PIANI REGIONALI DEI MATERIALI DA CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO RAPPORTO AMBIENTALE

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1 REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO INDUSTRIA PROPOSTA DEI PIANI REGIONALI DEI MATERIALI DA CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE Ai sensi dell Allegato VI del D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i. (D.Lgs. n. 4 del 16/1/2008)

2 Autorità procedente ASSESSORATO REGIONALE INDUSTRIA, DIPARTIMENTO DELL INDUSTRIA E DELLE MINIERE - COREMI Consulenti: Dott. Carmelo D AGOSTINO per la predisposizione del Rapporto Ambientale, della Sintesi non Tecnica e della Dichiarazione di Sintesi per la VAS relativa agli Schemi di Piano dei materiali di cava e dei materiali lapidei di pregio. Dott.ssa Rosalia IMBURGIA per le linee guida per lo studio di incidenza e relazione per l individuazione delle problematiche delle aree estrattive individuate dalla proposta di piano cave ricadenti in zone SIC, ZPS e in altri siti della Rete Natura Supporto per la redazione del rapporto ambientale nell ambito della procedura VAS. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 1 -

3 SOMMARIO ELENCO ACRONIMI... 4 PREMESSA IL PROCESSO DI VAS Aspetti normativi e procedurali Fase a) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità Fase b) l elaborazione del rapporto ambientale Fase c) lo svolgimento di consultazioni Fase d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti della consultazione Fase e) la decisione Fase f) l informazione sulla decisione Fase g) il monitoraggio IL PROCESSO DELLA PROPOSTA DEI PIANI Aspetti normativi e procedurali Obiettivi e strategia della proposta dei piani Coerenza interna della proposta dei piani Rapporto tra la proposta dei piani e altri pertinenti piani o programmi IL QUADRO AMBIENTALE Analisi degli aspetti ambientali Analisi dei fattori di interrelazione Analisi delle aree di particolare rilevanza ambientale Scenario di riferimento e criticità ambientali LO STUDIO DI INCIDENZA Aspetti normativi e procedurali Rete natura Piani di gestione dei siti della rete natura Aree di cava nei siti della rete natura Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 2 -

4 4.5 Misure di mitigazione e compensazione OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE Obiettivi di protezione ambientale Analisi di coerenza ambientale interna LA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SIGNIFICATIVI Possibili impatti significativi sull ambiente Misure di mitigazione ambientale Scelta delle alternative MISURE PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE GLOSSARIO BIBLIOGRAFIA ALLEGATO 1: SINTESI NON TECNICA ALLEGATO 2: QUESTIONARIO DI CONSULTAZIONE PUBBLICA Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 3 -

5 ELENCO ACRONIMI Acronimo Descrizione A.E.R.C.A. Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale APAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici ARPA Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente ARTA Sicilia Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ATO Ambito Territoriale Ottimale CO.RE.MI. Corpo Regionale delle Miniere CE o (COM) Commissione Europea DDG Decreto del Dirigente Generale Direttiva VAS Direttiva 2001/42/CE D.Lgs. 152/06 e s.m.i D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006, così come modificato dal D.Lgs. n. 4 del 16/1/2008 DPR Decreto del Presidente della Repubblica E.M.S. Ente Minerario Siciliano GU Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea GURI Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana GURS Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana IBA Important Bird Areas ISPRA (ex APAT) Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale L.N. Legge Nazionale L.R. Legge Regionale MATTM (ex MATT) Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare PAI Piano per l Assetto Idrogeologico PMA Piano di Monitoraggio Ambientale RMA Rapporto di Monitoraggio Ambientale PO FESR Sicilia Programma Operativo Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale PO CTE Italia-Malta Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Malta proposta dei Piani Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio processo di VAS Processo di Valutazione Ambientale Strategica PTPR Piano Territoriale Paesistico Regionale PSR Sicilia Programma di Sviluppo Rurale Sicilia RES Rete Ecologica Siciliana schemi di Piano Schemi di piano dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio SIC Siti di Importanza Comunitaria SIN Siti di Importanza Nazionale SWOT Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats (forza, debolezza, opportunità e minacce) VAS Valutazione Ambientale Strategica VI Valutazione d Incidenza VIA Valutazione Impatto Ambientale ZPS Zone di Protezione Speciale Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 4 -

6 PREMESSA In adempienza a quanto disposto dal D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006, recante Norme in materia ambientale, così come modificato dal D.Lgs. n. 4 del 16/1/2008, recante Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, l Assessorato regionale Industria è chiamato a corredare la proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio (di seguito proposta dei Piani ) della specifica Valutazione Ambientale Strategica (di seguito processo di VAS ). L Assessorato regionale Industria, che ha già avviato il processo di VAS con la redazione e la consultazione degli schemi di Piano dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio (di seguito schemi di Piano ) e del relativo Rapporto Preliminare, ha redatto il presente Rapporto Ambientale con lo scopo di individuare, descrivere e valutare gli impatti significativi che l attuazione della proposta dei Piani potrebbe avere sull ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell ambito territoriale della proposta dei Piani. La struttura del presente Rapporto Ambientale è stata elaborata mettendo in relazione i contenuti forniti dall Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e quelli già individuati dal Rapporto Preliminare, secondo lo schema di correlazione indicato nella Tabella 1. Tabella 1: Schema di correlazione tra l Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e il Rapporto Preliminare Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Indice del presente Rapporto Ambientale Indice del Rapporto Ambientale indicato nel Rapporto Preliminare Indice del Rapporto Preliminare degli schemi di Piano Cap. 1. Il processo di VAS Cap. 2, 7 Cap. 2, 7, 8 Lett. a) Cap. 2. Il processo della proposta dei Piani Cap. 3, 7 Cap. 2, 3, 5 Allegati A,B,C Lett. b), c), d) Cap. 3. Il quadro ambientale Cap. 4 Cap. 4 Lett. d) Cap. 4. La valutazione di incidenza Allegati D,E Lett. e) Cap. 5. Obiettivi di protezione ambientale Lett. f), g), h) Cap. 6. La valutazione degli impatti significativi Cap. 5 Lett. i) Cap. 7. Misure per il monitoraggio ambientale Cap. 6 Cap. 5 Lett. j) Allegato 1. Sintesi non tecnica Sintesi non tecnica Allegato 2. Questionario di consultazione pubblica Questionario Allegato F Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Per evitare duplicazioni nel processo di VAS della proposta dei Piani in questione, sono stati utilizzati gli approfondimenti e le informazioni, ritenuti pertinenti, provenienti da altri Rapporti Ambientali di piani e programmi di livello regionale (PO FESR Sicilia , PSR Sicilia e PO CTE Italia-Malta ), già approvati dalla Commissione Europea a conclusione del relativo processo di VAS ai sensi della Direttiva 2001/42/CE. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 5 -

7 Infine, la proposta dei Piani e il presente Rapporto Ambientale, accompagnato dalla relativa Sintesi non Tecnica (Allegato 1), sono a disposizione dei Soggetti competenti in materia ambientale (SCMA) 1, del Pubblico Interessato (PI) 2 e del Pubblico (P) 3, affinché questi abbiano l opportunità di esprimersi presentando le proprie osservazioni e fornendo nuovi ed ulteriori elementi conoscitivi e valutativi attraverso il Questionario di consultazione pubblica (Allegato 2). 1 Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA): le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull ambiente dovuti all attuazione della proposta dei Piani [art. 5, lettera s) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ]. 2 Pubblico Interessato (PI): il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse [art. 5, lettera v) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ]. 3 Pubblico (P): una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone [art. 5, lettera u) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ]. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 6 -

8 1. IL PROCESSO DI VAS Nel presente capitolo vengono illustrati gli aspetti normativi e procedurali della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e il relativo processo di VAS applicato alla proposta dei Piani in questione, che è iniziato con la redazione e consultazione degli schemi di Piano e del relativo Rapporto Preliminare, sta procedendo con la definizione e la consultazione della proposta dei Piani ed il presente Rapporto Ambientale accompagnato dalla relativa Sintesi non Tecnica (Allegato 1) e continuerà, dopo l approvazione definitiva dei Piani, con il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA). Il processo di VAS riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull ambiente e sul patrimonio culturale e ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti con il quadro normativo, programmatico e pianificatorio vigente e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. A tal fine l art. 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., riportato nella Tabella 2, definisce uno schema delle tipologie di piani e programmi da sottoporre a tale processo. Tabella 2: Schema delle tipologie di piani e programmi da sottoporre al processo di VAS (art. 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Art. 6, comma 2 Art. 6, comma 3 Art. 6, comma 4 Quadro sintetico delle tipologie di piani e programmi Lett. a), Piani e programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l approvazione, l autorizzazione, l area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; Lett. b), Piani e programmi per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'art. 5 del DPR n. 357, dell 8/9/1997, e s.m.i.. Piani e i programmi di cui all art. 6, comma 2, lett. a),b) del Decreto che determinano l uso di piccole aree a livello locale per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui all art. 6, comma 2, lett. a),b) del Decreto, la valutazione ambientale è necessaria qualora l autorità competente valuti che possano avere impatti significativi sull ambiente, secondo le disposizioni di cui all art bis), Piani e programmi per cui l Autorità Competente valuta, secondo le disposizioni di cui all art. 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui all art. 6, comma 2, lett. a),b) del Decreto, che definiscono il quadro di riferimento per l autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull ambiente. Lett. a), Piani e i programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale caratterizzati da somma urgenza o coperti dal segreto di Stato; Lett. b), Piani e i programmi finanziari o di bilancio; Lett. c), Piani di protezione civile in caso di pericolo per l'incolumità pubblica. Avvio processo di VAS Artt Art. 12 e, se del caso, artt. da 13 a 18 Esclusi Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Nella Tabella 3, invece, si riporta uno schema dei possibili livelli di competenze del processo di VAS. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 7 -

9 Tabella 3: Schema dei livelli di competenze del processo di VAS (art. 7 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Art. 7, comma 1 Art. 7, comma 2 Livello di competenza del processo di VAS Sono sottoposti a VAS in sede statale i piani e programmi di cui all art. 6, commi da 1 a 4, (Tabella 2) la cui approvazione compete ad organi dello Stato. Sono sottoposti a VAS secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani e programmi di cui all art. 6, commi da 1 a 4 (Tabella 2), la cui approvazione compete alle regioni e province autonome o agli enti locali. Autorità Competente (AC) Ministro dell ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il parere motivato è espresso di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, che collabora alla relativa attività istruttoria. La pubblica amministrazione con compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale individuata secondo le disposizioni delle leggi regionali o delle province autonome. D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Art. 7, comma 5 Art. 7, comma 6 Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) 1.1 ASPETTI NORMATIVI E PROCEDURALI Il processo di VAS trova i suoi riferimenti normativi nella Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente (GU L 197 del 21/7/2001), che si pone l obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente. Tale Direttiva è stata recepita dallo Stato italiano con il D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006, recante Norme in materia ambientale (GURI n. 88 del 14/4/2006, Supplemento Ordinario n. 96), così come modificato dal D.Lgs. n. 4 del 16/1/2008, recante Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale (Supplemento Ordinario alla GURI n. 24 del 29/1/2008). Considerato che la Regione Siciliana non si è ancora dotata di una propria L.R. in materia di VAS e che la proposta dei Piani in questione non rientra tra le disposizioni di esclusione previste dall art. 59 della L.R. n. 6 del 14/05/2009, recante Disposizioni programmatiche e correttive per l anno 2009 (GURS n. 22 del 20/05/2009), l Assessorato regionale Industria ha proseguito l iter procedurale secondo le disposizioni di cui agli artt. da 12 a 18, come riportato nella Tabella 4. Tabella 4: Iter del processo di VAS (art. 11, comma 1 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Art. 12 Art. 13 Art. 14 Art. 15 Art. 16 Art. 17 Art. 18 processo di VAS Fase a) Lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità; Fase b) L elaborazione del rapporto ambientale; Fase c) Lo svolgimento di consultazioni; Fase d) La valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni; Fase e) La decisione; Fase f) L informazione sulla decisione; Fase g) Il monitoraggio. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 8 -

10 1.2 FASE A) LO SVOLGIMENTO DI UNA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ L art. 12 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. dispone che, nel caso di piani e programmi rientranti nella tipologia prevista dall art. 6, comma 3, dello stesso Decreto (Tabella 2), l Autorità Procedente svolge una verifica di assoggettabilità, al fine di permettere all Autorità Competente di verificare se assoggettare o escludere il piano o programma dalla valutazione di cui agli articoli da 13 a 18 e, se del caso, definire le necessarie prescrizioni. Per il caso in questione l Assessorato regionale Industria, con nota prot. n del 25/2/2008, chiedeva all Assessorato regionale Territorio e Ambiente, Dipartimento Territorio ed Ambiente, Servizio 2 VAS- VIA di avviare una collaborazione per la predisposizione della Valutazione di Incidenza e per l aggiornamento dell analisi socio-economica di settore degli schemi di Piano. L Assessorato regionale Industria, inoltre, con nota prot. n del 25/2/2008, chiedeva di avviare una collaborazione per la predisposizione del Rapporto Preliminare, del Rapporto Ambientale e della relativa Sintesi non tecnica, che avrebbero costituito parte integrante della documentazione della proposta dei Piani ed, infine, la disponibilità a partecipare ad un tavolo tecnico per la definizione delle modalità e delle attività necessarie per la definizione del processo di VAS alla redigenda proposta dei Piani stessa. Quest ultima richiesta veniva ribadita allo stesso Servizio 2 VAS-VIA con nota prot. n del 26/2/2008. Successivamente, in data 11/3/2008, presso il DTA dell ARTA Sicilia si è tenuto un incontro tra il responsabile del processo di VAS del Servizio 2 VAS-VIA e l Assessorato regionale Industria, nel quale è stato definito l avvio del processo di VAS agli schemi di Piano, ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. Durante tale incontro, inoltre, (si veda nota prot. n dell 11/3/2008 del Servizio 2 VAS-VIA), sono state definite: l Autorità Competente (AC) 4 e l Autorità Procedente (AP) 5, come riportato nella Tabella 5. Tabella 5: Individuazione dell Autorità Competente (AC) e dell Autorità Procedente (AP) (art. 5, lett. p), q) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). Autorità Competente (AC) Autorità Procedente (AP) Struttura Assessorato regionale territorio e ambiente, Dipartimento Assessorato regionale Industria territorio ed ambiente, Servizio 2 VAS-VIA Dipartimento dell Industria e delle Miniere Indirizzo Via Ugo La Malfa 169, Palermo Via Ugo La Malfa 101, Palermo Sito web corpo%20delle%20miniere/index.htm nzuccarello@artasicilia.it e fcozzo@artasicilia.it coremi.pianocave@regione.sicilia.it Telefono Fax Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) l assoggettabilità degli schemi di Piano sia al processo di VAS che alla Valutazione di Incidenza. Ritenuto infatti, che gli schemi di Piano rientravano a pieno titolo nel campo di applicazione previsto 4 Autorità Competente (AC): la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del parere motivato, nel caso di valutazione di piani e programmi, e l'adozione dei provvedimenti conclusivi in materia di VIA, nel caso di progetti [art. 5, lettera p) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ]. 5 Autorità Procedente (AP): la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma soggetto alle disposizioni del presente decreto, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano, programma [art. 5, lettera q) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ]. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.) - 9 -

11 dall art. 6, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. (Tabella 2), si decideva di proseguire il medesimo processo di VAS secondo le disposizioni dettate dagli artt. da 13 a 18 dello stesso Decreto; un apposito cronoprogramma di massima, indicante le attività da svolgere e i soggetti da coinvolgere per il corretto proseguo delle attività, rimandando in seguito ad un piano di lavoro più dettagliato; la convocazione del Consiglio regionale delle miniere (entro 15 giorni dalla data della nota prot. n del 13/3/2008 del Servizio 2 VAS-VIA), al fine di garantire la piena condivisione del processo di VAS degli schemi di Piano, le competenze individuate ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e l elenco dei Soggetti competenti in materia ambientale individuati per le successive fasi di consultazione pubblica, ai sensi dell art. 5, lett. s) dello stesso Decreto (Tabella 6). Tabella 6: Elenco dei Soggetti competenti in materia ambientale (SCMA) individuati. N. Soggetti competenti in materia ambientale (SCMA) 1 Assessorato regionale Territorio e Ambiente, Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente; 2 Assessorato regionale Territorio e Ambiente, Dipartimento Regionale Urbanistica; 3 Assessorato regionale dei Lavori Pubblici 4 Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, Dipartimento Regionale Interventi Strutturali; 5 Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, Dipartimento Regionale Interventi Infrastrutturali; 6 Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, Dipartimento Regionale Foreste; 7 Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, Azienda Foreste Demaniali; 8 Assessorato regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione; 9 Assessorato Regionale alla Sanità; 10 Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente; 11 Agenzia Regionale per le acque e i rifiuti; 12 Ufficio Speciale per la montagna; 13 Ufficio Speciale aree ad elevato rischio ambientale; 14 Ente Parco delle Madonie; 15 Ente Parco dei Nebrodi; 16 Ente Parco dell Etna; 17 Ente Parco dell Alcantara; 18 Provincia Regionale di Agrigento; 19 Provincia Regionale di Caltanissetta; 20 Provincia Regionale di Catania; 21 Provincia Regionale di Enna; 22 Provincia Regionale di Palermo; 23 Provincia Regionale di Messina; 24 Provincia Regionale di Ragusa; 25 Provincia Regionale di Siracusa; 26 Provincia Regionale di Trapani; 27 ANCI Sicilia; 28 Delegazione UNCEM Sicilia. Fonte: Rapporto Preliminare degli schemi di Piano Successivamente, con nota prot. n del 19/6/2008, l Autorità Procedente ha trasmesso all Autorità Competente una illustrazione sintetica della metodologia utilizzata dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese per l individuazione delle aree estrattive, dell iter amministrativo nonché degli obiettivi e della strategia degli schemi di Piano. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

12 1.3 FASE B) L ELABORAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE Il D.Lgs. 152/06 e s.m.i. dispone che, nel caso di piani e programmi rientranti nella tipologia prevista dall art. 6, comma 2 dello stesso Decreto (Tabella 2), l Autorità Procedente rediga, inizialmente, un Rapporto Preliminare, ai sensi dell art. 13, comma 1, sui possibili impatti ambientali significativi dell attuazione degli schemi di Piano ed entri in consultazione sin dai momenti preliminari dell attività di elaborazione del piano o programmi con l Autorità Competente e i Soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel successivo Rapporto Ambientale. Nel caso specifico vengono illustrate in primo luogo le modalità di predisposizione e di consultazione del Rapporto Preliminare relativo agli schemi di Piano e successivamente le modalità di predisposizione e consultazione del presente Rapporto Ambientale, della Sintesi non Tecnica e della proposta dei Piani. Il Rapporto Preliminare (relativo agli schemi di Piano ) Con l avvio del processo di VAS agli schemi di Piano (nota prot. n dell 11/3/2008 dell Autorità Competente), l Autorità Procedente ha predisposto la documentazione riportata nella Tabella 7 e l ha trasmessa all Autorità Competente con le note prot. n del 5/8/2008 e prot. n dell 8/8/2008. Tabella 7: Elenco della documentazione disponibile ai fini della consultazione Documenti schemi di Piano Allegato A) Relazione generale dello Schema di Piano dei Materiali da cava; Allegato B) Relazione generale dello Schema di Piano dei Materiali lapidei di pregio; Allegato C) Cartografia di sintesi in scala 1: con ubicazione delle aree estrattive; Allegato D) Lineamenti generali di settore; Allegato E) Analisi del contesto ambientale ed individuazione delle aree sensibili. Documenti processo di VAS Rapporto Preliminare Allegato F) Questionario di consultazione pubblica. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Nelle stesse note, inoltre, si specificava: che tale documentazione (Tabella 7) era in corso di pubblicazione sul proprio sito web e invitava l Autorità Competente a fare lo stesso. Quest ultima ha provveduto con propria nota prot. n del 6/8/2008; che era in corso di pubblicazione sulla GURS n. 35 dell 8/8/2008 (Parte prima), un Avviso che rendeva noto l avvio del processo di VAS degli schemi di Piano. Inoltre l Autorità Procedente e i Distretti minerari hanno messo a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale copia della documentazione riportata nella Tabella 7 in formato cartaceo mediante il deposito presso i propri uffici (Tabella 8). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

13 Tabella 8: Uffici e siti web ove reperire la documentazione digitale e cartacea. Autorità Competente (AC) Autorità Procedente (AP) Struttura Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, Assessorato Regionale Industria Dipartimento Territorio ed Ambiente, Servizio 2 VAS-VIA Dipartimento dell Industria e delle Miniere Indirizzo Via Ugo La Malfa 169, Palermo Via Ugo La Malfa 101, Palermo Sito web corpo%20delle%20miniere/index.htm nzuccarello@artasicilia.it e fcozzo@artasicilia.it coremi.pianocave@regione.sicilia.it Telefono Fax Distretto minerario di Palermo (Prov. di PA, TP) Distretto minerario di Catania (Prov. di CT, ME, SR, RG) Distretto minerario di Caltanissetta (Prov. di AG, CL, EN) Indirizzi Via Domenico Magrì, traversa di Via Via Ugo La Malfa 101, Viale Conte Ignazio Testasecca 60, San Giuseppe La Rena 20, Palermo Caltanissetta Catania coremi.distretto.pa@regione.sicilia.it coremi.distretto.ct@regione.sicilia.it coremi.distretto.cl@regione.sicilia.it Telefoni Fax Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Successivamente, con nota prot. n dell 8/8/2008, l Autorità Procedente ha messo a disposizione ai Soggetti competenti in materia ambientale (Tabella 6) la documentazione riportata nella Tabella 7, affinché questi potessero esprimersi. Definite le procedure di deposito, pubblicazione e partecipazione l Autorità Procedente, di concordo con l Autorità Competente, sempre con nota prot. n dell 8/8/2008 ha convocato per il 27/8/2008 la prima conferenza di verifica e valutazione, con la quale si è dato avvio alla fase di consultazione degli schemi di Piano e del relativo Rapporto Preliminare. Quest ultimo conteneva già una proposta di elenco di Pubblico Interessato (Tabella 9), ai sensi dell art. 5, lettera v) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., che sarebbe stato coinvolto durante la fase di consultazione pubblica del Rapporto Ambientale (fase attuale). Per gli approfondimenti sullo svolgimento della fase di consultazione si rimanda al paragrafo 1.4. Tabella 9: Elenco del Pubblico interessato. N. pubblico interessato 1 Assessorato regionale territorio e ambiente, Dipartimento territorio ed ambiente 2 Pari opportunità 3 A.B.I. (funzione studi) 4 Eurispes 5 Fondazione Curella (Centro Ricerche economiche) 6 URPS (Unione Regionale Province Siciliane) 7 ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) 8 UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) 9 ASCEBEM (Associazione Siciliana dei Consorzi ed Enti di Bonifica e di miglioramento fondiario) 10 Patti Territoriali esistenti 11 Unione Camere di Commercio Siciliane e Mondimpresa 12 C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., U.G.L., C.I.S.A.L., SADIRS, Cobas-Codir Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

14 N. pubblico interessato 13 Associazioni Cooperative: Confcooperative, A.G.C.I.(Associazione Generale Cooperative Italiane), U.N.C.I.(Unione Nazionale Cooperative Italiane) e Lega Nazionale delle Cooperative; 14 Confindustria 15 Associazione Piccole e medie Imprese (A.P.I. Sicilia) 16 Associazione Artigianali: Confartigianato, C.N.A. (Confederazione Nazionale Artigianato), C.L.A.A.I. (Confederazione delle Libere Associazioni Italiane) C.A.S.A. 17 Confcommercio 18 Istituto Commercio Estero 19 Confesercenti 20 Federdistribuzione 21 Federconsumatori 22 CODACONS (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell Ambiente e dei diritti degli Utenti e dei Consumatori) 23 Associazioni Ambientaliste: Rangers d Italia,L.I.P.U.(Lega Italiana Protezione Uccelli), Amici della Terra, LegAmbiente, Club Alpino Italiano, Italia Nostra, Ente Fauna Siciliana, Fondo Siciliano per la Natura, WWF 24 Enti Parco Siciliani 25 Fondo per l Ambiente Italiano (FAI) 26 Ordini Regionali e/o provinciali Geologi, Ingegneri, Periti Minerari 27 UDI (Unione Donne in Italia), C.I.D.A. (Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità) 28 Forum del Terzo settore - Sicilia (Volontariato Associazioni Solidarietà commercio equo solidale) 29 Assindustria 30 Assocave Fonte: Rapporto Preliminare degli schemi di Piano. L Autorità Competente, infine, ha comunicato lo stato di avanzamento di tutte le attività sopra descritte agli Onorevoli Assessori dei due Assessorati interessati (Territorio e Ambiente con nota prot. n dell 11/09/2008 e Industria con nota prot del 15/9/2008). Il Rapporto Ambientale (relativo alla proposta dei Piani ) Con la conclusione della consultazione degli schemi di Piano e del relativo Rapporto Preliminare il processo di VAS ha proseguito il suo iter (Tabella 4) con l elaborazione del presente Rapporto Ambientale, il quale si propone di illustrare la valutazione degli impatti significativi che l attuazione della proposta dei Piani potrebbe avere sull ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell ambito territoriale della stessa proposta dei Piani. Il Rapporto Ambientale, inoltre, costituisce parte integrante della proposta dei Piani e l accompagna durante l intero processo di elaborazione ed approvazione. In primo luogo è stata adeguata la struttura dell indice del rapporto ambientale proposto in fase di rapporto preliminare, al fine di predisporre un documento quanto più rispondente alle disposizioni e ai contenuti forniti dall Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. Allo stesso tempo, inoltre, sono state integrate tutte le osservazioni, obiezioni e suggerimenti pervenute dai soggetti competenti in materia ambientale ritenute pertinenti dall Autorità Procedente ai fini dell integrazione della componente ambientale nella predisposizione della proposta dei Piani (Tabella 13). Successivamente l Autorità Procedente ha predisposto la documentazione riportata nella Tabella 10. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

15 Tabella 10: Elenco della documentazione disponibile ai fini della consultazione Documenti proposta dei Piani Proposta dei Piani e allegati; Relazione generale dei materiali di cava; Relazione generale dei materiali lapidei di pregio; Volume 1 - Lineamenti generali di settore; Volume 2 - L attività estrattiva; Volume 2.a - L attività estrattiva (aggiornamento); Volume 3 - Vincoli territoriali; Volume 3.a - Vincoli territoriali (aggiornamento); Volume 4 - Aspetti socio economici; Volume 4.c - Aspetti socio-economici (aggiornamento); Volume 5 - Caratterizzazione dei materiali; Volume 6 - Aspetti tecnico-minerari e ambientali; Volume 7 - Individuazione delle aree suscettibili di attività estrattive; Volume 8 - Studi di dettaglio e caratterizzazione geolitologico-tecnica delle aree estrattive Documenti processo di VAS Rapporto Ambientale; Allegato 1) Sintesi non Tecnica; Allegato 2) Questionario di consultazione pubblica. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Tale documentazione (Tabella 10) è stata messa a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico interessato (Tabella 9) e del pubblico, in formato digitale e cartacea, presso gli uffici e i siti web indicati nella Tabella 11. Tabella 11: Uffici e siti web ove reperire la documentazione digitale e cartacea. Autorità Competente (AC) Autorità Procedente (AP) Struttura Assessorato regionale territorio e ambiente, Dipartimento Assessorato regionale Industria territorio ed ambiente, Servizio 2 VAS-VIA Dipartimento dell Indutria e delle Miniere Indirizzo Via Ugo La Malfa 169, Palermo Via Ugo La Malfa 101, Palermo Sito web corpo%20delle%20miniere/index.htm nzuccarello@artasicilia.it e fcozzo@artasicilia.it coremi.pianocave@regione.sicilia.it Telefono Fax Distretto minerario di Palermo (Prov. di PA, TP) Distretto minerario di Catania (Prov. di CT, ME, SR, RG) Distretto minerario di Caltanissetta (Prov. di AG, CL, EN) Indirizzi Via Domenico Magrì, traversa di Via Via Ugo La Malfa 101, Viale Conte Ignazio Testasecca 60, San Giuseppe La Rena 20, Palermo Caltanissetta Catania coremi.distretto.pa@regione.sicilia.it coremi.distretto.ct@regione.sicilia.it coremi.distretto.cl@regione.sicilia.it Telefoni Fax Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Entro il termine di sessanta giorni dalla data di pubblicazione del relativo Avviso sulla GURS chiunque può prendere visione della documentazione indicata nella Tabella 10 e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Tali osservazioni dovranno pervenire attraverso il questionario di consultazione (Allegato 2) in formato digitale e cartaceo ai seguenti indirizzi: Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

16 Tabella 12: Uffici ed indirizzi mail a cui inviare le osservazioni in formato digitale e cartaceo. Autorità Competente (AC) Autorità Procedente (AP) Uffici Assessorato regionale territorio e ambiente, Dipartimento territorio ed ambiente, Servizio 2 VAS-VIA Via Ugo La Malfa 169, Palermo Assessorato regionale Industria Dipartimento dell Indutria e delle Miniere Via Ugo La Malfa 101, Palermo nzuccarello@artasicilia.it e fcozzo@artasicilia.it coremi.pianocave@regione.sicilia.it Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) 1.4 FASE C) LO SVOLGIMENTO DI CONSULTAZIONI Il processo di VAS rappresenta un iter in cui le osservazioni, i contributi e le decisioni scaturite dalla partecipazione dei soggetti competenti in materia ambientale (Tabella 6), del pubblico interessato (Tabella 9) e del pubblico contribuiscono a garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali prima della presentazione del Piano per l approvazione. Definite le procedure di deposito, pubblicazione e partecipazione degli schemi di Piano e del relativo rapporto preliminare l Autorità Procedente, di concordo con l Autorità Competente, con nota prot. n dell 8/8/2008, ha convocato in data 27/8/2008 la prima conferenza di verifica e valutazione, a cui hanno partecipato i soggetti competenti in materia ambientale (Tabella 6), con la quale si dava avvio alla fase di consultazione degli schemi di Piano e del relativo rapporto preliminare. Durante tale conferenza, svoltasi presso il Dipartimento regionale del personale, dei servizi generali, di quiescenza, previdenza ed assistenza del personale della Presidenza della Regione Siciliana (Palermo, Viale Regione Siciliana n. 2222), alla presenza dell Autorità Competente, è stata illustrata: la normativa, le procedure di approvazione e gli obiettivi degli schemi di Piano ; il processo di VAS e il Rapporto Preliminare degli schemi di Piano, comprese le relative modalità di trasmissione di eventuali osservazioni, obiezioni e suggerimenti. Dopo tale conferenza i Soggetti competenti in materia ambientale hanno avuto a disposizione 30 giorni di tempo, come concordato tra Autorità Procedente e Autorità Competente (nota prot. n dell 8/8/2008) prorogati di ulteriori 15 giorni (nota prot n dell 1/9/2008), per esprimere le proprie osservazioni, obiezioni e suggerimenti agli schemi di Piano e al relativo Rapporto Preliminare, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale tramite il Questionario di consultazione. Nella Tabella 13 si riporta il riepilogo dei contributi pervenuti, corredato dal relativo recepimento/non recepimento da parte dell Autorità Procedente. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

17 Tabella 13: Riepilogo delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti e relativo recepimento/non recepimento SCMA Sintesi delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti Esito si allegava una relazione sintetica sul Piano regionale delle bonifiche dei siti inquinati, in corso di aggiornamento ed in attesa di essere adottato dalla stessa Agenzia; si suggeriva di aggiornare i dati dei siti contaminati con quelli del Piano regionale delle bonifiche dei siti inquinati prima citato; si suggeriva di aggiornare i dati sulla gestione dei rifiuti inerti con quelli del Piano adottato dall Ufficio del Commissario per l Emergenza rifiuti e la tutela delle acque il 18 Dicembre Agenzia regionale rifiuti e acque (nota prot. n del 8/10/08 e nota prot. n del 13/10/2008) Ente Parco delle Madonie (nota prot n. del 9/10/2008) Provincia regionale di Trapani (nota prot. n del 10/10/2008) Provincia regionale di Palermo (nota prot. n del 13/10/2008) Provincia regionale di Ragusa (nota prot. n del 14/10/2008) Agenzia regionale per la protezione dell ambiente (nota prot del 14/10/2008) Osservazione pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani Osservazione pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani Osservazione pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani Osservazione pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani Considerato che l attività estrattiva viene realizzata attraverso una serie di fasi, che comportano direttamente o indirettamente un forte coinvolgimento del territorio in tutte le sue componenti soprattutto in quelle ambientali, per una valutazione corretta degli impatti, occorre accertare le componenti ambientali con cui gli impatti individuati interferiscono. Il rapporto preliminare, non essendo stato sviluppato con questo criterio analitico, è da integrare. I dati dell Allegato E Analisi del contesto ambientale vanno aggiornati, considerato che spesso si basano sull Annuario dei Dati Ambientali I vincoli territoriali analizzati risultano obsoleti (dicembre 2000) e vanno aggiornati anche alla luce delle nuove politiche di conservazione della Biodiversità (Rete Natura 2000 e Rete Ecologica Siciliana). Si tratta di contesti territoriali che debbono essere presi in considerazione nella redazione del Piano, verificandone la coerenza degli schemi di Piano con i Piani di Gestione della Rete Natura Relativamente alla matrice atmosfera non è stato preso in considerazione il quadro conoscitivo siciliano aggiornato con Decreto dell Assessorato Territorio e Ambiente n. 94/GAB del 24 luglio 2008 Inventario regionale delle emissioni in aria ambiente e Valutazione della qualità dell aria e zonizzazione del territorio. Anche alla luce dei risultati pubblicati da APAT a livello provinciale sul sito relativo all anno 2005 e ai dati ambientali in possesso dell Arpa Sicilia riferiti all anno Per descrivere gli eventuali impatti, non considerati nel Rapporto Preliminare si potranno prendere in considerazione gli effetti dell attività di cava sulle componenti ambientali individuate nell Allegato I del DPCM del 27/12/88. La conoscenza del contesto ambientale attuale del territorio, in questa prima fase è indispensabile al fine di evitare incompatibilità tra lo stato di fatto esistente e le previsioni del piano, condizionandone l attuazione. Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Recepita nella relazione generale della proposta dei Piani Si rimanda ai Piani attuativi Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Recepita nella relazione generale della proposta dei Piani Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Si rimanda ai Piani attuativi Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

18 SCMA Sintesi delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti Esito E necessario ed indispensabile l identificazione di indicatori di sostenibilità e di qualità ambientale. A tal fine assumono particolare Ufficio speciale aree ad elevato rischio di crisi ambientale (nota prot. n del 20/10/2008) rilievo le iniziative della Commissione dell'unione Europea per la realizzazione di passi concreti, finalizzati alla minimizzazione dell'impatto ambientale delle attività estrattive e allo sviluppo sostenibile del settore con la Comunicazione della Commissione Europea Promozione dello sviluppo sostenibile nell industria estrattiva non energetica nell UE (Com ), che ha dato impulso all'individuazione e all adozione di indicatori specifici per definire gli obiettivi e controllare il livello di prestazione ambientale delle imprese del settore. Non si è riscontrato alcun quadro pianificatorio e programmatico di riferimento anche alla luce dei nuovi strumenti adottati dalla Regione Sicilia come il PAI (Piano assetto idrogeologico), il Piano di tutela delle acque, il Piano di Gestione della Rete Natura 2000, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambientale, il Decreto dell Assessorato Territorio e Ambiente n 94/GAB del 24 luglio 2008 Inventario regionale delle emissioni in aria ambiente e Valutazione della qualità dell aria e zonizzazione del territorio, ecc. Inoltre particolare importanza riveste l analisi del contesto normativo di riferimento nel settore dell inquinamento acustico con gli annessi adempimenti a carico dei diversi livelli di governo territoriale (si citano, non esaustivamente, la Direttiva 2002/49/CE, la legge n. 447/95, il D.Lgs. n. 194 del , i Decreti Assessore Reg.le Territorio ed Ambiente n. 16/GAB del e 51/GAB del ). L indice del Rapporto Ambientale deve contenere: Applicazioni di metodi per la valutazione degli impatti cumulativi (impatto combinato mediante matrici ambientali); Recupero ambientale e prospettive di riuso; Periodo di validità del piano Per il paragrafo monitoraggio dovranno essere illustrate le modalità operative, la frequenza e la localizzazione dei punti di campionamento per il rilevamento dei parametri significativi. Per il monitoraggio, inoltre dovranno essere previsti due tipologie diverse di monitoraggio, da mettere in atto dopo l approvazione del Piano che rispondono a finalità diverse: il monitoraggio degli effetti ambientali del piano e il monitoraggio dell efficacia del piano. Il piano, ai sensi dell art. 18 del D.Lgs. n. 4 del 16/01/2008, deve inoltre individuare le risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio. Lo stesso Decreto recita che il monitoraggio è effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali. Al fine della definizione del contesto ambientale si ritiene che il Piano debba concorrere agli obiettivi di risanamento dell A.E.R.C.A. per l aggiornamento e redazione dei piani di disinquinamento e rilancio economico per il risanamento del territorio delle province di Caltanissetta, Siracusa e del comprensorio del Mela. Si ritiene opportuno che gli obiettivi degli schemi di Piano siano messi a confronto con gli obiettivi dei piani territoriali provinciali (se non ancora approvati anche con gli schemi di massima) e con gli intereventi e le prescrizioni che detteranno i piani A.E.R.C.A. affinché lo stesso intervenga con azioni rivolte alla riqualificazione di dette aree. Si suggerisce di inserire al paragrafo 4 un punto dal titolo zone con particolari criticità ambientali al fine di valutare le problematiche legate a particolari aree come ad esempio: ad elevato rischio di crisi ambientale, Siti di Interesse Nazionale, PAI, ecc. Nelle A.E.R.C.A. è opportuno non aprire nuove cave Nelle A.E.R.C.A. le attività di cui al punto 7 del par. 3.2 dovranno essere sottoposte in ogni caso a parere preventivo di questo ufficio. Recepita nel capitolo 7 del Rapporto Ambientale Recepita nei capitoli 2 e 5 del Rapporto Ambientale Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Recepita per la parte richiesta dell Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Recepita nel capitolo 7 del Rapporto Ambientale Recepita nella relazione generale della proposta dei Piani Recepita nel capitolo 3 del Rapporto Ambientale Si rimanda ai Piani attuativi Recepita Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

19 SCMA Sintesi delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti Esito Nelle A.E.R.C.A. si dovranno rendere obbligatorie le certificazioni ambientali. Recepita nella relazione generale della proposta dei Piani Nelle A.E.R.C.A. in generale si raccomanda, nella definizione del piano di monitoraggio ambientale, di tener conto della direttiva 2008/50/CE del 21/05/2008 sulla qualità dell aria ambiente e nel raccordo con l ARTA Recepita nel capitolo 7 del Rapporto Ambientale Nell ambito dell osservatorio del piano, sia assicurata la consultazione con l ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale della Regione Siciliana. Si rimanda ai Piani attuativi Osservazione pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani In parte recepita nella relazione generale della Confindustria Sicilia (7406 del proposta dei Piani. 10/10/2008) In parte si rimanda ai Piani attuativi Provincia regionale di Catania (nota prot. n del 22/09/2008) Suggerimento pertinente, ma riguardante la proposta dei Piani Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Si è fatto riferimento ai dati ufficiali del competente Dipartimento Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

20 Definite le procedure di deposito, pubblicazione e partecipazione della proposta dei Piani e del Rapporto Ambientale con relativa Sintesi non Tecnica (Tabella 12), l Autorità Procedente, di concordo con l Autorità Competente, ha dato avvio alla seconda fase di consultazione con i Soggetti competenti in materia ambientale (Tabella 6), il Pubblico interessato (Tabella 9) e il Pubblico, i quali, entro il termine di sessanta (60) giorni dalla data di pubblicazione del relativo Avviso sulla GURS (art. 14, comma 3 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.), potranno prendere visione della documentazione indicata nella Tabella 10 e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Tali osservazioni dovranno pervenire attraverso il Questionario di consultazione pubblica (Allegato 2) in formato digitale e cartaceo agli indirizzi indicati nella Tabella FASE D) LA VALUTAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE E GLI ESITI DELLA CONSULTAZIONE Successivamente alle attività previste dal paragrafo 1.4, ai sensi dell art. 15 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., l Autorità Competente, in collaborazione con l Autorità Procedente, svolgerà le attività tecnico-istruttorie, acquisirà e valuterà tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati ai sensi dell art. 14 dello stesso Decreto ed esprimerà il proprio parere motivato entro il termine di novanta (90) giorni a decorrere dalla scadenza di tutti i termini di cui all art. 14 dello stesso Decreto. Unitamente a ciò, l Autorità Procedente, in collaborazione con l Autorità Competente, provvederà, ove necessario, alla revisione del Piano alla luce del parere motivato espresso prima della presentazione del Piano per l approvazione finale. 1.6 FASE E) LA DECISIONE Successivamente alle attività previste dal paragrafo 1.5, ai sensi dell art. 16 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., il Piano, il Rapporto Ambientale, il parere motivato e la documentazione acquisita nell ambito della consultazione, sarà trasmessa all organo competente per l approvazione del Piano. 1.7 FASE F) L INFORMAZIONE SULLA DECISIONE Successivamente alle attività previste dal paragrafo 1.6, ai sensi dell art. 16 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., la decisione finale è pubblicata nella GURS (prima parte) con l indicazione della sede ove si possa prendere visione del Piano approvato e di tutta la documentazione oggetto dell istruttoria. Saranno inoltre rese pubbliche, anche attraverso la pubblicazione sui siti web dell Autorità Competente e dell Autorità Procedente: a) il parere motivato espresso dall Autorità Competente; b) una Dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; c) le misure adottate in merito al monitoraggio di cui all art. 18 dello stesso Decreto. 1.8 FASE G) IL MONITORAGGIO Successivamente alle attività previste dal paragrafo 1.7, ai sensi dell art. 17, comma 1, lettera c) e dell art. 18 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., si predisporrà il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA), che specificherà il dettaglio delle misure adottate in merito al monitoraggio. Per ulteriori specificazioni in merito si rimanda al capitolo 7. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

21 2. IL PROCESSO DELLA PROPOSTA DEI PIANI Nel presente capitolo vengono illustrati i contenuti della lett. a) dell Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i, secondo quanto indicato nella Tabella 14. Tabella 14: Schema di correlazione tra i contenuti dell Allegato VI del D.L.gs. 152/06 e s.m.i. e i paragrafi del presente capitolo Lett. a) Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Paragrafi illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali della proposta dei Piani 2.2 e 2.3 rapporto con altri pertinenti piani o programmi 2.4 Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) 2.1 ASPETTI NORMATIVI E PROCEDURALI La proposta dei Piani trova i suoi riferimenti normativi nella L.R. n. 127 del 9/12/1980, la quale definisce le Disposizioni per la coltivazione dei giacimenti minerari da cava a provvedimenti per il rilancio e lo sviluppo del comparto lapideo di pregio nel territorio della Regione siciliana, al fine di regolare l attività estrattiva delle sostanze minerali di 2 a categoria, in coerenza con gli obiettivi della programmazione economica e territoriale della Regione. Tale L.R. si propone di regolamentare tale attività attraverso la redazione di un Piano regionale per i materiali da cava e di un Piano regionale per i materiali lapidei di pregio. La competenza per la predisposizione di tali Piani, con la L.R. n. 25 del 6/10/1999, è passata al Consiglio regionale delle Miniere (istituito ai sensi del D.Lgs. n. 92 del 15/10/1947 del Presidente della Regione e ratificato con L.R. n. 48 del 6/12/1948), che definisce, inoltre, le procedure di approvazione degli stessi Piani secondo le disposizioni dettate dagli artt. 6 e 42 (Tabella 15). Tabella 15: Schema delle fasi del processo della proposta dei Piani (artt. 6 e 42 della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i.) Artt. 6 e 42 Art. 6 Art. 6 Art. 6 Art. 6 Artt. 6 e 42 Fasi del processo della proposta dei Piani Il Consiglio regionale delle miniere predispone i Piani. Il Consiglio regionale delle miniere trasmette i Piani ai comuni interessati, per stralci territoriali. I comuni interessati, entro il termine di trenta giorni, esprimono il loro parere sui Piani e lo trasmettono al Consiglio regionale delle miniere. Il Consiglio regionale delle miniere trasmette i Piani all ARTA Sicilia. L ARTA Sicilia, entro il termine di sessanta giorni, esprime il proprio parere sul Piani e lo trasmette al Consiglio regionale delle miniere. Il Presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale e sentito il parere della competente commissione legislativa dell Assemblea Regionale Siciliana, approva i Piani con proprio Decreto. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Tale quadro normativo, in seguito, è stato modificato ed integrato dalla L.R. n. 24 del 15/05/1991 (ex art. 1 e 2, commi 1 e 2) e dalla L.R. n. 25 del 6/10/1999 (ex art. 5). La proposta dei Piani rappresenta l evoluzione degli schemi di Piano presentati dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese, dagli aggiornamenti predisposti dal Corpo Regionale delle Miniere a seguito delle disposizioni dell Assessore regionale dell Industria nel Con l entrata in vigore del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. il processo della proposta dei Piani (Tabella 15) deve necessariamente integrarsi con il processo di VAS (Tabella 4), ed evolversi parallelamente, come descritto nella Tabella 16. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

22 Tabella 16: Schema di integrazione tra le fasi del processo della proposta dei Piani e le fasi del processo di VAS Fasi del processo della proposta dei Piani Fasi del processo di VAS Presentazione degli schemi di Piano ai Soggetti competenti Fase a) l elaborazione del Rapporto Preliminare in materia ambientale Lo svolgimento di consultazioni Il Dip.Industria e Miniere-COREMI predispone e aggiorna la Fase b) l elaborazione del Rapporto Ambientale proposta dei Piani Lo svolgimento di consultazioni Il Dip.Industria e Miniere trasmette il Piano all ARTA Sicilia L ARTA Sicilia esprime il proprio parere sul Piano e lo Fase d) la valutazione del Rapporto Ambientale e gli esiti trasmette al Consiglio regionale delle miniere delle consultazioni Fase e) la decisione Fase f) l informazione sulla decisione Il Presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale e sentito il parere della competente Commissione legislativa dell Assemblea Regionale Siciliana, approva il Piano con proprio Decreto. Attuazione e gestione del Piano Fase g) il monitoraggio. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) 2.2 OBIETTIVI E STRATEGIA DELLA PROPOSTA DEI PIANI 6 Dalle proposte degli schemi di Piano, in coerenza con gli orientamenti comunitari in materia, deriva l obiettivo generale della proposta dei Piani di adottare un approccio integrato per lo sviluppo sostenibile, in modo tale da garantire un elevato livello di sviluppo economico e sociale, consentendo allo stesso tempo un adeguato livello di protezione ambientale, attraverso il corretto uso delle risorse estrattive in un quadro di salvaguardia dell ambiente e del territorio, al fine di soddisfare il fabbisogno regionale dei materiali di cava per uso civile ed industriale, nonché dei materiali di pregio in una prospettiva di adeguate ricadute socio - economiche nella Regione Siciliana. La perimetrazione delle aree di estrazione è stata effettuata con riferimento a giacimenti di consistenza adeguata alla prevedibile richiesta di mercato secondo tipologia merceologica, anche in funzione delle necessità del territorio e delle zone di copertura. Le cave sono state concentrate in bacini estrattivi. Il Piano dovrà essere aggiornato con cadenza triennale, così come previsto dalla L.R. n. 127 del 9/12/1980. Obiettivi specifici e strategie del Piano per i materiali da cava Le strategie per il conseguimento degli obiettivi si imperniano tutte sulla ricostituzione dei caratteri di efficienza e di attualità della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i.. Il Piano definisce orientamenti ed indirizzi rivolti agli operatori del settore ed agli Enti competenti nelle funzioni di programmazione, governo e controllo delle attività estrattive, finalizzati a conseguire obiettivi specifici di sviluppo sostenibile del settore estrattivo, ed in particolare: 1. Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive. La strategia prevede di favorire la pianificazione da parte dei Comuni di interventi di recupero ambientale e riqualificazione d uso, anche attraverso processi di partecipazione pubblico - privato. 6 Fonte: capitolo 4 della proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

23 2. Migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato nelle attività estrattive, attraverso l informazione e formazione. 3. Applicazione di una buona economia procedimentale attraverso lo snellimento delle procedure e certezza dei tempi istruttori per le autorizzazioni minerarie attraverso l istituzione di uno sportello unico. L Ufficio con cui si interfaccia il richiedente, deve essere solo quello preposto a tale ramo di attività (Distretto Minerario competente per territorio), che fornirà anche supporto tecnico e amministrativo per la presentazione della domanda e della documentazione da allegare. 4. Valorizzazione del comparto e dei prodotti attraverso la promozione delle certificazioni ambientali nelle attività estrattive e delle certificazioni di qualità e di idoneità per la commercializzazione dei materiali da cava e dei relativi derivati. 5. Migliorare qualitativamente la produzione e la sostenibilità ambientale, attraverso lo sfruttamento dei giacimenti più idonei alla destinazione del mercato (del materiale da estrarre) e l utilizzazione dei rifiuti di cava mediante un piano di utilizzazione degli stessi con la predisposizione di progetti contenenti elaborati tecnici relativi alla gestione di discariche temporanee, modalità di accumulo e destinazioni d uso. 6. Ottimizzazione dello sfruttamento dei giacimenti minerari: a) svincolo della delimitazione delle aree di cava dagli impedimenti dell'assetto catastale e/o proprietario e il superamento degli ostacoli alla piena utilizzazione dei giacimenti ricadenti all interno delle aree dei Piani. L area da sfruttare ai fini estrattivi deve avere una estensione sufficiente a garantire una coltivazione razionale del giacimento o della parte del medesimo interessata alla coltivazione (art.12 c.4 L.R.127/80), a tal fine è indispensabile che l area sia svincolata da eventuali impedimenti posti dal proprietario o dagli aventi titolo sul fondo. A parziale modifica dell art. 17 della L.R. 127/80, nella prospettiva di interessi generali di prevalente rilevanza ambientale e/o socio-economica, qualora l area per la quale venga richiesta nuova autorizzazione interessa una estensione superficiaria maggiore che, però, non si trova in disponibilità del richiedente, il Distretto Minerario competente per territorio, previa adeguata istruttoria e previa ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, può porre un termine, non superiore a giorni 180, al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento, per esprimere per iscritto il proprio consenso o diniego allo sfruttamento del giacimento medesimo e presentare istanza e la prevista documentazione. La richiesta da parte del Distretto Minerario per la manifestazione di consenso deve essere notificata personalmente al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento, nelle forme degli atti processuali civili. Trascorso infruttuosamente il termine di 180 giorni, ovvero in caso di reiezione dell istanza presentata, il Distretto Minerario può rilasciare l autorizzazione alla coltivazione del giacimento ai richiedenti aventi titolo secondo quanto previsto dall art. 15 della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i., previa corresponsione al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento di equo indennizzo, secondo i principi di cui alla vigente normativa in materia espropriativa. La stessa procedura sarà attivata anche nel caso di richiesta di ampliamento di attività estrattive già autorizzate e in caso di richiesta di nuove autorizzazione su Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

24 terreni ricadenti nelle aree previste dai Piani e non di proprietà o disponibilità dell istante. b) introduzione di strumenti volti ad assicurare, per ogni cava, il rispetto dei tempi e dei ritmi produttivi previsti nel programma di utilizzazione del giacimento autorizzato, salve esigenze tecniche, economiche e commerciali. 7. Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani. Obiettivi specifici e strategie del Piano per materiali lapidei di pregio Le strategie per il conseguimento degli obiettivi si imperniano tutte sulla ricostituzione dei caratteri di efficienza e di attualità della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i.. Il Piano definisce orientamenti ed indirizzi rivolti agli operatori del settore ed agli Enti competenti nelle funzioni di programmazione, governo e controllo delle attività estrattive, finalizzati a conseguire obiettivi specifici di sviluppo sostenibile del settore estrattivo. L approvazione dei Piani dei materiali lapidei di pregio, comporta, per le finalità e i contenuti dei Piani, automatico riconoscimento delle connotazioni di pubblica utilità delle infrastrutture a servizio delle attività di coltivazione ed estrazione, e l automatica creazione di zone di rispetto necessarie alla valorizzazione dei giacimenti. Gli obiettivi dei Piani sono attualizzati attraverso le azioni, ed in particolare: 1. Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive. La strategia prevede di favorire la pianificazione da parte dei Comuni di interventi di recupero ambientale e riqualificazione d uso, anche attraverso processi di partecipazione pubblico - privato. 2. Migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato nelle attività estrattive, attraverso l informazione e formazione. 3. Applicazione di una buona economia procedimentale attraverso lo snellimento delle procedure e certezza dei tempi istruttori per le autorizzazioni minerarie attraverso l istituzione di uno sportello unico. L'Ufficio con cui si interfaccia il richiedente, deve essere solo quello preposto a tale ramo di attività (Distretto Minerario competente per territorio), che fornirà anche supporto tecnico e amministrativo per la presentazione della domanda e della documentazione da allegare. 4. Valorizzazione del comparto e dei prodotti attraverso la promozione delle certificazioni ambientali nelle attività estrattive e delle certificazioni di qualità e di idoneità per la commercializzazione dei materiali da cava e dei relativi derivati. 5. Migliorare qualitativamente la produzione e la sostenibilità ambientale, attraverso lo sfruttamento dei giacimenti più idonei alla destinazione del mercato (del materiale da estrarre) e l utilizzazione dei rifiuti di cava mediante un piano di utilizzazione degli stessi con la predisposizione di progetti contenenti elaborati tecnici relativi alla gestione di discariche temporanee, modalità di accumulo e destinazioni d uso. 6. Ottimizzazione dello sfruttamento dei giacimenti minerari: a) svincolo della delimitazione delle aree di cava dagli impedimenti dell'assetto catastale e/o proprietario e il superamento degli ostacoli alla piena utilizzazione dei giacimenti ricadenti all interno delle aree dei Piani. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

25 L area da sfruttare ai fini estrattivi deve avere una estensione sufficiente a garantire una coltivazione razionale del giacimento o della parte del medesimo interessata alla coltivazione (art. 12, comma comma 4 della L.R. n. 127 del 9/12/1980), a tal fine è indispensabile che l area sia svincolata da eventuali impedimenti posti dal proprietario o dagli aventi titolo sul fondo. A parziale modifica dell art. 17 della L.R. n. 127 del 9/12/1980, nella prospettiva di interessi generali di prevalente rilevanza ambientale e/o socio-economica, qualora l area per la quale venga richiesta nuova autorizzazione interessa una estensione superficiaria maggiore che, però, non si trova in disponibilità del richiedente, il Distretto Minerario competente per territorio, previa adeguata istruttoria e previa ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, può porre un termine, non superiore a giorni 180, al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento, per esprimere per iscritto il proprio consenso o diniego allo sfruttamento del giacimento medesimo e presentare istanza e la prevista documentazione. La richiesta da parte del Distretto Minerario per la manifestazione di consenso deve essere notificata personalmente al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento, nelle forme degli atti processuali civili. Trascorso infruttuosamente il termine di 180 giorni, ovvero in caso di reiezione dell istanza presentata, il Distretto Minerario può rilasciare l autorizzazione alla coltivazione del giacimento ai richiedenti aventi titolo secondo quanto previsto dall art. 15 della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i., previa corresponsione al proprietario o altro avente diritto sul fondo nel quale ricade il giacimento di equo indennizzo, secondo i principi di cui alla vigente legislazione in materia espropriativi. La stessa procedura sarà attivata anche nel caso di richiesta di ampliamento di attività estrattive già autorizzate e in caso di richiesta di nuove autorizzazione su terreni ricadenti nelle aree previste dai Piani e non di proprietà o disponibilità dell istante. b) introduzione di strumenti volti ad assicurare, per ogni cava, il rispetto dei tempi e dei ritmi produttivi previsti nel programma di utilizzazione del giacimento autorizzato, salve esigenze tecniche, economiche e commerciali. 7. Creare le condizioni per l utilizzo degli scarti di cava come inerti, massi da scogliera e altri usi industriali, incentivando la trasformazione e l impiego di tali materiali attraverso l installazione di frantoi mobili, stoccaggio in cave abbandonate o loro riutilizzo, anche prevedendo prescrizioni nei Capitolati di lavori pubblici, ovvero, ai fini del recupero ambientale, nelle V.I.A. di opere pubbliche o private di pubblica utilità. Allo scopo è opportuno prevedere incentivi o agevolazioni finanziarie. 8. Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

26 Obiettivi specifici e strategie della Pianificazione esecutiva 7 Il Piano dei materiali da cava e quello dei materiali lapidei di pregio saranno assoggettati ad un continuo monitoraggio, finalizzato a verificare che gli obiettivi della programmazione economica e quelli della pianificazione vengano perseguiti. Attraverso tale monitoraggio deve essere assicurato, anche, il controllo sugli impatti significativi sull ambiente derivanti dall attuazione dei Piani suddetti nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale individuati (Tabella 49), in modo da individuare tempestivamente gli impatti negativi non previsti e suggerire l adozione di eventuali misure correttive. Le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio dovranno essere utilizzate nel caso di eventuali modifiche da apportare con immediatezza ai Piani (aggiornamento straordinario) e comunque sempre utilizzate per gli aggiornamenti degli stessi, da effettuarsi con periodicità triennale. La realizzazione degli obiettivi e delle strategie dei Piani si attua con piani particolareggiati definiti Piani Attuativi. Obiettivo generale dei Piani Attuativi è la pianificazione di dettaglio dei bacini, delle aree estrattive di 1, 2 livello, di riserva e delle aree di recupero. I Piani Attuativi costituiranno parte integrante dei Piani dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. La predisposizione dei Piani Attuativi sarà curata dall Osservatorio dei Piani e saranno resi esecutivi con lo stesso iter approvativo dei Piani dei materiali da cave e dei materiali lapidei di pregio (artt. 6 e 42 della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i.). I criteri tecnico-amministrativi per la gestione delle aree di bacino delle attività estrattive, anche quando disposti per ottimizzare i processi produttivi, hanno immediata ripercussione sull impatto ambientale e sull uso del territorio. In fase di pianificazione esecutiva è necessario l apporto collaborativo dei Comuni. I Comuni, unitamente agli Enti preposti alla tutela del territorio, potranno: Individuare le aree da destinare a deposito dei materiali di risulta (art.2 L.R.24/91). Redigere progetti di recupero e riqualificazione d uso delle aree di bacino al termine dello sfruttamento del giacimento, anche attraverso processi di partecipazione pubblico-privato. Questi conterranno particolari criteri di coltivazione per determinare lo specifico assetto finale e dovranno tenere in conto e prevedere: Utilizzazioni produttive legate al ciclo degli scarti dei materiali lapidei di pregio (in accordo con quanto previsto dal Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia); Trattamento per il riciclaggio di terre e materiali litoidi di risulta da scavi e da attività estrattive, comprese le lavorazioni dei relativi minerali; Proposte di utilizzazione delle aree recuperate (per es. per pesca o sport, o pescicoltura, impianti sportivi); Ricostituzioni o realizzazioni di ambienti di valenza naturalistica. I Comuni dovranno individuare e sottoporre all Osservatorio dei Piani le aree per la realizzazione di servizi e di impianti, quali: Servizi di pronto soccorso; 7 Fonte: capitolo 6 della proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

27 Servizi di ristorazione; Uffici commerciali e locali espositivi della produzione centralizzati; Lavorazioni derivate; Spazi ed eventuali locali per imprese di servizi per cave. Per i materiali lapidei di pregio, devono essere previste zone di rispetto in correlazione ai quadri normativi vigenti a livello comunitario, nazionale e regionale per consentire: a) la realizzazione delle opere necessarie per il deposito, il trasporto e il riutilizzo degli scarti di estrazione, per la produzione e la trasmissione dell energia, e, in genere di tutte le opere necessarie per coltivazione e la sicurezza che dovranno essere considerate di pubblica utilità; b) la riperimetrazione delle zone SIC e ZPS all interno dei bacini estrattivi, considerati gli aspetti socio economici di cui al punto della proposta dei Piani. Sarà effettuato l aggiornamento delle caratteristiche di qualità, quantità ed ubicazione dei giacimenti da cava, funzionali allo sviluppo socio economico regionale, attraverso l incentivazione di studi di settore, di marketing e di filiere. La proposta di inserimento di nuove aree per attività estrattive in nuovi Piani attuativi è affidata all Osservatorio anche a seguito di proposta da parte dei Comuni o Consorzi di Comuni, sulla base di studi socio economici e giacimentologici, che dimostrino l idoneità qualitativa dei materiali, l opportunità, l interesse e la convenienza economica e sociale dell estrazione. Nella predisposizione dei Piani attuativi, i cui obiettivi generali, specifici e le azioni si riportano nella Tabella 17, si terrà conto anche delle norme tecniche di attuazione. Tabella 17: Obiettivi generali, specifici e azioni dei Piani attuativi. 1. Piani attuativi Obiettivo generale Obiettivi specifici Azioni 1.1 Pianificazione di Gestione tecnico Individuazione delle aree da destinare a deposito dei materiali di dettaglio delle aree amministrativa dei Piani scarto dell estrazione estrattive Prevedere aree per la realizzazione di servizi ed impianti Elaborare progetti di recupero delle aree di bacino al termine dello Per i materiali lapidei di pregio, previsione di vincoli specifici Aggiornare le caratteristiche di qualità, quantità ed ubicazione dei giacimenti da cava sfruttamento del giacimento Realizzazione delle opere necessarie per il deposito, il trasporto e il riutilizzo degli scarti di estrazione, per la produzione e la trasmissione dell energia, e, in genere di tutte le opere necessarie per coltivazione e la sicurezza Riperimetrazione delle zone SIC e ZPS Incentivare gli studi di settore Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

28 Costituzione dell Osservatorio dei Piani 8 Al fine di garantire l attuazione del Piano regionale dei materiali da cava e del Piano regionale dei materiali lapidei di pregio, anche attraverso il controllo sugli impatti significativi sull ambiente provocati dalle attività, occorre prevedere l istituzione, presso l Assessorato regionale Industria, dell Osservatorio regionale del Piano dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio, con funzioni tecnico-amministrative. Sono attribuite all Osservatorio dei Piani: 1. il monitoraggio sugli impatti ambientali significativi sull ambiente derivanti dall attuazione dei Piani; 2. il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati attraverso la VAS; 3. la verifica della coerenza esterna dei Piani; 4. la verifica dell attuazione degli obiettivi e delle strategie dei Piani; 5. l elaborazione e aggiornamento di specifici obiettivi di azione; 6. la vigilanza sulla gestione-amministrativa da parte dei Comuni; 7. l elaborazione della pianificazione esecutiva dei bacini e delle aree (Piani Attuativi) e gli aggiornamenti degli stessi, con periodicità triennale; 8. il raccordo tra i vari Uffici competenti in materia di cave; in particolare il raccordo da assicurare deve riguardare i seguenti Enti: Assessorato regionale dell Industria - Co.Re.Mi.; Consiglio regionale delle Miniere; Assessorato regionale Territorio e Ambiente; Assessorato regionale ai BB.CC.AA. e P.I; Uffici preposti alla gestione dei vincoli, come le Sovrintendenze ai BB.CC. e AA., il Corpo Forestale della Regione Siciliana, gli Enti gestori di Riserve e Parchi naturalistici, nonché gli altri individuati dalle norme vigenti in materia; Assessorato regionale Cooperazione e Commercio; Comuni territorialmente interessati. 9. la raccolta e la elaborazione dati; 10. lo studio di attuali e possibili collocazioni dei materiali sui mercati regionale, nazionale ed estero con riguardo alla semplificazione delle procedure per la commercializzazione; 11. l elaborazione di previsioni di produzione e commercializzazione; 12. la predisposizione di un rapporto annuale sulla verifica di attuazione dei Piani. 8 Fonte: capitolo 7 della proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

29 Le proposte elaborate dall Osservatorio, corredate dai dati e dalle informazioni a supporto, vengono trasmessi al Consiglio Regionale delle Miniere per i pareri di competenza. L Osservatorio sarà composto da cinque membri, scelti tra persone di comprovata esperienza nel settore, con elevata qualificazione tecnico/scientifica e giuridico/amministrativa, nominati con Decreto dell Assessore dell Industria, con determinazione del trattamento economico. Per l espletamento dei propri compiti e funzioni l Osservatorio si avvale di una segreteria tecnica, utilizzando allo scopo le risorse umane e strumentali disponibili presso l Assessorato Industria. L Osservatorio, può unitamente al Consiglio regionale delle Miniere, in relazione a specifiche esigenze, indire riunioni tecniche, con la partecipazione di rappresentanti del Co.Re.Mi. o Enti interessati. I componenti dell Osservatorio durano in carica tre anni e sono rinominabili. Disciplina transitoria 9 Le cave autorizzate, ricadenti all interno e/o all esterno della perimetrazione delle aree dei Piani devono uniformare la propria attività agli obiettivi di protezione ambientale dei Piani entro il termine di 3 anni dall entrata in vigore degli stessi. Trascorso tale termine potranno essere comminate la sospensione e/o decadenza. Le cave ricadenti all esterno delle aree dei Piani, alla data del 31/12/2008, sono state individuate in n. 258, secondo la seguente Tabella 18. Tabella 18: Cave ricadenti all esterno delle aree dei Piani (al 31/12/2008) Provincia N. cave N. cave dentro le aree di Piano N. cave fuori dalle aree di Piano Tot. cave ricadenti in zona SIC Tot. cave ricadenti in zona ZPS Tot. cave ricadenti in parchi Totale cave ricadenti in riserve AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Dall esame delle tabelle risulta che le attività di cava ricadenti al di fuori delle aree dei Piani rappresentano circa il 50% delle cave esistenti sul territorio regionale. La maggior parte delle cave è stata autorizzata in epoca successiva allo studio condotto dal R.T.I. e, pertanto, non rientra nella perimetrazione delle aree dei Piani, pur potendo ottemperare ai criteri elaborati dal R.T.I. per l enucleazione di aree di primo interesse. Al fine del razionale sfruttamento dei giacimenti e di una minore incidenza sul territorio occorre privilegiare il completamento e/o l ampliamento delle attività esistenti rispetto all'apertura di nuove attività. 9 Fonte: capitolo 8 della proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

30 Nelle more dell approvazione dei Piani attuativi, il completamento delle istruttorie in corso dovrà essere condotto compatibilmente alla situazione vincolistica dell area e secondo i criteri di sostenibilità ambientale dettati dal Piano, dai Distretti Minerari competenti per territorio e secondala L.R. n. 127 del 9/12/1980 e s.m.i. Nelle more dell approvazione dei Piani attuativi e nelle more dell aggiornamento dei Piani, proposto dall Osservatorio, con eventuale nuova perimetrazione delle aree suscettibili di attività estrattiva, i titolari delle autorizzazioni alla coltivazione dei giacimenti non ricadenti entro le aree dei Piani, allo scadere dell attuale autorizzazione, potranno richiedere il rinnovo finalizzato al completamento del programma di coltivazione autorizzato, in quanto non svolto nel periodo concesso, ovvero il rinnovo con modifica plano-altimetrica del programma di utilizzazione, ovvero il rinnovo che preveda un ampliamento dell area di cava. Le autorizzazioni saranno rilasciate dai Distretti minerari territorialmente competenti, nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica ed ambientali vigenti. Il Distretto Minerario provvede nel termine di 120 (centoventi) giorni dalla presentazione della domanda di rinnovo, alla quale deve essere allegata la seguente documentazione: a) dichiarazione di disponibilità dell area e di non mutato regime vincolistico; b) nulla osta, rilasciato dall amministrazione competente, qualora il regime vincolistico sia mutato; c) relazione tecnica riguardante i lavori di coltivazione svolti e quelli da svolgere per il completo sfruttamento del giacimento; d) planimetria aggiornata dello stato dei luoghi e relative sezioni a scala adeguata. Nelle more dell elaborazione dei Piani Attuativi e nelle more della riperimetrazione delle aree dei Piani per le attività in esercizio ricadenti entro le aree dei piani e anche parzialmente nei siti della rete natura 2000, alla scadenza del titolo autorizzativo può essere autorizzato il rinnovo e/o l ampliamento con le modalità previste nel capoverso precedente. Le cave ricadenti all interno delle aree dei Piani, interessate anche parzialmente da vincoli sono rappresentate nella Tabella 19. Tabella 19: Cave dentro le aree di Piano e ricadenti nelle aree vincolate (al 31/12/2008) Provincia N. cave N. cave dentro le aree di Piano N. cave fuori dalle aree di Piano Cave ricadenti in zona SIC Cave ricadenti in zona ZPS Cave ricadenti in parchi Cave ricadenti in riserve AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Per il rinnovo e/o ampliamento delle attività estrattive ricadenti nelle suddette aree, e in quelle limitrofe, si dovrà procedere alla valutazione di incidenza. Le cave ricadenti all esterno delle aree dei Piani, interessate anche parzialmente da vincoli sono invece rappresentate nella Tabella 20. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

31 Tabella 20: Cave fuori dalle aree di Piano e ricadenti nelle aree vincolate (al 31/12/2008) Provincia N. cave N. cave dentro le aree di Piano N. cave fuori dalle aree di Piano Cave ricadenti in zona SIC Cave ricadenti in zona ZPS Cave ricadenti in parchi Cave ricadenti in riserve AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Al momento del rinnovo e/o ampliamento si dovranno allegare i pareri e i nulla osta degli Enti competenti in materia ambientale. Nella Tabella 21 vengono riportate le cave fuori dalle aree di Piano che rientrano in più vincoli. Tabella 21: Cave dentro le aree di Piano che rientrano in più vincoli (al 31/12/2008) Provincia SIC + ZPS SIC + Parco SIC + Riserva ZPS + Parco ZPS + Riserva SIC + ZPS + Riserva AG CL ME PA TP Totali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Nella Tabella 22 vengono riportate le cave fuori dalle aree di Piano che rientrano in più vincoli. Tabella 22: Cave fuori dalle aree di Piano che rientrano in più vincoli (al 31/12/2008) Provincia SIC + ZPS SIC + Parco SIC + Riserva ZPS + Parco ZPS + Riserva SIC + ZPS + Riserva AG CT PA TP Totali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) A seguito della costituzione dell Osservatorio e sino all aggiornamento della perimetrazione delle aree, i titolari delle autorizzazioni alla coltivazione dei giacimenti non ricadenti entro le aree dei Piani, allo scadere dell attuale autorizzazione, potranno richiedere l ampliamento non superiore al 50% della superficie autorizzata, nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica e ambientale vigenti. Compito dell Osservatorio dei Piani è elaborare la ripetrimetrazione delle aree dei Piani, con l inserimento di nuove aree. I criteri per la perimetrazione di nuove aree, anche di limitata estensione, saranno: Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

32 1. Verifica dell effettiva esistenza di giacimento razionalmente sfruttabile; 2. Rispetto della normativa, della coerenza e delle previsioni dei Piani; 3. Verifica socio economica sull effettiva richiesta di mercato in relazione allo svolgimento dell attività. Nella Tabella 23 vengono riportati gli indirizzi per la prima fase di apllicazione. Tabella 23: Indirizzi per la prima fase di applicazione 1. Indirizzi per la prima fase di applicazione Obiettivo generale Obiettivi specifici Azioni 1.1 Gestione Criteri per Alle attività estrattive già autorizzate prima dell entrata in vigore transitoria del Piano l operatività dei piani del Piano, potranno essere richiesti adeguamenti relativi alle misure di Materiali da cava e del salvaguardia previste nel piano Piano Lapidei di pregio Privilegiare il completamento e/o l ampliamento delle attività esistenti rispetto all'apertura di nuove attività: Individuazione dei criteri che alla scadenza dei titoli minerari possono condurre al rinnovo dei titoli (semplice rinnovo o rinnovo con ampliamento) ovvero alla loro definitiva cessazione attraverso: a) verifica dell esistenza dei vincoli, b) verifica di sostenibilità ambientale; c) verifica dell effettiva presenza di ulteriori porzioni di giacimento razionalmente sfruttabili Completamento delle istruttorie in corso compatibilmente alla situazione vincolistica dell area e secondo i criteri di sostenibilità Criteri di sequenzialità cronospaziale dell attività estrattiva della fase transitoria Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) ambientale dettati dal Piano Verificare l effettivo andamento produttivo dell attività nel corso degli ultimi anni prima della scadenza con valutazione della produzione/produttività dell impresa, e nonché l andamento del mercato macro-economico (grandi opere infrastrutturali) e micro economici (mercato locale dell edilizia) Aree di riserva e di recupero 10 Le aree di riserva riguardano le zone del territorio regionale che in atto non risultano interessate da attività di cava in esercizio. In esse si possono trovare giacimenti di estensione limitata, talvolta interessati da attività estrattiva nel passato. In relazione alla programmazione estrattiva regionale, ai fabbisogni dei materiali, alla natura dei giacimenti, nell ambito dei quali sarà possibile estrarre anche materiale di difficile reperibilità, potrà essere consentito il ripristino della coltivazione delle cave dismesse o l apertura di nuove cave. Le riattivazione delle cave dismesse o l apertura di nuove, dovrà avvenire nel rispetto delle previsioni dei Piani e delle normative vigenti in materia di tutela vincolistica ed ambientale. Il progetto di coltivazione dovrà prevedere gli interventi finalizzati al recupero e riassetto ambientale. Le aree di recupero sono costituite da parti del territorio regionale notevolmente degradate dalla pregressa attività di cava e che devono essere sottoposte a particolareggiati piani di recupero in considerazione della loro particolare rilevanza ambientale e paesaggistica. Uno degli obiettivi dei Piano consiste nel Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive. La strategia prevede di favorire la pianificazione da parte dei Comuni di interventi di recupero ambientale e riqualificazione d uso, anche attraverso processi di partecipazione pubblico-privato. Durante la fase di recupero, potrà essere consentita una temporanea ripresa dell attività di coltivazione delle cave dismesse, finalizzata a favorire gli interventi. 10 Fonte: capitolo 9 della proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

33 Attività di cava sulle isole minori Le attività di cava devono soddisfare esclusivamente le necessità locali o, per limitate quantità, richieste di materiali destinati al restauro di manufatti e monumenti di importanza storica o architettonica. In relazione alle necessità della comunità locale manifestate dai Comuni dell isola, sulla base di studi socio economici e giacimentologici, che dimostrino l idoneità qualitativa dei materiali, l opportunità, l interesse e la convenienza economica e sociale dell estrazione, l Osservatorio formulerà la proposta di inserimento di nuove aree per l attività estrattiva, anche di limitata estensione, nei Piani Attuativi nell ambito dell obiettivo generale di pianificazione di dettaglio delle aree estrattive. 2.3 COERENZA INTERNA DELLA PROPOSTA DEI PIANI Al fine di valutare la coerenza interna della proposta dei Piani è stata messa a punto una matrice di correlazione tra gli stessi obiettivi specifici della proposta dei Piani (Tabella 24), la quale consente di verificare eventuali incoerenze e/o discordanze. Tabella 24: Matrice di coerenza interna della proposta dei Piani Obiettivi specifici (o) (+) (o) (++) (+) (++) (+) 2. (o) (+) (+) (+) (+) (+) (++) 3. (+) (+) (++) (++) (++) (++) (++) 4. (o) (+) (++) (++) (o) (+) (++) 5. (++) (+) (++) (++) (+) (++) (++) 6. (+) (+) (++) (o) (+) (+) (++) 7. (++) (+) (++) (+) (++) (+) (++) 8. (+) (++) (++) (++) (++) (++) (++) Legenda delle valutazione: (++) Elevata coerenza e/o sinergia (o) Nessuna correlazione (+) Moderata coerenza e/o sinergia (-) Incoerenza e/o discordanza Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Dall esame della Tabella 24 si evince una elevata/moderata coerenza e/o sinergia tra gli obiettivi specifici della proposta dei Piani. Ciò significa che, l attuazione delle azioni in materia di economia procedurale ed ottimizzazione dello sfruttamento dei giacimenti siano complementari con le azioni da individuare per favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive e migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato. Si evidenzia inoltre una sostanziale coerenza/complementarietà tra gli obiettivi specifici che declinano le strategie dei due Piani in esame, i quali, essendo simmetrici tra di loro, permetteranno di avviare azioni e/o provvedimenti fortemente correlati tra loro. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

34 2.4 RAPPORTO TRA LA PROPOSTA DEI PIANI E ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI Al fine di individuare il rapporto tra la proposta dei Piani e gli altri pertinenti piani o programmi sono state realizzate due matrici di coerenza ambientale esterna di tipo verticale e orizzontale. Analisi di coerenza ambientale esterna di tipo verticale L utilizzo della metodologia dell analisi di coerenza ambientale esterna di tipo verticale permette di verificare e valutare il grado di coerenza e/o sinergia, correlazione e incoerenza e/o discordanza tra gli obiettivi specifici della proposta dei Piani e gli obiettivi e/o misure di altri pertinenti piani o programmi a livello internazionale, comunitario, nazionale, interregionale e regionale in vigore (Tabella 25). Definito il quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato (Tabella 25) è stata messa a punto una matrice che mette in relazione gli obiettivi specifici della proposta dei Piani con il contesto programmatico in vigore (Tabella 26). Dall analisi della Tabella 25 si rileva che gli obiettivi specifici della proposta dei Piani si presentano coerenti e/o sinergici con quelli previsti da altri piani o programmi e che ben si inseriscono nel presente quadro pianificatorio e programmatico regionale. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

35 Tabella 25: Quadro dei pertinenti piani e programmi a vario livello in vigore Livello Cod piani e/o programmi Elenco degli obiettivi pertinenti alla proposta dei Piani PO CTE Italia-Malta Obiettivo 2.1 Contribuire alla protezione dell ambiente tramite la salvaguardia, la valorizzazione e il monitoraggio delle risorse naturali A.1 Obiettivo 2.2: Contribuire allo sviluppo delle energie rinnovabili e dell efficienza energetica Obiettivo 2.3: Promuovere azioni congiunte per la prevenzione dei rischi sia naturali che antropici PO MED Obiettivo 1.1: Diffondere tecnologie innovative A.2 Obiettivo 2.1. Protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali, prevenzione dei rischi Obiettivo 2.2: Promozione delle energie rinnovabili A.3 PO ENPI CBC Italia-Tunisia Misura 2.2 Protezione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale Misura 2.3 Sviluppo delle energie rinnovabili PO ENPI CBC Bacino del Mediterraneo Internazionale e comunitario Nazionale A.4 A.5 B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 B.6 PO INTERREG IVC PON Sicurezza per lo sviluppo (FESR) PON Competenze per lo Sviluppo (FSE) PON Ricerca e Competitività (FESR) PAN Ricerca e competitività Mezzogiorno e Centro-Nord (FAS) PON Reti e Mobilità (FESR) PON Governance e Azioni di Sistema (FSE) Misura 1.3: Rafforzamento delle strategie nazionali di pianificazione territoriale attraverso l integrazione dei vari livelli e promozione di uno sviluppo socio-economico equilibrato e sostenibile Misura 2.1: Prevenzione e riduzione di fattori di rischio per l ambiente e la valorizzazione del patrimonio naturale comune. Misura 2.2: Promozione dell uso delle energie rinnovabili e miglioramento dell efficacia energetica al fine di contribuire ad affrontare, tra le altre, la sfida del cambiamento climatico. Obiettivo 2.1, 2.2, 2.3. Prevenzione dei rischi, gestione sostenibile risorse idriche e rifiuti Obiettivo 2.4: protezione biodiversità e patrimonio naturale, gestione sostenibile delle coste Obiettivo 2.5:Politiche per i trasporti sostenibili, energie rinnovabili e risparmio energetico Obiettivo specifico 1: Determinare una maggiore sicurezza per la libertà economica e d impresa. Obiettivo operativo 1.2: Tutelare il contesto ambientale Asse 1: espandere e migliorare gli investimenti nel capitale umano Asse 2: rafforzare la capacità istituzionale e l efficienza delle pubbliche amministrazioni e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e locale Asse 1. Obiettivo specifico: Sostegno ai mutamenti strutturali e rafforzamento del potenziale scientifico-tecnologico per la transizione all economia della conoscenza Asse 2: Obiettivo specifico: Rafforzamento del contesto innovativo per lo sviluppo della competitività Obiettivo specifico 1: Sostegno ai mutamenti strutturali e rafforzamento del potenziale scientifico-tecnologico per la transizione all economia della conoscenza nel Mezzogiorno e nel Centro Nord Obiettivo specifico 2: Rafforzamento del contesto innovativo per lo sviluppo della competitività nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord Obiettivo specifico 3: Rafforzamento della qualità dell azione del PAN per la competitività del sistema produttivo attraverso azioni di accompagnamento e assistenza tecnica per l ampliamento dell effettiva integrazione e delle sinergie con le politiche regionali del Mezzogiorno e del Centro Nord Obiettivo operativo II.2. - Migliorare la qualità dei servizi di trasporto offerti, gli standard di sicurezza e le tecniche di gestione del sistema connettivo tra direttrici, nodi e poli principali dell armatura logistica Strategia: Supportare la capacità istituzionale e di governo delle politiche per il conseguimento degli obiettivi europei per il lifelong learning e l occupazione e promuovere e rafforzare, nel quadro di riferimento nazionale, l innovazione, la qualità e l integrazione dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

36 Livello Cod piani e/o programmi Elenco degli obiettivi pertinenti alla proposta dei Piani B.7 PAN Governance Mezzogiorno e Centro-Nord (FAS) Obiettivo attuativo 2.1: Supporto alla progettazione ed al miglioramento della qualità delle scelte di intervento della committenza pubblica e supporto all implementazione e al monitoraggio degli APQ Obiettivo attuativo 2.3: Rafforzamento delle strutture operative e delle competenze nella PA e E.T.I.C.A. pubblica nel Sud B.8 PON Governance e Assistenza Obiettivo 2.4: Migliorare e rafforzare la capacità della PA nel campo della politica regionale Tecnica (FESR) Obiettivo 2. 5: Conseguire più elevati livelli di trasparenza amministrativa nel campo della politica regionale Interregionale Regionale B.9 C.1 C.2 D.1 Progetto Strategico Speciale - Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati (FAS) POIN Energie rinnovabili e risparmio energetico (FESR) POIN Attrattori culturali, naturali e turismo (FESR) PO FESR Sicilia (FESR) Asse 1. Linea di intervento 1 : Interventi per la deindustrializzazione - Promuovere forme avanzate di interventi integrati per la realizzazione di infrastrutture e l erogazione di servizi industriali Asse 1. Linea di intervento 2: Tutela ambientale bonifiche - Restituire all uso collettivo le aree industriali compromesse da inquinamento al fine di accrescere le opportunità di sviluppo industriale ed imprenditoriale Asse 2. Assistenza tecnica - migliorare l efficienza e la qualità dell attuazione e la conoscenza del programma Asse 1: Produzione di energia da fonti rinnovabili Asse 2: Efficienza energetica ed ottimizzazione del sistema energetico Asse 3: Assistenza Tecnica e azioni di accompagnamento Asse 1: Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Pol e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzati Asse 2: Uso efficiente delle risorse naturali Asse 3: Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l attrattività turistica e lo sviluppo Asse 4: Diffusione della ricerca, dell innovazione e della società dell informazione Asse 5: Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali Asse 6: Sviluppo urbano sostenibile D.2 PSR Sicilia (FEASR) Asse 3 Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell economia rurale PO FSE Sicilia Asse 1: Migliorare la flessibilità del mercato del lavoro, sostenendo l adattabilità della forza lavoro alle mutate condizioni di contesto. D.3 (FSE) Asse 2: Favorire l accesso al mercato del lavoro del maggior numero di persone, sostenendone la permanenza. Priorità 3: Promuovere la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell ambiente e l utilizzazione razionale delle risorse naturali. D.4 PAR FAS Sicilia Priorità 6: Rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale. Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

37 Tabella 26: Matrice di coerenza ambientale esterna di tipo verticale Obiettivi specifici della proposta dei Piani 1. Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive. La strategia prevede di favorire la pianificazione da parte dei Comuni di interventi di recupero ambientale e riqualificazione d uso, anche attraverso processi di partecipazione pubblico - privato. 2. Migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato nelle attività estrattive, attraverso l informazione e formazione. 3. Applicazione di una buona economia procedimentale attraverso lo snellimento delle procedure e certezza dei tempi istruttori per le autorizzazioni minerarie attraverso l istituzione di uno sportello unico. L Ufficio con cui si interfaccia il richiedente, deve essere solo quello preposto a tale ramo di attività (Distretto Minerario competente per territorio), che fornirà anche supporto tecnico e amministrativo per la presentazione della domanda e della documentazione da allegare. 4. Valorizzazione del comparto e dei prodotti attraverso la promozione delle certificazioni ambientali nelle attività estrattive e delle certificazioni di qualità e di idoneità per la commercializzazione dei materiali da cava e dei relativi derivati. 5. Migliorare qualitativamente la produzione e la sostenibilità ambientale, attraverso lo sfruttamento dei giacimenti più idonei alla destinazione del mercato (del materiale da estrarre) e l utilizzazione dei rifiuti di cava mediante un piano di utilizzazione degli stessi con la predisposizione di progetti contenenti elaborati tecnici relativi alla gestione di discariche temporanee, modalità di accumulo e destinazioni d uso. Quadro dei pertinenti piani e programmi a vario livello (Tabella 25) A.1 A.2 A.3 A.4 A.5 B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 B.6 B.7 B.8 B.9 C.1 C.2 D.1 D.2 D.3 D Ottimizzazione dello sfruttamento dei giacimenti minerari Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani. 8. Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani Legenda delle valutazione: (++) Elevata coerenza e/o sinergia (+) Moderata coerenza e/o sinergia (o) Nessuna correlazione (-) Incoerenza e/o discordanza Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

38 Analisi di coerenza ambientale esterna di tipo orizzontale L utilizzo della metodologia dell analisi di coerenza ambientale esterna di tipo orizzontale permette di verificare e valutare il grado di sinergia e/o conflittualità tra gli obiettivi specifici della proposta dei Piani e gli obiettivi e/o misure di altri pertinenti piani o programmi regionali di settore individuati nella Tabella 27 per aspetto ambientale e fattore di interrelazione. Tabella 27: Quadro dei pertinenti piani e programmi di settore a livello regionale Quadro ambientale Cod. Piani e/o programmi regionali di settore Stato di attuazione E.1 Progetto integrato regionale rete ecologica (PIR Rete Ecologica) In vigore E.2 Piano regionale dei parchi e delle riserve In vigore Fauna, flora e E.3 Piano forestale regionale In elaborazione biodiversità E.4 Piani di gestione dei siti rete Natura 2000 In elaborazione E.5 Piano regionale faunistico venatorio In elaborazione Popolazione e salute umana Aria e fattori climatici Acqua Suolo E.6 Piano sanitario regionale e Atto di indirizzo per la politica sanitaria del triennio e per l aggiornamento del piano sanitario regionale In vigore E.7 Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni In vigore E.8 Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambiente In vigore E.9 Piano di tutela delle acque in Sicilia In vigore E.10 Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia In elaborazione E.11 Piano delle bonifiche delle aree inquinate In vigore E.12 Piano stralcio per l assetto idrogeologico In vigore E.13 Progetto integrato regionale marmi In vigore Paesaggio E.14 Linee guida Piano territoriale paesistico regionale In vigore Energia E.15 Studio per la preparazione del Piano energetico regionale della Regione Siciliana In vigore Rifiuti E.16 Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia In elaborazione Mobilità e trasporti E.17 Piano regionale dei trasporti e della mobilità In vigore Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Definito il quadro dei pertinenti piani e programmi di settore a livello regionale (Tabella 27) è stata messa a punto una matrice che mette in relazione gli obiettivi specifici della proposta dei Piani con quelli degli stessi piani e programmi sopra citati, al fine di verificare e valutare il grado di sinergia e/o conflittualità (Tabella 28). Dall analisi della Tabella 28 si evince che gli obiettivi specifici della proposta dei Piani sono coerenti e sinergici con quanto previsto dall attuale pianificazione regionale di settore, specialmente per gli obiettivi: Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive e Migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato. In generale, quindi, la proposta dei Piani si propone come strumento di sviluppo dell attività estrattiva in Sicilia compatibile con l ambiente. A tal fine appare necessario che l attuazione degli obiettivi specifici siano in linea con le indicazioni contenute negli strumenti di programmazione sovraordinati (analisi di coerenza verticale) e nei piani e programmi settoriali regionali (analisi di coerenza orizzontale). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

39 Tabella 28: Matrice di coerenza ambientale interna di tipo orizzontale Obiettivi specifici della proposta dei Piani 1. Favorire il recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive. La strategia prevede di favorire la pianificazione da parte dei Comuni di interventi di recupero ambientale e riqualificazione d uso, anche attraverso processi di partecipazione pubblico - privato. 2. Migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato nelle attività estrattive, attraverso l informazione e formazione. 3. Applicazione di una buona economia procedimentale attraverso lo snellimento delle procedure e certezza dei tempi istruttori per le autorizzazioni minerarie attraverso l istituzione di uno sportello unico. L Ufficio con cui si interfaccia il richiedente, deve essere solo quello preposto a tale ramo di attività (Distretto Minerario competente per territorio), che fornirà anche supporto tecnico e amministrativo per la presentazione della domanda e della documentazione da allegare. 4. Valorizzazione del comparto e dei prodotti attraverso la promozione delle certificazioni ambientali nelle attività estrattive e delle certificazioni di qualità e di idoneità per la commercializzazione dei materiali da cava e dei relativi derivati. 5. Migliorare qualitativamente la produzione e la sostenibilità ambientale, attraverso lo sfruttamento dei giacimenti più idonei alla destinazione del mercato (del materiale da estrarre) e l utilizzazione dei rifiuti di cava mediante un piano di utilizzazione degli stessi con la predisposizione di progetti contenenti elaborati tecnici relativi alla gestione di discariche temporanee, modalità di accumulo e destinazioni d uso. Quadro dei pertinenti piani e programmi di settore a livello regionale (Tabella 27) E.1 E.2 E.3 E.4 E.5 E.6 E.7 E.8 E.9 E.10 E.11 E.12 E.13 E.14 E.15 E.16 E Ottimizzazione dello sfruttamento dei giacimenti minerari Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani Incentivare l accesso alle Ditte autorizzate alle agevolazioni finanziarie previste dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria vigente, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dei Piani Legenda delle valutazione: (++) Elevata coerenza e/o sinergia (+) Moderata coerenza e/o sinergia (o) Nessuna correlazione (-) Incoerenza e/o discordanza Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

40 3. IL QUADRO AMBIENTALE Nel presente capitolo vengono illustrati i contenuti delle lett. b), c) e d) dell Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., secondo quanto indicato nella Tabella 29. Tabella 29: Schema di correlazione tra i contenuti dell Allegato VI del D.L.gs. 152/06 e s.m.i. e i paragrafi del presente capitolo. Lett. b) Lett. c) Lett. d) Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Paragrafi aspetti pertinenti dello stato attuale dell ambiente 3.1 e 3.2 sua evoluzione probabile senza l attuazione della proposta dei Piani 3.4 caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate dall attuazione della proposta dei Piani qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente alla proposta dei Piani, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le 3.3 zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Per la redazione dei paragrafi 3.1, 3.2 e 3.3 si è tenuto conto delle disposizioni dettate dall art. 11, comma 4 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., il quale dispone che il processo di VAS viene effettuato ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni, e dall art. 13, comma 4, dello stesso Decreto, il quale dispone che per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative. In primo luogo è stato definito il quadro ambientale di riferimento della proposta dei Piani, che è stato strutturato in aspetti ambientali (par. 3.1), fattori di interrelazione (par. 3.2) ed aree di particolare rilevanza ambientale (par. 3.3). Per l illustrazione di tale quadro sono stati utilizzati le fonti di seguito indicate: per gli aspetti generali: i contenuti pertinenti dei Rapporti Ambientali del PO FESR Sicilia , del PSR Sicilia , del PO CTE Italia-Malta e della Relazione sullo stato dell Ambiente della Regione Siciliana ( e 2007); per gli aspetti di settore: la documentazione riportata nella Tabella 10 e i Piani e/o Programmi regionali di settore (Tabella 27); per i dati ambientali e di settore: i contenuti dell Annuario dei dati ambientali dell ARPA Sicilia ( ), della Relazione sullo stato dell ambiente ( e 2007) della Regione Siciliana, l Annuario dei dati Fattori di interrelazione Aspetti ambientali QUADRO AMBIENTALE Aree di particolare rilevanza ambientale ambientali dell ISPRA ex APAT, ( ), dell Annuario statistico italiano dell ISTAT ( ), e dei Piani e/o Programmi regionali di settore (Tabella 27). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

41 In secondo luogo, si è proceduto alla definizione dello scenario di riferimento, ovvero dello stato attuale dell ambiente e della sua evoluzione probabile senza l attuazione della proposta dei Piani, individuando le principali criticità ed i potenziali impatti significativi sull ambiente dell attività estrattiva in Sicilia (par. 3.4). 3.1 ANALISI DEGLI ASPETTI AMBIENTALI Al fine di individuare ed illustrare gli aspetti ambientali che potrebbero essere significativamente interessati dall attuazione della proposta dei Piani si è fatto riferimento ai contenuti dell Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., lett. b), c) e f), e a quanto già riportato nei Rapporti Ambientali del PO FESR Sicilia , del PSR Sicilia e del PO CTE Italia-Malta (Tabella 30). Tabella 30: Schema di correlazione degli aspetti ambientali. Allegato VI D.Lgs. 152/06 e s.m.i. (lett. f) Fauna Flora Biodiversità Popolazione Salute umana Rapporto Ambientale della proposta dei Piani Fauna, flora e biodiversità Popolazione e salute umana Rapporti Ambientali PO FESR PSR Sicilia Natura e biodiversità Natura, biodiversità e paesaggio PO CTE Italia-Malta Natura e biodiversità Popolazione e salute umana - Popolazione e salute Rischio Antropogenico Aria Aria, cambiamenti Aria, fattori climatici ed Aria e fattori climatici Atmosfera Fattori climatici climatici ed energia energia Acqua Acqua Acqua Risorse idriche Acque Suolo Suolo Suolo, sottosuolo e desertificazione Suolo Suolo e rischi naturali Paesaggio e patrimonio Paesaggio storico culturale (Natura, biodiversità e Paesaggio e Paesaggio, paesaggio) patrimonio culturale Patrimonio culturale Ambiente urbano patrimonio culturale, Patrimonio architettonico, architettonico archeologico e beni Patrimonio materiali archeologico Beni materiali Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Fauna, flora e biodiversità La Sicilia si caratterizza per una grande ricchezza di biodiversità vegetale ed animale legata alle favorevoli condizioni ambientali e per la presenza di: n. 4 Parchi regionali (Tabella 31) che si estendono per una superficie di ettari, pari al 7,2% della superficie regionale. I quattro parchi regionali (Alcantara, Etna, Madonie, Nebrodi), che ricadono nelle province di Catania, Enna, Messina e Palermo, occupano una superficie di Ha, pari al 7,2% della superficie regionale. Inoltre, con l art. 64 della L.R. n. 6 del 14/05/2009, recante disposizioni programmatiche e correttive per l anno 2009 (GURS n. 22 del 20/05/2009) è stato istituito il Parco regionale dei Monti Sicani. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

42 Tabella 31: Quadro dei Parchi regionali Parco Regionale Parco dell Etna Parco delle Madonie Parco dei Nebrodi Parco Fluviale dell Alcantara Anno di istituzione Provincia Superficie in ettari 1987 Catania Palermo Messina, Catania e Enna Messina e Catania Totale Zonizzazione A - Zona di riserva integrale 33% B - Zona di riserva generale 44% C - Zona di protezione 7% D - Zona di controllo 16% A - Zona di riserva integrale 15% B - Zona di riserva generale 41% C - Zona di protezione 2% D - Zona di controllo 42% A - Zona di riserva integrale 28% B - Zona di riserva generale 54% C - Zona di protezione 1% D - Zona di controllo 17% A - Zona di riserva integrale 45% B - Zona di riserva generale 55% A - Zona di riserva integrale 27% B - Zona di riserva generale 48% C - Zona di protezione 3% D - Zona di controllo 22% Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali (2007) n. 76 Riserve naturali (Tabella 32) distribuite su una superficie complessiva di ,48 Ha, pari al 3,3% della superficie regionale. Inoltre, in attuazione del Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali di cui al Decreto 970/91 dell ARTA Sicilia, la Regione Siciliana ha avviato le procedure per l affidamento delle Riserve Naturali di prossima istituzione: Riserva Naturale Orientata Pantani della Sicilia Sud Orientale; Riserva Naturale Orientata ed Integrata Isola delle Correnti; Riserva Naturale Integrata Isola dei Porri; Riserva Naturale Orientata Capo Passero; Riserva Naturale Integrata Forre Laviche del Simeto; Riserva Naturale Orientata Grotta Molara; Riserva Naturale Integrata Cava Randello (ARPA Sicilia, 2008). Tabella 32: Quadro delle Riserve Naturali Province N. riserve Superficie naturali in ettari Agrigento ,53 Caltanissetta ,42 Catania ,57 Enna ,66 Messina ,08 Palermo ,22 Ragusa ,70 Siracusa ,12 Trapani ,18 Totale ,48 Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali (2007) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

43 n. 233 Siti di Interesse Comunitario (SIC, SIC-ZPS e ZPS) della rete Natura 2000 (Tabella 33) Tabella 33: Numero e superficie di SIC e ZPS suddivisi per provincia presenti in Sicilia Provincia n. SIC n. SIC/ZPS n. ZPS Totale SIC, SIC/ZPS e ZPS Superficie SIC (Ha) Superficie SIC/ZPS (Ha) Superficie ZPS (Ha) Totale Natura 2000 (Ha) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Sicilia Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali (2007) A fine di costituire e valorizzare la Rete Ecologica Siciliana, il Dipartimento Territorio ed Ambiente dell ARTA Siciliana ha elaborato il PIR Rete Ecologica, approvato in via definitiva dalla Giunta regionale in data 24/11/2004, il quale, oltre a Parchi, Riserve, SIC e ZPS include anche i corridoi ecologici approvati con il DDG n. 544 dell 08/07/2005. Inoltre, lo stesso Dipartimento, ha predisposto la realizzazione del Progetto Carta della Natura (misura 1.11 del POR Sicilia ), a scala 1:50.000, che si configura come un nuovo processo di pianificazione territoriale secondo i criteri e le previsioni riportate nelle normative comunitarie, nazionali e regionali in materia di tutela dell ambiente e della biodiversità. Dall elaborazione della Carta degli habitat secondo CORINE Biotopes, approvata con D.D.G. n del 28/12/2005, sono derivate successivamente la Carta del Valore Ecologico-Ambientale, la Carta della Sensibilità Ecologica-Ambientale, la Carta della Pressione Antropica, la Carta della Fragilità Ecologica. n. 14 IBA (Tabella 34), che occupano una superficie pari a ettari. Le IBA si estendono per il 76% a terra e per il restante 24% a mare. Le ZPS, considerato che sino all anno 2004 interessavano solamente il 24% della complessiva superficie IBA, sono state estese (sino a ricoprire il 75% della superficie IBA). Le IBA terrestri, in particolare, che erano coperte solamente per il 40% dalle ZPS, presentano circa il 70% dell area interessata dalle ZPS. Le nuove ZPS si estendono anche sulle acque marine, adeguandosi alle IBA. Prendendo in considerazione anche i Siti d Interesse Comunitario, la percentuale di superficie IBA non interessata da SIC e da ZPS è identica a quella non designata come ZPS (ARPA Sicilia, 2008). Tabella 34: Numero e superficie IBA in Sicilia Codice IBA Nome IBA Superficie a terra (Ha) Superficie a mare (Ha) Percentuale IBA Percentuale IBA terrestre non designata marina non designata come ZPS (%) come ZPS (%) Percentuale IBA non designata come ZPS (%) IBA152 Isole Eolie IBA153 Monti Peloritani IBA154 Nebrodi Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

44 Codice IBA IBA155 Nome IBA Monte Pecoraro e Pizzo Cirina Superficie a terra (Ha) Superficie a mare (Ha) Percentuale IBA Percentuale IBA terrestre non designata marina non designata come ZPS (%) come ZPS (%) Percentuale IBA non designata come ZPS (%) IBA156 Monte Cofano IBA157 Isole Egadi IBA158 IBA162 IBA163 Stagnone di Marsala e Saline di Trapani Zone umide del Mazarese Medio corso e foce del Simeto e Biviere di Lentini IBA164 Madonie IBA166 Biviere e piana di Gela IBA167 IBA168 Pantani di Capo Passero Vendicari e di Pantelleria e Isole Pelagie IBA215 Monti Sicani Sicilia Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali (2007) Il numero delle Aree Naturali Protette Marine (Isole Pelagie, Capo Gallo - Isola delle Femmine e Plemmirio), delle Riserve Naturali Marine (Isola di Ustica, Isole Ciclopi ed Isole Egadi) e della relativa superficie protetta a mare, pari a ettari, non ha subito modifiche, rispetto al Resta invariato anche il numero delle aree marine di reperimento pari a cinque (Grotte di Accastello, Pantani di Vendicari, Capo Passero - Isola di Capo Passero, Stagnone di Marsala e Promontorio Monte di Cofano - Golfo Custonaci) mentre si evidenza la presenza dell Isola di Pantelleria (TP) e delle Isole Eolie (ME) tra le aree marine di prossima istituzione (ARPA Sicilia, 2008). In Sicilia, in attuazione del DPR 13/03/1976 n. 448, con il quale è stata recepita in Italia la Convenzione Ramsar 02/02/71, sono state istituite due aree umide d interesse internazionale aventi una superficie di ettari, pari allo 0,06 % della superficie regionale (Biviere di Gela e Vendicari). Si tratta di due aree molto ricche di specie animali e importanti per la nidificazione e la migrazione dell avifauna, quindi strategici per la salvaguardia della biodiversità regionale ed internazionale. Vi sono anche altre aree umide, tra le poche rimaste, che pur non essendo state ancora individuate come aree umide d interesse internazionale presentano un alto valore biologico ed ecologico per la conservazione della biodiversità, ed in particolare dell avifauna, e pertanto necessitano di adeguate misure di gestione. Quest ultime aree, come le saline della Sicilia nord occidentale ed i pantani della Sicilia sud orientale, allo stato attuale rientrano nella rete natura 2000 (SIC e/o ZPS) e nel Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali (ARPA Sicilia, 2008). In sintesi, l attuale estensione di territorio tutelato che raggiunge i ettari, rappresenta circa il 10,5% della complessiva superficie territoriale dell Isola e ricade per circa il 69% all interno dei parchi regionali; la restante superficie, circa il 31%, è distribuita tra le 76 riserve naturali già istituite, presenti in tutte le province regionali (ARPA Sicilia, 2008). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

45 L ampia diffusione delle attività estrattive sul territorio siciliano comporta una evidente interazione con tali aree ad elevato valore naturalistico, nonché con la presenza di zone umide naturali e/o artificiali, legate ai flussi di migrazione dell avifauna, ed è indubbio che, il comparto estrattivo rappresenta una delle potenziali cause della perdita di biodiversità e della frammentazione e/o distruzione di habitat naturali e seminaturali (zone umide, boschi, aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti, ecc.) ovvero della crescente fragilità ecologica del territorio siciliano, come già evidenziato in altri Rapporti Ambientali di livello sovraordinato (RA PSR Sicilia ; RA PO CTE Italia-Malta, ). Per un inquadramento generale sull estensione e la distribuzione dei boschi nel territorio regionale, secondo I dati ISTAT per l anno 2005 il territorio siciliano è ricoperta per l 8,71% da boschi, per un totale di ettari, prevalentemente relegati nelle zone di montagna (51%) e di collina (46%), e solamente per il 3% in pianura. Si nota, inoltre, come la variazione percentuale di superficie forestale sia passata dal 46% (periodo decennale ) al 4% ( ), sino all 1% registrato nell ultimo quinquennio (ARPA Sicilia, 2008). La principale minaccia per la conservazione di questo patrimonio è rappresentata dagli incendi che annualmente distruggono gli ambienti naturali. Negli ultimi anni l entità del fenomeno degli incendi è progressivamente aumentata, compromettendo le componenti biologiche e le utili e complesse funzioni dell ecosistema bosco. I territori provinciali con maggiore frequenza di incendi sono quelli di Palermo e di Messina che presentano anche la maggiore superficie distrutta dal fuoco, rispettivamente il 26% e il 21% del totale della superficie media annua regionale bruciata (ARPA Sicilia, 2008). La maggior parte degli incendi in Sicilia (73%) è di origine dolosa e, comunque, non si riscontra alcuna connessione con le attività estrattive. Popolazione e salute umana Il Piano Sanitario Regionale (redatto ai sensi e per gli effetti dell art. 54 della L.R. n. 30 del 3/11/1993) rappresenta il piano strategico degli interventi per raggiungere gli obiettivi di salute e soddisfare le specifiche esigenze della popolazione regionale, contemperandole agli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale vigente. L obiettivo n. 3 di tale Piano (5.4. Obiettivo n. 3: Migliorare il contesto ambientale ), in particolare dispone che la tutela dell ambiente passa attraverso la salvaguardia degli elementi che lo compongono. Sotto quest ottica il monitoraggio delle acque e dell'aria, come pure il controllo delle modalità di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali nelle varie fasi del processo, rappresenta un punto qualificante per qualsiasi programma che si prefigga la tutela della salute in ragione dei rischi connessi al degrado ambientale. Attualmente la Regione Siciliana ha predisposto un Atto di indirizzo per la politica sanitaria del triennio e per l aggiornamento del Piano Sanitario Regionale. Dall analisi del quadro conoscitivo degli impatti sulla salute per fenomeni d inquinamento ambientale nel territorio siciliano, pur presentandosi ancora molto frammentato ha comunque evidenziato correlazioni dirette tra danni alla salute ed inquinamento delle matrici ambientali. I principali fattori di rischio per la salute umana riguardano l inquinamento atmosferico ed acustico, le radiazioni (UVA, radiazioni elettromagnetiche e da radon) l inquinamento della catena alimentare; l inquinamento del suolo. In Sicilia le indagini effettuate hanno rilevato un incidenza superiore di alcune patologie per la popolazione residente nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale che corrispondono alle aree dove sono insediati i grossi poli industriali petrolchimici. Danni diretti sulla salute a causa dell inquinamento atmosferico sono stati accertati nelle aree metropolitane di Palermo e Catania. Altri fattori di rischio per la salute della popolazione riguardano il rischio antropogenico Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

46 dovuto a industrie soggette a rischio d incidente rilevante e la popolazione esposta a rischio idrogeologico (RA PO FESR Sicilia ). Si rileva, infatti, la presenza nel territorio siciliano di 78 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Su base provinciale si conferma il primato delle province di Siracusa (19%), Catania e Ragusa (18%), Palermo (16%), Caltanissetta e Trapani (9%), dove si trovano i maggiori poli industriali dell isola. Tali stabilimenti appartengono a comparti produttivi e merceologici diversificati. Considerevole è il numero di depositi di gas liquefatti (20 stabilimenti contro i 21 del 2006) ubicati principalmente nella provincia di Catania (9 stabilimenti), di depositi di oli minerali (14 stabilimenti contro i 13 del 2006) presenti in tutte le province eccetto che a Catania, Enna e Messina, di stabilimenti chimici/petrolchimici (11 stabilimenti) presenti principalmente nella zona di Siracusa (6 stabilimenti). Rilevante è anche la presenza delle 5 raffinerie, ubicate nelle zone industriali di Gela e Milazzo (ARPA Sicilia, 2008). Con riferimento all attività estrattiva si riporta: il quadro degli operai nel comparto estrattivo in Sicilia (Tabella 35) Tabella 35: Quadro degli operai nel comparto estrattivo in Sicilia per provincia ( ) Province Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) il quadro degli infortuni con feriti inferiori a 30 gg. (Tabella 36) Tabella 36: Quadro degli infortuni con feriti nel comparto estrattivo in Sicilia per provincia ( ) Province Totale Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

47 il quadro dei morti (Tabella 37) Tabella 37: Quadro degli infortuni con morti nel comparto estrattivo in Sicilia per provincia ( ) Province Totale Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Dall analisi dei dati esposti nella Tabella 35, Tabella 36 e Tabella 37 possono assumere valore di indicatore del livello di rischio di incidenti rilevanti nel lavoro. In tal senso sarebbe utile che l osservatorio monitorasse le cause degli infortuni (esplosioni, cadute, vibrazioni, polveri sottili, ecc.), con riferimento anche allo stato di salute nel tempo dei lavoratori del comparto estrattivo e delle comunità adiacenti le aree estrattive. La politica di prevenzione degli incidenti rilevanti e il sistema di gestione della sicurezza dell operatore devono essere proporzionali ai rischi di incidenti rilevanti ove le strutture di deposito dei rifiuti siano all interno dell area di cava. Ai fini della loro attuazione, ai sensi dell allegato I della Direttiva 2006/21/CE, è necessario tener conto dei seguenti elementi: la politica di prevenzione degli incidenti rilevanti deve includere tutti gli obiettivi e i principi generali di azione dell'operatore in merito al controllo dei rischi di incidenti rilevanti; il sistema di gestione della sicurezza deve includere la parte del sistema generale di gestione comprendente la struttura organizzativa, le funzioni, le prassi, le procedure, i processi e le risorse per determinare e applicare la politica di prevenzione degli incidenti rilevanti; nell'ambito del sistema di gestione della sicurezza devono essere trattati diversi aspetti, tra cui l organizzazione del personale, l individuazione e valutazione dei rischi rilevanti, la pianificazione delle emergenze, il monitoraggio delle prestazioni, ecc. (Allegato I della Direttiva 2006/21/CE). Inoltre, secondo dati ISTAT (2005) sulla percezione del rischio di salute in Sicilia, la sicurezza sanitaria delle acque potabili e l inquinamento dell aria destano maggiore preoccupazione negli abitanti dell isola così come l inquinamento acustico che si rivela un problema ambientale di primo ordine rispetto ad altre parti d Italia, e l emissione di polveri in atmosfera. Per quanto riguarda l inquinamento acustico, nonostante non sia ancora stata promulgata una L.R., vi è un ampio contesto normativo di riferimento (Direttiva 2002/49/CE, L.N. 47/95, D.Lgs. n. 194 del , i Decreti dell Assessore Regionale Territorio ed Ambiente n. 16/GAB del e n. 51/GAB del , ecc.) che ha portato nell anno 2007 all emanazione da parte dell Assessorato Regionale Territorio e Ambiente delle Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni che stabiliscono i criteri e le procedure per consentire ai comuni la individuazione e la classificazione delle differenti zone acustiche del territorio (ARPA Sicilia, 2007). In particolare nel 2007 si è intensificata l attività di controllo di sorgenti sonore nei settori delle attività produttive industriali, pubblici esercizi e circoli privati e delle infrastrutture stradali. Su queste fonti di inquinamento acustico, proporzionalmente all aumento del numero degli interventi è stato riscontrato un aumento fisiologico dei superamenti (ARPA Sicilia, 2008). Secondo le Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni (ARPA Sicilia, 2007) la procedura automatica che porta all assegnazione delle classi deve essere integrata con l individuazione Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

48 puntuale dell area di influenza e classificazione in classe IV o V o VI, di attività identificabili come a grande impatto acustico esistenti o previste, tra cui gli impianti connessi con l industria estrattiva (cave, impianti di frantumazione, aree inserite nel Piano regionale dei materiali di cava, ecc.), che spesso non risultano collocati in zone industriali ed inoltre la procedura automatica di assegnazione delle classi sulla base dei dati ISTAT potrebbe portare a classificarli anche in classi II, III o IV. Data comunque la rilevanza del problema della modificazione del clima acustico, sarà utile nella successiva fase di redazione dei Piani attuativi provvedere ad ulteriori studi di dettaglio per una adeguata zonizzazione acustica dell area di influenza di riferimento. In merito alla sensibilità ed attenzione di enti pubblici ed imprese private alla tematica ambientale. Il regolamento EMAS rappresenta uno strumento concreto di attuazione dei principi dello sviluppo sostenibile, di elevata credibilità e incentrato sulla volontà dell organizzazione di adottare un comportamento pro attivo che vada al di là delle norme cogenti in materia ambientale. Esaminando la situazione in ambito nazionale, risulta che la regione Sicilia, con complessivi 24 siti registrati EMAS (al 03/10/2007), continua a mantenere la posizione di preminenza già acquisita negli anni pregressi, collocandosi per l anno 2007, tra tutte le regioni italiane, all ottavo posto, seconda solo alla Campania tra le regioni meridionali. In riferimento ai comparti produttivi nei quali la registrazione è più diffusa, si conferma quanto rilevato negli anni precedenti, per cui i settori predominanti continuano ad essere quelli delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco con 7 registrazioni, della produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e di calore e delle industrie dei metalli con 4 registrazioni (ARPA Sicilia, 2008). Invece, per quanto riguarda la diffusione delle certificazioni UNI EN ISO 14001, la Sicilia progredisce come numero di siti certificati collocandosi nel 2007 al settimo posto per numero complessivo di siti certificati ISO 14001, successiva soltanto alla Campania, tra le regioni del meridione. Si precisa, però, che tali dati fanno riferimento soltanto ad organizzazioni con sistema di gestione aziendale certificato da organismi accreditati SINCERT per quello specifico settore di attività (ARPA Sicilia, 2008). In tal senso le 799 organizzazioni presenti al 2007 in Sicilia, certificate ISO 14001, cioè che hanno manifestato la volontà e l impegno concreto di migliorare le proprie prestazioni ambientali mitigando l impatto dei propri processi, prodotti e servizi sull ambiente, rappresentano circa il 7% del totale nazionale (ARPA Sicilia, 2008). Dal punto di vista della distribuzione in ambito regionale, le province di Palermo (23%), Catania (18%), Trapani e Messina (12%) e Siracusa (10%) si confermano ancora una volta come quelle in cui le certificazioni sono più diffuse. Utilizzando come riferimento i settori merceologici di cui alla classificazione EA, si evidenzia che i settori nei quali sono presenti il maggior numero di certificazioni sono quelli del Commercio all ingrosso, al dettaglio e intermediari del commercio (24%) e delle Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (13%), mentre il settore di accreditamento EA 02, relativo ad una generica estrazione di minerali presenta solo n. 11 certificazioni ISO nell anno 2006 e n. 8 nell anno 2007 (ARPA Sicilia, 2008). Aria e fattori climatici La qualità dell aria rappresenta uno dei fattori che più vanno ad incidere sulla qualità della vita e sulla salute umana. Gli inquinanti dell aria attualmente più significativi, a causa delle concentrazioni elevate spesso superiori ai limiti normativi, sono il particolato atmosferico PM 10, il biossido d azoto (NO 2 ) e l ozono (O 3 ). Dall analisi dei dati rilevati nell anno 2007 (ARPA Sicilia, 2008) e dei risultati pubblicati da APAT a livello provinciale sul sito lo stato di qualità dell aria in alcune aree del territorio siciliano rimane scadente e le concentrazioni medie degli inquinanti misurati continuano ad avere generalmente un andamento negativo rispetto all anno precedente. In particolare, si sottolineano le seguenti situazioni critiche: Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

49 l inquinamento da SO 2 (biossido di zolfo) incide maggiormente nelle aree di tipo industriale; nel 2007 nelle aree urbane i segnali di attenzione sono ben al di sotto dei valori limiti di legge, mentre è stata superata la soglia di allarme nella stazione di S. Lucia del Mela nella relativa area a rischio di crisi ambientale; i valori medi NO 2 (biossido di azoto) nel 2007 più alti si registrano nelle città di Palermo, Catania e Messina in postazioni dedicate al traffico autoveicolare, cioè ubicate nelle immediate vicinanze di arterie stradali urbane ad elevato flusso, inoltre, sono stati riscontrati superamenti del valore limite annuale di NO 2 nei comuni di Palermo, Catania e Siracusa; rimane grave la situazione relativa ai superamenti della media giornaliera e della media annuale dei valori di concentrazione di PM 10 (particolato sospeso) in tutti gli agglomerati monitorati (Palermo, Messina, Siracusa e Porto Empedocle), escluso la città di Catania; le concentrazioni medie annue di C 6 H 6 (benzene) risultano, per l anno 2007, inferiori al valore limite, ma nelle aree urbane si raggiungono tuttavia picchi orari di concentrazione di alcune decine di microgrammi al metro cubo; per quanto riguarda il CO (monossido di carbonio) non si è avuto nessun superamento del valore limite per il 2007, ma si rileva come nella città di Messina i valori massimi sulla media 8 ore di CO siano prossimi al valore limite; superamenti della soglia di allarme delle concentrazioni di O 3 (ozono) sono state riscontrate nelle città di Messina e Siracusa, e nell area a rischio di crisi ambientale della provincia di Siracusa. Dalla sintesi regionale dei risultati (dati 2005) dell Inventario delle emissioni della Regione Siciliana (2008), tra i macrosettori produttivi, che incidono maggiormente nell emissioni di gas inquinanti e climalteranti, vi sono i trasporti stradali e in modo minore i processi produttivi. Pertanto, anche le attività estrattive incidono sulla qualità dell aria con le emissioni in atmosfera prodotte dal traffico indotto. Inoltre, dal quadro delle emissioni inquinanti principali da sorgenti diffuse per attività si rileva che il settore dell estrazione di materiali da cave incide soltanto sull emissione delle polveri sottili e rispettivamente con una produzione di 88,33 tonn di PM 10 e 13,15 tonn di PM 2,5 per l anno In ogni caso si fa rilevare che in tutte le cave esiste l obbligo di bagnare le piste di accesso ed i cumuli di materiale ai fini dell abbattimento di tali polveri. In particolare per la stima dell attività di estrazione di materiale da cave sono stati utilizzati i dati forniti dall Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) relativi alle quantità estratte nel 2005, mentre il valore comunale è stato ottenuto disaggregando il totale sul numero di cave per comune (ARTA Sicilia Inventario aria, 2008; ARTA Sicilia Valutazione aria, 2008). Acqua Con Ordinanza Commissariale del , come disposto dall art. 121 del D.Lgs. n. 152/2006, è stato approvato il Piano di tutela delle acque in Sicilia, redatto dal Commissario Delegato per l Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque in Sicilia, che costituirebbe formalmente il recepimento della Direttiva Quadro in materia di acque Direttiva 2000/60/CE in modo da migliorare l ambiente acquatico, proteggere e salvaguardare tutti gli ecosistemi connessi ai corpi idrici e ripristinare la qualità delle acque superficiali e sotterranee (ARPA Sicilia, 2008). Da tale approvazione, i piani e i programmi nazionali, regionali e degli enti locali di sviluppo economico, di uso del suolo e di tutela ambientale, generali e di settore, devono essere coordinati e redatti in conformità con il Piano di tutela delle acque in Sicilia e le autorità competenti devono Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

50 adeguarsi alle prescrizioni del piano gli atti di pianificazione e di programmazione già adottati o approvati (art. 4 dell Ordinanza Commissariale, GURS n. 6 del 6/2/2009). Inoltre, come previsto dal D.Lgs. n.152/2006, è stato istituito per il territorio regionale un Centro Regionale di Documentazione sulle Acque articolato in due sezioni, una per acque superficiali ed un altra per le acque sotterranee. Il Centro ha il compito di raccogliere, catalogare e diffondere le informazioni relative alle caratteristiche dei bacini idrografici ed idrogeologici siciliani; inoltre, cura l accatastamento dei dati sul monitoraggio delle acque e la loro elaborazione, gestione e diffusione, organizzando i dati secondo i criteri stabiliti dal D.Lgs. 152/06 e dai decreti attuativi relativi, nonché ha reso già disponibile sul sito internet ( le diverse carte tematiche, tra cui la Carta delle acque superficiali e la Carta della Vulnerabilità Potenziale dei corpi idrici sotterranei. Per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, l assetto di sistema del Servizio Idrico Integrato (SII) prescelto dalla Regione organizza il servizio acquedottistico in due segmenti: il sovrambito, costituito dalle grandi infrastrutture inizialmente gestite dall Ente Acquedotto Siciliano (EAS), e gli ambiti (delimitati sui confini amministrativi), costituiti dagli approvvigionamenti, dalle reti acquedottistiche e fognarie comunali e dai depuratori. Le problematiche legate al servizio idrico, che negli ultimi tempi in Sicilia sono diventate sempre più pressanti, conferiscono alla risorsa acqua un ruolo destinato ad aumentare di rilievo nel tempo. Attualmente, infatti, la risorsa utilizzabile, già non abbondante a causa delle condizioni meteoclimatiche, è spesso soggetta ad una gestione poco razionale che non concilia caratteristiche di qualità e quantità con gli usi e i consumi per i quali le acque sono destinate. Per tali motivi, la regione esprimeva nel 2005 una percentuale di acqua erogata sul totale dell acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale pari al 68,7%, di poco inferiore a quello nazionale (69,9%). In Sicilia si sommano, da un lato, le carenze gestionali e infrastrutturali nell adduzione e distribuzione, le cui elevate perdite riducono notevolmente la quantità disponibile e, dall altro, le carenze dei sistemi fognari e depurativi che ne riducono ulteriormente la quantità a causa dell inquinamento delle falde e dei corsi d acqua. Il quadro espresso dalla regione, in termini di percentuale della popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati, mostra forti ritardi rispetto al quadro nazionale. Conseguentemente, in Sicilia le famiglie che denunciano irregolarità nella distribuzione dell acqua (31,9%) sono quasi il triplo dei valori medi nazionali (RA PO FESR Sicilia ). In Sicilia, le fonti di approvvigionamento idrico da acque sotterranee sono rappresentate da captazioni di sorgenti, da gallerie drenanti e da pozzi sia scavati che perforati. Il sistema di gestione delle risorse idriche regionale mostra elevate perdite nelle reti di adduzione e distribuzione dell acqua e le famiglie che denunciano irregolarità nella distribuzione dell acqua sono quasi il triplo dei valori medi nazionali. Carenze di rilievo, si riscontrano in termini di popolazione coperta dal servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati. I dati forniti dal Ministero dell ambiente relativi alla copertura del Servizio idrico integrato, pongono la Sicilia nel 2004 in coda a tutte le regioni italiane, con una quota di popolazione servita pari al 73,6% contro l 81,4 del Mezzogiorno e all 84,9 dell Italia (RSA, 2007). Per quanto riguarda la qualità dei corpi idrici monitorati si riscontrano situazioni eterogenee, con casi di salinizzazione delle falde idriche, scarsa diffusione di adeguati sistemi di riuso delle acque reflue, bassa efficienza dei sistemi di distribuzione delle risorse idriche nelle reti collettive e bassa diffusione di tecniche ad elevata efficienza irrigua; inoltre, emerge la necessità di migliorare il quadro conoscitivo sui prelievi idrici nei diversi settori. Per quanto riguarda infine le acque sotterranee, secondo i dati riportati dal Progetto Caratterizzazione e monitoraggio delle Acque Sotterranee in Sicilia Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sez. di Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

51 Palermo (2005) su 70 acquiferi monitorati e classificati con l indice SAAS (Stato Ambientale delle Acque sotterranee) il 56% dei corpi idrici sotterranei monitorati presenta uno stato ambientale buono, in conformità con quanto richiesto dal D.Lgs. 152/99. Nessuno vanta uno stato ambientale elevato, il 4% e il 29% degli acquiferi considerati presenta uno stato ambientale rispettivamente sufficiente e scadente (per essi è necessario attuare le adeguate misure di risanamento). Il rimanente 11% degli acquiferi monitorati presenta uno stato ambientale definito particolare che riguarda corsi d acqua che presentano caratteristiche qualitative e/o quantitative non determinate da un significativo impatto antropico ma dovute alla presenza naturale di particolari specie chimiche o ad un potenziale quantitativo basso - tali da comportare limitazioni nell uso della risorsa (RSA, 2007). Inoltre, per ciò che concerne l impiego dei fitosanitari, la Regione Siciliana ha individuato le zone vulnerabili su cui attivare specifici programmi di controllo a tutela delle acque ed ha definito un programma di monitoraggio della qualità dell acqua attraverso l analisi dei trend annuali delle concentrazioni dei pesticidi (RA PSR Sicilia ). In Sicilia l impiego di elementi chimici, in termini di azoto e fosforo, è piuttosto contenuto sia rispetto all Italia che rispetto ad altre regioni meridionali, nonostante ciò è stata individuata una alta vulnerabilità nelle aree irrigue dove si concentrano frutticoltura (compresi gli agrumi) ed orticoltura protetta (compresa la floricoltura). La distribuzione di notevoli quantità di sostanze fertilizzanti di origine minerale e organica può comportare fenomeni d inquinamento dei corpi idrici. Allo stato attuale in Sicilia le attività estrattive, in generale, potrebbero causare impatti significativi sui corpi idrici superficiali e sotterranei e sulle zone di ricarica ricadenti all interno dei bacini idrogeologici, in quanto aree potenzialmente più vulnerabili al rischio di inquinamento. Secondo dati forniti dal COREMI, le aree della proposta dei Piani che ricadono all interno delle zone di ricarica occupano una superficie esigua (di gran lunga inferiore) rispetto alle stesse. Data comunque l importanza ambientale, economica e sociale delle zone di ricarica degli acquiferi profondi e la loro vulnerabilità, sarà utile nella successiva fase di redazione dei Piani attuativi monitorare tali zone al fine di evitare, tra l altro, lo sversamento di sostanze inquinanti e/o tossiche (come oli, combustibili, solventi, ecc.) direttamente sul suolo, predisponendo dei siti presidiati dotati di impermeabilizzazione per lo stoccaggio e la manipolazione di tali sostanze, così come previsto dalla normativa vigente, ed evitare che i lavori di coltivazione delle cave vadano ad assottigliare eccessivamente la copertura della falda. Nella Tabella 38 si riportano i dati forniti dall Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) sulle aree estrattive che ricadono nelle aree individuate dal Piano di tutela delle acque in Sicilia. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

52 Tabella 38: Relazione fra aree estrattive di materiali di cava e lapidei di pregio ed il Piano di tutela delle acque in Sicilia. Aree Aree di primo livello Cod. Materiale estratto N. cave attive incluse N. cave dismesse incluse Comune Nome Piano di tutela delle acque in Sicilia Codice Stato ambientale AG08.I Calcare 1 0 Montevago Monte Magaggiaro R19MSCS09 Scadente 4B AG09.I Calcare per inerti 0 1 Montevago Monte Magaggiaro R19MSCS09 Scadente 4B AG10.I Calcare 1 0 Montevago Monte Magaggiaro R19MSCS09 Scadente 4B AG11.I Calcare marnoso 0 0 Sciacca Saccense Meridionale R19MSCS03 Buono 2B AG12.I Calcare 2 1 Sciacca Saccense Meridionale R19MSCS03 Buono 2B AG13.I Argilla 3 1 Menfi Menfi - Capo San Marco R19MSCS01 Scadente 2C AG14.I Calcareniti 0 3 Sambuca di Sicilia Montevago R19MSCS02 Scadente 3C CT03.I Lava da taglio e per frantumazione 1 4 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT04.I Lava da taglio 4 0 Camporotondo Etneo Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT05.I Argilla 5 4 Motta Sant Anastasia - Misterbianco Piana di Catania R19CTCS01 Scadente 4C CT06.I Depositi alluvionali 2 1 Motta Sant Anastasia Piana di Catania R19CTCS01 Scadente 4C CT07.I Sabbia e ghiaia 0 1 Catania Piana di Catania R19CTCS01 Scadente 4C CT08.I Lava per frantumazione 0 2 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT09.I Lava da taglio e per frantumazione 1 2 Adrano Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT10.I Lava per frantumazione 1 0 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT11.I Lava per frantumazione 1 0 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT12.I Lava per frantumazione 3 0 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT13.I Lava per frantumazione 0 1 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT14.I Lava per frantumazione 0 0 Paternò Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT15.I Lava per frantumazione 1 0 Paternò Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A EN09.I Sabbia calcarea 0 0 Aidone Piazza Armerina R19PZCS01 Sufficiente 3B EN12.I Sabbia calcarea 4 1 P. Armerina Piazza Armerina R19PZCS01 Sufficiente 3B ME01.I Sabbia e ghiaia 0 0 Reitano Reitano - Monte Castellaci R19NECS02 Particolare 0B ME02.I Quarzarenite per l'edilizia e ornamentale 0 1 Mistretta Pizzo Michele - Monte Castelli R19NECS03 Particolare 0D PA01.I Calcare e calcare lucidabile 4 2 Palermo Pizzo Vuturo - Monte Pellegrino R19MPCS6 Sufficente 3B PA02.I Calcare e calcare lucidabile 1 0 Palermo Monte cuccio - Monte Gibilmesi R19MPCS5 Buono 2A PA03.I Calcare lucidabile e calcare 1 2 Monreale - Piana degli Albanesi Monte kumeta R19MPCS7 Sufficente 3B PA04.I Calcare 2 1 Montelepre - Carini Monte saraceno R19MPCS4 Buono 2B PA06.I Calcare e calcare lucidabile 2 1 Altofonte - S. Cristina Gela Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 PA07.I Calcare e calcare lucidabile 1 1 S. Cristina Gela Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 PA08.I Calcare e calcare lucidabile 1 1 Belmonte Mezzagno Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 Tip. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

53 Aree Cod. Materiale estratto N. cave attive incluse N. cave dismesse incluse Comune Nome Piano di tutela delle acque in Sicilia Codice Stato ambientale Tip. Aree di secondo livello PA09.I Calcare dolomitico 0 0 Monreale Monte mirto R19MPCS6 N.c. n.c. PA10.I Calcare lucidabile e calcare 4 1 Marineo-Bolognetta-Villafrati Monte kumeta R19MPCS7 Sufficente 3B PA13.I Calcare per inerti 0 0 Termini Imerese Monte Rosamarina - Monte Pileri R19MTCS02 Buono 2B RG02.I Calcare e calcare lucidabile 1 1 Comiso Ragusano occidentale R19IBCS04 Sufficiente 3B RG03.I Calcare per inerti 0 0 Ragusa Ragusano centrale R19IBCS03 Buono 2B RG05.I Argilla 3 0 Scicli Ragusano Centrale R19IBCS03 Buono 2B RG11.I Calcare 0 0 Ragusano Centrale R19IBCS03 Buono 2B SR04.I Calcare per inerti 2 1 Melilli Piana di augusta priolo R19IBCS03 Buono 2A SR05.I Argilla 1 0 Augusta Augusta R19IBCS03 Buono 2A TP01.I Calcare lucidabile Custonaci-Castellammare del Golfo Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP02.I Calcare lucidabile Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP03.I Calcare lucidabile 1 13 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP04.I Calcare lucidabile 3 1 Valderice Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP05.I Calcare lucidabile 3 1 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP06.I Calcare lucidabile 0 3 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP07.I Calcare per inerti -per uso ornamentale 2 0 Trapani Monte Ramalloro Monte Inici R19TPCS04 Scadente 4A TP09.I Calcare inerti-ornamentale 1 2 Trapani Monte Ramalloro Monte Inici R19TPCS04 Scadente 4A TP10.I Calcareniti di pregio 4 2 Marsala Piana di marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP11.I Calcareniti di pregio Marsala Piana di marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP12.I Calcareiti di pregio 0 0 Marsala Piana di marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP13.I Calcareniti di pregio 1 1 Mazara del Vallo Piana di Castelvetrano - Campobello di Mazara R19CCCS01 Scadente 3C TP14.I Calcarenite di pregio 0 0 Mazara del Vallo Piana di Castelvetrano - Campobello di Mazara R19CCCS01 Scadente 3C AG27.II Calcare 1 0 Sambuca di Sicilia Saccense Meridionale R19MSCS01 Scadente 2B EN26.II Sabbia calcarea 2 2 Piazza Armerina Piazza Armerina R19PZCS01 Scadente 4C ME11.II Quarzareniti 0 1 Pettineo Pizzo Michle - Monte Castelli R19NECS03 Particolare 0D PA16.II Calcare lucidabile 0 1 Prizzi Sicani Orientali R19MSCS07 Buono 2B PA17.II Calcare dolomitico e dolomia 1 1 Castronovo e Prizzi Sicani Orientali R19MSCS07 Buono 2B PA18.II Calcare 0 1 Castronovo di Sicilia Sicani Orientali R19MSCS07 Buono 2B PA24.II Calcare 0 0 Misilmeri Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 PA26.II Calcare 1 0 Palazzo Adriano Sicani Centrali R19MSCS05 Buono 2B RG09.II Calcare 0 1 Scicli Ragusano Centrale R19IBCS03 Buono 2B RG10.II Calcare 0 0 Modica Ragusano Orientale R19IBCS05 Buono 2B RG21.II Calcare per inerti 3 0 Comiso Ragusano occidentale R19IBCS04 Sufficiente 3B SR08.II Calcare 3 3 Carlentini-Sortino Augusta R19IBCS01 Buono 2B Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

54 Aree Cod. Materiale estratto N. cave attive incluse N. cave dismesse incluse Comune Nome Piano di tutela delle acque in Sicilia Codice Stato ambientale Tip. Aree di cave di materiali lapidei di pregio Aree di recupero CT03.I Lava da taglio e per frantumazione 1 4 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT04.I Lava da taglio 4 0 Camporotondo Etneo Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT08.I Lava per frantumazione 0 2 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT09.I Lava da taglio e per frantumazione 1 2 Adrano Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT10.I Lava per frantumazione 1 0 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT11.I Lava per frantumazione 1 0 Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT12.I Lava per frantumazione 3 0 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT13.I Lava per frantumazione 0 1 Belpasso Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT14.I Lava per frantumazione 0 0 Paternò Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A CT15.I Lava per frantumazione 1 0 Paternò Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A ME02.I Quarzarenite per l'edilizia e ornamentale 0 2 Mistretta Pizzo Michele - Monte Castelli R19NECS03 Particolare 0D PA01.I Calcare e calcare lucidabile 4 2 Palermo Pizzo Vuturo - Monte Pellegrino R19MPCS6 Sufficiente 3B PA03.I Calcare lucidabile e calcare 1 2 Monreale-Piana Monte Kumeta R19MPCS7 Sufficiente 3B PA08.I Calcare e calcare lucidabile 1 1 Belmonte Mezzagno Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 PA10.I Calcare lucidabile e calcare 4 1 Marineo-Bolognetta-Villafrati Monte kumeta R19MPCS7 Sufficiente 3B RG02.I Calcare e calcare lucidabile 1 1 Comiso Ragusano Occidentale R19IBCS03 Buono 2A TP01.I Calcare lucidabile Custonaci-Castellammare del Golfo Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP02.I Calcare lucidabile Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP03.I Calcare lucidabile 1 13 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP04.I Calcare lucidabile 3 1 Valderice Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP05.I Calcare lucidabile 3 1 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP06.I Calcare lucidabile 0 3 Custonaci Monte Sparagio - Monte Monaco R19TPCS03 Scadente 4A TP07.I Calcare per inerti -per uso ornamentale 2 0 Trapani Monte Ramalloro - Monte Inici R19TPCS04 Scadente 4A TP09.I Calcare inerti-ornamentale 1 2 Trapani Monte Ramalloro - Monte Inici R19TPCS04 Scadente 4A TP10.I Calcareniti di pregio 4 2 Marsala Piana di Marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP11.I Calcareniti di pregio Marsala Piana di Marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP12.I Calcareiti di pregio 0 0 Marsala Piana di Marsala - Mazara del Vallo R19MMCS01 Scadente 4C TP13.I Calcareniti di pregio 1 1 Mazara del Vallo Piana di Castelvetrano - Campobello di Mazara R19CCCS01 Scadente 3C TP14.I Calcarenite di pregio 0 0 Mazara del Vallo Piana di Castelvetrano - Campobello di Mazara R19CCCS01 Scadente 3C R.PA Monreale Monte Cuccio - Monte Gibilmesi R19MPCS7 Sufficente 3B R.PA S.Cristina Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 R.PA Belmonte Belmonte Mezzagno - Pizzo Mirabella R19MPCS1 Buono B2 R.PA Borgetto Monte Gradara R19MPCS1 Buono 2B R.PA Collesano Monte dei Cervi R19MDCS01 Buono 2A R.PA Polizzi G Monte Quacella R19MDCS02 Elevato 1A Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

55 Aree Cod. Materiale estratto N. cave attive incluse N. cave dismesse incluse Comune Nome Piano di tutela delle acque in Sicilia Codice Stato ambientale Tip. Aree di riserva R.PA S.M.Castel Pizzo Michele - Monte Castelli R19NECS03 Particolare 0D R.RG Scic-Modic Ragusano Orientale R19IBCS05 Buono 2B RS26.AG Calcare Montevago Monte Magaggiaro R19MSCS09 Scadente 4B RS36.CT Lava Bronte Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A RS37.CT Lava Ragalna Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A RS38.CT Lava Paternò,Ragalna Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A RS39.CT Lava Misterbianco Etna Ovest R19ETCS02 Particolare 0A RS20.EN Sabbia calcarea Piazza Armerina Piazza Armerina R19PZCS01 Sufficiente 3B RS02.PA Calcare Marineo,Misilmeri Monte kumeta R19MPCS7 Sufficente 3B RS03.PA Calcare Caccamo,Termini Imerese Monte Rosamarina - Monte Pileri R19MTCS02 Buono RS47.SR Calcare Siracusano R19IBCS06 Buono 2B RS01.TP Gesso Monte Bonifato R19TPCS02 Scadente 4A Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) (aggiornamento del 31/12/2008). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

56 Suolo La Sicilia è caratterizzata da una gamma molto ampia di condizioni pedo-climatiche dovuta alle sue caratteristiche fisiche, come la grande estensione, la conformazione geografica, la distribuzione delle masse orografiche, la variabilità geolitologica e quella plano-altimetrica. Questa condizione ha fatto dell Isola un centro di origine e diversificazione biologica di estremo interesse e ha favorito la genesi di una diversità di suoli che, insieme alle condizioni climatiche, rappresenta l elemento fondamentale per l ottenimento di prodotti agroalimentari di qualità. Secondo i dati ISTAT la pianura (dal livello del mare fino ai 300 metri di quota) occupa il 14,2% della superficie territoriale, la collina (dai 300 ai 700 metri) il 61,4%, la montagna (oltre i 700 metri) il 24,4%. La provincia più accidentata è quella di Messina il cui territorio per l 82% fa registrare pendenze superiori al 20%; la provincia più regolare è quella di Ragusa il cui territorio per l 86% presenta pendenze inferiori al 20% (RSA, 2007). Uso del suolo Secondo i dati sull uso del suolo della Corine Land Cover, dal 1990 al 2000 si registra in Sicilia un aumento delle superfici artificiali (urbanizzazione, infrastrutture, industrie, porti, ecc.), quantificato in circa ettari (Tabella 39). L aumento della copertura artificiale determina un generale incremento delle superfici impermeabilizzate, che viene evidenziato come una delle principali minacce per il suolo poiché rappresenta un fenomeno pressoché irreversibile di perdita di suolo (RA PSR Sicilia, ). Dall elaborazione dei dati tratti dalla Carta dell Uso del Suolo alla scala 1: , redatta sulla base della nomenclatura del progetto comunitario Corine Land Cover, risulta che la maggiore parte della superficie regionale (63,4 %) è coperta da territorio agricolo, seguono i territori boscati (costituiti prevalentemente da boschi degradati e di latifoglie) e gli ambienti semi-naturali (in maggior parte pascoli, incolti, macchia e cespuglieti), che insieme ricoprono il 31,28% della superficie totale regionale (RA PSR Sicilia, ); le aree estrattive sono in aumento dal 1990 al 2000, ed il loro impatto sull ambiente è determinato dalla natura del materiale estratto e dalle caratteristiche specifiche del sito, quali la profondità del giacimento, la composizione chimica del minerale e delle rocce circostanti, sostanze presenti in natura ed altre condizioni geografiche e climatiche (COM 265, 2000). Tabella 39: Variazioni di uso del suolo in Sicilia e confronto con Italia Codice CLC 1 Uso del suolo CLC90 1 Livello Anno 1990 (Kmq) Anno 2000 (Kmq) Variazione d uso del suolo in Ha (Kmq) Superfici artificiali 1.218, ,1 23,45 (di cui aree estrattive con cod. 131) 70,49 73,21 2,72 2 Superfici agricole utilizzate , ,4-20,71 3 Territori boscati e ambienti semi-naturali 8.046, ,8-1,64 4 Zone umide 21,2 21,6 0,38 5 Corpi idrici 108,9 107,4-1,48 Superficie complessiva (Kmq) ,4 Fonte: Rapporto Ambientale Programma di Sviluppo Rurale Sicilia Di seguito, inoltre, si riporta una sintesi aggiornata dei dati forniti dal COREMI utile per introdurre l analisi del quadro ambientale del comparto estrattivo in Sicilia (Tabella 40, Tabella 41 e Tabella 42). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

57 Tabella 40: Numero di cave attive in Sicilia dal 2000 al 2008 suddivise per provincia Province Anni Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) L analisi dei dati relativi al numero ed alla tipologia di cave in esercizio al 2008 (Tabella 41) mette in evidenza la prevalenza di attività estrattive di calcare e marna (41% del numero totale di cave attive in Sicilia), seguite dall estrazione del marmo (14%) e di sabbia e ghiaia (14%), di arenaria, calcarenite e tufo calcareo (5%), di lava (9%), di argilla (5%), di quarzarenite (3%), di gesso, rosticci di zolfo e tufo vulcanico (ciascuna categoria con il 2%) e metamorfiti (1%). Tabella 41: Numero di cave autorizzate in esercizio al 2008 suddivise per provincia e per tipologia di materiale estratto Tipologia di materiale Province AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia Calcare e marna Argilla Marmo Metamorfiti Lava Tufo vulcanico Rosticci di zolfo Sabbia e ghiaia Arenaria, calcarenite e tufo calcareo Quarzarenite Gesso Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Il dato di produzione al 2008 (Tabella 42), mette in evidenzia una netta prevalenza della produzione di calcare, che con tonnellate rappresenta il 54% del totale, cui segue la produzione di lava (18%), di sabbia calcarea, rosticci e conglomerati (10%), di argilla (3%), di marmo bianco (2%) e delle altre tipologie di materiale tutte con percentuali inferiori all 1%. Tabella 42: Produzione annuale dei materiali da cava al 2008 per provincia e per tipologia di materiale estratto Tipologia di Produzione annuale (tonnellate) * materiale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totale Marmo bianco Marmo colorato Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

58 Tipologia di Produzione annuale (tonnellate) * materiale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totale Calcare e Marna Gesso Lava Argilla Sabbie silicee Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati Tufo vulcanico Quarzarenite Gneiss Totale Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Per l approfondimento sui dati inerenti la produzione attuale e la previsione di produzione dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio si rimanda all aggiornamento del quadro socio-economico e previsioni dei livelli di produzione dei materiali lapidei di pregio e di cava allegato alla proposta dei Piani. Degradazione dei suoli In Sicilia, tra i fattori ambientali più importanti e diffusi che concorrono al processo di degradazione dei suoli vi è quello dell erosione idrica. Tale processo è diffuso in particolare nei paesaggi collinari delle argille mioceniche e plioceniche (circa Ha) a scarsa permeabilità, nonché nei paesaggi della serie gessososolfifera (circa Ha), interessando complessivamente oltre un terzo della superficie regionale. L erosione idrica è principalmente causata dai seguenti fattori: orografici (il territorio regionale è caratterizzato per il 40% da pendenze comprese tra 5% e 20% e per il 24% comprese tra 20% e 40%); climatici (piogge intense concentrate nel periodo autunno-inverno); podologici (presenza di suoli argillosi collinari particolarmente erodibili) ed agronomici (estese superfici collinari coltivate in larga misura a seminativi in asciutto con tecniche non eco-compatibili, quali lavorazioni estive profonde, concimazioni minerali, monosuccessioni colturali, eccessivo carico di bestiame al pascolo, risultano particolarmente vulnerabili nei confronti delle intense piogge autunnali). Con l intensificarsi dei processi colturali, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, in Sicilia si osserva anche una accelerazione dei processi di degradazione fisica e biologica del suolo, riconducibili a perdita di sostanza organica, compattamento, formazione di croste superficiali e di strati compatti lungo il profilo, sodicizzazione, deterioramento della struttura e desertificazione (ARPA SICILIA, 2005). Altro fattore di rilevante importanza che contribuisce tra l altro anche al processo di desertificazione è rappresentato dalla salinizzazione dei suoli. Tale fenomeno interessa sia le aree interne che le zone costiere della regione, soprattutto nel siracusano e nel ragusano, a causa dell eccessivo emungimento degli acquiferi con conseguente intrusione del cuneo di acqua marina nei corpi acquiferi continentali. Nell area centromeridionale della Sicilia, invece, il processo della salinizzazione è da imputarsi alla presenza della formazione geologica denominata - Serie Gessoso-Solfifera - costituita da rocce evaporitiche che, subendo l azione chimico-fisica dell acqua, conferiscono alle acque sotterranee e superficiali valori elevati di salinità, determinando sia pure in modo naturale la salinizzazione dei suoli. La salinizzazione dei suoli è legata anche a pratiche irrigue non idonee, come l utilizzo delle acque salmastre (RA PSR Sicilia ). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

59 Fenomeni di degrado del suolo sono correlati a diversi fattori naturali ed antropici, tra cui è significativa la presenza di siti contaminati e potenzialmente contaminati che hanno per lo più origine da attività di smaltimento di rifiuti e da attività industriali. Fenomeni d inquinamento rilevanti sono stati accertati nelle tre aree industriali identificate a livello nazionale come aree ad elevato rischio di crisi ambientale (RA PO FESR Sicilia ). La presenza di attività estrattive nel territorio porta, inevitabilmente, ad affrontare anche il problema rappresentato dallo stato di degrado in cui versano la maggior parte dei siti adibiti in passato ad attività di cava e successivamente abbandonati: le cosiddette cave dismesse. La responsabilità legale del ripristino ambientale di questi siti spesso non è chiara, a causa di lacune giuridiche o della difficoltà di identificare le parti responsabili (COM 265, 2000). Infine l Assessorato Industria ha elaborato il Progetto Integrato Regionale Marmi (PIR MARMI). L ambito di intervento del Progetto è quello dei bacini territoriali entro i quali insistono le attività estrattive e/o di lavorazione dei marmi e dei lapidei di pregio, così come individuati con delibera di Giunta n. 196 del 30 Aprile 2001, nonché quelli comunque interessati dalle linee di intervento dello stesso Progetto, alla cui individuazione ha provveduto la Giunta Regionale su proposta dell Assessore per l Industria sentita l Autorità di Coordinamento. Paesaggio, patrimonio culturale, architettonico, archeologico e beni materiali (di seguito Paesaggio ) La regione Siciliana per la sua storia e per le caratteristiche naturali esprime una grande diversità di paesaggi e la presenza, diffusa nel territorio, di un patrimonio monumentale, archeologico d importanza nazionale ed internazionale. Ampi segmenti di questo patrimonio si trovano in stato di degrado o di abbandono anche a causa delle profonde trasformazioni dovute a processi di urbanizzazione ed infrastrutturazione territoriale non sempre correttamente pianificati che hanno comportato la presenza di ampi fenomeni di abusivismo e lo spopolamento delle aree interne. Altri aspetti che esercitano pressioni negative per la conservazione del paesaggio riguardano la significativa presenza di contaminazione puntuale e diffusa dei suoli e l incremento delle attività estrattive non supportate da una pianificazione adeguata. Il fenomeno degli incendi costituisce un elemento di periodico degrado di aree di rilevanza paesaggistica (RA PO FESR Sicilia ). I piani territoriali paesistici redatti e approvati sino all anno 2007, ai sensi dell art. 5 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, e dell art. 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431 e del D.Lgs. n. 41/2004, dall Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali, restano invariati rispetto all anno Si tratta di cinque piani (Ustica, Pantelleria, Isole Eolie ed Arcipelago di Egadi), più le linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale (D.A. n del 21/05/1999) che identificano 18 ambiti territoriali (ARPA Sicilia, 2008). Il paesaggio urbano risulta caratterizzato dalla presenza di centri storici di rilevante importanza storicoarchitettonica. Inoltre, l ambiente urbano, per l elevata concentrazione della popolazione che vi risiede, è oggetto di fenomeni d inquinamento ambientale che hanno ricadute negative anche sulla salute dei cittadini. La maggiore concentrazione urbana in Sicilia si è sviluppata lungo la fascia costiera, dove si trovano le più grandi aree metropolitane. A questo fenomeno ha fatto riscontro una riduzione della popolazione residente nei centri minori delle aree più interne e montane che ha dato luogo a squilibri territoriali in termini di localizzazione di servizi e infrastrutture. Tra le principali criticità delle aree urbane si riscontra l inquinamento atmosferico e acustico da correlare alla bassa qualità del sistema di trasporto pubblico urbano con conseguenti fenomeni di cogestione nei centri più grandi dovuti al traffico veicolare. Altri aspetti problematici riguardano l elevata produzione di RSU non differenziati e l inadeguatezza dei servizi essenziali quali quello Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

60 idrico fognario depurativo che mostrano deficit rilevanti in termini di abitanti serviti e conformità alle normative (RA PO FESR Sicilia ). Il paesaggio vegetale, sia naturale che di origine antropica, concorre in maniera altamente significativa alla definizione dei caratteri paesaggistici, ambientali e culturali dell Isola. Tra l altro, le linee guida della pianificazione paesistica regionale (PTPR) individuano diverse tipologie di paesaggio vegetale ritenute particolarmente espressive (paesaggio dell ambiente costiero, paesaggio della Sicilia interna, ecc.). Il paesaggio rurale, che si può considerare come l incontro fra il sistema delle colture e il sistema delle strutture di abitazione e di esercizio ad esse relative, concorre a definire l espressione percettiva e l identità del paesaggio, caratterizzando i processi dinamici ed economici che sostengono, promuovono, deprimono e trasformano radicalmente il territorio. Il paesaggio costiero, allo stesso modo di quello urbano, è caratterizzato dallo sviluppo dei principali centri urbani, produttivi e turistici della Regione, inoltre, si riscontrano attività industriali di produzione e consumo di un certo rilievo. Pertanto, elemento di forte criticità è dato dall impatto visivo di attività produttive ed opere di antropizzazione intorno ai principali centri urbani ed in prossimità della fascia costiera. 3.2 ANALISI DEI FATTORI DI INTERRELAZIONE Al fine di individuare e illustrare i fattori di interrelazione che potrebbero essere significativamente interessati dall attuazione della proposta dei Piani si è fatto riferimento ai contenuti dell Allegato VI del D.Lgs. n. 4 del 16/1/2008, lett. f) e c), e a quanto già riportato nei Rapporti Ambientali del PO FESR Sicilia , del PSR Sicilia , del PO CTE Italia-Malta (Tabella 43). Tabella 43: Schema di correlazione dei fattori di interrelazione Allegato VI D.Lgs. 4 del 16/1/2008, lett. f) Rapporto Ambientale proposta dei Piani Rapporto Ambientale PO FESR PSR Sicilia PO CTE Italia-Malta Aria, fattori climatici ed energia - Energia Energia Aria, cambiamenti climatici ed energia - Rifiuti Rifiuti Suolo Rifiuti - Mobilità e trasporti Mobilità e trasporti Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Energia Il settore energetico regionale è responsabile di elevate pressioni ambientali relative in modo particolare alle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici. Secondo lo Studio per la preparazione del Piano Energetico Regionale della Regione Siciliana (Novembre 2005) il sistema energetico della Regione Siciliana è definito da una realtà industriale che caratterizza fortemente il territorio con la presenza di importanti complessi industriali energetici, tra cui: 5 raffinerie, recentemente riorganizzate o in corso di ristrutturazione, la cui capacità di distillazione atmosferica era nel 2001 di 46,5 Mton/anno contro 115,5 Mton/anno per l Italia; 9 stabilimenti petrolchimici di cui due in liquidazione e sei dovrebbero essere ristrutturati; 8 complessi di Centrali termoelettriche; 8 centrali Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

61 Idroelettriche di cui due di pompaggio; 5 impianti di autoproduzione di energia elettrica (e calore di processo) allocati in Stabilimenti industriali di rilievo e raffinerie che coprono il 95% circa dell autoproduzione elettrica locale; 1 distilleria di rilievo ed altre distillerie che trasformano i residui vinicoli da cui si producono degli alcoli. In Sicilia il consumo finale di energia, ovvero l energia consumata nell ultima fase nei settori dei trasporti, industriale, commerciale, agricolo, pubblico e famiglie, si mantiene pressoché costante subendo nel tempo piccole oscillazioni, anche se negli ultimi anni i consumi finali sono in crescita (ARPA Sicilia, 2007). Relativamente alla distribuzione in Sicilia dei consumi finali di energia per settore economico, è da sottolineare la crescita dei consumi finali nel settore trasporti, il cui valore calcolato rispetto ai consumi finali dell intera Regione è passato dal 37% nel 1991 al 42% nel 2003, analogamente i consumi finali di energia registrati nel settore del terziario sono passati dal 6% nel 1991 al 7,5% nel Nel settore industria si registra invece una diminuzione dei consumi finali con valori che vanno dal 39,1% al 1991 al 32,2% al 2003 (ARPA Sicilia, 2007). La struttura degli approvvigionamenti energetici siciliani si sta lentamente modificando verso una maggiore diversificazione delle fonti energetiche utilizzate. Il ruolo predominante dei prodotti petroliferi come massima fonte di consumo si sta lentamente riducendo (67,2% nel 1997 contro il 62,6% nel 2003), a favore dell incremento del gas naturale (13,9% nel 1997 contro il 17,8% del 2003). Il contributo dei combustibili solidi rimane ancora a valori piuttosto bassi, così come quello delle fonti rinnovabili, che tuttavia nel 2004 fanno registrare un certo incremento (ARPA Sicilia, 2007). Negli ultimi anni la quantità di energia elettrica complessivamente consumata in Sicilia è in costante crescita, soprattutto a causa della crescita dei consumi per scopi domestici e del terziario mentre il settore dell industria mostra in tal senso una leggera diminuzione (ARPA Sicilia, 2007). In relazione alle fonti energetiche utilizzate, nel 2005 in Sicilia, sono state prodotte ,6 Gwh di energia elettrica da impianti termoelettrici pari al 95,21% della produzione totale netta dell isola nel La produzione di energia elettrica da fonte termoelettrica è aumentata leggermente nel biennio , mentre risulta lievemente diminuito il contributo da fonte idroelettrica. L esigenza di avvalersi di fonti energetiche rinnovabili è in aumento. Con riferimento alla fonte eolica si registra un notevole incremento delle quote di produzione che dal 2000 al 2005 sono passate da 0 a 382,3 Gwh, mentre il contributo del fotovoltaico (solamente 0,1 Gwh di produzione lorda nel 2005) è ancora a livelli quantitativi poco significativi (ARPA Sicilia, 2007); ma per i prossimi anni ci si attende una espansione anche per la produzione da fotovoltaico. Inoltre, per quanto riguarda l energia prodotta limitatamente da biomasse agricole e forestali, non si hanno dati tali da consentire una stima del numero di impianti esistenti e della relativa capacità produttiva (RA PSR Sicilia ). Infine, la Regione Siciliana dispone di risorse di gas naturale, ma la copertura del fabbisogno è soddisfatta dal gas naturale che arriva attraverso il metanodotto algerino ed il metanodotto libico. Rifiuti La gestione dei rifiuti delle industrie estrattive è regolata dalla Direttiva 2006/21/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 marzo 2006, che istituisce le misure, le procedure e gli orientamenti necessari per prevenire o ridurre il più possibile eventuali effetti negativi per l'ambiente, in particolare per l'acqua, l'aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio, nonché eventuali rischi per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive. Tale direttiva si applica anche alla gestione dei rifiuti di estrazione derivanti dalle attività di prospezione, estrazione, trattamento e ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

62 La gestione dei rifiuti in Sicilia fa registrare un ritardo sia nell attuazione della normativa di settore, sia nella realizzazione degli obiettivi ambientali: un dato su tutti, la raccolta differenziata nell anno 2005 fa registrare appena un 5% sul totale dei rifiuti smaltiti, valore significativamente inferiore alla media nazionale ed ai valori indicati a livello normativo. I ritardi sono da attribuire principalmente alla mancanza di impianti alternativi alla discarica, idonei a trattare e smaltire tutti i rifiuti prodotti in Sicilia (RSA, 2007); inoltre, si registra un trend di incremento nella produzioni regionale di rifiuti ed una attuazione ancora parziale del servizio di gestione integrata (RA PO FESR Sicilia ). La produzione di rifiuti regionale è smaltita per la quasi totalità in discarica. Per quanto riguarda gli impianti di smaltimento di RSU (discariche) il numero degli stessi è in continua diminuzione, essendo passato nell ultimo biennio da 55 a 38. Di queste 16 risultano autorizzate ai sensi dell artt. 27 e 28 del D.L.vo 22/97 e 22 ai sensi dell ex art. 13 del citato decreto (RA PO FESR Sicilia ). Da più di dieci anni l attività autorizzatoria regionale in materia di smaltimento dei rifiuti, caratterizzata da esigenze di tipo emergenziale, ha determinato la proliferazione di discariche provvisorie, autorizzate in deroga ai requisiti richiesti dalla normativa vigente, ciò comporta potenziali rischi per la salute pubblica e per l ambiente circostante. Delle 236 discariche provvisorie censite nel 2005, 10 sono state bonificate e 17 sono state messe in sicurezza, pari rispettivamente al 48% del totale dei siti bonificati e 77% del totale dei siti con messa in sicurezza permanente. Per quanto riguarda la produzione totale di rifiuti si presentano valori rispettivamente di 3,5 milioni di tonnellate al 2001 e di 3,8 milioni di t al 2003, di cui circa 1,27 milioni di tonnellate è costituita da rifiuti speciali, e 2,54 milioni di tonnellate da rifiuti urbani. L analisi della quantità di rifiuti urbani per provincia ha evidenziato, al 2004, valori elevati per Palermo e Catania. I dati raccolti dal 2003 al 2004 denotano che la quantità di rifiuti generata registra un leggero incremento ed anche la pericolosità degli stessi va aumentando. La produzione complessiva dei rifiuti speciali in Sicilia, nel 2004, ammonta a poco più di 3,2 milioni di tonnellate, i rifiuti pericolosi sono pari a tonn. I rifiuti speciali gestiti sono costituiti, per il 95% da rifiuti non pericolosi e per il restante 5% da rifiuti pericolosi. Per ciò che attiene lo smaltimento, in Sicilia l 80% dei rifiuti speciali è stato avviato ad operazioni di recupero e il 20% è stato sottoposto a smaltimento. La forma di gestione prevalente, 54,5% del totale di rifiuti speciali, è il recupero di materia, cui sono state avviate 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti. I rifiuti speciali sottoposti ad altre operazioni di smaltimento, pari a circa 273 mila tonnellate, costituiscono l 8,2% del totale dei rifiuti gestiti. Sono incluse, in tale terminologia, le operazioni di trattamento biologico e trattamento fisico-chimico, a cui è stato destinato un quantitativo complessivo di rifiuti pari a tonn; invece alle operazioni di trattamento in ambiente terrestre e di ricondizionamento preliminare, è stato sottoposto un totale di tonn di materiali. I rifiuti speciali conferiti in discarica, che ammontano, complessivamente, a circa 377 mila tonnellate, costituiscono l 11,3% del totale, mentre la quota dei rifiuti sottoposti a messa in riserva ( tonn) risulta pari al 16%. Il recupero di energia è uguale al 9,5%; l incenerimento, invece, registra una percentuale dello 0,4%. (RSA, 2007). Nell ambito del comparto estrattivo i potenziali impatti significativi sull ambiente vertono sulla produzione e gestione dei rifiuti inerti (quelli che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana; inoltre, la tendenza a dar luogo a percolato e la percentuale inquinante globale dei rifiuti nonché l'ecotossicità del percolato sono trascurabili e, in particolare, non danneggiano la qualità delle acque superficiali e/o freatiche). Per quanto riguarda l attività estrattiva e di lavorazione dei materiali lapidei la stessa comporta la produzione di un enorme massa di scarti di diversa natura e caratteristiche. L estrazione della pietra presenta infatti una resa Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

63 in blocchi che normalmente non supera il 30-40% del materiale estratto, sicché l accumulo degli sfridi ( ravaneti ) rappresenta un problema di rilevante importanza per il cavatore, sia per la sottrazione di spazio all attività di cava sia per problemi connessi alla stabilità e alla sicurezza dei luoghi di lavoro. Un loro eventuale recupero offrirebbe quindi sensibili vantaggi riguardo il risanamento del territorio e enormi quantità di materia prima per i frantoi (Piano Rifiuti, 2002). Nel prevedere un sistema che massimizzi il rientro nel circuito produttivo degli scarti derivanti dall estrazione dei materiali lapidei di pregio, i cosiddetti ravaneti, si fa rilevare che la produzione di questi scarti non è uniforme sul territorio regionale le attività estrattive sono infatti in gran parte concentrate e localizzate in aree facilmente delimitabili mentre il loro recupero è agevolato dal fatto che, viste le loro caratteristiche tecniche, questi materiali sono facilmente riutilizzabili al posto dei normali inerti di cava. Le province interessate dal fenomeno sono principalmente Trapani (nel comparto di Custonaci si concentra il 75% dell attività estrattiva regionale) e, ma in modo minore, Catania e Palermo (Piano Rifiuti, 2002). Sostanzialmente analogo è il discorso sui rifiuti della lavorazione dei materiali lapidei derivante dall attività delle segherie (la marmettola ), la gran parte dei quali è concentrata nella provincia di Trapani, che possono essere utilizzati in molteplici operazioni di recupero (cementifici, rilevati e sottofondi stradali, conglomerati cementizi, copertura di discariche per RSU e recuperi ambientali). La soluzione per il problema rappresentato dall accumulo/abbandono degli scarti del comparto lapideo e dalle ferite lasciate dall attività estrattiva sul territorio, esiste, e viene chiaramente indicata dalle norme di attuazione del D.Lgs. 22/97: incentivando il ricorso alle procedure di recupero ambientale previste dall articolo 5 del D.M. 5 febbraio 1998 è possibile infatti coniugare l esigenza di riciclare gli scarti del comparto lapideo con la necessità di attuare, per quanto possibile, il recupero di aree degradate a causa della stessa attività estrattiva (Piano Rifiuti, 2002). Mobilità e trasporti Il territorio regionale è fortemente penalizzato in termini di accessibilità ai nodi centrali di produzione e servizi e, soprattutto, in termini di accessibilità alle aree interne. La causa principale di tutto ciò deriva principalmente dal processo di urbanizzazione diffuso sul territorio che ha generato uno sviluppo insediativo e produttivo insufficientemente connesso da reti di collegamento. Ne deriva che i maggiori volumi di traffico vengono a concentrarsi soprattutto lungo le autostrade e nei tratti di strade statali prossime alle tre aree maggiormente urbanizzate (Palermo, Messina e Catania) e nelle zone costiere spesso strutturalmente non adeguati soprattutto in termini di sicurezza e adeguamento alla normativa europea (RSA, 2007). I trasporti rappresentano una fonte inquinante di rilievo soprattutto per l aria ma ha ricadute anche sulle altre matrici ambientali. Il sistema di trasporti regionale rileva una bassa efficienza del servizio pubblico sia urbano che extraurbano, con la conseguenza che la mobilità avviene preferenzialmente su gomma con veicoli privati, causando fenomeni di congestione e rischi sanitari per inquinamento dell aria cittadina e per i fenomeni d inquinamento acustico. Gli incidenti da trasporto sono causa di mortalità rilevante e necessitano di interventi per migliorare la sicurezza delle reti di trasporto (RA PO FESR Sicilia ). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

64 3.3 ANALISI DELLE AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA AMBIENTALE Al fine di individuare ed illustrare le aree di particolare rilevanza ambientale che potrebbero essere significativamente interessate dall attuazione della proposta dei Piani si è fatto riferimento ai contenuti dell Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., lett. d), e a quanto già riportato nei Rapporti Ambientali del PO FESR Sicilia , del PSR Sicilia , del PO CTE Italia-Malta (Tabella 44). Tabella 44: Schema di correlazione delle aree di particolare rilevanza ambientale Rapporto Ambientale proposta dei Piani a) Aree con vincolo idrogeologico e paesaggistico b) Aree sensibili ai rischi naturali (idrogeologico e costiero, sismico e vulcanico, di desertificazione) c) Aree protette e rete Natura 2000 (Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE) d) Siti contaminati e) Aree ad elevato rischio di crisi ambientale f) Zone di risanamento della qualità dell aria Rapporto Ambientale PO FESR PSR Sicilia Aree con vincolo idrogeologico e paesaggistico Aree a rischio sismico e vulcanico Rischio idrogeologico Rischio desertificazione Aree protette e aree Natura 2000 Aree con vincolo idrogeologico e/o paesaggistico Suolo Aree protette e rete Natura 2000 PO CTE Italia-Malta Aree con vincolo idrogeologico e/o paesaggistico Suolo e rischi naturali Aree protette e rete Natura 2000 Contaminazione dei suoli Suolo Suolo e rischi naturali Compromissione da rifiuti Suolo Rifiuti Aree a criticità ambientale Zone di risanamento della qualità dell aria Suolo Aria, cambiamenti climatici ed energia Aree ad elevato rischio di crisi ambientale Aria, fattori climatici ed energia g) Zone vulnerabili ai nitrati Zone vulnerabili da nitrati Zone vulnerabili da nitrati h) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità Aree agricole ad elevata valenza ambientale i) Zone agricole svantaggiate Zone svantaggiate Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) Aree con vincolo idrogeologico e paesaggistico La Regione Siciliana, ai sensi del Regio Decreto n (art. 1) del 30 dicembre 1923, ha sottoposto a vincolo per scopi idrogeologici tutti i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di cui agli artt. 7, 8 e 9, possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. Gli artt. 7, 8 e 9 sopra citati riguardano la trasformazione dei boschi in altre qualità di coltura, la trasformazione dei terreni saldi in terreni soggetti a periodica lavorazione, la soppressione dei cespugli aventi funzioni protettive, l esercizio del pascolo nei boschi e nelle aree cespugliate, la lavorazione del suolo nei terreni a coltura agraria (RA PSR Sicilia ). Rimane soggetto a vincolo poco meno del 50% dell intero territorio regionale, percentuale che a livello provinciale sale fino al 63% nel caso di Palermo e all 80% per la provincia di Messina. I comuni aventi il territorio in tutto o in parte sottoposto a vincolo ammontano a 349 sui 390 complessivi attuali (RA PSR Sicilia ). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

65 Con la legge 8 agosto 1985, n. 431 (meglio nota come Legge Galasso) è stata sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n una lunga serie di territori individuati dalla legge medesima, raggruppati per categorie topografiche e/o morfologiche. Data la diversità e complessità geomorfologica del territorio siciliano, le aree soggette a vincolo paesaggistico sono numerose, tra cui si citano: i territori costieri compresi in una fascia profonda 300 metri dalla linea della battigia, anche se elevati sul mare; i fiumi, i torrenti ed i corsi d acqua, nonché le relative sponde per una fascia di 150 metri ciascuna; i parchi e le riserve regionali, nonché le zone di protezione esterne ad essi; i territori coperti da boschi, ancorché percorsi dal fuoco; i vulcani; le zone dichiarate di interesse archeologico ai sensi della legge 1 giugno 1939, n. 1089; e tanti altre fasce territoriali. Tutti i territori soggetti a vincolo paesaggistico, o almeno quelli finora individuati dall Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, sono riportati nella Carta dei vincoli paesaggistici (Figura 1) e nella Carta dei vincoli territoriali (PTPR Sicilia, 1999). Figura 1: Carta dei vincoli paesaggistici. Fonte: PTPR Sicilia (1999). I volumi 3 e 3a allegati alla proposta dei Piani riportano lo studio dei vincoli territoriali gravanti sul territorio regionale siciliano, imposti a tutela di aspetti le cui sfere vengono ad interferire con le attività estrattive, laddove queste ultime tendono alla modifica non solo del loro equilibrio interno, ma dell equilibrio di tutto il sistema. Per tale studio si è partiti dalla raccolta e catalogazione dei vincoli esistenti sul territorio, vincoli certamente non tutti assoluti, ma imposti al fine della tutela dei relativi aspetti; successivamente si è passati alla loro disamina, per ricavarne il quadro delle limitazione imposte alla trasformazione del territorio. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

66 Sono stati considerati quelli operanti ope-legis, imposti da leggi specifiche di livello statale e regionale, mentre i vincoli ritenuti, invece, vincoli di fatto, sono stati presi in esame nell ambito della caratterizzazione delle aree estrattive e sono risultati condizionanti per le scelte di fondo relative alla pianificazione delle stesse. I principali vincoli paesaggistici e territoriali, appositamente indagati, sono stati riportati nell elenco che segue: vincolo archeologico ex lege N 1089 del 01/06/39; vincolo ex lege N 1497 del 29/06/39; vincolo ex lege N 3267 del 30/12/23 e forestale; vincolo generale di cui all art. 1 della L.S. 08/08/85 N 431; L.R. 30 Aprile 1991, n.15 vincolo connesso agli usi civici; vincoli connessi alle aree protette o comunque alle aree naturalistiche rilevanti. Si rimanda alla fase successiva della redazione dei Piani attuativi per la definizione dei vincoli limitanti o incompatibili con l attività estrattiva. Aree sensibili ai rischi naturali (sismico e vulcanico, idrogeologico e costiero, di desertificazione) Il territorio Siciliano si caratterizza per una elevata vulnerabilità al rischio idrogeologico, sismico, vulcanico, costiero e di desertificazione. Le cause di tale vulnerabilità hanno origine naturale ma sono state aggravate delle trasformazioni del territorio di origine antropica, di cui il comparto estrattivo si presenta come una delle principali cause. Rischio sismico e vulcanico In base alla classificazione sismica nazionale, la Regione Siciliana ha aggiornato l elenco delle zone sismiche suddividendo il territorio regionale in 4 zone, di cui le prime tre corrispondono alle zone di sismicità alta (S=12), media (S=9) e bassa (S=6). Con la nuova classificazione non esistono territori comunali classificati come non sismici o non classificati, ma sono tutti caratterizzati da differenti livelli di pericolosità sismica, dal livello più alto (zona 1) al livello più basso (zona 4). A scala regionale ed in termini di magnitudo massima attesa, tempi di ritorno ed effetti locali, le zone a maggiore concentrazione di epicentri sono quelle localizzate in corrispondenza del settore orientale del territorio siciliano, ed in particolar modo del settore meridionale del Mar Tirreno, dell area etnea e dell area iblea (RSA, 2007). Per quanto riguarda il rischio vulcanico, le eruzioni vulcaniche con effetti ambientali verificatesi in Sicilia nel corso degli ultimi anni hanno riguardato i vulcani attivi: Etna e Stromboli. Inoltre, si riscontra la presenza di edifici vulcanici attualmente inattivi ma potenzialmente pericolosi, come nelle Isole Eolie, l isola di Pantelleria e nei fondali antistanti la costa di Sciacca (Isola Ferdinandea). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

67 Rischio idrogeologico e costiero Le aree a rischio idrogeologico nel territorio regionale sono distinguibili in aree a rischio di frana ed aree a rischio idraulico (piene). Poiché i fenomeni di dissesto sono spesso dei fenomeni ciclici che tendono a ripetersi con le stesse modalità anche dopo lunghi periodi di quiescenza, l analisi degli eventi del passato (frane e piene) riveste un ruolo fondamentale ai fini dell individuazione delle aree a rischio idrogeologico, e per la prevenzione degli effetti calamitosi sul territorio. Il rischio idrogeologico è diffuso su tutto il territorio regionale ed è determinato dalla concomitante presenza dei seguenti fattori: assetto geomorfologico (il 62% della superficie totale regionale è costituita da terreni a morfologia collinare); suscettività al dissesto dei terreni affioranti (terreni argillosi, complessi argilloso-arenacei e litotipi filladici hanno propensione elevata al dissesto); regime pluviometrico e condizioni climatiche (clima con condizioni di siccità nel corso del periodo primaverile-estivo e precipitazioni concentrate durante il periodo autunno-inverno); riduzione della copertura vegetale, specie di quella boschiva indotta dagli incendi); insufficiente programmazione delle attività antropiche (come urbanizzazione irregolare, attività di modifica del paesaggio e dei sistemi idrografici e pratiche agricole scorrette legate ad arature troppo profonde e lavorazioni a rittochino in terreni ad elevata pendenza e privi di vegetazione (RSA, 2007). In genere, il dissesto idrogeologico potenziale è massimo sui versanti settentrionali, dove tuttavia esso viene contemperato dalla maggiore estensione del manto forestale; medio nei bacini meridionali, dove si registrano la più alta percentuale di terreni argillosi e il più basso indice di boscosità; minimo nel bacino del Simeto che attraversa la più vasta pianura dell isola e che vede al suo interno buona parte del cono vulcanico dell Etna (RSA, 2007). In ordine alle problematiche derivanti da tale rischio la Regione Siciliana si è dotata del Piano per l assetto idrogeologico (PAI), redatto dal Dipartimento Territorio e Ambiente nel 2004 (ARTA Sicilia, 2004) che individua le aree a differente livello di pericolosità e rischio derivanti dal dissesto idrogeologico relativamente alla dinamica dei versanti ed alla pericolosità geomorfologica e alla dinamica dei corsi d acqua ed alla pericolosità idraulica e d inondazione e pianifica gli interventi volti alla difesa del suolo ed alla mitigazione del rischio. Le norme di attuazione e le prescrizioni che accompagnano il P.A.I., ai sensi dell articolo 17, comma 6 bis della legge 18 maggio 1989, n. 183, hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia dallo stesso piano. Per quanto concerne una disamina generale del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico, risultano approvati in via definitiva con Decreto del Presidente della Regione Siciliana numerosi bacini idrografici e diverse unità fisiografiche. La superficie complessivamente interessata dai Piani di assetto idrogeologico è di circa ettari, di cui circa ettari sono relativi ai circa dissesti censiti (ARPA Sicilia, 2008). L analisi dei dati relativa a 107 bacini idrografici dell intero territorio regionale (Tabella 45) mette in evidenza come il più alto numero di fenomeni di dissesto si trovi nel bacino del Fiume Simeto ed area compresa tra i bacini del F. Simeto e del F. San Leonardo, dove sono stati censiti 5264 dissesti geomorfologici. Seguono il bacino del Fiume Imera Meridionale con 3306 dissesti ed il bacino del Fiume Platani con 2707 dissesti. Il più alto indice di franosità (24,62%) è stato riscontrato nel bacino del fiume Rosmarino, dove sono stati rinvenuti 677 dissesti; seguono i bacini del torrente Timeto, del Fiume San Leonardo (PA), del Torrente Muto e delle isole Eolie con indici di franosità superiori al 15% (ARPA Sicilia, 2008). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

68 Tabella 45: Numero di dissesti e superfici soggette a dissesto per i 107 bacini idrografici del territorio regionale Cod. Bacino dissesti (n.) sup. del bacino (Kmq) % sup. bacino/sup. regionale sup. aree in dissesto (kmq) indice di franosità 1 Area tra Capo Peloro e T. Saponara ,55 0,33% 2,02 2,36% 2 T. Saponara 82 31,44 0,12% 2,95 9,37% 3 Area tra T.te Saponara e F.ra Niceto ,14 0,13% 4,15 12,15% 4 F.ra Niceto e Area F.ra Niceto-T. Muto ,03 0,32% 10,26 12,36% 5 T. Muto ,53 0,15% 6,92 17,51% 6 T. Corriolo e area T. Muto-T. Corriolo e area T. Corriolo-T. Mela ,88 0,25% 5,59 8,75% 7 T.te Mela ,29 0,26% 8,57 12,74% 8 T. Longano e Area T. Mela-T. Longano e Area T. Longano-T. Termini ,91 0,24% 1,04 1,72% 9 T. Termini e Area tra T.te Termini e T.te Mazzarrò ,15 0,44% 6,32 5,54% 10 T. Mazzarrò ,29 0,46% 15,49 12,98% 11 T. Elicona e Area T. Mazzarrò-T. Elicona e Area T. Elicona-T. Timeto ,29 0,47% 9,25 7,69% 12 T.teTimeto ,89 0,37% 22,01 22,95% 13 Area tra T.te Timeto e F.ra di Naso ,04 0,38% 9,66 9,85% 14 F.ra di Naso e F.ra di Brolo ,30 0,41% 10,91 10,26% 15 Area tra F.ra di Naso e F. di Zappulla 76 28,03 0,11% 1,49 5,33% 16 F. di Zappulla e Area F.di Zappulla-F. Rosmarino ,09 0,71% 22,54 12,31% 17 F. Rosmarino ,87 0,39% 24,84 24,62% 18 T. Inganno e Area F. Rosmarino-T. Inganno ,56 0,32% 9,30 11,40% 19 T.te Furiano e Area tra T. Inganno e T. Furiano ,76 0,60% 12,01 7,76% 20 Area tra T.te Furiano e T.te Caronia 38 49,78 0,19% 6,33 12,73% 21 T.te Caronia 50 82,45 0,32% 8,92 10,82% 22 Area tra T.te Caronia et.te di S.Stefano 45 34,81 0,14% 1,65 4,75% 23 T.te di S.Stefano e area tra T.te di S. Stefano e T.te di Tusa ,09 0,39% 8,52 8,60% 24 T.te di Tusa ,31 0,63% 11,78 7,30% 25 Area tra T.te di Tusa e F. Pollina 70 25,50 0,10% 1,75 6,86% 26 F. Pollina ,56 1,43% 25,01 6,82% 27 Area tra F. Pollina e T. Piletto (F. Lascari) 76 81,39 0,32% 2,51 3,08% 28 T.te Piletto (F. Lascari) e Area tra T. Piletto e T. Roccella 46 60,23 0,23% 2,61 4,34% 29 T.te Roccella e Area tra T.te Roccella e F. Imera Sett.le 82 53,05 0,21% 5,37 10,12% 30 F.Imera Sett.le ,06 1,38% 44,43 12,51% 31 F. Torto e Area F. Imera sett.-f. Torto e Area F. Torto F. S. Leonardo ,92 1,69% 26,19 6,01% 32 Area F. Torto F. S. Leonardo 87 33,99 0,13% 0,90 2,64% 33 F. S.Leonardo ,66 1,93% 96,36 19,36% 34 Area tra F. S. Leonardo e F. Milicia 65 72,07 0,28% 1,95 2,71% 35 F. Milicia ,09 0,53% 19,16 14,19% 36 Area tra F. Milicia e F. Eleuterio 52 40,86 0,16% 1,08 2,64% 37 F. Eleuterio ,42 0,82% 6,15 2,92% 38 Area tra F. Eleuterio e F. Oreto 16 19,03 0,07% 0,74 3,91% 39 F. Oreto ,06 0,46% 8,19 6,94% 40 Area tra F. Oreto e Punta Raisi ,78 0,84% 6,38 2,94% 41 Area tra Punta Raisi e F. Nocella 35 45,34 0,18% 1,22 2,69% 42 F. Nocella e Area tra F. Nocella e F. Jato ,46 0,57% 4,28 2,90% 43 F. Jato ,34 0,75% 5,96 3,08% 44 Area tra F. Jato e F. S. Bartolomeo 38 94,39 0,37% 1,80 1,91% 45 F. S. Bartolomeo ,63 1,60% 9,27 2,25% 46 Area tra F. S. Bartolomeo e Punta di Solanto ,87 0,43% 9,32 8,48% 47 Area tra Punta di Solanto e T.te Forgia 56 72,66 0,28% 2,00 2,76% 48 T.te Forgia e Area tra T.te Forgia e F. Lenzi ,08 0,48% 1,25 1,01% 49 F. Lenzi ,01 0,42% 3,70 3,40% 50 Area tra F. Lenzi e F. Birgi 4 64,10 0,25% 0,05 0,08% 51 F. Birgi ,64 1,50% 5,43 1,41% 52 Area tra F. Birgi e F. Mazzarrà 5 232,64 0,90% 0,03 0,01% 53 F. Mazzarò e Area tra F. Mazzarrà e F. Arena ,50 0,59% 0,41 0,27% 54 F. Arena ,43 1,14% 2,03 0,69% 55 Area tra F. Arena e F. Modione ,42 0,56% 0,03 0,02% 56 F. Modione e Area tra F. Modione e F. Belice ,95 0,46% 0,49 0,41% Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

69 Cod. Bacino dissesti (n.) sup. del bacino (Kmq) % sup. bacino/sup. regionale sup. aree in dissesto (kmq) indice di franosità 57 F. Belice ,79 3,71% 124,01 12,99% 58 Area tra F. Belice e Carboj ,07 0,44% 3,43 3,06% 59 F. Carboj ,32 0,87% 11,58 5,16% 60 Area tra F. Carboj e F. Verdura ,39 0,63% 6,84 4,21% 61 F. Verdura e Area tra F. Verdura e F. Magazzolo ,14 1,71% 16,48 3,75% 62 F. Magazzolo ,94 0,91% 9,74 4,18% 63 F. Platani ,40 6,80% 136,67 7,81% 64 Area tra F. Platani e F.sso delle Canne ,14 0,15% 1,57 4,01% 65 F.sso delle Canne ,63 0,35% 5,90 6,58% 66 Area tra F.sso delle Canne e F. S. Leone 99 77,22 0,30% 2,43 3,14% 67 F. S.Leone ,99 0,86% 17,31 7,80% 68 F. Naro e Area tra F. S. Leone e F. Naro ,53 0,89% 10,43 4,56% 69 Area tra F. Naro e F. Palma ,51 0,15% 3,36 8,96% 70 F. Palma ,36 0,47% 7,10 5,90% 71 Area tra F. Palma e F. Imera Mer.le 64 74,66 0,29% 2,22 2,97% 72 F. Imera Mer.le ,61 7,85% 123,00 6,09% 73 Area tra F. Imera Mer.le e T.te Rizzuto 64 64,36 0,25% 0,88 1,36% 74 T.te Rizzuto ,15 0,44% 2,37 2,07% 75 T.te Comunelli ,63 0,42% 3,17 2,95% 76 Area tra T.te Comunelli e F. Gela 97 87,46 0,34% 4,10 4,68% 77 F. Gela e Area tra F. Gela e F. Acate ,16 2,43% 26,53 4,24% 78 F. Acate ,79 2,86% 8,06 1,10% 79 Area tra F. Acate e F. Ippari 3 116,67 0,45% 0,11 0,10% 80 F. Ippari ,88 1,05% 7,16 2,65% 81 Area tra F. Ippari e F. Irminio 1 211,81 0,82% 0,01 0,01% 82 F. Irmino ,72 0,99% 9,07 3,55% 83 F. Scicli e Area tra F. Irminio e F. Scicli ,89 0,65% 5,10 3,05% 84 Area tra F. Scicli e Capo Passero ,73 1,32% 0,62 0,18% 85 Area tra Capo Passero e F. Tellaro 4 90,11 0,35% 0,01 0,01% 86 F. Tellaro ,98 1,55% 0,30 0,07% 87 F. Asinaro (Noto) e Area tra F. Tellaro e F. Asinaro (Noto) ,18 0,49% 0,87 0,69% 88 Area tra F. Noto e F. Cassibile 16 45,57 0,18% 0,45 1,00% 89 F. Cassibile ,62 0,48% 0,38 0,31% 90 Area tra F. Cassibile e F. Anapo 6 96,64 0,38% 0,03 0,03% 91 F. Anapo ,93 1,69% 0,56 0,13% 92 Area tra F. Anapo e F. S. Leonardo ,22 1,36% 0,79 0,23% 93 F. S. Leonardo (Lentini) ,48 1,95% 0,80 0,16% 94 F. Simeto e Area tra F. S. Leonardo (Lentini) e F. Simeto ,07 15,95% 134,62 3,28% 95 Area tra F. Simeto e F. Alcantara ,94 2,79% 5,51 0,77% 96 F. Alcantara ,18 2,34% 30,97 5,14% 97 Area tra F. Alcantara e F.ra Agr ,45 0,27% 5,41 7,79% 98 F.ra Agr e Area F.ra Agr-T.te Savoca ,70 0,34% 3,92 4,47% 99 T.te Savoca 68 45,09 0,18% 1,56 3,47% 100 T.te Pagliara e Area T. Pagliara - T. Fiumedinisi ,28 0,16% 2,40 5,67% 101 T.te Fiumedinisi ,04 0,19% 3,34 6,68% 102 Area tra T.te Fiumedinisi e Capo Peloro ,18 0,68% 3,66 2,10% 103 Eolie ,27 0,45% 19,79 17,16% 104 Ustica 31 8,22 0,03% 0,18 2,14% 105 Egadi 71 38,28 0,15% 2,95 7,72% 106 Pantelleria 29 84,53 0,33% 0,37 0,43% 107 Pelagie 40 25,18 0,10% 0,11 0,44% Totale ,72 100,00% 1286,84 5,00% Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali (2007) Si registra, inoltre, la presenza di 7876 aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato (Tabella 46), di cui il 33% è costituito da aree a rischio molto elevato (27% a rischio geomorfologico, 6% a rischio idraulico) ed il Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

70 67% da aree a rischio elevato (59% a rischio geomorfologico, 8% a rischio idraulico). Il bacino idrografico che presenta il maggior numero di aree a rischio geomorfologico (293 aree R4 e 274 aree R3) è il bacino del fiume Simeto ed area compresa tra i bacini del F. Simeto e del F. San Leonardo, seguito dai bacini dell area tra fiume Oreto e Punta Raisi (277 aree R3 e 125 aree R4), Fiume di Zappulla e area tra il F. di Zappulla e F. Rosmarino (287 aree R3 e 78 aree R4), Fiume Imera Meridionale (198 aree R3 e 86 aree R4), Fiume Platani (205 aree R3 e 74 aree R4) e Fiume Rosmarino (209 aree R3 e 32 aree R4). Il bacino idrografico con il maggior numero di aree a rischio idraulico è quello del fiume Imera Meridionale, dove sono state perimetrate 237 aree R3 e 52 aree R4, seguito dal bacino del fiume Simeto e area compresa tra fiume San Leonardo e fiume Simeto, con 55 aree R3 e 89 aree R4 (ARPA Sicilia, 2008). La più alta percentuale, in termini di superficie, di aree a rischio geomorfologico R3+R4 è quella riscontrata nel bacino dell area tra il fiume Oreto e Punta Raisi (0,94 % della superficie del bacino). Il bacino con la più alta percentuale, in termini di superficie, di aree a rischio idraulico R3+R4 è quella riscontrata nel bacino tra il Fiume Noto e il fiume Cassibile (1,12 % della superficie del bacino). Tabella 46: Aree a rischio geomorfologico ed idraulico elevato e molto elevato per i 107 bacini idrografici del territorio regionale Cod Bacino Rischio geomorfologico N. aree a N. aree a rischio rischio geomorfolo geomorfolo gico gico molto elevato elevato (R3) (R4) Rischio idraulico N. aree a rischio idraulico elevato (R3) N. aree a rischio idraulico molto elevato (R4) 1 Area tra Capo Peloro e T.te Saponara T.te Saponara Area tra T.te Saponara e F.ra Niceto F.ra Niceto e Area F.ra Niceto-T. Muto T.te Muto T. Te Corriolo e Area T. Muto-T. Corriolo e Area T. Corriolo-T. Mela T.te Mela T.te Longano e Area T. Mela-T. Longano e Area T. Longano-T. Termini T.te Termini e Area tra T.te Termini e T.te Mazzarrò T.te Mazzarrò T.te Elicona e Area T. Mazzarrò-T. Elicona e Area T. Elicona-T. Timeto T.teTimeto Area tra T.te Timeto e F.ra di Naso F.ra di Naso e F.ra di Brolo Area tra F.ra di Naso e F. di Zappulla F. di Zappulla e Area F.di Zappulla-F. Rosmarino F. Rosmarino T. Inganno e Area F. Rosmarino-T. Inganno T.te Furiano e Area tra T. Inganno e T. Furiano Area tra T.te Furiano e T.te Caronia T.te Caronia Area tra T.te Caronia et.te di S.Stefano T.te di S.Stefano e area tra T.te di S. Stefano e T.te di Tusa T.te di Tusa Area tra T.te di Tusa e F. Pollina F. Pollina Area tra F. Pollina e T. Piletto (F. Lascari) T.te Piletto (F. Lascari) e Area tra T. Piletto e T. Roccella T.te Roccella e Area tra T.te Roccella e F. Imera Sett.le F.Imera Sett.le F. Torto e Area F. Imera sett.-f. Torto Area F. Torto F. S. Leonardo F. S.Leonardo Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

71 Cod Bacino Rischio geomorfologico N. aree a N. aree a rischio rischio geomorfolo geomorfolo gico gico molto elevato elevato (R3) (R4) Rischio idraulico N. aree a rischio idraulico elevato (R3) N. aree a rischio idraulico molto elevato (R4) 34 Area tra F. S. Leonardo e F. Milicia F. Milicia Area tra F. Milicia e F. Eleuterio F. Eleuterio Area tra F. Eleuterio e F. Oreto F. Oreto Area tra F. Oreto e Punta Raisi Area tra Punta Raisi e F. Nocella F. Nocella e Area tra F. Nocella e F. Jato F. Jato Area tra F. Jato e F. S. Bartolomeo F. S. Bartolomeo Area tra F. S. Bartolomeo e Punta di Solanto Area tra Punta di Solanto e T.te Forgia T.te Forgia e Area tra T.te Forgia e F. Lenzi F. Lenzi Area tra F. Lenzi e F. Birgi F. Birgi Area tra F. Birgi e F. Mazzarrà F. Mazzarò e Area tra F. Mazzarrà e F. Arena F. Arena Area tra F. Arena e F. Modione F. Modione e Area tra F. Modione e F. Belice F. Belice Area tra F. Belice e Carboj F. Carboj Area tra F. Carboj e F. Verdura F. Verdura e Area tra F. Verdura e F. Magazzolo F. Magazzolo F. Platani Area tra F. Platani e F.sso delle Canne F.sso delle Canne Area tra F.sso delle Canne e F. S. Leone F. S.Leone F. Naro e Area tra F. S. Leone e F. Naro Area tra F. Naro e F. Palma F. Palma Area tra F. Palma e F. Imera Mer.le F. Imera Mer.le Area tra F. Imera Mer.le e T.te Rizzuto T.te Rizzuto T.te Comunelli Area tra T.te Comunelli e F. Gela F. Gela e Area tra F. Gela e F. Acate F. Acate Area tra F. Acate e F. Ippari F. Ippari Area tra F. Ippari e F. Irminio F. Irmino F. Scicli e Area tra F. Irminio e F. Scicli Area tra F. Scicli e Capo Passero Area tra Capo Passero e F. Tellaro F. Tellaro F. Asinaro (Noto) e Area tra F. Tellaro e F. Asinaro (Noto) Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

72 Cod Bacino Rischio geomorfologico N. aree a N. aree a rischio rischio geomorfolo geomorfolo gico gico molto elevato elevato (R3) (R4) Rischio idraulico N. aree a rischio idraulico elevato (R3) N. aree a rischio idraulico molto elevato (R4) 88 Area tra F. Noto e F. Cassibile F. Cassibile Area tra F. Cassibile e F. Anapo F. Anapo Area tra F. Anapo e F. S. Leonardo F. S.Leonardo (Lentini) F. Simeto e Area tra F. S. Leonardo (Lentini) e F. Simeto Area tra F. Simeto e F. Alcantara F. Alcantara Area tra F. Alcantara e F.ra Agrò F.ra Agrò e Area F.ra Agr -T.te Savoca T.te Savoca T.te Pagliara e Area T. Pagliara-T. Fiumedinisi T.te Fiumedinisi Area tra T.te Fiumedinisi e Capo Peloro Eolie Ustica Egadi Pantelleria Pelagie Totale Fonte: ARPA Sicilia, Annuario regionale dei dati ambientali 2007 (2008) In particolare, per le aree a pericolosità geomorfologica elevata (P3) e molto elevata (P4), secondo le prescrizioni del PAI, sono vietati scavi, riporti, movimenti di terra e tutte le attività che possono esaltare il livello di rischio atteso ; inoltre è vietata l apertura di nuove cave, salvo i casi in cui la causa della pericolosità geomorfologica sia mitigabile o eliminabile e che la pericolosità sia riclassificata dall Ente che ha redatto il PAI, a seguito di documentazione tecnica comprovante la realizzazione di interventi di riduzione della pericolosità. Per le aree a pericolosità idraulica elevata (P3) e molto elevata (P4) secondo le prescrizioni del PAI, sono vietate tutte le opere e le attività di trasformazione dello stato dei luoghi ; per contro sono consentiti i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattive autorizzate. Non è consentita l apertura di nuove attività estrattive salvo il caso in cui il progetto preveda opere di mitigazione del rischio idraulico, realizzando un miglioramento del regime idraulico della zona oggetto di coltivazione, certificata dalla riclassificazione della pericolosità ad opera dell ente redattore del PAI (ARTA Sicilia, 2004). Inoltre, per la realizzazione delle opere consentite nelle aree a pericolosità molto elevata (P4) ed elevata (P3) deve essere predisposto uno studio di compatibilità geomorfologica commisurato all entità e dimensione dell intervento stesso ed alle effettive problematiche dell area di intervento e di un congruo intorno; detto studio dovrà dimostrare la compatibilità del progetto con le condizioni vincolanti rispetto alle problematiche connesse al rischio idrogeologico (ARTA Sicilia, 2004), come tra l altro riportato nella proposta dei Piani. Secondo i dati forniti dal COREMI (Tabella 47), diverse zone del PAI definite a pericolosità geomorfologica P0, P1, P2, P3, P4, con eventuale rischio R1, R2, R3, R4, ricadono nelle aree determinate dalla proposta dei Piani. Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

73 Tabella 47: Correlazione le aree estrattive dei materiali da cava e lapidei di pregio e la pericolosità e il rischio idrogeologico del PAI. Aree Cod. Materiale estratto Aree di cave di primo livello Aree di cave di secondo livello Cave attive incluse (n.) Cave dismesse incluse (n.) Comune Elemento di pericolosità PAI Pericolosità Rischio AG18.I calcarenite 1 3 Agrigento 067-1AG-152 P4 AG20.I argilla 0 0 Agrigento 067-1AG-155 P1 CT18.I gesso 0 1 Licodia Eubea 078-3LE-042 P4 CT20.I calcare per inerti 0 0 Licodia Eubea- Vizzini 078-3LE-026 P1 EN02.I calcare 1 0 Cerami 094-4CR-113 P2 EN06.I quarzareniti 2 4 Troina 094-4TR-176 P0 ME02.I quarzarenite per l edilizia e ornamentale 0 1 Mistretta 024-5MI-029 P3 R1 ME06.I argilla 0 10 Valdina Torregrossa 003-5VA-002 P3 R4 ME08.I calcare 0 1 Villafranca Tirrena - Saponara 001-5VI-004 P0 PA01.I calcare e calcare lucidabile 4 2 Palermo 040-6PM-111 P4 R4 PA04.I Calcare 2 1 Montelepre-Carini 042-6CN-027 P2 PA06.I calcare e calcare Altofonte -S.Cristina 2 1 lucidabile Gela 039-6AO-037 P1 PA08.I calcare e calcare lucidabile 1 1 Belmonte Mezzagno 037-6BE-015 P4 PA10.I calcare lucidabile e Marineo-Bolognetta BO-003 P1 4 1 calcare Villafrati 035-6VF-043 P4 R1 PA12.I gesso 1 0 Caccamo 031-6CA-036 P CU-003 P2 TP01.I calcare lucidabile CU-007 P4 Custonaci CU-014 P3 Castellammare del 048-9CU-016 P3 Golfo 048-9CU-006 P CU-015 P3 TP07.I calcare per inerti -per uso ornamentale 2 0 Trapani 051-9TP-025 P2 AG27.II calcare 1 0 Sambuca di Sicilia 059-1SA-002 P2 AG29.II sabbia calcarea 0 1 Ribera 061-1RI-005 P1 AG32.II argilla 0 0 Joppolo Giancaxio 067-1JO-049 P1 CL08.II calcare 2 0 Butera 074-2BT-011 P1 CL09.II calcare 0 0 Butera 074-2BT-083 P2 CL10.II sabbia calcarea 0 1 Gela Butera 076-2GE-046 P2 CL11.II argilla 1 0 Gela 076-2GE-036 P1 CL12.II calcareniti 2 0 Gela 077A-2GE-046 P1 CT29.II tufo vulcanico 2 1 Mineo-Palagonia 094-3ME-035 P2 EN21.II quarzareniti 0 1 Nicosia 094-4NI-498 P2 EN22.II sabbia calcarea 0 1 Nicosia 094-4NI-306 P1 EN24.II argilla 1 0 Enna 094-4EN-158 P2 ME11.II quarzareniti 0 1 Pettineo 024-5PE-040 P2 ME12.II calcare dolomitico 1 0 S.Marco D Alunzio 017-5SD-029 P4 ME14.II metamorfiti 0 1 Savoca 017-5SD-029 P SX-001 P1 ME16.II arenaria 1 0 S.Pier Niceto 004-5SC-035 P2 ME17.II metamorfiti 0 0 Messina 102-5MS-106 P CS-015 P3 PA19.II sabbie e ghiaie 0 1 Castronovo di Sicilia 037-6CS-007 P2 R2 PA21.II sabbia calcare 0 1 Sclafani Bagni 030-6SB-123 P1 PA24.II calcare 0 0 Misilmeri 037-6MI-004 P4 PA25.II sabbia calcarea 1 0 San Cipirrello pò Monreale 043-6SA-004 P1 Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

74 Aree Cod. Materiale estratto Aree di cave di materiali lapidei di pregio Aree di recupero Aree di riserva Cave attive incluse (n.) Cave dismesse incluse (n.) Comune Elemento di pericolosità PAI Pericolosità Rischio ME02.I quarzarenite per l edilizia e ornamentale 0 1 Mistretta 024-5MI-029 P3 R1 ME06.I argilla 0 10 Valdina Torregrossa 003-5VA-002 P3 R4 PA01.I calcare e calcare lucidabile 4 2 Palermo 040-6PM-111 P4 R4 PA08.I calcare e calcare lucidabile 1 1 Belmonte Mezzagno 037-6BE-015 P4 PA10.I calcare lucidabile e Marineo-Bolognetta BO-03 P1 4 1 calcare Villafrati 035-6VF-043 P3 R CU-003 P2 TP01.I calcare lucidabile CU-007 P4 Custonaci CU-014 P3 Castellammare del 048-9CU-016 P3 Golfo 048-9CU-006 P CU-015 P3 TP07.I calcare per inerti -per uso ornamentale Trapani 051-9TP-025 P2 R.AG Bivona 062-1BI-020 P2 R.EN Cerami 094-4CR-068 P1 R.PA S.Cristina 037-6BE-008 P4 R.PA Cefalù 027-6CX-014 P2 R.PA Collesano 030-6CW-007 P4 R.PA Polizzi G 030-6PO-131 P0 R.PA S.M.Castel 024-6SM-008 P1 R.PA Bagheria 036-6BA-023 P3 R.RG Vittoria 080-7VI-002 P3 RS20.EN Sabbia calcarea Piazza Armerina 094-4PA-108 P2 RS10.ME metamorfiti Furci Siculo,Pagliara 099-5FS-004 P2 RS04.PA gesso Caccamo 031-6CA-037 P4 RS05.PA gesso Caccamo 031-6CA-263 P4 RS01.TP gesso Calatafimi 045-9CA-081 P4 Fonte: Assessorato regionale Industria, Dipartimento dell industria e miniere (CO.RE.MI.) (aggiornamento del 31/12/2008) Tra gli eventi naturali ad evoluzione lenta che pongono maggiori rischi sia socioeconomici che ambientali, rientrano quelli indotti dalla dinamica evolutiva dei litorali, che, nel corso degli ultimi decenni ha mostrato, sopratutto lungo alcuni tratti del perimetro costiero regionale, una marcata tendenza all arretramento, con rischi per gli insediamenti costieri e per il patrimonio turistico, ambientale e culturale dell intera isola (RA PO FESR Sicilia ). La predisposizione naturale di alcuni tratti costieri siciliani all erosione è legata all assetto morfologico e litologico dei tratti di costa e dei bacini idrografici sottesi, al regime pluviometrico ed agli apporti sedimentari dei bacini, all orientazione delle coste rispetto alla direzione prevalente delle onde ed alle caratteristiche mareografiche, correntometriche ed ondametriche dei tratti costieri. L azione dell uomo ha accentuato questi problemi, comportando sia una decremento dell apporto sedimentario verso costa, attraverso interventi nei bacini idrografici che hanno alterato i naturali cicli sedimentari (sbarramenti fluviali, regimazioni idrauliche, estrazioni di materiali alluvionali), ed influenzando la dinamica dei litorali in seguito ad opere marittime quali opere portuali e di difesa. Anche lo sfruttamento o l eliminazione delle dune costiere ha contribuito all aggravarsi dell erosione costiera, causando la diminuzione di una naturale riserva di sedimenti importante per la spiaggia al fine di poter meglio fronteggiare i periodi di maggiore aggressione da parte del mare. È quindi evidente che la problematica dell erosione delle coste dovrà prendere in considerazione sia la Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

75 rimozione degli effetti, ma anche delle cause che producono l erosione stessa. occorre, quindi, un approccio integrato fondato sulla gestione dei fattori che condizionano l evoluzione del sistema costiero e del sistema idrografico, e cioè attraverso il coordinamento tra la pianificazione di bacino e la pianificazione delle coste, e, più in generale, recependo gli indirizzi strategici europei in materia di gestione integrata delle zone costiere e di difesa dall erosione dei litorali (RA PO FESR Sicilia ; RSA, 2007). Secondo una recente elaborazione del Servizio Difesa delle Coste dell APAT (2005), la lunghezza totale delle coste siciliane (incluse le Isole minori) è di circa 1623 km: il 93% (circa 1509 km) delle quali è naturale (26% costa alta e 74% costa bassa) ed il 7% (circa 114 km) è artificiale o fittizia; di queste il 49% risulta stabile, mentre il 27% in arretramento e solo il 20% in avanzamento e il 4% infine non valutabile. Inoltre, è significativo evidenziare la presenza in Sicilia di circa 580 km (52,5%) di spiagge, da sabbiose a ciottolose, limitate da rilievi, scarpate di terrazzi, falesie, piattaforme di abrasione o infrastrutture; tali depositi sedimentari, a causa delle loro dimensioni ridotte e circoscritte, vengono spesso raggruppati alle retrostanti coste alte e basse rocciose, generando l alta variabilità delle stime descrittive che contraddistinguono le caratterizzazioni morfosedimentarie delle coste siciliane (RA PO FESR Sicilia ). La Regione Siciliana è una delle poche ad avere avviato la redazione di un Piano stralcio di bacino per l Assetto Idrogeologico - Difesa delle coste. Allo stato attuale, sono stati approvati e pubblicati i PAI relativi a 12 unità fisiografiche costiere della Sicilia. Per le restanti 9 unità costiere l elaborazione del P.A.I. - Difesa Coste ed il relativo iter di approvazione è in corso (ARPA Sicilia, 2008). Dall analisi parziale dei dati già pubblicati dall ARPA Sicilia (2008), le unità fisiografiche costiere con la maggiore estensione lineare di spiagge in erosione risultano essere quelle del litorale tirrenico ed ionico, in particolare l unità 19 Cefalù - Capo D Orlando con m, l unità 18 Capo Mongerbino - Cefalù con m, l unità 1 Capo Milazzo - Capo Peloro con m, l unità 21 Capo Calavà - Capo Milazzo con m, l unità 3 Capo Scaletta - Capo Schisò (Giardini) con m, che presentano anche i più alti valori percentuali di spiagge in erosione (rispettivamente 34%, 30%, 39%, 36% della lunghezza totale di ciascuna unità). Un elevata estensione lineare di coste alte soggette a crolli si rinviene lungo l unità 4 Capo Schisò (Giardini) - Porto di Catania ( m), le unità Capo Rama - Capo Gallo e Capo Gallo - Capo Mongerbino (9.305 m), l unità 15 Capo San Vito - Capo Rama (5.939 m) e l unità 18 Capo Mongerbino Cefalù (5.475 m), che presentano i più alti valori percentuali di costa alta soggetta a crolli (rispettivamente 26%, 12%, 10%, 8% della lunghezza totale di ciascuna unità). Rischio di desertificazione Il fenomeno della desertificazione, definito come il degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e subumide secche, attribuite a varie cause, tra le quali variazioni climatiche ed attività umane, rappresenta una delle maggiori forme di degrado del suolo in cui si verifica la riduzione o la perdita della produttività biologica ed economica della terra dovuta sia a cause naturali che antropiche (fenomeni di urbanizzazione e di abbandono del territorio, pratiche agricole non idonee, l uso irrazionale delle risorse idriche ed il sovrapascolo, ecc.). In presenza di determinate configurazioni di fattori fisici e geolitologici (aridità, siccità, orografia, morfologia, erodibilità, presenza di suoli marginali argillosi poco evoluti e poveri di sostanza organica, elevate temperature estive, arature profonde ed effettuate a rittochino) i suoli sono maggiormente esposti ad ingenti pericoli di erosione idrica accelerata, che nel giro di pochi anni porta al totale degrado che si identifica con i processi di desertificazione (RSA, 2007). Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

76 Considerato che la Sicilia è una delle regioni del Mediterraneo maggiormente soggetta al rischio di desertificazione, la Regione Siciliana ha adottato, con D.D.G. del Dipartimento Territorio ed Ambiente n. 908 del 24/07/2003, la Carta della Vulnerabilità al rischio di desertificazione in Sicilia, scala 1: Le aree a maggiore rischio di desertificazione si estendono soprattutto nell entroterra collinare, tra le province di Caltanissetta, Palermo ed Agrigento e nella zona del Dittaino tra le province di Enna e Catania. Tale risultato riflette le particolari caratteristiche geo-morfologiche del territorio interno della regione (colline argillose poco stabili), l intensa attività antropica con conseguente eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e la scarsa presenza di vegetazione. La maggior parte del territorio tuttavia presenta una sensibilità moderata (46,5%) o bassa (32,5%). Le aree non affette (circa il 7%) ricadono per lo più nella provincia di Messina ed in misura minore nelle province di Palermo e Catania (RA PSR Sicilia ). La pressione antropica nel processo di desertificazione assume un ruolo importante e può essere analizzata anche in termini di urbanizzazione e di densità di popolazione, che è direttamente proporzionale con le attività socio-economiche del territorio. Ciò deriva dal fatto che qualunque intervento edificatorio, così come qualsiasi intervento infrastrutturale, comporta il decorticamento e l impermeabilizzazione del territorio urbanizzato (ARTA Sicilia, 2008); anche l ampliamento delle attuali aree estrattive, l apertura di nuove cave e soprattutto l eredità delle cave in disuso, che sollevano gravi minacce per l ambiente a causa dell eduzione acida (COM 265, 2000) possono concorrere al rischio di desertificazione. Infatti, per la definizione del contributo degli aspetti socio-economici alla desertificazione (Figura 2), le aree estrattive sono state considerate alla pari degli interventi infrastrutturali nella predisposizione delle singole classi d uso del suolo e pertanto accreditate di un indice massimo pari a 5. Figura 2: Carta dell analisi socio-economica e suo contributo alla desertificazione della Sicilia. Fonte: ARTA Sicilia (2008). Dunque, secondo la nuova Carta della vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia in scala 1: (Figura 3) i settori siciliani maggiormente vulnerabili al processo di desertificazione sono quelli dell estremità Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

77 occidentale dell isola, della fascia costiera meridionale, della porzione centrale, centro-meridionale e centroorientale dell isola. Le differenze più spiccate, rispetto alle precedenti carte tematiche, consistono nell evidenziazione dei settori di Mazara del Vallo-Marsala, di quelli della Sicilia meridionale (significativamente più estesi) e dell area metropolitana di Palermo quali aree altamente sensibili alla desertificazione (ARTA Sicilia, 2008). Figura 3: Carta della vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia Fonte: ARTA Sicilia (2008). Siti contaminati In Sicilia il problema dei siti contaminati è legato non soltanto alle ben note ed estese realtà di tre aree ad elevato rischio di crisi ambientale e quattro Siti di Interesse Nazionale (Biancavilla, Gela, Priolo e Milazzo), come conseguenza di attività industriali prolungate nel tempo, ma anche ad una serie di aree circoscritte del territorio dove è presente una effettiva o potenziale contaminazione di suoli e corpi idrici sotterranei e superficiali, collegata prevalentemente ad attività di abbandono e deposito incontrollato e provvisorio di rifiuti sul suolo (RSA, 2007). Secondo quanto riportato nell ultimo Annuario dei dati ambientali (ARPA Sicilia, ), in Sicilia si registrano 569 siti potenzialmente contaminati, nel senso di aree localizzate dove, per effetto di attività antropiche pregresse o in atto, è possibile che siano presenti sostanze contaminanti in concentrazioni superiori ai valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dal D.M. 471/99, ma dove questa condizione di inquinamento non sia ancora stata accertata. A livello di distribuzione territoriale, il maggior numero di siti Rapporto Ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i.)

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