Presenza del gas radioattivo radon negli edifici: raccomandazioni europee e norme regionali

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1 Ambiente. Presenza del gas radioattivo radon negli edifici: raccomandazioni europee e norme regionali Misurazioni periodiche e certificazioni per limitare il rischio da esposizione INFORMAZIONE 122 Il corpo umano, così come le altre forme di vita animali e vegetali, è normalmente esposto alla radioattività naturale; essa non produce effetti dannosi sull organismo fintanto che il livello di fondo si mantiene entro determinati limiti di accettabilità e la dose di esposizione si mantiene relativamente bassa. Il danno biologico deriva dall interazione tra le radiazioni e la materia vivente; essa dipende sia dalle caratteristiche chimiche dell elemento radioattivo sia dalle caratteristiche fisiche della radiazione stessa, oltre che dalla localizzazione delle sorgenti radioattive nei diversi organi o tessuti umani o animali e infine dal metabolismo dell organismo che li bioaccumula. Gli effetti della radioattività naturale dipendono dalla capacità di adattamento degli organismi viventi alle radiazioni di origine cosmica e terrestre, avvenuto nel tempo per effetto dell evoluzione della specie. Il fatto, comunque, che si attribuisca al sostantivo radiazioni l aggettivo naturali non implica, necessariamente, che esse siano sempre tollerabili e salutari; elevate concentrazioni di gas radon negli edifici e nel sottosuolo (scavi, gallerie, pozzi) e tempi di esposizione prolungati sono da considerarsi fattori di rischio altissimi per la salute dei lavoratori e della popolazione. Generalità sul radon Il radon è un gas radioattivo generalmente presente in natura; il suo isotopo più importante è il radon-222, che ha un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni e che, pertanto, è in grado di esplicare sull organismo i propri nocivi effetti per un tempo non trascurabile. Si tratta di un membro della serie degli elementi derivati dal decadimento dell uranio-238 e la sua presenza (naturale) nell ambiente è sovente connessa a quella del suo parente più prossimo, cioè del radio-226, presente in tracce nelle rocce e nei terreni. Premesso che il sievert (Sv) è l unità di misura della dose equivalente di radiazione, sulla base di alcuni modelli di esposizione si può trovare una correlazione tra il valore della concentrazione strumentalmente misurabile di gas radon nell aria e la dose annua effettiva equivalente per l esposizione di persone in ambienti chiusi; ai fini pratici si può assumere: 20 Bq/m 3 => 1 msv/y Le dosi normali per anno (year) nelle abitazioni dell Unione Europea oscillerebbero da 1 msv/y a 2,5 msv/y, anche se è noto sin dagli anni novanta del XX secolo che una non Uranio-238 Torio-234 Protoattinio-234 Uranio-234 Torio-230 Radio-226 Figura 1. Decadimento radioattivo degli elementi precursori e derivati del radon (fonte: pagina 13 L AUTORE. Andrea Alessandro Muntoni è un ingegnere per l ambiente e il territorio, libero professionista. andreaalessandro@muntoni.it trascurabile percentuale della popolazione, in taluni Stati UE, è esposta a dosi di 20 msv/y (otto volte maggiore di quella media), cui corrisponderebbe una concentrazione media di 400 Bq/m 3. Al fine di comprendere il peso e il significato da attribuire ai valori suddetti, si tenga presente che il limite normale della dose annua per le persone sottoposte a radiazioni provocate da attività umana, secondo le vecchie disposizioni degli standard di sicurezza fondamentali della Comunità Europea recati dalla direttiva 80/836/EURATOM del Consiglio del 15 luglio 1980, era stato a suo tempo assunto pari a 5 msv/y. Sin dagli anni ottanta si sono avvicendati diversi gruppi di lavoro della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (CIPR) dediti allo studio dei rischi di cancro polmonare provocati dall esposizione in ambienti chiusi ai prodotti di decadimento del radon. A riguardo nel 1987 fu Radon-222 Polonio-218 Piombo-214 Bismuto-214 Polonio-214 Piombo-210 Bismuto-210 Polonio-210 Piombo-206 stabile

2 INFORMAZIONE 122 Ambiente La radioattività naturale e il contributo dell uomo L Unione Europea ha introdotto controlli e limiti più severi per gli alimenti La radioattività consiste nell emissione di particelle o di energia derivanti dalla disattivazione del nucleo di un atomo con un contenuto interno di energia superiore alla propria energia di equilibrio; la si può immaginare come l effetto della cessione di materia o energia da un atomo al fine di ristabilire un dato equilibrio energetico. L emissione di particelle dà luogo alle radiazioni α () e β () mentre l emissione di energia dà luogo alle radiazioni γ (gamma). Nel decadimento un nucleo emette una particella (costituita da due protoni e da due neutroni o, il che è lo stesso, da un atomo di elio), perdendo così due dei suoi protoni e due dei suoi neutroni. Dopo il decadimento il nucleo trasmuta in un altro nucleo con valori di A (numero di massa) e Z (numero atomico) ridotti, rispettivamente, di 4 e 2 unità. Sul piano della protezione delle persone dalle radiazioni, occorre sottolineare che esse possono essere bloccate anche da un foglio di carta; tuttavia, se il decadimento avviene all interno del corpo umano (come nel caso del radon, inalato e diffuso nei polmoni), i prodotti del decadimento radioattivo interferiscono danneggiandoli con tessuti privi di protezione alcuna, con effetti potenzialmente gravissimi sulla salute, che possono anche sfociare (nel caso di 222-Rn, per esempio) nell insorgenza di tumori al polmone da cui è assai raro guarire. Nel decadimento un neutrone all interno del nucleo si trasforma in un protone emettendo un elettrone molto energetico: il raggio. Il nucleo figlio, pertanto, ha lo stesso numero di massa (A) del nucleo padre, ma il suo numero atomico (Z) aumenta di 1 unità. Il decadimento gamma con emissione di raggi gamma segnala il rilascio di particelle di luce (rilascio di energia) da parte di un nucleo; normalmente ciò avviene dopo che il nucleo ha subito un altro tipo di decadimento. Nel decadimento gamma il nucleo rilascia, in sostanza, solo energia, cosicché i valori di A e Z rimangono invariati. Per inciso, il becquerel (Bq) è l unità di misura della radioattività e corrisponde ad una disintegrazione di un radionuclide al secondo. Porre, ad esempio, quale limite massimo di concentrazione del gas naturale radioattivo radon pari a 400 Bq/m 3, significa accettare che in un metro cubo di aria possano avvenire sino a 400 decadimenti al secondo da parte di un dato elemento radioattivo (quale è, a titolo di esempio, il radon), ciascuno dei quali dà luogo all emissione di una particella. Cause naturali e cause artificiali Gli elementi radioattivi possono essere normalmente presenti in natura; in tal caso danno luogo a una radioattività naturale, che costituisce il livello di fondo di una data porzione di territorio. Talora la presenza di radioattività è legata alla presenza di particolari tipi di rocce, soprattutto di origine vulcanica intrusiva (come i graniti) o effusiva (come i basalti o i tufi), che hanno fissato elementi radioattivi al proprio interno (per esempio l Uranio 238, dal cui decadimento si origina il 222-Radon), cosicché nel tempo avviene la liberazione di particelle e/o energia che fanno registrare determinati livelli di radioattività, estremamente variabili da una regione italiana all altra e anche moltissimo nell ambito dello stesso territorio preso in esame. L agenzia per la Protezione Ambientale del Canada sottolinea sempre che anche la concentrazione di gas radon può variare da un punto all altro di una porzione di territorio, anche molto piccola, in relazione alle differenze di permeabilità dei terreni, oltre che alla diversa matrice rocciosa su cui sono realizzati i corpi di fabbrica. In natura esistono sia nuclidi primordiali, cioè presenti sin dalla formazione della terra, sia radionuclidi prodotti dal loro decadimento radioattivo, oltre che altri nuclidi che si formano a causa dell interazione dei raggi cosmici con l atmosfera terrestre. In generale si può affermare che il fondo naturale di radiazioni trae origine dall insieme delle radiazioni ionizzanti provenienti da sorgenti naturali - terrestri o cosmiche - e varia da una zona all altra del territorio secondo la natura geologica dei terreni, la permeabilità dei terreni, il grado di fratturazione, la presenza di faglie, l altitudine sul livello del mare. Vi sono anche elementi radioattivi artificiali, prodotti dall uomo attraverso procedimenti alquanto complessi; essi danno luogo ad una radioattività artificiale, che non è di per sé dannosa, purché le dosi di assorbimento siano modeste. presentata una storica relazione dal titolo Lung cancer risks from indoor esposures to radon daughters, pubblicata in Annals of the ICRP, vol. 17, n. 1, 1987, Publication 50, Pergamon Press. Nella pubblicazione si evidenziava che i prodotti di decadimento del radon si depositano sulla superficie delle vie respiratorie umane e animali e le dosi più nocive derivano dai raggi che colpiscono l epitelio bronchiale. La Raccomandazione della Commissione del 21 febbraio 1990 sulla tutela della popolazione contro l esposizione al radon in ambienti chiusi fu rivolta agli Stati membri previa consultazione di un gruppo di esperti designati dal comitato scientifico e tecnico ai sensi dell articolo 31 del Trattato dell Unione Europea. La raccomandazione di cui sopra costituisce tuttora un punto di riferimento in materia di radiazioni ionizzanti generate dal gas in parola, il cui limite di concentrazione in Europa è stato posto pari a 400 Bq/m 3 per edifici costruiti prima del Analoghe Raccomandazioni sono state emanate negli Stati Uniti d America da parte dell EPA (che ha stabilito un limite di 150 Bq/m 3 ) e dal Canada, che ha di recente ridotto a ¼ (passando da 800 Bq/m 3 a 200 Bq/m 3 ) il valore limite di concentrazione del radon negli ambienti di vita (case, scuole, ospedali) e di lavoro. L Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), attraverso l International Agency for Research on Cancer (IARC), ha inserito il radon-222 nel Gruppo 1 degli agenti cancerogeni pagina 14

3 D altro canto la moderna medicina e le scienze mediche, prima fra tutte quelle diagnostiche ed esplorative, fanno regolarmente uso di metodiche e processi che danno luogo alla produzione di radioisotopi il cui effetto è l emissione (più o meno volontaria) di radiazioni ionizzanti. Anche nel settore dell ingegneria industriale si fa talora ricorso a sistemi di indagine non distruttiva che prevedono l uso di macchinari in grado di produrre per scopi prettamente civili radiazioni ionizzanti. Vale la pena sottolineare che le attività estrattive, l uso di combustibili fossili (primo fra tutti quello del carbone), lo sfruttamento dell energia geotermica (considerata a torto o a ragione - fra le fonti di energia rinnovabili e fra quelle cosiddette pulite) e di impianti termali possono esporre l uomo a una radioattività significativamente maggiore di quella del fondo naturale. Da almeno un secolo a questa parte l attività umana ha prodotto e introdotto nell ambiente (naturale e antropizzato) una serie di radionuclidi (artificiali); essi sono generalmente costituiti da prodotti di fissione che si formano quando un atomo viene fissionato o dai prodotti di attivazione, che vengono creati quando un materiale viene attraversato da alcuni tipi di radiazioni. La disseminazione di radionuclidi nel suolo e nell atmosfera è essenzialmente imputabile alle esplosioni nucleari avvenute per lo più negli anni quaranta del secolo scorso durante la seconda guerra mondiale che interessarono il Giappone e, volenti o nolenti, l intero pianeta Terra. Negli anni sessanta si sono susseguite da parte di americani, russi, francesi e altri le sperimentazioni atte a valutare e confermare gli effetti devastanti dell uso a scopi bellici dell energia atomica; gli esperimenti condotti in atmosfera crearono enormi quantità di radionuclidi, che vengono tuttora depositate sul suolo e nelle acque del pianeta. Il termine inglese per descrivere questo fenomeno è fall-out. Agli inizi degli anni novanta del secolo scorso i livelli di deposizione erano diminuiti in misura variabile da 10 a 100 volte di meno rispetto ai precedenti 30 anni, cosicché è presumibile che a distanza di altri vent anni il fall-out dia luogo a marginali ma non per questo trascurabili valori di radioattività artificiale che interessano l uomo e le specie animali e vegetali. I nuclidi a cui si fa maggiormente dipendere la radioattività complessivamente accumulata nel corso del tempo sulla superficie terrestre per effetto della pioggia sono il cesio 137 (Cs 137) e lo stronzio 90 (Sr 90). L industria nucleare per la produzione di energia dà senz altro luogo alla produzione di rifiuti radioattivi, che si presentano sotto forma di aeriformi, liquidi e solidi. Si tratta di rifiuti speciali pericolosi (così come definiti dal D.Lgs. 152/2006) che contengono prodotti di fissione e di attivazione. Se il problema fosse semplicemente si fa per dire la gestione dei rifiuti radioattivi, forse non si porrebbe nemmeno il dilemma nucleare sì, nucleare no, o almeno sarebbe ridimensionato e analizzato al pari di altri problemi di gestione ambientale che interessa il ciclo dei rifiuti. La paura del nucleare nasce e trova giustificazione nell elevato numero di piccoli e grandi incidenti di percorso che si susseguono dacché sono entrate in esercizio le prime centrali nucleari italiane, francesi, giapponesi, statunitensi, russe. L incidente della centrale nucleare di Chernobyl, i cui drammatici effetti ambientali, umani e sociali sono ancora oggi evidenti e persistenti, elevò in molti paesi europei i livelli di radioattività di fondo. Le frammentarie, contraddittorie e persino omertose notizie che filtrarono dal Giappone all indomani dell incidente occorso alla centrale nucleare di Fukushima non confortano neppure gli addetti ai lavori; se da un lato si è dichiarato che non vi furono nubi che trasportarono elevate concentrazioni di prodotti di fissione radioattivi in tutto il pianeta come accadde con la centrale ucraina nel 1986 non si può non riconoscere che l inattesa fuoriuscita di materiali radioattivi dalla centrale ha messo in evidenza l impotenza dell uomo di fronte a un grave incidente, senz altro imputabile a un evento di natura eccezionale (terremoto e maremoto) ma non certo imprevedibile. Controlli e sicurezza in Italia In Italia, con il DPR 11 febbraio 2011 era stata costituita l Agenzia per la sicurezza nucleare di cui all art. 29 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. All Agenzia, inizialmente coordinata dal prof. Umberto Veronesi, erano stati attribuiti le funzioni e i compiti di autorità nazionale per la regolamentazione tecnica, il controllo e l autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività concernenti la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari provenienti da attività mediche ed industriali, la protezione dalle radiazioni, nonché per svolgere le funzioni e i compiti di vigilanza sulla salvaguardia degli impianti e dei materiali nucleari, comprese le loro infrastrutture e la logistica. Successivamente, il D.L. n. 201/2011 (art. 21, comma 13 e ss.) ha decretato la soppressione dell Agenzia per la sicurezza nucleare e il trasferimento dei suoi compiti ad altre amministrazioni. A questo punto è lecito chiedersi se vi sia un soggetto in- INFORMAZIONE 122 conosciuti. L esposizione a elevate dosi di radon rappresenta la prima causa di tumore al polmone per i non fumatori e si stima che almeno persone all anno, in Italia, muoiano dopo aver contrato un tumore polmonare riconducibile all inalazione di gas radon. Di recente la WHO ha fissato pari a 100 Bq/m 3 il valore di concentrazione massima di gas radon in ambiente chiuso, di fatto ribadendo il grave rischio per la salute della popolazione e sollecitando indirettamente Europa, Stati Uniti e Canada a rivedere al ribasso i propri limiti. Esposizione negli ambienti di vita e di lavoro L unica norma italiana sull esposizione dei lavoratori al gas radioattivo radon è il D.Lgs. 230/1995, che fissa pari a 500 Bq/m 3 il valore limite di esposizione e pari a 400 Bq/ m 3 il valore di azione. Sono attive in Europa, Canada e USA associazioni di ricerca che lo considerano pericoloso quanto e più di altri agenti di rischio ben più noti all opinione pubblica e caldeggiano che i datori di lavoro effettuino, senza tentennamenti, misure strumentali del gas conclamato cancerogeno - in ambienti di lavoro al chiuso a contatto col suolo, soprattutto se questi ultimi sono, per qualsivoglia ragione, interrati. In generale si assiste, in tutta Italia, all introduzione volontaria fortemente sostenuta dai SPP della valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori, anche attraverso l esecuzione di misure mirate, in relazione alle esperienze già fatte con riguardo all esposizione all amianto e al cloruro di vinile monomero, oltre che alle sentenze di condanna sinora pagina 15

4 INFORMAZIONE 122 dipendente e super partes che vigili sulla sicurezza nucleare e sulla radioprotezione nonché sull effettiva applicazione da parte di tutti i soggetti interessati delle migliori tecniche disponibili per la corretta gestione delle forme di energia utilizzate per scopi civili e militari e dei rifiuti radioattivi. Vale la pena dare atto del fatto che in Italia esiste ed è attiva, sin dagli anni sessanta del XX secolo, un articolata rete di rilevamento della radioattività gestita dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; essa ha lo scopo di rilevare la radiazione gamma nell aria (a un metro da terra) ed eventuali fall-out, anche in caso di incidenti nucleari di origine transfrontaliera. Dall esperienza della rete a suo tempo installata e operativa in Umbria sin dal 1990, si è passati a una nuova rete automatica diffusa su tutto il territorio nazionale; essa consta di stazioni di rilevamento della radioattività, con 16 centri di raccolta dei dati su base regionale e due centri di gestione a livello nazionale interconnessi reciprocamente fra loro attraverso al rete telefonica e attraverso un sistema che utilizza la rete radio del Corpo. Paradossalmente, la dismissione delle reti più vetuste dà luogo alla possibile produzione di radioattività, cosicché tali attività sono svolte direttamente da Corpo dei VV.F. La radioattività negli alimenti Sarà pur vero che i paesi europei non hanno sinora risentito direttamente degli effetti dell incidente nucleare verificatosi in Giappone, ma l Unione Europea, con l intento di tutelare la salute dei cittadini del Vecchio continente, ha senza troppo ritardo emanato il Regolamento di esecuzione (UE) n. 351/2011 della Commissione dell 11 aprile 2011 che modifica il regolamento (UE) n. 297/2011 e che Ambiente impone condizioni speciali per l importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari originari del Giappone o da esso provenienti, a seguito dell incidente alla centrale nucleare di Fukushima. In particolare, l allegato 2 del succitato regolamento reca Livelli massimi per i prodotti alimentari e per gli alimenti per animali e indica i valori massimi di Becquerel per chilogrammo (Bq/kg) ammessi per le diverse tipologie di alimenti. In particolare vengono considerate quattro tipologie di alimenti destinati all uomo: alimenti destinati ai lattanti e ai bambini; latte e prodotti lattiero-caseari; altri prodotti alimentari, esclusi quelli liquidi; prodotti alimentari liquidi. Per quanto riguarda gli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini, il Regolamento UE 351/2011 prevede che la somma degli isotopi dello stronzio, in particolare dello Stronzio 90 (Sr-90), non possa superare i 75 Bq/kg. Valori più alti sono ammessi, invece, per le altre tre tipologie di alimenti succitati; essi sono pari, rispettivamente, a 125 Bq/kg (latte e prodotti lattiero-caseari), 750 Bq/kg (altri prodotti alimentari, esclusi quelli liquidi) e 125 Bq/kg (prodotti alimentari liquidi). Naturalmente gli accertamenti riguardano anche altri elementi radioattivi che si presume possano essere stati rilasciati durante l incidente nucleare. A tal fine occorre, secondo il succitato Regolamento UE 351/2011, che la somma degli isotopi dello iodio, in particolare Iodio 131 (I-131), non superi, per ciascuna delle quattro categorie di alimenti succitate, i seguenti valori di sicurezza: 100 Bq/kg, 300 Bq/kg, 2000 Bq/kg e 300 Bq/kg. Si precisa, a riguardo, che per garantire la coerenza con i livelli di azione applicati in Giappone, i valori suddetti sostituiscono a titolo provvisorio i valori di cui al regolamento (Euratom) n. 3954/87 del Consiglio dell Unione Europea. Analogo discorso è stato fatto relativamente alla somma degli isotopi del plutonio e di elementi transplutonici che emettono radiazioni, in particolare il Plutonio 239 (Pu-239) e di Americio 241 (Am-241); i valori dei livelli massimi accettabili perché un dato prodotto alimentare (appartenente a una delle quattro categorie suddette) possa essere immesso nel mercato dell Unione Europea sono rispettivamente i seguenti: 1 Bq/kg, 1 Bq/ kg, 10 Bq/kg e 1 Bq/kg. Infine, il Regolamento prevede che vengano effettuati accertamenti preventivi volti a verificare la radioattività imputabile alla somma di tutti gli altri nuclidi il cui tempo di dimezzamento supera i 10 (dieci) giorni, e in particolare del Cesio 134 (Cs-134) e del Cesio 137 (Cs-137); in tal caso, per ciascuna delle quattro succitate categorie di alimenti sono stati stabiliti i seguenti valori limite di radioattività: 200 Bq/kg, 200 Bq/kg, 500 Bq/kg e 200 Bq/kg. Non si può certo dire che l Unione europea non avesse da subito le idee chiare riguardo al funzionamento della catena alimentare e ai rischi indiretti derivanti dall esposizione alla radioattività artificiale; deve essere parso inutile, infatti, proteggere le persone dagli alimenti contaminati destinati all uomo se poi non si fosse scongiurato il rischio di far ingerire agli animali da allevamento sostanze radioattive. Il Regolamento UE 351/2011 contempla anche livelli massimi di radioattività per gli alimenti destinati agli animali; in particolare è previsto che la somma di Cesio 134 (Cs-134) e Cesio 137 (Cs-137) sia non superiore a 500 Bq/kg e che la somma degli isotopi dello Iodio 131 (I-131) sia non superiore a 2000 Bq/kg. emesse a carico di datori di lavoro e dirigenti per l omessa valutazione dei rischi di agenti per i quali la letteratura scientifica evidenziava, pur in assenza di divieti d uso o limiti di esposizione applicabili, la certa pericolosità per la salute dei lavoratori e della popolazione. L esposizione al radon è un fenomeno noto da almeno alcuni decenni e alcuni studi epidemiologici condotti su diversi gruppi di minatori esposti ad elevate concentrazioni del suddetto gas durante il lavoro hanno evidenziato un notevole numero di decessi dovuti al cancro polmonare. I controlli effettuati negli anni novanta negli Stati membri hanno evidenziato che le concentrazioni medie all interno delle abitazioni e di alcuni luoghi di lavoro oscillavano tra i 20 Bq/ m 3 e i 50 Bq/m 3, mentre i valori nell ambiente esterno erano generalmente nettamente inferiori, dell ordine di poche decine di Becquerel per metro cubo di aria. Vi sono zone in Italia e in Sardegna - nelle quali la concentrazione di gas radioattivo radon supera, negli ambienti di vita e di lavoro, i 200 Bq/m 3. Migrazione dal suolo al corpo di fabbrica La causa principale della concentrazione di radon nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, negli istituti scolastici e negli ospedali è il gas emanato dai terreni e dalle rocce che si insinua nell atmosfera degli ambienti chiusi attraverso i pavimenti (movimento verticale) o le pareti controterra (movimento orizzontale), in seguito a flussi dovuti a differenze di pressione o a pagina 16

5 differenze di concentrazione e temperatura. Tra i sistemi attivi preferiti per interventi ex post, si richiamano la posa di barriere impermeabili al gas (certificate) e la realizzazione di sistemi di aspirazione localizzata, opportunamente dimensionati. A beneficio della chiarezza, occorre precisare che in quasi tutti gli Stati membri dell Unione Europea l incidenza delle caratteristiche intrinseche dei materiali edilizi è di solito assai minore di quella dovuta ai terreni e alle rocce circostanti il corpo di fabbrica esposto al gas radioattivo. Tuttavia molti materiali da costruzione contengono, sebbene in tracce, precursori del radon o il gas stesso, che dai volumi vuoti tende, nel tempo, a propagarsi negli ambienti di vita e di lavoro, aggravando talora una già compromessa situazione ambientale. Il problema richiede, peraltro, un adeguata informazione della popolazione; ciò costituisce un fattore importante sia per migliorare la controllabilità dell esposizione (che dipende, secondo alcune recenti note del Ministero dell Ambiente, anche dallo stile di vita degli occupanti), sia per garantire una risposta positiva da parte della popolazione. L aerazione naturale o forzata degli ambienti di vita e di lavoro, infatti, costituisce uno dei più validi criteri applicativi per la riduzione della concentrazione di gas radioattivo radon. Controllo con l adozione di misure tecniche Va osservato che il radon in ambienti chiusi è controllabile sotto il profilo fisico o tecnico. I criteri di sicurezza radiologica permetterebbero se applicati con il necessario discrimine - la definizione di orientamenti pratici per azioni correttive nelle abitazioni esistenti e per la costruzione di nuovi edifici protetti dall immissione di radon al loro interno; aspetto, quest ultimo, di grande interesse anche per la bioedilizia. La Raccomandazione a suo tempo fatta dall Unione Europea agli Stati membri per l istituzione di un sistema adeguato per ridurre qualsiasi esposizione a concentrazioni di radon in ambienti chiusi può così sintetizzarsi: per quanto riguarda gli edifici esistenti, a) che sia stabilito un livello di riferimento per l adozione dei provvedimenti correttivi: qualora esso venga superato si adotteranno provvedimenti semplici ma efficaci volti a ridurre il livello di radon; b) che il livello di riferimento sia pari ad una dose effettiva equivalente di 20 msv annui, la quale, ai fini pratici, può essere considerata equivalente ad una concentrazione media annua di gas radon di 400 Bq/m 3 ; c) che l urgenza dei provvedimenti correttivi sia proporzionale alla misura in cui tale limite di riferimento viene superato; d) che, laddove siano ritenuti necessari provvedimenti correttivi, la popolazione interessata sia informata sui livelli di radon ai quali è esposta e sui provvedimenti adottabili per ridurre tali livelli. Per quanto riguarda gli edifici da costruire, a) che sia stabilito uno standard di progettazione cui le competenti autorità possano far riferimento nell adottare disposizioni, norme e codici di tecniche costruttive per i casi in cui il livello di concentrazione di Rn rischi di venir superato; b) che il livello di progettazione sia pari a una dose effettiva equivalente di 10 msv annui, la quale, ai fini pratici, può essere considerata equivalente a una concentrazione media annua di gas radon di 200 Bq/m 3 ; Figura 2. Strumento per la misura del gas radioattivo c) che le informazioni relative ai probabili livelli d esposizione al radon e alle misure preventive da adottare siano fornite, in quanto pertinenti, a coloro che partecipano alla costruzione di nuovi edifici; d) che, a motivo delle variazioni giornaliere e stagionali dei livelli di radon in ambienti chiusi, le decisioni relative alla protezione contro le radiazioni siano in linea di massima basate su misurazioni della media annua di gas radon o dei suoi prodotti di decadimento negli edifici; che tali misurazioni siano effettuate con strumentazione di alta precisione; che le autorità competenti garantiscano l adeguatezza della qualità e dell affidabilità di tali misurazioni; e) che siano avviate indagini strumentali per la misura dell attività del suolo e dei materiali edilizi e indagini conoscitive su altri parametri di riferimento, come ad esempio la permeabilità del terreno, affinché si possano identificare regioni, località e siti a maggior rischio di esposizione ad alti livelli di radon in ambienti chiusi, fors anche per le discutibili e superficiali scelte costruttive adottate dai progettisti. Il radon e le norme regionali Si ritiene opportuno segnalare che il problema dell esposizione della popolazione al gas radon è stato oggetto della proposta di legge regionale n. 170 del 19 settembre presentata da alcuni consiglieri al Consiglio Regionale della Sardegna - recante Disposizioni inerenti la tutela della salute pubblica per la prevenzione del rischio da esposizione al gas radon ( La Regione Sardegna si muove, di fatto, con notevole ritardo nel contrastare gli effetti del radon sulla salute della popolazione; la proposta di legge di cui sopra non è ancora stata convertita in legge, mentre altre Regioni italiane (come la Lombardia e il Veneto) hanno già emanato precise disposizioni regolamentari, peraltro ispirate alle norme emanate negli Stati Uniti, ove è obbligatoria la misurazione per la certificazione periodica della concentrazione di radon. In Toscana, tra l altro, è di recente stata presentata e pubblicata la terza revisione della mappa di rischio radon, ottenuta sulla base di studi effettuati dall ARPAT, basata INFORMAZIONE 122 pagina 17

6 INFORMAZIONE Inizio: 10:35 - Fine: 15:45 - Durata: 77 h. legenda concentrazione concentrazione media pressione Ambiente attività [ Bq/m^3 ] pressione [ mbar ] :00 09/11/12 00:00 10/11/23 00:00 11/11/12 data e ora 900 Figura 3. Andamento temporale della concentrazione di gas radon misurata in Sardegna (fonte: sulla probabilità di elevate concentrazioni nel suolo del gas radioattivo. Il possesso dei requisiti igienico-sanitari per un edificio può di norma essere attestato mediante il rilascio di una semplice dichiarazione da parte dei professionisti abilitati; tuttavia le raccomandazioni europee prevedono, pur in assenza di una disposizione normativa cogente, che per i nuovi edifici la concentrazione di radon non superi 200 Bq/m 3 e per i vecchi edifici, oggetto di ristrutturazioni o risanamento conservativo, non superi 400 Bq/m 3. Il rischio per i professionisti in analogia con quanto sta accadendo nel caso di sottoscrizione di dichiarazioni sul rispetto dei requisiti acustici passivi degli edifici non supportati rilievi fonometrici - è che si possa incorrere in pesanti sanzioni penali per rilascio di dichiarazioni mendaci laddove, mediante prove strumentali, si riconosca e certifi chi ex post che i valori di concentrazione di radon all interno dell edifi cio (civile abitazione, scuola, ospedale, ecc.) è superiore ai valori limite previsti a livello comunitario. La materia, di fatto, richiede la necessaria attenzione da parte di progettisti e direttori dei lavori; non a caso tutti i corsi di bioedilizia e finanche quelli di energetica prevedono oramai almeno un modulo formativo relativamente alle modalità tecnico-costruttive adatte a contenere e mitigare gli effetti della presenza di radon negli edifici civili e nei luoghi di lavoro e la relativa certificazione radon-free sulla scorta di opportune indagini strumentali eseguite da ingegneri ambientali, ingegneri chimici, geologi, chimici e fisici. Vale la pena segnalare che molte Aziende Sanitarie Locali del nord Italia (per esempio la ASL Lecco) stanno svolgendo attività di informazione sul rischio di esposizione della popolazione al gas radon e stanno sensibilizzando le amministrazioni locali affinché introducano, nei propri regolamenti edilizi, l obbligo di progettazione prima e realizzazione poi di interventi volti a mitigare gli effetti della presenza del radon nel suolo, con l obbligo di collaudo strumentale e il rilascio, pertanto, della dichiarazione radon-free dell edificio; già lo prevedono, tra l altro, le Linee guida della Regione Lombardia. Conclusioni Resta inteso che non è né sarà sufficiente dichiarare l edificio radon-free, ma i direttori dei lavori, i collaudatori e le amministrazioni competenti dovranno prevedere prima e dimostrare poi, mediante l esecuzione di misure strumentali valide e affidabili, certificate da professionisti di comprovata esperienza e competenza in materia, che la concentrazione di radon negli ambienti chiusi di un dato edificio o ambiente di lavoro tout court è tale da assicurare bassissime esposizioni alle radiazioni non ionizzanti e conseguentemente adeguati livelli di abitabilità e salubrità per gli occupanti. Al fine di dare un contributo alla conoscenza del rischio di esposizione al radon da parte della popolazione, un gruppo di lavoro interdisciplinare facente capo a Radon Free Web Log ( e a Radon Free Radiation Monitoring ( effettuerà, nell ambito di un attività di ricerca autofinanziata, misure strumentali del gas radioattivo nelle scuole di Cagliari e della Sardegna. La campagna di monitoraggio, che si svolgerà col patrocinio dell Ordine Ingegneri della provincia di Cagliari e tra gli altri dell Ordine dei Geologi e dell Ordine dei Medici della Sardegna, avrà inizio nell autunno del 2013 e si concluderà nella primavera del 2014; seguiranno seminari e convegni scientifici con i quali saranno illustrati i risultati dello studio e si traccerà lo stato dell arte in materia di protezione attiva e passiva al gas radon, con particolare riferimento agli edifici scolastici. Andrea Alessandro Muntoni pagina 18

Raccomandazione 90/143/Euratom

Raccomandazione 90/143/Euratom Raccomandazione 90/143/Euratom TITOLO: Raccomandazione della Commissione sulla tutela della popolazione contro l esposizione al radon in ambienti chiusi DATA: 21 febbraio 1990 LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ

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