Organizzazione di Protezione Civile e Elementi Conoscitivi del Territorio. PIANO SOCCORSO RISCHIO SISMICO Regione Lombardia

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1 Organizzazione di Protezione Civile e Elementi Conoscitivi del Territorio PIANO SOCCORSO RISCHIO SISMICO Regione Lombardia

2 Inquadramento orografico, idrografico e meteoclimatico Regione Lombardia

3 La pianura lombarda La pianura lombarda è suddivisa geologicamente in: o alta pianura, caratterizzata da materiali grossolani, molto permeabili, di origine alluvionale o bassa pianura, formata da materiale argilloso, poco permeabile che declina dolcemente verso il fiume Po. o la linea della risorgive, segna il passaggio dall'alta alla bassa pianura, sono riaffioramenti naturali d'acqua causati dell'incontro della falda freatica con i terreni impermeabili della bassa.

4 I fiumi lombardi Il territorio lombardo è attraversato da centinaia di fiumi e torrenti, il più rilevante dei quali è il Po, che con i suoi 652 km è il più lungo d'italia.

5 La rete di monitoraggio La rete di monitoraggio meteorologico al momento si compone di circa 200 sensori per la misurazione della temperatura e della precipitazione cumulata, oltre a 130 anemometri per la determinazione della velocità del vento, uniformemente distribuiti tra pianura e montagna su tutto il territorio. La rete è gestita da Arpa Lombardia.

6 I limiti amministrativi

7 I limiti amministrativi LOMBARDIA 12 PROVINCE 1523 COMUNI 23 COMUNITA MONTANE ABITANTI 23863,65 KM 2 SUPERFICIE

8 Classificazione sismica

9 Classificazione sismica Variazione della classificazione sismica dei comuni lombardi con l entrata in vigore della DGR 2129/2014.

10 DM 5 MARZO 1984 L.R. 21 GIUGNO 1988, N. 33 D.G.R. 18 MAGGIO 1993, N L.R. 24 NOVEMBRE 1997, N. 41 D.G.R. 22 DICEMBRE 2005, N Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche Disciplina delle zone del territorio regionale a rischio geologico e a rischio sismico Criteri e indirizzi relativi alla componente geologica nella pianificazione comunale 41 comuni lombardi delle province di Brescia, Pavia, Bergamo e Cremona classificati in 2 categoria. Inizia un percorso normativo regionale volto alla prevenzione del rischio sismico. Il primo provvedimento normativo assunto in Regione Lombardia vengono fornite indicazioni preliminari specifiche alle quali far riferimento per l adeguamento urbanistico dei 41 comuni classificati sismici rende obbligatoria per tutti i Comuni la verifica della compatibilità delle previsioni urbanistiche con le condizioni geologiche dei propri territori Regione Lombardia approva una nuova metodologia per l analisi della pericolosità sismica del territorio comunale, elaborata in collaborazione con il Politecnico di Milano

11 d.g.r. 22 dicembre 2005, n AGGIORNATA con d.g.r. 7374/2008 e 2616/2011 prevede tre livelli di approfondimento, in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica locale

12 Codifica delle aree che possono dare luogo ad amplificazione sismica.

13 Livelli di approfondimento mediante indagini più approfondite e fasi di applicazione.

14

15 Analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE) A partire dall Ordinanza ministeriale 4007/2012 in via facoltativa e dall Ordinanza ministeriale 52/2013 obbligatoriamente, gli studi di Microzonazione Sismica dovevano essere accompagnati dall Analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE). Si definisce come Condizione Limite per l Emergenza (CLE) dell insediamento urbano quella condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza, l insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale

16 Analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE) Tale analisi comporta: l individuazione degli edifici e delle aree che garantiscono le funzioni strategiche per l emergenza; l individuazione delle infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto territoriale, degli edifici e delle aree citate nel punto precedente, e gli eventuali elementi critici; l individuazione degli aggregati strutturali e delle singole unità strutturali che possono interferire con le infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto territoriale

17 Analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE) La documentazione di partenza da utilizzare per realizzare l analisi è la seguente: Carta Tecnica Regionale (CTR), o altra carta tecnica in scala almeno 1: In formato digitale, vettoriale; Piano di emergenza comunale, o di protezione civile, o altri piani di individuazione degli edifici strategici e delle aree di emergenza; Eventuali schede già compilate sugli edifici strategici e sulle aree di emergenza (limitatamente agli elementi che faranno parte dell analisi della CLE) ; Eventuali schede già compilate sulla vulnerabilità degli edifici.

18 Analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE) L analisi della CLE si compone dei seguenti elaborati: Relazione illustrativa Carta degli elementi per l analisi della CLE, che individua nell ambito dell insediamento urbano, il sistema di gestione dell emergenza, composto da edifici e infrastrutture utili ad analizzare la Condizione Limite per l Emergenza. Gli elementi grafici rappresentati nella carta sono: Edificio strategico Area di emergenza Infrastruttura di Accessibilità/Connessione Aggregato strutturale Unità strutturale Per ciascun elemento è compilata una scheda descrittiva.

19 Procedura per l analisi della CLE Si individuano sulla mappa le Funzioni Strategiche ritenute essenziali, e gli edifici dove sono svolte, per la CLE (perciò, non tutti gli edifici strategici dell insediamento urbano). Tale individuazione si deve basare sul Piano di protezione civile (non finalizzato all individuazione ex novo degli edifici necessari alla gestione dell emergenza); Si attribuisce un identificativo di Funzione Strategica a ciascuna Funzione strategica senza tener conto del numero degli edifici a servizio della Funzione Strategica. Si individuano gli eventuali Aggregati Strutturali di appartenenza degli Edifici Strategici individuati al punto precedente; Si individuano le Aree di Emergenza limitatamente a quelle di ammassamento e di ricovero per la popolazione. Desunte da Piani preesistenti; Si individuano le infrastrutture di Connessione fra Edifici Strategici e Aree di Emergenza. Anche in questo caso le informazioni dovrebbero essere desunte dai Piani preesistenti. Nel caso non fossero state individuate, si rende necessaria la loro individuazione. Tali strade dovranno limitarsi allo stretto necessario per garantire il collegamento fra gli elementi suddetti, in termini di percorribilità dei veicoli a servizio di edifici e aree in relazione alle funzioni che si svolgono; Si individuano le infrastrutture stradali che garantiscono l Accessibilità all insieme degli elementi sopra descritti con il territorio circostante; Si individuano gli Aggregati Strutturali, o singoli manufatti isolati, interferenti con le infrastrutture stradali o le Aree di Emergenza che ricadono nella condizione H>L o, per le aree, H>d. Ossia l altezza (H) sia maggiore della distanza tra l aggregato e il limite opposto della strada (L) o il limite più vicino dell area (d); Si riportano sulla mappa gli identificativi di Aggregato Strutturale, di Area di Emergenza, di infrastrutture di Accessibilità/Connessione; La compilazione delle schede può iniziare a tavolino, o direttamente su campo.

20 La situazione franosa in Lombardia

21 Rischio da frane sismo-indotte In termini di rischio sismico, cioè di danni potenziali per le aree antropizzate potenzialmente interessate da frane sismo-indotte, i comuni più esposti sono risultati: 1. Lecco (LC), 2. Darfo Boario Terme (BS), 3. Gargnano (BS), 4. Como (CO), 5. Rezzato (BS), 6. Varzi (PV), 7. Vobarno (BS), 8. Tremosine (BS) 9. Romagnese (PV)

22 Le grandi dighe Sul territorio lombardo sono presenti 77 grandi dighe, per un volume d invaso complessivo di quasi 2'000 milioni m3, dei quali circa il 50% è compreso nei quattro più grandi invasi per volume di regolazione, convenzionalmente definiti grandi laghi regolati, ad uso misto: Verbano, Lario, Sebino e Benaco. La diga più alta raggiunge 160 metri in quota dello sbarramento (Alpe Gera SO), mentre la più bassa raggiunge una quota di soli 1,65 metri (Bardello VA). Distribuzione delle grandi dighe sul territorio lombardo.

23 Le piccole dighe Il numero che rappresenta le piccole dighe di Regione Lombardia è pari a circa 600, delle quali circa il 50% concentrate nelle province di Bergamo e Brescia. La competenza relativa alla sicurezza delle stesse è affidata agli Uffici Territorialmente competenti, i quali effettuano unitamente al Gestore visite di controllo sugli invasi.

24 Accessibilità stradale La rete viabilistica lombarda è costituita da : più di 700 km di autostrade; km di strade statali; più di km di strade provinciali; oltre km di strade comunali

25 La rete ferroviaria La rete ferroviaria si estende in Lombardia per circa km con un totale di 421 stazioni. Di tale rete: circa 320 km con 120 stazioni costituiscono la rete regionale in concessione a Ferrovienord SpA (linee dei rami Milano ed Iseo di cui alla figura 1a); la restante parte appartiene alla rete nazionale in concessione a RFI SpA ed è suddivisa fra rete AV/AC (linea Milano - Bologna, linea Milano - Torino), rete fondamentale, rete complementare e linee nodo.

26 La rete ferroviaria

27 Sistema regionale di protezione civile

28 Il sistema regionale di Protezione Civile Quadro normativo legge regionale 16/2004 Testo unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile finalità di disciplinare le attività degli enti locali, degli enti pubblici e privati e delle organizzazioni di volontariato nel sistema regionale di protezione civile. legge regionale 31/2008 Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale specifica le attività relative alla lotta agli incendi boschivi

29 Gestione delle Emergenze - Rischi

30 Gestione delle Emergenze - Rischi

31 Gestione delle Emergenze I codici colori delle allerte

32 Gestione delle Emergenze Le tipologie di eventi

33 Gestione delle Emergenze Il ruolo dell amministrazione comunale

34 Gestione delle Emergenze Il ruolo del Sindaco

35 Gestione delle Emergenze Il ruolo degli enti

36 Gestione delle Emergenze Il ruolo della Regione

37 Gestione delle Emergenze centri coordinamento soccorsi C.C.S. I centri di coordinamento devono essere ubicati in edifici non vulnerabili, di facile accesso e dotati di risorse e attrezzature in grado di permettere di lavorare in continuità

38 I Centri di Coordinamento Soccorsi fanno capo alle Prefetture (vedi logo riportato nella cartografia) e vengono da esse attivati per la gestione delle emergenze. Gestione delle Emergenze centri coordinamento soccorsi C.C.S.

39 Gestione delle Emergenze centri coordinamento soccorsi C.C.S.

40 Organizzazioni di volontariato I volontari di protezione civile sono coordinati operativamente a livello territoriale dalle Province, le quali a loro volta possono essere supportate dai Comitati di Coordinamento del Volontariato (CCV), presenti in ognuna delle 11 Province e della Città Metropolitana di Milano.

41 Centri Operativi Misti C.O.M. Cosa sono i C.O.M.? I COM sono strutture di coordinamento interforze attivate dalle Prefetture e da queste dirette per la gestione dei Servizi di Emergenza in ambito, o anche solo comunale, quando gli eventi rientrino nella fascia b) come definito all art 2 della L s.m.i. o li superino.

42 Centri Operativi Misti C.O.M. Che ruolo hanno i C.O.M.? Tali organismi hanno lo scopo del coordinamento operativo in campo, raccordandosi a livello territoriale con i COC (Centri Operativi Comunali) dei singoli Municipi afferenti e a livello superiore con i Centri di Coordinamento Soccorsi insediati nelle rispettive Prefetture di riferimento o con le Sale Operative Provinciali unificate (se presenti in ambito di accordo locale tra Prefettura ed Ente Provincia).

43 Dove sono i C.O.M.? Centri Operativi Misti C.O.M. I COM, di prassi, vengono insediati in edifici di proprietà della Pubbliche Amministrazioni. Le sedi dei COM, secondo le ultime indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile del 31 marzo 2015 per l individuazione dei Centri operativi di coordinamento, devono essere possibilmente: baricentrali rispetto ai Comuni afferenti; raggiungibili entro 45 miniuti circa; geolocalizzati; certificati come strutture antisismiche dall ente proprietario; resistere ed essere non vulnerabili a qualsiasi altro tipo di rischio

44 Centri Operativi Misti C.O.M.

45 Sale Operative Regionali di Emergenza Urgenza (SOREU) SOREU ALPINA ASST Papa Giovanni XXIII Piazza OMS, 1 Bergamo Coord: , SOREU METROPOLITANA ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Piazza dell'ospedale Maggiore Milano Coord: , SOREU PIANURA Fondazione IRCCS Policlinico San Matte Viale Camillo Golgi, 19 Pavia Coord: , SOREU LAGHI Via Firenze Villa Guardia Como Coord: ,

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