ireport IL LAVORO ACCESSORIO NEL 2015
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1 02/16 ireport IL LAVORO ACCESSORIO NEL 2015 FORMAZIONE / RICERCA / CONSULENZA
2 ireport IL LAVORO ACCESSORIO NEL /16 Sede legale e amministrazione: Sedi operative: Udine Via Manzini, tel fax Udine Viale Ungheria, 22 tel fax Trieste Via G. Vidali, 1 tel fax info@iresfvg.org fb/iresfvgimpresasociale twitter/@iresfvg
3 IL LAVORO ACCESSORIO NEL 2015 Tab. 1 Numero di lavoratori retribuiti con voucher per regione, var. ass. var. % Abruzzo ,0 1. Il contesto nazionale Nel 2015 il numero di lavoratori retribuiti con i voucher in Italia è stato pari a 1,4 milioni, con una crescita di oltre unità rispetto all anno precedente (+36%). In termini relativi il Friuli Venezia Giulia nel 2015 ha fatto registrare l incremento più contenuto (+8,1%); il Trentino-Alto Adige è invece l unica regione che ha evidenziato una diminuzione del numero di lavoratori pagati con questa modalità (-9,1%). Più in generale le regioni del Nordest, dove tale fenomeno si è affermato già da alcuni anni, mostrano delle variazioni decisamente inferiori rispetto al resto del Paese (complessivamente l aumento è del 25%). Per provare a misurare l impatto del lavoro accessorio a livello territoriale, è possibile confrontare il numero medio di lavoratori retribuiti con i voucher nel 2015 (pari alla somma dei mesi di attività rilevati nell anno diviso dodici) e il livello dell occupazione stimato dall Istat. In questo modo si ottiene un incidenza complessiva pari all 1,3% degli occupati totali; Marche e Friuli Venezia Giulia risultano le due regioni in cui il fenomeno del lavoro accessorio è maggiormente diffuso in relazione ai livelli occupazionali (in entrambi i casi con valori superiori al 2%). A livello di ripartizioni spicca il Nordest con una percentuale vicina al 2%; Lazio, Sicilia, Campania e Calabria si trovano in fondo a questa graduatoria, con valori inferiori all 1%. Liguria ,7 Sicilia ,4 Puglia ,7 Toscana ,0 Sardegna ,7 Lombardia ,9 Campania ,1 Emilia-Romagna ,0 ITALIA ,7 Umbria ,3 Lazio ,2 Marche ,0 Piemonte ,7 Calabria ,5 Veneto ,0 Basilicata ,6 Molise ,4 Valle d'aosta ,8 FVG ,1 Trentino-Alto-Adige ,1. Le regioni sono ordinate in base alla variazione % Tab. 2 Numero di lavoratori retribuiti con voucher per area, var. ass. var. % NORDOVEST ,3 NORDEST ,7 CENTRO ,1 SUD ,1 ISOLE ,3 ITALIA ,7. ireport / pag. 3
4 Fig. 1 Numero medio lavoratori retribuiti con voucher / media occupati Istat (valori %) 2015 Tab. 3 Numero di lavoratori retribuiti con voucher media occupati Istat (valori %), 2015 Marche FVG Puglia Molise Veneto Sardegna Emilia-R. Valle d Aosta 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 2,3 2,4 (a) N. medio lavoratori retribuiti con voucher (b) Media occupati Istat (migliaia) (a/b) Rapporto % NORDOVEST ,2 NORDEST ,9 CENTRO ,1 SUD ,3 ISOLE ,1 ITALIA ,3 e Istat Basilicata Liguria Abruzzo 1,8 1,8 1,7 Umbria Toscana ITALIA Piemonte Trentino- A.A. Lombardia 1,5 1,4 1,3 1,3 1,2 1,1 Calabria Campania Sicilia 0,8 0,7 0,7 Lazio 0.5 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 e Istat Un elemento anomalo che emerge dai dati diffusi dall Inps sul lavoro accessorio è costituito dal notevole scarto esistente tra il numero di voucher venduti, oltre 115 milioni nel 2015 (per un valore nominale complessivamente pari a 1,15 miliardi di euro), e quelli riscossi, ossia 88 milioni. Tale forte discrepanza (più di 27 milioni) si può riscontrare su tutto il territorio nazionale e risulta particolarmente accentuata in Trentino-Alto Adige, dove il numero di voucher riscossi è pari ad appena la metà di quelli venduti. In Friuli Venezia Giulia i voucher riscossi sono stati 3,9 milioni, pari al 76,5% dei 5,3 milioni di buoni lavoro venduti; quelli non riscossi ammontano pertanto a oltre 1,3 milioni nel È possibile che, trattandosi di dati amministrativi, successivi aggiornamenti delle banche dati possano in parte ridurre tale divario, ma è anche vero che questi dati erano già stati anticipati (e dunque avallati) il 22 marzo da un report congiunto, elaborato da Ministero del Lavoro e Inps. Peraltro nel comunicato che accompagnava il report si sosteneva la necessità di rendere questo strumento pienamente tracciabile, per evitare comportamenti illegali ed elusivi delle aziende che acquistano il voucher, comunicano l intenzione di utilizzarlo ma poi lo usano solo in caso di controllo da parte di un ispettore del lavoro. ireport / pag. 4
5 Il fatto che un quarto dei buoni lavoro venduti non siano stati riscossi sembra confermare questa tendenza, anche perché l Inps aveva calcolato (nel suo Rapporto Annuale 2013) che, tra la data di acquisto dei voucher da parte dei committenti e la data di riscossione effettiva da parte dei lavoratori, passano in media meno di 2 mesi (circa 50 giorni). L attività ispettiva, sempre secondo il Ministero del Lavoro, ha inoltre confermato che le violazioni più ricorrenti sono rappresentate dall utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate, oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte in nero. Sempre dalla lettura dello stesso report si apprende che a livello nazionale ci sono 15 committenti che nel 2015 hanno comprato voucher per un valore superiore ad 1 milione di euro (ciascuno). Il commercio risulta il settore dove è minore lo scarto tra voucher riscossi e venduti (i primi costituiscono quasi il 90% dei secondi), seguito dal turismo (88%) e dalle attività di giardinaggio e pulizia (87%). Al contrario i lavori domestici (53%), le manifestazioni sportive e culturali (62%) e le attività non classificate (67%) presentano i divari più marcati. Quest ultimo raggruppamento in origine comprendeva le attività non codificate svolte da studenti, pensionati, percettori di prestazioni a sostegno del reddito, lavoratori in part-time, oltre al lavoro in maneggi e scuderie, all insegnamento privato e supplementare, alla consegna porta a porta. Poi, con la progressiva liberalizzazione dell utilizzo dei voucher, ha finito per comprendere anche settori come l edilizia e l industria, ed è diventata la categoria più rilevante dal punto di vista numerico (nel 2015 ha assorbito il 42% del totale dei voucher venduti). Tab. 4 Voucher (valore nominale pari a 10 euro) venduti e riscossi per regione, 2015 voucher venduti voucher riscossi riscossi/ venduti (%) Basilicata ,8 Sardegna ,8 Puglia ,8 Emilia-Romagna ,7 Liguria ,0 Marche ,9 Abruzzo ,3 Veneto ,0 Molise ,5 Toscana ,3 Lombardia ,6 ITALIA ,5 Piemonte ,5 Campania ,7 FVG ,6 Umbria ,1 Tab. 5 Voucher venduti e riscossi per settore, 2015 voucher venduti voucher riscossi voucher non riscossi riscossi/ venduti (%) Commercio ,0 Turismo ,7 Giardinaggio e pulizia ,3 Sicilia ,0 Calabria ,6 Valle d'aosta ,0 Lazio ,9 Trentino-Alto Adige ,4 e Istat Servizi ,9 Attività agricola ,3 Attività non classificate ,1 Manifestazioni sportive e culturali ,9 Lavori domestici ,7 Totale ,5. Settori ordinati in base al rapporto % voucher riscossi/voucher venduti ireport / pag. 5
6 2. Le caratteristiche del fenomeno in FVG Nel 2015 il ricorso al lavoro accessorio in Friuli Venezia Giulia ha fatto registrare un ulteriore aumento; il numero di voucher venduti è stato pari a quasi 5,3 milioni, 1 milione e mezzo in più rispetto al 2014 (+40%). Negli anni precedenti in regione si è progressivamente passati da meno di voucher venduti nel 2009 a 3,8 milioni nel Una tendenza che risulta comune all intero territorio nazionale; dopo una fase di sperimentazione iniziata ad agosto 2008 in occasione delle vendemmie, infatti, l utilizzo dei buoni lavoro ha registrato una crescita esponenziale. Il ricorso al lavoro accessorio in Friuli Venezia Giulia (e in Italia) ha riguardato principalmente il terziario: nel 2014 commercio, servizi e turismo hanno assorbito il 40% del totale dei voucher (1,9 milioni su 3,8). L unico settore che ha mostrato una flessione nel 2014 è quello dell agricoltura (-7%), ossia proprio il comparto per cui era stato concepito originariamente questo strumento. La finalità iniziale, mutuata dalle esperienze di altri paesi europei, era infatti quella di regolamentare rapporti di lavoro occasionali a carattere saltuario e di breve durata (come le attività stagionali in agricoltura). Nel corso degli anni diversi interventi normativi ne hanno progressivamente ampliato le possibilità di impiego, fino alla riforma contenuta nella Legge n. 92 del 2012 che permette di fatto l utilizzo di lavoro accessorio per qualsiasi tipologia di attività. Tanto che nell ultimo anno è cresciuto soprattutto l aggregato altre attività, dove il numero dei voucher è quasi raddoppiato (+92%); incrementi rilevanti si osservano anche nei lavori Tab. 6 N. voucher venduti NordEst e Italia, var. ass. var. % Fig. 2 Numero di voucher venduti in FVG (milioni), Veneto ,5 Emilia-Romagna ,4 FVG ,1 Trentino-Alto Adige ,6 6,0 5,0 5,3 Nordest ,1 Italia ,3 4,0 3,8 Tab. 7 N. voucher venduti FVG per settore attività, var. ass. var. % Commercio ,0 3,0 2,0 1,4 2,0 2,7 Turismo ,5 Servizi ,2 Lavori domestici ,3 Giardinaggio e pulizia ,9 Attività agricola ,4 Manifestazioni sportive e culturali ,1 Altre attività ,6 Totale ,1 1,0 0,0 0,9 0,0 0, ireport / pag. 6
7 Tab. 8 Voucher per canale di vendita (%), FVG Tabaccai 0,0 0,0 2,2 8,7 16,3 39,1 56,4 72,3 Procedura telematica 2,7 0,6 3,4 6,0 8,4 12,5 10,6 11,2 Sedi INPS 97,3 99,4 94,4 85,4 71,9 39,6 19,9 7,7 Uffici postali 0,0 0,0 0,0 0,0 3,4 8,3 12,2 7,0 Banche 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 1,0 1,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Si evidenzia inoltre una sempre maggiore facilità di reperimento dei voucher da parte dei datori di lavoro. A partire dal 2014, infatti, il canale di vendita principale dei buoni lavoro in regione non è più costituito dalle sedi provinciali dell Inps (dove è stato acquistato meno del 10% dei voucher nell ultimo anno) ma dai tabaccai (che totalizzano il 72%); a seguire si trova la procedura telematica (11%). Inizialmente i canali erano solo due, ossia le sedi provinciali Inps e un apposita procedura telematica. Nel 2010 una convenzione con la Federazione Italiana dei Tabaccai ha introdotto il terzo canale, mentre altri due si sono aggiunti a partire dal 2011: prima le Banche Popolari, poi gli uffici postali. In Friuli Venezia Giulia queste ultime due modalità di vendita sono partite con un certo ritardo rispetto al contesto nazionale. 3. Chi sono i prestatori di lavoro accessorio Nel 2015 il lavoro accessorio ha riguardato oltre persone in Friuli Venezia Giulia e 1,4 milioni in tutta Italia, numeri che confermano la notevole portata del fenomeno. Nella nostra regione si tratta in gran parte di giovani (la metà ha meno di 35 anni) e donne (sono il 56%). La quota femminile impegnata in attività retribuite con i buoni lavoro nel 2015 si è dimostrata peraltro la più elevata a livello nazionale dopo la Valle d Aosta (la media italiana è risultata pari al 51%). La componente femminile risulta maggioritaria in tutti settori, tranne che nelle attività agricole e nell ambito del giardinaggio e delle pulizie. Tab. 9 Prestatori di lavoro accessorio in FVG per classi di età var. ass. var. % <25 anni , , , , ,3 >64 anni ,2 Totale ,1 ireport / pag. 7
8 Fig. 3 Numero di prestatori di lavoro accessorio in FVG per classi di età 2015 Fig. 4 % di donne tra i prestatori di lavoro accessorio > <70 Tab. 10 Prestatori lavoro accessorio in FVg per attività di impiego e sesso (%), 2015 Femmine Maschi Totale Lavori domestici 91,8 8,2 100,0 Commercio 65,0 35,0 100,0 Turismo 58,1 41,9 100,0 Servizi 56,2 43,8 100,0 Manif. sportive e culturali 54,1 45,9 100,0 Altre attività 51,8 48,2 100,0 Giardinaggio e pulizia 44,3 55,7 100,0 Attività agricola 27,0 73,0 100,0 Totale 56,2 43,8 100,0 Valle d Aosta FVG Piemonte Emilia-R. Lombardia Toscana Liguria Veneto Umbria Marche Trenitno A.A. ITALIA Lazio Sardegna Abruzzo Molise Basilicata Puglia Campania Calabria Sicilia 58,2 56,2 55,3 54,8 54,0 53,9 53,9 53,7 53,5 53,5 52,2 51,5 50,1 49,4 49,4 47,5 44,5 43,7 41,9 38,5 37,3 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 55,0 60,0 ireport / pag. 8
9 Il numero di voucher riscossi in Friuli Venezia Giulia ha sfiorato i 4 milioni nel 2015, pari al 75% di quelli venduti nel corso dello stesso anno. Il numero medio di voucher riscossi per lavoratore ammonta a circa 78, che equivalgono ad un compenso netto di 587 euro all anno. Non si rilevano significative differenze in base al sesso, mentre le retribuzioni crescono decisamente all aumentare dell età del prestatore (almeno fino ai 65 anni). Si ricorda che il valore nominale di ogni singolo voucher è pari a 10 euro, comprensivi della contribuzione a favore della Gestione separata Inps (l aliquota stabilita è del 13%, ossia 1,30 euro), di quella in favore dell Inail (7%) e di una quota pari al 5% per la gestione del servizio; il lavoratore percepisce dunque 7,5 euro netti per ogni buono, che è il compenso minimo per un ora di prestazione (salvo che per il settore agricolo dove si considera il contratto di riferimento). I compensi complessivamente percepiti dal prestatore per il 2015 non potevano superare i euro netti (9.333 euro lordi), con riferimento alla totalità dei committenti. Le prestazioni rese nei confronti di imprenditori commerciali e liberi professionisti hanno il limite di euro netti (2.693 lordi) per ciascun committente, fermo restando il limite complessivo di euro netti. Una recente analisi (pubblicata il 16 maggio) condotta da Inps e Veneto Lavoro offre ulteriori interessanti elementi. In particolare nel 2015 il Friuli Venezia Giulia si evidenzia come la regione in cui è risultato più alto il numero di voucher riscossi per lavoratore (79 contro una media nazionale di 64, sempre con un valore nominale di 10 euro). Per la maggior parte dei prestatori di lavoro accessorio il volume di voucher percepiti è modesto, soprattutto nelle regioni del Sud dove si attesta al di sotto delle 50 unità, pari a quindi in media a meno di 500 euro lordi procapite (375 euro netti). In Friuli Venezia Giulia, dove il fenomeno del lavoro accessorio si è diffuso più rapidamente rispetto ad altre aree del Paese, nel 2015 si osserva la percentuale più bassa di lavoratori che per la prima volta nel 2015 sono stati retribuiti con i voucher. In sostanza la nostra regione presenta il turn-over meno elevato a livello nazionale, in quanto oltre la metà dei prestatori avevano già conosciuto questa forma di lavoro in passato. Ai primi posti della graduatoria in questo caso si trovano soprattutto le regioni del Centro- Sud, dove ogni anno percentuali molto più alte di lavoratori vengono retribuiti per la prima volta con i voucher (ad esempio la Calabria e la Sicilia con oltre il 66%). Tab. 11 Compenso netto medio annuo per settore e sesso (euro), FVG 2015 Femmine Maschi Totale Lavori domestici Servizi Giardinaggio e pulizia Commercio Manif. sportive e culturali Turismo Attività agricola Altre attività Totale In Friuli Venezia Giulia il 12% dei prestatori di lavoro accessorio nel 2015 erano pensionati (solo il Trentino-Alto Adige presenta un valore maggiore, pari al 15%); inoltre il 35% aveva come unico reddito da lavoro i voucher (contro una media nazionale del 37%): o in quanto non aveva mai lavorato prima (13,3%) o in quanto non occupato in altra forma nello stesso anno, sebbene avesse già lavorato in precedenza (21,4%). In alcune regioni del Sud tale componente di lavoratori senza altro reddito si avvicina al 50%. ireport / pag. 9
10 Fig. 5 N. medio di voucher riscossi per lavoratore (per regione di riscossione) 2015 Fig. 6 % di lavoratori che per la prima volta nel 2015 sono stati retribuiti con i voucher FVG 78,6 Calabria 66,9 Lombardia 78,3 Sicilia 66,7 Emilia - R. 71,9 Lazio 65,3 Veneto 70,1 Campania 63,7 Trenitno A.A. 68,5 Abruzzo 62,4 Piemonte 67,5 Liguria 61,7 Liguria 64,1 Sardegna 61,6 Marche 63,9 Lombardia 61,0 ITALIA 63,8 Toscana 60,7 Toscana 61,3 Puglia 59,9 Sardegna 61,3 ITALIA 58,6 Umbria 60,7 Valle d Aosta 58,1 Lazio 57,8 Piemonte 58,0 Valle d Aosta 57,7 Umbria 57,9 Abruzzo 49,4 Molise 56,8 Basilicata 45,3 Emilia-R. 56,3 Sicilia 45,0 Basilicata 56,0 Molise 43,3 Marche 54,2 Puglia 43,2 Veneto 54,1 Campania 41,6 Trentino A.A. 49,4 Calabria 41,2 FVG 46,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 e Veneto Lavoro e Veneto Lavoro ireport / pag. 10
11 Fig. 7 % di pensionati tra i prestatori di lavoro accessorio 2015 Fig. 8 % di prestatori di lavoro accessorio senza altri redditi 2015 Trenitno A.A. 15,2 Calabria 47,4 FVG 11,7 Campania 47,0 Veneto 11,6 Sicilia 44,9 Umbria 11,2 Lazio 44,7 Emilia - R. 10,4 Molise 44,6 Marche Toscana 10,4 10,2 Basilicata Sardegna 42,4 40,0 Piemonte 9,0 Piemone 39,6 Abruzzo ITALIA 8,8 8,4 Lombardia Puglia 38,7 38,3 Lombardia 7,6 ITALIA 36,9 Valle d Aosta 7,3 Abruzzo 36,8 Liguria 6,7 Umbria 36,8 Molise 5,8 Liguria 35,4 Lazio 5,3 FVG 34,8 Puglia 5,0 Veneto 34,0 Basilicata 4,7 Marche 33,4 Sardegna 4,2 Toscana 32,4 Calabria 4,0 Emilia -R. 31,1 Campania 3,9 Valle d Aosta 28,3 Sicilia 3,6 Trentino-A.A. 25,2 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 e Veneto Lavoro 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 e Veneto Lavoro Infine il numero di committenti (prevalentemente imprese dei servizi) che hanno utilizzato i voucher in Friuli Venezia Giulia è stato pari a oltre unità nel 2015, con una crescita del 7,5% rispetto all anno precedente. ireport / pag. 11
12 Tab. 12 Tipologie di prestatori di lavoro accessorio, 2015 Pensionati Silenti (ex occupati) e Veneto Lavoro * comprende occupati e percettori di ammortizzatori sociali Mai stati attivi Altre categorie* Totale FVG Italia e Veneto Lavoro * comprende occupati e percettori di ammortizzatori sociali Tab. 13 Tipologie di prestatori di lavoro accessorio (valori %), 2015 Pensionati Silenti (ex occupati) Mai stati attivi Altre categorie* Totale FVG 11,7 21,4 13,3 53,5 100,0 Italia 8,4 23,1 13,8 54,7 100,0 Tab. 14 Numero di committenti di lavoro accessorio per settore, FVG 2015 Settore Valori assoluti Valori % Primario 755 3,9 Industrie alimentari 524 2,7 Tessili, abbigliamento, calzature 55 0,3 4. I primi dati relativi al 2016 Nei primi quattro mesi del 2016 prosegue la crescita del ricorso al lavoro accessorio, sia in regione, sia con ritmi ancora più sostenuti a livello nazionale. Il numero di voucher venduti in Friuli Venezia Giulia nel primo quadrimestre del 2016 si è infatti avvicinato a 2 milioni (un numero analogo a quello registrato nell intero anno 2012), con una crescita del 32% rispetto allo stesso periodo dell anno scorso (quasi in più). A livello nazionale l incremento è stato più sostenuto e pari al 43% (al primo posto la Sicilia con +70%), nell insieme delle regioni del Nordest al 38%. Solo la Valle d Aosta presenta un incremento inferiore a quello della nostra regione (+30%). Tab. 15 N. di Voucher (valore nominale 10 euro) venduti gennaio-aprile Gen-apr 2014 Gen-apr 2015 Gen-apr 2016 var. ass var. % FVG ,2 Trentino-A.A ,2 Veneto ,4 Emilia-R ,3 NORDEST ,8 ITALIA ,1 Legno e mobilio 420 2,2 Metalmeccanico 632 3,3 Altre industrie 215 1,1 Costruzioni 442 2,3 Commercio ,9 Alberghi e ristoranti ,3 Trasporti 203 1,1 Servizi alle imprese e finanza ,6 Servizi alle persone ,9 Artigiani, commercianti ,2 Altri non ulteriormente identificati ,3 Totale ,0 e Veneto Lavoro Bibliografia Inps (2013), Rapporto Annuale 2012, Roma, Luglio 2013 Inps (2014), Rapporto Annuale 2013, Roma, Luglio 2014 Inps (2015), Rapporto Annuale 2014, Roma, Luglio 2015 Inps (2015), Lavoro accessorio 2014, Statistiche in breve Aprile 2015 Inps (2015), Lavoro accessorio. Primo sem. 2015, Statistiche in breve Ottobre 2015 Inps (2016), Lavoro accessorio 2015, Statistiche in breve Aprile 2016 Inps (2016), Osservatorio sul precariato. Dati sui nuovi rapporti di lavoro. Report mensile, Gennaio-Aprile 2016 Inps-Veneto Lavoro (2016), Il lavoro accessorio Profili delle aziende e dei lavoratori, Dossier Statistico 16 maggio 2016 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2016), L utilizzo dei voucher per le prestazioni di lavoro accessorio, Roma 22 marzo 2016 ireport / pag. 12
13 ireport IL LAVORO ACCESSORIO NEL /16 A cura di Alessandro Russo IRES FVG Impresa Sociale Con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale cultura, sport e solidarietà
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