'industria nel suo complesso (27,6%) e dalla cantieristica ferroviaria (14,4%). Inoltre, sempre l'inail ricordava che a marzo 2002 erano in totale 136.762 i certificati di esposizione all'amianto rilasciati su richiesta dei lavoratori, dei quali oltre 60.000 positivi. Come difendersi Istintivamente, verrebbe da pensare che il modo migliore sia rimuovere gli elementi in amianto e stoccarli in posti sicuri, ma non è esattamente così. In molti casi rimuovere l'amianto può causare repentini (e pericolosi) innalzamenti della quantità di fibre presente nell'aria. Nel caso dei tetti di Eternit che si stanno degradando, per esempio, la soluzione più razionale è rivestire gli elementi con sostanze che intrappolino le fibre (materiali plastici), operazione che viene definita di incapsulamento, e nell'applicare poi rivestimenti metallici (confinamento). E' evidente che le soluzioni vanno cercate caso per caso e che, comunque, prima di procedere a lavori di bonifica è necessario far eseguire i rilievi del caso interessando la propria ASL. Infatti per giudicare della pericolosità della situazione è necessario controllare l'entità della presenza di fibre nell'aria. Si tratta di un'operazione relativamente semplice, che consiste nell'aspirare l'aria atmosferica attraverso un filtro per poi contare il numero di fibre servendosi di un microscopio. In Italia il massimo livello ammesso è di 0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo e di 0,2 ff/cc per gli anfiboli e le miscele. Da evitare assolutamente il fai da te: sia perché lo smaltimento non è possibile al singolo sia perché per operare con l'amianto sono necessari sistemi di protezione ben diversi dalle mascherine da verniciatore in vendita nei colorifici. Maurizio Imperiali

Fonti Severi S. Mesotelioma da amianto, una proiezione maligna. Dati INAIL Marzo 2002. Baron PA. Measurement of airborne fibers: a review. Ind Health 2001 Apr;39(2):39-50 Bianchi C, Brollo A, Ramani L, Bianchi T, Giarelli L. Asbestos exposure in malignant mesothelioma of the pleura: a survey of 557 cases. Ind Health 2001 Apr;39(2):161-7 Bianchi C, Giarelli L, Grandi G, Brollo A, Ramani L, Zuch C. Latency periods in asbestos-related mesothelioma of the pleura.eur J Cancer Prev 1997 Apr;6(2):162-6 Billings CG, Howard P.Asbestos exposure, lung cancer and asbestosis. Monaldi Arch Chest Dis. 2000 Apr;55(2):151-6.

Salute e lavoro Ultimo aggiornamento: 16/03/07 Dove colpirà l amianto Gli enti internazionali e i ricercatori sono assolutamente concordi: c è da aspettarsi un epidemia delle malattie dovute all esposizione ad amianto. Sia dell asbestosi, malattia in cui si ha una degenerazione diffusa del tessuto polmonare, sia dei tumori, mesoteliomi, dovuti al minerale, che si localizzano in particolare alla pleura e al peritoneo, cioè le membrane sierose che rivestono rispettivamentge polmoni e intestino. Tuttavia, se la previsione è certa, e i dati disponibili collimano con le proiezioni, resta difficile fare previsioni più accurate per i singoli paesi. A questo contribuiscono diversi aspetti. Per esempio, la lunga latenza tra esposizione e sviluppo della malattia, poi la difficoltà di quantificare il livello di esposizione lavorativa e di esposizione ambientale, senza contare che il bando di questo materiale, oggi generalizzato nel mondo occidentale, è stato applicato in tempi differenti. Di fatto, una stima conservativa valuta che dal 20 al 40% degli adulti oggi viventi sia stato esposto sul lavoro all amianto. Ma poco altro si sa. Un dato oggettivo Una ricerca ha cercato allora di trovare una misura surrogata dell esposizione di una popolazione nel suo complesso. L indicatore prescelto è stato il consumo pro-capite di amianto in un certo periodo, il decennio 1960-1969, cioè il periodo in cui si ebbe la masima espansione dell impiego di questo materiale. Il consumo è stato calcolato sommando la produzione e l importazione di amianto di ciascun paese e sottraendo le esportazioni del minerale. Dopodiché si è tracciata la correlazione statistica tra il numero di morti, nel periodo 2000-2004 dovute ad asbestosi, al mesotelioma pleurico e a quello peritoneale e ai decessi dovuti in genere ai mesoteliomi. Questi, infatti, possono svilupparsi anche in altre sedi e, soprattutto, non sempre i dati sui certificati di morte riportano anche la sede, oltre al tipo di tumore. In totale, questi dati, consumo e mortalità, erano disponibili per 33 paesi, che rappresentavano il 63% del consumo totale di amianto nel periodo considerato e il 22% della popolazione mondiale nel periodo 2000-2004. Sfortunatamente, mentre per America, Europa e Oceania si trattava di un campione molto grande (male che vada il 48% della popolazione), Africa e Asia erano gravemente sottorappresentate (rispettivamente l 8 e il 5% della popolazione). Differenze forti tra i sessi I risultati confermano l ipotesi di partenza. Infatti le morti per tutti i mesoteliomi aumentano di 2,4 volte per ciascun kg di amianto consumato in più tra gli uomini e di 1,6 volte tra le donne. Tra gli uomini, ma non tra le donne, si è poi visto che il mesotelioma pleurico aumentava di 1,8 volte, sempre per ogni kg di amianto in più. L associazione tra i consumi e la mortalità riprende a riguardare entrambi i sessi per il mesotelioma peritoneale: aumento di 2,2 volte per gli uomini e 1,4 volte per le donne. Tornava a essere solo maschile, invece, la correlazione con l asbestosi (mortalità di 2,7 volte superiore per ogni kg consumato in più). Gli autori concludono che in assenza di indici più diretti, il consumo del minerale può servire a prevedere con una discreta approssimazione quali aree pagheranno il tributo più

pesante. Peraltro, i risultati concordano con quelli di altri studi più piccoli svolti in precedenza. La differenza tra uomini e donne, dal canto suo, può essere spiegata in modi differenti. Per esempio, potrebbe effettivamente trattarsi di un riflesso della diversa esposizione lavorativa, nell ipotesi che nei cantieri navali o ferroviari le donne non erano certamente molto rappresentate. Peraltro, la differenza in termini relativi è forte: il rapporto tra morti per asbestosi maschi e femmine è di 8 a 1, la differenza maggiore, mentre si raggiunge la parità soltanto per il mesotelioma peritoneale. Resta un altro capitolo aperto, ed è quello del rapporto tra amianto e cancro del polmone: dal punto di vista biologico un rapporto c è, ma è tale l effetto confondente del fumo che è difficile stabilire una relazione. Di fatto, con questo studio è evidente che i responsabili sanitari hanno in mano uno strumento adeguato a programmare gli interventi del caso. Non è poco. Maurizio Imperiali Fonte Lin R et al.ecological association between asbestos-related diseases and historical asbestos consumption: an international analysis. The Lancet 2007; 369:844-849