PARROCCHIA DI S. GIORGIO MARTIRE - VILLANOVA MAIARDINA (pro manuscripto) A CURA DI DON IVO COMPAGNONI IL MATRIMONIO DONO DI GRAZIA
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- Fabiana Martino
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1 PARROCCHIA DI S. GIORGIO MARTIRE - VILLANOVA MAIARDINA (pro manuscripto) A CURA DI DON IVO COMPAGNONI IL MATRIMONIO DONO DI GRAZIA 1
2 IN CAMMINO VERSO IL MATRINONIO CRISTIANO 1. IL RAPPORTO UOMO-DONNA ALLA LUCE DELL ESPE- RIENZA PERSONALE Ogni persona che sperimenta l amore, sente che, a partire da quell esperienza, niente è più uguale a prima. C è una profondità di vissuto che non è semplicemente raccontabile ad altri. Anche se ci impegniamo in una narrazione analitica scrupolosa di quanto ci sta capitando, ci rendiamo conto di essere sempre come alle soglie di quell esperienza stessa. Il nostro dire ad altri l'amore che sperimentiamo riesce solo ad essere cronaca, il senso vero della storia sfugge sempre. Ci rendiamo conto della non perfetta trasmissibilità dell esperienza d amore. Ma questo non è vero solo nei confronti di chi è spettatore esterno dell esperienza d amore; per certi versi accade anche a chi vi è coinvolto in prima persona: 1 amore che sta vivendo gli sfugge, o comunque non coincide con l autocoscienza che ne ha. C è la sensazione che l esperienza d amore non sia semplicemente coincidente con i soliti meccanismi del nostro temperamento, ma pur incarnandosi in esso, lo superi. Usando un immagine matematica, si vede che i conti non tornano perché il totale finale spesso è maggiore, o comunque diverso, della somma di tutti gli addendi dell esperienza abituale. Dobbiamo ammettere che tutto questo è misterioso, nel preciso senso che ci supera, che non è frettolosamente omologabile al gioco quotidiano dei nostri atteggiamenti psicologici, ma sembra attingere altrove le sue ragioni di esistenza e di significato. La visione cristiana del rapporto uomo-donna afferma decisione che la matrice originaria dell amore oltre la cronaca di questo o quel particolare vissuto, attinge al mistero di Dio. E quanto cercheremo di indagare. 2
3 MICHELANGELO CAPPELLA SISTINA: LA CRAZIONE DELLA COP- PIA 3
4 2. IL RAPPORTO UOMO-DONNA ALLA LUCE DELLA PA- ROLA DI DIO 2.1.I testi che ci accingiamo a leggere sono semplici perché hanno la forma del racconto, ma non sono facili da comprendere. Essi sono stati scritti in un linguaggio e una cultura umana che non sono più i nostri. Per raggiungerne il messaggio dobbiamo porci in atteggiamento di rispetto per quel modo antico di esprimersi e tradurlo pazientemente nelle nostre categorie mentali moderne. E ne vale la pena perché la Bibbia è portatrice del messaggio di Dio per noi. 2.2 Non dovrebbe essere più necessario ricordarlo, ma sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco precisando che i testi della Genesi che leggeremo non hanno alcuna intenzione scientifica su come le cose sono andate all apparire della vita sulla terra. Il messaggio della Bibbia non è sul come, ma sul perché, sul senso della vita e dell uomo. A conferma di questo basterà notare che nei capitoli 1 e 2 del libro della Genesi vi sono narrazioni, molto diverse tra loro, circa la creazione dell uomo e della donna. 2.3 Nel primo racconto, che inizia con le parole In principio Dio creò il cielo e la terra, è protagonista assoluta la Parola di Dio. Sul caos iniziale - la terra era informe e deserta - Dio disse, e da questa parola il mondo diviene cosmos, cioè ordinato, abitabile per le creature viventi che Dio chiamerà ad esistere. L azione divina è descritta nello schema dei sei giorni più uno. DAL LIBRO DELLA GENESI (1,26-31) E Dio disse: «Facciamo l uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 284 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi,
5 riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». 29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.30a tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. 2.3 Riflessione su Genesi 1,26-31 * La prima cosa da chiederci è il significato dell espressione immagine e somiglianza di Dio applicata all uomo. Precisato che nel v. 26 il termine uomo da intendersi nel senso globale di umanità, si deve dire che 1 uomo è la rappresentazione più viva che esista di Dio sulla terra. Egli è immagine e somiglianza, copia di Dio, non solo nella sua parte spirituale, ma nella sua interezza, nella sua totalità spirituale-materiale. Per questo Israele non avrà più bisogno di statue e di raffigurazioni (Es 20,4) per rappresentare Dio; il volto di ogni uomo ne è la più alta rappresentazione. * Dal v. 27 risulta che 1 uomo è immagine di Dio in quanto coppia, polarità di maschio e femmina, non come singolarità di maschio o di femmina. Tale polarità portatrice dell immagine - sia verso Dio: 1 uomo, come maschio-femmina, è il partner di Dio fatto carne e vivente nel mondo; ciò significa che la struttura fondamentale della creazione (che è 1 incontro tra Dio e l essere umano: Dio crea 1 uomo per incontrarlo, entrare in rapporto con lui, per avere un interlocutore) continua all interno dello stesso essere umano. L uomo si realizza pienamente come immagine Dio quando realizza 1 incontro con il partner dell altro sesso; - sia verso il proprio rapporto interno, in quanto 1 incontro della dualità è portatore di vita e della forza creatrice Dio attraverso 5 il dono della fecondità, con la quale Dio conferisce all uomo e alla don-
6 na parte del suo potere creatore - sia verso il mondo: il dominio sulla natura e sugli animali è una delle conseguenze di questo essere immagine di Dio. Ma non c è niente che indichi uno sfruttamento tirannico ed illimitato della terra. Soggiogare (v. 28) indica, nel testo originale, una presa di possesso per ottenere il proprio spazio vitale. Dominare significa seguire, spingere, come 1 azione di un pastore che accompagna il suo e lo guida. * In questo testo non esiste una precisa espressione marito-moglie, ma solo la formula uomo-donna. Il matrimonio come concetto o come complesso istituzionale di norme sta solo sullo sfondo; in primo piano c il matrimonio come realtà umana, antropologicamente fondata sul dono della creazione, uscita splendidamente dalle mani di Dio. In tale contesto sposarsi non significa avere un marito o una moglie, bensì essere in una precisa relazione con un uomo o una donna, relazione caratterizzata dall essere immagine e somiglianza di Dio. Il matrimonio, quindi, tocca il modo di essere, non solo il modo di fare o di avere 6
7 DAL LIBRO DELLA GENESI (2, 4b ) 4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l uomo divenne un essere vivente. 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l albero della vita in mezzo al giardino e l albero della conoscenza del bene e del male. 15 Il Signore Dio prese l uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». 18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all uomo, una donna e la condusse all uomo. 23 Allora l uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall uomo è stata tolta» Per questo l uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a
8 sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna..2.4 RIFLESSIONE SU GENESI 2,4b * Siamo di fronte ad un racconto più antico del precedente. E una narrazione molto più popolare, appartenente ad una cultura di tipo contadino, legata ai grandi simboli della terra. La creazione della donna da una costola dell uomo va intesa come racconto eziologico, cioè come spiegazione dell origine di qualcosa ricorrendo ad un avvenimento mitico dei tempi primitivi. * L uomo, in questo racconto, è tratto dalla terra (2,7), ha un legame essenziale con il cosmo. E chiamato Adàm perché tratto da adamàh, terra.. Egli è carne, corporeità distinta da Dio e creata (Gen 2,23; 6,3. 12), dunque essere limitato e finito. L uomo non solo ha un corpo, ma è corpo. Ma è anche detto che Dio soffiò nelle sue narici un alito di vita e 1 uomo diventò un essere vivente (2,7 ): un segno della partecipazione umana alla vita divina. L uomo è, dunque, corporeità spiritualizzata o spirito incarrnato, una nefesh (= anima,essere vivente) termine collegato al verbo npsh che significa respirare. Ma nefes indica anche che 1 uomo costituito dal desiderio, cioè da una tensione infinitamente insoddisfatta, perché nefesh designa anche la gola sede e simbolo dei desideri. L uomo come unità corporeo-spirituale, è desiderio, apertura, intenzionalità, dunque libertà in cerca di compimento e di verità, capacità di rapporto sempre dischiusa. * Questa capacità di rapporto è anche un esigenza. Senza rapporto interpersonale 1 esistenza dell uomo è assurda: Questa la tesi del racconto. Adamo che dà il nome agli animali, cioè esprime la sua responsabilità verso il creato in nome di Dio, è un essere incompleto. Se in Genesi 1 l uomo (nel senso di umanità) è il vertice di una piramide che è tutto il creato, in Genesi 2 l'uomo, in quanto essere sociale, è al centro di un cerchio in cui tutto il mondo creato è coinvolto. Eppure nessuna delle relazioni che già legano l uomo è in grado di esprimere fino in fondo la sua esigenza di relazione, manca ancora una dimensione, quella di un TU con la quale possa esistere una connaturalità esistenziale profonda. Il senso del racconto infatti si chiarisce 8 in quello stupendo canto di gioia espresso nell esclamazione di Adàm, quando si vede davanti la donna: Questa volta è essa carne
9 della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà ishsha perché da ish è satat tratta (2,23). L uomo e la danna sono esseri umani pari in dignità : donna è il primo e unico essere vivente che stia di fronte ad Adàm come un interlocutore, come un tu. * La forza di questo nuovo rapporto fa superare le altre relazioni. La bibbia sottolinea un indicazione che vuole, evidentemente, far risalire allo stesso progetto di Dio: lascia suo padre e sua madre. Nel superamento della relazione filiale di dipendenza dai genitori, passa alla relazione coniugale espressa dalla profandità del verbo aderire, che indica 1 impegno e l impiego totale di tutta la persona nel nuovo rapporto che si instaura. Dice infatti che i due saranno una sala carne (v.24), cioè un essere solo in tutta 1 ampiezza dell esperienza u- mana, in una profonda comunione di tutte le dimensioni spirituali e fisico-sessuali del loro rapporto interpersonale. * Il v. 25 innata la situazione di nudità dell uomo e di sua moglie senza che essi ne provassero vergogna. - -Nella prospettiva di Dio creatore, 1 uomo e la donna, prima del peccato, non si mettevano in imbarazzo 1 un 1 altro, ma vivevano la loro sessualità in un rispetto profondo e sereno, senza devianze o deformazioni psicologiche o sociali. Se per nudità intendiamo anche la fragilità della creatura di fronte a Dio, potremmo vedere in questa affermazione il valore dell armonia che, regnando tra il Crealore e le sue fragili creature, rende armoniosi e sereni i rapporti tra le creature stesse. 9
10 3. IL RAPPORTO UOMO-DONNA SQUILIBRATO DAL PEC- CATO Il racconto preso in esame in nessun modo giustifica l esperienza di difficoltà che la coppia sperimenta nel suo rapporto. Cosa fonda il male che colpisce l uomo in tutta la sua esperienza di relazione con la natura, con gli altri, con se stesso e purtroppo anche all interno della relazione di fidanzati, di sposi e di membri di una famiglia.? La Bibbia, dopo aver descritto la creazione dell uomo e della donna come capolavoro di Dio, riferisce di una triste esperienza del peccato e delle sue conseguenza: Genesi: Capitolo 3 La caduta 1Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3ma del frutto dell albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5Il Anzi, Dio 10 sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e
11 diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6Allora la donna vide che l albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch egli ne mangiò. 7Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. 8Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò l uomo e gli disse: «Dove sei?». 10Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12Rispose l uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». 14Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». 17All uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie 11 e hai mangiato dell albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangia-
12 re, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18Spine e cardi produrrà per te e mangerai l erba campestre. 19Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finchè tornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». A Gen. 2,16 Dio ha messo l uomo dinnanzi a due vie: quella del bene simbolizzata da tutti gli alberi, specialmente da quello della vita e la via del male, simboleggiata dall albero della conoscenza del bene e del male (i cui frutti, simbolicamente, appartengono solo a Dio, l unico che ha la conoscenza di tutto e il potere di decidere). L uomo è libero di mangiare, di sperimentare degli alberi leciti, vale a dire è libero di rimanere dentro i limiti creaturali posti da Dio.. Se invece vuole oltrepassare questi limiti, rivendicando per sè l autonomia morale, avrà certamente la condanna e la morte; morte fisica e spirituale insieme (S. Agostino) Il peccato non è una semplice disubbidienza, ma una ribellione ad ogni principio supremo di etica, per diventare principio di se stessi. Non più dipendenti da Dio, ma solo dal proprio io = dio. La ribellione non apre loro gli occhi per accorgersi di essere diventati come Dio, ma per accorgersi di essere nudi, privi dei doni di cui Dio li aveva rivestiti. Le conseguenze della ribellione: A. INTERNE ALL UOMO 1.- Non hanno più la serenità originaria. I loro rapporti saranno resi difficili dalla concupiscenza, dalla passione sessuale. Non sono più liberi. Scoprono di essere nudi. 2.- La vigliaccheria: nessuno vuole prendersi la responsabilità della colpa e pentirsi. Tentano di scaricare la responsabilità sugli altri (l uomo sulla donna e la donna sul serpente). Potevano pentirsi! 12 3:- L antagonismo tra l uomo e la donna, che rende difficili i rapporti sereni: vedi v. 16
13 4-Viene interrotto il dialogo sereno tra l uomo e Dio (vedi v. 8 = l uomo fugge al sopraggiungere di Dio). B. ESTERNE 1.- L uomo si è ribellato a Dio e la creazione si ribella all uomo e lo fa soffrire.(vv.17-18) 2.- Si diffondono discordie familiari, poligamia, divorzi, assassini, guerre, deviazioni sessuali (omosessualità = Gen.18=la distruzione di Sodoma) ecc. LA PROMESSA DELLA SALVEZZA: Al v 15 la promessa (chiamata protoevangelo = primo vangelo) di una lotta tra la donna e il serpente e tra le discendenze di entrambi. La discendenza della donna (l umanità vittoriosa in Gesù Cristo) ne subirà qualche leggero danno (insidiata al calcagno) mentre a quella del serpente-satana verrà schiacciata la testa. La salvezza coinvolgerà tutto l uomo, compresa la sfera sessuale, ridandole la dignità originaria per cui Dio l aveva creata. Dio promette il salvatore: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 13
14 IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO dona LA GRAZIA 1. L uomo ha dentro di sè una forza che lo spinge alla ricerca di Dio, anche se a volte, spinto dal male che è dentro di lui, va per vie sbagliate. Significativa è l esperienza di S. Agostino che, dopo aver percorso la via del male e dopo aver ritrovato la strada della conversione, esclama: Ci hai fatti per Te o Signore e il nostro cuore non è in pace, finché non riposa in te (dalle confessioni). 2. Gli uomini, spinti da questa esigenza interiore, vanno alla ricerca di Dio, con le proprie forze, con la propria intelligenza, spesso per vie sbagliate (paganesimo): le grandi religioni, le filosofie... Ma Dio è irraggiungibile con le nostre sole forze e secondo i grandi pensatori pagani, Dio non può interessarsi dell uomo, nè amarlo, perché si sminuirebbe. 3. La Bibbia ci insegna che Dio ha creato l uomo per amore e che, dopo il peccato, per amore cerca la sua salvezza. 4. Tutto l Antico Testamento è un cammino verso la manifestazione piena di questo amore in Cristo e per Cristo,, il figlio di Dio incarnato. All uomo caduto in un abisso, denudato dalla caduta ( Gen. 3,7.9), incapace di risalire con le sue povere forze, Dio stesso viene in aiuto per amore, si carica delle sue colpe, muore in croce per la nostra salvezza. Nel Mistero Pasquale di morte e risurrezione si realizza la salvezza dell uomo. 5. Gesù ci purifica dal peccato e ci rende partecipi della vita divina, realizzando così il progetto originario di Dio e soddisfacendo il desiderio profondo di partecipazione alla vita stessa di Dio, che è rimasta nel cuore di ogni uomo. L UOMO, per il cristianesimo, E ORMAI COMPOSTO DI CORPO, ANIMA E GRAZIA (= la vita divina, lo Spirito Santo). Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv.14,23) Io sono 14 la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota
15 perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (Gv. 15,1-5) Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l`ho fatto conoscere a voi. (Gv. 15,12-15) Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch`essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. (Gv. 17,13-23) S. Paolo paragona Gesù che dona la sua vita per la nostra salvezza, allo Sposo che dona la sua vita per la sposa E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell`acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata (Ef.5,25-26) Cosa significa allora MATRIMONIO SACRAMENTO? (Significa che questo gesto con il quale due persone si legano per a- more, viene immerso nell Amore stesso di Dio, riceve dal Mistero Pasquale la sua forza e diventa segno e annuncio del mistero stesso di Dio nel mondo. Alla luce del Vangelo di Gesù Cristo: 15
16 A. IL MATRIMONIO E SEGNO E ANNUNCIO DEL- LA VITA TRINITARIA Il Padre ama il Figlio che Egli genera dall eternità e l Amore che li lega è talmente forte ed eterno che non è un semplice sentimento ma una Terza Persona, lo Spirito Santo. Essi sono L Amante, l Amato, l Amore Essi dicono: «Facciamo l uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza. Così: Dio creò l`uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. LO SPOSO E LA SPOSA SI DONANO RECIPROCAMENTE NELL AMORE, COME IL PADRE SI DONA AL FIGLIO E IL FIGLIO AL PADRE. E perché questo amore non sia effimero, costruito solo sui sentimenti, che sono come la sabbia sulla quale non si può costruire la casa, ESSI RENDONO LA COPPIA PARTECIPE DELLA LORO CO- MUNIONE, DONANDO AGLI SPOSI LO SPIRITO SANTO, che divinizza il Matrimonio e lo rende segno dell amore eterno della Trinità. La vita di coppia e di Famiglia diventa così annuncio del mistero della Trinità nel mondo, missione partecipe della missione di Gesù, che ci ha rivelato i Misteri Divini e ce ne ha reso partecipi. La comunione degli sposi (non solo semplice unione, ma dono reciproco della vita) è manifestazione della Comunione eterna e indissolubile delle Divine Persone e della fedeltà reciproca, che mai è stata scalfita neppure dall ombra di un tradimento. E pure partecipazione della fecondità di Dio che genera il Figlio nell eternità e crea l uomo nel tempo, donandogli poi il suo potere creatore : Crescete e moltiplicatevi e dominate la terra. Dio è Creatore e agli sposi è data la missione di procreatori, cioè di datori di vita a nome di Dio.. Rompere il Sacramento del Matrimonio equivale a commettere sacrilegio verso 16 l immagine più bella di Dio, voluta da Lui stesso sulla terra: L'UNIONE DELLA COPPIA
17 GLI SPOSI SONO TESTIMONI DEL MISTERO DELLA TRINITA' DIO PADRE E DIO FIGLIO E AMORE = DIO SPIRITO SANTO E DAVIDE E GIOVANNA LO SPIRITO SANTO E L AMORE CHE LEGA PADRE E FIGLIO DALL ETERNITA LO SPIRITO SANTO E L AMORE DONATO NEL SACRAMENTO, CHE LEGA GLI SPOSI PER TUTTA LA VITA. 17
18 B. IL MATRIMONIO E SEGNO DEL MISTERO DEL- L INCARNAZIONE, MORTE E RISURREZIONE DI GESU FIGLIO DI DIO = MISTERO PASQUALE. Gesù è lo Sposo che ama tanto la sua sposa (noi che siamo la Chiesa), che per Lei ha donato la sua vita.(ef.5,25) Gesù dona agli Sposi la forza di amarsi fino a dare la vita l uno per l altro: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. (Gv. 15,13) Gli Sposi sono annunciatori del Mistero Pasquale con l amore reciproco e con la comunione delle loro vite. GESU' SPOSO DONA LA SUA VITA PER LA CHIESA SPOSA DONA LA SUA VITA PER DAVIDE GIOVANNA DONA LA SUA VITA PER 18
19 PER NOI CRISTIANI SPOSARSI SIGNIFICA DONARSI RECIPROCAMENTE LE PROPRIE VITE (LE PROPRIE PERSONE) PER AMORE, 1 COME DALL' ETERNO AVVIENE NELLA TRINITA', TRA IL PADRE, IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO 2 COME GESU' SPOSO HA DONATO LA SUA VITA ALLA SUA SPOSA, LA CHIESA, NEL MISTERO PA- SQUALE. UNA DELLE FORMULE DEL MATRIMONIO DAVIDE GIOVANNA, vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? GIOVANNA Sì, con la grazia di Dio, lo voglio. DAVIDE., vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? DAVIDE Sì, con la grazia, di Dio, lo voglio. INSIEME Noi promettiamo di amarci fedelmente, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di sostenerci l un l altro tutti i giorni della nostra vita. 19
20 LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO PREMESSE: NEL BATTESIMO TUTTI SIAMO STATI CONSACRATI SACERDOTI COSA SIGNIFICA ESSERE SACERDOTI? ESSERE MEDIATORI TRA DIO E GLI UOMINI. A. IL SACERDOTE PORTA AGLI UOMINI I DONI DI DIO (LA SALVEZZA, LA GRAZIA, LA CONSACRAZIONE.) B. PORTA A DIO I DONI DEGLI UOMINI ( I SACRIFICI E OGNI OFFERTA DEGLI UOMINI A DIO) UNICO ED ETERNO SACERDOTE E GESU - CHE HA PORTATO AGLI UOMINI LA SALVEZZA E TUTTI I DONI DI DIO, DONANDO LA SUA VITA PER GLI UOMINI. - CHE HA PORTATO A DIO TUTTI I DONI DEGLI UOMI- NI, RIASSUNTI NEL SUO SACRIFICIO. NOI PARTECIPIAMO AL SUO SACERDOZIO, ALLA SUA ME- DIAZIONE TRA DIO E GLI UOMINI: SIAMO TUTTI SACER- DOTI (SACERDOZIO DEI FEDELI). NELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO GLI SPOSI NON SONO DEI SEMPLICI CONTRAENTI, COME DAVANTI AL SIN- DACO NEL MATRIMONIO CIVILE. GLI SPOSI SONO DEI SACERDOTI CHE SI SCAMBIANO IL DONO DI DIO (= GRAZIA CHE CONSACRA E CHE SANTIFI- CA). DIO DAVIDE (Sacerdote ) GIOVANNA(Sacerdotessa) 20
21 DIO DONA LA SUA GRAZIA AI DUE SPOSI (Linea azzurra) DAVIDE DONA SE STESSO A GIOVANNA (LINEA ROSSA) E NELLO STESSO TEMPO LE DONA LA GRAZIA DI DIO (LINEA AZZURRA) GIOVANNA DONA SE STESSA A DAVIDE (LINEA VERDE E NELLO STESSO TEMPO GLI DONA LA GRAZIA DI DIO (LINEA AZZURRA) IL PRETE E UN TESTIMONE UFFICIALE, (CHE ASSISTE ATTE- STA, DICHIARA, NON CELEBRA, PERCHE I CELEBRANTI SONO GLI SPOSI.) LE CARATTERISTICHE FONDA- MENTALI DEL MATRIMONIO 1. LIBERTà DI SCELTA. (la mancanza di libertà rende nulla la celebrazione) 2. LA FEDELTà: IL PROPOSITO DELL UNITA DEL MATRIMONIO (UNO CON UNA) 3. IL PROPOSITO DELL INDISSOLUBILITà (per sempre, per tutta la vita) Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie. (I Lettera di S.Paolo ai Corinzi 7,10-11) E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma all inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; 7 per questo l uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. 8Sicché non sono 21 più due, ma una sola carne. 9L uomo dunque non separi ciò che Dio ha con-
22 giunto». 10Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: 11«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un - altra, commette adulterio contro di lei; 12se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio». (Mc.10,6-12) 18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. (Lc16,18) 4. LA FECONDITA : ( =la volontà che l'amore sia fecondo, secondo il volere di dio). dio è il creatore che si serve degli sposi (procreatori) per trasmettere la vita (fisica, spirituale, morale) ai figli. Queste caratteristiche sono come quattro sostegni necessari e indispensabili per il Matrimonio (come un tavolo non può stare ritto senza gambe). Se all'atto del matrimonio manca una di queste "gambe", il matrimonio è nullo, cioè inesistente. Il tribunale ecclesiastico, attraverso un processo, può solo riconoscere la nullità di un matrimonio. Non può scioglierne uno celebrato validamente. 22
23 FORMULE DEL MATRIMONIO PRIMA FORMA Lo sposo si rivolge alla sposa con queste parole: Io N., accolgo te, N., come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. La sposa si rivolge allo sposo con queste parole: Io N., accolgo te, N., come mio sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. SECONDA FORMA 123. Sposo: N., vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Sposa: Sì, con la grazia di Dio, lo voglio. N., vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? 23
24 Sposo: Sì, con la grazia, di Dio, lo voglio. Insieme: Noi promettiamo di amarci fedelmente, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di sostenerci l un l altro tutti i giorni della nostra vita. 24
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