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1 Organisation Internationale de la vigne et du vin OIV Statistical publications: Stat OIV extracts: OIV Vine and Wine Outlook OIV Vine and Wine Outlook ISBN OIV - 18, rue d Aguesseau F Paris 97229_OIV Statistiques Kaft.indd All Pages 17/03/14 11:53

2 STATISTICHE VITIVINICOLE MONDIALI

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4 PREFAZIONE PREFAZIONE Il rapporto statistico annuale è inteso a fornire dati numerici e informazioni riguardanti un mercato vitivinicolo mondiale in continua espansione; a tal fine, ogni anno analizza i casi di crescita nel settore della vite e del vino. Il presente rapporto fornisce dati sulla situazione vitivinicola mondiale negli anni 2010 e Il suo scopo è di offrire una prospettiva migliore, attraverso un ampia diffusione delle conoscenze riguardanti il settore vitivinicolo, cosicché i paesi membri possano essere ben informati e mantenere una certa qualità della produzione. L OIV Wine and Vine Outlook OIV ( ) presenta una prospettiva generale sulle informazioni mondiali, regionali e nazionali riguardanti la vite, l uva, l uva passa, il vino e gli altri prodotti viticoli. L'obiettivo di questo annuario è informare sulle tendenze del settore del vino a livello mondiale. Il presente volume si suddivide in tre capitoli: il primo è dedicato all'analisi delle superfici vitate, mentre gli altri due sintetizzano le principali tendenze in termini di produzione, commercio e consumo di uva e di vino. I testi e le tabelle descrivono principalmente gli sviluppi registrati nel periodo I dati pubblicati nel presente rapporto sono stati unificati con le informazioni rese disponibili dal Dipartimento di statistica dell Organizzazione delle Nazioni Unite per l alimentazione e l agricoltura (FAO) conformemente all accordo di cooperazione sancito tra le due istituzioni intergovernative. Sul lungo periodo, sebbene le attività di monitoraggio della produzione e degli scambi tendano ancora a fare una classificazione dei principali prodotti del settore (uva fresca, uva passa, vini, ecc.), le statistiche pubblicate dalla FAO a partire dal 2006 relative al consumo riguardano i prodotti primari, ossia, per il settore di interesse, l uva fresca. Per questo motivo, se per i paesi membri dell OIV che hanno compilato il questionario annuale statistico è stato possibile accedere direttamente alle informazioni relative al consumo per singolo prodotto, per gli altri è stato necessario sistematizzare il ricorso a un approccio di bilancio per accedere ai dati disponibili. Infine, è opportuno segnalare che, come accade ormai da diversi anni, il presente documento ha beneficiato delle informazioni messe a disposizione dalla Commissione europea, in particolare in materia di monitoraggio dei sistemi industriali e delle scorte dei suoi Stati membri. Una versione digitale dell OIV Wine & Vine Outlook ( ) e le serie di dati che lo corredano possono essere ottenuti gratuitamente nella sezione statistica del sito web dell'oiv: OIV Vine and Wine Outlook

5 SOMMARIO SOMMARIO PREFAZIONE... 3 SOMMARIO SUPERFICI VITATE LA SUPERFICIE DEL VIGNETO MONDIALE DISTRIBUZIONE E COMPOSIZIONE DEL VIGNETO MONDIALE UVA PRODUZIONE DI UVA Uva per il consumo fresco Produzione mondiale di uva passa Uva ammostata Produzione di succo d uva COMMERCIO DI UVA FRESCA E PASSA CONSUMO Consumo di uva fresca Consumo di uva passa VINO COMMERCIO DEL VINO Importazioni di vino Esportazioni di vino CONSUMO DI VINO Altri usi commerciali CONCLUSIONI APPENDICI OIV Vine and Wine Outlook

6 ELENCO DELLE TABELLE Tabella 1: Superfici vitate nei principali paesi produttori di vino (in migliaia di ha). 9 Tabella 2: Produzione mondiale di uva (in q) Tabella 3: Consumo di succo d'uva in alcuni paesi (in hl) Tabella 4: Produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) (in hl) Tabella 5: Principali paesi produttori di vino (in migliaia di hl) Tabella 6: Consumo umano mondiale di vino (in migliaia di hl) Tabella 7: Differenza tra produzione e consumo mondiale di vino (in migliaia di hl) Tabella 8: Differenza tra produzione e consumo di vino dei principali paesi produttori (in migliaia di hl) Abbreviazioni utilizzate mha: migliaia di ettari Mha: milioni di ettari mq: migliaia di quintali Mq: milioni di quintali mhl: migliaia di ettolitri Mhl: milioni di ettolitri l/ab: litri per abitante kg/ab: chilogrammi per abitante

7 ELENCO DEGLI ALLEGATI Appendice A. Superficie del vigneto mondiale Appendice B. Distribuzione del vigneto mondiale Appendice C. Produzione mondiale di uva Appendici D & E. Provenienza e destinazione dell'uva fresca disponibile nel 2010/11 Appendice F. Produzione mondiale di uva destinata al consumo fresco Appendice G. Produzione mondiale di uva passa Appendice H. Importazioni di uva fresca Appendice I. Esportazioni di uva fresca Appendice J. Importazioni di uva passa Appendice K. Esportazioni di uva passa Appendice L. Consumo umano mondiale di uva fresca Appendice M. Consumo umano individuale di uva fresca per anno Appendice N. Consumo umano mondiale di uva passa Appendice O. Consumo umano individuale di uva passa per anno Appendice P. Produzione mondiale di vino Appendice Q. Importazioni di vino Appendice R. Esportazioni di vino Appendice S. Consumo umano mondiale di vino Appendice T. Consumo umano individuale di vino per anno Appendice U. Usi del vino nell esercizio 2010/11 Appendice V. Consumo umano mondiale di prodotti vitivinicoli

8 1. SUPERFICI VITATE (appendici A e B) OIV Vine and Wine Outlook

9 1. SUPERFICI VITATE 1.1 La superficie del vigneto mondiale Si definiscono superfici vitate le aree complessivamente coltivate a vigneto, incluse quelle non ancora in produzione o non ancora vendemmiate. Nel 2011, la superficie a vigneto complessiva si è ridotta di ha rispetto al 2010, portando la superficie vitata mondiale a mha. Tale riduzione è in linea con la tendenza negativa che ha caratterizzato l evoluzione delle superfici vitate mondiali dal 2003 (quando si raggiunsero i ha) e, più in generale, dagli anni '80, quando in media il vigneto mondiale si situava intorno agli mha. Questo fenomeno si deve principalmente all'applicazione della nuova organizzazione comune di mercato 1 (OCM) all interno dell'unione europea (UE). Il vigneto dell UE, che rappresenta quasi il 60% della superficie vitata mondiale, si è ridotto da mha nel 2008 a mha nel Ciò nonostante, la riduzione del vigneto dell UE è stata in parte compensata dal mantenimento e in alcuni casi dall'espansione, delle superfici coltivate nel resto del mondo, in primis grazie alla crescita notevole di Cina e India. 1 L'organizzazione comune di mercato (OCM) è stata ideata per monitorare il mercato agricolo dell UE. La nuova OCM per il vino prevede che a partire dalla stagione 2008/09 e sino alla stagione 2010/11, i viticoltori possano beneficiare di un premio per l'abbandono definitivo, sulla base della semplice decisione individuale del richiedente e nei limiti di una quota di bilancio, consentendo lo sradicamento di 175 mha in 3 anni. Tale sussidio è disponibile per tutti i produttori dei paesi membri che producono oltre cinque milioni di litri di vino. OIV Vine and Wine Outlook

10 1. SUPERFICI VITATE Tabella 1: Superfici vitate nei principali paesi produttori di vino (in migliaia di ha) Paese Var /2008 Spagna % Francia % Italia % Cina % Turchia % USA % Portogallo % Iran % Argentina % Romania % Cile % Australia % Moldova % Sud Africa % Totale mondiale * % * In base ai calcoli dell'oiv Come evidenziato nella tabella A in appendice, il percorso evolutivo dell'estensione del vigneto mondiale non è omogeneo nei vari continenti ed emergono numerose differenze. L'Africa, con 373 mha coltivati a vigneto (+1,2% rispetto al 2010), rimane a un livello in linea con quello degli ultimi anni. La leggera crescita è dovuta principalmente all'espansione dei vigneti nordafricani, specialmente in Algeria, con +3 mha rispetto al La superficie a vigneto delle Americhe (America settentrionale e America meridionale), dopo una modesta flessione nel 2010, continua a espandersi, raggiungendo mha. Questa evoluzione è principalmente attribuibile alle variazioni positive registrate dal 2006 in tre paesi principali: Brasile (+9%), Cile (+3%) e USA (+2%). Oltre a questi, un quarto paese produttore emergente, il Perù, ha registrato una crescita notevole del 20% tra il 2009 e il Al contrario, l'argentina ha perso il 4,6% della propria superficie vitata, facendo registrare una perdita di 10,6 mha tra il 2009 e il Questa tendenza è però segnata da una revisione nel metodo di calcolo della superficie coltivata a vite in Argentina, che dal 2011 non include più sentieri e capezzagne. OIV Vine and Wine Outlook

11 1. SUPERFICI VITATE L'Asia, con mha coltivati a vite, continua a vedere crescere il proprio vigneto, sebbene a un ritmo inferiore rispetto agli anni precedenti. Si deve notare che una parte importante di questo vigneto è destinata all elaborazione di prodotti non vinificati, in particolare in India, Iran, Turchia e Siria. I vigneti cinesi e indiani sono i principali motori trainanti di questa crescita a ritmo sostenuto. Il primo è cresciuto a un ritmo incalzante del +4% annuo, sia nel 2010 che nel 2011, per un totale di +41,6 mha in soli due anni, mentre il secondo ha registrato una crescita del 38,8% (+33,3 mha) nello stesso periodo. Ancora una volta, si è registrata un'evoluzione negativa in Turchia, che ha visto la dimensione del proprio vigneto ridursi nuovamente (-5,6 mha tra il 2010 e il 2011 e -44 mha tra il 2006 e il 2011), arrivando a 508 mha nel È doveroso menzionare un paese emergente nel settore vinicolo, Israele, il cui tasso di crescita del vigneto è simile a quello indiano (sebbene meno di 10 mha siano destinati alla coltivazione della vite). La notevole riduzione del vigneto europeo, come già menzionato, è fortemente segnata dall'applicazione dei nuovi regolamenti comunitari (OCM). Dal 2008/09 al 2010/11 incluso, la struttura del mercato comune consente ai produttori di vino di ricevere un premio per l'abbandono definitivo e un gruppo molto nutrito di produttori degli Stati membri ha richiesto di beneficiare della misura. In particolare, dal 2008 al 2011, gli effetti più significativi si sono registrati in Spagna (-133 mha), Francia (-51 mha), Italia (-49 mha), Portogallo (-6 mha), Bulgaria (-11 mha) e Ungheria (-7 mha). Nel 2011, la superficie complessiva del vigneto continentale si è ridotta di 176 mha rispetto al 2009 (con una perdita media annua del 2%). Allargando la visuale al di fuori dell UE, si trovano alcuni paesi che stanno emergendo nel mondo del vino e i cui vigneti sono in costante crescita, anche grazie a politiche di bilancio espansionistiche mirate allo sviluppo del settore vinicolo. Questo è il caso di Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kazakhstan e Uzbekistan. In Oceania, dopo un picco di 213 mha nel 2009, la superficie destinata ai vigneti si sta riducendo lentamente, con un estensione nel 2011 di 207 mha. Dopo due decenni di crescita, i dati 2011 mostrano una riduzione delle dimensioni della superficie dovuta principalmente alla débâcle australiana del 2010 (-6,6 mha in un anno); questo nonostante la leggera crescita del vigneto nell'altro paese produttore oceanico: la Nuova Zelanda (+2,7% rispetto al 2009). È opportuno, tuttavia, ridimensionare le evoluzioni continentali, ponderandole sulla base dell importanza relativa delle superfici vitate di ciascun continente. Ad esempio, l'europa rappresenta ancora il 56,6% della superficie mondiale coltivata a vigneto nel 2011, ovvero detiene la maggior parte dei vigneti mondiali. In classifica seguono l'asia (22,4%), le Americhe (13,3%) l'africa (5%) e l'oceania (2,8%). 1.2 Distribuzione e composizione del vigneto mondiale Osservando la distribuzione e la composizione del vigneto mondiale, emergono due interessanti dati statistici: la percentuale delle vigne non ancora in produzione e le diverse varietà di uva coltivate (qui suddivise in uva da vino, uva da tavola e uva passa). OIV Vine and Wine Outlook

12 1. SUPERFICI VITATE La quota del vigneto mondiale totale che ancora non produce uva, che può fornire un'idea del potenziale di produzione dei prossimi anni 1, rappresenta all'incirca il 5,2% nel 2011 (rispetto al 5,5% del 2010 e al 3,5% del 2009). Questo sembrerebbe corrispondere a un tasso di copertura relativamente stabile rispetto agli anni precedenti (a parte il 2009, in cui il tasso era eccezionalmente basso), ma si deve tenere presente che questa media non considera i grandi vigneti, come quelli cinesi, indiani, iraniani o portoghesi. Questo tasso, per i paesi per i quali sono disponibili le informazioni, varia dal 9% di Nuova Zelanda e Brasile (ossia potrebbe essere un grande potenziale di produzione per i prossimi anni) al 2% di Germania e Grecia. Ciò nonostante, nella grande maggioranza dei paesi è compreso tra il 4% e il 7%. Sebbene in passato sia esistita una differenza significativa tra le percentuali di vigne non ancora in produzione osservate nei tre maggiori produttori europei e quelle dei paesi dell'emisfero australe e degli USA, si può dire che la percentuale dei vigneti nuovi o rinnovati, che pertanto non producono ancora uva, sta generalmente convergendo tra i paesi, per quanto a un ritmo diverso per ognuno di essi. Infatti, le medie nel 2010 dei due gruppi di paesi, produttori storici europei da un lato e "nuovi" produttori non-europei dall'altro, sono molto simili, intorno al 5,5%. Spostando l'attenzione sulla composizione del vigneto, è possibile individuare le diverse quote di uva da vino, uva da tavola e uva passa coltivate in ogni paese. Come mostrato nella tabella B in appendice, esistono alcuni paesi con una quota significativa di vigneti destinati all'uva da tavola. Questo è in particolare, nel 2011, il caso del Brasile (39%), del Cile (29%), del Sud Africa (15%), della Grecia (15%) e dell'italia (8%). Allo stesso modo, e per i paesi di cui sono disponibili le informazioni, negli USA e in Grecia la quota di superficie in produzione destinata all essiccamento è notevole, rispettivamente 22% e 23% nel È necessario un periodo di almeno tre anni dall'impianto perché la vigna produca un raccolto commerciabile. OIV Vine and Wine Outlook

13 1. SUPERFICI VITATE OIV Vine and Wine Outlook

14 2. UVA (appendici da C a O) 2.1 Produzione di uva Uva per il consumo fresco Produzione mondiale di uva passa Uva ammostata Produzione di succo d uva 2.2 Commercio di uva fresca e uva passa 2.3 Consumo Consumo di uva fresca Consumo di uva passa OIV Vine and Wine Outlook

15 2. UVA 2.1 Produzione di uva Nel 2011 la produzione mondiale di uva (695,8 Mq) è cresciuta per il quinto anno consecutivo: un incremento di 41 milioni di quintali tra il 2007 e il Nonostante la superficie mondiale vitata abbia continuato a ridursi dal 2003, la produzione globale di uva mostra un trend di crescita stimolato dalle straordinarie prestazioni dei paesi produttori asiatici. Questa situazione può essere in parte spiegata dalla crescita tendenziale dei raccolti e dalla parziale redistribuzione geografica del vigneto mondiale (una grande percentuale dei nuovi vigneti si trovano in regioni dotate di irrigazione). Tabella 2: Produzione mondiale di uva (in q) Anni Produzione 1971/ / / / / / / Nel 2011 l'africa, con circa 41,2 Mq, conferma un livello di produzione in linea con gli ultimi due anni (-1.3% rispetto al 2009): le maggiori variazioni rispetto al 2010 si sono avute in Algeria (-1,6 Mq), Egitto (-0,4 Mq), Marocco (+0,4 Mq) e Sud Africa (+0,6 Mq). Per le Americhe, gli anni 2010 e 2011 rappresentano un biennio di crescita per la produzione di uva, che aumenta significativamente rispetto al 2009 con 150,2 Mq, pari a Mq. Questa crescita continentale corrisponde a un incremento della produzione in Argentina, Brasile e Cile, con rispettivamente +10,7%, +13,0% e +16,1% tra il 2010 e il Anche se il suo livello di produzione rimane abbastanza basso, è doveroso menzionare un paese, il Perù, che sembra avere un gran potenziale e che ha registrato una crescita sostanziale tra il 2006 e il 2011 (+55%). Come previsto, in concomitanza con la rapida crescita complessiva delle superfici a vigneto, l'asia registra un aumento di 8,7 Mq nel 2010, raggiungendo i 191 Mq. Rispetto al 2009, la crescita più significativa ha luogo in Cina (+11,3 Mq). OIV Vine and Wine Outlook

16 2. UVA L'Europa vede la propria produzione di uva 2011, con 294,1 Mq, aumentare rispetto al 2010, riportandosi ai livelli del Ciò nonostante, si deve evidenziare che la produzione 2010 detiene il record negativo di minor raccolto di uva degli ultimi 30 anni in Europa. Queste forti variazioni sono prevalentemente determinate dalle tendenze di produzione non lineari di Austria, Francia, Germania, Ungheria, Romania e Moldova: questi paesi, considerati complessivamente, perdono 14,4 Mq nel 2009/10 e guadagnano 16,1 Mq nel 2010/11. Si noti inoltre che le regioni mediterranee come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia hanno registrato variazioni nella produzione di uva in completa controtendenza rispetto al gruppo di paesi precedente (aumenti nel 2010 e cali nel 2011). Questo può suggerire che, mentre il livello medio di produzione è prevalentemente influenzato dalla superficie e dal rendimento, il fattore climatico è la principale variabile da tenere in considerazione nell'analisi delle variazioni della produzione. Similmente all'europa, in Oceania i livelli di produzione di uva perdono 1,7 Mq nel 2010, mentre il raccolto 2011 si caratterizza per una crescita di 0,9 Mq, con un totale di 18,9 Mq. Il raccolto 2011 rappresenta inoltre un record per la Nuova Zelanda, con 3,3 Mq Uva per il consumo fresco (Appendice F) Basandosi su un approccio di bilancio, questa produzione corrisponde alla percentuale di uva prodotta totale non trasformata destinata al consumo fresco, in seguito alle correzioni dovute agli scambi internazionali ed escluse le perdite. Il livello di produzione così calcolato, incluse le perdite, nel 2011 ha raggiunto 212,6 Mq, dopo una flessione nel 2010, quando il totale di uva prodotta per il consumo fresco era di circa 203,9 Mq. Il livello di produzione mondiale registra una notevole tendenza positiva, considerato che il tasso di crescita tra il 2007 e il 2011 è di circa l'11%. L'Asia è di gran lunga il continente con la produzione più elevata, con 125,9 Mq nel Essa rappresenta il 59,2% della produzione mondiale, seguita dall'europa, la cui quota è il 17,3%. Seguono le Americhe e l Africa, che rappresentano rispettivamente il 12,8% e il 10% della produzione mondiale. È degna di nota la grande crescita registrata in Cina, che è passata da una produzione di 17,5 Mq nel 2000 a 65 Mq nel Tra i grandi produttori (con più di 10 Mq prodotti l anno) la Cina è l'unica a mostrare una tendenza così positiva nell'ultimo quinquennio: Egitto, India, Iran e Italia hanno registrato tassi di crescita negativi Produzione mondiale di uva passa (appendice G) Questa produzione corrisponde al totale delle uve che vengono destinate all appassimento, a prescindere dalla destinazione iniziale dei vigneti che le hanno prodotte. Va ricordato che alcuni produttori ricorrono all'ammostatura per regolarizzare il mercato dell'uva passa, mentre altri producono uva passa utilizzando uve inizialmente destinate al consumo fresco. OIV Vine and Wine Outlook

17 2. UVA Nel 2011 la produzione mondiale di uva passa, in linea con gli anni precedenti, ha raggiunto 12,4 Mq (+2% rispetto al 2009 e -4% rispetto al 2010). Questo livello di produzione potrebbe essere considerato alto, in quanto è prossimo al record di produzione di uva passa del 2010: 12,9 Mq. Anche in questo caso l'asia, con 6,57 Mq nel 2011, è il principale continente produttore di uva passa. Rappresenta il 52,9% della produzione mondiale, seguito dalle Americhe, con 35,9% e dall'europa, che rappresenta il 6,5% del totale. I maggiori paesi produttori sono Turchia (4,1 Mq), USA (3,4 Mq) e Iran (1,5 Mq). Rendimento Il rendimento è qui definito quale la misura della quantità di uva che viene prodotta in un'unità di superficie del vigneto ed è stato calcolato usando l'intera superficie del vigneto nazionale. Il grafico consente l'esame dell'evoluzione della produttività media quinquennale del vigneto nei cinque continenti per il periodo 1985/2010. Come menzionato in precedenza, i dati mostrano una crescita tendenziale complessiva del rendimento a livello mondiale: negli ultimi 25 anni si è registrato un miglioramento del 26,7%. La maggior parte di questo sviluppo è da attribuire ai trend di crescita di Americhe, Asia e Africa, mentre l'europa è grosso modo stabile nel corso degli anni (malgrado la riduzione dei suoi vigneti) e l'oceania registra una tendenza negativa 1. Dall'analisi della produttività emerge anche che i paesi che producono principalmente "prodotti non fermentati", la maggior parte dei quali si concentra in Asia, Africa e Americhe, mostrano una maggiore produttività. Questo è confermato dai dati sui singoli paesi: ad esempio, la produttività media dei quattro paesi che sono prevalentemente produttori di uva fresca e passa (Egitto, Cina, India e Turchia) è di 123 q/ha, circa il 50% in più del rendimento registrato in paesi storicamente produttori di vino (Argentina, Francia, Italia e Portogallo). Spostando l'analisi a livello di paese, tra le migliori prestazioni del 2011 si trovano l'iraq (191 q/ha), l'egitto (190 q/ha), gli USA (165 q/ha) e il Brasile (162 q/ha), mentre alcuni dei rendimenti più bassi si sono registrati in Georgia (28 q/ha), Bulgaria (33 q/ha), Portogallo (40 q/ha), Moldova (42 q/ha) e Spagna (55 q/ha) Uva ammostata 1 Ciò nonostante, si noti che nel calcolo del rendimento si includono i vigneti non ancora in produzione, pertanto il risultato finale potrebbe differire leggermente, in particolare in paesi come Australia e Nuova Zelanda, dove la percentuale di vigneti non ancora in produzione è alta. OIV Vine and Wine Outlook

18 2. UVA La quantità di uva ammostata può essere calcolata per differenza, considerando che corrisponde alla quantità di uva intesa per fini diversi dal consumo fresco e dall'essiccatura. A tale scopo, si utilizza un coefficiente standard di trasformazione dell uva fresca in uva passa pari a 0,25. Ciò significa che sono necessari 4 kg di uva fresca per ottenere 1 kg di uva passa.calcolata in questo modo, nel 2011 la quantità totale di uva ammostata è stata di circa 1 : 695,8-212,6 - (4 x 12.4) = 433,6 Mq, rappresentando quindi il 62,3% della produzione mondiale di uva. Guardando indietro agli ultimi cinque anni (2006/10), questa proporzione è rimasta abbastanza stabile e compresa tra il 62% e il 64%. Il trend di crescita della produzione mondiale di uva ha pertanto beneficiato principalmente della produzione di uva non vinificata, la maggior parte della quale è uva da tavola. Ciò nonostante, devono essere tenute in considerazione anche le incertezze riguardanti le perdite (che interessano prevalentemente l'uva fresca) e le attività di vinificazione nazionali (ad es. la preparazione delle bevande alcoliche). Spesso non sono considerate nelle statistiche ufficiali, eppure gli esperti ritengono che in alcuni paesi questi dati non siano irrilevanti. I 464 Mq di uva ammostati nel 2011 sono stati principalmente utilizzati per produrre vino e succo d uva, ma anche per produrre prodotti intermedi non-fermentati non intesi per il consumo umano diretto, come i mosti concentrati e non e succhi concentrati. Le principali destinazioni di questi prodotti intermedi sono: il riutilizzo per arricchire il mosto, lo stoccaggio, per allungare il periodo di produzione di succo d'uva o di vino o per conservare una potenziale fonte di arricchimento per i raccolti futuri, l utilizzo industriale (ad es. marmellate) o l alimentazione animale. Le informazioni statistiche attualmente disponibili sulle quantità di prodotti intermedi non fermentati, così come le loro destinazioni, non consentono ulteriori analisi di questi flussi Produzione di succo d uva In molti paesi non esistono informazioni su questo particolare tipo di produzione e, quando esistono, spesso c'è confusione tra produzione di succhi e di mosti. Non è pertanto possibile, allo stato attuale, presentare una qualsiasi analisi statistica precisa sull argomento. Tuttavia, facendo riferimento alla tabella 3 (appendice V) relativa al consumo di succo d uva in alcuni paesi, la produzione mondiale di succo d uva può essere stimata in circa 10 Mhl. Tabella 3: Consumo di succo d'uva in alcuni paesi (in hl) 1 Produzione mondiale totale di uva nel 2011 : 671,1 Mq. Produzione mondiale di uva destinata al consumo fresco nel 2011: 212,6 Mq. Produzione mondiale di uva passa espressa in quintali di uva nel 2011: quattro volte il peso del frutto secco, e cioè 4 x 12,423 Mq. OIV Vine and Wine Outlook

19 2. UVA Brasile USA Germania Francia Giappone Canada Cile Sud Africa Regno Unito Paesi Bassi I dati di questa tabella provengono principalmente dai questionari dell'oiv ed è incompleta. Mancano, infatti, le informazioni relative al consumo di succo d uva, nonché una precisazione sui prodotti inclusi nei dati forniti (succhi, succhi concentrati, mosti, ecc.) e ciò in alcuni paesi per cui è ipotizzabile supporre che tali consumi non siano così trascurabili, come l'argentina, la Cina, l'australia, la Grecia o la Spagna. Nondimeno, è interessante notare che tendenze opposte caratterizzano i due principali consumatori: Brasile e USA. Mentre il consumo del primo è cresciuto dal 2007 in media del 14% l'anno, il secondo ha perso, nello stesso periodo, il 7% su base annua. 2.2 Commercio di uva fresca e passa (appendici H, I, J e K) Nel 2011 il volume totale delle importazioni di uva fresca raggiunge 38,6 Mq (livello prossimo al record del 2008), pari a +4,1% rispetto al 2010, anche le esportazioni registrano una crescita in volume con 39,1 Mq, +2% rispetto al Gli Stati Uniti d America restano, nel 2011, il primo importatore mondiale con circa 5,8 Mq, davanti alla Russia (4 Mq). Questi paesi sono seguiti da Germania e Paesi Bassi con 3 Mq importati, Regno Unito (2,3 Mq), Canada (1,8 Mq) e Francia (1,6 Mq). Spostando l'attenzione sulle esportazioni, il Cile è il leader mondiale con 8,3 Mq esportati, superando ancora una volta l'italia (5 Mq esportati). Seguono gli USA, con 4,1 Mq esportati, che possono essere considerati il mercato più aperto di uva fresca (primo importatore e terzo esportatore al mondo). Rispetto al 2010, nel 2011 il commercio mondiale di uva passa (con 8 Mq) registra un calo delle importazioni del -3,3%, mentre le esportazioni segnano una modesta crescita, +0,6%. OIV Vine and Wine Outlook

20 2. UVA Il Regno Unito si conferma, anche per il 2011, il maggior importatore di uva passa con 1,2 Mq importati (15% delle importazioni mondiali), seguito da Germania (830 mq), Paesi Bassi (583 mq), Russia (454 mq), Giappone (296 mq), Australia (295 mq), Francia (239 mq) e Italia (211 mq). Per quanto concerne le esportazioni, l'asia è di gran lunga il maggior esportatore nel 2011, guidata dalla Turchia (2,1 Mq) e dall'iran (1,2 Mq); ma anche gli USA ricoprono un ruolo importante nel mercato internazionale dell'uva passa, essendo il secondo maggior esportatore, con 1,5 Mq. Per rendere l'idea dell'importanza di questi tre grandi produttori nello scacchiere mondiale dell'uva passa, essi insieme contano per quasi il 60% delle esportazioni totali. 2.3 Consumo Consumo di uva fresca (appendici L e M) Nel 2011 il consumo umano mondiale di uva fresca è stato di 207,7 Mq, un incremento del 4,4% rispetto al Questo livello può essere qualificato come alto, +23,5% rispetto alla media 2001/05 di 168 Mq. L'Asia continua a essere il maggior consumatore, con 127,9 Mq di uva consumata, una crescita del 7,3% rispetto al Di questi, la Cina pesa per 65,2 Mq, la Turchia per 16,4 Mq, l'iran per 14,5 Mq e l'india per 10,9 Mq. L'Europa segue con 39,8 Mq consumati, mantenendosi all'incirca allo stesso livello registrato nel Ciò nonostante, si noti che il periodo è stato caratterizzato da un livello di consumo stabile intorno ai 41 Mq, mentre il consumo 2010 e 2011 si è riportato ai livelli del periodo 2003/05. Tale minore livello è imputabile al drastico calo della domanda interna, in particolare in Italia, di gran lunga il maggior consumatore europeo, che ha visto una riduzione di quasi 1 Mq tra il 2009 e il A seguire sono le Americhe, con 20,5 Mq consumati nel 2011, livello rimasto abbastanza stabile, sebbene leggermente inferiore rispetto a quello degli anni precedenti. La piccola differenza si deve al minor consumo registrato in Perù e negli USA nel 2011 rispetto al Quindi viene l'africa, con 18,5 Mq, un livello simile a quello del 2007, che mostra una flessione dei consumi nel 2010 di -9,4%. In Oceania, il consumo umano di uva fresca è limitato, 1017 mq, un incremento significativo rispetto al dato per il 2010 (+46,5%). Espresso in consumo medio per abitante nel 2011, il consumo umano annuale di uva fresca è maggiore nei Balcani, dove Albania (54,7 kg/ab), Bosnia-Erzegovina (46,9 kg/ab), ERJ di Macedonia (44,2 kg/ab) e Slovenia (41,8 kg/ab) mostrano livelli di consumo molto alti rispetto alla media mondiale. In Siria, Armenia, Turkmenistan, Turchia e Iran, il livello di consumo è tra i 20 e i 25 kg/ab. Americhe e Oceania sono i continenti con il più basso consumo di uva fresca pro capite. OIV Vine and Wine Outlook

21 2. UVA Si ricordi che si tratta di livelli di consumo apparenti, per la maggior parte estratti dai bilanci. Pertanto, è probabile che confondano l'effettivo consumo di uva fresca con il consumo di prodotti della vinificazione domestica (ad es. Rakia 1 ) Consumo di uva passa (appendici N e O) Nel 2011, il consumo umano mondiale di uva passa è stato di 12,6 Mq (+6,7% rispetto al 2009), che è uno dei livelli di consumo più elevati dal 2000 (il più alto è stato nel 2010, con 12,8 Mq). Se l Asia è di gran lunga il principale continente produttore, non è il primo consumatore. L'Europa ha registrato un consumo di 4,9 Mq, una flessione del 2,9% rispetto al Il principale mercato nazionale europeo rimane il Regno Unito, davanti alla Germania e alla Russia. Questo calo è dovuto principalmente alla riduzione del consumo interno in Russia e in Grecia, che insieme hanno ridotto il proprio consumo di uva di 238 mq. L'Asia è il secondo maggior consumatore, con 3,8 Mq, un aumento del 7% rispetto al Questo è principalmente attribuibile al significativo aumento del consumo osservato in Turchia. L'Asia è seguita dalle Americhe, che registrano 3,1 Mq (+10% rispetto al 2009). In questo contesto, le variazioni del livello di consumo di uva passa sono fortemente influenzate dal peso relativo degli USA, che rappresentano il 65,8% del mercato interno dei due continenti nel 2011, il più grande mercato interno del mondo. Seguono, infine, l Oceania (0,5 Mq consumati) e l Africa (0,3 Mq consumati). Questi due continenti mostrano diverse tendenze tra 2009 e 2011: mentre il consumo della prima è cresciuto del 7%, quello della seconda è calato dell'8%. Espresso in media per abitante nel 2011, il consumo umano individuale annuale di uva passa è maggiore nei Paesi Bassi (2,4 kg/ab), segue la Grecia (2,3 kg/ab), il Regno Unito (1,8 kg/ab), l'islanda (1,5 kg/ab) e infine l Irlanda, la Danimarca e il Libano (1,3 kg/ab). 1 Alcol di origine vitivinicola nella ERJ di Macedonia e in Bulgaria. OIV Vine and Wine Outlook

22 OIV Vine and Wine Outlook

23 3. VINO (appendici da P a U) 3.1 Produzione mondiale di vino 3.2 Commercio del vino Importazioni di vino Esportazioni di vino 3.3 Consumo di vino Altri usi commerciali OIV Vine and Wine Outlook

24 3. VINO 3.1 Produzione di vino (Appendice P) Insieme alla riduzione delle dimensioni dei vigneti, anche la produzione è diminuita nel La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) ha raggiunto 267 milioni di ettolitri nel 2011, (quasi 3 Mhl in più di quanto prodotto nel 2010). Tabella 4: Produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) (in hl) Anni Produzione 1981/ / / / / Nel 2011 l'africa ottiene una produzione totale di 11 Mhl, un incremento rispetto al livello di produzione del 2010 (+5,4%). Tale crescita è quasi esclusivamente imputabile al Sud Africa, che ha aumentato la propria produzione da 9,3 Mhl nel 2010 a 9,7 Mhl, sebbene questo livello sia inferiore a quello del 2008, quando superò i 10 Mhl. Le Americhe raggiungono 51 Mhl di vino prodotto nel 2011 (sempre escludendo succhi e mosti), un incremento di 435 mhl rispetto al Questa evoluzione continentale si deve in particolare al considerevole aumento della produzione brasiliana, passata da 2,5 Mhl del 2010 a 3,5 Mhl nel 2011, tornando a grandezze positive dopo il calo del 2010, e al raccolto record in Cile di 10,5 Mhl (18,3%, +1,6 Mhl rispetto al 2010). Gli USA, con 19,2 Mhl esclusi succhi e mosti, registrano una produzione di vino relativamente modesta nel 2011, -10,3% rispetto al 2010, e l'argentina, che dopo una produzione molto alta nel 2010, conosce anch'essa una flessione significativa del -4,8% rispetto al L'Asia continua a vedere la propria produzione di vino crescere, sotto l'effetto della produzione stimata della Cina. La produzione continentale ha raggiunto, nel 2011, i 15 Mhl di vino prodotto (+342 mhl/2010, pari a +2,3%); di cui 200 mhl sono stati prodotti in Cina 1. 1 La suddetta valutazione della produzione continentale è basata sulla trasformazione teorica in vino (e, in modo marginale, di uva passa) della porzione di produzione cinese non destinata al consumo fresco. Questa valutazione è stata fornita dalla FAO. Si tratta, dunque, di un approccio per eccesso del livello di produzione nella misura in cui la totalità delle uve non sono destinate alla produzione di vino, così OIV Vine and Wine Outlook

25 3. VINO L'Europa, con una produzione totale di vino (esclusi succhi e mosti) di 176,4 Mhl, nonostante la crescita dell'1% del 2010, conferma una produzione che si può descrivere come bassa. Rispetto alla produzione 2010, il calo quantitativo più rilevante si è registrato in Italia, dove la produzione di vino si è ridotta di quasi 6 Mhl rispetto al 2010 (-12%). Anche le produzioni portoghese (-21%) e spagnola sono diminuite rispettivamente di 1,5 e 2 Mhl. Al contrario, la produzione francese è cresciuta di 6,3 Mhl (+14%), mentre la produzione tedesca 2011 è stata normale e la produzione romena (4 Mhl) ha registrato una ripresa, senza però riuscire a tornare ai livelli precedenti al disastroso raccolto del 2010 (i raccolti 2009 e 2010 hanno prodotto rispettivamente 6,7 e 3,3 Mhl). In Oceania, la produzione australiana ha continuato a decrescere, lottando per superare la soglia degli 11 Mhl, mentre la produzione della Nuova Zelanda ha segnato un raccolto record di 2,35 Mhl. come definita dall OIV, ma anche a bevande fermentate a base di miscele di frutta o distillati diretti di uva. Tuttavia, l assenza di statistiche precise sul tipo di trasformazione subìta dalle uve, nonché il carattere recente (2003) della definizione statistica del vino in Cina, conducono a privilegiare tale approccio, giacché non implica una rottura statistica. OIV Vine and Wine Outlook

26 3. VINO I venti primi paesi produttori del mondo sono classificati come segue: Tabella 5: Principali paesi produttori di vino (in migliaia di hl) PAESE Francia Italia Spagna USA Argentina Cina Australia Cile Sud Africa Germania Russia Portogallo Romania Brasile Ucraina Austria Grecia Ungheria Nuova Zelanda Croazia OIV Vine and Wine Outlook

27 3. VINO Dopo quattro anni consecutivi in cui l'italia ha occupato il posto di maggiore produttore del mondo, nel 2011 la Francia è tornata in testa ai paesi produttori. Altri elementi degni di nota sono l'avanzamento di posizione del Cile e l'emergere della Nuova Zelanda nella Top 20 dei produttori di vino. 3.2 Commercio del vino (appendici Q e R) Il mercato mondiale del vino, qui considerato come il totale delle esportazioni provenienti da tutti i paesi, ha raggiunto i 103 Mhl nel 2011, ossia +8% rispetto al 2010, confermando così la tendenza al rialzo degli scambi mondiali osservata tra il 2009 e il 2010: 95,9 Mhl il dato del 2010 (+9,6%) contro gli 88 Mhl del La crisi ha dunque sicuramente giocato un ruolo nell'intensificarsi di questa tendenza, già notata lo scorso anno, dove la proporzione del commercio di vino sfuso è in crescita. Il corollario è che gli scambi stanno diventando sempre più complessi, con una proporzione crescente di riesportazioni, tra gli altri nel commercio transcontinentale. Anche le importazioni mondiali totali sono cresciute del 7,4% rispetto al 2010, raggiungendo i 98 Mhl Importazioni di vino L'Africa ha raggiunto i 2,9 Mhl di vino importati nel 2011 (+13% rispetto al 2010), tornando così ai suoi livelli del I principali paesi tradizionalmente importatori del continente rimangono Angola, Costa d'avorio e Sud Africa. Le Americhe vedono proseguire il trend di crescita, i due subcontinenti raggiungono 16 Mhl, +4,6% rispetto al Gli USA, con 10,2 Mhl importati nel 2011 (+10,1% rispetto al 2009), si confermano alla terza posizione nella classifica dei maggiori importatori del mondo. L'Asia continua a veder crescere le proprie importazioni nel 2011 fino a quasi 8 Mhl (+16% rispetto al 2010). Numerosi paesi hanno registrato degli aumenti, in particolare la Cina, dove il volume delle importazioni è cresciuto di quasi il 111% rispetto al L'Europa è di gran lunga il maggior continente importatore, con 69,7 Mhl nel 2011 (+7% rispetto al 2010 e +15,4 rispetto al 2009). Questo è dovuto in particolare alla crescita relativa di Ungheria (che è passata da 181 mhl nel 2010 a 537 mhl nel 2011), Romania (908 mhl nel 2011, +305% rispetto al 2010), Spagna (703 mhl nel 2011, +73,6 rispetto al 2010) e Grecia (+89,7% rispetto al 2010). Le importazioni continuano a crescere nel Regno Unito, secondo maggior importatore del mondo per volume (13,2 Mhl, +3,4% rispetto al 2010) e in Germania, che rimane il maggior importatore del mondo, dove si registra un +9,2% rispetto al 2010, toccando i 16,1 Mhl. L'Oceania, con 1,2 Mhl, continua a registrare un incremento delle proprie importazioni; all'origine c è l'aumento delle importazioni australiane, +11,4% rispetto al Esportazioni di vino Come indicato sopra, le esportazioni sono significativamente cresciute nel corso dell'ultimo anno, +8% rispetto alla stagione precedente. OIV Vine and Wine Outlook

28 3. VINO Nel 2011, le esportazioni mondiali di vino rappresentano approssimativamente il 42,8% del consumo mondiale (contro il 36% del 2009). Da questo possiamo capire che esiste una tendenza stabile da alcuni anni a questa parte di crescita costante delle transazioni internazionali nel contesto della stabilità del consumo globale, un segno che il calo dei consumi dei paesi tradizionalmente produttori viene compensato da un aumento nei paesi le cui necessità di vino eccedono la produzione interna, implicando che questi lo debbano ricorrere alle importazioni. Le esportazioni africane si riducono leggermente rispetto al 2009, toccando il livello dei 3,7 Mhl (-4,3%). La crisi economica ha avuto l'effetto di ridurre di 423 mhl il volume delle esportazioni continentali rispetto al La causa principale è la flessione delle esportazioni sudafricane (3,6 Mhl, -4,3% rispetto al 2009). Le Americhe vedono il volume totale delle proprie esportazioni scendere del 3,5% nel 2011 (13,8 Mhl). Questa riduzione si deve principalmente alla flessione del -14,6% rispetto al 2010 (6,2 Mhl) registrata dal grande esportatore americano, il Cile. Argentina e USA continuano la loro crescita, rispettivamente +13,5% (3,1 Mhl) e +5% (4,2 Mhl) rispetto al L'Asia, un modesto esportatore, ha aumentato ulteriormente il livello delle proprie esportazioni con 0,7 Mhl. Le esportazioni di vino dall'europa sono complessivamente cresciute, raggiungendo 76 Mhl (+13% rispetto al 2010), ossia il 74% delle esportazioni mondiali del Come già menzionato, l'aumento complessivo delle esportazioni di vino include il trasporto di vino sfuso. Tale crescita a livello continentale è dovuta alla crescita registrata nei principali paesi esportatori: la Spagna registra un notevole incremento in volume, con +30,7% rispetto al 2010, per raggiungere i 22,4 Mhl, l'italia tocca quota 23,2 Mhl (+8% rispetto al 2010), Francia e Portogallo rispettivamente 14,7 Mhl e 3 Mhl. L'Oceania ha ridotto le proprie esportazioni ed è scesa a 8,6 Mhl nel 2011 (-673 mhl, - 7,3% rispetto al 2010) principalmente a causa delle minori esportazioni australiane (-800 mhl rispetto al 2010). 3.3 Consumo di vino (appendici S e T) Nel 2011, il consumo di vino ha raggiunto il livello di 244 Mhl, un leggero incremento di 1,6 Mhl rispetto al Dopo un picco a 255 Mhl nel 2007, il consumo di vino è sceso, ma la stabilità dei dati relativi al 2010 e al 2011 mostra che la tendenza negativa sembra essersi arrestata. Tabella 6: Consumo umano mondiale di vino (in migliaia di hl) Anno Consumo Differenza rispetto OIV Vine and Wine Outlook

29 3. VINO all anno precedente 1976/ / / / / / L'Africa, con 7,6 Mhl, mostra una nuova crescita del 5% rispetto al Si è registrato anche un aumento della domanda interna in Algeria (+30%/2010), Angola (+9,2/2010), Sud Africa (+1,8%/2010) e Tunisia (+10,7%/2010). Le Americhe, con 53 Mhl (+1,2% rispetto al 2010) vedono crescere il proprio livello di consumo. Questo si deve principalmente al protrarsi della crescita negli USA (28,4 Mhl, +3% rispetto al 2010), il secondo maggior consumatore di vino del mondo. L'Asia, con 21,8 Mhl di vino consumati (+7% rispetto al 2010) è il terzo continente in termini di consumo. La Cina 1 continua a essere la principale forza trainante del continente, raggiungendo 16,3 Mhl (+7,6% rispetto al 2010). Si noti anche la crescita del 5% registrata in Turchia e quella del Giappone, dove il consumo continua a salire raggiungendo i 2,8 Mhl, un incremento del 6,8% rispetto al Si tratta di un consumo apparente in Cina, ottenuto dal calcolo (stimato usando dati FAO) "produzione + importazioni - esportazioni". Questo molto probabilmente porta a un assimilazione del vino con altre bevande fatte con l uva (incluse le bevande distillate, in quanto non esistono dati accessibili sull elaborazione di vino). Altre valutazioni non ufficiali derivano questa quantificazione dalle vendite delle aziende produttrici di vino, nel senso del termine dell'oiv. Ciò nonostante, la congruità di questi dati è sconosciuta e tenerli in considerazione causerebbe un'interruzione nelle serie statistiche (solo dal 2003 in Cina esistono delle statistiche esclusive per i vini). Queste valutazioni riducono le quantità della metà, in quanto i vini importati sfusi sono generalmente inclusi tra i vini prodotti da uva cinese nei dati delle vendite di vino in bottiglia di queste grandi aziende. OIV Vine and Wine Outlook

30 3. VINO In Europa il consumo continua a diminuire, sebbene con 155,8 Mhl di vino consumato rimane di gran lunga il maggior continente consumatore (64% del consumo mondiale nel 2011). I principali consumatori europei mostrano una tendenza al calo dei consumi rispetto agli anni precedenti: stabilità del consumo in Francia (+0,49 Mhl, sebbene dopo una netta flessione di 1,3 Mhl tra 2009 e 2010), stabile anche il consumo in Germania e leggera flessione in Spagna (-1 Mhl), Regno Unito (-0,4 Mhl) e Portogallo (-0,1 Mhl), mentre il consumo italiano cala nettamente di circa 1,6 Mhl. In Oceania, con un livello di oltre 6 Mhl di vino consumato, il livello di consumo cresce leggermente ma un ritmo più basso degli scorsi anni (-1% rispetto al 2010). Per quanto riguarda la media del consumo individuale di vino per anno, questa è stata decrescente per decenni, in particolare tra i paesi dell'europa meridionale, dove il cambiamento delle abitudini di consumo (aumento del consumo fuori di casa, sostituzione con altre bevande) si ripercuote sulla domanda complessiva. Nel frattempo, il consumo di vino cresce rapidamente in Asia. Il vino in Cina sta crescendo, con un consumo individuale aumentato del 39% tra il 2002 e il 2011 (sebbene non si debba sottovalutare l'effetto moltiplicatore della demografia del paese). Si ricorda inoltra che questo consumo apparente include in parte anche prodotti fermentati a base di uva impropriamente classificati come vino, come ad esempio i brandy. La Francia detiene il primato mondiale del consumo pro capite di vino, con 46,4 litri l'anno, registrando però una flessione del 20% a partire dal 2002 (appendice T). Il Lussemburgo ha uno dei più alti consumi pro capite, ma questi dati sono di difficile interpretazione, dato il ragionevole presupposto che gli acquisti di non residenti abbiano un fortissimo impatto sul risultato apparente. Il consumo pro capite è calato sostanzialmente nei paesi tradizionalmente produttori e consumatori come Francia, Italia e Spagna. Logicamente, i livelli di consumo individuale più altri si riscontrano nei paesi tradizionalmente produttori di vino. È stato registrato un notevole incremento del consumo individuale dal 2002 al 2011 in Georgia, passando da 7,4 l/ab fino ai 21,4 l/ab. Russia e Ucraina continuano a mostrare una crescita dei livelli di consumo individuale, raggiungendo, rispettivamente, 7,9 l/ab e 6,9 l/ab nel 2011 (con un incremento per entrambe di quasi l'80% rispetto al 2002). Anche in America settentrionale il consumo individuale è cresciuto, raggiungendo nel 2011 i 9,2 l/ab negli USA e i 12,4 l/ab in Canada. Nei nuovi paesi produttori, dove il potenziale di produzione è recentemente cresciuto, il consumo individuale è in crescita: in Australia ha raggiunto i 23,3 l/ab e in Nuova Zelanda i 2 l/ab nel 2011, crescendo rispettivamente del 14% e del 28% rispetto al OIV Vine and Wine Outlook

31 3. VINO Infine, nei paesi non produttori, si riscontra generalmente un trend di crescita del consumo individuale. Ad esempio, i dati del 2011 per i seguenti paesi mostrano un aumento della media: Paesi Bassi (22,7 l/ab), Regno Unito (20,5 l/ab), Belgio (27,1 l/ab), Norvegia (15 l/ab). Scorte (appendice U) Le analisi in merito alle scorte di vino mondiali (presso le aziende o in commercio) sono ardue, data l'assenza di informazioni sistematiche e regolari e di dati relativi alle proporzioni dell uso industriale. Tuttavia, giacché per entrambe le stagioni 2009/10 e 2010/11 abbiamo informazioni disponibili su paesi rappresentanti il 78% della produzione mondiale di vino nel 2011 e il 77% nel 2010, si può logicamente desumere che le scorte mondiali di vino a fine campagna 2009/10 e 2010/11 sono in genere allo stesso livello, o leggermente inferiori, di quelle all'inizio delle stesse campagne per tutti i paesi considerati. In termini macroeconomici, questa tendenza è generalmente coerente con la modesta crescita della produzione mondiale di vino tra il 2010 e il 2011 (+3 Mhl, +1,1%) comparata con il lieve aumento del consumo mondiale (circa 1,5 Mhl, +0,6%) e il conseguente lieve aumento dei vini distillati. Ciò nonostante, come indicato per gli anni precedenti, si deve ricordare che non è disponibile una "argomentazione" macroeconomica per tutti i paesi e i segmenti di mercato: se le scorte crescono in Argentina, Francia e Sud Africa, queste si riducono in Italia e in Germania Altri usi commerciali Anche in quest'ambito i dati non sono disponibili per tutti i paesi. Nel settore dei prodotti distillati i dati a disposizione interessano esclusivamente quei paesi che hanno rappresentato il 64% della produzione mondiale di vino nel Vale la pena tuttavia di segnalare che nel mercato UE a 15 sono stati utilizzati circa 15,7 Mhl nel 2009/10 e 11,6 Mhl nel 2010/11 (contro i 19,6 nel 2008/09, 13,4 Mhl nel 2007/08, 21 Mhl nel 2006/07, 26 Mhl nel 2005/06, 22,4 Mhl nel 2004/05 e 24,8 Mhl, 20,3 Mhl e 22,8 Mhl rispettivamente nel 2001/02, 2002/03 e 2003/04) per la produzione di distillati di vino e fecce (inclusi i volumi utilizzati per produrre brandy con indicazione geografica). Si noti però che a questa cifra si devono aggiungere circa 8,6 Mhl nel 2009/10 e 9,5 Mhl nel 2010/11 per lo stesso mercato (rispetto a 6,1 Mhl, 3,8 Mhl, 3,4 Mhl, 5,2 Mhl, 5,5 Mhl, 3,9 Mhl and 4,5 Mhl rispettivamente dal 2002/03 al 2008/09) di vini destinati ad altri usi industriali, come la produzione di aceto e vermut. OIV Vine and Wine Outlook

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