REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO TERRITORIO ED AMBIENTE

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1 Giornata di formazione LE SOSTANZE CHIMICHE: RISCHIO PER L AMBIENTE E LA SICUREZZA Ancona, 16 maggio 2003 Arch. Giuseppe Mariani: D. Lgs. 334/1999 Ruolo e funzioni della Regione Marche Premessa Le industrie a rischio di incidenti rilevanti presenti sul territorio della Regione Marche rappresentano un settore strategico per lo sviluppo regionale che comprende attualmente n. 18 stabilimenti, tra i quali la raffineria API di Falconara M. Per la definizione di un ELENCO delle industrie, fin dall anno 2000 è stato effettuato un censimento delle attività industriali coinvolte dall attuazione del decreto presso tutti gli Enti interessati (Prefetture, Vigili del Fuoco, Province, Comuni, Arpam ed altri Servizi regionali), con aggiornamento annuale ultimo: decr. dirigenziale 10 marzo 2003, n. 71. L entrata in vigore del decreto 334/99 ha comportato l obbligo per i gestori degli stabilimenti industriali interessati di presentare la DOCUMENTAZIONE concernente l attività svolta entro la scadenza del 13 ottobre 2000, con trasmissione alla Regione (oltrechè ad altri Enti specificatamente individuati) in relazione alla minore o maggiore quantità di sostanze pericolose presenti, di: relazione (art. 5 del decreto) con scheda di informazione (Allegato V) per cittadini e lavoratori; oppure solo notifica (art. 6) con scheda di informazione o rapporto di sicurezza (art. 8) con notifica e scheda di informazione. Entro l anno 2002, il CTR (Comitato Tecnico Regionale) presso l Ispettorato regionale dei Vigili del Fuoco, organo competente per le istruttorie e l emanazione del

2 provvedimento conclusivo, ha completato l esame della documentazione relativa alle ditte soggette all art. 8 (tra le quali la ditta API). Funzioni regionali A seguito dell emanazione del decreto n. 334/1999 (art. 18), la Regione deve disciplinare l esercizio delle competenze amministrative in materia di incidenti rilevanti, con: - individuazione delle autorità competenti titolari delle funzioni e raccordo con il procedimento di valutazione di impatto ambientale; - definizione delle modalità per il coordinamento dei soggetti che procedono all istruttoria tecnica, nonché le modalità per l esercizio della vigilanza e del controllo; - definizione delle procedure per l adozione degli interventi di salvaguardia dell ambiente e del territorio. Il trasferimento effettivo delle competenze amministrative in materia dallo Stato alle Regioni avverrà dopo la stipula di un accordo di programma a seguito dell approvazione di apposita normativa regionale di attuazione del decreto 334/1999: nel frattempo, alcune funzioni già esercitabili dalla Regione sono state, pertanto, disciplinate con delibera G. R. n. 1170/2001. In particolare, si tratta dell accessibilità alla popolazione interessata delle informazioni sulle misure di sicurezza (art. 22) riguardanti gli stabilimenti, tramite i Comuni e dell attivazione di un programma di controllo (art. 25) mediante visite ispettive delle industrie soggette alla presentazione della sola notifica (con scheda di informazione). La Regione ha quindi, anche il compito di vigilanza tramite ispezioni e controlli: per quest ultimo adempimento, stante la carenza di personale adeguatamente formato, il Servizio Tutela e Risanamento Ambientale con l Ispettorato regionale dei Vigili del Fuoco e l Arpam ha organizzato un 1 corso per verificatori ispettivi sui sistemi di gestione della sicurezza (novembre/dicembre 2001) che ha coinvolto personale dell Arpam e dei Vigili

3 del Fuoco, che ha consentito l avvio nell anno 2002 del PROGRAMMA DI CONTROLLO (delibera 4 marzo 2002, n. 437) sulle industrie mediante visite ispettive, con cadenze periodiche (tranne quelle soggette all art. 8, ancora di competenza ministeriale fino all emanazione della normativa regionale). Nel frattempo, nelle more dell approvazione della legge regionale, in data 29 luglio 2002 è stata firmata una CONVENZIONE tra il dirigente del Servizio Tutela e Risanamento Ambientale e l Ispettore regionale dei Vigili del Fuoco (con il coinvolgimento dell Arpam) per l attuazione degli adempimenti derivanti dal D. Lgs. n. 334/99: questa convenzione è la prima siglata a livello nazionale (con l assenso formale del Ministero dell Interno), nella prospettiva di un trasferimento concertato delle competenze. Inoltre, per il coordinamento degli adempimenti connessi all attuazione del 334 e la verifica periodica del loro stato di attuazione, è stato istituito un GRUPPO DI LAVORO con delibera G. R. n. 2691/2000, al quale partecipano i Servizi regionali interessati (Protezione Civile e Sanità), oltrechè Arpam ed Ispettorato regionale dei Vigili del Fuoco. Legge regionale Il conferimento alle Regioni delle competenze, come sopra riportato, avverrà subordinatamente all adozione della specifica legge regionale, seguita dalla stipula di un accordo di programma, ai sensi dell articolo 72 del D. Lgs.n. 112/1998, tra Stato e Regione Marche. Pertanto, il Servizio Tutela e Risanamento Ambientale ha predisposto la bozza della proposta di legge sul rischio industriale fin dal mese di luglio 2001, che si compone di 19 articoli: vengono individuate due procedure per gli stabilimenti esistenti (art. 9) e nuovi (art. 10) soggetti alla presentazione del rapporto di sicurezza, con l emanazione del provvedimento conclusivo di competenza della Regione (art. 3). Le istruttorie verranno effettuate dalla prevista Commissione Tecnica Regionale sui rischi di incidente rilevante

4 (art. 8), che sostituisce l attuale Comitato Tecnico Regionale presso l Ispettorato del Vigili del Fuoco di cui al DPR n. 577/1982, salvaguardando nella sua composizione la preziosa esperienza acquisita dai Vigili del Fuoco, affiancati dall Arpam; l istituzione della Commissione avverrà con Decreto del Presidente della Giunta regionale. Le Province infine, approveranno i Piani di emergenza esterna delle ditte interessate. Decreti attuativi del D. L. gs. 334/1999 L emanazione di decreti attuativi del 334/99, come quello sui porti industriali e petroliferi (DM Amb. 293 del 16 maggio 2001) che interessa l area portuale del Comune di Ancona ed in particolare, il decreto Min. LL PP 9 maggio 2001 su requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante hanno comportato la necessità di attivare forme di concertazione da parte della Regione con la partecipazione degli Enti coinvolti (Province, Comuni, Ispettorato regionale VVF, Arpam, ecc.) per gli adempimenti previsti: predisposizione R.I.S.P. - rapporto integrato di sicurezza portuale (decr. Porti) e redazione delle varianti urbanistiche (decr. Urbanizzazione). A tal fine, è stata emanata la delibera 23 dicembre 2002, n approvazione delle attività concernenti gli interventi a sostegno dell attuazione del D. Lgs. 334/99, con previsione del finanziamento delle attività relative agli adempimenti di cui sopra. Pianificazione d emergenza Quanto alla pianificazione d emergenza, l art. 20 del 334/99 prevede la predisposizione da parte dei Prefetti competenti del piano di emergenza esterno di un industria a rischio, al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti: tale Piano è obbligatorio per le industrie soggette alla presentazione del rapporto di sicurezza (art. 20, c. 1), mentre è facoltativo per quelle soggette a notifica (qualora ritenuto necessario per la salvaguardia della salute pubblica e dell ambiente in relazione alla collocazione dell industria nel territorio). Nella Regione Marche lo stato di attuazione della

5 pianificazione d emergenza esterna è abbastanza avanzato: risulta non ancora redatto il solo Piano di una ditta interessata in provincia di Ascoli Piceno; gli altri piani sono stati tutti predisposti in via provvisoria (in attesa della conclusione delle istruttorie presso il CTR, avvenuta alla fine dello scorso anno). Ancona, 5 maggio 2003 Arch. Giuseppe Mariani

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