PROPRIETÀ INTELLETTUALE copyright e web LA CONTRAFFAZIONE È CADUTA NELLA RETE Un indagine evidenzia il rapporto dei ragazzi con il file sharing e la loro percezione sull illegalità del downloading di audiovisivi di Francesca Marinelli (*) Le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, attraverso episodi di contraffazione e concorrenza sleale, costituiscono un grave ostacolo sia per lo sviluppo economico delle imprese del territorio sia per la competitività dell intero sistema produttivo. Consapevole della gravità delle conseguenze che derivano da questo fenomeno, l Ente camerale di Ancona è impegnato da tempo sul fronte della tutela della proprietà industriale con iniziative organizzate in collaborazione con le più importanti autorità scientifiche e con partner istituzionali, finalizzate, da un lato, a sensibilizzare e informare gli operatori economici ed i consumatori e, dall altro, a rafforzare la tutela delle produzioni locali. In tale ambito l ultima iniziativa in tema di tutela delle idee organizzata dalla Camera di Commercio di Ancona è stata rivolta ai ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori della provincia di Ancona e dedicata al tema della proprietà intellettuale nel web ed alla pirateria musicale. Si è trattato di un inedito momento di informazione e riflessione sulla cultura della legalità, dal titolo La contraffazione è caduta nella rete: tutela della proprietà intellettuale e web. L appuntamento si è svolto come un talk show, condotto dal giornalista Luca Pagliari e vi hanno preso parte il Presidente della Camera di Commercio di Ancona Giampaolo Giampaoli, il Vice Alto Commissario nazionale per la lotta alla Contraffazione Antonello Colosimo, il Responsabile del Servizio Antifrode dell Ufficio Dogane di Ancona Ermelindo Vacca, il Coordinatore Provinciale Istituti Scolastici della Provincia di Ancona Nazzareno Donzelli, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Fabrizio Cuneo, l avv. Alessia Gelosa del Centro Studi Anticontraffazione di Milano, il dott. Francesco Calducci dottorando di ricerca della Facoltà di Economia G.Fuà dell Università Politecnica delle Marche. Fra gli istituti scolastici della provincia, erano presenti l istituto d istruzione superiore Vanvitelli Stracca Angelini di Ancona, l istituto tecnico commerciale Grazioso Benincasa di Ancona, l istituto d istruzione superiore Corridoni Campana di Osimo, l istituto d istruzione superiore Einstein Nebbia di Loreto, l istituto tecnico attività sociali Galileo Galilei di Jesi. Nel corso dell incontro è emerso che lo sviluppo tecnologico ha, di fatto, favorito nuove forme di sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale, in particolare del diritto d autore. Oggi è infatti possibile scaricare gratuitamente dal web qualsiasi tipo di file, da quello Quieconomia 27
LA TUTELA DELLE IDEE: BREVE EXCURSUS SULLA STORIA DEI DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE A 300 ANNI DALLA PRIMA LEGISLAZIONE di Francesca Boyer (*) Come rilevato da Donald Sassoon, giornalista del Sole24Ore, la nozione che un idea possa appartenere a qualcuno è squisitamente moderna, dato che nel 1474 in pieno rinascimento la Repubblica di Venezia emanava una legge che imponeva la registrazione di qualunque innovazione tecnica al fine di impedire che potesse essere sfruttata da terzi. Tuttavia, il monopolio esclusivo di sfruttamento economico non veniva riconosciuto in capo al titolare, ma allo Stato. Soltanto nel 1709, sotto il Regno della Regina Anna di Inghilterra, il concetto di proprietà intellettuale veniva esteso anche ai prodotti stampati, in particolare ai libri, i quali erano spesso riprodotti e venduti senza il consenso degli autori, vittime di ragguardevoli perdite economiche. Si stabilì, così, che un libro non potesse essere pubblicato senza il consenso dell autore per un determinato numero di anni, riconoscendo in tal modo agli autori un diritto di sfruttamento economico esclusivo, quindi un diritto di copyright. Se ci si sofferma a riflettere, risulta evidente che non è un caso che pionieri delle legislazioni a tutela della proprietà intellettuale fossero proprio la Repubblica di Venezia e l Inghilterra, ossia le maggiori potenze commerciali dell epoca. Gli stessi Mozart e Beethoven non erano proprietari della loro musica, ma vendevano le partiture agli editori o venivano pagati per dirigere quello che componevano. Soltanto a fine 800, secolo delle grandi codificazioni ottocentesche, a seguito del rapido processo di globalizzazione della cultura si arrivò all elaborazione delle convenzioni internazionali a tutela dei singoli diritti di proprietà intellettuale, ed in particolare alla Convenzione di Berna del 1886 sul diritto d autore. Tale convenzione, però, inizialmente non venne ratificata dagli Stati Uniti d America, quindi ebbe scarsa applicazione. Tuttavia, alla fine del XX secolo la situazione appare completamente ribaltata, in quanto gli Stati Uniti non solo hanno ratificato la Convenzione di Berna, ma rappresentano la più grande potenza commerciale in campo di commercio internazionale delle opere di ingegno, a tal punto che anche gli Accordi internazionali TRIP s (Trade Related on Intellectual Property Rights) stipulati in sede di W.T.O. nel 1994 hanno risentito dell elevato livello di tutela della proprietà intellettuale offerto dall ordinamento americano, prevedendo misure sanzionatorie tipiche di quell ordinamento e sconosciute a Paesi europei di civil law, quale la restituzione degli utili conseguiti dal contraffattore. Nonostante l elevato grado di attenzione per la tutela degli intellectual property rights, la tecnologia moderna ha dato agli individui un eccezionale capacità di riprodurre repliche nell intimità di casa propria, rendendo quasi impossibile impedire il furto della proprietà intellettuale, che rappresenta un reato difficile da scoprire, facile da commettere e non considerato immorale da un grande numero di persone. Paesi, pertanto, come gli Stati Uniti che da un lato hanno sempre promosso l ideologia del progresso tecnologico anche attraverso la predisposizione di standard elevati di tutela dei relativi brevetti, dall altro, si lamentano che la stessa tecnologia viene usata contro di loro. Di conseguenza, utilizzando la metafora di Stefano Salis del Sole 24Ore le conseguenze sono spesso più difficili e imprevedibili della singola pensata, per cui tre secoli fa si è coniato il concetto di proprietà intellettuale mentre oggi potrebbe apparire ridicolo quello di pirateria, se si considera che il sito Youtube ha proposto alle star del cinema un accordo per aggirare l ostacolo dei diritti nei suoi video e persino Google ha pubblicato nel Wall Street Journal un inserzione per stipulare un patto con autori ed editori. La strada della contrattazione dei diritti di proprietà intellettuale all interno del mercato e secondo le sue regole sembra essere, quindi, la via preferibile per ovviare ai fenomeni di pirateria, usurpazione e contraffazione di tali diritti. (*) collaboratrice della Camera di Commercio di Ancona, Dottore di Ricerca in Diritto Privato Comparato e Diritto Privato dell Unione Europea 28 Quieconomia
musicale a quello cinematografico, anche senza rispettare i diritti dell autore sull opera stessa e, con la possibilità quindi, di commercializzarlo abusivamente. Per continuare la loro attività creativa e artistica, gli autori e gli interpreti debbono ricevere un adeguato compenso per l utilizzo delle loro opere, come pure i produttori per poter finanziare tale creazione. Gli investimenti necessari alle riproduzioni fonografiche, di pellicole o prodotti multimediali sono considerevoli. È necessaria, pertanto, un adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale per garantire la disponibilità di tale compenso e consentire un soddisfacente rendimento degli investimenti. In particolare è stato approfondito l inedito argomento delle Creative Commons, le licenze standars gratuite che consentono di giocare con il copyright offrendo all autore di un opera artistica la possibilità di proteggere la sua creazione senza impedirne del tutto l utilizzo da parte di terzi, ma consentendone altresì alcuni usi. L Associazione no profit Creative Commons, fondata negli USA nel 2001, persegue lo scopo di rendere più flessibili i diritti d autore sulle opere artistiche (musica, cinema, fotografia, lettura, siti web) in modo tale da consentire una fruizione legale delle opere stesse, prevenendo atti di pirateria. Attraverso le licenze creative commons sono permesse alcune attività, quali ad esempio il download gratuito dei files musicali a soli fini privati e non commerciali. E stato sviluppato, inoltre, il tema del mercato musicale e dei cambiamenti da esso subiti negli ultimi anni grazie all avvento delle nuove tecnologie, si è parlato di siti legali e illegali per il downloading ed è stata analizzata la percezione degli studenti partecipanti all incontro rispetto alla illegalità del file sharing, mediante la distribuzione di un apposito questionario. L analisi dei risultati scaturiti dal predetto questionario si è rivelato assai utile per inquadrare i consumi culturali dei giovani partecipanti (tutti appartenenti alla fascia d età compresa tra i 17 ed i 19 anni), oltre che le loro abitudini. Scontato ormai quasi per tutti l utilizzo di internet con una marcata preferenza per la connessione a banda larga, probabilmente agevolata dalle offerte sempre più economiche per installare una linea ADSL. La grandissima diffusione del pc si evince anche dal fatto che, un po a sorpresa, è diventato anche il principale strumento utilizzato per l ascolto della musica. A distanza di sicurezza seguono l autoradio ed il lettore MP3/Ipod che, vista la sua origine non particolarmente datata, sta acquisendo sempre più proseliti tra i giovani. Almeno in questo specifico campo, sembrano invece destinate alla pensione le vecchie radioline, seguite dagli ormai obsoleti walkman. L acquisizione delle informazioni sulla musica indica come i ragazzi siano ancora propensi a parlare tra loro di canzoni, anche se lo strumento televisivo rappresenta una seria alternativa. Mancano invece di appeal le riviste specializzate ed i negozi di musica con questi ultimi che difettano probabilmente a livello di comunicatività nei confronti delle nuove generazioni. Il fatto che internet stia diventando sempre più centrale nei consumi dei giovani è evidenziato anche dal fatto che è il principale veicolo di provenienza della musica ascoltata dai ragazzi, seguito a grande distanza dal prestito. La garanzia dell anonimato ha avuto un ruolo determinante nel far emergere che l acquisi- Quieconomia 29
zione della musica da internet avviene nella quasi totalità dei casi tramite i siti di file sharing, mentre, al contrario, è addirittura infinitesimale la percentuale di coloro che comprano cd o dvd online. Naturalmente i predetti siti di file sharing stanno avendo un grande successo in quanto particolarmente economici, oltre ad avere una grande varietà di musica disponibile, fermo restando la loro illegalità che non può non essere percepita dai ragazzi. Con queste premesse è innegabile il sorpasso operato nelle preferenze dei giovani da parte del formato MP3 rispetto alla musica in CD, in particolare per la sua economicità e per la sua praticità che permette ai ragazzi di poter ascoltare musica tramite dispositivi portatili come IPOD e cellulari. Questa grande comodità nell acquisire musica da internet impigrisce inevitabilmente i ragazzi che partecipano mediamente ad un numero piuttosto esiguo di concerti e posseggono una quantità piuttosto limitata di cd/dvd originali. La tendenza dei giovani è quella di avere un numero non esagerato di cd/dvd copiati, mentre sale a dismisura la quantità dei file musicali salvati nell archivio del proprio pc. Costretti a definire un prezzo equo per l acquisto di un CD originale i ragazzi si tengono ben al di sotto del prezzo medio di mercato, anche se comunque in molti sarebbero disposti a pagare almeno 10 euro. Per la parte conclusiva di questo sondaggio si è usciti dalla sfera musicale, approfondendo altre abitudini dei ragazzi; nel complesso i giovani non hanno abbandonato completamente la lettura extra-scolastica e mediamente arrivano a leggere quasi 4 libri all anno. Considerato che l attività scolastica impone l utilizzo di un numero sempre crescente di libri, il dato appena citato non può considerarsi negativo, auspicando comunque che questa abitudine non venga persa in futuro quando i giovani diventeranno adulti ed avranno presumibilmente un attività lavorativa da svolgere e/o una famiglia sulle proprie spalle con probabilmente meno tempo da dedicare alla lettura. I ragazzi frequentano ancora i cinema, mentre disertano i teatri e i musei con la biblioteca che rimane un luogo pressoché sconosciuto per questi giovani che, avendo una fascia d età compresa tra i 17 e i 19 anni d età, non hanno ancora percepito l importanza di un luogo che risulterà invece molto utile a coloro che frequenteranno poi l università. Un po a sorpresa, tengono invece i noleggi di DVD e VHS; in effetti, almeno per il momento, la pesantezza dei file dei film da scaricare da internet ed il tempo necessario per eseguire questa operazione hanno disincentivato questa pratica, anche se la diffusione sempre più capillare della banda larga potrebbe incidere su questo aspetto rendendolo progressivamente più conveniente. In definitiva, l obiettivo dell incontro è stato dunque non solo quello di informare i giovani presenti circa le conseguenze giuridiche connesse al compimento di atti di pirateria musicale, ma anche renderli maggiormente consapevoli dell alto valore delle opere dell ingegno e di quanto esse meritino rispetto e considerazione: scaricare un file con musica ovvero con altri prodotti audiovisivi da siti illegali, è una violazione di tale diritto e questo aspetto è stato ben compreso anche dai ragazzi che hanno partecipato a questa iniziativa e che sono abituati a questa pratica; essa produce, infatti, la perdita di valore del bene protetto (i c.d diritti d autore), l evasione del pagamento dei diritti (e cioè la remunerazione dell uso di quel bene) e l equiparazione di ciò che costituisce un prodotto originale ad uno non originale. La sensazione finale è, però, che finché non ci saranno controlli ancora più pressanti su coloro che scaricano file copiati da siti illegali con la possibilità pertanto di andare incontro a pene certe ed applicabili, difficilmente questa pratica riuscirà ad essere eliminata considerato anche l enorme divario tra i prezzi di mercato di CD originali e quanto i giovani sarebbero invece disposti a pagare per gli stessi. (*) Funzionario del Servizio Regolazione del Mercato 30 Quieconomia
LA TUTELA DEL SOFTWARE: DIRITTO D AUTORE, BREVETTO O OPEN-SOURCE? di Clizia Cacciamani (*) Da decenni oramai si assiste ad una diatriba circa la tutela del software a livello internazionale. Ad oggi infatti la Convenzione Europea dei Brevetti di Monaco del 1973 vieta la brevettabilità dei metodi commerciali, delle teorie matematiche, dei programmi per elaboratore ed altre categorie di invenzioni astratte. Tale divieto è presente anche nel Codice della Proprietà industriale in Italia. Infatti la tutela dei programmi per elaboratore ricade sotto la normativa del diritto d autore come previsto a livello internazionale nella convenzione di Berna, TRIPS e nel trattato sul Copyright della WIPO, in quanto il software è ritenuto opera dell ingegno a carattere creativo. Non potendo essere brevettabili i software nel frattempo al diritto di autore si sono aggiunte altre tre forme di protezione, quali il segreto industriale e commerciale, il marchio registrato e gli accordi di licenza d uso. Nonostante il software non sia brevettabile per legge, ad oggi sia in Europa che negli Stati Uniti, sono stati concessi diverse migliaia di brevetti, essendo inoltre la pratica molto diffusa negli Stati Uniti. Anche negli U.S.A. il brevetto software sarebbe proibito, ma la pratica legale, che in quel sistema ha un peso normativo rilevante, ha determinato una discrasia tra la prassi e la norma. Infatti il brevetto permette ad una azienda di materializzare e dare maggior valore economico al software anche tramite licenza o cessioni di titoli di privativa industriale. In Europa esiste una normativa di divieto di brevettazione del software. Tuttavia nel 1997 la Commissione ha proposto la possibilità di introdurre legalmente i cd. Brevetti astratti, al fine di uniformare il mercato europeo a quello statunitense. Si è giunti sino alla stesura iniziale della cd. Direttiva sulle Invenzioni implementate al calcolatore, ma in data 24 settembre 2003 il Parlamento Europeo ha emendato il testo così pesantemente che ha determinato il mantenimento della situazione pregressa. Il 18 Maggio 2004 il Consiglio dei Ministri dell Unione Europea ha approvato un nuovo testo che avrebbe permesso la brevettabilità dei programmi per elaboratore e pertanto l utilizzo monopolistico da parte del titolare del brevetto. La direttiva è stata bocciata in seconda lettura dal Parlamento Europeo in data 6 luglio 2005. Occorre segnalare, come anche a seguito di domande di brevettazione a livello europeo da parte di società americane, nonostante la norma vigente vieti tuttora la concessione di brevetti su concetti astratti, l E.P.O., Ufficio europeo dei brevetti, ha già approvato più di 30.000 brevetti di tale natura, arrivando a emanare direttive interne per gli esaminatori, in evidente contrasto con la normativa attuale. Ad oggi è interessante anche ridefinire il discorso alla luce dei software open-source dove gli autori ne permettono il libero accesso e studio, anche con possibilità di apporti di migliorie e modifiche da parte di terzi. La opportunità di avere un numero illimitato di persone che lavorano su un progetto, permette al progetto stesso, anche e soprattutto grazie alla rete internet, di svilupparsi più rapidamente e con maggior risultati. Precognitori di questo nuovo mondo dell informatica sono sicuramente i creatori del famoso programma LINUX. Assistiamo pertanto nella realtà, grazie anche al valore sempre più importante del software nel mondo moderno, ad un ossimoro che nasce da un lato dal desiderio delle grandi compagnie informatiche di proteggere al massimo grado il software grazie alla tutela brevettuale e dall altro dalla nascita di una nuova filosofia di condivisione di software e di idee con libero accesso da parte di tutti. * Avvocato del Foro di Ancona Quieconomia 31