La Direttiva sulle emissioni degli impianti industriali: verso il nuovo quadro normativo europeo di riferimento Riassunto Summary 1.

Transcript

1 La Direttiva sulle emissioni degli impianti industriali: verso il nuovo quadro normativo europeo di riferimento Nicoletta Valeria Trotta Roberta Spinetti Istituto sull Inquinamento Atmosferico del C.N.R. Area della Ricerca di Roma 1, Montelibretti, Monterotondo (RM) Riassunto A più di dieci anni di applicazione della Direttiva 2008/1/CE (IPPC), riguardante circa impianti nell Unione europea, malgrado tutte le azioni da essa discendenti messe in atto dagli Stati membri, il quadro complessivo relativo alle emissioni inquinanti mostra valori che continuano a essere ben al di là degli obiettivi fissati in sede comunitaria, soprattutto nell ambito nella strategia tematica sull inquinamento atmosferico. Per risolvere alcune lacune nella legislazione vigente, nonché per superare un attuazione disomogenea riscontrata nei Paesi dell Unione europea, soprattutto della Direttiva sopra citata, con difficoltà rilevate per le procedure di controllo dell applicazione della stessa, è stato intrapreso un percorso normativo per un ulteriore rafforzamento delle disposizioni in vigore, attraverso la nuova Direttiva sulle emissioni degli impianti industriali (Industrial Emission Directive Recast, IED). Summary After more than ten years of implementation of Directive 2008/1/CE (IPPC), involving approximately industrial plants in the European Union, in spite of all the actions adopted by the Member States, the total framework relating to the polluting emissions shows values that continue to be beyond the environmental objectives fixed for the Community, especially with respect to the aims of the thematic strategy on the atmospheric pollution. In order to fill the gaps of the enforced legislation and to overcome the disomogeneus implementation of the provisions of the same Directive in the European Union, in particular within the controlling procedures of the application of the same directive, it has been undertaken the strengthening of the environmental provisions, through the new directive on industrial emissions (Industrial Emissions Directive - Recast, IED). 1. Introduzione La nuova Direttiva sulle emissioni industriali ha riesaminato e rifuso in un unico testo giuridico sette direttive riguardanti le emissioni derivanti da impianti industriali: - la Direttiva 96/61/CE (sostituita dalla Direttiva 2008/1/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, nota anche come Direttiva IPPC); - la Direttiva2001/80/CE sugli inquinanti originati dai grandi impianti di combustione; - le Direttive 78/176/CEE, 82/883/CEE e 92/112/CEE relative ai rifiuti provenienti dell'industria del biossido di titanio; - la Direttiva 1999/13/CE sui composti organici volatili; - la Direttiva 2000/76/CE sull'incenerimento dei rifiuti. 1

2 2. Articolazione dei contenuti della nuova Direttiva La Direttiva è articolata in sette capi (cfr. Tabella 1). Capo I Capo II Capo III Capo IV Capo V Capo VI Capo VII Allegato I Allegato II Allegato III Direttiva IED Disposizioni comuni applicabili a tutte le attività industriali rientranti nel campo di applicazione della Direttiva. Disposizioni applicabili alle categorie di attività industriali elencate nell allegato I (revisionato rispetto all attuale campo di applicazione della Direttiva IPPC) alla Direttiva. Disposizioni applicabili ai grandi impianti di combustione. Disposizioni applicabili agli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti. Disposizioni per le installazioni e le attività che utilizzano solventi organici. Disposizioni per le installazioni che producono biossido di titanio. Comitato, disposizioni transitorie e finali (autorità competenti, comunicazioni che devono essere trasmesse dagli Stati Membri alla Commissione Europea, procedure concernenti le modifiche e l adozione di elementi tecnici previsti dalla Direttiva, sanzioni). Attività che ricadono nel campo di applicazione delle disposizioni di cui al Capo II Elenco delle sostanze inquinanti. Criteri per la determinazione delle migliori tecniche disponibili. Allegato IV Allegato V Allegato VI Allegato VII Allegato VIII Allegato IX Partecipazione del pubblico alle decisioni. Disposizioni tecniche e valori limite di emissione per i grandi impianti di combustione. Disposizioni tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti. Disposizioni tecniche e valori limite di emissione per gli impianti che utilizzano solventi organici. Disposizioni tecniche e valori limite di emissione per gli impianti che producono biossido di titanio. Direttive abrogate e loro successive modifiche. Tabella 1 - Contenuto e struttura della Direttiva IED. 3. Principali modifiche ed integrazioni introdotte Le principali modifiche ed integrazioni introdotte dalla nuova Direttiva hanno interessato in particolare le disposizioni concernenti la definizione delle condizioni autorizzative previste dalla vigente Direttiva IPPC, nonché la revisione nel contempo dei valori limite di emissione (VLE) per i principali inquinanti relativi ai grandi impianti di combustione. Per quanto concerne le Direttive Incenerimento, Solventi e Biossido di Titanio, la rifusione non ha comportato modifiche rilevanti. 2

3 3.1 Nuove disposizioni del Capo II Di seguito gli elementi di novità previsti per le disposizioni applicabili alle categorie di attività industriali elencate nell Allegato I della nuova Direttiva, revisionato rispetto all attuale campo di applicazione della Direttiva IPPC Conclusioni BAT La Direttiva introduce e definisce le Conclusioni sulle BAT, nella forma di un documento che raccoglie le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT), la loro descrizione, i livelli di prestazione associati alle BAT (BAT-AEL), sia in termini di emissioni che di consumi di risorse, il monitoraggio, e, dove appropriato, le misure di bonifica del suolo. L adozione di tali documenti avverrà tramite la procedura di comitato di regolamentazione, con formale e diretta partecipazione di tutti gli Stati Membri. Le Conclusioni BAT assumeranno un ruolo chiave nei procedimenti autorizzativi, poiché i VLE che saranno fissati dall autorità competente non dovranno superare i BAT-AEL adottati nelle Conclusioni BAT, di fatto rese legalmente vincolanti. La nuova Direttiva prevede inoltre che l'autorità competente possa fissare VLE diversi dai BAT-AEL in termini di valori, periodi di tempo e condizioni di riferimento, purché sia possibile dimostrare, attraverso i risultati del monitoraggio delle emissioni, che le medesime emissioni in condizioni normali di esercizio non superino i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili adottati nelle Conclusioni BAT Deroghe dall applicazione dei BAT-AEL Le autorità competenti mantengono la possibilità di fissare VLE che si discostino dai BAT-AEL adottati nelle Conclusioni BAT solo per talune specifiche circostanze, per le quali il conseguimento dei medesimi livelli di emissione comporterebbe costi sproporzionati rispetto ai benefici ambientali ottenibili in ragione della locazione geografica dell impianto, delle condizioni ambientali locali e delle caratteristiche tecniche dell impianto. Il ricorso a tale disposizione dovrà essere opportunamente documentata dall autorità competente attraverso l elaborazione di un documento, da allegare all autorizzazione, che descriva le valutazioni e le motivazioni che hanno indotto le medesime autorità ad avvalersene nell ambito del procedimento istruttorio. Tale applicazione comunque dovrà garantire che non si verifichino, in ogni caso, eventi inquinanti di rilievo e che si realizzi nel complesso un elevato grado di tutela ambientale. La Commissione Europea non dovrà essere informata preventivamente né esprimere pareri, tuttavia potrà elaborare linee guida indicanti i criteri da considerare per la concessione di tali deroghe. Resta comunque inteso che i VLE non potranno comunque superare i VLE già definiti negli allegati della nuova Direttiva per specifiche categorie di attività (i.e. grandi impianti di combustione, impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, etc ) Revisione delle autorizzazioni L autorizzazione dovrà essere rivista ed eventualmente aggiornata ogni quattro anni dall adozione delle Conclusioni BAT, al fine di tenere in considerazione gli sviluppi tecnico-scientifici sulle BAT, nonché delle ulteriori modifiche tecniche intervenute negli impianti, salvo casi specifici in cui, secondo motivato giudizio dell autorità competente, potrà essere definito nell atto autorizzativo, un periodo più lungo di adeguamento alle nuove BAT. 3

4 3.1.4 Requisiti minimi a livello comunitario per i valori limite di emissione Altro elemento di novità è l introduzione di una disposizione secondo la quale la Commissione Europea, sulla base dei rapporti periodici sull attuazione della Direttiva trasmessi dagli Stati Membri, qualora ne ravvisi la necessità, potrà definire o aggiornare requisiti minimi a livello comunitario per i VLE per le attività industriali di cui all Allegato I alla nuova Direttiva, attraverso una specifica proposta legislativa. In tal caso le autorità competenti dovranno rilasciare le autorizzazioni, in generale, sulla base delle Conclusioni BAT, con possibilità di derogare dai BAT-AEL, ma i VLE che saranno stabiliti per i parametri inquinanti non potranno comunque eccedere i cd. requisiti minimi per le emissioni. 3.2 Aggiornamento delle disposizioni del Capo III - Grandi impianti di combustione Il Capo III della nuova Direttiva, relativo ai grandi impianti di combustione con potenza termica superiore a 50 MW, è stato interessato da importanti modifiche. In particolare, i VLE da rispettare, aggiornati e riportati in allegato V alla nuova Direttiva, sono significativamente più rigorosi di quelli vigenti, stabiliti dalla Direttiva n. 2001/80/CE. Inoltre, le tempistiche di applicazione dei nuovi VLE differiscono in base alla distinzione tra impianti esistenti e nuovi: entro il 2016 per i primi, entro il 2012 per i secondi. Per talune tipologie di impianti non si applicano i VLE di cui all Allegato V, mentre per altre fattispecie impiantistiche i VLE non sono stati modificati rispetto all attuale Direttiva n. 2001/80/CE. Si rileva comunque che per quest ultima tipologia di impianti, entro il 31 dicembre 2013, la Commissione europea valuterà la necessità di presentare una proposta legislativa volta a stabilire o modificare i VLE per essi attualmente vigenti (cfr. Tabella 2). Impianti per cui non si applicano i VLE dell allegato V Impianti per cui i VLE dell allegato V non sono stati modificati rispetto all attuale Direttiva LCP e per i quali la Commissione Europea valuterà la modifica Motori diesel, caldaie di recupero nelle installazioni per la produzione della pasta di legno. Impianti di combustione all'interno di raffinerie alimentati con i residui di distillazione e di conversione della raffinazione del petrolio greggio, da soli o con altri combustibili, per il loro proprio consumo, tenendo conto della specificità di tali sistemi energetici. Impianti di combustione alimentati con gas diversi dal gas naturale. Impianti di combustione in installazioni chimiche che utilizzano residui di produzione liquidi come combustibile non commerciale per il loro proprio consumo. Tabella 2 - Tipologie di impianti per cui non si applica l allegato V e per cui i VLE non sono stati modificati rispetto all attuale Direttiva LCP. Il settore delle raffinerie, al momento, non risulta interessato dalle modifiche apportate ai VLE dell allegato V e continuerà, pertanto, a rispettare le disposizioni attualmente vigenti in materia di emissioni, inclusa la possibilità di continuare ad utilizzare un 4

5 valore medio di emissione per tutti gli impianti di combustione interni in una raffineria limitatamente al parametro SO 2. Restano inoltre confermati taluni elementi di flessibilità per gli impianti di combustione esistenti, seppur limitati nel tempo e ridefiniti nei contenuti per garantire coerenza e continuità giuridica. Tali elementi di flessibilità sono riportati in Tabella 3. Flessibilità previste dalla Direttiva relativamente ai grandi impianti di combustione Gli Stati Membri potranno adottare, dal 1 gennaio 2016 al 30 giugno 2019, un Piano Nazionale Transitorio (PNT) basato su una riduzione lineare delle emissioni. Al termine di tale periodo gli impianti soggetti a tali disposizioni dovranno rispettare i VLE indicati nell Allegato V della Direttiva. Il PNT conterrà, inoltre, disposizioni in materia di monitoraggio e Piano Nazionale comunicazione dei dati. Gli Stati Membri dovranno Transitorio (PNT) comunicare alla Commissione Europea i loro PNT entro il 1º gennaio La Commissione avrà tempo 12 mesi per sollevare obiezioni, in assenza delle quali, il Piano sarà approvato. Qualora la Commissione Europea giudichi tale Piano non idoneo, informerà lo Stato Membro in questione che avrà a disposizione ulteriori 6 mesi per ripresentare il proprio Piano revisionato. Clausola di opt-out per gli impianti in chiusura Tasso di desolforazione Impianti dedicati al teleriscaldamento Tali impianti saranno esentati dall obbligo di osservare i VLE indicati nell allegato V e di essere inclusi nel PNT per il periodo tra il 2016 ed il 2023, a condizione che il gestore dell'impianto di combustione si impegni, con una dichiarazione scritta presentata entro il 1º gennaio 2014 all'autorità competente, a non far funzionare l'impianto per più di ore operative (in tale definizione sono esclusi i periodi di avvio e di arresto) Gli impianti che utilizzano un combustibile indigeno, come carbone e lignite, potranno rispettare un tasso di desolforazione in alternativa al valore limite di emissione previsto al camino per il parametro SO 2. Una revisione della Commissione Europea su tale aspetto è prevista entro il 31 dicembre Fino al 31 dicembre 2022, gli impianti dedicati al teleriscaldamento potranno essere esentati dall'obbligo di osservare i VLE purché la potenza termica nominale totale dell'impianto di combustione non sia superiore a200 MW e almeno il 50% della produzione di calore utile dell'impianto è fornito ad una rete pubblica di teleriscaldamento sotto forma di vapore o di acqua calda. In questi casi, i VLE per gli ossidi di zolfo, gli ossidi di azoto e le polveri stabiliti nelle autorizzazioni fino al 31 dicembre 2015 (basati sulle Direttive n. 2001/80/Ce e n. 2008/1/Ce) dovranno essere almeno mantenuti fino al 31 dicembre Impianti di emergenza e Gli impianti di combustione che non sono in funzione impianti impiegati per la per più di ore operative annue, calcolate come richiesta di picchi di media mobile su un periodo di cinque anni, sono energia soggetti a specifici VLE. Tabella 3 - Flessibilità previste dalla nuova Direttiva relativamente ai grandi impianti di combustione. 5

6 4. Conclusioni La nuova Direttiva, attraverso il rafforzamento dell approccio integrato in materia di rilascio di atti autorizzativi, che contemplino aspetti più rilevanti anche in termini di sorveglianza e controllo, si pone l obiettivo di migliorare la politica comunitaria sulle emissioni industriali, semplificando la legislazione esistente in materia, eliminando eventuali sovrapposizioni ed alleggerendo le procedure amministrative a carico delle imprese, aumentando allo stesso tempo il livello di protezione ambientale nel suo complesso. Riferimenti [1] Posizione del Parlamento europeo definita in seconda lettura il 7 luglio 2010 in vista dell'adozione della Direttiva 2010/.../UE del Parlamento europeo e del Consiglio sulle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) (rifusione). [2] Direttiva n. 2008/1/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento. [3] Direttiva n. 2001/80/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2001, concernente la limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione. [4] Direttiva n. 78/176/Cee del Consiglio, del 20 febbraio 1978, relativa ai rifiuti provenienti dall'industria del biossido di titanio. [5] Direttiva n. 82/883/Cee del Consiglio, del 3 dicembre 1982, relativa alle modalità di vigilanza e di controllo degli ambienti interessati dagli scarichi dell'industria del biossido di titanio. [6] Direttiva n. 92/112/Cee del Consiglio, del 15 dicembre 1992, che fissa le modalità di armonizzazione dei programmi per la riduzione, al fine dell'eliminazione, dell'inquinamento provocato dai rifiuti dell'industria del biossido di titanio; [7] Direttiva n. 1999/13/Ce del Consiglio, dell"11 marzo 1999, sulla limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute all'uso di solventi organici in talune attività e in taluni impianti. [8] Direttiva n. 2000/76/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull'incenerimento dei rifiuti. 6