PIANO INFRAREGIONALE DELLE ATTIVITA ESTRATTIVE (PIAE) - QUADRO CONOSCITIVO - DOCUMENTO PRELIMINARE



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Piacenza, 28 aprile 2011 Alla cortese attenzione Gent.ma Sig.ra Avv. Patrizia Barbieri Assessore alla Programmazione e Sviluppo Economico del Territorio, Urbanistica, Politiche per la Montagna PROVINCIA DI PIACENZA Corso Garibaldi, 50 29121 Piacenza Prot. n. 110428/AS/05/U Oggetto: PIANO INFRAREGIONALE DELLE ATTIVITA ESTRATTIVE (PIAE) - QUADRO CONOSCITIVO - DOCUMENTO PRELIMINARE - Relazione tecnica del febbraio 2011. Nostre osservazioni. Di seguito sono elencate le nostre osservazioni al documento in oggetto: Oss.1) Tempi autorizzativi da sveltire Al fine di limitare i tempi autorizzativi si chiede di unire il procedimento di VIA o Screening, di cui alla L.R. 9/99 e s.m.i., con il procedimento autorizzativo di cui alla L.R. 17/91 (come già approntato dalla Provincia di Reggio Emilia che ha provveduto ad unificare gli iter amministrativi). Per garantire tale percorso in fase di conferenza dei servizi sia possibile acquisire il parere della Commissione infraregionale delle attività estrattive (CTIAE) e sempre all interno della procedura di VIA sia garantita l acquisizione dei pareri degli Enti competenti in merito alle deroghe dalle distanze di rispetto.

Oss. 2) Oneri di cava ed extraoneri Anche se non di stretta pertinenza del PIAE 2011 rimarchiamo quanto sia inaccettabile l atto di indirizzo dell Assemblea regionale Emilia Romagna che in data 30 marzo 2011 impegna la Giunta regionale a rivedere gli oneri di cava regionali con aumenti percentuali di quasi il 300% senza tenere in alcun conto gli oneri attuali delle Regioni Lombardia e Veneto. In maniera più pertinente al documento in esame si chiede che in sede di conferenza dei servizi VIA siano attentamente valutate le richieste di opere di compensazione (extraoneri) dei vari Enti provvedendo ad una stima preliminare dei costi aggiuntivi e ad una attenta valutazione della loro sostenibilità. Oss. 3) Adeguamento dei PAE comunali al PIAE Per garantire tempi contenuti di adeguamento dei PAE comunali, si ritiene che il PIAE debba sempre assumere la valenza di PAE e non solo per i poli ritenuti strategici e solo per quelli già indicati nel documento in osservazione. Oss. 4) Aree di recupero Concordiamo con le Associazioni degli Agricoltori quanto evidenziato in merito all obbligo vigente di ripiantumare per almeno il 20% della superficie. Tale percentuale è molto penalizzante per i proprietari, sottopone i cavatori ad oneri aggiuntivi mai pienamente quantificati e rende irrealistico il mantenimento nel tempo di tali risorse verdi. Si concorda la proposta di ridurre la percentuale al 5%. La normativa del PIAE che è stata modificata con variante 2004 ha previsto la possibilità di scelta da parte del Comune mediante la individuazione di aree anche fuori dell ambito di cava e/o su proprietà comunali o demaniali, tuttavia riteniamo che il momento utile per tale scelta sia in sede di Convenzione finale con il cavatore e non in sede si stesura del PAE. Oss. 5) Quantitativi richiesti dalle Amministrazioni Comunali in sede di varianti precedenti e non ancora pianificati

In relazione alla parziale attuazione delle previsioni del PIAE 2001 con 8.225.592 m 3 ancora da pianificare (di cui 2.820.000 m 3 su ambiti comunali) globalmente tra tutte le tipologie di materie prime, si evidenzia che lo stesso PIAE2001 al fine di incentivare l attuazione delle previsioni estrattive ha introdotto una norma che prevede una significativa riduzione dei volumi estraibili per i poli non attivati entro 10 anni dall inserimento nel piano provinciale. Si proceda dunque ad una ricollocazione di tali quantitativi assegnandoli alle dotazioni d ambito comunali da pianificare. Si ecceda nella procedura revocatoria per quei Poli-ambiti non ancora attivati ma che hanno già avviato un iter autorizzativo. Oss. 6) Limi e terreni da tombamento Ad oggi risultano avviati da PIAE2001 solo cinque progetti a livello provinciale con un volume pianificato pari a 1.107.000 m 3. La presenza degli importanti sbancamenti indotti dagli insediamenti della logistica su tutto il territorio provinciale ha garantito in questi anni ampie disponibilità di materiali per il tombamento che tuttavia ad oggi sembrano parzialmente esaurirsi. Le imprese cavatrici impegnate nelle cave di ghiaia senza recupero a bacini di accumulo dovranno dotarsi inevitabilmente di cave di prestito. La dotazione provinciale PIAE2011 di terre da tombamento non è sufficiente. La stima dei fabbisogni appare fortemente sottodimensionata e portatrice nel tempo di possibili problemi ambientali. L estrazione di tali materiali nell ultimo decennio è stata decisamente limitata, registrando un quantitativo medio di circa 30.000 m3/anno. Recentemente è stata conclusa la procedura di VIA per il Polo 17 Cà di Terra ma tale Polo non può da solo sopperire a tutte le necessità di approvvigionamento provinciale; è quindi certamente non improbabile un massiccio incremento nell utilizzo delle terre nei prossimi anni. Per il prossimo decennio è indispensabile incrementare il fabbisogno individuato dal PIAE 2011 dei materiali per il ritombamento quantificabile in non meno di un 50% in volumi delle ghiaie pianificate (tenendo conto di tutte le modalità di recupero adottate per le cave di ghiaia).

Oss. 7) Delocalizzazione impianti non compatibili o scarsamente compatibili Risultano quindi ancora disponibili 2.200.000 m 3 per la delocalizzazione di impianti non compatibili o scarsamente compatibili che ben difficilmente troveranno richiesta dagli operatori e relativa collocazione territoriale. Si richiede pertanto a riguardo di ricollocare gran parte di tali risorse assegnandoli alle dotazioni d ambito comunali tra i Comuni che ne faranno richiesta. Oss. 8) Recupero e riutilizzo dei materiali da demolizione Nel PIAE2011 si parla di incentivi al recupero di tali materiali attraverso possibili azioni. Si parla in particolare di incentivare la realizzazione di piazzole di stoccaggio. Segnaliamo invece la carenza di impianti di trattamento ed in particolare la mancanza di un impianto fisso di recupero e trattamento in zona Piacenza Sud-Est a cui potrebbero fare riferimento le zone produttive della città ma anche i comuni della Val D Arda. Ciò sottopone le imprese edili del territorio e le aziende di autotrasporto autorizzate nello smaltimento di tali macerie ad inutili attraversamenti della città di Piacenza con apporti di traffico e inquinanti non trascurabili. Confapi si rende disponibile alla proposta di una soluzione in tal senso. Oss.9) Calcolo dei fabbisogni e obiettivi quantitativi estraibili La proposta di Piano assegna quindi la stragrande maggioranza dei nuovi obiettivi quantitativi estrattivi a poli sovracomunali e in misura minima ad ambiti comunali (in aree non vincolate). Di fatto il piano appare blindato. La riduzione della libertà nella pianificazione comunale come previsto dal PTCP rende difficile per i Comuni localizzare i quantitativi liberi nell ambito del proprio PAE. Ciononostante è indispensabile che ogni Amministrazione Comunale, che sia disponibile a pianificare aree e quantitativi estraibili ed in particolare laddove ci siano state richieste di operatori su aree non vincolate, abbia dotazioni d ambito comunale sufficienti non inferiori ai 500.000 m 3 per la fase pianificatoria comunale successiva. Si pensi in particolare ai comuni di Gragnano, Rivergaro, Carpaneto Piacentino ed altri che hanno già manifestato il loro interesse in tal senso.

E opportuno pertanto aumentare i residui ripianificabili in ambiti comunali rispetto ai quantitativi già stanziati pari a 2.820.000 m 3. Cordiali saluti. Il Presidente ANIEM Piacenza Gruppo Filiera Edilizia Confapi Piacenza Ing. Armando Schiavi