BOLLETTINO DELL ASSOCIAZIONE CACCIATORI MIGRATORI ACQUATICI A.C.M.A. Numero 12 anno 2018
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- Sebastiano Ceccarelli
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1 BOLLETTINO DELL ASSOCIAZIONE CACCIATORI MIGRATORI ACQUATICI A.C.M.A Numero 12 anno 2018
2 Editoriale Eccoci ad un nuovo anno che vogliamo iniziare con un numero del nostro bollettino informativo che purtroppo per vari impegni lavorativi e personali dei vari componenti del consiglio non è stato possibile inviarvi nel 2017 con la stessa frequenza degli anni passati per farci perdonare usciamo con questo numero estremamente ricco che condensa un anno di iniziative e di lavoro. Nel mentre scrivo stiamo vivendo le ultime emozioni di questa stagione di caccia cominciando a pensare a quello che verrà perché per il vero Cacciatore il periodo di caccia chiusa non è certo meno importante dei mesi passati nei nostri umidi paradisi. Il mio augurio venatorio è quello di un 2018 in cui si possa pensare a migliorare il proprio appostamento, a cercare nuovi luoghi, a provare le nuove anatre o il nuovo cucciolone, senza tutte quelle incertezze (richiami vivi, proposta di modifica della legge sui parchi 394 etc) che in questo 2017 ci hanno impedito di arrivare a settembre con serenità. Auguriamoci quindi che il risultato delle prossime elezioni nazionali non consegni il paese a forze che fanno della filosofia animalista una propria bandiera e che la prossima stagione venatoria ci consegni un quadro legislativo quantomeno non modificato in peggio rispetto all attuale e con la possibilità per tutte le regioni italiane di tornare ad utilizzare i richiami vivi. Alfonso Lenzoni Pres. ACMA-FIDC Progetto AnaSat Il 2017 è stato per il progetto AnaSta un anno interlocutorio visto che sono state sospese le marcature di alzavola, se si escludono due soggetti che devono essere marcati con due trasmettitori recuperati dagli scorsi anni, e si è provato in maniera più decisa a catturare e marcare Codoni e Canapiglie. Da una parte siamo contenti di poter comunicare che i dati più significativi ottenuti sulle alzavole sono stati condensati in un articolo scientifico in fase di revisione da parte di una prestigiosa rivista ornitologica, IBIS, e si dovrebbe pervenire a breve alla pubblicazione chiudendo quindi il cerchio di un progetto iniziato come una scommessa e diventato poi, senza falsa modestia, un grande successo. E significativo per il mondo venatorio il seguente grafico incluso in questo manoscritto riguardante le date di inizio della migrazione prenuziale. In numeri riportati in verticale indicano il numero di giorni a partire dal 1 gennaio in cui si può definire iniziata la migrazione pre-nuziale per i vari soggetti. Il trattino orizzontale indica la mediana delle partenze per i soggetti analizzati divisi per regioni. La mediana complessiva dell inizio della migrazione primaverile scaturita da questi dati è il 14 marzo con il primo soggetto partito il 18 febbraio e l ultimo il 2 aprile quando invece i key concept per l Italia forniti a livello europeo da ISPRA (ex-infs), indicavano l inizio della migrazione tra il 20 e il 30 gennaio.
3 Ora, poiché come tutti sanno, queste date sono importantissime per la regolamentazione dell attività venatoria in quanto indicano il limite massimo oltre cui il prelievo non è consentito sulla base di quanto sancito dalla Direttiva uccelli, è evidente l importanza di questi risultati in quanto: Ci sono di grosso aiuto nel caso di future richieste di limitazione dei tempi di caccia all alzavola Ci suggeriscono, insieme agli analoghi dati riscontrati con altri progetti per la beccaccia e i turdidi, che le date fornite a suo tempo da ISPRA riguardo all inizio della migrazione pre nuziale, e quindi al limite massimo entro cui la stagione venatoria deve concludersi, appaiono essere non corrette e viziate da forti errori temporali, guarda caso penalizzanti per l attività venatoria. E dopo queste note positive, dobbiamo purtroppo registrare come le marcature di codoni e canapiglie, per le quali ci siamo impegnati per mesi in Toscana e in Friuli Venezia Giulia, al momento in cui scrivo queste note non hanno dato esiti positivi a causa di una stagione non certo ricca di presenza e di alcuni eventi sfortunati. Speriamo di potervi dare presto notizie migliori. C è inoltre da registrare, e non lo voglio nascondere, una crescente opposizione al progetto da parte di nostri detrattori che invece di discutere nel merito delle evidenze scientifiche cercano di metterci i bastoni tra le ruote in ogni modo siamo arrivati anche a ritorsioni contro gli inanellatori che hanno collaborato con noi in questi anni Un atteggiamento di questo genere sarebbe scorretto da parte di chiunque ma diventa inaccettabile quando ad attuarlo è un istituto pubblico i cui esponenti sono pagati anche con le tasse dei cacciatori. Faremo di tutto per opporci a queste scorrettezze e proseguire con il progetto per non disperdere tutte quelle competenze e quelle relazioni che sono state costruite con tanto impegno, e con i fondi del mondo venatorio, in tutti questi anni. Alfonso Lenzoni Pres. ACMA-FIDC Libro Abbattimenti Nel corso dell annuale assemblea A.C.M.A. del 29 Aprile scorso a Piediluco è stato presentato il volume La caccia agli acquatici in Italia Il prelievo che raccoglie il lavoro di raccolta e analisi dei dati degli abbattimenti di acquatici in tutta Italia svolto da A.C.M.A. Le motivazioni che hanno portato a questo lavoro le possiamo cogliere direttamente dall introduzione :.. Infatti in questi ultimi anni è sempre più aumentato l interesse del mondo scientifico e delle istituzioni preposte alla gestione della caccia, in special modo quelle europee, verso i dati relativi gli abbattimenti. E poiché la legislazione europea di fatto influenza quella nazionale in tema di specie cacciabili e tempi di caccia, è ormai imprescindibile per il mondo venatorio fornire dati relativi al prelievo spesso utili per scongiurare indiscriminate restrizioni; si pensi ad esempio alla sventata chiusura della caccia alla Pavoncella (Vanellus vanellus) grazie anche ai dati raccolti in Italia da FIDC in collaborazione con A.C.M.A.. In verità i dati prodotti con grande fatica da A.C.M.A. in questo lavoro sarebbero dovuti essere facilmente disponibili tramite la lettura da parte di tutte le regioni dei tesserini venatori e l elaborazione di tali dati da parte dell istituto che è preposto a livello nazionale alla gestione faunistica, ossia ISPRA ex INFS. Il perché ciò non sia avvenuto e continua a non avvenire ci trascinerebbe in considerazioni che esulano da questo contesto, fatto sta che abbiamo provato a sopperire con le nostre forze a questa mancanza di dati che in definitiva altri non penalizzava se non proprio i cacciatori di acquatici. Parte dei risultati ottenuti, tra cui la stima totale del carniere di uccelli acquatici in Italia, sono stati presentati al convegno sulla gestione della fauna IUGB2017 di Montpellier lo scorso agosto riscontrando un notevole interesse. Chi fosse interessato, può richiedere il volume alla segreteria dell ufficio avifauna migratoria (silvia.falena@fidc.it, flaminia.defilippi@fidc.it, daniel.tramontana@fidc.it) Alfonso Lenzoni Pres. ACMA-FIDC
4 Parco del Delta Le aree umide, a tutti i livelli, negli ultimi anni stanno diventando il nuovo business per politicanti e affaristi. Con il pretesto di interventi ambientali e relativi lauti contributi dall UE un po ovunque scampoli palustri, laghi naturali, argini di fiumi ecc. sono oggetto di un offensiva ecologica che crea enti e progetti mirati prevalentemente se non esclusivamente ad essere allettanti affari ove habitat più o meno naturali sono cementificati e asfaltati in attesa di gite, chioschi, ciclovie ecc. Qualche esempio??? Argini di importanti fiumi come Po, Adige, Mincio o laghi come l Iseo (vedi il ponte galleggiante) oppure il Garda con le sue ciclovie circum-lacustri e potremo continuare a elencarne svariati altri in cui l unico intervento naturalistico è stato il divieto di caccia poiché la pesca, il turismo in ambiente di nidificazione, navigazione, sfruttamento risorse naturali ecc. non sono certo osteggiati anzi. caldamente incoraggiati e stimolati. Ma un mortale colpo alla caccia agli acquatici si sta profilando nella principale e più importante area faunistico venatoria d Italia ovvero il progetto, neanche tanto occulto, di trasformare in un vasto parco tutte le aree umide del nord adriatico creando un unica grande area protetta che dalle saline di Cervia arriva alla laguna di Grado. Primi passi sono la creazione di un parco nazionale del Delta del Po che superi e assorba gli attuali parchi regionali del Veneto e dell Emilia Romagna e il continuo tentativo, anche con il tacito consenso di futuristici rappresentanti del mondo venatorio, di costituire un parco nella laguna di Venezia..
5 L 1 e 2 luglio è stato escogitato il primo Delta Green Weekend nel corso del quale 15 associazioni naturalistiche (tra cui in prima fila Legambiente) hanno presentato ai Sindaci dei comuni interessati il Patto per il Delta del Po!! per proseguire, in novembre, con l emendamento infilato dal Gruppo PD al Senato nel disegno di legge di Bilancio 2018 per continuare con una lettera, da parte di 21 associazioni ambientaliste, inviata ai ministri Galletti e Franceschini chiedendo loro di procedere finalmente all istituzione del parco nazionale nel delta del Po, il più importante fiume italiano e la più grande zona umida del Paese. Infine in data 23 dicembre, in sordina e subdolamente, dopo che pochi giorni prima (21 dicembre) si era proclamato ufficialmente che i presupposti per la modifica della legge 394 sui parchi e relative conseguenze non sussistevano per questa legislatura essendo ormai giunti a fine mandato, si riesce a infilare un emendamento nella legge di bilancio decreto abituale per normative ambientali.. e si costituisce il parco del Delta cercando, a suggello, il consenso delle regioni interessate (al momento sembra non esserci il consenso almeno da parte della Regione Veneto ma un domani chissà) Democrazia vorrebbe essere sovranità del popolo e non invece dei politicanti che stanno trasformando l Italia in un paese ricco di parchi, oasi e. interessi verdi. Verdi come il colore del denaro. Gabriele Fasoli
6 Aviaria 2017 Il divieto di utilizzo dei richiami vivi è indiscutibilmente una questione preminente per i cacciatori d acquatici. Per cogliere le difficoltà e la situazione, al di là di tante parole, alleghiamo delle tabelle riportate dal sito dell Ist. Zoop. Sperim. delle Venezie di Padova, referente nazionale sull aviaria. Nella prima i focolai recenti (post giugno 2017) nella seconda i focolai tra fine 2016 e fine 2017 (in pratica un anno) a livello europeo e le due tabelle seguenti il riepilogo dei focolai per paese e specie e il numero, impressionante, di animali purtroppo soppressi per questi virus. Solo alcune note. Il virus trova nel freddo il substrato ideale per espandersi, come mai solo in Italia così tanti e così concentrati durante il periodo estivo con le temperature e la siccità particolari del 2017 e in completa assenza di migrazione dell avifauna selvatica oltre tutto non concentrata e dispersa sul territorio com è abituale nel periodo riproduttivo? La maggior parte dei selvatici sono cigni reali e germani reali/germanate, è ipotizzabile che queste specie non abbiamo realmente le difese dei veri ceppi selvatici?? Ci chiediamo come mai in paesi come la Francia che, tra la fine del 2016 e inizio 2017, hanno avuto centinaia di casi la semplice limitazione temporale in distanza e in utilizzo abbia permesso il superamento dell emergenza e nella seconda parte del 2017 i casi siano stati minimi? Era necessario, in Italia, estendere il divieto per quasi un anno a tutta la nazione e per oltre un anno a buona parte di essa e pur tuttavia i casi sono esponenzialmente aumentati? quanti e quali sono imputabili ai richiami vivi? Come mai il trattamento verso i domestici è ben diverso (aree limitate, periodo temporale ben preciso ecc.)? Noi siamo convinti che la scienza ma soprattutto la politica debba render conto di queste soggettive dicotomie e vessazioni. Gabriele Fasoli
7 Richiami Vivi A distanza di un anno dall Ordinanza del Ministero della Salute che ha sospeso l uso dei richiami vivi appartenenti agli Ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi, ci troviamo dal mese di novembre in un Italia spaccata a metà, non come usa dirsi per le situazioni meteorologiche, ma per il divieto non più esteso in tutta la penisola. Potremmo considerarlo un successo, visto che l Acma, come ben saprete a seguito dei comunicati che di volta in volta abbiamo inviato, si era sistematicamente impegnata a rimuovere questo divieto appena calmate le acque, eppure non siamo soddisfatti. Infatti il divieto, che era prevedibile fosse confermato in alcune aree italiane, è stato mantenuto anche in regioni o parte di esse che nulla hanno mai spartito con l aviaria. L Acma ha sempre criticato l eccessivo rigore con cui tout court veniva vietato l uso dei richiami vivi in tutte le Regioni e così ha fatto anche a seguito dell ultimo divieto scattato a causa del primo focolaio rinvenuto a fine dicembre e rappresentato da un solo fischione in Friuli, in un periodo in cui l Europa, e soprattutto la Francia, denunciavano casi a decine su decine. A metà anno, nel mese di luglio, quando sembrava ormai maturo il superamento del divieto, si è verificato uno strano fenomeno inverso: l Europa godeva di una situazione tranquilla, mentre in Italia si sono manifestati casi a decine in alcune Regioni, in particolare, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, tanto da ricevere dall UE un rimprovero per i troppi casi rilevati. E trattandosi quasi esclusivamente di focolai rinvenuti negli allevamenti, la si può dire lunga sul motivo di questo rimprovero. A questo punto l Acma non ha potuto far altro che tentare di salvare il salvabile, cioè puntare a rendere utilizzabili i richiami vivi almeno nelle Regioni/Province indenni da questi innumerevoli focolai, anche considerando che la stessa Francia, partita in una situazione ben più sfavorevole, aveva ripristinato da tempo l utilizzo dei richiami. E iniziato un rimbalzo di responsabilità tra Ministero della Salute e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ove ognuno attribuiva all altra parte il parere negativo per non concedere questa opzione. Finalmente, in occasione del convegno sull aviaria del 4 ottobre 2017 a Roma, in cui era presente l Acma oltre alla presenza contemporanea delle parti, questo amletico palleggio si è superato e chiarito. Purtroppo però le premesse e le assicurazioni di una più am-pia liberalizzazione dei richiami vivi sono state disattese in quanto, tra le aree ove il divieto è rimasto, sono state inserite anche Regioni che non avevano avuto focolai (come Umbria e Lazio) o Province di altre Regioni che pure ne erano sempre rimaste indenni (come a grandi linee Lombardia occidentale, Emilia occidentale, ecc). Nel momento i cui scriviamo è più di un mese che non si manifestano nuovi focolai. Nella speranza che non ci siano ulteriori strascichi, ci auguriamo di ottenere il prima possibile il risultato pieno e di trovare per il futuro una formula di sicurezza senza inficiare e mortificare vaste aree e moltissimi appas-sionati non direttamente interessati. Stefano Simeoni
8 In Ricordo di Gennaro Giuffrè Difficile pensare a una morte tanto ingiusta come quella di Gennaro, a 64 anni, quando da pensionato avrebbe potuto godersi anni di serenità con la propria sfrenata passione per la caccia, nell appostamento agli acquatici che aveva creato a Lamezia. Gennaro era un esempio di umanità, gentilezza, sensibilità e altruismo, in tutto e anche nella caccia. La notizia della sua improvvisa scomparsa è stata una pugnalata in quella mattina di gennaio 2017, quando si trovava a caccia in quel capanno, proprio nel luogo dove avrebbe voluto trascorrere ancora tante giornate. Voglio ricordarlo con questa fotografia, in cui era felice, e ancora oggi sento la sua risposta al telefono ehi Michele, che fai?. Gennaro aveva sposato in pieno la nuova filosofia FIDC, ricerca e tecnica al servizio della caccia, e da questa sinergia nacque una stretta collaborazione, che ancora oggi mantiene in Calabria una buona situazione per calendari venatori e gestione della caccia presso le Istituzioni. Per Gennaro non servono molte parole, per chi lo ha conosciuto è una persona impossibile da dimenticare. Caro Gennaro, sarai sempre con noi. Michele Sorrenti Sostieni l ACMA SEGUITE ACMA Si invitano nuovamente tutti i simpatizzanti a consultare periodicamente il sito e la pagina facebook ACMA che vengono aggiornate con frequenza in merito a tutte le notizie riguardanti il mondo della caccia agli acquatici. Per far sì che tutti gli appassionati di caccia agli acquatici possano conoscere al meglio l ACMA ricevendo news e informazioni on line ed altro materiale inerenti la caccia agli acquatici e, in particolare, sostenere le ricerche in corso, abbiamo creato una cards promozionale che verrà inviata a chi verserà una quota minima annua di euro 10,00 (cards euro 8,00 + euro 2,00 per spese di spedizione) e dopo aver compilato un modulo di sostegno/adesione scaricabile dalla sezione modulistica del sito fidc_associazioni_settoriali.php cliccando sul nostro logo. Il contributo può essere inviato con bonifico tramite il seguente IBAN: IT42U intestato ad "ACMA" con la causale contributo anno In alternativa ci si può rivolgere al Delegato provinciale a Voi più vicino, l elenco dei delegati è visionabile sul nostro sito. Per ogni informazione acmautility@yahoo.it o Alfonso Lenzoni L appuntamento internazionale per caccia, outdoor, tiro sportivo, sicurezza personale e cinofilia venatoria Fiera di Vicenza, Febbraio ACMA sarà presente nello stand di FIDC Veneto
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