AUDIZIONE FEDERDISTRIBUZIONE XI COMMISSIONE DEL SENATO (LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE)

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1 AUDIZIONE FEDERDISTRIBUZIONE XI COMMISSIONE DEL SENATO (LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE) SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO N. 465 IN MATERIA DI COMITATO AZIENDALE EUROPEO 1

2 I NUMERI DELLE AZIENDE ASSOCIATE A FEDERDISTRIBUZIONE 87,9 miliardi di euro di fatturato aggregato 68,2% la quota di mercato sul fatturato totale della DMO 40,0% di tutti i consumi commercializzabili di cui: il 47% degli alimentari l 80% dell elettronica il 20% dell abbigliamento l intero mondo dei grandi magazzini e la stragrande maggioranza del bricolage le formule e le insegne più moderne dell arredamento e dell occhialeria i 2/3 del franchising esercizi operanti direttamente e in franchising addetti Fonte: elaborazioni Federdistribuzione da fonti aziendali anno di riferimento

3 IMPRESE E GRUPPI DI IMPRESE DI FEDERDISTRIBUZIONE IN ITALIA AVENTI DIMENSIONI COMUNITARIE 31,5 miliardi di euro di fatturato aggregato punti vendita diretti ed affiliati dipendenti Aziende del settore food e non food 2 di grandi dimensioni (> dipendenti) 6 di medie dimensioni (tra e dipendenti) 8 di piccole dimensioni (< dipendenti) 12 con sede centrale estera 4 con sede centrale Italia Fonte: elaborazioni Federdistribuzione da fonti aziendali anno di riferimento

4 COMPOSIZIONE DELL OCCUPAZIONE DI FEDERDISTRIBUZIONE Tipologia di contratto Tempo indeterminato 88,7% Tempo determinato 6,8% Apprendistato 3,0% Stage 1,0% Altri contratti a termine (inserimento, interinale) 0,5% 100% Part time 45% Occupazione femminile 59% Fonte: PricewaterhouseCoopers su dati aziende Federdistribuzione 4

5 COMPOSIZIONE DELL OCCUPAZIONE DI FEDERDISTRIBUZIONE Fasce d età < 30 anni 23% anni 68% > 50 anni 9% Titolo di studio Media inferiore 41% Media superiore 51,5% Laurea 7,5% Formazione % Fonte: PricewaterhouseCoopers su dati aziende Federdistribuzione 5

6 CONSIDERAZIONI SULLO SCHEMA DI D.LGS CAE Avviso comune per il recepimento della Direttiva 2009/38/CE sottoscritto il : (Federdistribuzione ha contribuito attraverso la propria componente, all epoca interna a Confcommercio) -Assolvimento obblighi comunitari -Valorizzazione dialogo sociale ed autonomia collettiva -Elaborazione di un provvedimento legislativo coerente/conforme all avviso comune -Posizione condivisa delle parti sociali: migliorare, per le questioni transnazionali, l ambito dell informazione e della consultazione favorire l uniformità delle differenti procedure nazionali al fine di allineare gli strumenti legislativi sul tema meglio descrivere regole e definizioni per la costituzione degli organismi di rappresentanza ed il loro effettivo funzionamento (requisiti occupazionali, ambiti di competenza e designazione) superare le criticità precedentemente rilevate 6

7 CONSIDERAZIONI SULLO SCHEMA DI D.LGS CAE Dal D. Lgs 74/2002 (Direttiva 94/45/CE) allo schema di D. Lgs. 465 (Direttiva 2009/38/CE) Le richieste di modifica: Art. 9 Contenuto dell accordo comma 6 Designazione dei componenti del CAE integralmente da parte delle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto collettivo nazionale applicato nell impresa o nel gruppo di imprese interessate Motivazione: -Viene comunque fatto salvo il criterio di rappresentatività -Rende meglio governabile il sistema (frammentazione e numerosità delle RSU) Art. 11 Funzionamento del CAE ovvero della procedura per l informazione e la consultazione dei lavoratori comma 2 Sostituire la parola collaborazione con la parola cooperazione Motivazione: -Coerenza con la formulazione cui all Avviso Comune e con quanto già recepito dallo schema di D.Lgs. al comma 1 dell articolo 11 ed al comma 1 dell articolo 9 segue 7

8 CONSIDERAZIONI SULLO SCHEMA DI D.LGS CAE Dal D. Lgs 74/2002 (Direttiva 94/45/CE) allo schema di D. Lgs. 465 (Direttiva 2009/38/CE) Le richieste di modifica: Artt. 17 (Sanzioni) e 18 (Procedura di conciliazione preventiva e di irrogazione delle sanzioni) Si propone di mantenere la formulazione dell art. 17 Sanzioni prevista dal vigente D.Lgs. 74/2002, integrando con i commi 3 e 4 dell articolo 11 del medesimo D.Lgs. 77/2002. Non verrebbe pertanto utilizzato il testo degli artt. 17 e 18 (da eliminare) come proposti nello schema di D.Lgs Motivazione: -Omogeneità con la normativa comunitaria -Alleggerimento della procedura di conciliazione preventiva 8

9 CONSIDERAZIONI SULLO SCHEMA DI D.LGS CAE Le sensibilità delle aziende: 1. Far salvi alcuni criteri generali -Non definire un livello di regolamentazione superiore a quello previsto dalla Direttiva CE -Nessuna retroattività del provvedimento -Non determinare strumenti normativi troppo specifici della realtà paese per evitare problemi applicativi a livello europeo (in particolare: sede Direzione Centrale) 2. Problematiche già risolte dallo schema del D. Lgs Chiarezza relativamente a competenza ed ambito di intervento del CAE: limitati alle questioni transnazionali -Rinvio ad accordo tra le parti (Direzione Centrale e CAE) per la definizione dei connessi bisogni formativi -Impatto sugli accordi in vigore: salvaguardare e consentire il funzionamento ininterrotto degli accordi vigenti, evitare l obbligo di rinegoziazione (autonomia delle parti) -Riservatezza: aziende quotate in borsa o con azionariato diffuso -Chiarezza nella individuazione della Direzione Centrale (soggetto aziendale abilitato a trattare con il CAE) e nella definizione di impresa controllante (soluzione applicabile in caso di conflitto tra criteri) -Far salve le norme: art. 47 L.428/90 (trasferimento d azienda) art. 24 L.223/91 (riduzione personale) D.Lgs. 25/2007 (informazione e consultazione lavoratori) 9

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