Sentenza n /2014 pubbl. il 10/11/2014 RG n /2012 Repert. n /2014 del 10/11/2014

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1 N. R.G /2012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO Sezione Specializzata in materia di impresa Sezione A Il Tribunale, in composizione collegiale nelle persone dei seguenti magistrati: dott. Marina Tavassi dott. Fernando Ciampi dott. Claudio Marangoni ha pronunciato la seguente SENTENZA Presidente Giudice Relatore Giudice nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g /2012 promossa da: ICOMAS SRL (C.F ), con il patrocinio dell avv. BACCIARDI ENZO e dell avv. LENZI FRANCESCO (LNZFNC74H17E897Q) VIA FONTANA, MILANO, elettivamente domiciliato in PIAZZA MATTEOTTI, 16 PESARO presso il difensore avv. BACCIARDI ENZO contro ATTORE VALFIN INTERNATIONAL LIMITED (C.F. ), con il patrocinio dell avv. PERRELLI CIRO e dell avv. FONTANELLA VIRNA (FNTVRN78P43G388F) Corso Porta Vittoria, MILANO, elettivamente domiciliato in VIA GONZAGA 5 MILANO presso il difensore avv. PERRELLI CIRO CONCLUSIONI CONVENUTO Le parti hanno concluso come da fogli allegati al verbale d udienza di precisazione delle conclusioni. pagina 1 di 5

2 Concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione Ritiene questo Giudice che le attoree domande siano infondate e meritino, pertanto, di essere respinte, unitamente al parziale accoglimento delle domande riconvenzionali. Si discute, in giudizio, delle pretese dell attore di risoluzione contrattuale e risarcimento dei danni (e delle analoghe pretese riconvenzionali di parte convenuta), con riferimento ad un rapporto di licenza del marchio Truzzi ed in ragione dell avvenuto recesso, da parte convenuta stessa, dal contratto di licenza suddetto. Nel merito risulta pacifico, in giudizio: 1 ) che, tra le parti, sia stato stipulato, in data , un contratto relativo ad una licenza, concessa dalla convenuta alla parte attrice, per la produzione e la commercializzazione di una linea di abbigliamento, con il segno distintivo Truzzi ; 2 ) che tale contratto fosse stato stipulato per il periodo di tre anni, a partire dalla stagione Primavera/Estate 2012, con obiettivi di fatturato minimo e con una royalty del 10% su tale fatturato, royalty che, in concreto e per il 2012, veniva ad assommare ad ,00 + iva; 3 ) che nel contratto in questione fosse stato previsto, per le due stagioni del 2012,un fatturato minimo garantito di ,00 e che si fosse previsto anche un diritto di recesso anticipato, da parte della licenziante, qualora il licenziatario non avesse raggiunto un fatturato di almeno il 50% del previsto ( ,00); 4 ) che il fatturato per la stagione Primavera/Estate 2012 sia stato di soli 4.380,00 e che, per tale ragione, la parte convenuta, in data , abbia comunicato il proprio recesso dal contratto. Tale essendo il quadro dei fatti pacifici in giudizio si discute, poi, tra le parti, anzitutto, circa l assunto della parte convenuta secondo cui il recesso in questione fosse giustificato e legittimo, anche prima della scadenza annuale, in quanto era, in allora, del tutto da escludere che, nella successiva stagione Autunno/Inverno, parte attrice potesse realizzare un fatturato di ,00, idoneo, quindi, ad integrare la differenza necessaria per raggiungere il fatturato contrattuale minimo previsto. pagina 2 di 5

3 L assunto risulta, a giudizio del Collegio, ben fondato: da un lato, infatti, questo Giudice condivide perfettamente l orientamento del Supremo Collegio (sent.n.3900/1977) secondo cui..l inadempimento può sussistere anche prima del decorso del termine, ove il comportamento del debitore lasci sicuramente desumere, o comunque fondatamente presagire, la mancata esecuzione della prestazione nel tempo pattuito.. ; dall altro, poi, la diffusione davvero irrisoria del prodotto attoreo nella stagione Primavera/Estate 2012 appare come un inequivoco segno del mancato gradimento del prodotto medesimo da parte del mercato. In siffatta situazione, quindi, si poteva sicuramente presagire che anche la stagione Autunno/Inverno 2012 sarebbe stata altrettanto deludente e che, quindi, parte attrice non potesse realizzare un fatturato di ,00, idoneo, cioè, ad integrare la differenza necessaria per raggiungere il fatturato contrattuale minimo previsto. Alla luce di tutto ciò risulta, poi, a giudizio del Collegio, per un verso, fuorviante il tentativo attoreo di imputare il proprio insuccesso all organizzata rete di vendita SAITT, messagli a disposizione da parte convenuta (rete che funzionava perfettamente per i prodotti di altre imprese) e risulta, inoltre e per altro verso, del tutto incredibile che parte attrice medesima potesse, in breve tempo e con il suo bilancio in forte perdita, organizzare, come essa qui sostiene, una propria autonoma rete di vendita, capace di farle raggiungere, nella stagione Autunno/Inverno 2012, il fatturato contrattuale minimo previsto. Le suesposte ragioni attestano, quindi, l infondatezza delle domande attoree e la fondatezza, per converso, delle riconvenzionali domande della parte convenuta di accertamento della legittimità dell intimato recesso e di risoluzione contrattuale per inadempimento. Per quanto riguarda, poi, le domande condannatorie svolte dalla stessa convenuta giudica il Collegio che il meccanismo contrattuale di fatturato minimo diritto di recesso, previsto per il primo anno, sia da considerare come una sorta di periodo di prova: pagina 3 di 5

4 ne consegue che deve essere considerata legittima la domanda di pagamento delle royalties previste per il primo anno e cioè l importo di ,00 + iva (che risulta assorbente anche di ogni altra aspettativa della convenuta per tale primo anno); accoglibile risulta, inoltre, anche la domanda di restituzione delle residue etichette che, pacificamente, sono state consegnate e che, in ogni caso, per il futuro, sarebbero inutilizzabili in ragione della dichiarata risoluzione del contratto; nulla, invece, può essere riconosciuto a parte convenuta stessa per un preteso danno d immagine, rimasto del tutto indimostrato; Queste considerazioni hanno convinto il Tribunale dell infondatezza delle domande attoree e ne giustificano il rigetto, unitamente al parziale accoglimento delle domande riconvenzionali. La condanna al pagamento delle spese di giudizio segue la soccombenza (art. 91 c.p.c.): si ritiene equo liquidare tali spese, a favore di parte convenuta, in 7.200,00 per compensi e di porne il relativo onere su parte attrice, in ragione della soccombenza. P.Q.M. Il Tribunale, definitivamente pronunciando sulle domande, respinta ogni altra richiesta ed eccezione; rigetta tutte le domande della parte attrice; accoglie parzialmente le domande riconvenzionali di parte convenuta e, per l effetto, dichiara risolto il contratto inter partes per inadempimento di parte attrice; condanna la parte attrice a pagare alla parte convenuta l importo di ,00 + iva ed a restituire alla medesima le residue etichette, pacificamente consegnate; pagina 4 di 5

5 condanna la parte attrice medesima a rimborsare alla parte convenuta le spese del presente giudizio complessivamente liquidate in 7.200,00,oltre spese forfettarie, iva e cpa. Cosi' deciso in Milano il 23 ottobre IL PRESIDENTE IL RELATORE pagina 5 di 5