GESTIONE DEL RISCHIO E PROCEDURE DI INTERVENTO A SEGUITO DI EVENTI ESTREMI SU SISTEMI IDRICI COMPLESSI: CASI DI STUDIO
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1 GESTIONE DEL RISCHIO E PROCEDURE DI INTERVENTO A SEGUITO DI EVENTI ESTREMI SU SISTEMI IDRICI COMPLESSI: CASI DI STUDIO Pagano A., Giordano R., Portoghese I., Vurro M. CNR-IRSA Bari Campopiano F., Duro A. Dipartimento Nazionale della Protezione Civile De Battisti D. AIMAG S.p.A. Pacitti S. Gran Sasso Acque S.p.A. Vitucci G. Acquedotto Pugliese S.p.A.
2 POSIZIONE DEL PROBLEMA Caratterizzare un sistema idrico e le strategie di intervento a seguito di un hazard Cosa è accaduto: tipologia di evento e possibili conseguenze sulla infrastruttura e sulla risorsa. Incertezze sulle caratteristiche dell evento e sugli impatti potenziali. Dove è accaduto: localizzazione effettiva dei danni e, quindi, degli interventi. Incertezza sulla posizione di rotture. Come intervenire: definire quali sono le modalità e le tempistiche di azione in emergenza e in fase di recovery. Identificare le strategie più idonee a garantire un recupero di funzionalità del sistema, verificandone i possibili impatti.
3 POSIZIONE DEL PROBLEMA Quantità e qualità acqua potabile: problema economico, sociale e sanitario. Affidabilità infrastruttura rispetto a fenomeni di rottura e contaminazione: condizioni ordinarie ed emergenza. Capacità di risposta degli enti coinvolti alle situazioni emergenziali. Vulnerabilità rispetto a molteplici hazard. Resilienza dell organizzazione rispetto all emergenza.
4 L ATTIVITÀ DI RICERCA Intesa operativa tra DPC e IRSA CNR: Vulnerabilità e rischio di inquinamento da eventi accidentali delle acque superficiali e sotterranee destinate a fini idropotabili; messa a punto di metodologie per la valutazione e gestione delle crisi in condizioni di emergenza idrica e delle emergenze derivanti da disfunzioni di impianti di depurazione di acque reflue e di impianti di approvvigionamento idrico; analisi e approfondimento del quadro normativo relativo ai settori succitati. WP2 - Vulnerabilità delle infrastrutture di approvvigionamento idropotabile - Definizione di un documento di Buone pratiche per il DPC, finalizzato alla gestione dei rischi. - Stima della vulnerabilità infrastrutturale. - Caratterizzazione della resilienza organizzativa delle water utilities. - Definizione di un DSS per la gestione delle emergenze.
5 DESCRIZIONE DEL DSS Dati infrastrutturali e ambientali Software GIS BBNs per analisi vulnerabilità NETICA Modello idraulico (es. EPANET) Rappresentazione probabilistica della vulnerabilità della rete infrastrutturale Rappresentazione di varie condizioni operative della rete infrastrutturale Buone pratiche per la gestione dei rischi - Modellazione di scenari operativi (scenari di rischio e strategie) - Caratterizzazione della capacità di risposta dell organizzazione - Individuazione di azioni di risk management e del loro effetto
6 DESCRIZIONE DEL DSS Danneggiamento infrastruttura (Rischio FISICO ) Contaminazione risorsa (Rischio CBR ) HAZARD NATURALE Planning DSS - Assessment della vulnerabilità strutturale - Caratterizzazione della resilienza organizzativa - Modellazione idraulica della rete - Monitoraggio e raccolta dati - Individuazione di scenari operativi Pre-emergency Emergency management Recovery Individuazione e caratterizzazione delle strategie operative per il risk management Stima degli impatti delle azioni di risk management
7 UTILITÀ DEL DSS Individuazione del funzionamento ordinario del sistema e del regime in essere 2. Caratterizzazione della vulnerabilità del sistema 3. Individuazione delle rotture (invio di squadre per sopralluoghi) 4. Definizione di possibili effetti in cascata 5. Individuazione di possibili configurazioni operative e azioni conseguenti
8 APPLICAZIONE DEL DSS: AQP
9 APPLICAZIONE DEL DSS: AQP
10 APPLICAZIONE DEL DSS: GSA
11 APPLICAZIONE DEL DSS: GSA
12 APPLICAZIONE DEL DSS: GSA È garantita la funzionalità idraulica della rete? Sono disponibili alternative alle criticità di funzionamento (bypass, problemi al sollevamento, blackout )? Si riscontrano o possono verificarsi problemi di qualità della risorsa trasferita?
13 APPLICAZIONE DEL DSS: GSA Qual è l effetto dell evento sulla funzionalità del sistema? Quali sono le azioni che possono essere implementate, e con quale effetto sul sistema?
14 PROCEDURA DI INTERVENTO
15 SELEZIONE DI AZIONI DI GESTIONE DELL EMERGENZA Il sistema sviluppato mira a costituire un Sistema di Supporto alle Decisioni per la gestione delle emergenze su sistemi di approvvigionamento idrico potabile. L integrazione con modelli idraulici si presta bene all impiego del sistema per la gestione in tempo reale dei rischi sulle infrastrutture. L introduzione esplicita delle azioni che possono essere implementate dai decisori permette di caratterizzare la risposta del sistema, e di verificare la possibilità di ridurre durata ed entità dei danni e garantire un rapido recupero di funzionalità e livelli di servizio (incremento di resilienza del sistema).
16 IL CONCETTO DI RESILIENZA Resilience: the ability to prepare and plan for, absorb, recover from, and more successfully adapt to adverse events. (USA National Academy of Engineering) Resilienza organizzativa Robustness Redundancy Rapidity Resourcefulness
17 IL CONCETTO DI RESILIENZA
18 LA RESILIENZA ORGANIZZATIVA Qualità Definizione Azioni-Fattori Robustness (robustezza) Redundancy (ridondanza) Resourcefulness (disponibilità di risorse) Rapidity (rapidità) Capacità interna del sistema di fornire resistenza a sforzi esterni senza perdita di funzionalità Opzioni ed alternative gestionali Capacità di mobilitare risorse e servizi necessari Capacità di reazione e di ripristino - Predisposizione di piani di emergenza - Esistenza di strumenti necessari per la gestione delle emergenze (es. strumenti per la simulazione di scenari di rischio, quali modelli e monitoraggio). - Conoscenza del territorio e informazioni sulla rete. - Integrazione all'interno di una consolidata rete di enti per la gestione delle emergenze (ad esempio, vigili del fuoco) - Flessibilità gestionale - Capacità di modificare lo schema di funzionamento - Capacità di sopperire a black-out gestionale (ad esempio, predisposizione di canali supplementari di comunicazione) - Integrazione con risorse di altri enti simili. - Competenze interne ben strutturate. - Disponibilità di risorse economiche interne. - Elevata flessibilità del personale. - Efficacia degli strumenti di comunicazione tra sede centrale e periferie, e tra ente e comunità. - Presenza capillare di operatori sul territorio. - Rapidità di intervento degli operatori.
19 LA RESILIENZA ORGANIZZATIVA
20 CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI L attività di ricerca ha contribuito alla definizione di un DSS per la gestione dei rischi (con particolare attenzione alla fase di riskmanagement) sulle infrastrutture di approvvigionamento idrico potabile. Sono state definite buone pratiche e documenti operativi per ottimizzare la gestione della fase emergenziale. Il DSS si basa sull integrazione di un modello di analisi della vulnerabilità infrastrutturale e di un modello di analisi del regime idraulico in differenti condizioni operative. È stata modellata anche la resilienza organizzativa. È possibile individuare e analizzare scenari di rischio e modellare l impatto delle strategie di intervento. SVILUPPI FUTURI: Introdurre e caratterizzare esplicitamente le azioni nel modello. Esplicitare l aspetto dinamico dei fenomeni. Introdurre l influenza dell hazard e dell esposizione (definire un livello di rischio).
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