VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEGLI SCHEMI DEL PIANO DEI MATERIALI DI CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO

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1 REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEGLI SCHEMI DEL PIANO DEI MATERIALI DI CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO RAPPORTO PRELIMINARE (ai sensi del Decreto Leg.vo n. 4 del , art.13 comma1) Palermo, Luglio 2008 Luglio

2 SOMMARIO 1. PREMESSA RIFERIMENTI NORMATIVI Principali Normative in materia di VAS Normativa comunitaria Normativa nazionale Normativa regionale Nornativa e procedura di approvazione degli Schemi del Piano dei materiali di cava e dei materiali lapidei di pregio Il percorso di valutazione ambientale strategica degli Schemi del Piano dei materiali di cava e dei materiali lapidei di pregio ASPETTI PRINCIPALI DEGLI SCHEMI DI PIANO Metodologia utilizzata per l individuazione delle aree estrattive degli Schemi di Piano Obiettivi e strategie del piano IL CONTESTO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Analisi del contesto ambientale ed individuazione delle aree sensibili SISTEMA DI MONITORAGGIO Strategie (Sistema degli indicatori) Ruolo e competenze Osservatorio del Piano Report di monitoraggio PROPOSTA DI INDICE AMBIENTALE ELENCO DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE ELENCO DEL PUBBLICO INTERESSATO ALLEGATI: A) Relazione generale dello Schema di Piano dei Materiali di Cava; B) Relazione generale dello Schema di Piano dei Materiali Lapidei di Pregio; C) Cartografia di sintesi in scala 1: con ubicazione delle aree estrattive; D) Lineamenti Generali di settore; E) Analisi del contesto ambientale ed individuazione delle aree sensibili; F) Questionario di Consultazione Pubblica del. Luglio

3 1. PREMESSA Gli schemi di Piano dei Materiali di Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio che il Dipartimento Corpo Regionale delle Miniere, Assessorato Industria della Regione Siciliana sta aggiornando ed elaborando rientrano nell ambito della programmazione di propria competenza, ed interessano il territorio dell intera Regione Siciliana. Gli Schemi di Piano, secondo le disposizioni del Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008 n 4, che definisce ulteriori disposizioni correttive ed interpretative del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n 152, recante norme in materia ambientale, ed in aderenza a quanto previsto dalla Direttiva 2001/42/CE, sono stati valutati come assoggettabili alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il, redatto per adempiere alla fase iniziale della VAS, consiste nella condivisione della portata delle informazioni ambientali da includere nel successivo Rapporto Ambientale e nella consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale. Al documento è allegato un questionario di consultazione pubblica finalizzato alla raccolta dei contributi e delle osservazioni da parte dei soggetti competenti in materia ambientale. 2. RIFERIMENTI NORMATIVI 2.1 Principali Normative in materia di VAS Normativa comunitaria LA DIRETTIVA 2001/42/CE La Commissione Europea ha richiamato gli Stati Membri all obbligo di applicazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ai Programmi Operativi per il periodo cofinanziati attraverso i Fondi Strutturali secondo quanto stabilito dalla Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. Nello specifico la Direttiva ha come obiettivo principale quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione delle considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile (art. 1 della Direttiva). La Direttiva risponde alle indicazioni della convenzione internazionale firmata ad Aarhus nel 1998, fondata sul diritto all informazione, sul diritto alla partecipazione alle decisioni e sull accesso alla giustizia. La procedura di VAS accompagna l intera evoluzione del Piano/Programma attivando un processo di interazione tra colui che porta avanti la VAS, il valutatore che conduce la valutazione ex-ante e l autorità di gestione. Il processo di VAS, inoltre, è condizionato dalla definizione di una procedura trasparente che individui i momenti decisionali, i tempi previsti, le autorità da consultare e le forme di partecipazione pubblica Normativa nazionale Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale ha recepito la Direttiva 2001/42/CE Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), nonchè per la valutazione d impatto ambientale (VIA) e per l autorizzazione ambientale integrata (IPPC). E stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile Luglio

4 Schema del Piano dei Materiali di Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio 2006 Supplemento Ordinario n. 187, in attuazione della Legge n. 308/1994, con cui si delegava il Governo ad adottare, entro diciotto mesi, uno o più decreti legislativi di riordino, coordinamento e integrazione delle disposizioni legislative in vari settori e materie, tra cui la VAS. Il DLgs 4/2008, pubblicato nella G.U.del ed entrato in vigore il 13 febbraio 2008, ha modificato, abrogando e sostituendo, quanto previsto dall articolo 4 all articolo 52 del decreto 152/2006. Il Decreto recepisce i contenuti della direttiva in materia di VAS ed in particolare:all art. 4 comma 3 sancisce che: la valutazione ambientale di piani, ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile,e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse,della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica... All art. 4 comma 4a stabilisce che..la valutazione ambientale di piani che possono avere un impatto significativo sull'ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile... Il comma 2 dell art. 11 prevede una collaborazione tra l Autorità Proponente e quella Competente al fine di promuovere gli obiettivi di sostenibilità ambientale nelle politiche di settore; il comma 5, sempre dello stesso articolo, sancisce che la VAS costituisce parte integrante nel processo di adozione ed approvazione per i piani e programmi, e che i provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge Dall articolo 12 al 18 sono indicate le fasi di cui la Valutazione Ambientale Strategica è composta: art svolgimento di una verifica di assoggettabilità; art elaborazione del rapporto ambientale; art 14 - svolgimento di consultazioni; art valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni; art decisione; art l'informazione sulla decisione; art il monitoraggio Normativa regionale Nella Regione Siciliana, allo stato attuale, la valutazione ambientale strategica (VAS) viene svolta secondo le disposizioni del Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008 n 4, che definisce ulteriori disposizioni correttive ed interpretative del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n 152, recante norme in materia ambientale. Secondo quanto previsto dal DDG del Dipartimento Regionale del Territorio e Ambiente n. 16 del 20 Gennaio 2006 Approvazione del nuovo funzionigramma del Dipartimento Territorio e Ambiente", nell ambito delle competenze del Servizio 2- Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Impatto Ambientale, ha istituito l Unità Operativa Coordinamento delle procedure di VAS da condurre su qualsiasi tipo di pianificazione, prescindendo dalla fonte di finanziamento. Con l Avviso relativo alla applicazione del decreto legislativo n. 152/2006 pubblicato.sulla GURS 56 del , l Assessorato Territorio ed Ambiente ha indicato la piena applicazione del decreto legislativo 152/2006 per la parte relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Luglio

5 Alla luce della normativa, appena entrata in vigore (art. 7), sono sottoposti a VAS, secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani assoggettabili la cui approvazione compete alle regioni. Inoltre è specificato che l Autorità Competente è la Pubblica Amministrazione con compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale 2.2 Normativa e procedura di approvazione degli Schemi del Piano dei Materiali di Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio Le procedure di approvazione del piano regionale dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio sono stabilite rispettivamente dall art. 6 e dall art. 42 della 127/80: Articolo 6 Il piano regionale dei materiali da cava, prima della sua approvazione da parte della commissione di cui all'art. 2 (si riferisce alla commissione regionale per i materiali da cava che la LR 25/99 nell art. 5 comma 3 ha abrogato, passando le competenze al Consiglio Regionale delle Miniere), deve essere trasmesso per stralci territoriali ai comuni interessati, i quali dovranno comunicare il proprio parere entro il termine di trenta giorni. Si prescinde dal parere in caso di mancata comunicazione dello stesso nel termine predetto. Il piano, così predisposto dalla commissione di cui all'art. 2, sentito il parere dell'assessorato Regionale del Territorio e dell'ambiente entro sessanta giorni, è trasmesso, nel termine di un mese dalla relativa approvazione, al comitato regionale per la programmazione e da questo, entro tre mesi, deliberato nell'ambito delle competenze di cui all'art. 12, lettera a), della legge regionale 10 luglio 1978, n. 16. Il piano è approvato con decreto del Presidente della Regione, previa delibera della Giunta Regionale e sentito il parere della competente Commissione Legislativa dell'assemblea Regionale. Articolo 42 Il piano regionale per la promozione delle attività estrattive, di lavorazione e di commercializzazione dei materiali lapidei di pregio, predisposto dalla commissione di cui al precedente art. 2, è trasmesso, corredato dalla necessaria documentazione economica, tecnologica e giacimentologica, nel termine di un mese dall'approvazione, al comitato regionale per la programmazione e da questo, entro tre mesi, deliberato nell'ambito delle competenze di cui all'art. 12, lettera a), della legge regionale 10 luglio 1978, n. 16. Il piano è approvato con decreto del Presidente della Regione, previa delibera della Giunta Regionale e sentito il parere della competente Commissione Legislativa dell'assemblea Regionale. Si riportano di seguito, sinteticamente, le fasi relative all iter amministrativo attraversato dagli Schemi di Piano Cave. - La L.R. 09/12/1980 n.127 prevede la predisposizione del Piano Regionale dello sfruttamento dei materiali di cava e dei materiali lapidei di pregio da parte della Commissione per i materiali di cava. - La L.R. 15/05/1991 n. 24 nell art.1 trasferisce le competenze dalla Commissione per i Materiali da cava all E.M.S., dando allo stesso la facoltà di avvalersi dell opera di Enti o Istituti specializzati ecc.. - Il 17/12/1998 l E.M.S. sottoscrive con il Raggruppamento Temporaneo di Impresa GEO s.r.l. e CEPA s.r.l l affidamento della redazione di uno Schema di Piano dei Materiali di Cava ed uno Schema di Piano dei materiali lapidei di pregio. Luglio

6 - La L.R. 25/1999 abroga l art.2 della 127/80, che istituiva la Commissione per i materiali di cava, e assegna le competenze al Consiglio Regionale delle Miniere. - Il 03/08/2001 il Raggruppamento Temporaneo di Impresa consegna al Commissario Liquidatore dell E.M.S. gli elaborati del Piano Cave. - Il 25/01/2002 il collaudatore invia al Commissario Liquidatore dell E.M.S. la relazione riguardante il Piano cave, esprimendo parere favorevole. - Il 12/02/2002 il Commissario Liquidatore dell E.M.S. invia gli elaborati all Assessorato Regionale Industria. - Nel Dicembre 2002 gli schemi di Piano, così come previsto dall art.2 della L.R. 127/80 e dalle successive modifiche all art. 5 della L.R. 25/99, viene inviato al Consiglio Regionale delle Miniere per il preventivo esame e successivo invio alla commissione legislativa permanente per le attività produttive dell A.R.S. - Nella seduta del 3 Marzo 2003 il Consiglio Regionale delle Miniere decide che i Distretti Minerari abbiano una copia degli elaborati degli schemi di piano e che venga inviata una copia ad ogni comune, su supporto informatico, riguardante la carta di sintesi e le relazioni generali. - Nella seduta dell 8 luglio 2003 il Consiglio Regionale delle Miniere annuncia che l Associazione degli Industriali ha fornito gratuitamente il supporto informatico da notificare ai comuni. - Con nota n. 831 del 21/04/2004 l Assessorato Regionale Industria invia il Cd-rom ai Comuni, alle province, alle Organizzazioni Sindacali ed alle Associazioni di Categoria. - Il 20/12/2004 il Dipartimento CO.RE.MI. trasmette all Assessorato Regionale Industria le osservazioni dei Comuni e le valutazioni dei Distretti Minerari. 2.3 Il percorso di valutazione ambientale strategica degli Schemi del Piano dei Materiali di Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio Gli Schemi di Piano rientrano nel campo di applicazione della parte seconda del D.Lgs 152/2006. In particolare riguardano uno dei settori specifici riportati nell art. 6 del D.Lgs 4/2008. La VAS rappresenta un processo le cui decisioni contribuiscono a rendere più sostenibile i sistemi ai quali fa riferimento. Infatti tra il piano e il procedimento di valutazione possono essere attivate strategie e azioni alternative legate anche ai processi di comunicazione, informazione e partecipazione di Enti e cittadini. La prevista collaborazione tra l autorità proponente e quella competente, in ogni momento della VAS, ha il fine di assicurare l integrazione degli elementi valutativi, nonché la speditezza e l efficacia del processo di valutazione. Di fatto mira ad applicare il principio di integrazione degli obiettivi di sostenibilità nella politica del settore cave. Identifica e stabilisce le forme di consultazione da attivare, quindi, individua i soggetti con competenze in materia ambientale ed il pubblico interessato da consultare. La sinergia tra le due autorità, unitamente a quelle competenti in materia ambientale, mira altresì a definire le informazioni da inserire nel Rapporto Ambientale ed il loro livello di dettaglio per finire con l individuazione delle necessità e delle modalità di monitoraggio. Nel prospetto sotto riportato si illustrano le fasi da compiere in attuazione di quanto previsto dal D.Lgs 152/2006 così come modificato dal D.Lgs 4/2008. Luglio

7 Tab 1- Possibile schema procedurale in materia di V.A.S secondo quanto stabilito dal D.Lgs n.4 del Fase del Piano Processo di redazione degli schemi di piano Schemi di Piano VAS Identificazione dei soggetti competenti in materia ambientale Determinazione degli obiettivi 1.Impostazione generali degli schemi di piano Identificazione dei dati e degli informazioni disponibili sul territorio definizione degli obiettivi specifici e 2. Illustrazione degli linee di azione schemi di piano e redazione del Rapporto costruzione delle alternative Ambientale redazione della proposta di piano definitiva Definizione di obiettivi di sostenibiltà ambientale Definizione della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale con accordo delle autorità competenti in materia ambientale Stima degli effetti ambientali e misure di mitigazione e analisi delle alternative Progettazione del sistema di monitoraggio Elaborazione del Rapporto ambientale e della sintesi non tecnica 3. Informazione e consultazione sul documento degli Schemi di Piano e sul Rapporto Ambientale Gli Schemi di Piano e il Rapporto Ambientale sono messi a disposizione delle autorità competenti in materia ambientale Deposito degli Schemi di Piano, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica presso il Dipartimento del Corpo Regionale delle Miniere di Palermo e dei Distretti Minerari di Catania e Caltanissetta con diffusione dell'avvenuto deposito. Presentazione al pubblico degli Schemi di Piano e del Rapporto Ambientale Raccolta delle osservazioni, dei pareri e dei suggerimenti Esame e valutazione delle osservazioni dei pareri e dei suggerimenti Esame e valutazione degli Schemi di Piano 4. Esame e pervenuti a seguito della fase e di e del Rapporto Ambientale ed elaborazione del parere valutazione consultazioni motivato, contenente eventuali richieste di modifiche e/o integrazioni Eventuale revisione degli Schemi di Piano Approvazione definitiva del Piano con decreto del Presidente della Regione 5. Approvazione previa delibera della giunta regionale Redazione della Dichiarazione di Sintesi e sentito il parere della commissione legislativa dell'assemblea regionale. 6.Informazione sulla Il parere motivato ed il provvedimento di approvazione devono essere messi a disposizione decisione del pubblico insieme alla documentazione e deve esserne data notizia a mezzo stampa 7. Attuazione e Istituzione dell'osservatorio del Piano Monitoraggio degli effetti ambientali derivanti Gestione con compiti di monitoraggio attuazione dall'attuazione del Piano con redazione di rapporti e gestione del Piano periodici Luglio

8 3. ASPETTI PRINCIPALI DEGLI SCHEMI DI PIANO 3.1 Metodologia utilizzata per l individuazione delle aree estrattive degli Schemi di Piano Lo Schema di Piano dei Materiali di Cava e lo Schema di Piano dei materiali lapidei di pregio.sono stati redatti dal Raggruppamento Temporaneo di Impresa GEO s.r.l. e CEPA s.r.l. Nello studio condotto per l individuazione delle aree suscettibili di attività estrattiva, il punto, da cui detto R.T.I. è partito, è stato quello dell acquisizione delle ubicazioni delle cave attive e dismesse, di aree degradate a causa d attività pregresse, quindi di valutazioni di carattere litologico e giacimentologico. Tali criteri hanno permesso di inquadrare n. 68 aree e sub aree, denominate di primo interesse. Tali aree successivamente sono state sottoposte, sempre dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese, ad uno studio geologico, ad uno vincolistico, ad un altro di vocazione estrattiva, ecc. In particolare per ogni area è stata redatta una monografia in cui sono stati trattati argomenti riguardanti aspetti geologici, geomorfologici, idrogeologici, naturalistici, urbanistici; sono stati valutati i rapporti con la pianificazione esistente e con i vincoli paesaggistici e territoriali; sono state riportate indicazioni sulle caratteristiche dell attività estrattiva nel sito di studio e aspetti tecnico-minerari specifici; è stata effettuata una presentazione ed analisi delle infrastrutture viarie. L analisi delle aree di primo interesse ha permesso l individuazione delle aree di futura estrazione. In particolare sono state delimitate, in scala 1:25.000, n. 116 aree denominate di 1 Livello (in cui individuare veri e propri poli industriali), n. 91 di 2 Livello (in genere di minore potenzialità estrattiva rispetto a quelle di primo livello, ma necessarie per garantire la presenza uniforme di materiale sul territorio), n. 30 di Riserva (in cui attivare le coltivazioni man mano che si esauriscono le potenzialità dei giacimenti delle varie attività estrattive, ovvero per particolari esigenze di mercato) e n. 48 di Recupero (aree degradate e da sottoporre a specifici studi di dettaglio e redazioni di recupero, anche attraverso il riutilizzo produttivo). Per un maggior approfondimento sull argomento si rimanda alle relazioni generali riguardanti lo Schema di Piano dei Materiali di Cava (all.a), lo Schema di Piano dei Materiali Lapidei di Pregio (all.b), nonché alla cartografia di sintesi in scala 1: (all.c). 3.2 Obiettivi e strategie del piano La strategia proposta negli schemi del piano cave, in coerenza con gli orientamenti comunitari in materia che sottolineano la necessità di adottare un approccio integrato per lo sviluppo sostenibile, in modo tale da garantire un elevato livello di sviluppo economico e sociale, consentendo allo stesso tempo un adeguato livello di protezione ambientale, si prefigge il corretto uso delle risorse estrattive in un quadro di salvaguardia dell'ambiente e del territorio, al fine di soddisfare il fabbisogno regionale dei materiali di cava per uso civile ed industriale, nonché dei materiali di pregio in una prospettiva di adeguate ricadute socio economiche della Regione Siciliana. Gli schemi del Piano Cave definiscono orientamenti ed indirizzi rivolti agli operatori del settore ed agli Enti competenti nelle funzioni di programmazione, governo e controllo delle Luglio

9 attività estrattive, finalizzati a conseguire obiettivi specifici di sviluppo sostenibile del settore estrattivo, ed in particolare: individuazione di giacimenti di consistenza adeguata alla prevedibile richiesta di mercato secondo tipologia merceologica, anche in funzione delle necessità del territorio e delle zone di copertura; concentrazione delle cave in bacini estrattivi; svincolo della delimitazione dell'area di cava dagli impedimenti dell'assetto catastale e/o proprietario; individuazione delle modalità di coltivazione più idonee secondo tipologie geogiacimentologiche e di destinazione del materiale estratto, al fine dell'ottimizzazione del ciclo produttivo e del successivo recupero ambientale; introduzione di strumenti per la qualificazione e la destinazione congrua dei materiali estraibili e per la prevenzione e l'abbandono di attività estrattive; snellire le procedure per le autorizzazioni minerarie, il successivo recupero e l'acquisizione delle aree; garantire un recupero ambientale delle aree fortemente degradate da attività estrattive, qualora possibile, anche attraverso un organico utilizzo delle aree che prevedano rimodellazione dei fronti, del fondo e abbattimento di diaframmi tra cave vicine; migliorare la sicurezza e la salute del personale occupato mediante l'introduzione di criteri e clausole per l'ottimizzazione delle condizioni di sicurezza; limitare l'apertura di nuove cave per l'estrazione di materiali il cui approvvigionamento è in ogni caso già assicurato dalle attività estrattive in esercizio, nel rispetto dei vincoli di mercato e di sostenibilità dei flussi di trasporto; privilegiare nei procedimenti autorizzativi il completamento e/o l avviamento delle attività esistenti rispetto all'apertura di nuove attività; promuovere le certificazioni ambientali nel comparto delle attività estrattive; migliorare qualitativamente la produzione attraverso: a) lo sfruttamento dei giacimenti più idonei alla destinazione del materiale da estrarre e la destinazione dell'impiego che sia rispondente alle caratteristiche merceologiche del materiale estratto; b) l'utilizzazione dei rifiuti di cava per la destinazioni cui sono idonei. Luglio

10 4.IL CONTESTO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 4.1 Analisi del contesto ambientale ed individuazione delle aree sensibili Per quanto riguarda l analisi di contesto inerente la geologia, geomorfologia, idrogeologia, flora e fauna degli Schemi di Piano si rimanda ai Lineamenti Generali di settore (all.d). Per quanto concerne, invece, l analisi generale del contesto ambientale e l individuazione delle aree sensibili si rimanda al contenuto del Rapporto Ambientale del Programma Operativo Regionale (FESR) , datato 22 Febbraio 2007 (all.f). 5.SISTEMA DI MONITORAGGIO 5.1Strategie (Sistema degli indicatori) Per il controllo degli effetti ambientali significativi connessi all attuazione del Piano sarà definito un Piano di Monitoraggio Ambientale con i seguenti obiettivi: - definizione dei ruoli e delle responsabilità per la realizzazione del monitoraggio ambientale; - valutazione degli effetti ambientali significativi connessi alla realizzazione del Piano; - verifica del grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati nel Rapporto Ambientale; - individuazione di eventuali criticità al fine di prevenire potenziali effetti negativi; - garantire l informazione delle Autorità istituzionali con specifiche competenze ambientali e del pubblico sui risultati periodici del monitoraggio del Piano attraverso l attività di reporting. - fornire le indicazioni necessarie in ordine all adozione di eventuali misure correttive finalizzate ad una un eventuale rimodulazione delle azioni previste nel Piano. 5.2 Ruolo e competenze Osservatorio del Piano Nel quadro di una corretta attuazione di uno strumento di pianificazione, occorre registrare che il perno attorno a cui può muoversi la realizzazione e la flessibilità stessa di un piano, può essere individuato in un Osservatorio del Piano. Questi dovrà essere un Centro di raccolta ed elaborazione di quei dati necessari per fornire gli strumenti di Luglio

11 conoscenza dell'evoluzione reale della curva della domanda di utilizzazione di materiali di cava e di pregio e delle effettive potenzialità estrattive.. E opportuno quindi che tutto il sistema operativo ruoti attorno all Osservatorio del Piano, un Ufficio tecnico-amministrativo da costituire presso l'assessorato Regionale Industria Dipartimento Corpo Regionale delle Miniere che avrà il compito di raccordo (con funzioni anche di segreteria e gestione banca dati) tra le Istituzioni e i vari uffici competenti in materia di cave; in particolare il raccordo da assicurare deve riguardare i seguenti Enti: - Assessorato Regionale dell'industria - Consiglio Regionale delle Miniere, - Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - Assessorato Regionale ai BB. CC. e P.I. - Assessorato Regionale Cooperazione e Commercio, competente in materia di promozione della commercializzazione del prodotti estratti. -Comuni, cui compete la gestione dei bacini, l'iniziativa per la loro attivazione, e gli interventi operativi per il corretto sfruttamento della risorsa estrattiva sia sotto il profilo della prevenzione e repressione di sprechi per utilizzazioni improprie (cave per rilevati in presenza di materiali di recupero, destinazione di minerali a impieghi meno nobili per quelli cui sono idonei, o viceversa, ecc.), sia sotto il profilo della protezione del territorio e dell'ambiente. - Uffici preposti alla gestione dei vincoli, come le Sovrintendenze ai BB. CC. e AA., il Corpo Regionale delle Foreste, le Province e gli Enti gestori di Riserve e Parchi naturalistici, nonché gli altri individuati dalle norme vigenti in materia. 5.3 Report di monitoraggio Con cadenza annuale sarà redatto un report di monitoraggio a cura dell Osservatorio, in cui saranno sintetizzati gli effetti delle azioni generate dal piano ed i relativi impatti sull ambiente. Luglio

12 6. PROPOSTA DI INDICE AMBIENTALE ELENCO DEGLI ACRONIMI INTRODUZIONE Inquadramento e scopo del documento LA PROCEDURA DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA. 2.1 Impostazione del documento Modalità di svolgimento Lo screening Il 2.5 Il Rapporto Ambientale. 3. INQUADRAMENTO DEGLI SCHEMI DI PIANO DEI MATERIALI DI CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO. 3.1 Inquadramento generale Quadro sintetico delle politiche ambientali internazionali, nazionali e regionali 3.3. La coerenza interna ambientale del programma La coerenza esterna ambientale del programma.. 4. INQUADRAMENTO DEL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE 4.1. Stato dell ambiente e tendenze Zone di particolare rilevanza ambientale Definizione dei temi e degli obiettivi di sostenibilità ambientale VALUTAZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI Analisi dei possibili effetti significativi sull ambiente Misure di mitigazione Analisi delle alternative MISURE PREVISTE PER IL MONITORAGGIO 7. PRINCIPALI DOCUMENTI DI RIFERIMENTO.. APPENDICE. - QUESTIONARIO DI CONSULTAZIONE PUBBLICA. - SINTESI NON TECNICA.. 7. ELENCO DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE Gli Enti individuati competenti in materia ambientale a cui trasmettere il presente rapporto preliminare e con i quali stabilire la portata delle informazioni da includere nel successivo Rapporto Ambientale sono: Luglio

13 - Assessorato Regionale Territorio e Ambiente: Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente - Assessorato Regionale Territorio e Ambiente:Dipartimento Regionale Urbanistica - Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste: Dipartimento Regionale Interventi Strutturali Dipartimento Regionale Foreste Dipartimento Regionale alle Interventi Infrastrutture Azienda Foreste Demaniali - Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione - Assessorato Regionale alla Sanità - Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente - Agenzia Regionale per le acque e rifiuti - Ufficio Speciale per la Montagna - Ufficio Speciale aree ad elevato rischio ambientale - Ente Parco delle Madonne - Ente Parco dei Nebrodi - Ente Parco dell Etna - Ente Parco dell Alcantara - Provincia Regionale di Agrigento - Provincia Regionale di Caltanissetta - Provincia Regionale di Catania - Provincia Regionale di Enna - Provincia Regionale di Palermo - Provincia Regionale di Messina - Provincia Regionale di Ragusa - Provincia Regionale di Siracusa - Provincia Regionale di Trapani Luglio

14 - ANCI Sicilia - Delegazione UNCEM Sicilia 8. ELENCO DEL PUBBLICO INTERESSATO A seguito della redazione del successivo Rapporto Ambientale, il Pubblico che dovrà essere consultato per esprimere le opinioni sugli Schemi di Piano è rappresentato da: - Autorità ambientale regionale - Pari opportunità - A.B.I. (funzione studi) - Eurispes - Fondazione Curella (Centro Ricerche economiche) - URPS (Unione Regionale Province Siciliane) - ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) - UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) - ASCEBEM (Associazione Siciliana dei Consorzi ed Enti di Bonifica e di miglioramento fondiario) - Patti Territoriali esistenti - Unione Camere di Commercio Siciliane e Mondimpresa - C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., U.G.L., C.I.S.A.L., SADIRS, Cobas-Codir - Associazioni Cooperative: Confcooperative, A.G.C.I.(Associazione Generale Cooperative Italiane), U.N.C.I.(Unione Nazionale Cooperative Italiane) e Lega Nazionale delle Cooperative - Confindustria - Associazione Piccole e medie Imprese (A.P.I. Sicilia) - Associazione Artigianali: Confartigianato, C.N.A. (Confederazione Nazionale Artigianato), C.L.A.A.I. (Confederazione delle Libere Associazioni Italiane) C.A.S.A. - Confcommercio - Istituto Commercio Estero - Confesercenti - Federdistribuzione - Federconsumatori - CODACONS (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell Ambiente e dei diritti degli Utenti e dei Consumatori) - Associazioni Ambientaliste: Rangers d Italia,L.I.P.U.(Lega Italiana Protezione Uccelli), Amici della Terra, LegAmbiente, Club Alpino Italiano, Italia Nostra, Ente Fauna Siciliana, Fondo Siciliano per la Natura, WWF - Enti Parco Siciliani - Fondo per l Ambiente Italiano (FAI) - Ordini Regionali e/o provinciali Geologi, Ingegneri, Periti Minerari - UDI (Unione Donne in Italia),C.I.D.A.(Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità) - Forum del Terzo settore Sicilia (Volontariato Associazioni Solidarietà commercio equo solidale) - Assindustria - Assocave Luglio

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