COMUNE DI FIRENZE CITTA METROPOLITANA DI FIRENZE. CONTECH S.r.L. STUDIO AMBIENTALE PRELIMINARE Assoggettabilità a V.I.A.

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1 STUDIO ASSOCIATO DI TECNOLOGIE AMBIENTALI Piazza Cavour, Barberino di Mugello Tel Fax COMUNE DI FIRENZE CITTA METROPOLITANA DI FIRENZE CONTECH S.r.L. STUDIO AMBIENTALE PRELIMINARE Assoggettabilità a V.I.A. PROGETTO PRELIMINARE RECUPERO Verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA relativamente alle operazioni di gestione rifiuti speciali non pericolosi di cui all art. 216 del D. Lgs. 152/2006, in un impianto di produzione di conglomerato bituminoso ubicato in Via dell Argingrosso 197/P nel Comune di Firenze (FI). Committenza: CONTECH S.r.L. Sede legale e sede insediamento: Via dell Argingrosso 197/P nel Comune di Firenze. Relazione Tecnica redatta da: dott. chim. Alessandro TREDICI dott. ing. Stefano PASQUETTI Barberino di Mugello, 24 Settembre 2015

2 INDICE CONTECH S.R.L INTRODUZIONE... 3 DESCRIZIONE DELL ATTIVITÀ PER LA PRODUZIONE DI CONGLOMERATI BITUMINOSI... 5 PREPARAZIONE DEL CONGLOMERATO BITUMINOSO A CALDO... 5 Materie prime occorrenti Processi di lavorazione Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività a) DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLE MPS OTTENUTE DAL RECUPERO DI CUI AL PUNTO A Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività b) DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLE MPS OTTENUTE DAL RECUPERO DI CUI AL PUNTO A DESCRIZIONE DELL ATTIVITÀ PER LA PRODUZIONE DI MATERIALI PER L EDILIZIA DESCRIZIONE DEI PRINCIPALI ELEMENTI DELL IMPIANTO MOBILE ALIMENTAZIONE GRUPPO DI VAGLIATURA GRUPPO DI FRANTUMAZIONE GRUPPO DI DEPOLVERIZZAZIONE GRUPPO DI DEFERRIZZAZIONE DESCRIZIONE CICLO PRODUTTIVO Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività c) DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLE MPS OTTENUTE DAL RECUPERO DI CUI AL PUNTO C DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DESCRIZIONE AREE DI MESSA IN RISERVA E RECUPERO DESCRIZIONE DELLE AREE DI CONTENIMENTO DELLE MPS DESCRIZIONE DELLE ATTREZZATURE ED IMPIANTI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DELLA SALUTE GESTIONE DELL ATTIVITÀ DI RECUPERO SCOPO RIFERIMENTI MODALITÀ OPERATIVE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI ESTERNAMENTE AL CANTIERE CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DEL TEST DI CESSIONE ALLEGATI ALLEGATO 1 AREE DI MESSA IN RISERVA R13 E STOCCAGGIO MATERIE PRIME... 29

3 Introduzione In uno scenario evolutivo in cui si assiste all incremento della sensibilità ecologica anche nel settore dell attività edilizia civile e delle infrastrutture in genere, la Società CONTECH Srl vuole rispondere positivamente a due obiettivi: Tattico inteso a dare risposta immediata a necessità di conferimento e valorizzazione di materiali di scarto. L asfalto fresato per la manutenzione ed il rifacimento di manti stradali che si prevede di recuperare risponderà ad elevati parametri tecnico-ambientali, in ottemperanza alla Normativa vigente. Il materiale inserito nel ciclo produttivo dell impianto darà un effettiva risposta ad un fabbisogno reale senza implementare la pressione ambientale propria dell attività di produzione di conglomerato bituminoso da materie prime vergini. Strategico inteso a promuovere, consolidare e preservare, anche sul lungo termine, una rete operativa che consenta il recupero del rifiuto in oggetto producendo conglomerato bituminoso di alta qualità generando consenso per l attività in generale finalizzato anche all'acquisto in impianto del prodotto da parte di operatori professionali. Le operazioni che si intendo effettuare ricadono nell Allegato C Operazioni di recupero alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e più precisamente vengono definite come R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 ed R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche. Le operazioni da effettuarsi saranno finalizzate al recupero dei seguenti rifiuti e saranno conformi ai disposti del DM 5 Febbraio 98 e nello specifico ai punti dell Allegato 1, Suballegato 1 Norme tecniche generali per il recupero di materia dai rifiuti non pericolose: Codice CER miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce punto 7.3 a e 7.3 c dell Allegato, Suballegato 1; Codici scorie non trattate, scorie di fusione, rifiuti del trattamento delle scorie punto 4.4 dell Allegato, Suballegato 1. La presente relazione tecnica viene presentata in quanto è intenzione della Ditta Contech S.r.l., in qualità di gestore dell area, presentare istanza di autorizzazione al recupero rifiuti ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/06, da inserirsi nell ambito di una procedura unica ai sensi del DPR 59/2013, per 3

4 l attività di recupero, individuata nell allegato C dello DM 5 Febbraio 98 con la sigla R13 (messa in riserva) ed R5 (produzione conglomerato bituminoso nelle forme usualmente commercializzate) e R5 (produzione di materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate). Di seguito in tabella è riportato lo scenario futuro che la ditta intende attuare. DESCRIZIONE DEI RIFIUTI QUANTITATIVI MASSIMI ATTIVITÀ DI RECUPERO TIPOLOGIA DEL D.M e s.m.i. ELENCO EUROPEO DEI RIFIUTI (CODICI C.E.R.) MESSA IN RISERVA STOCCAGGIO ISTANTANEO 1 (MC/g) (t) (Tons/g) RECUPERO (t/a) OPERAZIONI DI RECUPERO MATERIE PRIME O DEI PRODOTTI OTTENUTI O DESTINAZIONE FINALE PREVISTA DAL D.M e s.m.i. R13-R lett. a) [170302] lett. a) produzione conglomerato bituminoso vergine a caldo e a freddo Conglomerato bituminoso nelle forme usualmente commercializzate R13-R lett. c) lett. c) [170302] Produzione di materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali mediante selezione preventiva (macinazione, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventuale miscelazione con materia inerte vergine) Materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate lett. b) [100202] [100903] [100201] R13-R lett. b) Produzione di conglomerati bituminosi per l'edilizia Conglomerati bituminosi per l'edilizia nelle forme usualmente commercializzate Tabella n. 1 Schema tipologia e quantitativi rifiuti trattati. L attività di recupero delle tipologie dei rifiuti non pericolosi sopra indicati si esplicherà (in conformità a quanto previsto nell allegato 1, sub allegato 1 del D.M. 05 febbraio 1998 e s.m.i.) mediante l utilizzo dei processi di produzione e vendita dei conglomerati bituminosi a caldo e dei materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate. 4

5 Descrizione dell attività per la produzione di conglomerati bituminosi L attività proposta dalla Ditta Contech S.r.l. ubicata in Via dell Argingrosso 167/P nel Comune di Firenze (FI), riguarda la produzione di conglomerato bituminoso effettuata con un impianto di cui si descrive in dettaglio il ciclo di lavoro. Gli impianti per la produzione di conglomerato bituminoso utilizzano: materie prime come inerti, bitume, leganti/emulsioni bituminose; rifiuti speciali non pericolosi individuati dal seguente codice CER ad una percentuale massima del 35% dei materiali in ingresso nel caso del conglomerato bituminoso a caldo. riscaldati e miscelati per confezionare una miscela bituminosa pronta per essere stesa per la realizzazione di pavimentazioni stradali. Preparazione del conglomerato bituminoso a caldo Materie prime occorrenti. Inerti di varia granulometria (ghiaia 1-2-3, sabbia e filler) Bitume per conglomerati GPL per alimentare il bruciatore del cilindro essiccatore e quello della caldaia oleotermica Rifiuti non pericolosi CER , , e I rifiuti non pericolosi di cui alla scheda riassuntiva dei rifiuti comunicati vengono recuperati nel ciclo produttivo a caldo secondo quantità variabili rispetto al totale degli inerti vergini. Le caratteristiche tecnologiche attuali del processo di produzione dei conglomerati bituminosi consentono, a caldo, un impiego del rifiuto fino ad un massimo del 35% del peso totale degli inerti vergini. Il ciclo tecnologico del processo produttivo consiste essenzialmente nel miscelare a caldo, in percentuali predeterminate, secondo modalità descritte nel prosieguo, tutti gli ingredienti costitutivi del conglomerato bituminoso: materiali lapidei (litoidi) di varia granulometria (sabbia, ghiaia, filler) rifiuti non pericolosi e bitume. I conglomerati bituminosi ottenuti hanno caratteristiche analoghe a quelle dei conglomerati bituminosi usualmente commercializzati. La potenzialità oraria di produzione di conglomerato bituminoso a caldo per l'impianto Marini ULTIMAP 2700 E250 L/R, è stimata in circa 210 tons/h. 5

6 Detto processo produttivo si esplicherà secondo le fasi descritte di seguito. Processi di lavorazione. Stoccaggio materie prime, carico dei predosatori Gli aggregati (inerti) utilizzati per la composizione della miscela sono depositati in cumuli, dai quali vengono prelevati mediante una pala meccanica che alimenta le tramogge dei predosatori suddivisi in base alla pezzatura del materiale. I predosatori provvedono al dosaggio volumetrico delle singole pezzature di aggregati, al fine di ottenere la curva granulometrica richiesta dalla formula in produzione. Infatti ciascun scomparto dei predosatori è provvisto di un nastro estrattore in gomma azionato da un motore a velocità variabile che, favorendo lo scarico di materiale inerte, ne controlla anche la portata. I materiali dosati dai singoli estrattori cadono su un nastro trasportatore collettore che alimenta il cilindro essiccatore. Essiccazione La fase di preriscaldamento e di essiccazione degli aggregati avviene in un essiccatore cilindrico a fiamma diretta. All interno del cilindro essiccatore rotante gli aggregati vergini si muovono in controcorrente rispetto ai gas generati dal bruciatore: un apposita palettatura provvede a sollevare e a far ricadere ripetutamente i materiali, facilitando lo scambio termico con i gas della combustione. Nella zona prossima al bruciatore sono installate delle speciali palette che, durante la rotazione, trattengono gli inerti impedendo loro di cadere in forma di pioggia attraverso l intera sezione del tamburo. Il bruciatore di tipo chiuso ad alta pressione alimentato a gas metano di rete, è dotato di dispositivo di sicurezza che interrompe automaticamente la mandata del combustibile in caso di mancata accensione del bruciatore, o di spegnimento accidentale. Dopo aver ceduto calore agli aggregati le emissioni derivanti dal processo di essiccazione vengono depolverate in un filtro e quindi emesse in atmosfera. Gruppo riselezionatore dosatore Gli aggregati essiccati e riscaldati vengono scaricati dal cilindro essiccatore nel piede dell elevatore a tazze del materiale caldo, cofanato per evitare dispersione di polveri. I materiali passano quindi al vaglio riselezionatore che li suddivide in frazioni, ciascuna delle quali viene immessa in una tramoggia di deposito provvista di scarico troppo pieno. 6

7 Gli aggregati riselezionati vengono scaricati in successione attraverso portine nella tramoggia di pesatura e da questi immessi nel mescolatore. Alimentazione filler e bitume Le polveri trattenute e scaricate dal filtro di tessuto (filler) vengono convogliate mediante coclee al piede dell elevatore del filler per essere successivamente dosate con apposita apparecchiatura. La stessa può anche essere utilizzata per il dosaggio dell eventuale filler d apporto. L apparecchiatura di dosaggio comprende una tramoggia tampone dalla quale, mediante una coclea dosatrice, i filler vengono immessi nella tramoggia di pesatura, la quale a sua volta scarica nel mescolatore. Il bitume viene depositato in cisterne dotate di coibentazione e di serpentine per il riscaldamento a circolazione di olio diatermico. Una pompa di ingranaggi alimenta il bitume alla apparecchiatura di dosaggio, dalla quale viene immesso nel mescolatore mediante l apposita rampa di distribuzione. Il bitume e gli inerti pretrattati sono miscelati in appositi mescolatori costituiti da vasche con il fondo apribile per lo scarico del materiale impastato. I miscelatori consentono di ottenere, quale prodotto finito, un impasto omogeneo (conglomerato bituminoso). Quest ultimo fuoriesce dalla zona di mescolamento mediante un apposito convogliatore, può essere trasportato alle tramogge di carico e quindi direttamente agli automezzi. L impianto è dotato di due linee gemelle a servizio di due tipologie di produzione ; una dedicata alla produzione del conglomerato bituminoso tradizionale, e l altra dedicata alla produzione del conglomerato ecoprestazionale Greenfalt. Questa tipologia di conglomerato viene prodotto attraverso un processo a bassa temperatura che permette la riduzione della produzione di CO2 e del consumo di metano se confrontato con la produzione del conglomerato tradizionale. Tale impianto prevede come materiale sostitutivo delle materie prime vergini l impiego di conglomerato bituminoso fresato di recupero nonché di scorie di acciaieria e di fusione. In questo caso al ciclo tecnologico sopra descritto si inserisce una linea di alimentazione del materiale di recupero. Il rifiuto viene stoccato in cumuli all interno del cantiere in un area completamente pavimentata. 7

8 Il materiale di recupero inerte viene dosato mediante un predosatore di riciclo. Il materiale viene così immesso nelle dosi opportune all interno del miscelatore per essere recuperato in dosi massime del 35%. Di seguito si riporta il Flow-Sheet del ciclo tecnologico. 8

9 Inerti di diversa granulometria Bitume E12 Fresato Vagliatura Frantumazione Riscaldamento bitume Stoccaggio in cumuli E11 Stoccaggio in serbatoi Predosaggio (tramogge) Filtro a maniche Essiccazione (cilindro rotante) Filler Vagliatura Stoccaggi in sili Dosaggio Dosaggio Miscelazione inerti e bitume Stoccaggio conglomerato bituminoso Carico su automezzi Figura 1: Schema di flusso attività di recupero a caldo - Attività c e b di cui al del D.M. 5 Febbraio 98 9

10 Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività a) Per tale attività la Ditta intende iscriversi al Registro Provinciale di cui all art. 216 del D.Lgs. 152/2006. Il materiale inerte rifiuto (CER ) verrà stoccato in cumuli all interno del cantiere in un area complessivamente di circa mq e completamente pavimentata. Il recupero dei rifiuti costituiti da conglomerati bituminosi, cosi come riportato al punto 7.6 del DM 05/02/98 viene effettuato seguendo il seguente schema a blocchi: Controllo di accettazione Il personale all ingresso dell impianto effettua un controllo visivo al fine di verificare la tipologia del rifiuto ed il controllo amministrativo del formulario di trasporto dei rifiuti. Stoccaggio in cumuli La formazione dei cumuli avviene per ribaltamento del cassone di trasporto su area di mq completamente pavimentata. La movimentazione successiva prevede l utilizzo di una pala meccanica presente nel deposito per alimentare la tramoggia dell impianto di riduzione volumetrica in linea con l impianto di conglomerato bituminoso a caldo. Recupero in sito Produzione di conglomerato bituminoso a caldo. 7.6 Tipologia: Conglomerato bituminoso [170302] Provenienza: attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo; campi di tiro al volo Caratteristiche del rifiuto: rifiuto solido costituito da bitume ed inerti Attività di recupero: a) produzione conglomerato bituminoso vergine a caldo e a freddo [R5]; Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti attenuti: a) conglomerato bituminoso nelle forme usualmente commercializzate. Descrizione delle caratteristiche delle MPS ottenute dal recupero di cui al punto a La Contech S.r.l. adotta un sistema di controllo per la produzione di conglomerato bituminoso, soddisfacendo i requisiti delle specifiche norme Europee armonizzate, la sua applicazione autorizzerà la dichiarazione di conformità dei prodotti alle specifiche di norma e la marcatura CE secondo la Direttiva EEC/89/

11 La dichiarazione di cui sopra rilasciata dall ente certificatore andrà a completare la scheda tecnica di ciascun prodotto. Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività b) Per tale attività la Ditta intende iscriversi al Registro Provinciale di cui all art. 216 del D.Lgs. 152/2006. Il materiale inerte rifiuto (CER , e ) verrà stoccato in cumuli all interno del cantiere in un area complessivamente di circa 390 mq e completamente pavimentata. Il recupero dei rifiuti costituiti da conglomerati bituminosi, cosi come riportato al punto 4.4 del DM 05/02/98 viene effettuato seguendo il seguente schema a blocchi: Controllo di accettazione Il personale all ingresso dell impianto effettua un controllo visivo al fine di verificare la tipologia del rifiuto ed il controllo amministrativo del formulario di trasporto dei rifiuti. Stoccaggio in cumuli La formazione dei cumuli avviene per ribaltamento del cassone di trasporto su area di 390 mq completamente pavimentata. La movimentazione successiva prevede l utilizzo di una pala meccanica presente nel deposito per alimentare la tramoggia dell impianto di riduzione volumetrica in linea con l impianto di conglomerato bituminoso a caldo. Recupero in sito Produzione di conglomerato bituminoso a caldo. 4.4 Tipologia: scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse [100202] [100903] [100201] Provenienza: fonderie di seconda fusione di ghisa e di acciaio, produzione di ferroleghe, industria siderurgica Caratteristiche del rifiuto: scorie granulate o uniblocchi più dell'80% in peso di SiO2, CaO, Al2O3, MgO, FeO Attività di recupero: b) produzione di conglomerati cementizi e bituminosi per l'edilizia e laterizi [R5]; Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti attenuti: b) conglomerati cementizi e bituminosi per l'edilizia e laterizi nelle forme usualmente commercializzate. 11

12 Descrizione delle caratteristiche delle MPS ottenute dal recupero di cui al punto b La Contech S.r.l. adotterà un sistema di controllo per la produzione di conglomerato bituminoso, soddisfacendo i requisiti delle specifiche norme Europee armonizzate, la sua applicazione autorizzerà la dichiarazione di conformità dei prodotti alle specifiche di norma e la marcatura CE secondo la Direttiva EEC/89/106. La dichiarazione di cui sopra rilasciata dall ente certificatore andrà a completare la scheda tecnica di ciascun prodotto. Descrizione dell attività per la produzione di materiali per l edilizia. Tale attività, per cui la ditta intende iscriversi al Registro Provinciale di cui all art. 216 del D.Lgs. 152/2006, riguarda la produzione di materiali per costruzioni stradali e piazzali industriali. L impianto per la produzione di materiale per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate è un impianto discontinuo; esso utilizza: materie prime come inerti vergini (all occorrenza) rifiuti speciali non pericolosi individuati dai seguenti codici CER che opportunamente frantumati e/o vagliati o miscelati permettono di ottenere materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate. La produzione di materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate verrà effettuata attraverso l utilizzo di un impianto semovente CAMS modello IRM L impianto ha lo scopo specifico di effettuare una selezione granulometrica del materiale inerte proveniente dalla fresatura delle strade nonché un eventuale preventiva riduzione volumetrica degli agglomerati di pezzatura maggiore rispetto a quella desiderata. Tali impianti consentono notevoli economie, sono facilmente trasportabili e di semplice concezione. Il materiale da recuperare viene caricato nella tramoggia di alimentazione dell impianto mobile con pale meccaniche. Il materiale caricato viene selezionato da una griglia di maglia 150 mm, il materiale sovra vaglio andrà ad alimentare successivamente un frantoio a martelli a regolazione idraulica che consente la riduzione volumetrica del materiale grossolano. Il materiale sottovaglio ed il materiale 12

13 frantumato verranno successivamente inviati ad un vaglio vibrante a due piani per l ottenimento di due specifiche granulometrie da regolarsi secondo l occorrenza. Di seguito si riportano le principali caratteristiche dell impianto mobile per il recupero del fresato Cams mod. IRM 1600: Gruppo semovente di frantumazione e vagliatura Potenza installata vaglio vibrante 7,5 Kw Potenza installata mulino a martelli 55 Kw Produzione massima 80 t/h Descrizione dei principali elementi dell impianto mobile Gli elementi principali dell impianto mobile che dovranno essere presenti sono di seguito descritti: Alimentazione Tramoggia di alimentazione realizzata in profilati di acciaio saldati. La struttura comprende un telaio di sostegno ed una tramoggia inferiore e superiore e canalerie di raccordo all alimentatore a nastro. L alimentatore ha le seguenti caratteristiche: Interasse tamburo 2,3 m;larghezza tappeto 500 mm; Velocità tappeto 1,5 m/sec; Portata massima 120 tons/h; Potenza installata 2,2 kw. Gruppo di vagliatura Vaglio vibrante Highscreen 042 a due piani. In tale unità i materiali saranno vagliati attraverso un vaglia vibrante a due piani, dotato di un sistema di tensionamento delle reti e delle lamiere, equipaggiato con un dispositivo che consente la rapida sostituzione dei piani vaglianti. L unità impiantistica, è dotata inoltre di un dispositivo di tenuta delle polveri mediante labirinti e guarnizioni tipo V-Ring. Superficie vagliante *3.500 mm; Piani vaglianti n. 2; Potenza installata 7,5 kw; Inclinazione

14 Gruppo di frantumazione Mulino a martelli MM66 L&P. In tale unità i materiali vengono ridotti volumetricamente da un mulino a martelli gestito da sistemi idraulici automatici. Bocca mulino 670*200 mm; Pezzatura massima di alimentazione 150 mm; Potenza motore 55 kw; Giri macchina n/min; Massa Kg. Gruppo di depolverizzazione L impianto mobile dovrà prevedere inoltre un impianto di abbattimento polveri costituito da pompa ad acqua e nebulizzatori. Gruppo di deferrizzazione L unità impiantistica, è dotata di una piastra magnetica dotata di un magnete permanente completo di golfari d attacco e di telaio di sostegno al fine di separare le parti metalliche dal materiale inerte. Descrizione ciclo produttivo Il processo di frantumazione/vagliatura risulta essere completamente automatico; la macchina non richiede assistenza di operatori a terra o sulla macchina stessa, se non per la fase di caricamento del materiale che viene effettuata utilizzando una pala gommata. L operatore preleva il materiale da frantumare dal cumulo situato nell area di messa in riserva del rifiuto, si sposta poi in corrispondenza della tramoggia e lo rovescia nella tramoggia di carico. Una volta effettuato il carico l operatore torna a prelevare del nuovo materiale per alimentare il macchinario. 3 14

15 Lo schema tecnologico è il seguente: Alimentazione impianto con pala o escavatore meccanico. Vagliatura primaria del rifiuto. Frantumazione tramite martelli Vagliatura secondaria del prodotto. Prodotto finale riciclato di testata qualità per realizzare materiali per l edilizia, conforme alle norme UNI EN Ciclo produttivo attività di recupero (Tipologia Attività c) Per tale attività la Ditta intende iscriversi al Registro Provinciale di cui all art. 216 del D.Lgs. 152/2006. Il materiale inerte (CER ) verrà stoccato in cumuli all interno del cantiere in un area ubicata nella parte ovest ed a quota più bassa rispetto al piazzale principale, di circa mq e completamente pavimentata (la stessa area di cantiere occupata dal fresato, codice CER precedentemente riportata anche all interno dell attività a). Il recupero dei rifiuti costituiti da conglomerati bituminosi, cosi come riportato al punto c del DM 05/02/98 viene effettuato seguendo il seguente schema a blocchi: Controllo di accettazione Il personale all ingresso dell impianto effettua un controllo visivo al fine di verificare la tipologia del rifiuto ed il controllo amministrativo del formulario di trasporto dei rifiuti. Stoccaggio in cumuli La formazione dei cumuli avviene per ribaltamento del cassone di trasporto su area di mq completamente pavimentata. La movimentazione successiva prevede l utilizzo di una pala meccanica presente nel deposito per alimentare la tramoggia dell impianto di frantumazione e vagliatura autonomo rispetto gli impianti di produzione di conglomerato bituminoso. Recupero in sito Produzione di materiali per l edilizia. 15

16 7.6 Tipologia: Conglomerato bituminoso [170302] Provenienza: attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo; campi di tiro al volo Caratteristiche del rifiuto: rifiuto solido costituito da bitume ed inerti Attività di recupero: c) produzione di materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali mediante selezione preventiva (macinazione, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventualmente miscelazione con materia inerte vergine) con eluato conforme al test di cessione secondo il metodo il allegato 3 al D.M. 5 Febbraio Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti attenuti: b) materiale da costruzioni nelle forme usualmente commercializzate Il prodotto in uscita dall impianto per la produzione di materiale da costruzione nelle forme usualmente commercializzate (frantumato e vagliato) verrà movimentato con le stesse macchine per lo stoccaggio in cumuli diversi in base alla pezzatura ottenuta. Descrizione delle caratteristiche delle MPS ottenute dal recupero di cui al punto c Le materie prime seconde ottenute dal recupero previsto dal punto c del D.M. 5 Febbraio del 98, attraverso operazioni di frantumazione e vagliatura, conformi alla norma UNI EN 13242:2008 (Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) che si andranno a produrre avranno tre diverse pezzature vista la presenza del vaglio a due piani. Le pezzature saranno determinate dalla luce dei vagli utilizzati. 16

17 Descrizione dell impianto Il sito è ubicato in Via dell Argingrosso 167/P nel Comune di Firenze.. Di seguito si riporta un estratto della cartografia CTR della Regione Toscana. Figura 1: Ubicazione C.T.R. 1: (non in scala). Di seguito si riporta un estratto di foto area del Area di interesse Figura 2: Foto panoramica aerea su cui verranno effettuate le operazioni di recupero 17

18 In funzione delle tavole ricavate dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Toscana l area è catastalmente così definita: FM 49 particelle o parte n. 9, 382, 10, 599, 600, 14, 605, 604, 15, 601, 603. In Allegato n. 1 si riporta stralcio di mappa catastale su base ortofoto. Figura 3: Estratto dell individuazione catastale. L area in cui è ubicato l impianto è dotata come richiesto al punto c) dell Allegato 5 al DM 05/02/1998 di idonea recinzione finalizzata ad impedire l accesso da parte di terzi estranei al soggetto responsabile che corre lungo tutto il cantiere. Il sito sarà caratterizzato dai seguenti elementi: L area di cantiere è di circa mq.; L ingresso all area di cantiere è protetto all entrata da cancello e tutto il sito è recintato al fine di impedire l accesso a terzi non autorizzati; Locale adibito a uffici e servizi. 18

19 Area parcheggi; Sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche. L area di messa in riserva dei rifiuti (4.480 mq circa) sarà posizionata nell area a Nord-Ovest del cantiere ad una quota più alta rispetto ala piazzale principale. Il materiale sarà alloggiato su una pavimentazione (esistente) realizzata in stabilizzato rullato e ben compattato di spessore minimo di 20 cm. L area impianti è pavimentata in asfalto. Di seguito si riporta il layout di cantiere. Figura 4: Ubicazione dell area di messa in riserva R13. Le acque reflue meteoriche ricadenti sull impianto sono regimate attraverso una rete idrica. Le acque meteoriche di prima pioggia originate dal dilavamento del piazzale dell impianto vengono avviate ad un impianto di trattamento costituito da: una vasca di accumulo e sedimentazione dotata di pompa di rilancio; un disoleatore con filtro a coalescenza. Le acque depurate e le acque di seconda pioggia deviate, sono conferite al corpo ricettore finale identificato nel Fosso Tributario al Torrente Greve come stabilito dall atto della Provincia di Firenze n. 291 del 25 Gennaio

20 In fase di procedura A.U.A. ai sensi del DPR 59/2013 verrà presentata modifica all autorizzazione allo scarico inserendo tra il quantitativo di acque di prima pioggia da trattare anche quelle ricadenti sull area di messa in riserva rifiuti. In adiacenza al sito di recupero sono presenti altre attività produttive quali: Cantini Marino S.r.l. - Lavorazione di materiali inerti. In direzione Sud -Ovest è presente il nucleo abitativo di Mantignano ad oltre 700 metri di distanza. A circa 150 metri si trova un campo Rom. La presente relazione tecnica viene presentata in quanto è intenzione della Ditta Contech S.r.l., in qualità di gestore dell area, presentare istanza di autorizzazione al recupero rifiuti ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/06, da inserirsi nell ambito di una procedura unica ai sensi del DPR 59/2013, per l attività di recupero, individuata nell allegato C dello DM 5 Febbraio 98 con la sigla R13 (messa in riserva) ed R5 (produzione conglomerato bituminoso nelle forme usualmente commercializzate) e R5 (produzione di materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate). Di seguito in tabella è riportato lo scenario futuro che la ditta intende attuare. DESCRIZIONE DEI RIFIUTI QUANTITATIVI MASSIMI ATTIVITÀ DI RECUPERO TIPOLOGIA DEL D.M e s.m.i. ELENCO EUROPEO DEI RIFIUTI (CODICI C.E.R.) MESSA IN RISERVA STOCCAGGIO ISTANTANEO 1 (MC/g) (t) (Tons/g) RECUPERO (t/a) OPERAZIONI DI RECUPERO MATERIE PRIME O DEI PRODOTTI OTTENUTI O DESTINAZIONE FINALE PREVISTA DAL D.M e s.m.i. R13-R lett. a) [170302] lett. a) produzione conglomerato bituminoso vergine a caldo e a freddo Conglomerato bituminoso nelle forme usualmente commercializzate lett. c) [170302] R13-R lett. c) Produzione di materiale per costruzioni stradali Materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate 20

21 e piazzali industriali mediante selezione preventiva (macinazione, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventuale miscelazione con materia inerte vergine) lett. b) [100202] [100903] [100201] R13-R lett. b) Produzione di conglomerati bituminosi per l'edilizia Conglomerati bituminosi per l'edilizia nelle forme usualmente commercializzate Tabella n. 1 Schema tipologia e quantitativi rifiuti trattati. L attività di recupero delle tipologie dei rifiuti non pericolosi sopra indicati si esplicherà (in conformità a quanto previsto nell allegato 1, sub allegato 1 del D.M. 05 febbraio 1998 e s.m.i.) mediante l utilizzo dei processi di produzione e vendita dei conglomerati bituminosi a caldo e dei materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate. L attività prevede quindi: Produzione di conglomerato bituminoso (con materiali vergini al 100% o con aggiunta di fresato) con potenzialità medie orarie di circa 210 tons/h a caldo; Recupero di rifiuti non pericolosi secondo quanto previsto dall art. 216 del D.Lgs. 152/2006 e nell allegato 1, sub allegato 1 del D.M. 05 febbraio 1998 e s.m.i, mediante le seguenti attività: o Produzione di nuovo conglomerato bituminoso a caldo con un impiego dei CER sopra elencati fino ad un massimo del 35% del peso totale degli inerti vergini. o Produzione di materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate. Descrizione aree di messa in riserva e recupero La messa in riserva prevede la formazione di cumuli, dai quali verrà prelevato il materiale da sottoporre a recupero. Le aree per le operazioni R13 sono riportate in planimetria in Allegato n. 1. L area di messa in riserva di mq in totale è posizionata nella zona ovest dell impianto. Lateralmente l area di messa in riserva sarà delimitata da new jersey o muretti in cemento di altezza variabile da uno a due metri. Questo tipo di configurazione (elementi contenitivi laterali, ampia spalla e le caratteristiche coesive del fresato) permettono permette un elevata capacità di stoccaggio del materiale. 21

22 Le tipologie dei rifiuti escludono, la presenza di liquidi che possano ruscellare dai cumuli stoccati. I reflui di dilavamento meteorico dei cumuli verranno, insieme ai reflui provenienti dall area di lavorazione adiacente, raccolti e trattati in un impianto di depurazione con disoleatore. Il tipo di messa in riserva effettuato non altera le caratteristiche dei rifiuti anche se sottoposti senza protezione agli agenti atmosferici. Per le caratteristiche dei rifiuti da sottoporre al recupero si escludono: Contaminazioni del suolo e dei corpi ricettori superficiali e/o profondi sia nelle operazione di movimentazione che nelle operazioni di stoccaggio. Formazioni degli odori e la dispersione di aerosol e di polveri. Per quanto riguarda la problematica legata alle coperture dei cumuli, occorre osservare che il comma n. 4 dell Allegato 5 al D.M. 5 Febbraio 98 richiede la protezione dall azione del vento dei rifiuti messi in riserva, anche con sistemi di copertura mobili, solamente nel caso in cui i cumuli possano dar luogo a formazioni di polveri. Per quanto riguarda il conglomerato bituminoso CER i cumuli sono costituiti dal materiale ottenuto dalla fresatura dell asfalto, caratterizzati da un peso specifico elevato, circa 1,7-2 Kg/dm3. I grani di questo materiale hanno inoltre la tendenza a raggrupparsi ed a rimanere coesi fra loro specialmente se esposti ai raggi solari. Si può pertanto asserire che il cumulo di fresato di conglomerato bituminoso non è soggetto a spolveramento e quindi non necessita di copertura. Discorso simile per i CER (rifiuti scorie non trattate), (scorie di fusione) e (rifiuti del trattamento delle scorie). La composizione chimica delle scorie ottenute dalla produzione delle acciaierie è costituita da ossidi di vari metalli che per una percentuale molto alta in peso della scoria sono ossidi di calcio, ferro, alluminio, magnesio e silicio. Le scorie di acciaieria possono essere considerate come rocce provenienti dalle eruzioni vulcaniche. La loro elevata densità induce quindi a non essere caratterizzate da fenomeni di risolleva mento polveri. Si può pertanto asserire che il cumulo di rifiuti caratterizzanti la tipologia 4.4 del DM 5 Febbraio 98 non è soggetto a spolveramento e quindi non necessita di copertura. 22

23 Congruità degli spazi di messa in riserva E possibile modellizzare in prima approssimazione il cumulo come rappresentato da un tronco di piramide. Per quanto riguarda la stima dei volumi dei tronchi di piramide si è considerando quanto segue: l angolo di riposo massimo del materiale fresato in circa 42. Tale valore è stato ricavato dal confronto dei dati di letteratura e da misure effettuate direttamente su cumuli di fresato; La seguente formula per il calcolo del volume del tronco di piramide V = h/3(a1+a2+ (A1+A2)) Punto 7.6 Il rifiuto codice CER viene depositato su due aree di ampiezza rispettivamente mq e mq. L area di base del tronco di piramide è identificata nell ampiezza dell area di messa in riserva, mentre per l altezza si assume un valore di circa 6 metri. Con le ipotesi sopra descritte si arriva a calcolare il volume dei due tronchi di piramide pari a mc e mc. Sommando i volumi si ottiene la potenzialità dello stoccaggio dell area destinata alla messa in riserva del fresato (codice CER Tale potenzialità risulta pari a circa mc. Questo valore risulta al di sopra dei mc indicati nella comunicazione di inizio attività come Stoccaggio istantaneo. Punto 4.4 Tale area di accumulo ha un estensione di circa 390 mq. Con la stessa procedura sopra esposta e considerando un altezza di 5 metri si calcola il volume del tronco di piramide pari a 846 mc coincidente con la potenzialità dell area di messa in riserva destinata ai rifiuti di cui al punto 4.4 del DM 5 Febbraio 98. Questo valore risulta al di sopra degli 800 mc indicati nella comunicazione di inizio attività come Stoccaggio istantaneo. Descrizione delle aree di contenimento delle MPS Conglomerato bituminoso a caldo Il conglomerato bituminoso a caldo viene caricato direttamente sui camion al termine del ciclo di produzione per accelerare i tempi della sua stesura nel cantiere di conferimento. Non è quindi necessaria la predisposizione di una piazzola apposita per il suo stoccaggio. 23

24 Materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali La materia prima seconda ottenuta dal recupero del fresato in conformità al punto c del DM 5 Febbraio 98 verrà stoccata in cumuli, in attesa di conferimento a terzi, nell area indicata in planimetria in Allegato n. 1. Descrizione delle attrezzature ed impianti Il complesso sarà dotato dei seguenti impianti per la gestione e produzione del conglomerato bituminoso e dei materiali da costruzione: N 1 Impianto per la produzione di conglomerato bituminoso Marca MARINI Modello ULTIMAP 270. In funzione dei cicli/ora e del grado di umidità è possibile indicare la capacità media di produzione in 210 tons/h. Impianto mobile per la produzione per la produzione materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate CAMS IRM 1600 composto da mulino a martelli MM66 L&P e Highscreen 042 produzione compresa tra 40 a 120 tons/h. Tale impianto svolge operazioni interconnesse di frantumazione e vagliatura per la produzione di materiali per costruzioni stradali e piazzali industriali. La movimentazione verrà effettuata con: N. 1 pale gommate; N. 1 escavatori. L impianto è inoltre dotato dei seguenti impianti: Impianto di illuminazione; Reti fognarie per il convogliamento delle acque meteoriche; Pesa; Impianto di abbattimento emissioni in atmosfera a secco mediante impianto di trattamento costituito da filtro a maniche in tessuto; Impianto di irrigazione costituito da micro nebulizzatori e splinker; 24

25 Misure di prevenzione e protezione della salute All interno dell impianto possono essere presenti fattori di rischio per la salute degli addetti, costituiti essenzialmente da esposizione a polveri di inerti e dal rumore. All interno dell impianto possono essere presenti rischi di infortunio connessi alla presenza delle macchine operatrici ed alla movimentazione dei materiali con camion e pale gommate. Tutto il personale addetto alla movimentazione ed allo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi, durante tutte le fasi lavorative utilizzerà specifici DPI (guanti, inserti auricolari, indumenti di lavoro protettivo per lavori all aperto e calzature antinfortunistiche), in modo da poter ridurre e mitigare l impatto sulla salute dovuto al trattamento meccanico dei rifiuti inerti, alle emissioni sonore dei macchinari ed alla presenza di automezzi di trasporto. Gli addetti opereranno normalmente all interno delle cabine di pilotaggio delle macchine opportunamente schermate sia per le polveri che per i rumori. Sarà presente un anello idrico sempre in pressione con specifici attacchi per il sistema di bagnatura in occasione delle campagne di recupero del fresato con frantoio e vaglio. Tutto il personale verrà periodicamente formato, informato ed addestrato sulle corrette modalità operative in modo da lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza e ambientali e sulle modalità di pronto intervento in caso di emergenza (incendio, pronto soccorso, sversamenti accidentali di fluido contaminate da serbatoi automezzi, emissioni anomale). Inoltre, in fase progettuale verranno adottati dispositivi e accorgimenti tali da garantire adeguate condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori, quali ad esempio: all interno del cantiere sarà prevista la limitazione di velocità per tutti gli automezzi a 10 Km/h le corsie di transito degli automezzi saranno delimitate con segnaletica verticale le aree di stoccaggio saranno ben delineate e separate rispetto alle corsie di manovra in cui operano i lavoratori in prossimità dei sistemi attivi di pronto intervento (estintori) sarà vietato il deposito dei materiali e il parcheggio delle autovetture in tutto l impianto sarà posizionata la cartellonistica di sicurezza. 25

26 Gestione dell attività di recupero Scopo Lo scopo della presente procedura è quello di garantire il corretto recupero dei rifiuti non pericolosi provenienti da cantieri stradali per operazioni di scarifica del manto asfaltato e da rifiuti di scorie di acciaieria e di fusione. L attività di recupero prevede la trasmissione alla Provincia di Firenze della presente comunicazione di inizio attività ai sensi dell art. 216 del D.lgs. 152/06. Riferimenti D.Lgs. 152/2006 DM 05/02/98 Modalità operative per la gestione dei rifiuti prodotti esternamente al cantiere La descrizione del ciclo produttivo di seguito riportata è finalizzata ad analizzare le sole attività che si svolgeranno all interno dell area dell insediamento. Non vengono quindi analizzate le operazioni di carico, trasporto e scarico eseguite al di fuori dell impianto, eseguite da parte di ditte regolarmente autorizzate e iscritte all Albo Gestori Ambientali e dotati di sistemi atti a garantire il corretto trasporto dei rifiuti. Le procedure di conferimento e accettazione, sono volte alla verifica della compatibilità dei rifiuti in ingresso con gli atti autorizzativi e con i processi di trattamento. L'accettazione dei materiali in impianto, in linea generale è subordinata alle seguenti condizioni: 1. Verifica dell autorizzazione al trasporto del conferitore (iscrizione Albo Gestori Ambientali). Tale operazione verrà svolta nell area di accettazione ubicata in prossimità dell ingresso e della pesa preventivamente al conferimento all area di messa in riserva. 2. Verifica presenza del Formulario d Identificazione del Rifiuto (F.I.R.), previsto dall'art. 190 del D.lg. N. 152 del 03 aprile Presa d atto del CER identificativo del rifiuto. 4. Verifica della corrispondenza tra le caratteristiche fisiche del rifiuto e l assegnazione del CER effettuata dal produttore. 26

27 5. Verifica dell eventuale presenza di certificazione analitica attestante la non pericolosità del rifiuto. La caratterizzazione analitica è finalizzata ad accertare le caratteristiche chimiche, fisiche e merceologiche e la presenza di eventuali inquinanti nel rifiuto conferito all Impianto di recupero e trattamento ed in particolare è lo strumento per accertare la potenziale pericolosità del rifiuto stesso. Le analisi chimiche, se presenti, dovranno essere effettuate presso laboratorio specializzato, in possesso di tutte le autorizzazioni di settore, preferibilmente accreditato ACCREDIA. 6. Verifica del peso mediante pesatura. 7. Verifica corretta compilazione del F.I.R.. 8. Completamento della compilazione della parte di F.I.R. riservata all impianto di destinazione. 9. Trattenuta copia F.I.R. di spettanza impianto di destinazione. 10. Completamento della procedura di accettazione mediante registrazione della stessa entro i tempi di legge, sui registri di carico e scarico. Al momento che tutte le operazioni menzionate siano verificate, gli automezzi si recheranno nell area di stoccaggio rifiuti indicata dal personale addetto al fine della reale messa in riserva del materiale. In quest ultima fase l operatore eseguirà un ultima verifica di conformità, a seguito della quale darà l assenso definitivo all accettazione del carico ed al completamento della procedura sopra descritta. Tutte le zone, di stoccaggio rifiuti e di deposito materiali, sono segnalate da apposite targhe riportanti la presenza di rifiuti ed il corretto codice CER. Il recupero verrà effettuato per alimentazione del rifiuto, tramite pala caricatrice, nella tramoggia di carico dedicata degli impianti di produzione del conglomerato bituminoso vergine a caldo. per alimentazione del rifiuto, tramite pala caricatrice, nella tramoggia di carico del frantoio e/o vaglio per la produzione di materiali per l edilizia. Il materiale, originato a seguito dal trattamento di cui al punto c del DM 5 Febbraio 98, al fine di poter essere recuperato è subordinato: - da parte della ditta che effettua il recupero, secondo le modalità previste nella lettera c) del punto del DM 05/02/1998 l esecuzione di un Test di cessione ai sensi dell art. 9 del D.M ; nelle modalità previste dall allegato 3 al Decreto 186/

28 Criteri per la determinazione del test di cessione Per la determinazione del test di cessione si applica l'appendice A alla norma UNI 10802, secondo la metodica prevista dalla norma UNI EN Solo nei casi in cui il campione da analizzare presenti una granulometria molto fine, si deve utilizzare, senza procedere alla fase di sedimentazione naturale, una ultracentrifuga (20000 G) per almeno 10 minuti. Solo dopo tale fase si potrà procedere alla successiva fase di filtrazione secondo quanto riportato al punto della norma UNI EN I risultati delle determinazioni analitiche devono essere confrontati con i valori limite della seguente tabella: TABELLA Parametri Unità di misura Concentrazioni limite Nitrati mg/l NO 3 50 Fluoruri mg/l F 1,5 Solfati mg/l SO Cloruri mg/l Cl 100 Cianuri µg/l CN 50 Bario mg/l Ba 1 Rame mg/l Cu 0,05 Zinco mg/l Zn 3 Berillio µg/l Be 10 Cobalto µg/l Co 250 Nichel µg/l Ni 10 Vanadio µg/l V 250 Arsenico µg/l As 50 Cadmio µg/l Cd 5 Cromo totale µg/l Cr 50 Piombo µg/l Pb 50 Selenio µg/l Se 10 Mercurio µg/l Hg 1 Amianto mg/l 30 COD mg/l 30 ph 5,5 <>12,0 La gestione della fasi di recupero dei rifiuti non pericolosi (in attuale assenza di procedure di tracciabilità previste dal sistema SISTRI) avverrà mediante: registrazione del rifiuto sul registro di carico e scarico rifiuti; conservazione della propria copia del formulario di identificazione; dichiarazione annuale in materia ambientale (M.U.D.) - Modulo GESTIONE per i quantitativi di rifiuti recuperati. 28

29 ALLEGATI Allegato 1 Aree di messa in riserva R13 e stoccaggio materie prime 29

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