LA STRATEGIA NAZIONALE PER LE AREE INTERNE

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1 LA STRATEGIA NAZIONALE PER LE AREE INTERNE 1. Obiettivi generali La strategia nazionale per le aree interne, inserita nell ambito del Piano Nazionale di Riforma, rappresenta una linea di azione messa in campo dal Governo nazionale con il fine di arrestare lo spopolamento di molti comuni c.d. interni e sostenere lo sviluppo socio-economico degli stessi. La strategia nasce dalla presa di coscienza che il territorio Italiano è composto per lo più da piccoli comuni che soffrono gravi disagi derivanti dalle difficoltà di collegamento con i centri urbani e di gravi forme di disequilibrio economico e sociale. Per queste ragioni la strategia è messa in campo con il fine di assicurare l uniforme erogazione dei servizi essenziali e sostenere lo sviluppo delle aree più distanti dai c.d. centri di erogazione dei servizi. La strategia è stata trasfusa all interno dell Accordo di Partenariato adottato con decisione della Commissione UE ad Ottobre La metodologia di selezione delle aree interne Il metodo utilizzato per la determinazione delle aree interne (esplicato nella Nota metodologica per la definizione delle aree interne ) è fondato sul grado di perifericità o lontananza delle aree rispetto a quei comuni considerati come centri di offerta di servizi e denominati Poli di Attrazione. Tutta la fase di istruttoria per la determinazione delle aree interne è stata condotta dal Comitato Tecnico Aree Interne (composto dal DPS, dai Ministeri competenti, dall Anci e dalle regioni di volta in volta interessate). Appare evidente, quindi, come il primo passaggio logico per la determinazione delle aree interne è stato quello della definizione dei poli di attrazione, attuata dal Tavolo tecnico con riferimento a tutto il territorio nazionale. Sono stati individuati quali Poli di Attrazione quei comuni che presentavano contestualmente i seguenti tre requisiti : a) Presenza di Ospedale sede di DEA di primo livello; b) Offerta completa di scuole secondarie superiori; c) Presenza di stazioni ferroviarie almeno di tipo Silver

2 Sulla scorta di questi parametri sono stati individuati 219 Poli di Attrazione (comprensivo dei capoluoghi di provincia sprovvisti dei requisiti) e 104 Poli intercomunali. Una volta individuati i Poli di Attrazione si è provveduto a dividere il territorio nazionale in diverse zone a seconda della distanza dai Poli misurata in tempi di percorrenza. In tal senso sono state individuate e mappate 4 distinte aree : 1) Aree di cintura distanti meno di venti minuti dai poli di attrazione 2) Aree intermedie distanti da venti a quaranta minuti dai poli 3) Aree periferiche distanti da quaranta a settantacinque minuti dai poli 4) Aree ultraperiferiche distanti oltre settantacinque minuti dai poli Rientrano tecnicamente nelle Aree Interne le c.d. Aree Intermedie, le Aree periferiche e le Aree ultraperiferiche anche se la strategia reca particolare attenzione a queste due ultime tipologie di aree. 3. Il prerequisito dell associazionismo territoriale Una delle caratteristiche della strategia è quella di coinvolgere esclusivamente comuni che realizzeranno forme associate nella gestione di funzioni fondamentali e di servizi. Tali sistemi intercomunali devono rivestire la caratteristica di essere tendenzialmente permanenti e stabili e non occasionali (come i vecchi PIT o i GAL). La gestione associata dovrà essere realizzata attraverso la forma della Convenzione, dell Unione o della Fusione tra Comuni e deve risultare operativa al momento della sottoscrizione dell Accordo di Programma Quadro che è lo strumento attuativo della strategia. 4. Gli interventi previsti e le risorse La strategia nazionale per le aree interne si muove lungo un duplice binario di interventi a cui destina risorse separate e ben definite, secondo una logica di intervento congiunto e complessivo : 1) Azioni destinate ad adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute e mobilità. Abbiamo visto, infatti, come nella generalità dei casi le aree interne sono prive di una adeguata copertura rispetto ai c.d. servizi essenziali. L assenza o la carenza di tali servizi (scuole, trasporti e strutture sanitarie) è il primo motivo di spopolamento e la risoluzione di

3 tale grave carenza, anche attraverso il miglioramento dell organizzazione e della fruizione, comporta la condizione senza la quale non è possibile pensare ad alcuna azione di sviluppo. All esecuzione di questa azione sono specificamente destinate le risorse nazionali previste appositamente dalla Legge di stabilità 2014 e ) Azioni finalizzate alla promozione dello sviluppo attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale delle aree ed al rafforzamento delle filiere produttive locali. In tal senso rientrano in tale strategia di intervento le azioni in favore dello sviluppo locale inquadrate in progetti territoriali. Tale azioni devono per ciascuna area interessare almeno due dei settori chiave indicati dal Tavolo Tecnico : 1) valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche; 2) sostegno ai sistemi agroalimentare a alle iniziative di sviluppo locale; 3) risparmio energetico ed energie rinnovabili; 4) artigianato. All esecuzione di tali azioni è destinata una quota dei fondi comunitari (FESR, FSE, FEASR), specificamente destinata da ciascuna regione ed indicate all interno dei diversi POR. 5. Le fasi della strategia nazionale L attuazione della strategia nazionale per la aree interne passa attraverso diverse fasi che vengono qui brevemente sintetizzate. a) Individuazione delle aree progetto. Come visto il primo passo della strategia è quello della individuazione dell area progetto intesa come sistema locale intercomunale dotato di comuni caratteri sociali, economici, geografici, demografici ed ambientali. L area progetto viene individuata, sulla base della classificazione operata a livello nazionale, congiuntamente dal Comitato nazionale aree e dalle Regioni. Questo lavoro preliminare è stato finalizzato con l approvazione delle delibere di giunta regionale attraverso le quali venivano definite le aree progetto. Le regioni hanno deliberato l individuazione di una media di circa 4 aree progetto ciascuna anche se non mancano casi diversi (come ad esempio la Puglia che ha individuato una sola area e la Sicilia che ne ha individuate cinque). Nella stessa deliberazione si è altresì provveduto, nella quasi generalità dei casi, ad individuare un area prototipo con la quale dare avvio alla sperimentazione. Una volta individuate le aree, il Sindaco designato a rappresentare l area nel confronto con Regione e Comitato Nazionale avvia l elaborazione della Strategia d Area. L orizzonte temporale del lavoro sarà di alcuni mesi per le aree prototipo mentre sarà più lungo per le altre aree

4 progetto. Il Sindaco referente d area, d intesa con gli altri sindaci, potrà affidare ad un coordinatore tecnico l organizzazione di queste fasi progettuali. b) Redazione della bozza di idee per la discussione. In questa fase il referente d area propone a Regione e Comitato nazionale una documento denominato bozza di idee per la discussione contenente una idea guida per realizzare il cambiamento relativa ai servizi essenziali ed allo sviluppo. Tale bozza deve, altresì, contenere l indicazione dei soggetti su cui si intende puntare e la filiera che si intende costruire. c) Preliminare alla definizione della strategia: priorità di intervento. Sulla base della Bozza di idee trasmessa dal Referente d area, il Referente stesso, la Regione ed il Comitato elaborano questa volta in modo congiunto un documento denominato Preliminare alla definizione della strategia: priorità di intervento nel quale si iniziano a tradurre le lineeguida in risultati attesi, azioni e tempi per conseguirli, con una prima valutazione sulle risorse disponibili. Il documento viene discusso ed affinato attraverso occasioni di confronto. d) Fase di scouting ed animazione e cooprogettazione degli interventi. Sulla base del documento preliminare prodotto inizia la fase centrale di animazione e coprogettazione degli interventi. Attraversi la fase di scouting sui territori delle aree progetto si passa al coinvolgimento dei soggetti rilevanti coinvolti ed alla armonizzazione delle idee all interno della filiera. In questa fase si definiscono i criteri di valutazione condivisi fino ad arrivare all individuazione specifica dei risultati attesi, dei tempi previsti per raggiungerli e delle risorse necessarie per ogni singolo intervento o azione. e) Produzione della Strategia d Area. Esito di tutte queste fasi è la produzione della c.d. Strategia d Area costruita sullo schema Problema/Risultato atteso/indicatore di risultato Azioni/ Tempi di realizzazione/ Risorse. La strategia d area viene sottoposta all approvazione del Comitato nazionale aree interne e della Regione. Da qui inizia la fase di preparazione dell Accordo di Programma Quadro, che è lo strumento concreto di attuazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne. 6. La strategia nazionale per le aree interne nella Regione Abruzzo L attuazione della SNAI nella Regione Abruzzo prende corpo attraverso una serie di riunioni generali tra i rappresentanti della Regione ed il Comitato Nazionale Aree interne che hanno rappresentato la c.d. fase di istruttoria pubblica per la selezione delle aree.

5 Nei primi due incontri avvenuti in data 19 dicembre 2013 e 25 marzo 2014 erano state individuate tre aree, una prima area intorno a Campo Imperatore che ricomprendeva parte dell Aquilano, parte del Chietino sino ad arrivare a Capestrano, un altra area più a sud, al confine con il Molise (area Maiella, Val di Sangro fino al Chietino) ed una terza area interregionale posta a sud ovest di Ascoli Piceno. Il 9 settembre 2014 è avvenuta la trasmissione di questa prima proposta. Il processo di selezione pubblica delle aree è ripartito con una terza riunione, avvenuta, con la nuova amministrazione regionale, il 15 ottobre 2014 nella quale si è un po rivista la determinazione delle aree anche a seconda delle nuove linee guida redatte dal Comitato nazionale. L istruttoria è proseguita con le fasi di campo del 22 e 23 ottobre 2014 e del 19 novembre 2014 ed è culminata con la delibera di giunta regionale n. 290 del 14 aprile Attraverso tale delibera e sulla base del Rapporto di Istruttoria per la Selezione delle Aree Interne del Comitato Nazionale Aree Interne, vengono individuate quattro aree progetto : 1) BASSO SANGRO TRIGNO : formata dai Comuni Borrello, Carunchio, Castelguidone, Castigliole, Celenza sul Trigno, Civitaluparella, Colledimacine, Colledimezzo, Fallo, Fraine, Gamberale, Gessopalena, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montazzoli, Montebello, Montelapiano, Montenerodomo, Palena, Pennadomo, Pietraferrazzana, Quadri, Roccaspinalveti, Rioio del Sangro, Rosello, San Giovanni Lipio, Schiavi d Abruzzo, Taranta Peligna, Torrebruna, Torricella Peligna, Villa Santa Maria. - L area è composta da 33 comuni tutti classificati come aree periferiche e ultraperiferiche per una popolazione complessiva residente di abitanti ed una superficie di 761 km quadrati. - All interno dell area possiamo distinguere tre sub-aree con caratteristiche differenti : la Maiella Orientale, il Sangro e l Alto Vastese. - 8 comuni partecipano all unione montana dei comuni sangro, 5 all unione dei comuni Maiella Orientale-Verde Aventino, 4 all unione dei comuni Sinello. 2) VAL FINO VESTINA : formata dai Comuni Arsita, Brittoli, Bisenti, Carpineto della Nora, Castel Castagna, Castelli, Castiglion Messer Raimondo, Elice, Farindola, Isola del Gran Sasso, Villa Celiera, Castilenti, Cermignano, Civitella Casanova, Corvara, Montebello di Bertona, Montefino, Penna Sant Andrea, Vicoli.

6 - L area è composta da 19 comuni, di cui 8 classificati come aree periferiche e ultraperiferiche, per una popolazione complessiva di abitanti ed una superficie di 516 km quadrati. - 3 comuni partecipano all unione dei comuni Valle della Nora, e 2 all unione dei comuni Colline del Medio Vomano. Sull area sono state istituite due associazioni di comuni Castilenti e Montefino. 3) VALLE GIOVENCO VALLE ROVETO : formata dai Comuni Pescina, Balsorano, Bisegna, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Morino, Ortona dei Marsi, Ortucchio, San Benedetto dei Marsi, San Vincenzo Valle Roveto, Villavallelonga, Civita d Antino. - L area è composta da 12 comuni, di cui solo uno classificato come area periferica, per una popolazione di abitanti ed una superficie di 591 km quadrati. - L area è formata da tre valli e può essere divisa in due subaree Valle del Giovenco e Valle Roveto. - Nell area insiste una associazione di Comuni tra Ortona, Bisegna, Collarmele, Cerchio e Aielli. 4) VALLE SUBEQUANA GRAN SASSO : formata dai Comuni Caporciano, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Fagnano Alto, Fontecchio, Molina Aterno, Prata d Ansidonia, San Pio delle Camere, Acciano, Calascio, Castel del Monte, Castel di Ieri, Castelvecchio Subequo, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Ofena, Santo Stefano di Sessanio, Secinaro, Tione degli Abruzzi, Villa Santa Lucia, San Benedetto in Perillis, Capestrano, Navelli, Collepietro. - L area è composta da 24 comuni, di cui 14 classificati come aree periferiche ed ultraperiferiche, per una popolazione di abitanti ed una superficie di 650 km quadrati comuni dell area fanno parte del cratere sismico. - Nessuna delle amministrazioni partecipa ad una unione o associazione di comuni. La delibera n. 290/2015 individua come area prototipo l area BASSO SANGRO TRIGNO, il cui procedimento è alla fase del preliminare alla definizione della strategia. - Le risorse disponibile in Abruzzo per la strategia nazionale per le aree interne sono le seguenti :

7 A) Per l AREA PROTOTIPO : - 3,74 milioni di euro dalla legge di stabilità per l adeguamento dei servizi - 7 milioni di euro dal FESR - 1,5 milioni di euro dal FSE - 2,5 milioni di euro dal FEASR B) Altre aree progetto - 3,74 milioni di euro dalla legge di stabilità - 3 milioni di euro dal FESR - 1,5 milioni di euro dal FSE - 2,5 milioni di euro dal FEASR

8 La classificazione dei comuni della Regione Abruzzo La classificazione dei comuni della regione Abruzzo è stata operata dal Tavolo Tecnico per le Aree Interne seguendo il metodo indicato nella nota metodologica Una prima classificazione aveva portato alla elaborazione della seguente mappa:

9 Con la relativa seguente classificazione dei comuni: In seguito, per effetto della riorganizzazione delle strutture sanitarie, scolastiche o dei servizi di trasporto si è verificata una rielaborazione della classificazione. Nello specifico e per quanto riguarda i Comuni ricadenti all interno della Macroarea Valle Peligna, il comune di Sulmona è stato riqualificato da Polo di Attrazione ad Area Intermedia con relativa riclassificazione di tutti i diciotto comuni ricadenti all interno dell area. La determinazione inerente il Polo comunale di Sulmona è da ricondurre, secondo il Tavolo Tecnico che ha stabilito la classificazione, al mancato ricorrere del requisito consistente nel possesso, da parte del presidio ospedaliero di riferimento, del DEA di primo livello.

10 Al riguardo, si precisa che l aggiornamento della mappa (classificazione 2014) è stata operata sulla scorta delle informazioni in ordine alla dotazione di servizi scolastici e sanitari aggiornate al La classificazione dei diciotto comuni d area è, al momento, la seguente: Come si può notare dalla tabella, l effetto della riclassificazione di Sulmona, riverberandosi sui Comuni della Valle Peligna, è quello di far risultare tutti i comuni come Aree Interne. Nel novero dei diciotto comuni, dodici di essi sono classificati come aree intermedie e sei come aree periferiche.

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