Bio-Investimenti in Kenya 1

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1 Bio-Investimenti in Kenya 1

2 Proseguendo il cammino intrapreso con la prima pubblicazione Investire in Kenya Guida pratica per gli investitori italiani dell aprile 2007, sono lieto di presentare questa recente iniziativa ideata e realizzata dall Addetto Economico e Commerciale di questa Ambasciata, Gian Carlo Culazzo, con il valido ed apprezzato sostegno del Dott. Luca Ravera, stagista MAE Crui e la partecipazione finanziaria del Progetto D.G.C.S. Miglioramento delle condizioni di vita del West Pokot. I risultati macroeconomici del Kenya hanno registrato negli ultimi anni notevoli progressi, grazie anche alla corretta impostazione delle politiche fiscali e monetarie da parte dei vari governi succedutisi a partire dall indipendenza del Nel 2007 la crescita del PIL reale è stata del 7% e benche le tensioni e le violenze tribali seguite alle controverse elezioni del dicembre dello stesso anno, abbiano determinato una battuta d arresto, a seguito dei successivi accordi per la condivisione dei poteri, l economia keniota sta tornando verso la normalità e per il 2008 il Fondo Monetario prevede un tasso di crescita di circa il 3,3%, con una decisa ripresa nel 2009, con previsioni di crescita pari al 6,4%. L agricoltura è il settore trainante dell economia, in quanto provvede alla sussistenza di circa il 75% della popolazione e contribuisce in larga parte ai proventi sulle esportazioni del Paese, nonostante la scarsità delle zone fertili e la rapida crescita della popolazione siano due fattori preoccupanti che minano lo sviluppo di questo importante settore. La coltivazione e commercializzazione dei semi della Jatropha Curcas in Kenya, potrebbe quindi essere una valida risorsa contro la desertificazione e l impoverimento di vaste aree del Paese ed offrire un ulteriore fonte di reddito alle numerose comunità rurali, in quanto la pianta si sviluppa bene in terreni semi aridi, è facile da seminare, cresce velocemente, offre la possibiltà di ottenere positivi risultati già dal primo anno e sopratutto non viene coltivata in aree utilizzate per la produzione dei prodotti agricoli commestibili. Autori: Gian Carlo Culazzo, Luca Ravera 15 Novembre 2008 Inoltre il bio-diesel ricavato dai suoi semi potrebbe essere di notevole beneficio per le comunità rurali in quanto esso verrebbe utilizzato sia nei trattori che nei generatori impiegati per fornire l energia elettrica nei villaggi, riducendo quindi, sensibilmente, l attuale dipendenza dal kerosene. A livello nazionale l utilizzo del bio-diesel prodotto potrebbe ridurre anche i costi relativi ai trasporti su gomma e quelli relativi alla produzione di energia elettrica, riducendo altresí le emissioni di gas inquinanti nell atmosfera. Bio-Investimenti in Kenya 3

3 Le preoccupazioni sui cambiamenti climatici sono infatti chiaramente rispecchiate nel Protocollo di Kyoto, che ha recentemente imposto una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale. I Paesi industrializzati, quali l Italia, hanno quindi tutto l interesse ad investire capitali in attività che consentano uno sviluppo eco-sostenibile e migliorino la situazione economica dei Paesi in via di sviluppo. La coltivazione dei semi della Jatropha Curcas in Kenya potrebbe quindi offrire al Paese una nuova risorsa energetica a basso costo in grado altresi di agevolare lo sviluppo di nuove attività commerciali e industriali, di nuove tecnologie, riducendo nel contempo le attuali massicce spese energetiche. L appoggio del Governo keniota allo sviluppo della Jatropha Curcas è garantito, cosi come è dato per certo il totale acquisto dei suoi prodotti da parte degli utilizzatori nel mercato interno. Nonostante la Jatropa costituisca un importante novita, il suo futuro sviluppo industriale dovra comunque essere valutato con prudenza e con l apporto di precise valutazioni scientifiche prima che si possa intraprendere qualsiasi investimento. Si può tuttavia ritenere, anche in base alle recenti tendenze internazionali, che i semi della Jatropa siano un eccellente risorsa atta a migliorare la sostenibilità dei carburanti biologici ed agevolare il raggiungimento, entro il 2020, dell obiettivo europeo dell utilizzo del 10% di biocarburante sul totale dei combustibili utilizzati. Le informazioni fornite nella presente pubblicazione sono aggiornate a fine ottobre 2008 e sono chiaramente soggette a future modifiche ed integrazioni. Al fine di poter fornire ulteriori, aggiornate, informazioni faccio invito a rivolgersi direttamente all Ufficio Commerciale di questa Ambasciata ( commerciale. nairobi@esteri.it) oppure consultare il sito web : sotto la voce: Fare affari in Kenya. Pierandrea Magistrati Ambasciatore d Italia in Kenya Indice 1. Opportunità di investimento 6 2. L economia rurale 8 3. Caratteristiche della pianta Gli attuali investitori Obiettivi Il Ciclo della povertà Tecniche colturali L Olio Biodiesel La catena di produzione Stato della ricerca Disposizioni legislative Carbon credits Conclusioni 30 Business Plan 32 Bibliografia 34 4 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 5

4 La Jatropa in Kenya La superficie totale del Kenya è di 582,600 km² ed include circa 10,700 km² di area lacustre. Il territorio si innalza dal livello del mare in una serie di altipiani che hanno un altezza compresa tra i 1500 e i 2500 metri, fino a raggiungere il picco massimo del Paese, il Monte Kenya, che raggiunge l altitudine di metri. Le precipitazioni sono piuttosto intense nel periodo compreso tra aprile e luglio, mentre tra ottobre e dicembre si ha una breve stagione delle piogge. L area degli altopiani al di sopra dei 1500 metri riceve sempre una buona dose di precipitazioni, tuttavia la maggior parte del Paese, circa l 80%, è considerata zona arida o semi-arida (ASALs). 1. Opportunità di investimento Negli ultimi anni i risultati macroeconomici del Kenya hanno registrato notevoli progressi: il Fondo Monetario Internazionale ha concluso il 10 settembre 2008 il periodico monitoraggio sulla situazione economica del Kenya, valutando i risultati ottenuti dal programma di assistenza di lungo periodo del FMI, attuato dal 1993 al 2007 e riconoscendo i risultati positivi raggiunti dal Paese, grazie alla corretta impostazione delle politiche fiscali e monetarie da parte dei governi succedutisi in questo arco temporale. Nel 2007, infatti, la crescita del PIL reale aveva raggiunto il 7%, qualificandosi come ritmo più elevato degli ultimi trenta anni per l economia del Paese. Lo scoppio delle tensioni e delle violenze etnico-tribali seguite alle controverse elezioni politiche del dicembre 2007 ha costituito una battuta di arresto ma, a seguito del raggiungimento dell accordo politico di condivisione dei poteri, l economia del Kenya è tornata verso la normalità, anche se occorrerà ancora del tempo perché si possano metabolizzare completamente i danni subiti dalla stagione di turbolenza vissuta nei primi mesi del Per il 2008 il Fondo Monetario stima un tasso di crescita media, in termini reali, del PIL pari al 3,3%, mentre prevede una decisa ripresa al 6,4% nel L agricoltura è il settore trainante dell economia in quanto provvede alla sussistenza di circa il 75% della popolazione e costituisce il 60% del totale dei proventi sulle esportazioni. Tra i settori produttivi in crescita si registrano quello delle costruzioni, favorito dai programmi governativi di riabilitazione ed espansione infrastrutturale, le telecomunicazioni, sospinte dai nuovi investimenti e l intermediazione finanziaria, stimolata dalla recente quotazione in borsa della Safaricom, la principale impresa di telefonia cellulare del Paese, che ha riscosso un notevole successo, con un ammontare di sottoscrizioni superiori all offerta. In base alle sue caratteristiche il Kenya presenta una serie di motivazioni valide per favorire gli investimenti in svariati settori: dopo i cambiamenti politici del 2002, il Paese ha sempre avuto una relativa stabilità economica, fatti salvi i problemi occorsi dopo le elezioni del 2007; si trova in una posizione geograficamente strategica, in seno al continente africano, sull Oceano Indiano e non distante dall Europa; ha un sistema di tassazione favorevole che agevola le imprese economiche; le procedure per gli investimenti sono semplici (one stop shop); dispone di infrastrutture piuttosto sviluppate; offre numerose risorse ambientali; gli investimenti sono incentivati in particolari zone e regioni, attraverso delle facilitazioni fiscali; il Paese è attivamente coinvolto in relazioni con organizzazioni internazionali come il WTO, il NEPAD, è membro della East Africa Community (EAC) e della Common Market for East and East Africa Community (COMESA). In questo senso è la chiave di ingresso in un mercato ancora più ampio, che conta oltre 340 milioni di potenziali clienti. Dal primo luglio 2008, è diventato operativo il nuovo programma si sviluppo economico di lungo periodo, denominato Vision 2030, recentemente formulato in sostituzione del precedente Economic Recovery Strategy for Wealth and Employment Creation ERSWEC. La nuova visione strategica aspira ad ottenere per il Kenya una rapida e sostenuta crescita (10% dal 2012) che consenta al Paese di entrare, entro il 2030, nel novero delle economie a medio-reddito, attraverso programmi di investimento focalizzati sui settori prioritari, quali il turismo, l agroindustriale, la finanza e rimuovendo gli ostacoli esistenti allo sviluppo del settore privato. La strategia consiste in una serie di piani quinquennali, con il primo di essi, avente copertura temporale dal 1 luglio 2008 al 30 giugno 2013, che prevede investimenti complessivi per 25 miliardi di dollari in settori a forte potenziale di crescita, quali le infrastrutture, lo sviluppo di abilità professionali e la fornitura di servizi sociali. 6 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 7

5 2. L economia rurale L 85% della popolazione keniota vive in zone rurali e dipende direttamente o indirettamente dall agricoltura. Il settore agricolo garantisce sicurezza economica ed è stata la base più importante della crescita del Paese, nonché dei proventi in valuta pregiata, ottenuti dalle esportazioni. La scarsità delle zone fertili, facilmente arabili, e la rapida crescita della popolazione sono due fattori preoccupanti che minano lo sviluppo del settore agricolo. Solo il 16% dei terreni del Kenya è considerato favorevole all agricoltura mentre il resto è classificabile come terreno arido o semi-arido. La legislazione keniota classifica i terreni nei seguenti modi: proprietà privata, la quale conferisce il diritto assoluto di godimento sul fondo; proprietà pubblica, è relativa ai terreni posseduti dal Governo o da Organizzazioni governative; questi terreni sono ceduti ad investitori per un periodo determinato, in genere 99 anni, dietro il pagamento di un affitto annuale; proprietà tradizionale, è relativa ai terreni presenti in villaggi ed è controllata dal County Council. E costituita principalmente da terreni rurali aridi e semiaridi concessi in trust dalle rispettive Autorità locali. In queste ultime due tipologie di terreni l investitore può scegliere due modelli di gestione: leasing del fondo, con il pagamento di un affitto periodico; equity, in collaborazione con le comunità locali che ricevono una percentuale fissa sui guadagni. Le disponibilità finanziarie influiscono anche sulle possibilità di coltivazione: 1. coltivazione su larga scala, in aree prese in affitto di 20,000 o 30,000 ettari di terra. In questo caso il controllo della qualità dei semi, la mietitura e la raccolta sono di più facile realizzazione; 2. coltivazione su piccola scala, coinvolgendo le piccole comunità locali. Questo tipo di coltivazione permette alcuni importanti vantaggi: investimenti iniziali non onerosi; divisione in unità di lavoro piccole e facili da gestire; sviluppo sostenibile per le comunità locali; potenziali miglioramenti per il sostentamento degli agricoltori. Ai vantaggi per le comunità locali corrispondono anche notevoli facilitazioni per gli investitori in quanto il coinvolgimento diretto della maggioranza degli abitanti dei villaggi: - riduce i rischi di furti, incendi, danni causati dal bestiame; - procura una manodopera a basso costo ed affidabile in quanto motivata dal guadagno; - rilancia l immagine degli investitori in quanto propongono attività socialmente utili. Questo modello organizzativo, che coinvolge le comunità locali, è già stato sperimentato con successo, per la coltivazione del the, dalla KTDA (Kenya Tea Development Authority). Come precedentemente menzionato, i coltivatori, che possiedono i terreni, vengono forniti di sementi, fertilizzanti e macchinari ed in cambio questi si impegnano a vendere il raccolto esclusivamente all investitore. Anche la Lafarge East Africa (Bamburi Cement) è interessata ai biocarburanti, soprattutto per diversificare le risorse energiche utilizzate negli stabilimenti industriali finora derivate in maggior parte dagli idrocarburi. Sono stati avviati alcuni progetti pilota sulla costa (produzione legname e coltivazione della Jatropa) e qualora l esperimento abbia esito positivo, verranno replicati in larga scala nelle zone ASAL dell entroterra. In quest ultimo caso il modello di produzione consiste nel contattare le varie cooperative locali che gestiscono le risorse comuni dei villaggi e stipulare un contratto di produzione con i loro rappresentanti. L investitore fornisce le materie prime ed i servizi necessari, in cambio gli agricoltori si impegnano a vendere il prodotto in esclusiva alla società dell investitore che ha fornito loro i capitali iniziali. Il contratto di vendita ed i pagamenti possono poi essere rinnovati a intervalli di tempo, a seconda delle variazioni dei mercati finanziari. 8 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 9

6 3. Caratteristiche della pianta La Jatropa Curcas è una pianta tropicale originaria delle zone dell America tropicale, che cresce rigogliosa anche in Africa e Asia. E una valida risorsa contro la desertificazione e l impoverimento di vaste aree in quanto si sviluppa anche in terreni aridi e semi-aridi (definiti ASALs). La Jatropa è facile da piantare, si sviluppa relativamente in Figura 1. Frutto della Jatropa fretta ed è robusta. Essendo resistente alla siccità, può essere usata per rinnovare aree improduttive e può essere usata come barriera per delimitare i confini dei terreni. Data la sua tossicità per gli animali, tiene a distanza gli erbivori. E un arbusto ricoperto da una leggera corteccia grigia, con all interno una linfa di colore bianco. Si presenta come un tronco largo fino a 20 cm alla base, scarsamente ramificato, di colore marrone chiaro, ricoperto da sottili scaglie. Le foglie sono grandi, di color verde brillante, lucide, profondamente lobate. In primavera e in estate i fusti portano anche delle infiorescenze a ombrello, color corallo intenso. Ai fiori succedono i frutti, capsule legnose tondeggianti che a maturazione si rompono liberando 3 piccoli semi scuri. La Jatropa fiorisce durante tutto l arco dell anno, producendo costantemente nuove infiorescenze nel periodo successivo alla stagione delle pioggie. La pianta della Jatropa comprende numerose specie: la qualità sfruttata per ottenere combustibile è la Jatropha curcas che ha fiori gialli. Nonostante fino ad oggi la coltivazione della Jatropa abbia avuto una certa diffusione in zone di fascia tropicale, quali il Nicaragua, le Filippine, la Cina, l India ed in Indonesia, sembrerebbe che non esista ancora un valido programma industriale che possa fornire una chiara valutazione sulle modalità di sviluppo dell attività. Fra le principali caratteristiche della pianta ricordiamo le seguenti: protegge l ambiente, infatti è spesso impiegata in progetti di lotta alla desertificazione; cresce fino a 50 anni in terreni semiaridi, anche i terreni poveri ed in presenza di scarse precipitazioni (550 mm all anno); cresce velocemente e può produrre circa 0.4 tonnellate di semi per ettaro già nel primo anno. Dal terzo anno in poi si possono ottenere fino a 5 tonnellate di semi; non abbisogna di molta acqua e di fertilizzanti rispetto alle colture tradizionali; migliora la fertilità del terreno attraverso il suo ciclo di vita; non abbisogna di molta attenzione e manutenzione, salvo nel primo anno; la sua coltivazione non entra, sopratutto, in conflitto con le altre colture destinate al sostentamento della popolazione locale e con altri semi oleosi utilizzati per l alimentazione. La Jatropa non offre validi raccolti se piantata in aree le cui condizioni climatiche hanno le seguenti caratteristiche: eccessivo freddo, comporta un parziale congelamento e poca fruttificazione della pianta, con proporzionale riduzione della produzione di semi; eccessiva siccità, può provocare fenomeni spiacevoli come il cambiamento di sesso di fioritura della pianta con riduzione della quantità di frutti; presenza di possibili parassiti come i coleotteri rossi red beatles, che possono causare seri danni alla crescita della pianta. (Per ovviare a questo problema viene utilizzato il piretro, il miglior insetticida in commercio, un antiparassitario naturale di cui il Kenya è uno dei maggiori produttori al mondo). La Jatropa può comunque sopportare lunghi periodi di siccità, perdendo le foglie e riducendo sensibilmente i consumi vitali, sopportando temperature estreme, eccetto il gelo che uccide la pianta stessa. La piovosità dovrebbe essere compresa tra i 500 e i 700 mm con picchi fino a 1200 mm e la temperatura ideale dovrebbe essere superiore ai 15 C, compresa tra i 18 e i 28 C. I germogli necessitano di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare ma preferibilmente non di irraggiamento solare diretto. Sebbene la Jatropa si adatti a terreni con bassa fertilità, la produzione di semi può aumentare sensibilmente grazie ad opportune concimazioni. Le radici della Jatropa vengono concimate dalla micorizza, un fungo che offre alcuni vantaggi tra cui: la possibilità di ridurre del 50% le applicazioni di fertilizzante; un maggior assorbimento di fosforo, zinco, cobalto, magnesio, rame e ferro; una maggiore protezione contro i metalli tossici, la siccità e le alte temperature; una maggiore resistenza contro organismi patogeni con conseguente incremento generale della produttività della pianta. 10 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 11

7 Queste caratteristiche rendono la Jatropa una pianta di vitale importanza per i Paesi in via di sviluppo. Essi infatti non potendo utilizzare i terreni fertili perché già sfruttati per le coltivazioni di prodotti commestibili, utilizzano le vaste aree incolte, aride e semi aride per le coltivazioni della pianta stessa. 4. Gli attuali investitori Le aree considerate ASALs coprono un estensione di circa l 80% del Paese e consistono in fragili ecosistemi abitati da famiglie povere. Sono caratterizzate da scarse precipitazioni e da modesti raccolti; l eccessivo sfruttamento ha inoltre portato ad un serio stato di degrado delle aree stesse. Il Governo è quindi alla ricerca di opportunità che possano rivalutare le aree in questione, migliorando la produttività della terra e ristabilendo un corretto ecosistema. Queste premesse offrono una serie di condizioni favorevoli per la coltivazione della Jatropa in Kenya: vasta disponibilità di terreni che non contrastano con le altre coltivazioni già in essere; opportunità di seminare in terreni non adatti alla coltivazione di cereali commestibili; gestione della crescita in tempi brevi e possibilità di ottenere profitti in pochi anni; investimento a lungo termine dato che la vita media della pianta è di 50 anni; bassi costi di manutenzione della pianta. Attualmente, vi sono circa 30 istituzioni keniote interessate allo sviluppo del biocarburante e della Jatropa. Fra queste, oltre alle organizzazioni governative, si trovano importanti società africane come la Vanilla Development Foundation (VDF) e la Green Africa Foundation. VDF è un organizzazione non governativa, non profit, che utilizza la vaniglia e la Jatropa come risorse per migliorare il sostentamento degli agricoltori locali, che sono principalmente donne. La fondazione aspira ad un maggiore coinvolgimento degli investitori nella catena produttiva della Jatropa e della vaniglia, tanto che è uno dei maggiori promotori delle iniziative nel settore. La VDF è inoltre in grado di fornire le tecnologie e le conoscenze scientifiche necessarie per la coltivazione della Jatropa ed è stata la principale organizzazione che ha attivamente sostenuto la prima e seconda conferenza sulla Jatropa, tenutesi nel 2006 e 2007, a Nairobi e Mombasa. La Green Africa Foundation, con cui abbiamo avuto un interessante incontro con i soci fondatori, è un organizzazione non governativa, non profit, che dispone di posizioni strategiche all interno di organi ministeriali e collabora con le Autorità locali che hanno giurisdizione su larghe porzioni di terreno. Ha iniziato la sua attività nel distretto di Kitui ma ha presto esteso i suoi interessi in molte altre zone ASAL del Paese e ultimamente ha previsto di piantare la Jatropa in 500 ettari di terreno. Attraverso varie attività ricreative, ha saputo promuovere maggior consapevolezza dei problemi ambientali, soprattutto tra i giovani, pubblicizzando molti eventi sportivi, come l ultima maratona mondiale tenutasi a Mombasa. All interno della Green Africa Foundation esiste la Green Africa Limited, società che si rivolge agli investitori e coadiuva le attività finanziarie: tra gli investitori coinvolti si annoverano la Biwako Bio-laboratory Limited (Giappone) e la fondazione del Principe Alberto di Monaco e tra i sui partner si contano KEFRI, 1 NEMA, 2 Hiroshima University, Kenya Airport Authority, Safaricom e KWS. 3 Infine l UNDP attraverso la GEF, promuove lo sviluppo ambientale e beneficia di fondi governativi per promuovere attività di sviluppo ambientale. Recentemente questa organizzazione ha contribuito al lancio di due nuovi programmi sulla Jatropa nei distretti di Malindi e di Kwale, allo scopo di offrire alle comunità locali ed alla VDF, la possibilità di delimitare i terreni di confine a mezzo di specifiche piantagioni di Jatropa. Per quanto riguarda gli investitori stranieri, al fine di rendere il Paese maggiormente attraente, il Governo ha effettuato un accurata revisione della propria politica di promozione degli investimenti, emanando nel 2004 l Investment Promotion Act, il cui obiettivo è stato quello di unificare ed armonizzare le procedure legali ed amministrative al fine di migliorare il clima per la condotta degli affari nel Paese. La stessa legislazione ha sostituito l Investment Promotion Center governativo con una nuova Kenyan Investment Authority (KIA). La legge fissa un minimo di dollari USA per un operazione di investimento e ne subordina l approvazione all ottenimento di un Investment Certificate da parte della KIA, che puo essere ritirato in caso di comportamenti illegali e fraudolenti. Gli investitori internazionali devono inoltre firmare un accordo in cui stabiliscono programmi di formazione per la graduale sostituzione dei tecnici stranieri. Le imprese estere possono comunque assumere lavoratori specializzati espatriati, qualora non disponibili nel Paese. 1 Kenya Forestry Research Institute 2 National Electrical Manufacturers Association 3 Kenya Wildlife Service 12 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 13

8 Priorità del Governo del Kenya è di attrarre investimenti che consentano di far affluire valuta estera, forniscano opportunità di lavoro, promuovano positive interazioni con il resto dell economia e contribuiscano ai trasferimenti tecnologici. Tutte le imprese residenti sono soggette ad un imposta sui redditi del 30%, mentre le filiali di imprese straniere pagano un aliquota del 37,5%. Sui beni importati o manufatti in Kenya si paga una tassa sul valore aggiunto del 16%. La legge del Kenya fornisce protezione contro provvedimenti di esproprio della proprietà privata ed è prevista adeguata compensazione nei casi di espropriazione per motivi di ordine pubblico o di interesse nazionale. La legge garantisce il rimpatrio e la conversione di dividendi e profitti non distribuiti nonché degli interessi sui capitali di credito e di ogni fondo associato agli investimenti. Il sistema giudiziario del Kenya è modellato in base a quello britannico. Oltre alle corti giurisdizionali, esistono corti separate sia per le dispute industriali che per quelle commerciali. I diritti di proprietà e quelli contrattuali ricevono tutela ma tempi lunghi sono caratteristici per la risoluzione delle controversie commerciali. In Kenya possono trovare applicazione giudizi di corti straniere a condizione di reciprocità. Il Kenya non possiede una legge sul fallimento. I diritti dei creditori non hanno carattere chirografario come nella generalità dei paesi di Common Law. Il Governo accetta i risultati di arbitrati internazionali con investitori stranieri. Il Paese è membro dell ICSID e della Convenzione di New York sul riconoscimento dei giudizi arbitrali stranieri. 5. Obiettivi Attualmente i costi di produzione del biodiesel sono competitivi rispetto a quelli del gasolio, ma l odierna produzione mondiale di oli vegetali necessari per produrlo non è sufficiente a sostituire i combustibili fossili, se non in piccola parte. Il Kenya offre notevoli potenzialità per aumentare la produzione di Jatropa ed il conseguente maggior utilizzo di biodiesel e, sebbene il Paese non abbia particolare esperienza nel campo, molte imprese e società si sono focalizzate sulla sua ricerca e sul suo sviluppo, allo scopo di poter ottenere concreti risultati entro breve termine. I precedenti esperimenti effettuati in Brasile, Stati Uniti ed India, sono stati principalmente motivati dall esigenza di ridurre le importazioni di carburanti e assicurare stabilità economica ai mercati interni, nonché dalla volontà di sostenere le zone rurali meno sviluppate. A ciò si può ora aggiungere il desiderio di ogni Governo di ottenere una sensibile riduzione dell effetto serra. La sfida è dunque aperta e il Kenya si è imposto obiettivi da raggiungere attraverso un piano nazionale di sviluppo, articolato nei seguenti punti: rapido incremento della produzione di risorse di biodiesel nel Paese; maggiore stabilità finanziaria ottenuta riducendo la vulnerabilità economica che risulta dalla dipendenza dai carburanti fossili importati. (E stato stimato che attraverso l utilizzo del biodiesel si potrebbe ottenere una riduzione del 5% sulle importazioni dei sopramenzionati carburanti); raggiungimento di una miscela di B5 entro il 2012 e B10 entro il 2020; 4 sostituzione del kerosene con il biodiesel, in modo da ridurre la percentuale della popolazione che usa lo stesso, dal 76,4% al 50% entro il 2012; partecipazione agli sforzi ambientali volti ad ovviare il problema dell effetto serra; riduzione della povertà nel Paese attraverso la diversificazione delle risorse. (Ci si aspetta che l industria del biodiesel possa contribuire ad una diminuzione del 6% della povertà, specialmente grazie alla rivalutazione delle zone semi-aride ed all utilizzo di nuova manodopera). Dato che la maggior parte delle risorse keniote è utilizzata per l acquisto di prodotti petroliferi (952 milioni di Euro, pari al 7,4% del PIL del Paese e al 25% degli scambi economici con l estero), si comprende quanto sia importante per il Paese l opportunità di sviluppare nuove fonti di energia pulita e più economica, sul territorio. L Economic Survey del 2007 ha indicato che l aumento dei capitali investiti nell importazione del petrolio, dal 2005 al 2006, è aumentato del 18,8%, pari a 180 milioni di Euro. Ovviamente il costo del petrolio è dovuto a fattori che vanno molto al di là del controllo dell economia nazionale e l unico campo in cui lo Stato può intervenire è attraverso la sponsorizzazione di nuove fonti di energetiche. A livello rurale il biodiesel può essere di notevole beneficio per le comunità locali essendo principalmente utilizzato nei generatori che forniscono elettricità nelle case. Questa possibilità è già stata sperimentata con successo in Tanzania, ragion per cui il Kenya è molto interessato ad utilizzarla in quanto, in base a recenti statistiche, solo il 15,6% della popolazione nazionale dispone di energia elettrica. 4 Al biodiesel puro viene assegnata la sigla BD100 (con o senza la D) mentre alle miscele un numero corrispondente alla percentuale di biodiesel contenuto. 14 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 15

9 Circa il 76,4% della popolazione dipende dal kerosene per l illuminazione e il 13,2% lo usa anche per cucinare. in questo contesto non c è dubbio che il biodiesel costituisce una valida alternativa alla riduzione degli effetti inquinanti del kerosene, in quanto non produce fumo e non emette cattivi odori. Inoltre il settore dei trasporti è in questo momento il maggior utilizzatore di prodotti petroliferi, con il 50,8% del consumo totale di diesel e kerosene. Sarebbe quindi vantaggioso poter sostituire una parte di carburante fossile con il biodiesel, riducendo in tal modo le emissioni di gas inquinanti nell atmosfera. Il resto dei consumi si divide tra aviazione (19,5%), produzione di energia (12,7%) e usi commerciali ed industriali (13,4%). L introduzione del biodiesel nell economia keniota potrebbe quindi portare effetti positivi su tutti i consumi sopraindicati. E già stato elaborato un progetto per cui tutti i veicoli governativi e di trasporto pubblico, funzionanti a diesel, dovranno obbligatoriamente utilizzare miscele biodiesel nel momento in cui nel Paese saranno disponibili maggiori quantità di oli vegetali da utilizzare. In un mercato cosi aperto e predisposto, la presenza di terreni aridi e semi-aridi è quindi una vera e propria risorsa da sfruttare. Questi, infatti, offrono infatti una buona opportunità per la crescita della Jatropha curcas, in quanto essa migliora le condizioni del degrado ambientale, senza alcuna conflittualità con le colture alimentari. Tra le società maggiormente interessate ad assicurarsi l acquisto dell olio di Jatropa si possono annoverare la KenGen, il più grande produttore di energia elettrica del Paese, che ha già un ruolo chiave nel KEEP (Kenya Energy Sector Environmental Programme), un programma condiviso con il Ministero dell Energia che tra le altre attività prevede la coltivazione della Jatropa e la KTDA (Kenya Tea Development Agency), che con le sue 54 imprese di the è un potenziale compratore dell olio della Jatropa. Un serio programma di investimento e di sviluppo della Jatropa in Kenya potrebbe portare considerevoli cambiamenti nelle prospettive delle imprese locali, senza considerare i benefici che ne ricaverebbe la popolazione, il cui indice di povertà è del 46,6% della popolazione totale pari a 35,5 milioni di persone. D altra parte il Kenya, firmatario del Protocollo di Kyoto, ancorché al momento non sia obbligato a ridurre le emissioni di carbonio, può vendere i carbon credits, derivati dall uso di prodotti biodiesel, ai Paesi che li richiedono. 6. Il Ciclo della povertà Considerando che 54 Paesi al mondo sono oggi più poveri di quanto lo fossero 15 anni fa e che circa metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno, è impellente trovare nuove fonti di energia accessibili a tutti, in modo che gli Stati non siano obbligati a scegliere se acquistare cibo per sfamare la popolazione o comprare combustibili per sostenere le loro economie. Il recente aumento del prezzo del petrolio, arrivato fino a 150$ al barile, ha avuto un impatto sproporzionato sui Paesi più poveri in quanto questi consumano, proporzionalmente al loro PIL, circa una quantità doppia di petrolio rispetto agli Stati Uniti ed ai Paesi industrializzati. I costi elevati e l inaccessibilità di combustibile fossile lasciano quindi circa 2 milioni di persone senza stabili risorse di energia, senza riscaldamento, refrigerazione e luce. Delineate queste situazioni, il carburante biologico ricavabile dalla Jatropa assume quindi un importanza fondamentale in quanto esso può soddisfare sia la sempre maggiore richiesta di energia, sia il bisogno di fonti rinnovabili che non inquinino l ambiente. Le preoccupazioni sui cambiamenti climatici sono infatti rispecchiate nel Protocollo di Kyoto, che ha imposto una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale. I Paesi industrializzati hanno quindi tutto l interesse ad investire capitali in attività che consentano uno sviluppo ecosostenibile. La Jatropa ha dunque enormi potenzialità per migliorare la situazione economica dei Paesi in via di sviluppo, come il Kenya, tanto che la sua coltivazione è incoraggiata dalle varie Amministrazioni, sia a livello locale, dove le comunità che producono semi possono migliorare le loro finanze ed avere a disposizione una risorsa energetica a basso costo, sia a livello nazionale, dove la maggiore disponibilità di biocarburante può incoraggiare lo sviluppo di nuove attività industriali e di nuove tecnologie. Cio offrirebbe al Kenya maggiori opportunità di impiego ed eventuale apertura di nuovi mercati, riducendo nel contempo le spese energetiche e permettendo maggiori investimenti in altri servizi pubblici, quali la sanità e l educazione. 16 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 17

10 In quest ottica le sottoindicate aree del Kenya, considerate ASAL, rappresentano un ottimo terreno per la coltivazione della Jatropa poiché costituiscono una risorsa sostenibile per le comunità locali bisognose di risorse energetiche a basso costo e di ulteriori introiti rispetto a quelli offerti dalla pastorizia. Nella seguente tabella vengono illustrate le caratteristiche delle zone ASAL: Caratteristiche Zone Aride Zone Semi-aride Definizione 6&7 4&5 Agro-ecologica Area del Kenya 352,000 Km² 114,000 Km² Precipitazioni Sistema di Zona 5-6 di transizione: Zona 4 Mais, legumi, produzione agricola Sorgo, miglio e legumi cotone, allevamento di bestiame, capre e pecore Zona 6-7 Allevamento Zona 5 nomade di capre e Mais e Legumi cammelli Impedimenti Erosione, terreno arido Erosione del terreno, e inadeguate siccità e parassiti precipitazioni Come si evince dalla tabella le zone in questione sono utilizzabili per colture alimentari ma esse offrono scarsi risultati e limitate possibilità di guadagno, essendo sfruttate soprattutto per un agricoltura di sussistenza. Figura 2. Esempio di zona ASAL coltivata a Jatropa 18 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 19

11 Al contrario la Jatropa potrebbe crescere relativamente in fretta, offrendo buoni risultati già dal primo anno. E importante far presente che prima di poter cominciare la coltivazione della pianta è fondamentale poter svolgere alcuni studi sul terreno, valutando le sue caratteristiche, consultare i numerosi rappresentanti delle comunità rurali ed istruirli sugli effetti positivi degli investimenti proposti. Queste attività, sommate a quelle necessarie per ottenere le varie autorizzazioni e licenze, potrebbero ritardare l inizio delle operazioni per la coltivazione della Jatropa di mesi. Tra i potenziali benefici della Jatropa ricordiamo: il suo utilizzo nelle comunità rurali per migliorare le attuali condizioni di vita, nonche per ridurre gli elevati costi di gas, kerosene e carbone; la possibilità di guadagno aggiuntivo per le comunità locali, che sfrutterebbero i terreni precedentemente incolti; la lotta alla desertificazione e all erosione del terreno; la creazione di nuovi posti di lavoro, grazie all apertura di nuovi mercati; le minori emissioni di CO2 in quanto la pianta rimuove l anidride carbonica dall atmosfera e l accumula nei propri tessuti legnosi. 7. Tecniche colturali E stato calcolato che un ettaro coltivato a Jatropa può accogliere fino a piante e, dopo tre anni, produrre fino a kg di semi. Queste valutazioni devono però essere considerate prudentemente in quanto la produzione dipende dalla distanza e dal tipo di terreno dove gli arbusti vengono piantati. Solo una distanza di 2 x 2 m equivale a 2500 piante, mentre 2.5 x 2.5 m corrisponde a 1600, e 3 x 3 m a 1111 piante. La valutazione deve essere quindi effettuata da esperti che possano stimare quale sia il miglior sesto degli arbusti in rapporto alle caratteristiche del terreno e alla disponibilità di acqua. Figura 3. Vivaio In particolare il sesto 2 x 2 si adatta a condizioni di scarsa irrigazione mentre la disposizione a 3 x 3 o 4 x 2 è adatta per aree dove c è maggiore disposizione di acqua. L ideale geometria è quella che consente di piantare il massimo numero di arbusti tenendo presente il loro bisogno di luce e di spazi per le prossime, future, operazioni meccaniche di raccolta. A seguito di esperimenti pregressi si evince che il momento migliore della prima potatura si raggiunge dopo sei mesi, quando la pianta ha raggiunto l altezza di 30 cm. Altre due potature sono necessarie, una dopo un anno in modo da produrre un minimo di 25 rami ed una alla fine del secondo anno per ottenere rami. Il primo vero raccolto è previsto dopo almeno un anno dal momento della semina ed è il risultato di alcune variabili ambientali, anche al di fuori del controllo umano. La produttività è quindi piuttosto incostante e al momento non ci sono ancora statistiche certe al riguardo. La scala è variabile tra i 3000 kg e gli kg di semi per ettaro. Come ogni altra pianta coltivata anche la Jatropa necessita di una serie di operazioni colturali che comprendono la preparazione del sito e del terreno per l impianto, la messa a dimora delle piantine e le cure colturali annue come ad esempio il controllo delle infestanti, la concimazione, la potatura, la raccolta dei frutti ed in alcuni casi l irrigazione ed i trattamenti fitosanitari, sebbene questi ultimi si rendano necessari solo in rari casi. Su terreni leggermente declivi, le piantagioni di Jatropa dovrebbero essere eseguite con sesto a quinconce su filari in curva di livello, mentre per pendenze più accentuate è preferibile ricorrere ad opportune sistemazioni del terreno tipo banchinature o terrazzamenti, inerbendone i cigli con piante capaci di fissare il terreno e ridurre la velocità di scorrimento delle acque superficiali. In particolare, è consigliato per tale scopo il Vetiver (Vetiveria zizanioides), graminacea di origine asiatica nota per alcune sue peculiari caratteristiche di perennità, di impalatabilità per gli erbivori, di resistenza a condizioni di siccità paragonabili a quella della Jatropa, di adattamento a quasi tutti i tipi di suoli, e di assenza di invasività in quanto non produce seme. Le sopracitate operazioni possono essere eseguite manualmente ma se le superfici coltivate da una stessa azienda o in una stessa area sono molto estese, l uso esclusivo del lavoro manuale diventa controproducente per la difficoltà di reperire e poi gestire lavoratori in grande numero e per l impossibilità di eseguire tempestivamente le operazioni che richiedono tempi fissi. In questi casi si rende necessaria la meccanizzazione che consente, a fronte di maggiori investimenti iniziali, di aumentare le superfici dominabili, la produttività del lavoro umano ed anche di alleggerirne l impegno fisico. 20 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 21

12 Le operazioni più facilmente meccanizzabili, oltre a quelle preparatorie iniziali, sono lo sfalcio o la lavorazione degli interfilari, la concimazione, gli eventuali trattamenti fitosanitari ed i trasporti. A tutt oggi non esistono macchine specifiche per la raccolta della Jatropha. La grande quantità di produttori esperti e disponibili nei vari settori agricoli rende auspicabile un prossimo sviluppo di nuove macchine necessarie per la raccolta della Jatropha, soprattutto in considerazione del fatto che l Italia è uno dei maggiori produttori mondiali di questo tipo di accessori, la cui qualità è universalmente riconosciuta. La composizione chimica dell olio può essere cosi riassunta: Componente Valore Acidità 38.2 Saponificazione Iodio Viscosità L Olio I semi della Jatropha contengono circa il 30-39% di olio. Durante le operazioni meccaniche, con l aiuto di presse, si può estrarre fino al 94% di olio, andando persa solo una piccola percentuale. L olio ottenuto contiene il 21% di acidi grassi saturi e il 79% di acidi grassi insaturi. Alcuni elementi chimici presenti nel seme lo rendono inappropriato per l alimentazione. In base ad un calcolo approssimativo si può ritenere che kg di semi prodotti in un ettaro di terreno forniscano litri di olio e circa kg di fertilizzante. Non esiste tuttora un impianto specifico per la spremitura dei semi della Jatropa, ma sono già in commercio alcune macchine utili allo scopo, simili a quelle usate per estrarre l olio dalle olive o dai semi di girasole. Figura 4. Macchina per la spremitura Dato che durante la spremitura si hanno delle perdite nella produzione dell olio di circa il 5-6%, sarà importante costruire macchinari sufficientemente sofisticati per ridurre al minimo le stesse. I frutti della Jatropa non sono commestibili per l uomo e per gli animali ma dai semi si ottiene l olio che può essere sfruttato per una varietà notevole di usi, quali la produzione di candele e sapone, medicinali contro malattie della pelle e reumatismi, nell industria dei cosmetici, per l illuminazione a lampada, nei motori diesel poco sofisticati, come ad esempio quelli dei generatori o dei trattori. Le emissioni sono a basso contenuto di CO2 e zero anidride solforosa ed i residui della macinazione dei semi possono essere utilizzati per fertilizzare i terreni. Come precedentemente osservato non esiste ancora una tecnologia consolidata per l estrazione dell olio dai semi di Jatropa. L estrazione, al momento, potrebbe essere effettuata sia meccanicamente, attraverso la spremitura dei semi sgusciati e triturati, sia chimicamente, mediante lavaggio con esano. In entrambi i casi esistono diverse varianti, ma un impianto ad estrazione meccanica, basato su una serie di estrattori a vite, dovrebbe essere quello più indicato per una prima installazione di medie dimensioni in un contesto tipo quello keniota. L estrazione chimica con solvente è certamente più efficace di quella meccanica, ma gli impianti sono più costosi, più complessi da realizzare e da gestire e potrebbero essere presi in considerazione solo in un secondo momento. Gli impianti meccanici permettono di creare vari centri di estrazione in quanto possono essere realizzati anche in piccole dimensioni, mentre l impianto ad esano richiede una installazione centralizzata. 22 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 23

13 9. Biodiesel I biocarburanti hanno assunto nell ultimo decennio un importanza fondamentale come risorsa alternativa rispetto ai prodotti petroliferi tradizionali, le cui attuali previsioni di sfruttamento intensivo non vanno oltre il Una valida alternativa potrebbero quindi essere i carburanti ricavabili dagli oli vegetali. Questi presentano inoltre il vantaggio di essere meno inquinanti e di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, soprattutto nel settore industriale e dei trasporti. Di conseguenza i biocarburanti, ed il biodiesel in particolare, rappresentano una fonte di energia in continua espansione su cui già molte società stanno investendo ingenti capitali. Il biodiesel è ricavato da oli vegetali e si ottiene attraverso un processo chimico di transesterificazione con alcol metilico. Esso è un biocombustibile liquido, trasparente e di colore ambrato e ha una viscosità simile a quella del gasolio prodotto per distillazione frazionata del petrolio grezzo. Il biodiesel può essere mescolato con il gasolio in ogni proporzione ed impiegato nei moderni motori diesel, anche se alcuni autoveicoli possono subire una degradazione dei tubi e dei giunti in gomma, dato il maggior potere solvente del biodiesel rispetto al gasolio tradizionale. Per l identificazione delle miscele si ricorre alla mappatura BD: al biodiesel puro viene assegnata la sigla BD100 (con o senza la D) mentre alle miscele un numero corrispondente alla percentuale di biodiesel contenuto (ad esempio, B5 corrisponde ad un gasolio tagliato al 5% con biodiesel). L olio di semi presenta una viscosità di 70/80 cst invece dei 2/6 cst del gasolio. Questa maggiore viscosità causa dei danni nei motori diesel non predisposti e di conseguenza l impianto di iniezione deve essere modificato in base alle caratteristiche dell olio. L unico modo per riportare i valori della densità dell olio della Jatropa a quelli del gasolio è attraverso un processo di transesterificazione, che spezzi le molecole dei trigliceridi che compongono l olio, in catene più piccole e quindi più fluide. Tale processo è utilizzato industrialmente per la produzione del biodiesel, il cui nome tecnico è EMV (estere Figura 5. Provetta di biodiesel metilico vegetale). 10. La catena di produzione Il sistema di produzione della Jatropa può essere diversificato per ottenere una grande varietà di sviluppi industriali e sbocchi commerciali. Diversamente da altri sistemi di energia innovativi, quali l energia solare o eolica, la Jatropa non richiede particolari conoscenze scientifiche e può essere facilmente introdotta in piccole comunità che non dispongono di particolari esperienze tecniche. Offre inoltre vantaggi ecologici e permette di acquisire una tecnologia elementare, che è facilmente adattabile alle necessità dei villaggi. La catena di produzione può essere riassunta nel seguente diagramma. Sapone Uso Diretto in: - Olio da lampade - Forni da cucina 11. Stato della ricerca SEMI Raccolta Spremitura Olio Coltivazione Transesterificazione Olio grezzo o raffinato in Biodiesel Le prime informazioni sulla Jatropa risalgono al 1996 e furono pubblicate da IPGRI (Heller). In questo documento sono evidenziante le modalità di ricerca e gli approcci necessari per l ibridazione del seme, nonché suggerimenti vari per ottenere una coltivazione efficiente. Nonostante ciò l ambiente scientifico ha rivolto poca attenzione alla Jatropa e solo in India si sono registrati alcuni studi teorici, senza applicazioni pratiche, a partire dal Vivaio Pannelli Fertilizzante 24 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 25

14 Negli ultimi anni, invece, è considerevolmente aumentato l interesse mondiale, soprattutto per le caratteristiche della pianta, che permette un ritorno economico in relazione anche ai parametri ecologici. Molti Governi e società di investimenti si sono quindi mobilitati per acquisire maggiori informazioni sulle proprietà della Jatropa e sulla sua produttività. La Jatropa si presenta perciò come una sfida aperta e gli studiosi devono provare la sua validità per soddisfare i bisogni energetici. Anche se l entusiasmo iniziale ha portato a valutazioni molto positive, è necessario approfondire alcuni aspetti, come la quantità del raccolto in rapporto al terreno ed al clima in cui la coltura è piantata, l utilizzo della migliore qualità delle sementi, la prevenzione della pianta da attacchi di microrganismi dannosi. Presso il dipartimento di chimica dell Università di Nairobi e la Jomo Kenyatta University of Agricolture and Techonology si stanno portando avanti ricerche sulla Jatropa e sui biocarburanti. Il primo collabora con il National Biofuel Committee, un comitato che fa parte del Ministero dell Energia. Esso elabora le strategie per la promozione e l incremento delle attività proprie del progetto Jatropa. La JKU invece collabora con le industrie ed altre istituzioni locali, quali, ad esempio la Kenya Organic Products Ldt., mettendo a disposizione la sua esperienza e capacità di analisi per formulare direttive utili alla produzione della Jatropa. I suoi studi spaziano dalla ricerca sui motori per trattori funzionanti con biodiesel, a progetti pilota con una piccola produzione di talee, dalle quali è possibile ricavare informazioni sulla qualità delle piante da applicare successivamente a piantagioni su larga scala. Un riconoscimento particolare deve essere esteso al Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell Università di Firenze che ha collaborato a questo progetto mettendo a disposizione le sue conoscenze, soprattutto in materia di meccanizzazione e possibilità di sviluppo di macchinari adatti all estrazione dell olio della Jatropa, nonché al Dipartimento di Agronomia della stessa Università, che sta conducendo una ricerca sulle differenti varietà di Jatropa provenienti da tutto il mondo (85 accessioni). Questi Dipartimenti intrattengono rapporti di collaborazione scientifica con numerosi organismi di ricerca italiani e stranieri e forniscono supporto tecnico scientifico a numerose istituzioni ed enti pubblici e privati. Il personale del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale, in quanto appartenente alla prima Facoltà di Agraria in Italia a essersi indirizzata verso l agricoltura tropicale, possiede approfondite conoscenze in questo settore, che mette a disposizione per studi, ricerche, attività didattiche e consulenze. 12. Disposizioni legislative Il settore legislativo keniota maggiormente coinvolto negli investimenti sulla Jatropa, è il Ministero dell Energia, ma ulteriori competenze sono riconducibili anche ad altri Ministeri, quali quelli dell Agricoltura, delle Foreste, del Commercio e dell Industria, delle Acque e delle ASALs. L Energy Act del 2006 garantisce una buona base per la formulazione di una strategia economica in quanto promuove la produzione, la distribuzione e la vendita di risorse energetiche, per assicurare uno sviluppo nazionale compatibile con la protezione dell ambiente. Un ulteriore Energy Act, in vigore dal luglio 2007, esonera gli investitori dal pagamento di dazi doganali sull importazione di macchinari e tecnologia per i settori energetici. Inoltre, secondo le disposizioni annunciate dal Vice Ministro del Commercio Estero nell ottobre del 2008, le società che investiranno in progetti industriali in Kenya, non verranno tassate sui loro profitti per i primi dieci anni. Recentemente è stata inoltre istituita l Energy Regulatory Commission, organo che regolerà la produzione, la distribuzione ed il consumo di fonti di energia rinnovabili. Esso proteggerà gli interessi dei consumatori e degli investitori ed assicurerà l osservanza dei principi di una concorrenza leale. La Commissione avrà anche potere di rilasciare licenze e permessi e di formulare gli standards di qualità da rispettare. Questa attuale, eccessiva frammentazione di competenze, potrebbe essere risolta dall istituzione della Kenya National Biodiesel Association, formata dal Ministero dell Energia in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo e del Commercio. Quest organo, attualmente in costituzione, raccoglierà tutti coloro che partecipano alla catena di produzione, dalle società che producono i semi, agli industriali e compratori, nonché dai rappresentanti dei vari ministeri interessati. La Kenya National Biodiesel Association potrebbe quindi essere un interlocutore ideale per l investitore, in quanto sarà responsabile del controllo della produzione dei semi e dell olio della Jatropa, rilascerà certificazioni di qualità, provvederà a trovare validi sbocchi nel mercato locale ed internazionale, si occuperà di coordinare le altre agenzie governative e di valutare ulteriori fonti di guadagno per l investitore a mezzo dei carbon credits. Il periodo necessario per ottenere le previste autorizzazioni dagli organi competenti è stato calcolato intorno ai 6 mesi. Altro atto legislativo è il Forest Act del 2005, che, interpretando il bisogno del Paese per una nuova politica forestale atta a gestire al meglio le risorse a disposizione, ha costituito il Kenya Forestry Service (KFS). 26 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 27

15 Tra le iniziative che si annoverano nel Forest Act per la promozione della Jatropa, vi sono: la creazione di comitati e associazioni per lo sviluppo forestale che abbiano autorità locale; la creazione di un fondo speciale dove i soggetti interessati alla Jatropa, insieme agli azionisti, possano indirizzare alcuni degli investimenti; una gestione efficiente e proficua dei bacini idrici, volta a conservare una quantità di acqua destinata al settore agricolo. Dalle informazioni fin qui acquisite si evince che il panorama politico e la struttura legislativa del Paese sono favorevoli agli investimenti nel settore del biodiesel. Tradotto in cifre si può affermare che, su base nazionale, il consumo di biocarburante e di risorse bioenergetiche ammontano al 68% del consumo totale di energia, mentre petrolio ed elettricità, risorse fondamentali per il moderno settore industriale in espansione, ammontano rispettivamente al 22% ed al 9%. Per risorse bioenergetiche si intendono tutte quelle risorse che si ottengono dalle terre coltivate, dalle foreste e dagli arbusti, dagli scarti agricoli e industriali, dal legno e dal carbone. 14. Carbon credits Il Kenya ha ratificato il protocollo di Kyoto e ha costituito un Autorità Nazionale designata per il CDM (Clean Development Mechanism) all interno dell Autorità Nazionale di Gestione Ambientale (NEMA). Il Kenya ha inoltre sottoscritto la Comunicazione Iniziale Nazionale (INC 2002) e secondo la Convenzione sui Cambiamenti climatici (UNFCCC) può quindi ospitare progetti di riforestazione secondo le disposizioni del CDM. La Jatropa offre significative possibilità di ridurre le emissioni di gas inquinanti, non solo perché l olio sostituirebbe il carburante fossile (effetti a lungo termine), ma anche perché la pianta stessa assorbe anidride carbonica dall atmosfera, depurando di conseguenza l aria circostante (effetti a breve termine). Poiché è riconosciuta come un arbusto, secondo la definizione ufficiale che il Kenya ha inoltrato al comitato esecutivo del CDM, i coltivatori e gli investitori potrebbero beneficiare direttamente dei carbon credits accumulati con le biomasse di vegetazione. In realtà non sono ancora certe le modalità con cui verranno determinati i carbon credits perché sembra che la valutazione dovrebbe dipendere non solo dal numero degli arbusti piantati, ma anche dalla quantità dell olio prodotto. I programmi di accumulo di carbon credits nei Paesi in via di sviluppo devono essere supportati da possibilità di crescita sostenibile e conservazione dell ambiente. In questo caso, la coltivazione della Jatropa rientra pienamente nei sopracitati requisiti, offrendo un interessante possibilità per le industrie che desiderano beneficiare del CDM. Il Clean Development Mechanism, insieme al Joint Implementation e all Emission Trading, è uno degli strumenti finanziari previsti dal Protocollo di Kyoto per ridurre l inquinamento prodotto dalle nazioni industrializzate. In base alle disposizione del CDM, un Paese industrializzato può sponsorizzare un progetto di riduzione dei gas serra in un Paese in via di sviluppo, tenendo presente che i costi per realizzare questi programmi sono molto inferiori, ma il risultato globale, a vantaggio dell ambiente, è equivalente. Alla creazione di un progetto vengono associati dei certificati di riduzione delle emissioni (Certified Emission Reduction, CER) che sono vendibili sul mercato (Carbon Market). In questo caso si possono presentare due situazioni: - un azienda di una particolare nazione realizza il progetto e si tiene i certificati, oltre ai proventi dello stesso; - una nazione acquista i certificati di un progetto attraverso un fondo appositamente creato dalla World Bank. I progetti realizzati grazie al Clean Development Mechanism dal 2005 fino a Febbraio 2007 sono stati 1727 e hanno generato un totale di 3,1 miliardi di CERs. I CERs prodotti sono equivalenti a una riduzione di 3,1 GtCO2e ed hanno un valore di mercato stimato dell ordine di circa 23,5 miliardi di (3,1 bcers x ~7,5 /CER). Attualmente l Italia è entrata in 14 progetti CDM, su un totale di 28, per mezzo di un fondo della World Bank. La società italiana che ha realizzato il maggior numero di progetti CDM è ENEL Energia che ha finora realizzato in tutto 8 progetti CDM, 7 localizzati in Cina ed uno in America Latina. Da una breve rassegna delle entità che hanno creato progetti CDM, con una partecipazione italiana, si può osservare che per il 50% esatto delle volte è stato coinvolto un fondo operante per il Governo e per la rimanente parte il proponente è una società privata. Vista la scarsità di progetti e le enormi potenzialità, il continente africano offre quindi una vasta gamma di possibilità e la Jatropa in Kenya potrebbe essere l investimento ideale per realizzare un proficuo progetto in base al CDM. 28 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 29

16 15. Conclusioni Negli ultimi anni si è verificato un notevole entusiasmo nell evidenziare le qualità positive della Jatropa, dovuto soprattutto alla possibilità di ricavare benefici per l ambiente, ottenendo carbon credits attraverso il CDM. Quest opportunità offre degli indubbi vantaggi ed interessanti possibilità consentendo agli investitori di essere dei precursori nel campo. D altra parte però la Jatropa presenta anche alcuni rischi, non essendoci dei dati sicuri sulla produzione e tutti i progetti attualmente in svolgimento sono dei tentativi atti a trovare la formula migliore per la coltivazione, lo sviluppo e la vendita dei prodotti da essa ricavati. Il Governo del Kenya è impegnato nella promozione della Jatropa ed in particolare il Ministero dell Energia ed il Servizio Forestale sono coinvolti in questo processo. Un chiaro panorama legislativo, favorevole agli investimenti è l obiettivo a cui il Kenya sta puntando. Parallelamente molte istituzioni, tra cui varie Università keniote ed italiane, stanno effettuando ricerche sulla Jatropa allo scopo di ottenere informazioni utili al miglioramento della qualità dei semi, della scelta dei terreni e del perfezionamento delle tecnologie impiegate. Le conoscenze in materia devono ancora essere approfondite cosicché gli studi teorici sulla pianta possano procedere allo stesso passo degli esperimenti pratici. Le opportunità di investimento sono propizie, le zone ASALs sono potenzialmente una risorsa da sfruttare e gli investimenti in queste aree ricevono il supporto della World Bank attraverso i progetti di WKCDD (Western Kenya Community Driven Development). Il mercato keniota è sempre più interessato ai biocarburanti ed imprese come la KenGen, la KTDA e Bamburi Lafarge rappresentano, al momento, tre dei migliori possibili acquirenti dell olio di Jatropa. La KenGen ha già una pregressa esperienza nel campo perché ha spesso partecipato ad attività volte a promuovere la protezione dell ambiente, mentre la KTDA desidera da tempo passare dal consumo di diesel al biodiesel, meno inquinante e più economico. Lo stesso dicasi per la società Lafarge Bamburi Cement Company, che ha già cominciato dei progetti pilota nel Paese. Il Governo incoraggia la coltivazione effettuata attraverso le cooperative, poiché arricchisce sia gli investitori privati che le comunità rurali, creando un maggior legame di partecipazione da parte di entrambe le parti verso la catena produttiva. La chiave di successo della riuscita di qualsiasi progetto è un efficiente coordinamento tra i soggetti coinvolti nella catena produttiva, dall investitore, al produttore ed al consumatore, passando attraverso gli organi di controllo e il trust fund. Una buona organizzazione si dovrà quindi articolare in: sviluppo di un business plan dettagliato; facilitazioni di pagamento attraverso il Biofuel Trust Fund; rapporto privilegiato con le comunità locali; miglioramento dei servizi legati alla catena produttiva. La consapevolezza delle possibilità di interessanti introiti attraverso l utilizzo della Jatropa è il primo passo da attendere, seguito poi da un attenta valutazione delle caratteristiche della pianta, in relazione al terreno su cui coltivare e ad un analisi precisa dei costi e dei benefici. L appoggio del Governo keniota e della comunità internazionale è garantito, cosi come è dato per certo l acquisto, da parte del mercato interno, dell olio di Jatropa. 30 Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 31

17 Jatropa Business Plan Ettari 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 20,000 Produzione di sementi/ ha Produzione di Pannelli (press cake)/ ha Olio ricavato dal 40% dei semi % + di Olio estratto dopo la spremitura Annualita 1st 2nd 1st 2nd 3rd 4th 5th 6th 7th 8th 9th 10th Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro Beni permanenti Strumenti agricoli 60,000 50,000 Materiale d ufficio, mobili e rinnovo locali 35,000 Veicoli 130,000 Impianto industriale con costruzioni e macchinari 2,650, ,000 2,700, Vendite Bio-diesel (Ton) 570 5,187,000 12,967,500 33,196,800 41,496,000 41,496,000 41,496,000 41,496,000 41,496,000 41,496,000 41,496,000 Pannelli (Ton) 76 1,140,000 2,850,000 7,296,000 9,120,000 9,120,000 9,120,000 9,120,000 9,120,000 9,120,000 9,120,000 Glicerina (Produzione - 7%) (Ton) 1, ,000 3,150,000 8,064,000 10,080,000 10,080,000 10,080,000 10,080,000 10,080,000 10,080,000 10,080,000 7,227,000 18,967,500 48,556,800 60,696,000 60,696,000 60,696,000 60,696,000 60,696,000 60,696,000 60,696,000 Costi di Produzione Preparazione e implementazione del terreno (2000 ha) ,290, , , , , , , , , ,000 Raffinazione bio-diesel ( ton ) 100 1,000,000 2,500,000 6,400,000 8,000,000 8,000,000 8,000,000 8,000,000 8,000,000 8,000,000 8,000,000 Acquisto di semi dagli agricoltori sotto contratto (kg) ,375,000 8,437,500 21,600,000 27,000,000 27,000,000 27,000,000 27,000,000 27,000,000 27,000,000 27,000,000 5,665,000 11,467,500 28,530,000 35,530,000 35,530,000 35,530,000 35,530,000 35,530,000 35,530,000 35,530,000 PROFITTO 1,562,000 7,500,000 20,026,800 25,166,000 25,166,000 25,166,000 25,166,000 25,166,000 25,166,000 25,166,000 Altre Spese Trasporto dei semi e delle piantine 20,000 22,400 25,088 28,099 31,470 35,247 39,476 44,214 49,519 55,462 Spese commerciali 125, , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,635 Spese Generali e di amministrazione Progetto di sviluppo ed istruzione degli agricoltori 60,000 Personale di servizio 150, , , , , , , , , ,962 Costi operativi 90, , , , , , , , , ,577 Costi di amministrazione 62,500 70,000 78,400 87,808 98, , , , , ,317 Concessione del terreno in Leasing (un anno - 250/ha) 500, , , , , , , , , ,000 Management 300, , , , , , , , , ,924 Varie 25,000 28,000 31,360 35,123 39,338 44,059 49,346 55,267 61,899 69,327 Ammortamento 35, , , , , , , , , ,310 1,223,000 1,503,300 1,587,636 1,718,152 1,864,331 2,028,050 2,211,416 2,416,786 2,646,801 2,904,417 Spese totali 1,348,000 1,643,300 1,744,436 1,893,768 2,061,021 2,248,343 2,458,144 2,693,121 2,956,296 3,251,052 Profitto al lordo delle tasse 214,000 5,856,700 18,282,364 23,272,232 23,104,979 22,917,657 22,707,856 22,472,879 22,209,704 21,914, Bio-Investimenti in Kenya Bio-Investimenti in Kenya 33

18 Bibliografia Jatropa and Biofuel Production, Advisory Center For Rural Strategies Ltd. Strategy for developing the Bio-Diesel Industry in Kenya ( ), Ministry of Energy The Viability of Jatropa Curcas as Biofuel feedstock and its potential contribution to the development of Kenya s biofuel Strategy, Robinson K. Ng ethe Jatropa for Biodiesel, Expert Consultation Workshop on Biofuels, International Rice Research Institute Bio-Fuel (Jatropa) and Rural Development in Kenya, January 2008, Green Africa Foundation Si ringraziano per la loro preziosa collaborazione: Dr. Renato Marai, Agronomo Dr. Francesco Garbati Pegna, Università degli Sudi di Firenze Mr. John Kioli, Executive Director Green Africa Foundation Ms. Hannah Wanjiru, Research Officer Green Africa Foundation Mr. Adrian Muriithi, Executive Director Advisory Center for Rural Strategies Ltd. 34 Bio-Investimenti in Kenya

19 36 Bio-Investimenti in Kenya

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