Tu vuoi fa. l Americano! Distribuzione gratuita. Bollettino periodico dei giovani da 8 a 98 anni. In questo numero: S. P i o X - Balduina.

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1 Distribuzione gratuita ARRIVANO I NOSTRI Bollettino periodico dei giovani da 8 a 98 anni S. P i o X - Balduina Numero 38 Febbraio 2011 A n n o V I In questo numero: L AMERICANO NON LO VOGLIO FARE IL SOGNO DI MARTIN LUTHER KING SIAMO UN PO TUTTI AMERICANI AMERICANATE, MA NON TROPPO BUFFALO BILL A PIAZZALE CLODIO PER ME L AMERICA E MIA ZIA VITTORIA L AMERICA CHE E IN NOI AMERICA GENDARME DEL MONDO LO SBARCO IN NORMANDIA Tu vuoi fa TU VUOI FA L AMERICANO? SENTI A ME CHI T O FA FA? LA FEBBRE DELL AMERICANISMO UN GIOVANE INGEGNERE ROMANO A NEW YORK l Americano! GOD BLESS AMERICA LE RELIGIONI NEGLI USA TUTTA LA GENTE DI NEW YORK

2 ARRIVANO I NOSTRI Autorizzazione del Tribunale n 89 del 6 marzo 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Giulia Bondolfi TERZA PAGINA don Paolo Tammi DIRETTORE EDITORIALE Marco Di Tillo COLLABORATORI: Lùcia e Miriam Aiello, Bianca Maria Alfieri, Renato Ammannati, Alessandra e Marco Angeli, Isabella Badalì, Paola Baroni, Giancarlo e Fabrizio Bianconi, Pier Luigi Blasi, Leonardo Cancelli, Alessandra Chianese, Monica Chiantore, Cesare Catarinozzi, Laura, Giuseppe e Rosa Del Coiro, Gabriella Ambrosio De Luca, Andrea e Bruno Di Tillo, Anna Garibaldi, Massimo Gatti, Paola Giorgetti, Pietro Gregori, Giampiero Guadagni, Luigi Guidi, Lucio, Rosella e Silvia Laurita Longo, Lydia Longobardi, Giuliana Lilli, don Nico Lugli, don Roberto Maccioni, Maria Pia Maglia, Luciano Milani, Cristian Molella, Alfonso Molinaro, Sandro Morici, Agnese Ortone, Vittorio Paletta, Alfredo Palieri, Gregorio Paparatti, Camilla Paris, Giorgia Pergolini, Maria Rossi, Eugenia Rugolo, Alessandro e Maria Lucia Saraceni, Elena Scurpa, Francesco Tani, Stefano Valariano, Gabriele, Roberto e Valerio Vecchione, Celina e Giuseppe Zingale. TUTTA LA GENTE DI NEW YORK Se andate a New York, occhio alle spalle perchè forse qualcuno vi sta disegnando e voi neanche ve ne accorgete. Il signor Jason Polan infatti, artista di 27 anni, ha deciso di ritrarre tutte le persone che abitano nella grande mela. Ha iniziato 2 anni fa e oggi, 8500 disegni dopo, continua a ritrarre le persone che vivono in città. Ha anche un sito dove ogni newyorchese può divertirsi a cercare di trovare il proprio ritratto. everypersoninnewyork.blogspot.com JOE DI MAGGIO Il più famoso giocatore di baseball della storia. Noto anche per essere stato sposato con Marilyn Monroe. I numeri arretrati li trovate online sul sito della parrocchia OFFERTE Per mantenere in vita il nostro giornale lasciate un offerta libera in una busta nella nostra casella di posta della segreteria parrocchiale. COLLABORATORI E NEGOZI Chi vuole inviare articoli, disegni, suggerimenti e tutti i negozianti che vogliono ricevere qualche copia del giornale da distribuire gratis ai loro clienti sono pregati di inviare mail: ELVIS PRESLEY Fece impazzire i teenagers americani. Con lui il Rock and Roll divenne famoso in tutto il mondo. EASY RIDER Celebre film on the road diretto nel 1969 da Dennis Hopper. arrivanoinostri@ fastwebnet.it (oppure lasciare una busta presso la segreteria parrocchiale) STAMPATO PRESSO LA TIPOGRAFIA MEDAGLIE D ORO - VIA APPIANO, 36 RAPSODIA IN BLUE Famosa composizione di George Gerswin che fonde due generi musicali, la musica jazz e la musica classica. La Rapsodia è fortemente rappresentativa della realtà metropolitana newyorkese e più in generale della cultura americana 2

3 L AMERICANO NON LO VOGLIO FARE! don Paolo Tammi L americano io non l ho mai voluto fà. Non è un merito, è qualcosa di naturale. Non m è mai venuto in mente o alla pancia. Ma neanche per un minuto! In America ci sono stato tre volte, perché l America è l America. Una volta è stato tutto religioso, cioè presso parrocchie, chiese, cattedrali. Due volte invece tutto turistico. Auto americane in noleggio, coast to coast, Grand Canyon, città, grattacieli, insomma tutta vita. L America è l America. La chiesa, anzitutto. Povero seminarista (allora) senza malizia, proprio non capivo come mai i parroci, quando si incontravano ogni tanto, si chiedevano: How much saturday?. Poi ho capito. Ogni sabato nelle parrocchie c era il Bingo, cioè la tombola, per un sacco di gente. Sale piene, popcorn in quantità industriale, Coca Cola e qualcos altro. La gente si divertiva e la parrocchia guadagnava. Il parroco presso cui ero mi disse che era la principale entrata. E durava tutta la notte! Mi ricordo che una notte mi svegliai e sentivo nel sonno: twentyone, seventytwo, thirtythree... il bingo alla sala di sotto non finiva mai. Poi andammo (in tre italiani) a visitare le famiglie. Piacevolissima attività, anche perché si imparava bene l inglese. Appena suonavamo, la mamma ( in genere) prendeva la busta (con dentro i dollari) e ce li dava, salutandoci e basta. E noi invece : Can we entry?. Allora si apriva un mondo. Capivano che il prete non veniva solo a raccoglier soldi ma a parlare. Sono state tutte esperienze gradevoli, chissà, forse un altro modello di Chiesa per i cattolici americani. Ogni parrocchia aveva la scuola ed erano soldi da trovare (la principale preoccupazione) per mantenerle tutte. Un parroco che mi ospitò fu rimosso dal vescovo perché la scuola stava fallendo. Magari Dio mi perdoni i vescovi avessero rimosso in tempo quelli che, soldi a parte, facevano ben altre cose. Ma tant è. Fu tutto bello, la prima volta,tutto grande, tutto fico. Le altre due volte anche. A San Francisco scoprii che nelle chiese passavano due volte a fare la colletta, durante la Messa domenicale. Una volta all offertorio, un altra prima della fine. Nessuno fiatava. Sto pensando se lo facessi io! Qualche imbecille mi direbbe certo: ma non hai già l otto per mille? Potenza della sana informazione! Poi mi godetti tutto il resto. Guidare a 120 miglia (rigorosamente controllati) sulle highways americane. Vedere New York. Le cascate del Niagara (ma quelle di Livingstone in Zambia sono cento volte meglio). Dormire nei bed and breakfast, allora inesistenti in Italia. Incontrare un gruppo di romani di Formello e mettersi a parlare non italiano, ma romano. E i Mc Donalds, scoperti lì (allora potevo). Quando uno è giovane, queste cose piacciono. E appena torni le racconti, come se fossero il paradiso. Ma l ultima (una delle tante) merita la narrazione. Scoprii che Beautiful in Usa lo facevano una settimana prima che in Italia. E conobbi una ragazza, che aveva la cugina a Roma, che ogni settimana la chiamava (al telefono, non c era Skype) e le anticipava se Brooke aveva messo le corna a Ridge. Unbelieveble, mi dissi. Adesso ho l età, la malizia e qualcos altro e mi sembra quasi normale. L America è l America. Io posso dire non so se ci vivrei. I miei avi che a milioni dal 1861 circa in poi ci sono dovuti andare, non l hanno potuto dire. Dio sa se siamo anche noi figli di immigrati. Dio sa se siamo stati stranieri anche noi, in terra difficile. Dio sa anche che santa Francesca Cabrini e san Giovanni Battista Scalabrini si sono fatti santi accogliendo i poveracci a Long Island, curandone le ferite, lavandoli, trovandogli lavoro. Certo che Dio lo sa! Ce li ha mandati Lui. Una santità tutta vera, tutta moderna, tutta aperta al mondo. Come è la santità di Dio e quella di alcuni cristiani. Bella da vedere e da vivere, l America è da annusare. Tante cose possono piacere ma su altre si rimane interdetti. Però bisogna andarci. In God we trust. Non c è dollaro dove non ci sia scritto. Sarà la religione civile, politica, culturale, sarà quello che volete, ma certo è sempre meglio di quei luoghi in cui quattro cretini in una scuola vogliono staccare il Crocifisso perché offende i musulmani. Follia pura. Terra di scandali rosa (ma ormai ci siamo anche da noi) però terra in cui, se vuoi mandare a casa uno con il voto, ce lo mandi e sul serio. Terra di tante cose belle. Senza volè fà l americano, vale la pena di conoscerla e apprezzarla. 3

4 AMERICANO? NO, ITALIANO! Giancarlo Bianconi No! Non ci tengo proprio a fare l Americano. Non mi passa neanche per l anticamera del cervello una simile idea. E ciò lo dico con tutto il rispetto possibile per il popolo americano, sia ben chiaro. Intendo dire invece che io voglio fare... anzi voglio, fortissimamente voglio, essere italiano. Perché? Ecco, questa sì che è una bella domanda! Alla quale istintivamente, dico la verità, mi verrebbe da rispondere: Ma come perché? Ma perché sì! no? Una eventuale risposta del genere però non avrebbe alcun senso, anzi non sarebbe neanche una vera e propria risposta ma, più semplicemente, nient altro che un flatus vocis, come dire apri bocca e daje fiato. Fornire, però, a tale mia risolutezza una motivazione valida e accettabile, mi riesce in ogni caso un po difficile (anzi un po tanto difficile, per dirla tutta), soprattutto a causa di quanto sta avvenendo proprio in questi giorni nel nostro Bel Paese. Siamo, infatti, tutti ben consapevoli di costituire quotidianamente bersaglio (consenziente, peraltro, e, almeno in parte, anche interessato) di ogni possibile forma mediatica che ci mette compiutamente al corrente, e con dovizia di particolari più o meno piccanti e scabrosi, più o meno privati, più o meno corretti e legittimi, di cosa siano capaci taluni italiani in ogni settore della vita: dalla politica alla finanza, dall informazione all imprenditoria, allo spettacolo, allo sport. Veniamo, infatti, tenuti costantemente informati circa truffe ai danni dello Stato e di privati, maneggi vari poco o punto limpidi, pedofilia, istigazione e sfruttamento della prostituzione, traffici di droga, doping, omicidi, corruzione in ogni forma possibile e poi ancora... e poi ancora chi più ne ha più ne metta. Sarebbe veramente il caso, a questo punto, di domandarsi, e seriamente: «e tu, dopo tutto ciò, vorresti ancora essere italiano?». Ebbene, a tale evenienza io mi risponderei senza esitazione alcuna: «sì». Mi risponderei «sì» perché sono più che convinto che gli autori di tutti questi misfatti, benché numerosissimi, costituiscono tuttavia solo una microscopica parte della popolazione italiana. La parte malsana, e, purtroppo, anche la più appariscente, certamente, ma sempre microscopica. Mi viene sempre in mente a questo proposito un immagine evocata tanto tempo fa dalla stampa, e cioè qualcuno (non ricordo chi, purtroppo; forse Indro Montanelli, ma non ne sono certo) sosteneva che la parte putrida della popolazione è come la schiuma che, scarsa e di nessun peso, e proprio perché tale, galleggia sempre e comunque sull acqua e perciò la prima ad essere vista da tutti; questa schiuma, è vero, nasconde allo sguardo di chiunque una parte dell acqua limpida che, però, sotto di sé c è e scorre, e scorre sempre tersa e vitale anche se nascosta agli occhi dell osservatore. Come dire che quella parte imputridita della nazione viene sicuramente rifiutata e, ove possibile, tenuta discosta sino a costringerla quasi a formare una sorta di ghetto (da taluno definito anche casta ) che, purtroppo però, non solo è in grado di celare tutta la parte sana della popolazione, proprio come la schiuma di cui sopra, ma anche di dare la falsa e oltremodo distorta impressione di un popolo che, viceversa è serio, onesto, corretto e laborioso. E a questo stato di cose sarebbe più che opportuno che ognuno di noi reagisse; direi meglio: doveroso. Tanto per spiegarmi in modo meno sibillino: sarebbe indispensabile, intanto, che ciascuno di noi seguisse, e con maggiore continuità e senso critico, non le belle parole (le chiacchiere, tanto per intenderci) bensì i fatti e gli atti di tutti, nessuno escluso: politici, governanti, amministratori, imprenditori, funzionari, campioni dello sport etc... Ma questa non essendo certo la sede appropriata per affrontare un discorso del genere, è bene volgere la prora verso altri lidi. Tu vuoi fa l Americano, è il titolo di una canzone portata a gran successo dal famoso complesso musicale di Renato Carosone. E a tale proposito quando non ero ancora ragazzo ma non ero più neanche bambino mio nonno mi spiegava che l espressione americanata - che allora come adesso, stava a significare un qualcosa... come dire... un atteggiamento o iniziativa esageratamente grandiosa, assurda o quasi cioè, frutto del gusto ingenuo di grandiosità e di esibizione, quale si suole abitualmente attribuire agli americani - venne praticamente introdotta nel nostro lessico, subito dopo la seconda guerra mondiale, quale conseguenza dello scimmiottare, da parte degli italiani di allora, il modo di essere e di agire dei soldati americani presenti a Roma in occasione della liberazione; soldati che, una volta realizzato di essere ancora vivi dopo aver superato una serie indicibile di pericoli, insidie e disagi, quasi all improvviso, coscienti e sorpresi di trovarsi nuovamente a poter vivere, ebbero una reazione psicologica di tale euforia che impedì loro di agire sempre, e in ogni occasione, in modo discreto, riservato o comunque misurato. E questi soldati, alla fin fine, furono i primi rappresentanti - se non gli unici, o quasi, in quegli anni - e non certo i più raffinati, di quella lontana e quasi sconosciuta popolazione venuti a contatto diretto, epidermico direi, degli italiani appena liberati che così di quel popolo ebbero una prima concreta, e in parte alterata impressione. E la canzone di Carosone rappresenta con immediatezza, quasi una foto-ricordo, il modo di atteggiarsi degli italiani dell epoca, che iniziarono a fumare non più le Nazionali o le Esportazioni come erano stati soliti sino a quel momento, bensì le Camel ( e Camèl, come canta Carosone), a bere Whisky e non più il Rosolio o il Vov, a ballare il boogie-woogie e non più il valzer o il foxtrot. Ma poi siamo proprio sicuri che gli altri sono migliori di noi? 4

5 AFRICA EXPRESS N O T I Z I E E C U R I O S I T A D A L C O N T I N E N T E N E R O a cura di Lucio Laurita Longo IL CAMBIAMENTO DEL CLIMA UCCIDERA L AFRICA? In questi ultimi anni assistiamo, quasi sempre in modo passivo, a cambiamenti climatici assolutamente enormi. Tempeste, inondazioni, aumento del livello del mare, isole che da un giorno all altro non ci sono più! Tutto ciò ci appare, il più delle volte, come un fatto naturale, una normale, ed ineluttabile, evoluzione della vita sulla terra. Niente di più sbagliato: questi cambiamenti sono solo ed esclusivamente imputabili all uomo, frutto della sua incuria e del suo egoismo, che lo porta, pur di trarre un vantaggio nell immediato a non voler vedere che così facendo sta irrimediabilmente rovinando la terra. L abbattimento sempre più imponente delle foreste nel mondo, per far posto a grandi territori per coltivazioni intensive o ad enormi insediamenti urbani in grado di ospitare le grandi masse che prima abitavano questi territori, unitamente all espansione della industrializzazione che determina forti immissioni nell atmosfera di gas nocivi per la salute e per l ambiente, non garantiscono certo uno sviluppo a lungo termine equilibrato e sostenibile, ma solo vantaggi apparenti e limitati nel tempo che in pochi anni verranno annullati. Il danno ambientale, invece, resterà per sempre. Tutto ciò è ormai generalizzato o, come è di moda dire, globalizzato. C è, però, una parte del nostro pianeta ove tutti questi mutamenti hanno determinato danni maggiori che, se non fermati in tempo, potrebbero portare a conseguenze irreparabili per l intero pianeta. Parlo dell Africa, terra ricca di un immenso patrimonio di specie animali e vegetali che costituiscono un valore determinante anche a livello globale. Le foreste tropicali dell Africa Equatoriale (Angola, Camerun, Ciad e le due Repubbliche del Congo) sono, insieme alla foresta Amazzonica, tra gli ecosistemi più produttivi della terra e le comunità che risiedono al loro interno sono prevalentemente rurali e vivono, per la maggior parte, di agricoltura e pastorizia. Tali attività sono fondamentali anche nella dieta e nel reddito delle aree cittadine in quanto vengono utilizzate per incrementare il commercio. Questa diretta dipendenza dalla natura della quasi totalità della gente determina una forte considerazione della terra ma innesca anche grosse competizioni e speculazioni. per il suo sfruttamento. Un piccolo esempio su tutti che ho avuto modo di verificare personalmente. In Zambia, da alcuni anni, una grossa multinazionale agro-alimentare sta acquisendo (con modi più o meno leciti) enormi appezzamenti di terra dalle varie popolazioni acquistandoli in cambio di poche centinaia di dollari o convincendo i contadini a cedere i propri terreni con la promessa della loro assunzione presso di se. Buona parte di questa gente, però, dopo una o due stagioni viene licenziata e sostituita nella lavorazione della terra da sempre più sofisticati mezzi meccanici (per le quali bastano 2 o 3 operai) e da un uso sempre più intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici, che prima la gente non era solita usare perchè molto costosi. In questo modo, usato anche in molti altri paesi africani, la gente perde definitivamente la propria fonte di sostentamento e abbandona la terra per andare a cercare fortuna nelle grandi città ove ingrosseranno le bidonville di periferia che ogni anno aumentano sempre più di numero. Queste, non potendo reggerne l impatto, diventano immensi immondezzai a cielo aperto ogni giorno più grandi. Nello slum di Korogocho, a Nairobi, nel 2009 viveva di persone in mezzo ai milioni di tonnellate di rifiuti della vicina discarica di Dandora. Quale possa essere l impatto ambientale di questo luogo è facile immaginarlo. In conseguenza di tutto ciò sempre più grandi zone dell Africa subiscono cambiamenti assolutamente innaturali che minacciano, ogni anno di più, di aggravare i già enormi problemi del continente. I primi segnali in tal senso si sono già manifestati. L accesso al cibo da parte della maggior parte della popolazione rurale diventa sempre più difficile a causa della riduzione delle risorse idriche. Ho recentemente letto che il Lago Vittoria, grande quando un terzo dell Italia, a causa dell innalzamento della temperatura degli ultimi anni, si sta riempiendo di giacinti d acqua che, formando uno spesso strato sulla superficie del lago, creano problemi ai trasporti, alla pesca, alla produzione di energia idroelettrica e alle forniture di acqua potabile. Nel 1995 il 90% della costa ugandese ne era ricoperta con conseguente paralisi della maggior parte delle attività lacustri, in primis la pesca! Oggi si sta cercando di porvi rimedio con l immissione in acqua di un insetto che si nutre di questo fiore ma i risultati tardano. Ancor più vistoso, poi, è quanto è avvenuto negli ultimi tempi al Kilimangiaro. La montagna più alta del continente, famosa per il suo cappello di ghiaccio, negli ultimi 100 anni lo ha visto ridursi per più dell 80% e si prevede che tra circa 10 anni, sarà completamente sparito, insieme agli altri ghiacciai africani (il Ruwenzori tra Uganda e Congo, il Semien in Etiopia ed il Monte Kenia) con imprevedibili ricadute sulla già critica situazione dell approvvigionamento idrico. In Africa la mancanza d acqua è responsabile della metà della mortalità infantile e, in molte zone, (ad esempio Sahel) di oltre l 80% delle malattie tra le quali colera, tifo e dissenteria per le quali, ogni anno, muoiono 10 milioni di persone, di cui più della metà bambini con meno di 5 anni. Personalmente posso dire che ogni volta che con l aereo sorvolo il Kilimangiaro, vedi il suo cappello di ghiaccio sempre più piccolo. Tutto ciò, unitamente alle endemiche situazioni di povertà e malattie, alle carenze di infrastrutture e tecnologia, al limitato accesso ai mercati mondiali, governi deboli o corrotti che prosciugano le limitate finanze statali, non farà che moltiplicare gli effetti negativi delle variazioni climatiche. Wangari Maathai, prima donna africana a ricevere il Nobel per la Pace (nel 2004) per il suo contributo allo sviluppo sostenibile, alla democrazia ed alla pace in Africa, fondatrice del Green Belt Movement (Movimento Cintura Verde) ha scritto: Nei paesi ricchi, l incombente crisi climatica è motivo di preoccupazione in quanto essa avrà un impatto sia sul benessere economico che sulla vita della gente. In Africa, però, parte del mondo che non ha contribuito quasi per nulla al cambiamento climatico (le sue emissioni di gas serra sono irrilevanti rispetto alle zone industrializzate del mondo - nds) la crisi climatica determinerà la vita o la morte viste le già precarie condizioni in cui versa la maggior parte della gente. Di conseguenza l Africa non deve tacere e la sua società civile deve essere coinvolta nel processo decisionale su come affrontare e risolvere il problema. E estremamente importante iniziare a considerare la terra un tutt uno e adoperarci a proteggere l ambiente non soltanto a livello locale ma sopratutto globale. Dal punto di vista morale, infatti, è nostro dovere agire collettivamente per salvaguardare i diritti delle future generazioni e di tutte le specie viventi le quali, se non si cambia, erediteranno un ambiente impoverito, un mondo più affamato, meno fertile e con maggior instabilità. Il problema finale, quindi, potrebbe essere questo, come ho già avuto modo di dire in un altra occasione. Oggi, infatti, le guerre scoppiano per il possesso e lo sfruttamento delle risorse naturali e pertanto preservare l ambiente significa anche preservare la pace. Se il mondo riuscirà a gestire le risorse naturali in maniera oculata, ragionevole e con vera giustizia ed equità, si impediranno molte guerre altrimenti il nostro futuro sarà veramente a rischio. E l Africa sarà la prima a morire. 5

6 AMERICANATE MA NON TROPPO Renato Ammannati La cinematografia è stata forse, insieme all'architettura, uno dei campi in cui gli Americani hanno dato maggiore sfogo al loro profondo senso di grandezza e, talvolta, di autentica megalomania. Tutto grande, tutto fuori misura, tutto oltre l'immaginabile, dai fondi messi a disposizione per la produzione fino agli incassi, passando per i temi affrontati. In particolare spiccano i film di genere apocalittico, coi quali Hollywood ci ha abituato ad assistere a catastrofi degne della fine del mondo. Fra tutti i registi catastrofisti c'è n'è uno che si è particolarmente distinto negli ultimi anni, Roland Emmerich, tedesco di origine ma trapiantato in America. Affermatosi nel 1994 col film Stargate (è la storia di una spedizione mista di militari e scienziati in un altro mondo, passando per una porta del tempo), Emmerich bissa il successo due anni più tardi con Independence Day. Il film racconta l'invasione della Terra da parte di lucertoloni extraterrestri a bordo di enormi astronavi. Gli alieni intendono distruggere il nostro pianeta, ma i popoli del mondo si ribellano e, capitanati nientemeno che dal Presidente degli Stati Uniti, riescono alla fine a prevalere sugli invasori. Perché un articolo dedicato a questo regista e ad Independence Day?Perché il film, apparentemente senza tema e degno di essere ricordato per il solo vasto repertorio di effetti speciali, una messaggio ce l'ha. Ma andiamo per ordine e godiamoci uno dei momenti chiave di Independence Day, ossia la scena che ci svela come una sterminata flotta di aerei militari al comando del presidente degli Stati Uniti (lui stesso a bordo di uno) riesca a distruggere l'astronave madre. (nella foto in alto,ndr) Questi aerei non avevano chi li pilotasse, e allora il comando militare americano recluta a destra e a manca personale che avesse anche la minima pratica col volo. Fra gli altri viene assoldato un contadino, la cui unica esperienza era il suo aeroplanino ad elica, utilizzato per irrorare i campi coltivati con l'antiparassitario. Un contadino che, per di più, aveva trascorso tutta la vita a scolare una bottiglia di alcol dietro l'altra, senza prendersi troppa cura dei propri figli (che nel corso del film glielo rinfacceranno) e del proprio lavoro, al punto che talvolta dava l'antiparassitario sui campi sbagliati. Dopo qualche ora di addestramento, il nostro bravo agricoltore viene messo a pilotare un jet militare dotato di missili da lanciare contro il disco extraterrestre. Naturalmente il suo non è l'unico aereo ad essere armato. Anche gli altri aerei lo sono e, una volta in volo, scagliano i loro missili contro l'astronave. Ma l'astronave non subisce alcun graffio. Rimane solo il missile del contadino. Ed eccolo lì, tutti gli occhi puntati su di lui. L'ultima possibilità di salvare il mondo passa per il suo missile. Il contadino-aviatore (e ubriacone) spinge il pulsante, ma il missile si è inceppato e non parte. Allora, per riscattare la propria vita piena di egoismo ed alcol, decide di sacrificarsi, e con l'aereo va a schiantarsi contro l'astronave. L'immensa struttura extraterrestre esplode ed il mondo è salvo. A terra tutti gioiscono per la grande impresa del contadino-alcolista (e ora aviatore ed eroe). Direte voi: "Niente di eccezionale. Le solite americanate dove la fantasia supera ogni limite". Independence Day esce nelle sale cinematografiche nel Passano all'incirca cinque anni e, in un giorno del 2001, l'11 settembre per l'esattezza, vengono dirottati quattro aerei sui cieli degli Stati Uniti. Due andranno a colpire le Torri gemelle a New York, il terzo il Pentagono a Washington, centro del potere militare americano. Il quarto si schianterà al suolo in aperta campagna, nello stato americano della Pennsylvania. La tecnica era quasi la stessa del film di Emmerich (mancavano solo i missili e invece di aerei militari c'erano jet civili) ma parecchi dettagli combaciano in pieno. A quanto pare anche i dirottatori, benché islamici, erano dediti all'alcol (uno di loro, in particolare, avrebbe trascorso la notte precedente l'attentato a ubriacarsi come una spugna). Ma fra tutti sorprende la figura del dirottatore lanciatosi con l'aereo contro il Pentagono (un edificio che, a guardarlo bene, sembra un'astronave planata su un prato). Nei giorni successivi l'attacco, le indagini rivelarono trattarsi di tale Hani Hanjour. Chi era costui? Hani Hanjour era un ragazzo nato in Arabia Saudita nel 1972, 29 anni all'epoca dell'attentato. Giunto nel 1991 negli Stati Uniti per la prima volta, con l'intenzione di imparare l'inglese, era tornato nella madrepatria agli inizi dell'anno seguente. Di nuovo in America nel 1996, precisamente in California (questa volta per perfezionare la lingua), si era trasferito in seguito in Arizona per ricevere lezioni di volo e diventare pilota di aviazione civile. Tuttavia interruppe il corso talmente in anticipo da esser scarsamente capace di pilotare un banale aereo monomotore, in tutto simile a quello che nel film di Emmerich era solito manovrare il nostro bravo contadino-eroe per dare l'antiparassitario. La dimostrazione della sua incapacità è rivelata da un aneddoto. Un giorno si recò presso un aeroporto privato americano per prendere in affitto e pilotare personalmente un monomotore Cessna 172 (nella foto, ndr), ma i noleggiatori verificarono che aveva problemi nel controllo dell'aereo e nell'atterraggio, e perciò gli rifiutarono il noleggio. Gli fecero inoltre presente che avrebbe avuto bisogno di altre lezioni di volo, almeno per essere in grado di pilotare il monomotore con una certa familiarità. Fatto tesoro del consiglio, nella primavera del 2000 Hani Hanjour presentò domanda di ammissione presso la scuola di volo già frequentata nel '96, ma questa volta non fu accettato. Il resto è storia nota. L'11 settembre 2001, Hani Hanjour s'imbarca sul volo 77 dell'american Airlines e, una volta in aria, dirotta l'aereo (un boeing 757, un gigante del peso di 100 tonnellate) verso Washington alla velocità di circa 220 metri al secondo. Giunto sui cieli della capitale americana, compie una spericolata manovra e si getta in picchiata da migliaia di metri di altezza giù verso il Pentagono, a oltre 800 km orari. Una volta a destinazione, invece di scaraventare il velivolo contro il cuore dell'edificio (operazione più facile per un inesperto che aveva lo scopo di seminare morte fra le personalità più in vista del potere militare americano), esegue una virata di 270 gradi, degna di Tom Cruise in Top Gun, e impatta l'ala dell'edificio più difficile da colpire. Niente male per questo aspirante pilota! Così, come al contadino aviatore di Emmerich, gli sono riuscite cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare. Morale della favola: non tutte quelle che chiamiamo "americanate" sono realmente tali, perché qualche volta la fantasia non supera la realtà dei fatti, la precede soltanto. 6

7 IO HO UN SOGNO (Martin Luther King) Cesare Catarinozzi Tanti anni fa entrai come sociologo nella scuola sperimentale Martin Luther king ed ero affascinato da quel nome, da quel personaggio che mio padre mi aveva insegnato ad amare. Il nome della scuola lo avevano scelto gli alunni. Come dimenticare quest uomo eccezionale, come i fratelli Kennedy? Martin Luther King Jr. è stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili. E stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964 all età di soli trentacinque anni. Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader del pacifismo della cui opera King è stato un appassionato studioso, ed a Richard Gregg, primo americano a teorizzare organicamente la lotta non violenta. Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, redentore dalla faccia nera, Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l ottimismo creativo dell amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X. Il padre, il reverendo Martin Luther King Senior, consigliò al figlio di diventare pastore battista come lui: inizialmente scettico sulla scelta di dedicarsi alla vita religiosa, King si convinse della bontà della scelta fatta dalla lettura dei grandi pensatori religiosi. Il 1 dicembre 1955 Rosa Parks, per essersi rifiutata di lasciare il suo posto, messo a disposizione di tutti, per far sedere un uomo bianco venne arrestata, accusata di aver violato le leggi sulla segregazione. La donna apparteneva al Movimento per i Diritti Civili americano. In un primo momento la notizia del sopruso scatenò una reazione violenta da parte della comunità nera di Montgomery, e la polizia reagì agli incendi degli autobus e alle vetrine fracassate sparando. Il giorno stesso si ebbe la sentenza: Parks venne condannata a pagare una multa pari a 10 dollari a cui si aggiunsero le spese per il processo. La sera si tenne una riunione di massa, nella chiesa battista di Holt Street, si formò il MIA Montgomery Improvement Association (associazione per il miglioramento di Montgomery) di cui Martin venne eletto presidente. Il boicottaggio dei mezzi pubblici assunse proporzioni sempre più vaste man mano la notizia si diffuse: la comunità afroamericana si spostava come poteva, a piedi o con l aiuto di tassisti afroamericani, che avevano abbassato le loro tariffe sino a quella degli autobus e liberi cittadini che si prestavano volentieri alla protesta. In un incontro dell 8 dicembre con la commissione municipale Clyde Sellers ricordò l esistenza di una legge che stabiliva una tariffa minima per la corsa dei tassì, 45 centesimi contro i 10 richiesti che nei giorni seguenti i tassisti furono obbligati a rispettare. King dopo essersi consultato con Theodore Jemison che aveva vissuto un esperienza simile espose in un assemblea i fatti ricevendo offerte di autisti disposti a trasportare le persone, le auto a disposizione furono circa trecento, e si organizzarono luoghi di raccolta. Il presidente Kennedy presentò al Congresso un provvedimento che sanciva pari diritti per bianchi e neri d America: l idea del presidente venne fortemente osteggiata dagli stati del Sud. King, insieme a molti altri leader delle principali organizzazioni per la lotta per i diritti civili dei neri, guidò verso Washintong la celeberrima marcia per il lavoro e la libertà (28 agosto 1963), il cui organizzatore strategico e logistico fu Bayard Rustin. Circa persone si radunarono, di cui afroamericane, per celebrare il proclama di emancipazione di Lincoln tenutosi al Lincoln Memorial di Washington. La folla poté assistere alla stretta di mano tra Kennedy e King e al celebre discorso I have a dream (Io ho un sogno) di King, preparato sino a poche ore prima di quella stessa giornata, che divenne il discorso-simbolo della marcia ed uno dei più famosi della storia oratoria americana. Al tempo quella straordinaria partecipazione era la più grande che Washington avesse mai avuto nella sua secolare storia. Il sogno di Martin Luther King era quello di una piena integrazione tra bianchi e neri, nata non dall odio e dalla violenza, ma dall amore. <<Fateci del male>> egli disse agli estremisti bianchi <<E noi vi ameremo ancora. Alla fine sarà l amore a trionfare>>. Tutto questo in un ottica profondamente cristiana. Ma presto cominciarono ad arrivare minacce di morte da parte dei bianchi degli stati del Sud. King si recò al Lorrain Motel di Memphis. Nella sua stanza, assieme ai suoi collaboratori cercò di organizzare un corteo per i diritti civili. Uscito sul balcone, venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa, sparato dal criminale James Earl Ray. Ma il suo sogno non morì: oggi abbiamo un presidente afroamericano alla Casa Bianca. Ricordo che nella mia scuola fu composto un inno dedicato a Martin Luther King. Le parole tra l altro dicevano il mondo è pieno, è pieno di fiori; è pieno di uomini di diverso colore un giorno gli uomini si rizzeranno in piedi, capiranno di essere fratelli E una lezione che dobbiamo comprendere profondamente noi abitanti di questa Italia, che sta diventando sempre più multietnica e multiculturale. Inoltre la nostra patria deve conservare le sue radici cristiane, ma accogliere i fratelli di altre religioni. Tutti insieme possiamo rendere testimonianza di quell unico Dio (ci sono semi del Verbo anche nelle altre religioni), senza il quale la vita non ha senso. 7

8 BUFFALOBILLAPIAZZALECLODIO Preceduta da una massiccia pubblicità giunse a Roma nel febbraio 1890 la carovana del Buffalo Bill Wild West Show. Era uno spettacolo circense in cui venivano ricreate rappresentazioni western, fra cui la battaglia di Little Big Horn, dove perse la vita il Generale Custer. Fra i protagonisti dello spettacolo, a cui partecipavano veri cowboy e pellerossa, c erano il leggendario capo Sioux Toro Seduto, Calamity Jane, Alce Nero e naturalmente, lui, Buffalo Bill, nome d arte del colonnello William Cody. Composta da centinaia di persone e con un enorme attrezzatura, la troupe arrivò nella capitale con treni speciali e, poiché il complesso aveva bisogno di grande spazio, furono scelti i Prati di Castello, ovvero l attuale area di Piazzale Clodio che all epoca ospitava spesso le esercitazioni della guarnigione militare. Il primo spettacolo ebbe luogo il 20 febbraio alle 2,30 pomeridiane di fronte ad un enorme folla; si esibirono per alcune ore bufali selvaggi, cavalli indomiti, cow-boys, spericolate cavallerizze, indiani dell Ovest degli Stati Uniti in una serie di esercizi strabilianti conclusi con l indimenticabile assalto alla diligenza liberata dai Nostri. Possiamo dire che il titolo del nostro giornale ha origine forse da lì? Tali spettacoli richiamarono sempre grande folla. Soltanto nei primi undici giorni vi fu un incasso di oltre lire. Il biglietto di ingresso costava cinque lire, cifra per quei tempi altissima. Fa parte della cronaca romana d allora la grande sfida tra i cow-boys e i butteri della Campagna romana per la doma dei cavalli selvaggi. Malgrado il pessimo tempo, innanzi ad una folla strabocchevole, il 4 marzo avvenne l incontro. Tra i nostri cavalieri si distinse Augusto Imperiali, capoccia dei butteri del duca Caetani che, domato un morello, riuscì a saltargli in groppa e a guidarlo in una stupenda galoppata attorno al campo, tenendo con la destra le redini e con la sinistra il cappello. L a v v e n i m e n t o eccezionale dell arrivo a Roma di Buffalo Bill riscosse interesse anche in Vaticano: in occasione dell anniversario dell incoronazione di Leone XIII la troupe del circo partecipò alla cerimonia indetta nella Cappella Sistina. Nella foto il colonnello William Cody detto Buffalo Bill ( ) PER ME L AMERICA Maria Rossi Per me l America è mia zia Vittoria (Vicki) che, nella seconda metà degli anni Trenta, dopo essersi laureata all Università di Roma con Enrico Fermi in Matematica e Fisica (allora la Facoltà era unica), partì con grande angoscia dei miei nonni molto tradizionalisti e preoccupati, ma in questo quasi rivoluzionari, per un college femminile di Philadelphia con una borsa di studio. Allora l America era veramente l America. L America era il viaggio in mare, un mondo così avanti rispetto alla vecchia Europa, una realtà cui zia rimase legata anche molti anni dopo la Guerra, continuando a scriversi e a frequentarsi con le amiche di un tempo fino al Duemila. Di 35 anni più giovane di zia, non ho mai avuto il mito dell America. Ho fatto il liceo negli anni del Vietnam e l America era soprattutto musica, era lo studio del piano Marshall e ricordo le appassionate discussioni di politica con zia che, nella Roma occupata dopo l 8 settembre del 43, grazie al suo English un po americano ma fluente, aveva aiutato tanti ufficiali inglesi e americani. Lei credeva molto all America. Zia era un po speciale. Vivace, intelligente, battagliera, pronta a pagare di persona, perché si fidava delle persone; a volte anche troppo. In questo fidarmi le somiglio e questo anche a me ha portato qualche fregatura Per me l America furono gli studi storici e di Dottrine politiche all università con Alexis de Tocqueville, fu la politica mondiale della Guerra fredda, fu la Prima potenza del mondo; fu morto Kennedy quella di alcuni presidenti un po scialbi o legati a scandali. Ma apprezzavo della sua Democrazia la capacità di mettersi in discussione e di rimettersi in gioco; capacità che noi abbiamo molto meno. Per me l America fu la musica di Joan Baez e in particolare la sua canzone per il film Sacco e Vanzetti ingiustamente uccisi solo perché anarchici e italiani. La Baez e Bob Dylan hanno segnato gli anni della mia università. La mia America era quella della musica, del cinema e della letteratura. Per me l America fu Hemingway e il suo Per chi suona la campana, dove Maria si innamorava di Robert durante la Guerra di Spagna del 36/ 39. Grazie all amore, Maria riscattava il suo passato, trovava finalmente amore e gentilezza, veniva protetta dalla burbera Pilar ma, ovviamente, non realizzava felicemente i suoi sogni perché Robert moriva in una pericolosa missione e affidava Maria, il suo coniglietto, a Pilar perché la portasse in salvo. Penso che tutte le adolescenti e le ragazze abbiano sognato di essere Maria, la deliziosa giovane I. Bergman nella versione cinematografica del romanzo (1943). E poi ci fu Addio alle armi sempre di Hemingway e il suo rifiuto della guerra. Per me l America è stata i romanzi di L. Alcott. Non tanto i famosissimi Piccole donne e Piccole donne crescono quanto il meno famoso I figli di Jo dove la seconda delle quattro celebri sorelle, dopo aver sposato un burbero ed intelligente professore tedesco (ovviamente molto innamorato!), fondava una specie di college pieno di ragazzi e ragazze adolescenti. Jo mi piaceva, era intelligente e solida e l idea di una truppa di giovani adolescenti tra i 15 e i 20 mi affascinava Non ho sposato un professore tedesco, ma i ragazzi di quell età hanno veramente riempito la mia vita. E oggi, quando li rivedo e li rincontro ed hanno 35, 40, 50 anni mi sento in famiglia e a casa. L America è stata la celebre Lettera scarlatta di Howthorne, dove la ragazza pagava in un mondo di Puritani la colpa di aver avuto una relazione con un Reverendo e lui, ipocrita e opportunista, l abbandonava al suo destino. Per me, e per tutti, l America è oggi nella valanga di best sellers letterari che un industria potente e una lingua internazionale sfornano in continuazione nelle librerie di tutto il mondo. Gialli, polizieschi, sentimentali. Per me l America è stata tutti i romanzi di avventure di Jack London, che entusiasmavano le mie estati e che avevano appassionato anche papà. E stata le avventure di Tom Sawyer di M. Twain; sono state le opere di Kerouac e di Fitzgerald; è stata la balena bianca di Melville ma soprattutto i racconti di E. Allan Poe. E stata Masters e l Antologia di Spoon River trasferita in musica nel 1971 da Fabrizio De Andrè con i suoi personaggi curiosi e caratteristici che ora, dormono dormono sulla collina Infine l America è stata nella nostra Parrocchia nei primi anni Settanta il gruppo di Viva la gente che, ad imitazione del ben più famoso gruppo americano che portava le sue canzoni in Europa e nel mondo, e a Roma andò al Sistina, più semplicemente nel nostro teatro parrocchiale, radunava genitori, ragazzi e bambini e cantava qualcosa che vale sempre: Se più gente guardasse alla gente con Amor, avremo meno gente difficile e più gente di cuor Viva la Gente! 8

9 L AMERICA CHE E IN NOI Marco Di Tillo Invece di va bene diciamo okay. Per pantaloni usiamo i jeans e per magliette le t-shirt. Andiamo a teatro nel weekend oppure ceniamo in giardino cuocendo gli hamburgers sul grill. Sul giradischi avevamo i long playing di Frank Sinatra e ora i Compact Disc di Bruce Springsteen. Al cinema andavamo a vedere i film di John Ford e John Huston con Gary Cooper e John Wayne e oggi quelli di Spielberg e di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio e Robert De Niro. Per spostarci usiamo il bus, per volare prendiamo il jet e ci colleghiamo con Internet usando il Wireless. Usiamo programmi Windows oppure tecnologia Apple. Controlliamo l sperando che non ci siamo troppe spam. Nelle orecchie abbiamo le cuffiette dell Ipod e ai piedi scarpette da corsa Los Angeles Trainers. In parrocchia notiamo il nuovo clergyman del sacerdote mentre facciamo una confessione top-secret. Quest estate andremo in vacanza in un bed & breakfast, faremo colazione con un toast e avremo un meeting con i nostri partners sulla spiaggia. Al mare faremo un po di jogging, affronteremo le onde sul nostro windsurf e ci divertiremo sulla spiaggia lanciandoci il freesbe. Nel pomeriggio andremo a fare un po di shopping e infine ci siederemo all ombra per rileggere un vecchio romanzo di Ernst Hemingway oppure il nuovo thriller di John Grisham, sorseggiando uno sfizioso drink on the rocks. Morale? Volenti o nolenti, siamo tutti un po americani, è questa l indiscussa verità. Gli yankees d oltreoceano hanno influito talmente tanto sulla nostra cultura e sul nostro attuale modo di essere, di pensare e di parlare che certe volte ci meravigliamo quando li sentiamo nella loro vera lingua e non capiamo niente. Perché non parlano italiano come noi, ci chiediamo? Sono uguali. Sono come noi. E invece no. Non sono uguali. Loro sono americani e noi tutti siamo diventati solo un po americani. Solo un po, per fortuna. Perché c è rimasta dentro quel tantinello di anima europea che ci fa vedere le cose con un pizzico di gusto retrò, con un nostro senso unico della storia, della cultura, della sofferenza del passato che un americano non può e non potrà mai avere visto che la sua storia è davvero pochissima e relativamente recente. Tanto per fare un esempio ricordiamo che Roma è stata fondata 2764 anni fa mentre New York fu battezzata tale nel 1664 ovvero solo 346 anni fa. Però gli americani E vero. Spesso sono soliti considerare la gente per quanto guadagna. Tendono a standardizzare tutto e noi italiani restiamo nel loro immaginario come mafia, spaghetti e mandolino. Sono sempliciotti. Le cose per loro o sono bianche o nere, senza via di mezzo. Si credono i più forti del mondo in tutti i sensi. Sono interventisti e vanno a fare guerre dappertutto. Spesso le fanno per motivi biecamente economici tipo alla ricerca del petrolio perduto. Ma in altre occasioni no. Per ben due volte nel ventesimo secolo sono scesi in campo per aiutare la nostra vecchia Europa. Chi se lo scorda il mezzo milione di soldati americani morti nella seconda guerra mondiale? Erano venuti quaggiù per fermare Hitler e la sua follia devastante. Chi se lo scorda il cimitero di Anzio pieno di croci bianche? Chi se lo scorda il 25 aprile e le immagini delle jeep a piazza Venezia? Senza il sacrificio di quel mezzo milione di uomini (e delle loro famiglie) probabilmente oggi il mondo sarebbe molto diverso e forse noi stessi non saremmo qui. E poi, diciamoci la verità, sti americani in genere sono pure simpatici. E a noi italiani ci amano proprio, senza mezzi termini e, nonostante la Mafia, la Mondezza e le donnine di Berlusconi, ogni americano nella vita viene in media almeno una volta in vacanza in Italia! E ben 16 milioni di persone oggi residenti negli Stati Uniti hanno origini italiane! Certo su 310 milioni di persone (tanti sono gli americani, dall Alaska alla Florida) ci stà un po di tutto. Violenti, matti col botto, gangsters, serial killer, deviati sessuali, membri del ku klux klan, filonazisti, artisti pazzi. Ma l americano medio, quello con la casetta a schiera e il barbecue nel giardino, è in realtà semplice e un po goffo. Ama la famiglia, il baseball e il giorno di San Valentino porta sua moglie a cena, magari in una trattoria italiana con la tovaglie a scacchi rossi e bianchi ed il fiasco del Chianti poggiato sul tavolino. Siamo americani solo un po, è vero ed è sicuramente un bene che sia solo un po. Ma preferiremmo forse essere più simili ai russi, ai cinesi oppure agli svizzeri del cantone di Zurigo? A domanda, risposta please. SIAMO UN PO TUTTI AMERICANI don Nico Lugli Ricordo una battuta del film Non ci resta che piangere, in cui Benigni e Troisi erano trasferiti dai giorni d oggi al Medioevo: Andiamo a fermare Cristoforo Colombo se no scopre l America e ci rovina tutti. Ricordo anche quanto diceva mio nonno, che fu podestà di Rocca Priora; quando arrivarono gli americani requisirono tutte le trattorie e uno dei ristoratori, rivolgendosi a lui, diceva: Awoca, i fagiolini, con la marmellata se li mangiano loro!! Indubbiamente gli americani hanno influenzato tutta la civiltà occidentale del dopoguerra. L a mia generazione, che è la stessa di don Paolo, e che ha vissuto la gioventù negli anni 60-70, è impregnata di cultura americana. Ieri sera, insieme a mio cugino,vedevo il telegiornale che parlava di Little Tony che ha appena compiuto 70 anni. Ricordavamo quando portavamo il ciuffo come lui; mio cugino aveva una giacca di pelle con le frange e gli stivaletti con i tacchi, così come Elvis Presley, che aveva dettato la moda a tutti. Le nostre canzoni erano quelle di Bob Dylan e Joan Baez. Avevamo i mangianastri e le cassette, i cui inventori erano appunto gli americani. Ancora oggi conservo tutte le cassette di Battisti, anche se non funziona più il registratore in cui le sentivo. In un certo senso, anche la Chiesa del dopo Concilio è stata condizionata dal predominio degli Usa nel mondo. A mio avviso, infatti, vi è stata una certa protestantizzazione da cui forse solo adesso stiamo uscendo. Ricordo le Messe beat, in cui era difficile sentire la presenza di Gesà Cristo, ma che da giovani ci affascinavano per la musica che le caratterizzava. Anche alcuni gruppi che nacquero in quei periodi avevano molte più affinità con i protestanti che con i cattolici. Come avviene spesso a noi italiani, abbiamo esagerato e deformato alcuni aspetti positivi della cultura americana, come il senso di libertà e indipendenza, e la tecnologia. Mi riferisco all uso esagerato di computer e telefonini, che pure sono utilissimi. Non devono però annullarsi l intelligenza e la fantasia dell uomo, che deve dominare, non farsi dominare dagli oggetti. Purtroppo è sempre dall America che proviene il fiume di droga che sta invadendo il nostro paese. Comunque, come ho detto, cerchiamo di vedere e mettere a frutto gli aspetti positivi che l America ci ha dato. Soprattutto preghiamo perché si realizzi finalmente l unione tra tutti i cristiani. Noi cattolici, i protestanti, nelle loro variegate manifestazioni, gli ortodossi, gli anglicani, perché l unica fede in Cristo possa guidarci in questo mondo sempre più secolarizzato. 9

10 AMERICA GENDARME DEL MONDO Luigi Milani L America come Continente, si sa, è costituita da tre grandi regioni geografiche: l America Settentrionale, l America Centrale e l America meridionale. Noi europei però, quando parliamo dell America come nazione, che nel secolo appena trascorso ci è stata sempre vicina nella difesa della nostra esistenza e della nostra civiltà, con l espressione America intendiamo l America Settentrionale, gli Stati Uniti d America, indicati brevemente con la sigla U.S.A. Questa nazione, dopo la fine della guerra di secessione, con la grande esposizione del 1893, finalizzata a un anno di distanza dalla ricorrenza, a festeggiare il quarto centenario della scoperta inizia quello che possiamo chiamare il secolo americano. L America esce dall isolazionismo rurale e si lancia per il mondo con la grinta di un vero e proprio gigante economico. La sua marcia però è sempre guidata dai principi di democrazia e di libertà contenuti nella Costituzione del Sempre ligia a tali principi, non esita a intervenire nella tutela della libertà di popoli in pericolo, anche se lontani dai suoi confini migliaia di chilometri. Così, nel 1900 partecipa alla spedizione multinazionale contro i Boxers in Cina. Nel 1917, quando la vittoria della grande guerra pareva arridere agli Imperi Centrali, con uno scatto di generosità scende in campo a fianco dell Intesa. Invia alle nazioni amiche, ormai allo stremo delle forze, armi, vettovaglie e soldati dotati di armi efficientissime. Grazie al Corpo di Spedizione Americano, i nostri soldati lavano l onta di Caporetto, risalgono il Piave e dopo poco più di un anno gli Imperi Centrali sono clamorosamente sconfitti. Chi non ricorda il bellissimo libro autobiografico del sottotenente Ernest Hemingway Addio alle armi? Il generoso intervento a favore di popoli in pericolo si ripete nuovamente nella Seconda Guerra Mondiale. Alla fine del 1941, quando il Vecchio Continente comincia a scricchiolare sotto il peso delle armate nazifasciste e l imperialismo nipponico nel Pacifico sta invadendo l Asia e aggredisce la stessa America con l attacco di Pearl Harbour, essa insorge risolutamente. Respinge, pur con gravi perdite, l attacco proditorio nel Pacifico, dando inizio alla marcia che terminerà con la sconfitta del popolo più bellicoso dell Asia. Contemporaneamente, invia alla Gran Bretagna ingenti mezzi finanziari, truppe bene equipaggiate e dotate di modernissime armi di difesa e di offesa, per consentire agli Alleati la prosecuzione della guerra contro l Asse Roma Berlino Tokio. Non solo. Nel corso del 1942 assume la direzione dell Alleanza in Africa, in Asia e in Europa, fino alla primavera del 1945, quando la belva nazista viene definitivamente abbattuta e l intera Europa sottratta alla paventata schiavitù. Alla fine della guerra assume la guida della nuova alleanza militare la Nato, creata per la salvaguardia della pace nel mondo. Nel 1947, rispondendo prontamente al grido di aiuto lanciato da De Gasperi e da Einaudi, elargisce all Italia il sostanzioso contributo del Piano Marshall, che permette la ricostruzione economica del nostro Paese. Qualche anno dopo la fine della guerra ha inizio il periodo della guerra fredda tra il blocco dei paesi occidentali facenti capo all America e quello dei paesi orientali capeggiati dall Urss. Un nuovo pericolo sovrasta il mondo, per le pretese egemoniche del Patto di Varsavia. La pace, fino alla caduta del muro di Berlino (1989), corre sul filo sottile dell assoluta superiorità nucleare degli USA rispetto all URSS. Certo, nessuno potrà mai dire se il mantenimento della pace in questo lungo periodo storico sia dovuto esclusivamente alla superiorità nucleare degli USA, oppure alla saggezza e alla prudenza dei governanti. I costi della guerra fredda sono stati certamente ingenti, ma essi hanno avuto una straordinaria ricaduta sul progresso tecnologico di tutta l umanità. Senza la sfida dello Sputnik, non avremmo avuto le comunicazioni satellitari; non avremmo avuto i telefonini cellulari, senza la necessità di comunicare con i satelliti; non avremmo Internet, se il Dipartimento della Difesa non avesse avuto la necessità di collegare in rete, per le proprie esigenze, tutti i Comandi americani. Concludendo, credo che possiamo affermare che, come tutti quelli delle nazioni del mondo, anche il volto giovane dell America mostra le sue luci e le sue ombre, ma non possiamo non convenire che tutti i popoli del pianeta e l Italia in particolare hanno un grande obbligo di riconoscenza nei confronti di quella grande nazione, per avere conservato a tutti il più grande tesoro: la libertà. Questo ci ricordano, a imperitura memoria, le innumerevoli croci bianche, che risplendono sotto il sole dei cimiteri di guerra americani, sparsi in tutte le contrade del mondo, nelle quali la follia umana ha stroncato milioni di giovani vite innocenti. LO SBARCO IN NORMANDIA Leonardo Cancelli Il contributo degli Stati Uniti d America nella liberazione del vecchio continente dalla morsa del nazismo è ben simboleggiato dall episodio dello sbarco in Normandia rievocato da svariati film: si pensi a Il giorno più lungo o al più recente Salvate il soldato Ryan. Quantunque tale vicenda bellica si iscriva nel contesto di una riscossa degli alleati su tutti i fronti (con un armata rossa ad oriente che incalzava la Wehrmacht in ritirata dopo le battaglie di Stalingrado e Kursk) non va dimenticato il ruolo degli Stati Uniti negli sbarchi sul fronte italiano in Sicilia, a Salerno, ad Anzio, per colpire il ventre molle dell asse (espressione di Churchill) che crearono un diversivo tenendo impegnate ingenti forze tedesche, come non va dimenticato l apporto importantissimo degli USA con l accordo Affitti e Prestiti che permetteva il rifornimento alla Gran Bretagna e successivamente anche all Unione Sovietica tanto che Churchill ebbe a scrivere nelle sue memorie che l unica cosa che mi terrorizzò veramente durante la guerra fu la minaccia degli U-Boote (i sommergibili tedeschi che intercettavano i convogli). Lo sforzo bellico americano si estrinsecava anche nei bombardamenti delle industrie belliche tedesche, sebbene sui vari fronti fosse punteggiato da episodi oscuri e tristemente celebri (si pensi ai bombardamenti di Cassino, di Dresda e non ultimi anche a bombardamenti sul territorio civile francese). Lo Sbarco in Normandia (denominato operazione Owerlord) fu coordinato da Eisenhower con grande equilibrio e responsabilità e vide la collaborazione di statunitensi, britannici, canadesi e delle truppe francesi di De Grulle e comportò un grande tributo di sangue soprattutto americano con migliaia di rangers falciati dalle mitragliatrici e dilaniati dalle granate sulla spiaggia di Omaha ribattezzata Bloody Omaha. E vero che Berlino fu conquistata dai sovietici perché gli alleati fecero concessioni alle mire rivendicative ed egemoniche di Stalin, ma Parigi come molte città europee furono liberate dagli statunitensi. Agli statunitensi va il merito di aver resistito eroicamente a Bastogne nel dicembre del 1944 nel corso della controffensiva tedesca delle Ardenne. E furono ancora gli americani a mettere piede per primi in territorio tedesco nei pressi di Aquisgrana. 10

11 TU VUOI FA L AMERICANO? SENTI A ME, CHI T O FA FA? Paola Baroni I PEANUTS Alla Bussola di Viareggio impazzava Carosone! Erano gli inizi degli anni 50, nel pomeriggio e verso sera, il lungo-mare si riempiva di gente che passeggiava serena e allegra, si vedevano tanti bambini tenuti per mano dai genitori, come si usava allora. E stato un periodo elettrizzante anche perchè, passata la grande paura della guerra, tutti eravamo speranzosi nel futuro!!!...tornando alla canzone di Carosello-Carosone debbo dire che ebbe un successo enorme insieme ovviamente a tante altre del repertorio. E la barca tornò sola... (col ritornello a me che me ne importa.)... Maruzzella Maruzzè... Noi ragazzine, diciamo pure ragazzette, che passavamo un periodo di vacanze al Lido di Camaiore, (presso una pensione di Suore molto simpatiche e cordiali,con il loro convento principale a Lucca, suore molto ben conosciute da mia mamma ovviamente), con il nostro gruppetto di bravi ragazzetti che ci scortavano con diligenza, andavamo a sentire queste canzonette sul marciapiede antistante il locale la Bussola di Viareggio che distava dal Lido una ventina di minuti a piedi e pochissimo con le biciclette. C era molta gente che come noi ascoltava e ballava, ed era buffo tutto questo, perchè praticamente la nostra pista da ballo era sui vastissimi marciapiedi della passeggiata lungo mare! Poi però si doveva tornare ad un ora stabilita, ma se tardavamo un po non c erano rimbrotti da parte delle suore perchè ci conoscevano bene e conoscevano bene chi ci accompagnava. E stato un periodo che ricordo con piacere. Molti di questi amici diventati medici, professori e altro sono rimasti in amicizia con noi per vario tempo, ma ora, che fine avranno fatto? La mia amica più cara dove vivrà? Tu voi fà l americano, periodo di.... Musiche nuove, comportamenti nuovi, vita allegra, ricostruzioni delle città, insomma tutto quello che è stato definito il miracolo economico ed altro ancora, su tutto questo mi domando: ma di quel periodo felice che ci resta oggi? Che ci resta ora dell America di allora? Dalla santa incoscenza della prima gioventù dove tutto sembrava dovesse cambiare in meglio, dall euforia generale della ricostruzione, del miracolo italiano, tutto questo e tanti, tanti altri avvenimenti come ad esempio i vari sconvolgimenti politici e ideologici che ci hanno portato fino ai nostri giorni, che cosa ci è rimasto dell America di allora? Mi sento un po depressa questa sera e non so perchè mi vengono pensieri e ricordi lontani con profonda nostalgia. Ricordo il 1968 vissuto a St.Monica (California) nel periodo della contestazione studentesca che a Los Angeles fu invero molto soft contrariamente all università di Berkeley a St. Francisco dove ci furono scontri vari non troppo pacifici. Ho negli occhi il sorriso dolce e gentile degli Hippies che con facce angeliche rubavano nei supermarket e venivano strattonati con violenza dai boys del controllo... scene all americana, impensabili da noi! Due anni fa andando a Montecassino per visitare la splendida Abbazzia benedettina ricostruita dagli stessi americani che l avevano abbattuta, ebbi modo di visitare la grande collina con l enorme cimitero militare dove giacciono da allora, in due sconfinati spazi limitrofi soldati americani e soldati tedeschi, tutti giovanissimi morti per la causa in cui credevano. Credevano o erano stati obbligati a crederci? Mi fa pensare per un momento alla splendida poesia Sant Ambrogio del Giusti ( 1 ) In Francia arrivando fino in Normandia, splendida regione,con le sue Cattedrali gotiche, il suo mare, le sue antiche città, le sue imponenti maree, le sue vaste pianure coltivate massimamente a grano, andammo a vedere il famoso posto dello sbarco di Normandia come ancora viene ricordato ai nostri giorni, con i suoi bunker visitabili, e altre postazioni di difesa. Nei pressi, c è purtroppo però un altro enorme cimitero americano che si presenta come una distesa immensa di un prato verdissimo e curatissimo come solo sanno fare gli americani con un infinità di croci tutte uguali e una infinità di piccole bandiere; ogni militare ha la sua croce e la sua bandiera. E veramente un posto sconvolgente! Sono brividi che rimangono nel nostro corpo per sempre! St.Marie Eglise sul campanile della quale c è, per ricordo, la sagoma di un soldato rimasto impigliato col suo paracadute. Il soldato si salvò, ma per il suono fortissimo delle campane rimase sordo a vita. Un ultimo ricordo di quei giorni fu la visita a Pegasus bridge sul fiume Orne dove ci fu una battaglia vinta, senza troppo spargimento di sangue, dalle truppe inglesi. Per vedere e vivere quel periodo terribile, a Caen capoluogo della bassa Normandia, c è il Memorial un grande edificio che racconta con materiali autentici come aerei, armi, divise, paracaduti e foto il Grande Sbarco del giugno del Ma perchè sono arrivata con la mente fin qui invece di parlare di gioia e di spensieratezza degli anni cinquanta? L ho già detto, questa sera il tema proposto mi riempie di nostalgia ma nello stesso tempo mi induce a pensare a tanti avvenimenti belli o brutti della nostra storia contemporanea. Non voglio aggiungere altro perchè mi verrebbe la voglia di parlare di politica, ma questo è un altro discorso. 1) Si può trovare il testo completo della poesia citata su internet al sito Peanuts (noccioline) è una striscia di fumetti giornaliera scritta e illustrata da Charles M. Schulz, pubblicata dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000 (il giorno dopo la morte dell'autore). La striscia nacque originariamente con il titolo di Li'l Folks (personcine), una tavola domenicale a fumetti che comparve sul giornale della città natale di Schulz, il St. Paul Pioneer Press, dal 1947 al 2 ottobre 1950 quando cambiò nome in Peanuts e debuttò su sette quotidiani statunitensi: il Washington Post, il Chicago Tribune, il Minneapolis Tribune, l'allentown Call-Chronicle, il Bethlehem Globe-Times, il Denver Post ed il Seattle Times. Inizialmente venne pubblicata per sei giorni, le tavole domenicali non apparvero fino al gennaio La striscia è stata una delle più famose ed influenti in tutta la storia dei fumetti: è stata infatti pubblicata in oltre 2600 giornali, con un bacino di 355 milioni di lettori in 75 Paesi nel mondo ed è stata tradotta in 21 lingue diverse. Schulz era cristiano e da ragazzo aveva illustrato la Bibbia in classi di catechismo. Nel 1999 Schulz decise di smettere di disegnare le strisce dei Peanuts, che pertanto si interruppero, secondo l'esplicita volontà dell'autore di non volere eredi che continuassero la serie. WALT DISNEY ( ) Uno dei più grandi artisti del XX secolo nel campo dell'intrattenimento. È stato produttore, regista, sceneggiatore e doppiatore di cinema d'animazione. Ha fondato Disneyland, il primo e più famoso dei parchi a tema. Ha creato molti dei più famosi personaggi dei cartoni animati del mondo; uno di questi è Topolino (Mickey Mouse) 11

12 LA FEBBRE DELL AMERICANISMO Sandro Morici Se cinquant anni fa avessi dovuto parlare dell America (più propriamente denominata Stati Uniti), avrei dovuto fare un discorso prettamente politico, che metteva in contrapposizione capitalismo e liberalismo versus proletariato e lotta di classe. Poi la storia è andata avanti: ci sono stati la guerra in Vietnam, il caso Watergate, le alterne vicende dei Kennedy, l abbattimento del muro di Berlino, il crollo delle Torri Gemelle, il sopravanzare di nuove potenze economiche (Corea, Taiwan, Cina), l affermazione della globalizzazione, fino ad arrivare ai giorni nostri con le bolle finanziarie e la presa di coscienza di una certa fragilità del sistema borsistico di Wall Street e infine con i dubbi sulle estenuanti guerre in Medio Oriente e in Asia Centrale. Insomma, uno scenario geo-storico-politico che si ferma alla parola dubbio, alias incertezza, timore, ambiguità, che in sostanza ci fa toccare con mano la triste realtà odierna: i Paesi poveri della Terra che diventano sempre più poveri e i Paesi ricchi ed emergenti che consumano e dilapidano immense risorse in modo incontrollato, con serie minacce ai delicati equilibri ambientali. Non vogliamo fare del facile catastrofismo, ma sicuramente, evocando il termine consumismo, sorge un certo senso di paura, se non altro perché negli stili di vita di chi lo esercita è normalmente associato alla parola indifferenza, sinonimo di distacco, di apatia, di insensibilità, e quindi di irresponsabilità. E così la riflessione sull americanismo è man mano scivolata dagli aspetti storicopolitici a quelli sociologici e infine a quelli morali (non chiamiamoli moralistici). Credo allora, senza voler esagerare, che la febbre del sabato sera, lanciata negli anni 70 da John Travolta e nata all insegna della competitività interpersonale spinta agli eccessi e della scompostezza delle emozioni da discoteca, sia una febbre che ha contagiato un po tutti noi, permeando lentamente la nostra vita di disordine, fisico e mentale. Certo, andando a fondo nel processo di imitazione, il discorso qui sembra che si stia trasformando in predica: addirittura si parla di condotta disordinata! E allora, come la mettiamo con l importazione sui nostri schermi (cinema, TV, p.c.) di un infinità di storie e filmati intrisi di violenza e di crudeltà, di derivazione da quella cultura sadica, tipica del cow boy spaccatutto? E da dove viene questa ossessione su come organizzare il proprio tempo libero, mentre la giornata viene vissuta in un clima angosciante di un correre affannoso? Oppure come giustifichiamo l invasione di tanti SUV, acronimo di Sport Utility Vehicle, discendenti dalle irruenti jeep utilizzate nell ultimo conflitto mondiale? Il SUV, nato come fuoristrada per polverose piste desertiche, ce lo ritroviamo come simbolo effimero e talvolta aggressivo delle nostre strade strettine e popolose. E cosa dire dei tanti allocchi che cercano fortuna in maghi, lotterie e sale di scommesse? E altri ancora, sposati o no, che si innamorano (virtualmente) su Facebook? Tralasciando pure la denuncia degli abusi da alcool e droghe varie, vogliamo menzionare anche chi si scatena in facili acquisti a forza di altrettanto facili finanziamenti? Con tutti questi adescamenti a me sembra di avere la febbre sempre più alta e di diventare sempre più schiavo (sì, schiavo) di quel placebo antico, che oltre oceano si chiama sacro dollaro, qui divino euro e altrove, più semplicemente, vile danaro. E poi si va alla ricerca di un dio comune, ma più comune di così! Ecco allora una società globalizzata, alla mercè dei soldi. Tanti, per favore ( altro che il Belli col suo campà cò dù sordi ) E poi, scusate, per chi non vuole sporcarsi le mani o che appartiene al jet set, diciamo, più elegantemente alla mercè delle carte di credito (dalle sigle rigorosamente americane). Certo, la malattia è infettiva ( altro che virus HIV!) e, se paradossalmente potrebbe aver aumentato le aspettative di vita, ci rende prematuramente piuttosto nevrastenici ( altro che Alzheimer!). Tristemente il mercurio del termometro ha superato ogni limite, cari amici: non a caso gli scienziati parlano di riscaldamento globale! E per il futuro? Lo stato di ansia permanente, in rari momenti di lucidità, non può che far sorgere spontanea la domanda: Potrebbe esserci qualche rimedio, qualche cura su questa terra? Difficile rispondere. A me, come a tante persone dotate di un po di buona volontà, risulta solo che una certa Istituzione, che si chiama Chiesa cattolica, da duemila e undici anni stia operando con la sua dottrina basata sull amore reciproco, con espliciti documenti quali Lettere ed Encicliche, con la sua intensa attività pastorale e missionaria urbi et orbi. Quella febbre di cui parlavamo prima, tuttavia, continua a far vittime: basterebbe allora fermarsi un attimo, pensare agli altri sette miliardi di esseri umani sparsi nel mondo, prevalentemente bisognosi di beni primari, e ripetere assieme all apostolo Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (Gv. 6,68). Tutto il resto, a seguire, è pura volontà. EDWARD HOPPER ( ) Pittore famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio". J.D.SALINGER Celebre per aver pubblicato un solo libro: Il giovane Holden (The catcher in the rye) BOBBY FISHER Il più famoso campione di scacchi americano di tutti i tempi. JOHN BARDEEN Inventore del transistor, è l unico ad aver vinto 2 premi Nobel per la Fisica JACKSON POLLOCK ( ) La sua tecnica di versare e far colare il colore è considerata come una delle basi del movimento dell'action painting. 12

13 UN GIOVANE INGEGNERE ROMANO A NEW YORK Alfredo Palieri Nell inverno del 1955, per motivo di lavoro, trascorsi tre mesi al Politecnico di Brooklyn, a New York. Avevo all epoca da poco superato i trent anni ed era la prima volta che andavo negli Stati Uniti. Le prime impressioni su quel misterioso e gigantesco paese erano che prevaleva la praticità sull estetica. I fabbricati erano metallici perché il cemento armato richiedeva troppa e costosa mano d opera. Le scale esterne, praticamente appese fuori dai palazzi anche al centro della città, erano un pugno in un occhio per un ingegnere come me, anche se essenziali in caso d incendio. Però c era ogni tanto nella città il velato desiderio di qualcuno di costruirsi un passato di tipo europeo. Ecco quindi qualche edificio bancario costruito a mo di tempio dorico greco. In quegli anni prevaleva la privatizzazione nelle ferrovie. Talvolta la subway, la metropolitana, usciva all aperto e diventava elevated, infilandosi disinvoltamente tra i piani alti degli edifici, con ulteriore poco rispetto del gusto. Ma la vita era pratica. Se ti fermava la polizia senza documenti in tasca, bastava poco, una semplice lettera indirizzata a te, per attestare la propria identità. Ciabattini che avevano bottega su strada ti fissavano rapidamente una nuova suola sotto le scarpe al motto di shoes repaired while you wait (scarpe riparate mentre aspetti). Ricordo un buffo giornale dal titolo Il progresso Italo-Americano che sollevava ilarità con le sue espressioni come Carro, al posto di automobile, o Riviera al posto di River (fiume). Gli amici si facevano matte risate quando gli raccontavo dei film visti a New York di cui avevo capito fischi per fiaschi, cioè meno di niente. C era e c è tuttora una pluralità di etnie a cui noi italiani non eravamo ancora abituati. E pluralità di religioni. Il padre gesuita Isoardi mi diceva. Qui ci sono tante persone veramente sante anche fra i protestanti!. Durante la Quaresima (Lent) si mangiava carne una sola volta al giorno. Il mercoledì delle ceneri i cattolici si distinguevano perché conservano sulla fronte la croce che era stata segnata con la cenere. La Columbia University era statale ma il Brooklyn Polytechnic Institute invece era privato. C erano tasse non indifferenti da pagare per gli studenti e l istituto si manteneva anche lavorando con contratti di ricerca per le industrie e le forze armate. Tre gradazioni di titoli accademici: Bachelor (simile alla nostra attuale laurea breve), Master Degree (simile alla nostra laurea vera e propria) e P.H.D. (Philosophical Doctor) che abilitava all insegnamento. I trenta esami della nostra tradizionale laurea in ingegneria venivano spezzettati in circa centocinquanta esamini. Tornai negli Stati Uniti venticinque anni dopo, nel Sempre per motivi di lavoro passai alcuni giorni a Detroit, la ville des etroits, sparsa in un ampia superficie tra Saint Clare Lake ed il grande lago Erie. Ricordo che un alta torre girevole ti consentiva di ammirare il panorama dall alto, magari sorseggiando un ottimo drink. Potevi vedere le luci delle città statunitensi da un lato e canadesi dall altro. Per capire meglio l America e soprattutto gli americani mi è stato utilissimo un libro, La Storia dell America di Hendrik Van Loon. L ho centellinato per anni quel vecchio saggio di filosofia della storia favorendo una mia sintesi di quel paese dove arrivavano all inizio i perseguitati per motivi religiosi o politici e i bonded servants che non avevano neanche i soldi per pagarsi la traversata e restavano al servizio del proprietario della nave per anni. Arrivavano i neri come schiavi dall Africa e altri avventurieri di tutti i tipi ancora dall Europa. Ci si mise poco per liberarsi dal dominio soprattutto commerciale dell Inghilterra ma poi ci vollero dodici anni, fino al 1789, per consentire all abilità di Thomas Jefferson di realizzare una Costituzione che dava ampio respiro federalista ai 13 stati iniziali ma insieme li cementava entro una solida cornice centrale per problemi di difesa e di finanze. L America agli Americani! proclamava Monroe, non volendo più ingerenza alcuna dall Europa. Il sud agricolo impiegava gli schiavi di colore nelle piantagioni di cotone e non comprava le macchine del nord industriale. Arrivò inevitabilmente la guerra tra nordisti e sudisti che speriamo non si ripeta da queste parti, mentre i nativi indiani venivano praticamente sterminati. Alla fine dell 800 e ai primi del secolo XX continuarono ad arrivare persone dall Europa, moltissimi anche dalla nostra Italia. Arrivò gente di valore, è vero, come Antonio Meucci ad esempio, ma anche un sacco di brutti ceffi e di gangsters come Al Capone. Nel 1917 gli americani intervennero nelle trincee francesi perché temevano che i tedeschi, se vincitori, avrebbero potuto saccheggiare le loro ricchezze americane. E nel 1941, nel timore di essere sopraffatti stavolta dai giapponesi (ma anche da Hitler) intervennero nuovamente fino ad andare a sganciare le bombe finali su Hiroshima e Nagasaki. Pero questi americani molti lati positivi ce li hanno sempre avuti. Ad esempio grande spirito di comprensione e tolleranza, pur attraverso le differenze. Grande rispetto per il pensiero e la religione altrui. Specializzazione si, ma anche elasticità di passaggio nei vari settori di lavoro e nell accettare i normali trasferimenti da una parte all altra degli States. Grande sforzo per contemperare le lobbies del regime liberale e oggi anche esigenza di intervenire come stato nel settore della sanità, con i nuovi programmi di Obama. A proposito, sembra che uno dei piloti che hanno sganciato quelle terribili bombe sul Giappone, sia poi diventato frate trappista. Non so se è vero ma mi piace pensare che lo sia. ERNST HEMINGWAY E stato uno dei più grandi scrittori americani. I suoi romanzi hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. ANDY WARHOL Geniale artista, pittore, scultore, produttore e regista, nato a Pittsburgh. Ha inventato la cosiddetta Pop-Art. COCA COLA La più famosa bibita del mondo. La "Coca-Cola" fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l'8 maggio 1886 ad Atlanta, inizialmente come rimedio per il mal di testa. 13

14 GOD BLESS AMERICA! Alessandra Angeli Devo dire che il tema proposto dal giornalino non era proprio il mio genere. Scartabellando nella mente non trovavo niente di soddisfacente, finchè non mi è risuonata in testa questa frase: God bless America! Ed ho scoperto in me una sorta di bonaria invidia per quest invocazione, sentita tante volte: senza collegarla esattamente ad un volto o ad una situazione, mi è rimbombata nella testa come facente parte della cultura americana. Confesso che non sono sempre informatissima su quanto tv e giornali diffondono, ma a mia memoria non credo di aver mai sentito dire, dai nostri mille personaggi pubblici: Che Dio benedica l Italia! Mi sbaglierò, ma nemmeno il presidente della Repubblica nel discorso di fine anno conclude con un invocazione simile. Insomma, è proprio una frase che non fa parte del nostro linguaggio comune. Forse noi italiani campiamo di rendita, nel senso che avendo il Papa in casa, automaticamente pensiamo che sia di Sua esclusiva competenza elargire benedizioni. Ma in verità faremmo molto meglio a fare nostra quest invocazione che sembra di altri tempi. Scorrendo qualche vecchio libro, ci si imbatte frequentemente in frasi del tipo Che Dio ti benedica! o Grazie a Dio, ed ancora: Se Dio vuole!. Ora sono diventate desuete, lo specchio esatto del posto che LA RIVISTA TIME questa società sta riservando sempre più al Padre Eterno. Consapevole di questa mancanza, di pari passo con il mio cammino spirituale, ho imparato a reintrodurre parole di benedizione nella mia vita; al mattino ed alla sera traccio una piccola croce in fronte ai figli, accompagnandola con un che Dio ti benedica! Riusciamo a farlo anche tra noi genitori, anche se con meno costanza. Provate a salutare o ringraziare qualcuno con una frase simile: il più delle volte, se non è sulla stessa lunghezza d onda, ti guarda di traverso, lì per lì perplesso; poi, un po impensierito, ti sorride. Benedire vuol dire aprire quella finestra da cui può scendere la carezza di nostro Padre, un aiuto, la sua benevolenza e protezione. Quest anno si celebrano i 150 anni dell unità nazionale, in un panorama politico che fa spavento, soprattutto pensando a coloro che, all epoca, hanno dato la vita per lei e a quelli che ancora oggi muoiono in nome del tricolore. Speriamo che qualcuno del mondo laico si ricordi di invocare la benedizione di Dio sulla nostra beneamata Italia. Tra le tante cose che abbiamo importato dall America, quest esclamazione andrebbe veramente fatta nostra; spero che per gli americani non sia una vuota frase di rito, a qualsiasi Dio sia rivolta. Dal canto nostro potremmo risvegliare il nostro amor patrio, che non è altro che una delle tante sfaccettature dell immenso Amore di Dio; non aspettiamo i prossimi mondiali di calcio, ma ricordiamoci tutti i giorni di chiedere aiuto e protezione per la nostra terra. God bless Italy too!. Che Iddio benedica la nostra Italia! LE RELIGIONI NEGLI USA Time è un settimanale di informazione pubblicato negli Stati Uniti d'america a partire dal Fondato da Briton Hadden e Henry Robinson Luce, fu il primo news magazine settimanale del Paese. È attualmente considerato uno dei più autorevoli e prestigiosi settimanali del mondo, in particolare per quanto riguarda la politica e l'economia internazionale. Celebri le sue copertine. Oltre all'edizione statunitense esistono edizioni regionali che, a partire da una struttura comune, approfondiscono tematiche di rilevanza continentale. A Londra viene stampata l'edizione europea (Time Europe, un tempo conosciuta come Time Atlantic). Esistono inoltre l'edizione asiatica (con base ad Hong Kong), quella canadese (edita a Toronto) e quella del Sud Pacifico (edita a Sydney). DOONESBURY La striscia fece la sua prima apparizione sullo Yale Daily News, il quotidiano studentesco dell'università Yale, nel settembre Il 26 ottobre 1970 Doonesbury fa il suo debutto ufficiale su circa due dozzine di giornali e diventa presto ben nota per i suoi commenti all'attualità (generalmente di taglio liberal), tempestivi e ironici. Doonesbury può essere vista come la prima striscia che rompe la distinzione tra un commento editoriale ed i fumetti intesi come puro svago leggero. Anche per questo vince il premio Pulitzer nel Oggi è pubblicata in 1400 giornali e riviste in tutto il mondo. Il Cristianesimo è presente in tutte le sue grandi derivazioni: in maggioranza protestanti (52,9%), seguiti dai cattolici (25,9%), mormoni (1,4%), Testimoni di Geova (0,7%) e ortodossi (0,3%). Le confessioni protestanti di maggiori tradizioni sono quelle della tradizione calvinista-riformata (presbiteriana, congregazionalista, nonché i battisti) e gli episcopali, questi ultimi ramo americano dell'anglicanesimo, cui tradizionalmente fanno riferimento le classi alte (è la confessione della famiglia Bush), ma sempre più attirano i giovani per le loro posizioni liberal in campo etico-sociale. Le confessioni più diffuse sono nell'ordine la battista (17,2%), la metodista (7,2%), fede abbracciata dal presidente George W. Bush dopo il matrimonio, la luterana (4,9%), la presbiteriana (2,8%) e la episcopale (1,8%), oltre ad una miriade di Chiese evangeliche, pentecostali, nondenominazionali e minori. La singola chiesa più diffusa è quella cattolica, rafforzata dall'immigrazione ispanica degli ultimi 30 anni. Oltre a una radicata comunità ebraica (1,4%), forte negli Stati costali e in particolare nello Stato di New York, vi sono anche presenze islamiche (0,6%), buddiste (0,5%), induiste (0,4%), sikh, caodaiste, shintoiste, e bahai, grazie all'enorme varietà di gruppi etnici presenti ogni religione è rappresentata. Negli ultimi decenni si è sviluppato l'evangelicalismo, strettamente collegato al fenomeno delle TV and Web Churches, guidate dei cosiddetti tele-predicatori, tra i quali vanno ricordati Billy Graham, Pat Robertson e Jerry Falwell. JOHN KENNEDY Assassinato a Dallas il 22 novembre 1963 ROBERT KENNEDY Assassinato a Los Angeles il 6 giugno

15 L E T T E R E I N R E D A Z I O N E RICORDO DI UNO ZIO SACERDOTE Ringrazio innanzitutto Dio che mi ha concesso la realizzazione di un mio grande desiderio: vedere riaperta al culto a Pofi (Frosinone), dopo lunghi lavori di restauro, la chiesa di Sant Andrea Apostolo, officiata da mio zio Monsignor Giuseppe Scurpa per molti anni con grande amore e profonda dedizione. Uno zio il cui ricordo è rimasto indelebile nel mio cuore e che ha segnato profondamente la mia formazione negli anni della giovinezza. Sono sicura che la mia emozione è condivisa da quanti lo hanno conosciuto, ne hanno apprezzato le doti e gli hanno riservato un tributo di grande affetto nel momento della sua dipartita. Monsignor Scurpa è stato per 65 anni parroco della chiesa di Sant Andrea in tempi molto difficili, quando la popolazione, che non aveva ancora goduto i vantaggi conseguenti al boom economico, lo aveva come punto di riferimento in tutte le necessità spirituali e temporali. Definito dai superiori sacerdote secondo il cuore di Gesù, si adoperò perché nella parrocchia si realizzasse una convivenza civile, comprensiva, rispettosa delle autorità religiose e civili, interpretando al meglio l esortazione evangelica Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare. Gli faranno corona quei figli spirituali che avviò al sacerdozio come il francescano Arcivescovo Luca Capozzi, missionario in Cina, il vescovo Emilio Baroncelli, suo figlioccio, vescovo di Loreto, Don Umberto Florenzani, che fu il suo successore come parroco nella chiesa di Sant Andrea e successivamente vescovo di Anagni. Ringrazio tutte le autorità religiose e civili che si sono adoperate perché questa chiesa tornasse ad essere funzionante dopo i gravi danni subiti durante l ultimo conflitto mondiale. Elena Scurpa ANZIANI, ATTENTI ALLE TRUFFE! Alcune persone anziane di questo e di moltissimi altri quartieri della nostra città sono stati oggetto negli ultimi tempi di un nuovo tipo di truffa. Sono avvicinati per strada da un uomo ben vestito. <<Non mi riconosce? Sono l amico di suo figlio! Anzi, sto proprio parlando con lui al telefono in questo momento. Aspetti che glielo passo.>>dice, con un bel sorriso simpatico. Al cellulare l anziano riconosce la voce del figlio il quale gli chiede di fargli un favore. Ha appena comprato dal suo amico un nuovo tipo di computer (o di tv al plasma), è un occasione e non bisogna lasciarsela sfuggire. Costa 3 mila euro. Ma lui non può muoversi dal lavoro, non ha tempo. Quindi chiede al padre (o alla madre) di anticipare la somma. L amico sarà così gentile di accompagnarlo in banca a ritirare i soldi necessari. Il genitore si convince davvero poichè ha appena parlato con suo figlio, impossibile non riconoscerne la voce. E fa quanto richiesto. Sono già centinaia le persone che ci sono cascate. Il tutto è dovuto ad un eccezionale tipo di campionatore vocale in grado di riprodurre perfettamente la voce (copiata da una semplice telefonata a casa nei giorni precedenti, con la scusa di essere una compagnia telefonica). Il resto lo fa l esperto attore ben vestito su strada. Secondo la Polizia, che sta indagando da tempo sui fatti, si tratta di una tecnologia proveniente dai paesi dell Est. Quindi raccomandiamo tutti di non credere alle telefonate cellulari così facilmente e di richiamare personalmente i propri cari senza mai consegnare denaro o, peggio, aprire le porte di casa agli sconosciuti. Caro Gabriele, RISPOSTA PER GABRIELE la tua lettera sul giornalino del mese scorso mi ha veramente toccato. Descrivevi questo mondo che, inseguendo frenetico il miraggio di un Pil sempre in crescita, considera la vostra scelta di entrare in seminario altamente inutile. Un punto di vista mai considerato, che mi ha portato a riflettere che forse più che inutili voi siete scomodi, perché costringete molti a ricordare che esiste una dimensione spirituale della vita. Ed essendo improntata a determinati valori, richiede enormi sforzi nel rinunciare ai piacevoli ammiccamenti di questo mondo. Ma quale Pil! Fossero perlomeno capaci di inventare delle automobili che non inquinano! Invece tirano fuori l ennesimo telefonino col tastino che gli altri ancora non hanno; quando non fanno di peggio, inventando e proponendo pillole abortive del giorno dopo. Mentre il Pil di anime che vivono in grazia di Dio è in pieno deficit! Voi siete i timonieri di questo mondo! La barca va, sbattuta tra i flutti, mentre voi, assieme a tanti altri, avete deciso di afferrare il timone per frenarla nel suo andare scomposto e sconsiderato. Altro che inutili! Se questo mondo non è ancora saltato, è solo perché c è ancora chi cerca di annullare il proprio io per farsi degno tramite di Gesù Cristo e del Suo messaggio di Amore infinito. Sai che cosa avranno pensato all inizio i suoi contemporanei, di un uomo che a 30, non solo non aveva messo su famiglia, ma che poi lascia sola la madre per andare in giro a proporre modelli di vita controcorrente, vivendo della carità altrui? Sicuramente avete bisogno di tanta forza interiore ed in questo il maligno vi sarà sempre contro: è il primo a cui date enorme fastidio. Dal canto mio cerco di aiutarti proponendoti le conquiste del mio cammino spirituale: qualcuno penserà che sono ripetitiva se parlo ancora della Consacrazione particolare al Sacro Cuore di Gesù ed al Cuore Immacolato di Maria, ma sono concetti così fuori dal mondo materiale che non entrano nelle nostre teste tanto quanto le martellanti pubblicità da cui siamo accerchiati. Perciò non è mai abbastanza ricordare del particolare legame di protezione e predilezione che si può creare tra Loro e ciascuno di noi, sol che lo si voglia. E poi fare ricorso ad una guardia del corpo in più, a cui io sono molto devota: l arcangelo Michele. Quando ci si espone e si comincia a dar fastidio, si ha bisogno di ulteriori protezioni e Mi-ka-El (Chi come Dio) è quell angelo guerriero schierato in prima linea contro il demonio. Per non parlare dell arcangelo di cui porti il nome, Gabriele, che cammina al tuo fianco da sempre. Mi rendo conto che, agli occhi di un non credente o di un credente un po distratto, tu continuerai a sembrare un individuo inutile e probabilmente io, con la mia risposta, una giovane signora un po pazza, ma il Signore ci aveva avvisato anche di questo. Ma restiamo anche certi che, di inutili pazzi che preferiscono lavorare nell azienda di Papà, ce ne sono tanti altri, quel famoso lievito Pregherò per te e per i tuoi compagni assieme ai molti che sanno apprezzare la tua scelta di vita; e come non ringraziare e benedire la tua famiglia e quelle persone che il Signore ti ha posto accanto per condurti a Lui. Un grazie di cuore e buon lavoro nella vigna del Signore! Che Dio ci benedica tutti! La redazione Alessandra Angeli 15

16 Tema del prossimo numero : VISIONI I LUOGHI DELLE APPARIZIONI MARIANE e I SAGGI CONSIGLI DELLA VERGINE Inviate i vostri lavori entro il 20 MARZO a arrivanoinostri@fastwebnet.it (oppure lasciate una busta in segreteria) LIBRI IN USCITA Il nostro collaboratore Alfredo Palieri ci segnala che Lunedì 7 febbraio scorso è stato presentato presso la Biblioteca Casanatense un bel libro scritto da Valter Lori, medico ed esperto di storia, profondo conoscitore dell ebraico e del sanscrito. Volentieri ve lo segnaliamo. Potete trovarlo anche presso la Libreria Pergamon di via Filippo Nicolai 84. Il libro parla dei popoli che hanno abitato la nostra regione come gli Etruschi, i Liguri, i Sabini, i Sanniti e di come essi sono stati poi assorbiti dai romani. I VICINI DI ROMA LA GIORNATA DELLA VITA A SAN PIO X Il 6 febbraio scorso si è celebrata la Giornata della Vita e come tutti gli anni si è svolta nel sagrato davanti alla nostra parrocchia la consueta vendita delle primule ad opera del Segretariato sociale per la vita Onlus, fortemente rappresentato nel quartiere dai nostri cari amici Rosa e Giuseppe Del Coiro. Ricordiamo che il ricavato di tale beneficenza sarà adoperato dal Segretariato per il sostegno di giovani donne o coppie incerte di fronte ad una gravidanza difficile. ASSOCIAZIONE SEGRETARIATO SOCIALE PER LA VITA ONLUS Via Belgio, 32- Villaggio Olimpico tel/fax tel segretariato.vita@virgilio.it c/c postale n Le prestazioni offerte sono gratuite di Valter Lori EDILAZIO - 13 euro Avrai la possibilità di ricevere aiuto qualificato, di conoscere i tuoi diritti, di ricevere aiuti anche economici. Inoltre assistenza medica e visite specialistiche, consulenza legale, collegamenti con case famiglia, strutture sanitarie, consultori, servizi territoriali, generi di prima necessità per neonato.possibilità di effettuare test di gravidanza anche in sede. 16

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