Livia SORDINI. La villa di Livia Drusilla a Prima Porta, nell Agro Veiente



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La villa di Livia Drusilla a Prima Porta, nell Agro Veiente

CULTURA Introduzione A Prima Porta, località distante pochi chilometri dalla Scuola, a pochi passi dalla piazza Saxa Rubra, su Via della Villa di Livia, si apre un piccolo cancello, da qui uno stretto sentiero conduce in rapida salita all altipiano su cui una serie di resti aiuta a ricostruire l aspetto della Villa di Livia, sebbene sia difficile collegare ciò che ne rimane a quella che doveva essere una delle più importanti dimore imperiali dell epoca romana; importanza peraltro testimoniata dai rinvenimenti qui effettuati, come, ad esempio, i meravigliosi affreschi con scene di giardino (ora al Museo Nazionale Romano), o la statua di Augusto (ora ai Musei Vaticani). Livia Drusilla Livia Drusilla, nata il 30 gennaio del 58 a.c. e morta nel 29 d.c., discendeva dalla famiglia Claudia. Sposata molto giovane con Tiberio Claudio Nerone, ebbe da lui Tiberio, futuro imperatore. Nel 38 a.c., dopo aver ottenuto il divorzio, si sposò con Ottaviano per il quale questo matrimonio rappresentò anche un alleanza con parte dell aristocrazia senatoria. Livia partecipò attivamente alla vita politica romana e fu per Augusto una compagna affettuosa nonché una preziosa consigliera e collaboratrice. Ebbe una parte importante nella successione di Augusto, riuscendo a favorire il figlio Tiberio. Alla morte del marito, avvenuta nel 14 d.c., fu adottata per testamento nella gens Julia e chiamata Julia Augusta. Studi e scoperte nel corso degli anni La Villa di Livia veniva chiamata ad gallinas albas in seguito a un evento prodigioso riportato dalle fonti. Plinio, nella Naturalis historia, racconta:... a Livia Drusilla... un aquila lasciò cadere dall alto nel grembo... una gallina di straordinario candore... e teneva nel becco un ramo di alloro con le sue bacche. Gli Aruspici ordinarono di allevare la gallina e la sua prole e di piantare il ramo e custodirlo religiosamente. Questo venne fatto nella villa dei Cesari che domina il fiume Tevere al IX miglio della Flaminia, chiamata perciò alle galline ; e ne nacque prodigiosamente un boschetto. In seguito Cesare [Ottaviano] 840

nei suoi trionfi tenne in mano un ramo e sul capo una corona di quell alloro e così fecero tutti gli altri Imperatori. Si iniziarono a piantare i rami che essi avevano tenuto in mano ed esistono ancora i boschetti con i loro nomi.... Svetonio, in Galba, aggiunge:... e si vide che alla morte di ciascuno di essi l albero da lui piantato inaridiva. Così nell ultimo anno di Nerone l intera selva arse fino alle radici e tutte le galline morirono.... Secondo le fonti antiche la Villa di Livia fu localizzata da Svetonio nell Agro Veiente, da Plinio più esattamente al IX miglio della Via Flaminia antica. L indicazione più esatta venne fornita da Guattani e Nibby, due studiosi dei primi dell Ottocento che, collegando le costruzioni presenti sulla Via Tiberina alla villa, ne definirono precisamente l ubicazione. Nel marzo del 1863 iniziarono i primi scavi che si protrassero per circa un anno. Nel corso di questi si scoprì parte del complesso termale, la statua di Augusto e alcuni ambienti sotterranei tra cui la sala affrescata. Pochi anni dopo, cercando di salvaguardare le pitture, questa sala venne isolata da un intercapedine e racchiusa in un alto muro di cinta. L interesse per la villa si incentrò quindi unicamente sulle scoperte effettuate, tralasciando di conoscere e salvaguardare il resto della struttura, che si trovò ben presto in uno stato di abbandono aggravato, nel corso degli anni, dai lavori agricoli effettuati sulla collina e dal bombardamento del 1944, che lesionò gravemente una delle pareti dipinte e altri ambienti. Nel 1951, in seguito alle precarie condizioni in cui si trovavano, gli affreschi vennero staccati e trasportati al Museo Nazionale Romano. Nel 1982 la ripresa degli scavi consentì di definire più precisamente la struttura del complesso, collegando tra loro i vari elementi superstiti. Dopo anni di abbandono e trascuratezza, nel 1995 l ultimazione della galleria per il passaggio della Via Flaminia ha recuperato l unità della collina divisa in due nel 1964 ed un progetto del Comune di Roma consentirà la sistemazione del parco circostante gli scavi con il ripristino dei sacri boschetti di alloro con i nomi degli imperatori. Visita alla villa L attuale Via della Villa di Livia, su cui si apre l ingresso della stessa, può iden- 841

CULTURA tificarsi con l antico tracciato della Via Flaminia che, seguendo il percorso del Tevere, all altezza del bivio con la Via Tiberina se ne distaccava procedendo in direzione Nord-Ovest. Superata la Tiberina, la Flaminia passava sotto un arco di cui parte del piedritto sinistro è tuttora visibile addossato alla facciata della chiesa dei SS. Urbano e Lorenzo. Tale arco, da considerarsi probabilmente l unica testimonianza di un acquedotto collegato alla Villa di Livia, rappresentava l ingresso a Roma per chi provenisse dal Nord, e diede quindi il nome alla zona, che dal XIII sec. è chiamata Prima Porta. Planimetria della Villa di Livia dopo le recenti esplorazioni 842

La villa, situata su un terrazzamento a fianco del Tevere, è composta da una zona residenziale, con annesso impianto termale, e da un area quadrangolare probabilmente destinata a giardino. La fase iniziale della costruzione risale alla seconda metà del sec. I a.c., mentre restauri e ristrutturazioni vennero effettuati nel corso del II e III sec. d.c.. L originale accesso (non corrispondente all attuale) è identificabile nel punto B della piantina in figura. Tale punto corrisponde a uno slargo in cui l antico ingresso è indicato da una soglia in grandi blocchi di travertino, con i cardini e i fori per i paletti della porta a due battenti. Da qui si accede a un atrio (D) con un impluvio, in cui manca la vasca, decorato da una fascia di mosaico a mura di città. La zona E, appartenente all originaria struttura augustea, è composta da una serie di ambienti (cubicoli con alcove, una sala, corridoi) un tempo tutti pavimentati a mosaico. Uno di questi corridoi collega l atrio e gli spazi circostanti a un impianto termale (definito dal punto F), a cui era possibile accedere anche attraverso un entrata esterna. Accanto alle terme, nel punto indicato dalla lettera G, si trova una zona scoperta su cui si aprono una serie di ambienti, anche questi risalenti alla fase iniziale di edificazione. 843

CULTURA Raggiungibile attraverso una scala moderna, il punto H corrisponde alla celebre sala sotterranea decorata con affreschi, applicati su una cortina di tegole per garantirne l isolamento dall umidità. Tali pitture, molto diffuse nel mondo romano, si trovavano in genere in ambienti identificabili come ninfei - triclinii estivi. Questo ciclo, considerato il primo esempio monumentale del genere, rappresenta un giardino con piante ornamentali e da frutto, fiori e uccelli, delimitato da un basso muretto che in alcuni punti forma delle piccole esedre. In alto il cielo è racchiuso da un bordo marrone irregolarmente frastagliato ad imitazione di una volta di grotta. Sopra la zona sotterranea, a sinistra del punto H, si trovano diversi ambienti; tra questi una stanza in cui, su un precedente pavimento a mosaico bianco, è ancora in parte leggibile un mosaico con figure nere su fondo bianco, raffiguranti i geni delle stagioni e una divinità in trono. Accanto a questa, una sala con rivestimenti in marmo sia sul pavimento sia sulle pareti; un altro ambiente con pavimento in mosaico bianco e pareti affrescate con pannelli decorativi all interno dei quali sono rappresentati figurine e animali; poi una serie di vani di carattere termale: un piccolo ambiente riscaldato con tubuli, un altro dove forse era il præfurnium, ed una latrina; quindi un corridoio, modificato poi dall inserimento di una scala per accedere al piano superiore. Sulla sinistra di una grande cisterna rettangolare (A), in gran parte ancora in- 844

terrata, si trova una scala a due rampe sul cui pianerottolo sono due piccoli forni, forse corrispondenti ai luoghi adibiti alla cottura dei cibi. Dalla scala si scende in un ambiente (con volta a botte e lucernario al centro) da cui partono corridoi e cunicoli. Accanto, due vani rettangolari erano forse in comunicazione con la cisterna. All esterno era adibita probabilmente a giardino la grande area C, delimitata a Sud dal muro contraffortato (I) che sosteneva il terrazzamento della villa dalla parte del Tevere. Nei pressi, i resti di alcuni gradini in travertino testimoniano la presenza di un altro accesso alla villa. FONTI BIBLIOGRAFICHE C. Calci - G. Messineo, La Villa di Livia a Prima Porta; Roma, 1984 Enciclopedia Italiana G. Treccani; Roma; ad indicem G. Messineo - A. Carbonara, La Via Flaminia; Roma, 1993 G. Messineo, La Villa di Livia a Prima Porta, in Forma Urbis, n. 6/97 Un particolare ringraziamento al Direttore del mensile Il Periodico per la possibilità di consultazione di materiale bibliografico. 845