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1 Consiglio dell'unione europea Bruxelles, 8 dicembre 2016 (OR. en) 15409/16 RISULTATI DEI LAVORI Origine: in data: 8 dicembre 2016 Destinatario: Segretariato generale del Consiglio delegazioni SOC 789 GENDER 47 ANTIDISCRIM 83 MIGR 216 CONUN 221 DEVGEN 277 n. doc. prec.: 14701/16 SOC 732 GENDER 44 ANTIDISCRIM 74 MIGR 200 CONUN 205 DEVGEN 255 Oggetto: Donne e povertà - Conclusioni del Consiglio (8 dicembre 2016) Si allegano per le delegazioni le conclusioni del Consiglio sulle donne e la povertà, adottate dal Consiglio EPSCO nella 3507ª sessione tenutasi l'8 dicembre /16 pin/ini/tar/s 1

2 Donne e povertà Conclusioni del Consiglio 1 RICONOSCENDO CHE: 1. la parità tra uomini e donne è un principio fondamentale dell'unione europea sancito dai trattati e uno degli obiettivi e compiti dell'unione, e l'integrazione del principio della parità tra donne e uomini nelle sue azioni rappresenta una missione specifica dell'unione. La parità tra donne e uomini è sancita anche dall'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea; 2. la quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne svoltasi nel 1995 ha segnato una tappa importante nell'affrontare la dimensione di genere della povertà. Il tema "Donne e povertà" è stato individuato come primo settore critico della piattaforma d'azione di Pechino. Eppure, due decenni dopo, le donne continuano ad essere maggiormente esposte alla povertà rispetto agli uomini, in ragione di persistenti cause strutturali e culturali che le pongono in condizioni svantaggiose; 3. la riduzione del divario di genere in materia di retribuzioni, salari e pensioni e, di conseguenza, la lotta contro la povertà tra le donne rientrano fra i settori prioritari individuati dalla Commissione europea nel suo impegno strategico per l'uguaglianza di genere ; 4. le politiche volte a promuovere la parità di genere sono strumenti essenziali per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e per una maggiore prosperità, competitività e occupazione nonché per favorire inclusività e coesione sociale; 1 Conclusioni adottate nel quadro dell'esame dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino, con particolare riguardo al settore critico "A: Donne e povertà" /16 pin/ini/tar/s 2

3 5. nell'ambito della strategia Europa 2020 l'ue si è impegnata a ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di 20 milioni entro il I progressi realizzati nel perseguire questo obiettivo sono monitorati annualmente attraverso il processo del semestre europeo. In tale contesto, sono state definite le priorità d'intervento che possono contribuire ad affrontare il tema della povertà e sono state rivolte raccomandazioni specifiche per paese agli Stati membri che presentano i problemi maggiori in questo settore; 6. la povertà è un fenomeno complesso e multidimensionale che non può essere spiegato solo in termini economici. Ad esempio, la discriminazione può essere una causa di povertà. Viceversa, la povertà può, a sua volta, determinare discriminazioni, come pure esclusione sociale, assenza di partecipazione ai processi decisionali e mancanza di opportunità nella vita civile, sociale, culturale e politica; 7. le donne sono spesso esposte a un rischio più elevato di povertà rispetto agli uomini. È vero, in particolare, per le donne che presentano un maggior rischio di vulnerabilità quali le donne disoccupate di lunga durata e inattive, le donne in famiglie monoparentali, le donne provenienti da un contesto migratorio, 2 le donne appartenenti a gruppi emarginati o a minoranze etniche o religiose, le donne anziane sole, le donne con disabilità e le donne senza fissa dimora. Il nesso tra genere e povertà è complesso e per comprenderlo bene non basta misurare semplicemente le disparità di genere; 8. le disparità di genere in condizioni di povertà cominciano ad aumentare nella fascia di età compresa tra i 55 e i 64 anni e culminano nella fascia di età superiore a 75 anni, principalmente a causa della partecipazione minore delle donne al mercato del lavoro, delle interruzioni di carriera legate alla distribuzione ineguale delle responsabilità tra i generi nella cura dei figli e di altre persone a carico, delle retribuzioni più basse, della maggiore incidenza del lavoro a tempo parziale e di impieghi di scarsa qualità e poco retribuiti e delle carriere più brevi. L'impatto negativo di un reddito inferiore sul tenore di vita delle donne anziane è acuito dall'elevata percentuale di donne anziane che vivono sole, connessa a una maggiore aspettativa di vita. Inoltre, le differenze in termini di età pensionabile si traducono talvolta in diritti a pensione inferiori, 2 La provenienza da un contesto migratorio è qui definita in riferimento al paese di nascita ed è suddivisa nelle categorie "nate nel paese" e "nate all'estero", con un'ulteriore suddivisione di quest'ultima categoria in "nate nell'ue" e "nate al di fuori dell'ue". Per paese di nascita s'intende il paese in cui risiedeva la madre della persona al momento della nascita della persona stessa /16 pin/ini/tar/s 3

4 9. le presenti conclusioni si fondano su precedenti lavori e impegni politici espressi dal Parlamento europeo e dal Consiglio, compreso l'approccio integrato per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, e sui lavori svolti dalla Commissione e da altre parti interessate in questo settore, compresi i documenti di cui all'allegato II; ACCOGLIENDO CON FAVORE: 10. la relazione sull'esame dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino da parte degli Stati membri dell'ue sul tema della povertà, del genere e delle disuguaglianze intersezionali nell'ue, 3 elaborata dall'istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) su richiesta della presidenza slovacca, che fornisce un'analisi della dimensione di genere della povertà nell'ue, ponendo un accento particolare sulla situazione delle donne che subiscono disuguaglianze intersezionali, specie in relazione alla povertà o all'esclusione sociale; RILEVANDO CHE: 11. la relazione dell'eige indica che nell'ue le donne sono maggiormente a rischio di povertà o di esclusione sociale rispetto agli uomini, principalmente a causa di disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, in particolare il più basso tasso medio di occupazione delle donne. Le probabilità per le donne di lavorare a tempo parziale o con contratti a tempo determinato sono anche quattro volte superiori a quelle degli uomini. Inoltre, il tasso di inattività delle donne in età lavorativa è quasi due volte quello degli uomini. Un quinto delle donne che vivono in condizioni di povertà non sono attive nel mercato del lavoro a causa delle responsabilità familiari e di assistenza. Ciò può essere ricondotto alla mancanza di strutture economicamente accessibili per la custodia dei bambini e all'assenza di servizi di assistenza per altre persone a carico e di altre misure che favoriscano la conciliazione di lavoro, vita familiare e vita privata; 3 Cfr. doc /16 ADD /16 pin/ini/tar/s 4

5 12. la relazione indica che le condizioni di vita come pure il livello di povertà e i percorsi di entrata e uscita dalla povertà variano nell'arco della vita. Le donne adulte sono maggiormente a rischio di povertà o di esclusione sociale rispetto agli uomini in tutte le fasce di età. Nella maggior parte degli Stati membri il rischio di povertà o di esclusione sociale diminuisce con l'età sia per gli uomini che per le donne mentre aumentano le differenze di genere nelle fasce di età più avanzata. Le persone più esposte al rischio di povertà sono quindi donne e uomini giovani e quelle meno esposte sono i pensionati. Tuttavia, mentre per gli uomini la povertà diminuisce con l'età, per le donne il rischio di povertà comincia ad aumentare prima della pensione; 13. l'analisi mostra anche l'incidenza diretta della struttura familiare sul rischio di povertà. Sebbene la situazione vari notevolmente nell'ue, in quasi tutti gli Stati membri le famiglie composte da un solo genitore, da coppie con tre o più figli, da donne anziane sole e da giovani sono quelle più esposte al rischio di povertà e privazioni. Inoltre le madri sole sono di gran lunga più svantaggiate dei padri soli. Quasi la metà delle madri sole e un terzo dei padri soli sono a rischio povertà o esclusione sociale. Al tempo stesso, le famiglie monoparentali con a capo donne sono anche due volte più esposte al rischio di trovarsi in condizioni di deprivazione materiale (il 20% contro il 9%) o di essere incapaci di affrontare spese finanziarie impreviste; 14. anche le persone con disabilità sono esposte a un rischio maggiore di povertà o esclusione sociale. Nel 2014 il 39% delle donne con disabilità e il 37% degli uomini con disabilità e quasi la metà di tutti i cittadini di paesi terzi erano a rischio di povertà o di esclusione sociale; 15. l'inattività è accentuata tra le donne provenienti da un contesto migratorio, il 39% delle quali erano inattive nel 2014, ovvero quasi il doppio rispetto al tasso degli uomini provenienti da un contesto migratorio (20%). Questo è uno dei motivi per cui le donne provenienti da un contesto migratorio sono esposte pertanto a un rischio particolarmente elevato di povertà o esclusione sociale; 15409/16 pin/ini/tar/s 5

6 16. tra i gruppi vulnerabili specifici, la minoranza rom subisce, in vari Stati membri, svantaggi particolarmente gravi e incontra problemi di integrazione che gli Stati membri affrontano nelle rispettive strategie nazionali per l'integrazione dei rom o negli insiemi integrati di misure di intervento nell'ambito delle misure più generali di inclusione sociale. Circa sei milioni di cittadini UE sono di etnia rom, che costituisce quindi la minoranza etnica più numerosa nell'unione. Su dieci donne e uomini rom, nove vivono in condizioni di povertà. Inoltre, il ruolo di casalinga svolto essenzialmente dalle donne rom le espone in particolar modo agli effetti negativi delle condizioni di deprivazione materiale in cui vivono molti rom; 17. le donne senza fissa dimora sono in aumento. Questa condizione espone le donne alla povertà e all'esclusione sociale e limita notevolmente le loro opportunità economiche. Le donne senza fissa dimora registrano tassi di occupazione estremamente bassi e svolgono solo lavori saltuari o a tempo determinato. Le loro possibilità di trovare un impiego sono ostacolate dall'assenza di una dimora sicura e dall'esposizione a rischi per la salute come anche alla violenza e allo sfruttamento; 18. la relazione dell'eige si basa sui tre indicatori esistenti approvati dal Consiglio nel Tali indicatori si incentrano sul tasso di persone a rischio di povertà per età e sesso, sul tasso di persone a rischio di povertà per tipo di famiglia e sesso, compreso il tasso delle famiglie monoparentali con figli a carico a rischio di povertà e sull'inattività per età e sesso. Sulla base della sua analisi dei progressi realizzati tra il 2007 e il 2014 nella riduzione della povertà tra le donne e gli uomini in generale, nonché riguardo a coloro che appartengono a specifici gruppi a rischio, l'eige ha proposto due indicatori supplementari, prendendo in considerazione il tasso di persone a rischio di povertà per sesso e provenienza da un contesto migratorio e la percentuale di donne e uomini inattivi per età e provenienza da un contesto migratorio, IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA 19. PRENDE ATTO dei due nuovi indicatori seguenti sviluppati dall'eige per misurare la povertà tra donne e uomini: indicatore 4: tasso di persone a rischio di povertà per sesso e provenienza da un contesto migratorio (popolazione di età superiore a 18 anni); indicatore 5: migratorio; percentuale di donne e di uomini inattivi per età e provenienza da un contesto 15409/16 pin/ini/tar/s 6

7 INVA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE EUROPEA, nell'ambito delle rispettive competenze, a: 20. intensificare gli sforzi per affrontare la dimensione di genere della povertà in tutte le politiche e le misure per ridurre la povertà e nelle loro strategie di inclusione sociale, compreso il semestre europeo, attraverso l'integrazione di genere nella preparazione, attuazione, monitoraggio e valutazione degli impatti delle politiche sulle donne e sugli uomini. La dimensione di genere dovrebbe altresì essere parte integrante di tutte le future iniziative dell'ue nel settore della politica sociale; 21. adottare misure per eliminare stereotipi di genere e sfidare idee preconcette riguardo ai tradizionali ruoli di genere, anche al fine di combattere la segregazione nei settori dell'istruzione e dell'occupazione e promuovere una più equa condivisione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne; 22. prevenire e combattere la povertà assicurando un accesso non discriminatorio per tutti all'istruzione e alla formazione permanente, nonché alla formazione professionale, inclusive e di alta qualità e incoraggiando ragazze e ragazzi/donne e uomini a scegliere liberamente settori educativi e professioni, non sulla base di stereotipi di genere, ma secondo le loro capacità e competenze, in particolare promuovendo l'accesso delle donne e delle ragazze ai settori educativi e alle professioni, tra l'altro, in discipline quali scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM); 23. promuovere la parità di genere nell'occupazione, in particolare per coloro che affrontano disuguaglianze intersezionali, ai fini della pari indipendenza economica di donne e uomini. La limitata indipendenza economica delle donne nell'arco della vita porta ad un divario pensionistico di genere e ad un maggiore rischio di povertà. Le politiche di lotta alla povertà e le misure di prevenzione dei divari pensionistici di genere dovrebbero quindi, tra l'altro, incentrarsi sulla diseguaglianza in materia di carriere, partecipazione alla forza lavoro 4 e retribuzioni, incluso il differenziale retributivo di genere, sull'agevolazione dell'accesso ai diritti a pensione e sul miglioramento della qualità e della stabilità dei posti di lavoro. Tali politiche dovrebbero altresì sostenere misure mirate per la reintegrazione nel mercato del lavoro di coloro le cui carriere hanno subito un'interruzione temporanea a causa delle responsabilità di assistenza. Le misure di inclusione sociale dovrebbero anche migliorare le opportunità occupazionali delle persone maggiormente a rischio; 4 Questi termini si riferiscono, tra l'altro, al numero di ore prestate per settimana /16 pin/ini/tar/s 7

8 24. adottare misure specifiche per garantire un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per gli uomini e le donne. Le misure in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata svolgono un ruolo di primo piano nell'incoraggiare e sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, riducendo così il rischio di povertà e di esclusione sociale. L'equilibrio tra vita professionale e vita privata dovrebbe essere sostenuto attraverso una combinazione di diverse misure, come l'offerta di servizi di assistenza di qualità, accessibili e a prezzi contenuti, congedi retribuiti o non retribuiti per assistenza e modalità di lavoro flessibili per le donne e gli uomini, specialmente per coloro che si prendono cura dei figli e di altre persone a carico, come genitori e nonni. Le parti sociali possono svolgere un ruolo determinante nella concezione e nell'attuazione di tali misure. Dovrebbe essere resa possibile un'equa distribuzione delle responsabilità di cura e domestiche, che potrebbe essere incoraggiata mediante incentivi destinati ai padri affinché usufruiscano del congedo di paternità e di modalità di lavoro flessibili. Occorre altresì promuovere culture organizzative e d'impresa che vadano incontro alle esigenze di equilibrio tra vita professionale e vita privata delle donne e degli uomini. In particolare dovrebbero essere attuate tutte le pertinenti misure necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di Barcellona in materia di assistenza all'infanzia, in linea con gli impegni confermati nella strategia Europa 2020; 25. garantire una protezione sociale adeguata e globale al fine di prevenire e combattere la povertà delle donne, anche nella vecchiaia. Le politiche in questo settore dovrebbero essere trasversali lungo tutto l'arco della vita e combinare un adeguato sostegno al reddito a servizi abilitanti che sostengano la partecipazione sociale e al mercato del lavoro. Dovrebbe inoltre essere garantita la copertura della protezione sociale per le donne con lavoro atipico, come gli impieghi a tempo parziale o temporaneo, in cui le donne sono sovrarappresentate, in parte a causa delle loro responsabilità di assistenza. I sistemi pensionistici, inclusa l'età pensionabile, dovrebbero essere concepiti in modo da permettere agli uomini e alle donne di maturare adeguati diritti a pensione prima del loro pensionamento e dovrebbero anche garantire un'adeguata compensazione per coloro ai quali le responsabilità di assistenza hanno causato interruzioni della carriera. Da ultimo, i regimi di protezione sociale dovrebbero anche essere adattati alle nuove sfide quali l'invecchiamento della popolazione, il cambiamento delle strutture familiari, i nuovi flussi migratori, l'aumento della domanda di opzioni abitative a costi ragionevoli e la diversificazione delle forme e delle condizioni di occupazione; 15409/16 pin/ini/tar/s 8

9 26. intensificare l'azione per combattere la violenza contro le donne e la tratta di esseri umani. La combinazione degli effetti della dipendenza economica, della povertà e della violenza crea un ostacolo alla parità delle donne e alla loro piena partecipazione alla società. La Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero segnatamente considerare nelle loro azioni la situazione delle donne che incontrano ostacoli sistemici che aggravano ulteriormente la loro vittimizzazione, ad esempio gli stereotipi, la discriminazione etnica, razziale o di altro tipo, la disabilità, l'isolamento sociale, la marginalizzazione e l'accesso limitato a servizi, rifugi sicuri ed alloggi; 27. promuovere sinergie tra le strategie contro la povertà e altre politiche sociali ed economiche quali le politiche occupazionali, fiscali, familiari, di assistenza sanitaria e per le persone anziane e le politiche abitative. La realtà multiforme della povertà richiede la complementarità tra le diverse politiche; 28. assicurare la sistematica integrazione di genere nell'attuazione e nel monitoraggio dell'agenda europea sulla migrazione, tramite misure specifiche per trattare le situazioni di vulnerabilità che le donne e le ragazze migranti, richiedenti asilo e rifugiate possono affrontare prima e al momento del loro arrivo e nel corso della loro integrazione negli Stati membri dell'ue; 29. integrare azioni positive e misure mirate nelle politiche contro la povertà e di inclusione sociale indirizzate ai gruppi di donne che vivono in povertà e a rischio di esclusione sociale e che subiscono disuguaglianze intersezionali multiple o discriminazione, come le madri sole, le rom, le migranti, le donne con disabilità, le donne giovani e anziane, le donne disoccupate e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) e le donne senza fissa dimora. È necessario garantire che i gruppi maggiormente svantaggiati della società siano raggiunti da misure mirate rispondenti alle loro specifiche esigenze. La raccolta di dati, disaggregati per sesso ed età, dovrebbe essere adeguata alla luce delle sfide in evoluzione, incluso il forte incremento del numero di rifugiati e richiedenti asilo; 30. trattare la dimensione di genere della povertà nell'utilizzo dei fondi europei, inclusi i Fondi strutturali e d'investimento europei, segnatamente il Fondo sociale europeo, il Fondo di aiuti europei agli indigenti, il Fondo europeo Asilo, migrazione e integrazione. Garantire le sinergie e il coordinamento reciproci di detti fondi per quanto riguarda le loro azioni volte ad affrontare la povertà delle donne; 15409/16 pin/ini/tar/s 9

10 31. rafforzare la prospettiva della parità di genere nella misurazione della povertà e dell'esclusione sociale, anche proseguendo il monitoraggio del settore critico "Donne e povertà" individuato dalla piattaforma d'azione di Pechino tramite gli indicatori di cui all'allegato I, valendosi appieno dei lavori dell'eige e di Eurostat; 32. sostenere il monitoraggio, negli Stati membri e non solo, della parità di genere e dell'emancipazione di donne e ragazze in tutta l'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, in particolare contribuendo alle valutazioni approfondite relative all'sdg 5 mediante la relazione annuale sulla parità tra uomini e donne e partecipando alle valutazioni tematiche annuali e al processo di valutazione approfondita, specialmente tramite i dati esistenti basati su indicatori stabiliti nel corso dell'esame dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino; 33. rendere più efficace l'attuazione delle direttive sulla parità di trattamento al fine di garantire il carattere inclusivo della società europea e la parità di trattamento di uomini e donne in tutti i settori disciplinati dalle direttive; INVA LA COMMISSIONE EUROPEA a: 34. continuare a promuovere la pari indipendenza economica di donne e uomini come pure le altre priorità individuate nel suo documento sull'impegno strategico per la parità di genere e valorizzarlo adottandolo quale comunicazione, in linea con la strategia per la parità tra donne e uomini , ribadendo così l'impegno della Commissione a favore della promozione della parità tra donne e uomini e accrescendo la visibilità e la consapevolezza della parità di genere in tutti i settori d'intervento; 35. continuare a mantenere prioritarie nei suoi programmi la prevenzione e la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale e a sostenere gli Stati membri nell'integrazione della dimensione di genere nel perseguimento dei rispettivi obiettivi nazionali di riduzione della povertà. Affrontare la situazione delle donne in condizioni di povertà nel quadro del semestre europeo e, se del caso, in tutte le future iniziative dell'ue nel settore delle politiche sociali, compreso il pilastro europeo dei diritti sociali annunciato nel programma di lavoro della Commissione per il 2017; 15409/16 pin/ini/tar/s 10

11 36. porre in essere, con l'obiettivo di accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, l'iniziativa intesa ad affrontare le sfide incontrate dalle famiglie che lavorano per equilibrare vita professionale e vita privata, annunciata nel programma di lavoro della Commissione per il 2017; 37. proseguire il monitoraggio della situazione nel settore della povertà e dell'esclusione sociale, in stretta collaborazione con gli Stati membri e il comitato per la protezione sociale, e migliorare i dati disponibili sugli aspetti della parità di genere e sull'interazione tra parità di genere e altri fattori; 38. continuare a promuovere la parità di genere e l'emancipazione delle ragazze e delle donne nelle politiche esterne mediante l'attuazione delle misure orientate ai risultati stabilite nel piano d'azione sulla parità di genere riguardante la parità di genere e l'emancipazione femminile nelle relazioni esterne /16 pin/ini/tar/s 11

12 ALLEGATO I Elenco degli indicatori Indicatori esistenti 5 Indicatore 1 Tasso di persone a rischio di povertà per età e sesso Indicatore 2 Tasso di persone a rischio di povertà per tipo di famiglia e sesso, compreso il tasso delle famiglie monoparentali con figli a carico a rischio di povertà Indicatore 3 Inattività per età e sesso a) percentuale di donne e di uomini inattivi per età b) percentuale di donne e di uomini inattivi che non cercano un posto di lavoro per motivi familiari Nuovi indicatori proposti indicatore 4: Titolo: tasso di persone a rischio di povertà per sesso e provenienza da un contesto migratorio (popolazione di età superiore a 18 anni) Concetto: il tasso di persone a rischio di povertà corrisponde alla percentuale della popolazione con un reddito equivalente disponibile (dopo l'erogazione delle prestazioni sociali) al di sotto della soglia di rischio di povertà, fissata al 60% dell'equivalente reddito disponibile mediano nazionale dopo l'erogazione delle prestazioni sociali. Questo indicatore non misura la ricchezza o la povertà, ma il livello di reddito relativo rispetto alle altre persone che risiedono in ciascun paese, il che non implica necessariamente un basso tenore di vita. 5 Cfr. doc / /16 pin/ini/tar/s 12 ALLEGATO I

13 Per motivi di disponibilità dei dati a livello di Stati membri, si tiene conto della sola popolazione adulta (età superiore a 18 anni) e i dati non sono presentati per sottogruppi di età, anche se nell'esperienza della povertà potrebbero esservi differenze tra la popolazione più giovane e quella più anziana. Fonte dei dati: il calcolo dell'indicatore si basa sulle statistiche dell'unione europea sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) ( Pubblicazione: i dati sono disponibili nella banca dati online di Eurostat: ilc_li32: "At-risk-ofpoverty rate by broad group of country of birth (population aged 18 and over)" (tasso di persone a rischio di povertà per grande gruppo di paese di nascita (popolazione di età uguale o superiore a 18 anni). Indicatore 5 Titolo: percentuale di donne e di uomini inattivi per età e provenienza da un contesto migratorio Concetto: una persona di età uguale o superiore a 15 anni è inattiva se non fa parte della forza lavoro, non essendo né occupata né disoccupata. La popolazione inattiva può comprendere bambini in età scolare, studenti, pensionati e casalinghe, purché non stiano lavorando né siano disponibili a lavorare o alla ricerca di un'occupazione. Fonte dei dati: il calcolo dell'indicatore si basa sull'indagine sulle forze di lavoro (IFL) ( Pubblicazione: i dati sono disponibili nella banca dati online di Eurostat: lfsa_argacob "Activity rates by sex, age and country of birth (%)" (tassi di attività per sesso, età e paese di nascita (%)) /16 pin/ini/tar/s 13 ALLEGATO I

14 ALLEGATO II Riferimenti 1. Legislazione UE: - Direttiva 79/7/CEE del Consiglio, del 19 dicembre 1978, relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale (GU L 6 del , pagg ) - Direttiva 92/85/CEE del Consiglio, del 19 ottobre 1992, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento (GU L 348 del , pag. 1) - Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica (GU L 180 del , pag. 22) - Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (GU L 303 del , pag. 16) - Direttiva 2004/113/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura (GU L 373 del , pag. 37) - Direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (rifusione) (GU L 204 del , pag. 23) - Direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010, sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma e che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio (GU L 180 del , pag. 1) 2. Consiglio: Tutte le conclusioni del Consiglio adottate sull'esame della piattaforma d'azione di Pechino 6, e in particolare quelle sotto elencate: Conclusioni del Consiglio sull'esame dell'attuazione, da parte degli Stati membri e delle istituzioni dell'ue, della piattaforma d'azione di Pechino /16 pin/ini/tar/s 14 ALLEGATO II

15 Indicatori concernenti le donne e la povertà (doc /07) Conclusioni del Consiglio sull'esame dell'attuazione, da parte degli Stati membri e delle istituzioni dell'ue, della piattaforma d'azione di Pechino - Le donne e l'economia: conciliare la vita professionale e familiare (doc /08) Conclusioni del Consiglio sul rafforzamento dell'impegno e intensificazione dell'azione per colmare il divario di retribuzione tra i generi, nonché revisione dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino (doc /10) Conclusioni del Consiglio sull'esame dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino - Le donne e l'economia: conciliazione della vita professionale con quella familiare come presupposto della pari partecipazione al mercato del lavoro (doc /11) Conclusioni del Consiglio sul tema "Le donne e l'economia: l'indipendenza economica dal punto di vista del lavoro a tempo parziale e del lavoro autonomo" (doc /14) Conclusioni del Consiglio, del 7 marzo 2011, sul Patto europeo per la parità di genere ( ) (GU C 155 del , pag. 10) Conclusioni del Consiglio adottate il 7 marzo 2011 sulla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale (doc. 6917/11) Conclusioni del Consiglio su "Pari opportunità retributive per donne e uomini: colmare il divario pensionistico di genere", adottate il 18 giugno 2015 (doc /15) Conclusioni del Consiglio sul tema "Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione", adottate il 20 giugno 2013 (doc /13) Raccomandazione del Consiglio su misure efficaci per l'integrazione dei Rom negli Stati membri (GU C 378 del , pag. 1) Conclusioni del Consiglio sulla transizione verso mercati del lavoro più inclusivi, adottate il 9 marzo 2015 (doc. 7017/15) Decisione (UE) 2015/1848 del Consiglio, del 5 ottobre 2015, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2015 (GU L 268 del , pagg ) Conclusioni del Consiglio sul piano d'azione sulla parità di genere , del 26 ottobre 2015 (doc /15) Conclusioni del Consiglio adottate il 16 giugno 2016 sulla lotta alla povertà e all'esclusione: un approccio integrato (doc. 9273/16) 15409/16 pin/ini/tar/s 15 ALLEGATO II

16 3. Commissione europea: - Comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010: "Europa Una strategia dell'unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010) 2020 definitivo) - Raccomandazione della Commissione, del , sul potenziamento del principio della parità retributiva tra donne e uomini tramite la trasparenza (C(2014) 1405 final) - Comunicazione "La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale" (COM(2010) 758 definitivo) - Comunicazione "Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo " (COM(2013) 83 final) - Documento di lavoro dei servizi della Commissione "Impegno strategico per l'uguaglianza di genere " (SWD(2015) 278 final) - Tabella di marcia "Nuovo inizio per affrontare le sfide dell'equilibrio tra vita professionale e vita privata incontrate dalle famiglie che lavorano" maternity_leave_directive_en.pdf - Documento di lavoro dei servizi della Commissione "Relazione sulla parità tra donne e uomini nell'unione europea " (SWD(2016) 54 final) - Comunicazione della Commissione "Valutare l'attuazione del quadro dell'ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom e della raccomandazione del Consiglio su misure efficaci per l'integrazione dei Rom negli Stati membri 2016" (SWD(2016) 209 final) 4. Parlamento europeo: - Risoluzione del 20 ottobre 2010 sul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa (2010/2039(INI), GU C 70E dell' ) - Risoluzione dell'8 marzo 2011 sugli aspetti della povertà femminile nell'unione europea (2010/2162(INI)) - Risoluzione del 15 novembre 2011 sulla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale (2011/2052(INI)) - Parere sugli aspetti di genere del quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione dei rom (2013/2066(INI)). - Risoluzione del 26 maggio 2016 sulla povertà: una prospettiva di genere (2015/2228(INI)) 15409/16 pin/ini/tar/s 16 ALLEGATO II

17 5. Altri: - Dichiarazione del trio di presidenza sulla parità di genere (Paesi Bassi, Slovacchia e Malta), Bruxelles, 7 dicembre Relazione EIGE "Povertà, genere e disuguaglianze intersezionali nell'ue: Esame dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino negli Stati membri dell'ue" (doc /16 ADD 1) - La percentuale di persone a rischio di povertà o esclusione sociale nell'ue è al livello precedente la crisi, comunicato stampa di Eurostat 199/ Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità - Approcci integrati per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Ministero degli affari sociali e dell'occupazione dei Paesi Bassi, /16 pin/ini/tar/s 17 ALLEGATO II

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