PROPOSTA DI DELIBERA

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1 MoVimento 5 Stelle ASTI PROPOSTA DI DELIBERA Oggetto: Proposta per favorire la cessione di derrate alimentari a titolo gratuito da parte delle imprese che producono o distribuiscono alimenti e prodotti agro-alimentari RELAZIONE ILLUSTRATIVA La presente proposta è realizzata in forza della legge 166/2016, nata per contrastare lo spreco alimentare che in Italia ogni anno causa lo scarto di 5,1 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di quasi 13 miliardi di euro. Il 53% di esso, da quello generato dal settore primario fino ad arrivare alla ristorazione, è ancora conforme al consumo umano e potrebbe essere recuperato e destinato alle persone in stato di bisogno. Pertanto, la legge 166 si è posta l obiettivo di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari attraverso la realizzazione delle seguenti strategie: a) favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all utilizzo umano, ed in subordine al consumo animale, per affrontare un problema endemico quale lo spreco di cibo; b) contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti; c) intervenire in maniera incisiva a favore di coloro che si trovano in stato di bisogno e, contestualmente, venire incontro alle esigenze delle associazioni non profit che perseguono tali obiettivi. Tale operazione comporta diversi vantaggi: innanzi tutto una possibile riduzione del costo di raccolta e smaltimento dei beni rifiuti alimentari, che da scarto diventano risorsa produttiva. Tale aspetto, oltre che economico, è estremamente rilevante dal punto di vista etico e sociale: lo spreco alimentare costituisce, infatti, fonte di grandi iniquità.

2 Pertanto si ritiene che il Comune di Asti, favorendo e sponsorizzando tale misura, possa perseguire questi ineluttabili obiettivi istituzionali in campo alimentare, definiti dall accordo tra il Ministero dell Ambiente e l'anci, ossia: curare e promuove l informazione agli enti rappresentati per l applicazione della normativa nazionale vigente, anche in materia ambientale, attivando, in particolare, politiche di sensibilizzazione, coinvolgimento e divulgazione; promuovere la sostenibilità ambientale e sociale degli ambiti urbani, con particolare riferimento all individuazione e all applicazione di soluzioni innovative che consentano alle amministrazioni locali di conseguire tali obiettivi con maggiore efficienza e efficacia. La riduzione dello spreco alimentare, infatti, oltre al recupero delle eccedenze a fini solidali, incentiva quelle strategie che elidono a monte le cause di generazione delle eccedenze da parte degli esercenti commerciali, per esempio un maggior controllo della gestione delle scorte con strategie di just in time. Oltre a ciò, si affianca un risparmio economico legato al fatto che l Ente eroga la mensa sociale a cui accedono oltre 400 famiglie, ossia la distribuzione giornaliera di cibi caldi a chi ha un reddito inferiore al minimo vitale. Il costo di tale servizio a carico del Comune di Asti, sulla base del contratto di appalto attualmente in vigore, è pari a oltre IVA; tale proposta permetterà quindi di ridurre l impegno economico oltre che portare ad un miglioramento del prodotto offerto. Come previsto dalla legge 166/2016, articolo 2, le eccedenze alimentari consistono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, in prodotti alimentari invenduti o non somministrati per carenza di domanda, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, oppure ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; rimanenze prossime al raggiungimento della data di scadenza, non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell imballaggio secondario che ne inficiano le idonee condizioni di conservazione. Lo spreco alimentare ha conseguenze non solo etiche, economiche, sociali ma anche sanitarie e ambientali, dal momento che le enormi quantità di cibo non consumato contribuiscono fortemente al riscaldamento globale e alle carenze idriche. Dai dati WWF risulta infatti che per ogni kg di cibo si emettono in media 4,5 kg di CO 2. Oltre alla CO 2, enormi quantità d acqua sono necessarie a produrre il cibo che mangiamo ogni giorno. In particolare, la produzione di carne necessita di una quantità di acqua maggiore rispetto ad altre produzioni, per esempio per un chilo di mele sono necessari 820 litri, per un chilo di mais litri, per uno di carne di pollo 4.300, e fino a per un chilogrammo di manzo. Pertanto, se tali obiettivi sono di competenza del Governo e delle istituzioni internazionali, l Ente locale deve adottare tutte le misure a sua disposizione per perseguire gli interessi ambientali che riguardano il proprio territorio, in particolare se agricolo come l astigiano.

3 La legge 166/2016, proprio per incentivare l adozione da parte di coloro che producono o distribuiscono generi alimentari, individua nel risparmio sulla Tari lo strumento principe su cui far leva. L art. 17 stabilisce che ciò avviene attraverso una riduzione del coefficiente della tariffa proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. Nella proposta allegata è stata quindi individuata una riduzione della Tari sulla base della quantità effettivamente donata, pari a 250 euro ogni tonnellata, nel limite massimo della quantità di rifiuti che si possono produrre sulla base dell attività svolta e del coefficiente standard di produzione di rifiuti (Kd) di cui alla Tabella A del Dpr 158/99. Lo sconto così determinato viene calcolato nei limiti della quantità standard di rifiuti che si producono per una dimensione massima dell'esercizio commerciale di 300 metri quadrati; per eventuali quantitativi di prodotti alimentari devoluti eccedenti quanto così calcolato si applica un ulteriore sconto di 20 /tonnellata. In ogni caso lo sgravio non può eccedere la quota variabile della Tariffa e viene scomputato dalla Tari relativa all anno successivo. Nella seguente tabella si evidenzia, a titolo esemplificativo, il risparmio massimo possibile per un ristorante che adotta l iniziativa, sulla base della superficie e delle attuali tariffe TARI. Parte variabile ( /mq) 11,765 Parte fissa ( /mq) 12,559 Kd 28 Risparmio per tonnellata euro 250 Superficie [m 2 ] Costo parte fissa Costo parte variabile kg max restituibili ai fini del beneficio fiscale Risparmio max euro Risparmio max % ,95 588, ,00 28, , , ,00 28, , , ,00 28, , ,00 28, , , ,00 28, , , , , ,

4 PROPOSTA I consiglieri comunali Massimo Cerruti, Davide Giargia, Alessia Sapuppo, Giorgio Spata, Premesso che: è aumentato negli ultimi anni il bisogno di somministrare pasti ed alimenti agli indigenti; contestualmente lo spreco di cibo prossimo alla scadenza o prodotto da ristoranti e non somministrato rimane su livelli elevati con evidenti problemi di etica e di produzione di rifiuti. Considerato che: la legge 166/2016 punta a favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all utilizzo umano, ed in subordine all alimentazione animale; la legge 166/2016, articolo 17, consente ai Comuni di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa relativa alla tassa sui rifiuti proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione; con il termine eccedenze alimentari si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agroalimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo: - invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; - rimanenze di attività promozionali; - prossimi al raggiungimento della data di scadenza; - rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; - invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; - non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione. Si propone: 1) Di inserire nel regolamento Tari l art 21bis, rubricato come di seguito: Art. 21bis - Riduzione per cessione gratuita di derrate alimentari a) Alle utenze non domestiche relative ad attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che producono o distribuiscono beni alimentari e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l alimentazione animale, può essere riconosciuto

5 uno sconto per ogni tonnellata, debitamente certificata, di beni e prodotti alimentari ritirati dalla vendita e gratuitamente ceduti. La riduzione non potrà comunque eccedere l intera quota variabile della tariffa. A tal fine, la ditta che intende fruire della riduzione deve: - dare preventiva comunicazione sia al gestore del servizio che all Amministrazione comunale; tale comunicazione produce effetti anche per gli anni successivi in caso di invarianza delle condizioni previste; - trasmettere, a pena di decadenza, entro e non oltre il 31 gennaio dell anno successivo, apposita comunicazione con l indicazione delle quantità di prodotti alimentari devoluti e delle associazioni beneficiarie nell anno precedente, allegando la documentazione probatoria. b) Ai soggetti che adottano l iniziativa viene concesso uno sconto riconosciuto sulla quota variabile della tariffa è così determinato: - per attività con superficie inferiore o uguale a i 300 mq si applica uno sconto di 250,00 per ogni tonnellata di prodotti alimentari devoluti (nei limiti del quantitativo massimo dato dal prodotto tra Kd S); - per attività con superficie superiore ai 300 mq si applica uno sconto di 250,00 per le tonnellate di prodotti alimentari devoluti entro il limite determinato dal prodotto tra Kd e la superficie calcolato sui primi 300 mq; per eventuali quantitativi di prodotti alimentari devoluti eccedenti quanto così calcolato si applica un ulteriore sconto di 20 /tonnellata. c) Le cessioni gratuite di beni destinati all alimentazione animale comportano uno sconto pari al 50% rispetto a quanto riportato alla lettera b). d) Il maggior tributo eventualmente versato sarà riconosciuto a consuntivo mediante conguaglio compensativo con il tributo dovuto per l anno successivo a quello cui si riferisce la documentazione di cui alla lettera a) ovvero, mediante rimborso dell eventuale eccedenza pagata in caso di incapienza. 2) Di attivare, contestualmente, una campagna informativa alla cittadinanza attraverso tutti i sistemi di comunicazione attivi e a disposizione dal Comune (giornalino Comunale, pagina istituzionale del Comune sui vari social network, sito web del Comune), nonché sulla stampa, dell iniziativa e degli aderenti della cessione di derrate alimentari. Asti, 28/10/2017 Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Asti

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