I QUADERNI DI VECI E BOCIA I NOSTRI PRIMI 60 ANNI

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1 Associazione Nazionale Alpini Sezione di Milano I Quaderni di Veci e Bocia i nostri primi sessant anni a cura della redazione di Veci e Bocia Novembre

2 Perché celebriamo i sessant anni di un giornale degli Alpini L Associazione Nazionale Alpini venne fondata nel 1919: novantatré anni fa. Anche la stampa alpina ha 93 anni; proprio come l ANA e sorprende notare come i fondatori sentirono da subito la necessità di far conoscere i valori di riferimento del nuovo sodalizio, divulgando quanto veniva fatto e concretizzando quella volontà nel periodico L Alpino, ancora attuale strumento di comunicazione: Quella contemporaneità può essere letta come un forte segno della volontà dei nostri pionieri di condividere quanto fatto nella vita civile con la nuova associazione; proprio come essi avevano fatto poco prima nella vita militare, vivendo fianco a fianco i momenti drammatici della Prima Guerra mondiale. L iniziativa del giornale nato nelle caserme di Udine venne fatta propria dal direttivo dell ANA a Milano perché c era voglia di far sapere. E quelli erano tempi difficili in cui prevaleva la volontà di dimenticare. Ma non per gli Alpini perché quello fu anche il momento in cui venne deciso di elevare, proprio per non dimenticare, la Colonna Mozza sul luogo del sacrificio: l Ortigara. Con le prime pagine de L Alpino i fondatori ci hanno lasciato detto: fate e fate sapere, e la volontà di far sapere quanto facciamo è da sempre parte del DNA dell ANA. Gli Alpini hanno creduto in quel messaggio e con un grande, caparbio e metodico lavoro hanno fatto della stampa alpina un importante veicolo comunicativo utilizzando sempre al meglio i più aggiornati strumenti di informazione. Oggi la stampa alpina è dinamica e lo dimostrano l intensa attività delle numerose redazioni, i convegni, i siti internet e le testate alpine. Sono ben 83 i periodici delle Sezioni e quasi un centinaio quelli dei Gruppi; di questi circa un terzo è di Gruppi della Sezione di Milano, bella evidenza che nella nostra Sezione abbiamo alta vivacità e dinamicità nel far sapere quanto fatto dai Gruppi. Con questa pubblicazione ricordiamo oggi i sessanta anni dalla prima uscita di Veci e Bocia, il periodico della Sezione ANA di Milano. Sono stati sessant anni di volontà di far sapere, di intenso e caparbio lavoro per riportare quanto avvenuto nella vita della Sezione. Ma sono stati soprattutto sessant anni di testimonianza dell impegno degli Alpini per migliorare la qualità del vivere civile nella comunità milanese e in quelle dei Gruppi della Sezione. Per noi Alpini della Sezione di Milano questo importante traguardo è una tappa intermedia del nostro impegno perché è già tempo di pensare in avanti, ai prossimi anni. E l impegno deve essere costante perché anche quelli odierni sono tempi difficili in cui prevale la dispersione delle notizie vere nell oceano dell informazione leggera, inutile e distorta. In sessant anni Veci e Bocia ha invece documentato le belle realtà degli Alpini che, come fari di luce pulita, orientano la società civile verso il porto tranquillo dei valori solidi e veri e migliorano la qualità della vita delle nostre comunità e della società italiana. Celebriamo questi sessant anni a modo nostro: facendo ben sapere, divulgando e rendendo meglio fruibile il nostro patrimonio storico. La tecnologia di questi anni ci ha messo a disposizione pratici strumenti divulgativi per condividere le conoscenze di tanti anni e nei pochi grammi di un dischetto di plastica è diventato possibile rendere disponibili le oltre 3500 pagine di storia del giornale e molti altri documenti. In questo testo che accompagna la pubblicazione del DVD, ripercorriamo la storia del nostro giornale e proponiamo i contributi che abbiamo ricevuto dai Presidenti della Sezione, dai Direttori de L Alpino, da coloro che mi hanno preceduto come Direttori di Veci e Bocia e dagli attuali componenti del Comitato di Redazione. Chiudo con un augurio di buona lettura, ringraziandovi per l attenzione e confermandovi che saranno benvenuti tutti i commenti che cortesemente ci indicherete per migliorare la qualità di questo nostro lavoro. Gianni Papa Sezione ANA di Milano Direttore responsabile di Veci e Bocia Novembre

3 INDICE I QUADERNI DI VECI E BOCIA 1. INTRODUZIONE VECI E BOCIA VISTO DAI PRESIDENTI DELLA SEZIONE ) Antonio Rezia ( e ) ) Giuliano Perini ( ) ) Tullio Tona ( ) ) Giorgio Urbinati ( ) I DIRETTORI DI VECI E BOCIA ) Giuliano Perini ( ) ) Roberto Polonia ( ) ) Gianni Papa (2004 a oggi) IL SALUTO DAI DIRETTORI DE L ALPINO ) Cesare Di Dato ) Vittorio Brunello ) Don Bruno Fasani I REDATTORI DI VECI E BOCIA ) Sandro Bighellini ) Dario Bignami ) Gigi Rodeghiero ) Giuseppe Semprini LA STORIA DI VECI E BOCIA ) Prefazione ) Dante Belotti - Il padre di Veci e Bocia ) Un atto di fede ) Gli anni cinquanta ) Gli anni sessanta ) Gli anni settanta ) Gli anni ottanta ) Gli anni novanta ) Veci e Bocia del nuovo millennio CONSIDERAZIONI FINALI ) Sessanta o sessantuno? ) Gli archivi ) Il lavoro di Redazione ) Qualche dato statistico ) Ringraziamenti Novembre

4 1. INTRODUZIONE 60 anni di Veci e Bocia Cosa si aspettano gli Alpini della Sezione di Milano dal loro giornale? Prima di tentare una riflessione scritta sull argomento mi sono posto questa domanda. Ho provato anch io ad immedesimarmi sia nel passato, sia nel presente. La risposta che mi sono dato è certamente positiva, perché ho provato a ripercorrere i miei 47 anni di socio della Sezione e mi sono così ricordato ciò che si provava durante l attesa del giornale, in tempi in cui la carta stampata aveva un valore assoluto perché NON c erano computer, NON c erano telefax, NON c erano , NON c erano SMS e cellulari. Insomma, tutto quanto atteneva le attività e la vita associativa veniva catalogato e messo nero su bianco. È il caso di dire che l attesa era davvero tanta anche per rievocare dei bei momenti, e anche per rivedersi in qualche foto e i numeri di Veci e Bocia venivano custoditi gelosamente. Oggi, in una veste di maggiore responsabilità associativa, devo dire che la nostra Sezione è stata fortunata perché, dopo aver deciso di iniziare la pubblicazione del giornale, lo stesso ha sempre avuto alla guida, ergo direzione, uomini validi che hanno sempre saputo interpretare i tempi e farne uno strumento divulgativo di valori propri dell Associazione Nazionale Alpini e di comportamenti consoni per i soci di un associazione d arma come la nostra. Nel tempo di internet, nel tempo della rapidità e della circolarità delle notizie ha ancora dunque valore e utilità il nostro giornale? Anche qui la risposta che mi sono dato è inequivocabile: sì. Senza se e senza ma. Oggi come ieri i singoli Soci, e i Gruppi, restano sempre in attesa di confrontarsi con altri rispetto alle attività svolte sul territorio, quindi più che mai rimane inalterata nel tempo la validità del nostro Veci e Bocia. Cari amici Alpini e Amici degli Alpini, come tutto quello che viene fatto in ambito associativo, anche il nostro giornale ha bisogno di una collaborazione corale e costante nel tempo, affinché il sentirsi squadra ci rafforzi anche nel superare le difficoltà che si incontrano in tutte le nostre attività. Andiamo fieri e orgogliosi del nostro giornale; facciamo sì che diventi sempre più strumento di riferimento per tutti i Soci. Impariamo a collaborare, inviamo articoli, testi, magari anche critici - se necessario - ma facciamo sentire a chi oggi si impegna in prima persona nella preparazione, stesura, impaginazione del nostro giornale, che tutti quanti noi ci siamo nell essere Associazione Nazionale Alpini e Sezione di Milano. Voglio qui ringraziare quanti si sono succeduti alla direzione e nelle redazioni di Veci e Bocia e anche i Presidenti, miei predecessori, che hanno con loro condiviso la responsabilità gestionale. Già prima ho detto che la Sezione di Milano è stata fortunata nel trovare sempre uomini capaci, ma come sapete, molte volte la fortuna va aiutata nel senso che la nostra Sezione ha annoverato - ed anche oggi annovera - fra le proprie fila uomini e donne validi, atti ad assumere responsabilità gestionali importanti. Guardarci dentro, con uno sguardo al nostro futuro, cercando sempre di migliorare: questo penso sia il modo migliore per fare gli auguri al nostro giornale sezionale. Buoni primi 60 anni, caro Veci e Bocia. Avanti così, nella memoria e nei propositi di tanti anni di successo: anche in questo modo saremo sicuri di essere buoni Alpini. Luigi Boffi Presidente della Sezione ANA di Milano Novembre

5 2. VECI E BOCIA VISTO DAI PRESIDENTI DELLA SEZIONE Il nostro regolamento sezionale indica all articolo 42 che Veci e Bocia è il giornale della Sezione. Dalla sua nascita il nostro periodico è stato la voce della Sezione e il più importante strumento comunicativo e divulgativo a disposizione dei Presidenti che hanno guidato la Sezione di Milano. Abbiamo raccolto e Vi presentiamo in ordine cronologico i contributi che i Presidenti ci hanno cortesemente fatto avere per il sessantesimo del giornale. 2.1) Antonio Rezia ( e ) Sessant anni di Veci e Bocia, meta che nel 1952, all inizio del mio impegno nella Sezione, non potevo nemmeno immaginare tanto appariva remota e oggi mi sembra raggiunta in un tempo terribilmente breve: il tempo vola e distrugge tutto ma non il ricordo, ed è il ricordo vivo e costante di amici e di fatti che hanno dato particolare senso e valore alla mia vita, che più ora mi dà una mano a tirare avanti. Ricordi di momenti di gioia e di dolore, di impegno e di svago; ricordi di tante belle soddisfazioni, di pesanti preoccupazioni e di amare delusioni mai però, queste ultime, dal nostro Veci e Bocia che ha progredito marciando libero e solo, sempre in salita fino a raggiungere l attuale elevato grado di perfezione. Più che mai oggi ricordo con ammirazione e grande riconoscenza i tanti amici che ho avuto la fortuna di avere con me negli anni del mio impegno sezionale e che con intelligenza, capacità, sensibilità, spirito di servizio prettamente alpino, si sono impegnati e sacrificati per dare vita al nostro giornale e migliorarlo nella sostanza e nella forma. Non mi sento di fare nomi; sono tanti, troppi, e non è facile né giusto fare scelte tra chi comunque si è impegnato e si impegna nell interesse degli altri ed il giornale oggi dimostra che tutti, dai direttori ai redattori, ai tipografi ai collaboratori anche occasionali, hanno dato il meglio di sé per giungere alla meta dei sessant anni in una forma perfetta che è garanzia di un futuro lungo e smagliante. Grazie amici! Antonio Rezia Novembre

6 2.2) Giuliano Perini ( ) Il nostro giornale compie sessant anni! Anche se a dire la verità mi turba un poco il pensare che due terzi dei suoi numeri mi sono passati tra le mani, penso a quanti ettari di carta hanno riportato i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre attività, ma anche i nostri dubbi, le nostre aspirazione ed anche, perché no, le nostre proteste. Penso a quante mani hanno scritto tutto ciò che il nostro giornale ha portato poi nelle nostre case, a quante immagini ci ha consegnato perché potessimo conoscere e ricordare, a quante persone hanno dedicato ad esso il loro impegno, l entusiasmo, il lavoro, le notti. La raccolta del nostro giornale è un enciclopedia e rappresenta bene l evolversi non solo della nostra vita associativa ma anche, più in generale, del modo di esprimersi e di trasmettere la realtà. Sono sempre stato sostenitore della stampa in generale e del suo valore in campo associativo, quale veicolo di informazioni, di idee, di partecipazione, quale cinghia di trasmissione di pensieri, di entusiasmo, di modelli di vita, quale stimolo di pensiero. La carta stampata attraverso gli occhi arriva alle menti e ai cuori... Quando, tantissimi anni fa sono entrato nel mio Gruppo, ho trovato già un notiziario che veniva inviato ai soci, uno dei primi della nostra Associazione e, divenuto Capogruppo, ho continuato a sostenerlo e ad incrementarlo. Era un ciclostilato che veniva battuto, tirato e stampato dal sottoscritto. Poi con l aiuto di alcuni amici, con una macchinetta ad alcool venivano stampati gli indirizzi dei soci, si affrancava e si spediva. Arrivava ai soci quasi in tempo reale per cui era come mantenere con essi un colloquio. Tempi eroici, viene da pensare ora, e solo essendo convinti dell importanza della stampa ci si impegnava in tanto lavoro. Anche Veci e Bocia ; ricordo che tanti anni fa veniva fatto in modo artigianale, con l impegno di tanti soci e con varie difficoltà a reperire le notizie (i nostri Gruppi erano sempre reticenti...) a trovare chi mettesse in una copia decente gli scritti, ad avere fotografie che fossero pubblicabili. Ricordo i menabò che si realizzavano incollando i vari pezzi degli articoli, calcolando gli spazi, le colonne, i posti delle fotografie, le didascalie i titoli. Poi si passava in tipografia - e chi non si ricorda del nostro Sergio Azzimonti? - e spesso, anzi quasi sempre, i loro conti non quadravano con i nostri. E allora bisognava spostare, tagliare, sentire i brontolii dei vari autori dei pezzi o dei Capigruppo per i tagli o per le mancate pubblicazioni... Ora è tutto diverso, è tutto più semplice per quanto riguarda la parte tecnica, ma permane la difficoltà comunque del contenuto; anzi aumentano le difficoltà di essere all altezza del lettore giustamente sempre più attento ed esigente. Nel mio periodo di presidenza, compreso il periodo di gestazione della nostra adunata del 1992, ho avuto sempre una piena collaborazione da parte del nostro giornale, che aveva allora iniziato il suo periodo di aggiornamento e modernizzazione, e dei suoi addetti. Sempre mi sono trovato in sintonia con tutti quelli che lavoravano per il nostro giornale, che erano poi gli stessi con cui avevo collaborato da anni, confermando che un organo di stampa è indispensabile per raggiungere tutti coloro che devono essere aggiornati sui fatti associativi, anche i più svogliati dei nostri Soci (non è una categoria minoritaria, purtroppo!). Dicevamo, ma penso che sia valido ancora oggi, che se il nostro giornale entra sistematicamente in ogni casa dei nostri Soci, potrà essere ignorato qualche volta, ma spesso capiterà nelle mani e sotto gli occhi giusti... Ho avuto modo di apprezzare in anteprima la raccolta digitale dell intero archivio di Veci e Bocia, diligentemente e stoicamente realizzata dall attuale direttore Gianni Papa, a cui dobbiamo essere grati e che presto potremo avere tutti. Ho potuto con emozione vedere i primi articoli, quasi timidi ed anche un po retorici, come si usava allora; ho ammirato le firme di grandi uomini della nostra Sezione; ho ritrovato nomi di amici incontrati nel corso della mia vita associativa e mai dimenticati. E ho rivissuto anni di partecipazione, di attività, di iniziative. È questo il compito della carta stampata che non potrà mai, io credo, essere sostituita da strumenti anche più moderni: quello di divulgare, di far conoscere e di ricordare. Ne sono sempre stato convinto e sempre Novembre

7 ho sostenuto l opportunità di utilizzare questo strumento nella nostra vita associativa da quella di Gruppo, a quella sezionale fino a quella nazionale. E la nostra Sezione, con tutti gli uomini che l hanno guidata in tutti i tempi, ha sempre pensato così. Per questo il nostro bel giornale sezionale compie ora sessant anni; per questo la Sezione di Milano vanta il primato della quantità dei notiziari di Gruppo, tutti di ottima fattura; per questo la nostra Sezione ha sempre dato ottimi uomini a supporto della redazione del giornale nazionale L Alpino. Quindi, complimenti a chi continua dopo tanti anni ad impegnarsi per il nostro giornale, con l auspicio che non venga mai meno l entusiasmo, che è il motore principale. Auguri quindi, caro Veci e Bocia, e lunga vita a te! Giuliano Perini Novembre

8 2.3) Tullio Tona ( ) Son sessant anni, o vecchio che tu servi Così, nel primo atto dell opera lirica Andrea Chenier di Umberto Giordano [siamo nel 1789, durante il periodo del terrore della Rivoluzione francese], il giovine rivoluzionario Gerard (il Bocia?), al servizio della famiglia della giovane contessa Maddalena di Coigny, si rivolge al vecchio padre (il Vecio?) mentre lo aiuta a trasportare un pesante tappeto per arredare un salone del castello per una festa. Questo è il paragone che mi è venuto spontaneo riflettendo sui 60 anni del nostro Veci e Bocia e mi sono chiesto quali frutti abbia dato con i suoi (numero più, numero meno) 320 numeri. Veci e Bocia nasce nel 1952 quando, a sette anni dalla fine della 2 a Guerra mondiale, le ferite, le lacerazioni, le sofferenze di una guerra malamente iniziata e peggio perduta erano ancora vive nella carne ma soprattutto nell anima dei Soci della Sezione, nei quali però, dopo la bufera, non si era assopito l orgoglio di essere, comunque e nonostante tutto e tutti, Alpini. Mi ero associato nel 1954, in costanza del servizio militare di leva, all ANA di Bolzano e dal 1955 alla Sezione di Milano, ma frequentando raramente la sede sino al 1966 quando, sollecitato dal collega della Edison Dario Galimberti, reduce di Russia e balla bianca del Morbegno, fui proposto ed eletto la prima volta alla carica di Revisore dei conti. Ebbi così modo di conoscere i suoi direttori con alcuni dei quali divenni anche amico: Arturo Vita, balla rossa del Tirano ; Vittorio Cortese, adamellino del Corno di Cavento (1 a Guerra mondiale); Vitaliano Raiteri, sfortunata balla verde dell Edolo in Russia, e Arnaldo Crescenzi, funzionario della Provincia di Milano, che guidarono il giornale sotto la direzione di Dante Belotti e di Franco Giansiracusa, Mario Bazzi, Vitaliano Peduzzi del Feltre in Balcania, Giuliano Perini, Aldo Cuniali, Roberto Polonia, Romano Brunello e, ultimo, l attuale direttore Gianni Papa. Tutti personaggi che, credo di poterlo affermare con certezza, con il loro carisma, con la loro professionalità, con la loro passionaccia e con tanto sacrificio, hanno fatto sì che il nostro Veci e Bocia sia stato non solo semplicemente un mezzo di informazione dei fatti e delle manifestazioni che nel corso di 60 anni hanno illustrato la nostra Sezione, ma soprattutto un mezzo per trasmettere a generazioni di soci e non solo a loro - di Milano e dei Gruppi, il senso di quella che Peduzzi chiamava alpinità e quindi, a prescindere da tutto e da tutti, l orgoglio di essere Alpini, l amore per la propria terra che noi Alpini insistiamo a chiamare Patria la terra dei padri! e per la bandiera, il memento di Coloro che per essa hanno dato la vita, il piacere di convivere nel reciproco rispetto, senza distinzione di grado, di censo o di cultura: in altre parole semplicemente da Alpini. Sì: penso che sono stati 60 anni spesi bene e tuttora ben portati! Tullio Tona Novembre

9 2.4) Giorgio Urbinati ( ) Quest anno ricorrono i primi 60 anni di vita del nostro notiziario sezionale, ed è indubbiamente un traguardo molto importante e significativo. Il nostro Veci e Bocia è sempre stato il fiore all occhiello della nostra Sezione, è stato condotto da personaggi molto importanti anche per la vita associativa nazionale. Non possiamo dimenticare direttori come Arturo Vita, Mario Bazzi e Vitaliano Peduzzi; non possiamo dimenticare giornalisti come Giulio Bedeschi, Peppino Prisco, Egisto Corradi, solo per citarne alcuni. Tutti loro hanno dato lustro alla nostra testata, ma anche i meno noti, che hanno vissuto al nostro fianco, han fatto sì che oggi dobbiamo essere orgogliosi del nostro notiziario. Ho avuto la fortuna, durante il mio mandato, di vivere il mondo del nostro notiziario a diretto contatto con i direttori e i comitati di redazione. Ero abituato a riceverlo a casa, a leggerlo tranquillamente senza considerare come nascesse, che problemi fossero stati affrontati; mi sembrava che tutto fosse facile quasi automatico. La realtà l ho scoperta una volta nominato presidente. L importanza di avere le notizie dai Gruppi, la difficoltà di riuscire ad ottenere articoli delle varie attività dei Gruppi stessi, avere foto pubblicabili, la stesura dei testi, la composizione e la logica impaginazione, la stampa e infine la spedizione. Come ho detto, ricevere il prodotto finito era facile, ma tutti i passi per arrivarci no! Era Direttore responsabile Romano Brunello, erede naturale di Peduzzi (era stato il suo capo redattore, era sempre stato al suo fianco in tanti anni di strettissima collaborazione e aveva ricevuto l imprimatur dallo stesso Vitaliano), Alpino con la A maiuscola che stava attraversando un periodo difficile a livello personale, dal lavoro alla malattia e a livello associativo, anche perché non condivideva alcune scelte dell Associazione; in questa situazione, su mia proposta, il Consiglio approvava la richiesta di Romano di avere una spalla e di essere d accordo sulla scelta di Gianni Papa come suo alter ego. Dopo circa un anno si sono invertite le posizioni e Gianni è diventato a tutti gli effetti Direttore del nostro notiziario con la fattiva collaborazione di Romano fino a quando non ha raggiunto i suoi cari e Peduzzi nel Paradiso di Cantore. Risolti i problemi di stesura e preparazione del giornale con un grande impegno di tutti, a partire dai Gruppi stessi per un lato e da Gigi Rodeghiero per l altro, ci siamo trovati davanti al problema della stampa e della spedizione. Da molti anni veniva seguita dall Alpino Bellavite di Missaglia, ma tra la lontananza fisica e i suoi impegni di produzione, probabilmente il nostro notiziario impegnava il suo personale come se fosse un Corriere della Sera ma invece erano poche copie, non riusciva a trovare i tempi di cui la Sezione aveva bisogno provocando ritardi spiacevoli ai Soci. Dopo vari tentativi purtroppo infruttuosi di far conciliare le esigenze degli Alpini e quelle della tipografia, il Consiglio, si è visto costretto a cercare altre vie nonostante i lustri di collaborazione. Abbiamo avuto la fortuna di trovare in un altro socio, l Alpino Tajana, una valida alternativa. Indubbiamente la vicinanza, la sua meno impegnata produzione e la sua diretta disponibilità hanno fatto sì che la scelta cadesse su di lui. Ed è stata una scelta veramente positiva. Nel mio mandato ho visto grandi trasformazioni del nostro notiziario, non ultimo il reinserimento nelle nostre pagine della pubblicità opportunità che purtroppo è ancora poco utilizzata - per riuscire ad abbassare i costi, dato che avevamo aumentato le uscite per anno e le pagine per numero, con una conseguente lievitazione dei costi. La pubblicità aiuterebbe a ridurre questi costi, pensateci! Oggi però abbiamo un notiziario sempre sul pezzo, le informazioni giungono quasi in tempo reale ai Soci, le spedizioni sono veloci e tutti ricevono un prodotto all altezza delle nostre tradizioni. Debbo ringraziare sia il Consiglio che il Direttore per avermi affiancato in queste scelte, non sempre condivise da tutti i Soci. Sono però state scommesse vinte e i risultati ci hanno dato ragione. Sono sicuro che Veci e Bocia continuerà su questa strada, tenendo sempre alto il nome della nostra Sezione. Giorgio Urbinati Novembre

10 3. I DIRETTORI DI VECI E BOCIA Questa tabella illustra l ordine cronologico dei Direttori di Veci e Bocia con l indicazione dei periodi e delle presidenze che si sono succedute. Direttore Responsabile Anno Presidente Sezionale Bruno Valdameri 1952 Dante Belotti Arturo Vita (dal n. 9-10) 1954 Giannino Carulli (Commissario) poi Dante Belotti Vittorio A. Cortese (dal n. 10) 1957 Mario Bolla 1962 Dante Belotti Dante Belotti 1966 Franco Giansiracusa (dal n. 6) 1971 Antonio Rezia Mario Bazzi Luigi Colombo Vitaliano Peduzzi 1982 Giuliano Perini (dal n. 4) Antonio Rezia Vitaliano Peduzzi (dal n. 5) Giuliano Perini Aldo Cuniali (dal n. 3) 1992 Roberto Polonia (dal n. 3) 1994 Romano Brunello (dal n. 2) 1998 Tullio Tona Gianni Papa (dal n. 2) 2004 Giorgio Urbinati 2010 Luigi Boffi Tra i contributi importanti da mettere nero su bianco a memoria per i 60 anni di Veci e Bocia, abbiamo chiesto a tutti i direttori ancora sulla piazza di farci avere un pensiero sul loro periodo di direzione del giornale. Ed ecco le testimonianze che abbiamo ricevuto per la pubblicazione. 3.1) Giuliano Perini ( ) Direttore... per caso! Collaboratore del nostro Veci e Bocia lo sono stato, in un modo o in altro, da sempre. Però per un periodo ne sono stato parte integrante. Per quattro anni infatti ne sono stato il Direttore! Quasi per caso, senza che mi fossi candidato né che ne avessi l aspirazione, anche se avevo nel mio bagaglio associativo qualche anno passato nella redazione de L Alpino in cui avevano operato personaggi come l indimenticato Giulio Bedeschi, il giornalista Giorgio Vecchiato, Mario Bazzi, Luigi Colombo e Luigi Reverberi. Era allora direttore di Veci e Bocia Vitaliano Peduzzi e, a seguito delle disavventure giudiziarie relative a sue posizioni professionali precedenti, aveva dichiarato la volontà di non coinvolgere alcun che avesse a che fare con l ANA e quindi aveva preteso, come erano le sue richieste più determinate e senza che nessuno glielo avesse minimamente chiesto, di lasciare la direzione del nostro giornale. Il Consiglio Sezionale quindi affidò a me l incarico e me ne feci carico, aiutato da amici che sono stati pietre miliari per la nostra Sezione: lo stesso Vitaliano, Romano Brunello e Gianni Piucco, Carmine Galli e Gabriele Rognoni. Come si aspettavano tutti quelli che lo hanno conosciuto, tutte le accuse che lo avevano portato anche ad essere incarcerato a Roma caddero e lui fu completamente riabilitato, cosa di cui peraltro nessuno di noi all epoca dubitava. Novembre

11 Mi sembrò giusto allora dimettermi, nonostante la strenua resistenza sua e di tutto il Consiglio, per rimettere Vitaliano al posto che gli spettava: lo considerai un debito d onore e non accettai dilazioni. Lui lo considerò un gesto di amicizia e me lo ricordò tante volte nei successivi anni in cui ebbi la fortuna di godere della sua amicizia e della sua collaborazione. Giuliano Perini 3.2) Roberto Polonia ( ) Rispondendo volentieri all invito dell attuale direttore di Veci e Bocia non posso che ricordare con piacere, e nostalgia, quegli anni in cui ho prestato il mio servizio alla Sezione come Direttore del nostro giornale, dalla primavera del 1994 agli inizi del In particolare ricordo il fermento in cui si lavorava in redazione. Allora disponevamo solo di telefoni e fax, le sarebbero arrivate da lì a poco, per cui i contatti erano, forse, molto più personali di adesso, per forza di cose, e i mezzi erano quelli che erano vale a dire, per moltissimi articoli che arrivavano alla redazione, carta e penna, a volte addirittura scritti a a mano libera. Questo naturalmente implicava doverli ribattere a computer (almeno quello c era!), mettendo mano nel contempo alla grammatica, poco frequentata da molti dei nostri Alpini. Lo dico con affetto e, mi ripeto, con nostalgia, sapendo che le qualità dei nostri sono altre e ben più importanti. Però che soddisfazione vedere le facce quando si vedevano pubblicate le notizie del proprio Gruppo! Oppure anche quanto riguardava la vita sezionale, vissuta come un qualcosa di molto superiore rispetto a quella del proprio Gruppo di appartenenza, e perciò sempre velata di un po di mistero. Era comunque una lotta continua farsi inviare le notizie sia dai Gruppi che dai singoli, tutti abituati, come ben sappiamo anche ora, a fare senza far sapere. II rischio, ora come allora, è quello di sentirsi isolati e di pensare che la vita dell Associazione inizi e finisca all interno del Gruppo di appartenenza. Mi rimangono vive nella memoria quelle serate di redazione, a volte con discussioni anche piuttosto accese, ma in cui alla fine si arrivava a una sintesi fruttifera, o anche quando ci si trovava presso la tipografia Bellavite per l impaginazione finale. Si aveva lì la consapevolezza che, finalmente, il lavoro era finito, almeno per quel numero. II risultato l avremmo visto poi, sulla carta stampata e sulle facce dei nostri Alpini. Non potrei menzionare, per ovvie ragioni di spazio, uno per uno i molti che hanno collaborato durante la mia direzione, ma un ricordo particolare lo devo alla memoria del caro Romano Brunello. Sempre disponibile e costante nel suo impegno, una presenza che si è fatta sentire proprio perché su di lui potevi sempre contare, in senso fisico e soprattutto come contributo di idee. Ricordo inoltre come novità assoluta l introduzione del colore nel 1996, se ricordo bene, e prima ancora un ritocco del logo che campeggia sulla prima pagina con l aggiunta della sagoma del Duomo di Milano. Abbiamo fatto un buon lavoro? Non lo so e non sta a me giudicare. So che abbiamo cercato di farlo con lo spirito di servizio che sempre contraddistingue tutti gli Alpini, sicuri che chi ci ha preceduto e chi ci ha seguito ha operato nel medesimo stile. Roberto Polonia Novembre

12 3.3) Gianni Papa (2004 a oggi) Direttore di Veci e Bocia! Lo ricordo bene come se fosse accaduto ieri. E invece era un giorno di fine marzo del 2003 quando ricevetti una telefonata del Presidente Tona che mi chiese, all alpina e senza troppi preamboli, se me la sentivo di prendere in carico la direzione di Veci e Bocia per dare un aiuto a Romano Brunello. Allora i miei precedenti giornalistici si limitavano ad alcuni articoli proprio per Veci e Bocia e alla collaborazione a L Aquilotto, il notiziario del Gruppo di Magenta. E anche se per ragioni professionali avevo interesse per le tematiche della comunicazione, tutte quelle esperienze non si potevano certo dire adeguate per andare a coprire un ruolo così impegnativo in una Sezione importante come la nostra. In quel periodo della mia vita ero decisamente impegnato su vari fronti: in famiglia un bimbo di pochi mesi ci dava parecchio da fare, stavo cambiando tipo di lavoro e in Sezione ero consigliere, segretario del CDS e avevo da poco completato il lavoro di aggiornamento del regolamento sezionale. Di impegni ne avevo già a sufficienza: perché prenderne altri? Nonostante tutto ciò ricordo che dissi subito di sì senza alcuna incertezza. Forse in me c era allora della sana incoscienza; di certo in me c era spirito di servizio verso la Sezione e l ANA, con tanto entusiasmo e tanta serenità. Dissi subito di sì perché se il mio Presidente me lo chiedeva, significava che stava facendo affidamento su di me e sentivo di dover rispondere a quell atto di fiducia con altrettanta fiducia. Dissi di sì anche perché ero certo che avrei avuto la collaborazione di persone magnifiche, dai Presidenti ai tanti Soci, pronte a condividere il loro ricco patrimonio di esperienza e sulle quali sapevo di poter fare un costante e serio affidamento. E per una coincidenza proprio nei primi tempi in cui mi occupavo del giornale, grazie ad alcune valide iniziative formative della redazione de L Alpino, riuscii ad avere anche gli strumenti tecnici necessari per migliorare la redazione degli articoli e per confezionare il giornale. Con quegli strumenti e con l aiuto e i consigli di tanti Soci, ho potuto bene affrontare il lavoro per Veci e Bocia in anni in cui la società e l ambiente in cui operiamo si sono radicalmente trasformati e nei quali abbiamo dovuto spesso cercare nei tempi giusti risposte corrette a sempre nuovi problemi. Negli anni ci siamo sempre più convinti della necessità e dell utilità di avere a disposizione validi strumenti di informazione come punti di riferimento per mantenere la Sezione e l ANA efficaci ed efficienti nelle tante attività che ci vedono impegnati; questo approccio, portato avanti nella massima intesa con i Presidenti sezionali, ha permesso a Veci e Bocia di essere per i Soci uno strumento informativo dinamico e ben integrato con il sito sezionale, mantenendo la grande rilevanza in ambito associativo che era stata costruita dai precedenti Direttori. Non nego che il lavoro fatto in questi anni per Veci e Bocia sia stato impegnativo, anche perché abbiamo coperto altri ambiti come quello formativo, e penso che i chilometri fatti dalle mie dita sulle tastiere dei computer abbiano ben compensato quelli che non ho percorso nei tanti nostri raduni ai quali non ho potuto presenziare. Vi posso assicurare che l esperienza fatta con il nostro Veci e Bocia mi ha confermato, giorno dopo giorno, che l Associazione Nazionale Alpini è solida e piena di uomini veri e che nessun altro ambito delle attività umane di cui mi sono occupato mi ha così tanto gratificato per il continuo contatto con persone sincere, vere e leali. Ancora oggi considero quella telefonata del Presidente come una bella e rara opportunità, un inatteso dono che mi ha aperto la possibilità di poter continuare a dare il mio modesto contributo alla magnifica famiglia verde degli Alpini pur sapendo che, con l andare degli anni, avrei dovuto sempre più contenere l impegno fisico e il lavoro operativo. E chiudo ringraziando i Presidenti, i Consigli Direttivi Sezionali, le Segreterie sezionali, i Redattori, coloro che hanno curato la stampa del giornale, i Gruppi, le realtà sezionali e tutti i Soci della Sezione per la dedizione che hanno mostrato verso Veci e Bocia con la loro continua e preziosa disponibilità alla collaborazione. Gianni Papa Novembre

13 4. IL SALUTO DAI DIRETTORI DE L ALPINO I sessant anni di vita del nostro periodico sono stati caratterizzati dalla costante sintonia con il nostro periodico nazionale di riferimento. Lo testimonia bene il fatto che ben tre direttori de L Alpino, Arturo Vita, Mario Bazzi e Vitaliano Peduzzi, oltre ad essere stati figure di rilievo nella vita della nostra Sezione, furono anche Direttori di Veci e Bocia. Una curiosa coincidenza storica sta nel fatto che per queste testate alpine, Vitaliano Peduzzi ne fu il direttore in due periodi diversi. I forti vincoli nei nostri ideali che hanno costruito l ottimo rapporto tra L Alpino e Veci e Bocia sono ben descritti nei contributi che l attuale Direttore de L Alpino Don Bruno Fasani, e i suoi predecessori, Vittorio Brunello e Cesare Di Dato, ci hanno cortesemente fatto avere. Li ringraziamo per l attenzione con cui seguono la nostra Sezione anche attraverso le pagine di Veci e Bocia. 4.1) Cesare Di Dato Ringrazio il direttore per avere voluto estendere anche a me l invito a scrivere quattro righe in occasione dei sessant anni di Veci e Bocia. Lo faccio volentieri: sessant anni di vita non sono poca cosa per un periodico ed è un traguardo straordinario considerata l editoria alpina nel suo insieme. Si tratta di un fenomeno unico se pensiamo che, sotto la comune credenza alpina, vedono la luce, nell anno, più di 130 periodici, cosa che non ha l eguale in nessun altra attività umana che si avvalga della carta stampata per diffondere le proprie idee. A Veci e Bocia il merito di vantare una delle maggiori longevità, dopo L Alpino. Chiediamoci: perché un gruppo di persone, molte delle quali non hanno mai avuto esperienza di giornalismo, si riuniscono, discutono, impostano il lavoro, impaginano, magari arrivano alla discussione accesa? E tutto questo per nessun altra ricompensa se non la soddisfazione di aver fatto qualcosa di concreto per il prossimo, per aver difeso i valori per i quali noi ci sentiamo alpini, per poter dire, a rivista stampata: Probabilmente è un buon lavoro. Francamente non so rispondere o forse è l alpinità che ci morde dentro, che induce a tanto. Senza nulla togliere a tutte le altre nostre pubblicazioni, per Veci e Bocia i suoi sessant anni rappresentano l ardore e l entusiasmo che hanno animato tre generazioni di alpini che si sono avvicendati nel comitato di direzione. Sessant anni durante i quali i responsabili a tutti i livelli si sono prodigati, come scriveva il grande Vitaliano Peduzzi, per saper fare, fare e far sapere ai propri lettori la vita della Sezione senza trascurare gli avvenimenti del mondo che ci circonda, tutelando la memoria del passato e conservando le tradizioni che sono il cemento della nostra Associazione. Un accenno all editoriale, pietra d angolo del periodico. Esso riflette la personalità dei direttori che hanno guidato la rivista, spinti da quel pungolo, lo abbiamo scritto prima, che anni fa il generale Becchio, comandante dell allora IV Corpo d Armata alpino, chiamava il virus dell alpinità. Potendo rileggere tutti gli articoli di fondo di questi sessant anni ne sortirebbe l esatto profilo alpino della Sezione di Milano, rivivendone i momenti di gioia e di tristezza, di letizia e di preoccupazione. Auguri, dunque, caro Veci e Bocia per i prossimi sessant anni! Cesare Di Dato - Direttore de L Alpino nel periodo Novembre

14 4.2) Vittorio Brunello Sessant anni di vita, anche per un giornale alpino, non sono un traguardo, ma solo una tappa. La storia della Sezione di Milano è lunga e ricca di avvenimenti. Se volessimo scriverla, il nostro archivio sarebbe il suo periodico. Tutti i giornali targati ANA, ma in particolare quelli sezionali, hanno molteplici funzioni: aggiornare sulle attività dei soci, affondare le radici sulle problematiche che accompagnano la vita di ogni sodalizio e non dimenticare. Si tratta di un lavoro complesso ma necessario se si vuole alimentare quel processo evolutivo che accompagna ogni organismo attivo. E Dio sa quanto l ANA lo sia. Non è quindi né semplice né facile equilibrare l attualità, la storia e l approfondimento di tematiche che l inesorabile scorrere del tempo impone. Eppure dalle pagine del periodico milanese, come in verità in quelle di qualche altra sezione, emerge un quadro esemplare di vita associativa e non raramente, nella mia esperienza a L Alpino, ho tratto spunto dalle pagine di Veci e Bocia per trattare argomenti che investivano la vita dell Associazione. Veci e Bocia si colloca pertanto a pieno titolo nella decina di periodici ANA che costituiscono una punta di diamante nel complesso percorso di un Associazione guardata come un riferimento da parte della società. Non mancano nelle pagine del giornale milanese riflessioni ponderate e originali su temi che ci toccano da vicino e per questo mi aspetto, nel periodo che ci separa dalla celebrazione dei nostri cent anni in Galleria Vittorio Emanuele, contributi che riescano a coniugare i festeggiamenti di un evento non marginale della nostra storia patria con una robusto approfondimento sull attualità. Il nostro Statuto, nello spirito dei suoi estensori non risente dell usura del tempo, ma in un secolo sono cambiate tante cose. Anche per noi. Da qui la necessità di non eludere i grandi temi. Gli Alpini non si sono mai sentiti a disagio a fronte delle difficoltà. Sono sicuro che gli amici di Veci e Bocia non esiteranno a giocarsi la reputazione sul tema del nostro futuro. È indispensabile farlo per poter tenere la penna dritta. Buon lavoro e buon sessantesimo. Vittorio Brunello - Direttore de L Alpino nel periodo Novembre

15 4.3) Don Bruno Fasani Ho tra le mani l ultimo numero di Veci e Bocia. Lo guardo come si osserva una persona che incontri per la prima volta. Ne scruti il vestito, catturi i dettagli della mimica e tutto quel metalinguaggio che serve a comunicare, senza far ricorso alle parole o alla lettura. Lo guardo e ne riporto l impressione di una grande sobrietà. Non c è nessun indugiare sui fronzoli dell estetica, sui virtuosismi della grafica, quella che va tanto di moda ai nostri giorni, dove i giornali si leggono guardando i titoli e le foto, fermandosi sui colori e sull apparenza come fanno le farfalle a zonzo sui prati. Ciò che balza agli occhi è la voglia di dire il più possibile, di raccontarsi tutto quanto ci sta negli spazi delle pagine. Come si fa nelle famiglie che funzionano, dove bisogna alternarsi ad ascoltare per il tanto che c è da dirsi. Lo si vede anche dal corpo delle lettere. Piccole per farci stare più cose possibili, col rischio di far sacramentare qualche reduce, costretto ad allungare le braccia per leggere meglio. Del resto se Veci e Bocia dura da sessant anni, questo vuol dire almeno due cose. La prima è che dietro c è una Sezione che funziona. Dove i rapporti sono un po sfilacciati, la prima cosa che si trascura è proprio la comunicazione interna. Esattamente il contrario di quanto dice il giornale della Sezione ANA di Milano. La seconda cosa che balza agli occhi sono le tante cose che si vogliono raccontare, segno di una vitalità alpina e lombarda, che non conosce pause o stanchezze di alcun genere. Se mi si passa la metafora, dalle pagine del giornale, emerge l immagine di una fabbrica dove i turni coprono l intera giornata. Mi è davvero gradito far gli auguri a Veci e Bocia in occasione delle sue sessanta candeline. L augurio che voglio formulare non va però solo al giornale. Va prima di tutto ad ognuno degli iscritti alla Sezione. Senza di loro e la loro vicinanza non sarebbe possibile dare continuità ad una simile impresa editoriale. Poi l augurio si precisa nei confronti di chi concretamente ne consente l uscita, a cominciare dal suo direttore, Gianni Papa. Nomen omen dicevano gli antichi. Ossia, nel nome è il proprio destino. Giusto per augurare a Veci e Bocia di camminare sempre più in alto, fino ai loggioni più prestigiosi. Bruno Fasani - Attuale Direttore de L Alpino Novembre

16 5. I REDATTORI DI VECI E BOCIA Nella storia di Veci e Bocia ci sono state decine e decine di presenze attive nei Comitati di Redazione. Sono stati tutti Alpini che si sono succeduti in una staffetta ideale passandosi il testimone di un metodico, paziente e intenso lavoro per assicurare la continuità del giornale. Ed è proprio grazie a tutti loro che oggi possiamo celebrare questi sessant anni. Nella Storia che pubblichiamo in queste pagine abbiamo voluto evidenziare tutti i nomi che abbiamo reperito nei documenti, anche se siamo quasi certi di aver dimenticato qualcuno e di questo ci scusiamo. Volevamo poi stampare le loro testimonianze, ma potete comprendere che non sarebbe stato possibile pubblicare anche solo poche righe da ciascuno di loro. Abbiamo quindi deciso di lasciare un poco di spazio ai componenti dell attuale Comitato di Redazione, unendo idealmente ai loro pensieri tutti coloro che in sessanta anni hanno contribuito al successo del nostro giornale e ai quali va un sentito GRAZIE! La Redazione di Veci e Bocia riunita alla fine dell Assemblea sezionale Da sinistra: Dario Bignami, Sandro Bighellini, Gianni Papa, Giuseppe Semprini, Gigi Rodeghiero Novembre

17 5.1) Sandro Bighellini Nella Redazione di Veci e Bocia Mi sono trovato quasi per caso a far parte della redazione di Veci e Bocia. Tutto è iniziato nel corso del 2006, quando, su una richiesta di Gianni Papa finalizzata alla ricerca di nuovi collaboratori fatta in una riunione dei capigruppo presso la sede sezionale, mi sono trovato a dare il mio piccolo contributo alla stesura del nostro giornale. Forse il fatto che già facevo questa attività per il Notiziario del mio Gruppo Alpini di Limbiate, mi ha dato la spinta per affrontare, con un po di sana incoscienza, questa nuova avventura. L informatica, con le sue attuali possibilità, ha certamente agevolato il nostro lavoro, non necessitando, più di tanto, riunire fisicamente il Comitato di Redazione. Attualmente il tutto viene svolto via internet, con scambio di e l invio e ricezione di files contenenti gli articoli e le immagini. Nella stesura degli articoli sono tendenzialmente molto sintetico, anche perché, nel tempo, mi sono accorto che quando mi cimento nella lettura di qualche giornale finisco per perdere l interesse sullo scritto se questo è molto lungo e prolisso. Il nostro giornale è nel tempo cambiato, adattandosi alle nuove situazioni e alle nuove realtà associative, adeguando, sia pure con parsimonia e discernimento, la sua immagine grafica nell intento di catturare sempre più l interesse dei lettori. L aver provveduto alla digitalizzazione di alcuni importanti documenti sezionali, quali il libro del settantesimo e il numero speciale edito in occasione dell adunata di Milano del 1972, mi ha certamente richiesto molto tempo e tanta pazienza, soprattutto nella correzione di quanto acquisito tramite lo scanner e in seguito rielaborato con adeguato programma di trattamento immagini. Il risultato finale, che troverete nel DVD contenente tutti i numeri di Veci e Bocia, mi sembra molto buono. Sono stati, a mio giudizio sei anni stimolanti, ricchi di impegno ma anche di grandi soddisfazioni. Sandro Bighellini Novembre

18 5.2) Dario Bignami Il mio contributo a Veci e Bocia Questo testo è il mio piccolo contributo all importante anniversario dei 60 anni di Veci e Bocia, che forse non sarà celebrato come quello di un qualsiasi Gruppo della nostra Associazione con una cerimonia in cui ci si inquadra, si sfila composti, più o meno coperti e allineati, si suona e si canta l inno italiano mentre sul pennone sale la nostra bandiera tricolore, si depongono corone d alloro sulle note della Leggenda del Piave e del Silenzio e si ascoltano i discorsi delle varie autorità. La ricorrenza non sarà niente di tutto questo, ma quanti anniversari e quante tante altre attività e storie sono state raccontate sulle sue pagine nel corso di questi sessanta anni! Forse brinderemo a questo compleanno con qualche buon bicchiere di vino, accompagnandolo a una torta magari a forma di giornale con tanto di logo dal sapore di glassa zuccherata. Era la primavera del 2008 quando il buon Gianni mi propose di entrare a far parte del Comitato di Redazione del giornale e presumo che la proposta sia nata dal fatto che già da allora lo sommergevo di articoli da pubblicare. Da un paio d anni avevo iniziato a inviargli articoli per far sapere ai Soci qualche notizia in più, anche se quello non era il mio battesimo di penna (da scrivere!) perché scrivevo articoli alpini già da dieci anni ma solo per il notiziario del mio Gruppo. Il mio primo articolo risale al 1998 e riguardava la staffetta tedoforizzata partita da cinque punti della città di Milano per giungere in Largo V Alpini e accendere la fiamma che dava il via ai festeggiamenti del 70 anniversario di fondazione della nostra Sezione. Sospetto che allora nessuno lo lesse in Sezione, ma nel mio Gruppo sì. Per quanto riguarda Veci e Bocia, mandai il primo articolo alla redazione nel settembre del 2006 per l 85 della Sezione di Bergamo (testo che fu pubblicato nella versione on-line), mentre il primo a finire sulle pagine del giornale stampato fu quello per l 85 del Gruppo di Lodi nel dicembre della stesso anno. In quel periodo mandavo qualche articolo ogni tanto fino a quando, dall essere un semplice socio che contribuiva e aiutava di tanto in tanto la redazione, sei anni e 150 di articoli dopo [tra cui anche quelli dei 90mi del Gruppo di Lodi e della Sezione di Bergamo apparsi nell ultimo numero di novembre 2011 (quasi un ritorno là dove tutto era cominciato)], sono diventato parte integrante della redazione. Quanto durerà ancora questa mia affascinante avventura non lo so. So solo che per me è diventata una normale piacevole routine partecipare a qualche manifestazione e poi descriverla per farla avere al giornale. Per me queste due azioni (partecipare alle manifestazioni e poi descriverle) vanno di pari passo e scrivere è ogni volta di più un piacere. Non è facile doversi reinventare testi su eventi che sono ripetitivi come le nostre manifestazioni, ma io ci provo lo stesso. Certo è che la redazione potrebbe crescere se solo nei soci sezionali venisse meno la paura di scrivere; nessuno è nato scrittore o redattore, e la mia esperienza dice che bastano un poco di volontà, di impegno e spirito di servizio verso la Sezione e la Redazione di Veci e Bocia per ottenere dei risultati anche con questa mansione. Negli ultimi anni ho voluto partecipare ai CISA, i Convegni annuali della stampa alpina, a Conegliano Veneto, Casale Monferrato e Costalovara perché mi sono reso conto dell importanza e dell utilità dello scambio d informazioni e di esperienze da parte di chi scrive sui giornali alpini. Come ha sempre fatto notare il Presidente Perona a questi Convegni, i giornali sono tutti importanti allo stesso modo e sono tutti sullo stesso piano, siano essi in formato extralusso di carta patinata a colori a 40 pagine o semplici fotocopie in bianco e nero rilegate con le graffette. Le informazioni e le esperienze che ho raccolto, cerco di metterle a frutto scrivendo sul nostro giornale sezionale: questo è il mio piccolo contributo. Tanti auguri Veci e Bocia! Dario Bignami Novembre

19 5.3) Gigi Rodeghiero Correva l anno 1999 e si parlava dell abolizione della naja. Come Capogruppo ero ad una riunione in sede sezionale e mentre si dibatteva sull utilità della lettera di protesta che l allora Presidente nazionale Parazzini aveva inviato al Governo sull argomento, seduto nell angolo della sala mi sono messo a schizzare il fossile di un ipotetico anasaurus alpestris con sottotitolo Tra qualche anno anche noi saremo come i dinosauri: estinti. L ho passato a Romano Brunello, allora direttore di Veci e Bocia, il quale, scopertomi disegnatore, mi ha subito reclutato nella Redazione. Da allora i miei disegni non sono stati molti, come pure gli articoli, ma solo perché sono poi subito passato a fare il lavoro di redazione vero e proprio, giungendo infine ad accollarmi tutto il lavoro di editing fotografico e impaginazione, quando la malattia costrinse Romano ad arrendersi e passare ad altri lo zaino. Altro motivo della mia poca presenza nei testi è l accresciuto numero di collaboratori che, sollecitati da Gianni Papa, mi causano spesso dei problemi di spazio nel cercare di infilare tutto il materiale relativo ad un trimestre di attività in un numero di pagine forzatamente multiplo di 4. Fortunatamente esiste anche il sito internet sezionale che funge da valvola di sfogo... Quindi tutto quello che leggete o solo guardate nel giornale è anche un po opera mia... è come una torta: voi ci mettete gli ingredienti, io la impasto e dispongo per bene nello stampo, quindi la passo a cucinare non nel forno ma nella tipografia di Francesco Tajana, da dove esce in copie belle lucide su carta patinata, che attendo sempre con ansia per scoprire se il prodotto finito è riuscito come me lo ero immaginato sul computer. Spero che la torta sia di vostro gradimento... tenete comunque presente che il cuoco è sempre in attesa di suggerimenti atti a migliorare la ricetta! E qui mi devo proprio fermare... come al solito, quando scrivo qualcosa di mio per Veci e Bocia, ammesso che mi rimanga ancora un buco dopo aver lasciato il maggior spazio possibile agli altri, ritaglio il mio testo proprio giusto su misura Gigi Rodeghiero Novembre

20 5.4) Giuseppe Semprini Atto di Fede Un antico proverbio cinese ammonisce che ogni viaggio, anche il più lungo e avventuroso, inizia sempre con un piccolo passo. Ammonisce che ogni viaggio, anche il più lungo e avventuroso, inizia sempre con un piccolo passo. Sarà per questo che, dovendo scrivere del nostro periodico Veci e Bocia, ho esaminato il primo numero dell aprile 1952 e, in fondo all ultima pagina, ho rintracciato il nome dello stampatore: Tip. A. Cordani SpA via Donatello, 36 Milano. Preso dalla curiosità sono andato a visitare il luogo dove era nata e data alle stampe la nostra pubblicazione e dove è cominciato un viaggio durato sessant anni, che spero possa continuare ancora a lungo. Il civico 36 contrassegna un palazzo dove predominano i colori giallo e grigio in stile anni trenta del secolo scorso, evidentemente scampato ai pesanti bombardamenti angloamericani che avevano ridotto molti quartieri, anche centrali della nostra città, a una sfilata di case sventrate cui si affacciavano cupe occhiaie di vuote finestre. La tipografia Cordani, che ha cessato da tempo ogni attività, ha avuto una vita lunga e operosa. Le sue rotative hanno edito giornali importanti come il Guerrin Meschino, storica voce satirica della scapigliatura milanese. è ipotizzabile che una precedente frequentazione dei nostri pubblicisti, pittori e artisti alpini, abbia favorito contatti con la tipografia in argomento e conseguentemente propiziato la stampa in loco del nostro primo numero. All epoca l Italia era da pochi anni uscita dal disastro di una guerra combattuta con tutti e contro tutti e terminata da alleati dei nemici contro i quali l avevamo iniziata. In questa drammatica confusione di scelte e di ideali, gli italiani si erano trovati a battersi su fronti ferocemente contrapposti, e con loro anche tanti Alpini. Erano tuttavia riusciti, dopo oltre vent anni di regime dittatoriale, a conquistare un ordinamento libero e democratico Da solo quattro anni era nata la Repubblica Italiana. L Italia era ancora tutta da ricostruire sia sotto il profilo materiale che morale. In questo contesto, solo uomini determinati e coraggiosi potevano pensare di ricostituire la Sezione di Milano della nostra Associazione. Non a caso fu scelto come Presidente una figura leggendaria come il Col. Belotti ( el Belutì per i suoi Alpini) che era riuscito, combattendo, a spezzare gli accerchiamenti dell Armata Rossa e a riportare in Italia i superstiti e la bandiera di combattimento del suo 5 Alpini. Occorreva un atto di coraggio ma soprattutto, come titolava profeticamente l editoriale del primo numero di Veci e Bocia un Atto di Fede, e precisamente un atto di fierezza, di energia e di volitività: in sintesi di Spirito Alpino. A sessant anni di distanza queste parole costituiscono ancora la pietra angolare su cui è costruita e deve continuare a basarsi la nostra Sezione. Il mio primo contatto col nostro periodico risale al 1963 quando, bocia appena congedato, ho varcato il portone di via Vincenzo Monti per iscrivermi, sulle orme di mio padre, all Associazione Nazionale Alpini. Ricordo di aver conservato per anni il Veci e Bocia consegnatomi in quella occasione. Ritengo che sopravviva ancora in qualche angolo di casa mia insieme alle tante carte e scartoffie dalle quali, per la disperazione di mia moglie, non riesco a separarmi. I numeri di Veci e Bocia mi hanno poi accompagnato per anni e decenni lungo il sentiero della mia vita. I disegni di Novello e Riosa, gli scritti di Arturo Vita, Mario Bazzi, Dario Galimberti, Giulio Bedeschi, Carlo Crosa, Vitaliano Raiteri e tanti altri mi sono stati di riflessione, incitamento e rinnovato orgoglio. Gli articoli civili di Vitaliano Peduzzi negli anni bui del terrorismo hanno costituito un saldo punto di riferimento, quando una certa visione del mondo irrideva gli Alpini riuniti, soli a portare il tricolore nelle piazze d Italia, a intonare l inno nazionale, a scrivere e nutrirsi di Patria quando gli allineati alle ideologie correnti e imperanti si limitavano a chiamarla semmai il paese, preferibilmente scritto con la p minuscola. Novembre

21 Scorrere le pagine del nostro periodico significa rivivere e ricordare gli episodi e la vita della nostra Sezione e dei nostri Gruppi, per noi tutti e per quanti verranno. Questi primi sessant anni non devono costituire un traguardo, tutt al più, come durante una dura escursione, una breve pausa per tirare il fiato e controllare il percorso fatto e quello che ancora ci aspetta. Gli Alpini sanno che non esistono sentieri facili e piani: solo quelli ardui e impervi portano in cima. Quindi: zaino in spalla, consapevoli che per riprendere il cammino è sufficiente un altro piccolo passo accompagnato, oggi come allora, da un indispensabile Atto di Fede. Giuseppe Semprini Novembre

22 6. LA STORIA DI VECI E BOCIA 6.1) Prefazione Nell inserto del numero 4 del 2012 tutto dedicato ai sessant anni di Veci e Bocia, avete trovato una sintetica storia del nostro giornale. Già nel numero 3 del 1994 ne venne pubblicata una Prima parte a cura di Romano Brunello, ma poi non ci fu alcuna continuazione di quel lavoro. Sandro Bighellini ha ripreso quel testo aggiornandolo e completandolo e lo ringraziamo per il paziente e metodico lavoro di ricostruzione, già pubblicato su Veci e Bocia che è traccia e servito da ottimo riferimento per questa storia. Con la collaborazione della redazione abbiamo quindi messo a punto e completato quell articolo, integrandolo con altre notizie e considerazioni connesse alla vita del giornale. Ne è uscito questo testo che per qualcuno risulterà forse un poco lungo, ma riteniamo che esso sia comunque interessante e importante per mettere a memoria la vita trascorsa di una delle più importanti componenti della nostra Sezione. Anche se Veci e Bocia è stato il testimone di tutto quanto avvenuto nella nostra Sezione in questi ultimi sessanta anni, non aspettatevi di leggere in queste pagine l intera storia della Sezione di Milano; troverete invece molti dettagli sui temi della comunicazione, che è poi l ambito delle attività associative al quale la stampa è asservita, e sul modo di essere del giornale. Troverete anche molte altre notizie e informazioni principalmente, e solo, degli avvenimenti e dei Soci che hanno costruito la storia del nostro giornale. Mettetevi dunque comodi, magari dividendo la lettura in alcune puntate come invito a un buon riposo, e buona lettura! 6.2) Dante Belotti - Il padre di Veci e Bocia Nel 1971, nel giorno dell adunata a Cuneo, il professor Galli informandosi della salute del Col. Belotti e parlando di Lui diceva ad Antonio Rezia: Dì a Belotti che ho sempre negli occhi e mai potrò dimenticare la sua figura che, alla testa dei ragazzi dell Edolo, fendeva la massa degli sbandati bloccata a Nikolajewka, e risalendo la colonna al grido di «Edolo Avanti», andava al combattimento! Ero ufficiale medico e ho visto gli Alpini seguire il loro Comandante, senza esitazione in un momento in cui circostanze di luogo e di tempo avrebbero potuto giustificare un atto di debolezza in chiunque e ancor più in uomini tanto duramente provati. Riteniamo doveroso ricordare Dante Belotti, il Presidente che fu il padre di Veci e Bocia. Nella prima pagina del numero di Veci e Bocia avevamo dato evidenza alla semplice cerimonia di ricordo del colonnello Belotti avvenuta venerdì 14 ottobre 2011 presso il cimitero di Palosco, quando il nostro Presidente Luigi Boffi aveva voluto dare inizio alla partecipazione della nostra Sezione al Raduno del 2 Raggruppamento con un gesto di omaggio molto significativo per la nostra Sezione e proprio per il quarantesimo dalla sua scomparsa. Nel primo numero del 2006 abbiamo ricordato la sua figura con una scheda storica; in queste righe vogliamo evidenziare che molte delle importanti realizzazioni avvenute sin dagli inizi degli anni 50 e che caratterizzano ancor oggi la vita della nostra Sezione, si devono proprio all entusiasmo e alla dedizione di Dante Belotti per gli alpini e per i nostri valori: il notiziario Veci e Bocia, la sede di via Rovani, la Santa Messa in memoria e onore dei Caduti, l incontro annuale di Ponte Selva, la sistemazione del monumento all Alpino di Milano e altre ancora. Nel suo primo periodo di presidenza dal 1952 al 1957, uno dei suoi primi atti fu proprio il volere un notiziario che diffondesse ai Soci quanto fatto dalla Sezione e dai Suoi Gruppi. Novembre

23 Belotti fu eletto Presidente nel febbraio 1952 e dopo solo due mesi una delle sue prime iniziative si concretizzò con la nascita del nostro Veci e Bocia affidato ala direzione di Bruno Valdameri. Pare che il nome sia stato suggerito da uno dei giovani alpini che frequentavano la sede allora in via Zebedia; non sappiamo il nome di quel giovane ma conosciamo l intenzione di Belotti che era di voler sigillare un patto di fraternità indissolubile nello sforzo di cementare sempre di più i soci tra di loro e di legarli con vincoli di fiducia all organo rappresentativo della Sezione e desiderio di conoscersi attraverso una franca collaborazione che nelle pagine di questo foglio trovi il mezzo più efficace di liberamente esprimersi. La modernità di quell idea è confermata dal fatto che la testata, il formato e l impostazione del giornale sono stati praticamente mantenuti invariati da allora. Nel mese di settembre dello stesso anno Belotti raggiunse un altro importante obiettivo annunciando su Veci e Bocia che Avremo una sede entro breve termine e la sede venne inaugurata due mesi dopo, il 4 novembre. La dinamicità e l entusiasmo di Dante Belotti avevano così portato al grande passo di acquisire la sede di via Rovani (la proprietà venne perfezionata negli anni ottanta); l impegno per l affitto di quei locali fu un vero atto di responsabilità e di fiducia negli alpini milanesi. Belotti riuscì a concentrare attorno alla nuova sede un grande interesse, attivando la piena collaborazione dei soci che con generose donazioni la dotarono di tutto quanto potesse servire, e anche più di quanto servisse. Gli alpini volevano bella la propria casa e dopo meno di sei mesi ecco che le pareti erano già state affrescate come le possiamo vedere ora. Già nel settembre del 53 erano in vendita le cartoline con la riproduzione degli affreschi, evidenza di come la dirigenza sezionale ci tenesse anche a far conoscere il valore di quei lavori. È noto quanto questa sede sia oggi importante per gli alpini milanesi e quanto noi siamo ad essa affezionati; di questo dobbiamo proprio ringraziare Dante Belotti. Negli anni della sua presidenza venne iniziata la bella tradizione della Santa Messa in suffragio dei Caduti il cui grande promotore fu Peppino Prisco. Iniziata nel 1955 in S. Ambrogio per ricordare i Caduti e Dispersi in Russia, oggi quel momento di ricordo è una cerimonia per la quale il Duomo di Milano è appena sufficiente a contenere gli Alpini che provengono da moltissime Sezioni. Il Raduno di Ponte Selva, che fu voluto per un momento di ritrovo con le famiglie e anche per procurare un aiuto concreto alla istituzione di monsignor Antonietti, è un altro dei patrimoni che la nostra Sezione deve a Dante Belotti. Egli fu davvero un Presidente instancabile che seppe essere la forte guida della nostra Sezione anche nel suo secondo periodo di presidenza dal 1962 al 1970 in anni drammatici per la vita sociale italiana. Riuscì a portare a termine altri importanti progetti quali la ricollocazione del monumento all Alpino nell attuale definitiva e degna sistemazione dopo ben quattro peregrinazioni e nel 1966 la scalata collettiva al S. Matteo, con ben 170 Alpini della Sezione per rendere omaggio a un epica impresa compiuta dagli Alpini nella Prima guerra mondiale. Durante un rancio in quegli anni prese vita anche il Gruppo Alpino dei donatori di sangue dell Istituto dei Tumori di Milano e per tutto quel secondo periodo di presidenza Dante Belotti curò personalmente anche la direzione di Veci e Bocia. Penso che da queste righe sia evidente l esempio di dedizione dato da Dante Belotti nella guida della Sezione, esempio che fu da sprone per il grandioso lavoro compiuto dai suoi successori nell impegnativo incarico di Presidente sezionale. Novembre

24 Vi abbiamo dato in pochi paragrafi una descrizione del padre di Veci e Bocia e lo vogliamo infine ricordare con le parole di commiato di Antonio Rezia apparse sul numero di Veci e Bocia del 1971 che fu in gran parte dedicato al suo ricordo. È stato un Presidente esemplare, valente, attento e preciso; preoccupato di ogni cosa che riguardasse la vita sezionale dalle più piccole alle più importanti, sempre presente a ogni manifestazione sia della sua Sezione che delle altre cui era invitato, trascinando come sempre con l esempio i suoi collaboratori ed i Soci e soprattutto preoccupato di mantenere e alimentare quella unità, quello spirito di fraternità e di amor patrio che sono caratteristiche essenziali degli Alpini e della nostra Associazione. Il suo compito non fu sempre facile. Ebbe disillusioni e grandi amarezze, ma mai venne meno in Lui la fede derivante dalla coscienza di bene operare per la vita futura dell Associazione. La sua opera instancabile per la concordia di tutti ha dato i suoi frutti e ne sono certo, ne darà ancora nel Suo ricordo. Da Veci e Bocia numero 8 del ) Un atto di fede Questo che vediamo riprodotto qui sotto è l articolo che apriva il primo numero di Veci e Bocia dell aprile Ve lo riproponiamo così come venne scritto allora e non aggiungiamo altre parole perché il contenuto e il messaggio che questo testo di sessant anni fa ci trasmette sono ancora attuali. ATTO DI FEDE Veci e bocia della Sezione di Milano si riconoscono in questo foglio, riconoscono la voce comune e riconsacrano, nella franca stretta di mano, il patto d ieri, d oggi e di domani. Non a caso è stato scelto il nome che è sulla testata a distinguere fra i vari fogli verdi quello della Sezione di Milano; e certamente nell animo del bocia che lo suggerì fu la consapevolezza di suggellare quel patto. Patto di fraternita indissolubile nello sforzo di cementare sempre di più i soci fra di loro e di legarli con vincoli di fiducia all organo rappresentativo della Sezione e desiderio di conoscersi attraverso una franca collaborazione che nelle pagine di questo foglio trovi il mezzo più efficace di liberamente esprimersi. Non ha molte pretese per ora il bollettino; ma ad ogni modo quella di far giungere a tutti i soci le notizie che più interessano e di offrire loro il mezzo più sicuro per far udire la propria voce, non sarà vana se ognuno presterà la propria opera in una sana e festevole gara di emulazione. È quindi un atto di fede in se stessi quello che i soci hanno espresso quando hanno deliberato di istituire questo bollettino e come tale è atto di fierezza, di energia e di volitività; in sintesi di spirito alpino. Novembre

25 6.4) Gli anni cinquanta Nelle pagine ingiallite dal tempo della raccolta di un periodico, si può conoscere e documentare abbastanza bene la storia della realtà alla quale il giornale fa riferimento: questo è proprio il caso di Veci e Bocia e degli ultimi sessanta anni di vita della nostra Sezione e dei suoi Gruppi. Veci e Bocia nasceva proprio sessant anni fa nell aprile del Il giornale sezionale fu uno dei primi e uno dei tanti progetti voluti e portati al successo dal dinamico colonnello Dante Belotti, allora da poco eletto alla carica di Presidente della Sezione di Milano. La prima pagina del primo numero Il numero uno dell anno uno, diretto da Bruno Valdameri, era costituito da quattro pagine fitte fitte e stampate con caratteri da lente d ingrandimento. Il formato di 240 mm per 335 mm e la testata erano pressoché identici agli attuali; le pagine erano in nero con la sola intestazione in verde della prima pagina; non c era alcuna fotografia, c era un po di pubblicità casereccia e un naif e la stampa fu a cura dalla tipografia Cordani di Milano. Pare che il nome del nuovo notiziario sia stato suggerito da uno dei giovani alpini che frequentavano la sede allora in via Zebedia 9; non sappiamo chi fu quel giovane ma lo ringraziamo per la bella intuizione! Conosciamo bene invece l intenzione di Belotti che era di voler sigillare un «patto di fraternità indissolubile nello sforzo di cementare sempre di più i soci tra di loro e di legarli con vincoli di fiducia all organo rappresentativo della Sezione e desiderio di conoscersi attraverso una franca collaborazione che nelle pagine di questo foglio trovi il mezzo più efficace di liberamente esprimersi». Pare che la testata fu disegnata da Mario Ponticelli, uno dei promotori del Coro sezionale nel Oltre ad essere «guida infaticabile del gruppo corale», egli era un abile disegnatore e partecipò attivamente alla fase iniziale di quel progetto per bene impostare il nostro giornale. La modernità di quell idea è confermata dal fatto che la testata, il formato e l impostazione del giornale sono stati praticamente mantenuti invariati da allora. Da allora è cambiato solo qualche dettaglio della testata, aggiungendo nel tempo il colore e il profilo del Duomo di Milano. Già nel secondo numero di quel primo anno comparve la prima fotografia che ritraeva la Sezione all Adunata nazionale di Genova. Sempre in tema di fotografie, nel numero 4 del 1954 troviamo il primo reportage fotografico, in stile moderno con molte foto e senza didascalie, inserito per descrivere la partecipazione della Sezione all Adunata di Roma. Nel numero 2 del 1952 comparve un appello: Il gruppo corale della Sezione abbisogna di elementi: voci alte e basse. Questa ricerca di coristi e il primo resoconto di un concerto sono le prime evidenze sul giornale dell allora giovanissimo Gruppo corale, fondato nel settembre del 1949 e che diventerà negli anni il nostro prestigioso Coro ANA Milano Mario Bazzi. Per lungo tempo, salvo rare eccezioni, il giornale uscì a quattro pagine e con cadenza mensile per 11 numeri l`anno; rispetto ai nostri tempi c erano indubbiamente altri costi di stampa e di spedizione. La sede sezionale era allora in via Zebedia presso la Società Escursionisti Milanesi (SEM), Novembre

26 ma già nella prima pagina del numero 6 del settembre 1952 apparve una dettagliata planimetria della sede attuale che fu ufficialmente inaugurata il 4 novembre successivo con un titolo di grande evidenza sul numero 8 del novembre 1952: Abbiamo la Sede!. Nei primi decenni si trovano sul giornale gli elenchi di coloro che contribuirono generosamente a supportare le tante iniziative e i bisogni economici della Sezione, a partire proprio da Veci e Bocia e dalla Sottoscrizione Pro-Sede. I numeri dei primi anni erano impreziositi da schede storiche che ricordavano momenti della storia degli Alpini come le vicende e la ritirata di Russia e le principali battaglie della prima guerra mondiale. Se allora le foto erano poche e di modesta qualità, il giornale appariva vivacizzato dalla grafica, dalla pubblicità - che vista ai nostri giorni fa tanta tenerezza - e dai disegni e dalle piacevolissime caricature di Bruno Riosa. Bruno Valdameri purtroppo morì dopo appena tre anni di intenso e appassionato lavoro e il numero 7-8 del 1954 esce proprio come lui lo aveva impaginato pochi giorni prima. Il numero 9-10 del 1954 dedicava la prima pagina al compianto Valdameri e portava la firma del nuovo direttore, un Alpino che avrebbe fatto molta strada in Associazione: Arturo Vita che fu coadiuvato in redazione da Valentino Bandini, Vittorio Cortese e Alberto Zacco. In ultima pagina compariva uno spazio lasciato appositamente vuoto per imprimervi l indirizzo del destinatario. Dal numero successivo il colophon (che contiene le informazioni di legge relative al giornale) fu integrato con lo spazio per l etichetta/stampa del destinatario in un elegante riquadro in ultima pagina, in basso a destra. A causa di una svista, per alcuni successivi numeri nei colophon apparve l indicazione Bellotti anziché Belotti. Altra importante novità si ebbe con il numero 12 del 1954: le pagine furono numerate con il numero apposto in alto al centro della pagina. A partire dal primo numero del 1955 la stampa venne trasferita a Varese presso la tipografia Amedeo Nicola e C.. Con la direzione di Arturo Vita la linea del giornale non si discostò molto dalla precedente che era permeata da un forte sentimento reducistico (la guerra, peraltro, era finita da appena dieci anni), sentimento messo in risalto da numerosi racconti e rievocazioni di campagne, battaglie, periodi di prigionia, con frequenti puntate sulla prima guerra mondiale, poiché i reduci di quella guerra erano ancora numerosi e attivi nell ANA. L evidenza si ha dai numerosi articoli dedicati a ritrovi di commilitoni di reparti che avevano operato nella prima guerra mondiale. Gli articoli di allora testimoniano come la Sezione, che si identificava prevalentemente con la città di Milano, era impegnata nel raggiungere il traguardo di quota mille soci, anche se non mancavano notizie sulle sottosezioni (come erano allora chiamati alcuni Gruppi) e sui Gruppi. Già nel secondo numero del 1952 troviamo notizie dalla Sottosezione di Giussano, dal ricostituito Gruppo di Lodi e da quello di Sesto San Giovanni. Le pagine dei primi anni di Veci e Bocia evidenziano anche la passione con cui gli Alpini milanesi seguivano la rinascita dei reparti Alpini: dal 5 Alpini ai ricostituiti bei battaglioni che avevano i nomi di città lombarde. Interessanti sono poi le continue notizie sulle attività dei reparti Alpini e sugli avvicendamenti nelle posizioni di comando dei reparti Alpini. In quegli anni Veci e Bocia continuava a raccontare gli eventi importanti per gli Alpini milanesi; quelli belli ma anche quelli tristi come la prima pagina del numero 3 del 1956 che ricordava la scomparsa di don Carlo Gnocchi con un titolo davvero profetico: «L Alpino santo». Nel 1957 la prima pagina del numero 2 del mese di febbraio riportava il resoconto dell assemblea sezionale tenutasi il 13 gennaio; fu un assemblea importante che vide il cambio al vertice della Sezione fra Dante Belotti e Mario Bolla e che aveva, come ultimo punto all`ordine del giorno l argomento: intonazione polemica dal giornale sezionale. Scorrendo la relazione del presidente uscente si apprende che i costi del giornale incominciavano a pesare al punto che nell anno decorso, il 1956, si era dovuto ripiegare su 10 numeri e l autorevole parere di Belotti era che: «il tono del nostro giornale è, come sempre - nei giusti limiti - battagliero e spregiudicato al solo scopo di renderlo sempre più interessante...». Fu un sintetico elogio al giornale e ad Arturo Vita, sempre pungente ed Novembre

27 essenziale nei suoi articoli. Vita reclamava a gran voce un turno di riposo che gli fu concesso qualche mese dopo. Infatti il numero 10 del 1957 portava la firma di Vittorio Cortese che diresse il nostro giornale per ben nove anni. Vittorio Amedeo Cortese, il dottor Cortese «protomedico cerusico» come lui scherzosamente si autodefiniva, fu tra i più prolifici autori di testi per Veci e Bocia e scrisse centinaia di articoli che firmava con innumerevoli pseudonimi: ne abbiamo contati più di una decina! Cortese introdusse un miglioramento grafico iniziando l uso del colore verde anche per i titoli e testi della prima pagina. La vita del giornale negli ultimi anni della prima metà del secolo scorso fu abbastanza ordinaria, svolgendo la funzione di strumento d informazione sulla vita sezionale. Il numero 2 del 1958 si aprì con una vibrante protesta contro il silenzio dei giornali nazionali sulla solenne commemorazione del XV di Nikolajewka a Brescia. Nei numeri successivi troviamo alcune schede storiche che ricordavano i momenti principali della Prima guerra mondiale, nell anno del 40 della sua conclusione. Dal numero 4 del 1959 compaiono alcuni brevi e piacevoli testi di Arturo Vita che in un Piccolo Dizionario Alpino spiegava il significato di molte parole e termini «per erudire le giovani reclute Alpine (e anche quelli che, pur essendo Alpini, lo ignorano)». Nei numeri del 1959 fu dato molto spazio alla 32 a Adunata nazionale che si tenne a Milano il 3 maggio. Al racconto dei giorni di quell Adunata sono dedicate ben cinque delle otto pagine del numero 5 del Nel numero successivo troviamo grande evidenza al ricordo del centenario della liberazione di Milano nel In quel periodo venne organizzata la raccolta di fondi per realizzare il sarcofago che avrebbe custodito Don Carlo Gnocchi per quasi cinquant anni, sino al momento della sua beatificazione. 6.5) Gli anni sessanta Vittorio Cortese mantenne la direzione del giornale sino a tutto il Negli anni 60 Veci e Bocia continuò la sua opera informativa sulle attività della Sezione, ponendo attenzione anche a temi di interesse nazionale come le tensioni politiche per il problema dell Alto Adige. Continuò anche la pubblicazione di articoli con i ricordi di guerra e troviamo anche numerosi testi che riproponevano ricordi di episodi della prima guerra mondiale. Nel numero 7-8 del 1960 fu dato grande risalto in prima pagina a un momento molto importante per gli Alpini milanesi: la dedicazione di una via cittadina al glorioso 5 Alpini con la fotografia dello scoprimento della targa. Dal numero del 1960 compare nell intestazione in prima pagina l indicazione: Bimestrale della Sezione di Milano dell Associazione Nazionale Alpini. La cadenza di uscita del giornale diventò bimensile, con i numeri identificati dal doppio numero dei mesi di riferimento. Nel 1961 non mancarono articoli dedicati al centenario dell unità d Italia e all Adunata nazionale che si svolse a Torino. Nel numero 3-4 comparve la bella vignetta di Novello che fu ripresa nel 2011 in occasione del 150 dell unità d Italia. L assemblea dei soci dell 11 febbraio 1962 rielesse Dante Belotti alla presidenza sezionale in sostituzione di Mario Bolla; fu un gradito ritorno e Belotti rimase in carica sino alla fine del 1970, poco prima della sua scomparsa. In questo decennio riscontriamo una maggior presenza dei Gruppi sul notiziario sezionale: dalle poche citazioni dei primi anni si giunse a una media di notizie da 8-10 Gruppi per numero. Novembre

28 Nei primi anni sessanta apparvero numerosi articoli che facevano riferimento alla necessità di una più dignitosa sistemazione del monumento all Alpino, allora in piazza Cadorna. Il coronamento di questo desiderio degli Alpini milanesi si ebbe nel settembre del 1963 con l inaugurazione del monumento nell attuale posizione, cerimonia alla quale Veci e Bocia dedicò gran parte del numero 9-10 del Tra il 1963 e il 1965 Vittorio Cortese fu coadiuvato da una redazione di tutto rispetto composta da Mario Bazzi, Dario Galimberti e da Arturo Vita. Molto belli furono gli ultimi numeri degli anni 1965 e 1966, arricchiti da racconti in tema natalizio di firme prestigiose. Questi numeri di Veci e Bocia contengono alcuni tra i più bei testi da antologia della letteratura alpina e vi raccomandiamo di leggerli! Una curiosità: alla pagina 10 dell ultimo numero del 1965 troviamo un cruciverba a tema alpino; è l unico nella storia del giornale e la soluzione si rivela oggi davvero impegnativa anche per i più capaci enigmisti! Il numero 1 del 1966 ha in prima pagina il commiato di Vittorio Cortese dall incarico di direttore: «dopo aver dedicato circa undici anni di lavoro morale e materiale alla redazione del Veci e Bocia», egli si augurava: «di poterlo leggere potenziato e migliorato per almeno altri undici anni». Da quel numero il presidente Belotti assunse anche la carica di direttore del giornale che manterrà sino al numero del Nella stessa pagina Arturo Vita spiegava la ragione di questo doppio incarico: «così come è norma ormai invalsa presso quasi tutte le Sezioni dell ANA, dovendo giustamente discendere dalla massima autorità sezionale sia la direttiva per la stampa, sia la responsabilità degli scritti stessi». Con l avvento di Belotti alla direzione di Veci e Bocia, la stampa del giornale tornò in città presso le Arti grafiche Pietro Barbieri ; Belotti assegnò l incarico di caporedattore a Vitaliano Raiteri che fu coadiuvato da Mario Bazzi, Gian Paolo Rossetti, Arturo Vita, Pietro Barbieri. La figura del caporedattore era praticamente quella del direttore esecutivo, con la responsabilità di confezionare il giornale secondo la linea editoriale decisa dal direttore. Novembre

29 Un altra novità grafica si ebbe con il numero 3-4 del 1969: in prima pagina apparve per la prima volta il colore rosso a completare un tricolore che partiva dalla mano del Nettuno (con cappello alpino) di piazza Maggiore a Bologna in occasione dell adunata nazionale. Dal 1966 troviamo pubblicati articoli dello Sci Club Alpini d Italia che nel 1975 originò i nostri Gruppi Sportivi Alpini. Per Veci e Bocia la pubblicazione di articoli sulle attività sportive sezionali non era certo una novità: sin dal 1952 troviamo la puntuale cronaca degli eventi sportivi, soprattutto sciistici, organizzati dalla Sezione o dai Gruppi, e questo interesse per le attività sportive rimarrà un punto fermo nei sessant anni di vita del giornale. Anche negli anni sessanta fu data evidenza ai numerosi concerti del Coro sezionale, culminati con la bella cronaca del trionfo in Germania del Coro narrato dal testo di Mario Bazzi che comparve nel numero 5-6 del Non si ha traccia del numero 7-8 del 1969 e il numero 9-10 ha un Supplemento di due pagine dedicato alla manifestazione a Cassano d Adda per il 50 dell ANA. 6.6) Gli anni settanta Gli anni settanta si aprirono con Dante Belotti come Presidente sezionale e Direttore di Veci e Bocia. Scorrendo i numeri del giornale tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta si ha l impressione di un certo distacco tra le tematiche trattate dal giornale, centrate sulla vita associativa sezionale, e i drammatici eventi che allora scuotevano il vivere civile in Italia. Nella seconda parte del decennio si tornò a trattare temi associativi e civili di più ampio respiro. Gli anni sessanta si chiusero per Milano con il drammatico atto della strage di piazza Fontana; nei numeri di Veci e Bocia non troviamo cenni diretti a quella tragedia, ma vennero pubblicati testi che consolidavano il richiamo ai forti valori degli Alpini. Il primo numero del 1970 si aprì con un bel testo di Giulio Bedeschi dal titolo: Due gioventù, una Italia da cui emergeva come il pensiero degli Alpini era di rivalutare i valori dell impegno leale e del dovere come principale riferimento per riuscire ad attraversare e a superare quei tempi difficili. In questo decennio comparvero i primi articoli sul tema della donazione di sangue a cura del Gruppo Alpino dei donatori di sangue dell Istituto dei Tumori di Milano. Questa fu un altra delle iniziative avviate con la presidenza Belotti. Novembre

30 Dal numero 5-6 del 1970 sino al numero del 1971, l incarico di caporedattore passò ad Arnaldo Crescenzi con una consistente redazione composta da Giancarlo Baj, Erminio Brusa, Mario Colombo, Zeno Migliavacca, Angelo Nidasio, Renato Rigamonti e Flavio Urbano. Il primo numero del 1970 ha in allegato due pagine con il nuovo regolamento sezionale. Il numero 5-6 del 1970 ha delle importanti novità grafiche: la testata della prima pagina fu modificata e le informazioni generali in essa contenute furono spostate all ultima pagina. In prima pagina troviamo la sola immagine del Labaro dell ANA con l uso della quadricromia, per ora solo in questo numero. Nell ultima pagina il colophon fu modificato e messo sotto a un riquadro per apporre l etichetta dell indirizzo, e sotto al logo del giornale e alle informazioni di testata. Un altra novità fu che le altre pagine presentavano il testo su due-tre colonne, anziché su quattro come fatto sino allora. Venne modificata anche l intestazione delle notizie relative ai Gruppi, realizzata con un riquadro in cui comparivano il logo dell ANA e il nome del singolo Gruppo. Alla pagina 4 di questo numero troviamo fotografie e curricula del Presidente Belotti e di tutto il Consiglio Direttivo Sezionale di allora. Un analoga iniziativa presentò nei numeri successivi le foto e i curricula dei Capigruppo della Sezione. Il 1971 fu un anno di grandi cambiamenti per la Sezione. Il numero 2 riporta il cambio della Presidenza sezionale che passò da Dante Belotti ad Antonio Rezia. Da quel numero di Veci e Bocia vi riportiamo una preziosa parte della relazione morale di Belotti dal significato ancora attuale: «Del resto il concetto fondamentale dell unione fraterna che ci anima più che mai non è una nostra scoperta: essa trae origine dalla secolare tradizione di solidarietà che lega le nostre genti di montagna, solidarietà che cementa tutti in un unico blocco per vincere le dure prove della montagna e permetterne la sopravvivenza. Solidarietà e fraternità spontanea, sincera e pulita da gente pulita e sincera, ben distinta dalle ipocrisie e dal mercato di tutto ciò che ci offre l inciviltà dei consumi che ha portato al dilagare dell egoismo, della contestazione globale e dove il singolo è portato al piacere di comodamente consumare facendosi possibilmente mantenere senza più sentire il gusto e la intima soddisfazione di compiere il proprio dovere per il bene della comunità». Il numero del 1971 si aprì con il cordoglio per la scomparsa di Belotti, presentando un buon numero di articoli dedicati al suo ricordo e quel numero si chiuse con il commiato di Arnaldo Crescenzi dall incarico di caporedattore. Gli ultimi due numeri del 1970 e il primo del 1971 uscirono con un nuovo stampatore: Re Grafica 3 di Ugo Zanolla & C di Milano. In seguito, dal numero del 1971, la stampa passò alle Industrie Grafiche Azzimonti sempre a Milano e sotto la cura di Sergio Azzimonti, Alpino di rilievo nella storia della nostra Sezione che fu anche Vice presidente sezionale. Dal numero 6 del 1971 Antonio Rezia affidò la direzione a Franco Giansiracusa; con lui ritroviamo ancora Vitaliano Raiteri nell incarico di caporedattore coadiuvato da Mario Bazzi, Carlo Crosa, Dario Galimberti, Antonio Rezia e Arturo Vita. Dallo stesso numero la Novembre

31 numerazione data ai giornali non fece più riferimento al mese (o al bimestre) di pubblicazione. L ultima uscita del 1971 riporta la scomparsa per un incidente in montagna di Dario Galimberti, il Tenent Boraccia, entusiasta e infaticabile promotore della Casa Alpina di Ponte di Legno e redattore di Veci e Bocia con saporosi articoli. Vitaliano Raiteri lo ricorda con queste parole: «Quello che l ANA deve a Galimberti è solo commensurabile con quello che da Lui non potrà più avere». Dopo alcuni numeri nei quali si era cercato proporre nuove e interessanti soluzioni grafiche, dal numero 7 del 1971 il giornale tornò alla sua veste grafica più abituale: la testata della prima pagina venne ancora modificata con la ricomparsa delle informazioni generali e senza più l indicazione: Bimestrale della Sezione di Milano dell Associazione Nazionale Alpini. I testi erano mantenuti su tre colonne, anche se per alcune rubriche delle ultime pagine si era talvolta tornati all uso delle quattro colonne. Il 1972 fu l anno del centenario delle Truppe Alpine con l Adunata nazionale a Milano; nel nostro periodico troviamo le testimonianze del grande impegno organizzativo della Sezione sia per l Adunata, sia per gli altri eventi commemorativi del centenario. In occasione di queste importanti ricorrenze venne pubblicato un numero speciale di 84 pagine a colori in carta patinata. Oltre a un buon numero di inserti pubblicitari che ne resero possibile la pubblicazione, questo è un documento che raccoglie preziosi contributi da firme prestigiose. Citiamo solo: la sintetica storia degli Alpini in guerra a cura di Luciano Viazzi, l intervista ad Arturo Andreoletti a cura di Mario Bazzi e Arturo Vita, e i testi di Giulio Bedeschi, Bruno Riosa, Enzo Manusardi, Vitaliano Peduzzi e di altri. Gli altri numeri del 1972 raccolgono reportage e impressioni della magnifica adunata e danno ampia evidenza di importanti anniversari di alcuni Gruppi, segno tangibile che anche l attenzione delle redazioni di Veci e Bocia si stava spostando dalla metropoli meneghina alle vive e dinamiche realtà dell ANA sul territorio milanese. Nel 1973 il primo numero fu dedicato al ricordo dei trenta anni da Nikolajewka con testimonianze e racconti di quelle giornate. Nel numero 2 Veci e Bocia riapre alle tematiche associative nel sociale con un testo di Vitaliano Peduzzi dal titolo: Il dovere di parlare e nel Novembre

32 numero 4 troviamo un appello di Sergio Azzimonti alla collaborazione, perché la consistenza del Comitato di Redazione si era ridotta a lui e al Presidente Rezia. Con l ultimo numero del 1973, a parte tre inserzioni isolate, si chiude la presenza di comunicati commerciali pubblicitari su Veci e Bocia ; le inserzioni saranno riprese solo nel Il 1974 iniziò con la direzione assunta da Mario Bazzi coadiuvato da Sergio Azzimonti, Luigi Colombo, Giampietro Lerede e da Arturo Vita. La direzione di Mario Bazzi fu caratterizzata dagli editoriali e dagli articoli di terza pagina, suoi o di firme importanti, nei quali venivano trattati temi di rilievo per l Associazione con forti richiami ai nostri valori. Oltre all impegno con la direzione del giornale, Bazzi continuò a seguire il Coro sezionale, rendendo partecipi i soci dei tanti successi del Coro con un buon numero di dettagliati articoli. Nel 1974 furono pubblicati solo tre numeri e nella prima pagina del numero 1 del 1975 fu indicato che l ultimo numero dell anno non fu pubblicato per difficoltà non imputabili alla redazione. Nel numero 5 del 1975 troviamo ancora una novità grafica con una riproduzione a colori in prima pagina di un quadro a tema natalizio. Nel numero 1 del 1976 troviamo importanti novità: i testi nelle pagine tornano ad essere presentati su quattro colonne e le intestazioni delle notizie relative ai Gruppi non hanno più il piccolo logo dell ANA nel riquadro. Vitaliano Peduzzi entrò a far parte del Comitato di Redazione con Sergio Azzimonti e Luigi Colombo. In questo numero trovate a pagina 3 la fotografia del Presidente Rezia in Antartide «sulla vetta inviolata alla quale è stato imposto il nome di Cima ANA». Il 1976 fu purtroppo l anno del terremoto in Friuli. Quanto avvenuto nei mesi successivi, con l intervento dei nostri volontari per il soccorso e la ricostruzione, ha contribuito a dare una svolta epocale alla nostra Associazione con la nascita della protezione civile e con la presa di coscienza che il futuro sarebbe stato quello del volontariato per dare una mano a chi è in difficoltà, senza comunque dimenticare le origini e le radici della nostra storia. Tutto questo sintetizzato nel motto: Onorare i caduti aiutando i vivi. Nelle pagine di Veci e Bocia si può trovare il racconto e la cronaca dell impego della nostra Sezione in Friuli. Il numero 2 del 1976 si aprì con due testi del direttore Bazzi su argomenti che videro l ANA impegnata sul piano civico con la proposta di legge di iniziativa popolare per dare la possibilità di voto agli Italiani all estero, e sul piano operativo per l aiuto dei nostri tanti volontari alle genti del Friuli. In questo numero e nei successivi fu data evidenza dell impegno della nostra Sezione a Majano con articoli a cura di Luigi Colombo, Carlo Crosa, Gino Ascani e di altri soci. Nel 1977 troviamo ancora evidenza dell impegno civico degli Alpini per il voto agli italiani all estero con articoli di Peduzzi, Colombo, Raiteri. E ancora centrati e pungenti furono alcuni testi di Mario Bazzi che trattavano temi associativi di rilevo come l assenteismo, e comunicativi come la scarsa visibilità data all ANA dalla RAI per l Adunata nazionale di Torino. Vi confermiamo che non trovate negli archivi il numero 3 del 1977; per chissà quale ragione si passò direttamente dal numero 2 al 4. Negli ultimi numeri del 1977 troviamo articoli di Bazzi, Peduzzi e Colombo su argomenti più aperti a tematiche generali quali: la volontà di difendere l indipendenza dell ANA, la capacità di cogliere il desiderio della gente nel manifestare la positività dei valori morali e dell entusiasmo civile, e la necessità di recuperare fiducia e coraggio civile in tempi resi cupi da un bieco terrorismo politico. L editoriale di Mario Bazzi a pagina 3 dell ultimo numero del 1977 riassume bene il filo conduttore dei temi trattati nell anno sulle pagine di Veci e Bocia. Nel 1978 e in alcuni numeri del 1979, Veci e Bocia ricordò il cinquantenario della Sezione con articoli sulle manifestazioni celebrative e con la bella evidenza dell entusiasmo di tanti allievi delle scuole primarie di Milano che furono coinvolti in quegli eventi. Come per l anno precedente, non esiste il numero 3 del 1978; e per la stessa ragione (chissà quale?) si passò dal numero 2 al numero 4-5. Novembre

33 Nel gennaio 1979 Vitaliano Peduzzi fu chiamato alla direzione de L Alpino, incarico prestigioso che mantenne sino al marzo del Questa ci pare ancora oggi una ben valida motivazione per aver dovuto lasciare la redazione di Veci e Bocia. Nel numero 1-2 del 1979 si raggiunse una significativa presenza delle nostre realtà locali con notizie da ben 15 Gruppi. Per gli anni settanta segnaliamo infine il bel testo di Giulio Bedeschi a pagina 3 del numero 4 del 1979 in cui l autore di Centomila gavette di ghiaccio raccontò il suo primo impatto con la Sezione di Milano. 6.7) Gli anni ottanta Nel mese di settembre del 1982 Mario Bazzi fu nominato direttore de L Alpino, incarico che mantenne sino all aprile del 1985 per poi passarne le consegne a un altro Alpino della nostra Sezione che fu anch egli direttore di Veci e Bocia : Arturo Vita che rimase alla direzione del periodico nazionale sino all agosto del A lui subentrò Vitaliano Peduzzi sino al La continuità alla direzione de L Alpino per oltre un decennio con la successione di ben tre ex direttori di Veci e Bocia fu un riconoscimento all impegno della Sezione di Milano nel campo dell informazione e della comunicazione, e anche un sincero apprezzamento di tutta l ANA per il valore e lo spessore umano e culturale di quei tre grandi Alpini. In quegli anni la collaborazione tra la nostra Sezione e il nostro giornale nazionale si ampliò anche con la partecipazione alla redazione de L Alpino di Soci quali Giulio Bedeschi, Luigi Colombo, Giuliano Perini e altri. Ma torniamo a raccontare la storia di Veci e Bocia. Gli anni ottanta furono caratterizzati dalla migliore regolarità nel numero delle uscite del giornale che si attestò a cinque per anno con le sole eccezioni del 1983 (6 numeri) e del 1985 (4 numeri). Scorrendo i numeri del giornale degli anni ottanta si osserva un crescente spazio dato al presentare le opinioni degli Alpini su importanti questioni della vita civile con numerosi e pregevoli articoli di autori più che validi. Si ha poi la sensazione che l interesse dei lettori sia stato spostato dalle attività di routine della Sezione verso ambiti più operativi e di più ampio respiro: si osserva così una crescente presenza di notizie dai Gruppi e dalle altre realtà operative sezionali (Cori, Gruppi sportivi ) mentre per tutto il decennio, con una sola eccezione, non troviamo rilievo e attenzione ai lavori del Consiglio Direttivo Sezionale con la solita pubblicazione delle sintesi dei verbali di riunione. Il primo numero del decennio si aprì con un editoriale del direttore Bazzi dal titolo: Il giornale e gli Alpini Analisi di ieri e prospettive di domani. Bazzi toccò alcuni temi associativi riferiti alla gestione del giornale, sollecitando maggiore partecipazione e chiedendo pareri di ritorno dai lettori per meglio impostare il giornale. Egli chiuse così: «All inizio degli anni ottanta anche il nostro giornale deve rinnovarsi e attraverso una più corale collaborazione deve diventare un foglio tangibilmente sempre più atteso dai soci che devono trovare in lui la naturale palestra dei loro dibattiti» augurando un «rinnovamento, frutto di maggior collaborazione, del giornale che dovrà registrare quanto, in meglio e in ascesa come è avvenuto dal tempo della sua costituzione, si verificherà nella nostra Sezione e nella sfera più grande dell ANA tutta». Con l assemblea sezionale del 3 marzo 1980 Luigi Colombo sostituì Antonio Rezia alla presidenza sezionale; Colombo fu il primo presidente sezionale non combattente è quello fu un forte segno di cambiamento dei tempi. Egli si trovò da subito di fronte al gravoso impegno di assicurare alla Sezione la tanto amata sede di via Rovani, che era stata messa in vendita dalla proprietà. E Veci e Bocia seguì con numerosi articoli e cronache la mobilitazione degli Alpini milanesi per raggiungere l impegnativo obiettivo dell acquisto della sede. Novembre

34 Nel marzo 1980 fu pubblicata un edizione speciale di quattro pagine fuori formato (300 mm x 400 mm) dal titolo: Alpini, Amici, salviamo la nostra casa. Oltre all invito del Presidente Colombo per contribuire con quote per l acquisto di mattoni, travi e pilastri, c erano testi di Prisco, Bedeschi, Bazzi e un racconto di Arturo Vita sui primi tempi della sede. Nel numero successivo, il 4-5 estivo del 1980, leggiamo del ritorno di Vitaliano Peduzzi all impegno sezionale dopo il periodo di direzione de L Alpino con un bel testo per incitare i soci agli ultimi sforzi per l acquisto della casa. Il 1980 si chiuse con la bella notizia pubblicata sull ultimo numero dell anno che comunicava a tutti i soci della Sezione l avvenuto acquisto della sede di via Rovani. Il 1981 vide la pubblicazione di alcuni articoli di Peduzzi su temi associativi e civili di grande importanza: lo stile di quei testi, e di quelli da lui scritti negli anni successivi, ne fa dei classici di riferimento del giornalismo alpino. Con il primo numero del 1982 Peduzzi assunse l incarico di direttore di Veci e Bocia che mantenne sino al numero 3 del Nel suo saluto il nuovo direttore ci ricordava uno dei suoi preziosi insegnamenti in tema di comunicazione: «Fare, saper fare, far sapere: è un precetto che vale tanto per gli individui quanto per le comunità. Se non si fa sapere, si sminuisce anche l importanza, spesso il valore, di quello che si è fatto, perché proprio quello che si è compiuto può essere di insegnamento, modello, esempio per altri». Quel numero fu in gran parte dedicato alla Santa Messa in Duomo del dicembre 1981: ben cinque pagine presentano una dettagliata cronaca di Vitaliano Raiteri arricchita da un corposo reportage fotografico di Iginio Basso. L ultima pagina riportava una scheda storica sul generale Luigi Pelloux a cura di Arturo Vita per ricordare il 110 di fondazione delle Truppe Alpine. La nuova direzione apportò un altra novità grafica: le notizie relative ai Gruppi erano intestate con un piccolo simbolo che riproduceva lo stemma del comune di riferimento. Nei numeri di quegli anni si apprezzano le cronache di Vitaliano Raiteri e i contributi fotografici di Iginio Basso e di Gabriele Rognoni, la cui collaborazione assicurò al nostro giornale per molti anni un alto livello di qualità nelle fotografie caratterizzando Veci e Bocia con ampi reportage fotografici. Il numero 4 del 1983 fu tutto dedicato alla chiusura delle celebrazioni del centenario del 5 Alpini, tenutasi a Milano il 18 settembre, e aveva la prima pagina a colori dedicata all Onore alla Bandiere. L ultima pagina fu tutta per un disegno di Giuseppe Novello sul centenario del 5 Alpini. Anche il numero successivo venne in gran parte dedicato al racconto di quella manifestazione con un articolo di Vitaliano Raiteri e il servizio fotografico di Gabriele Rognoni. Novembre

35 La prima e l ultima pagina del numero 4 del 1983 La pagina 5 del numero 4 del 1984 venne intestata: Una staffetta alpina e presentava il cambio di direzione da Vitaliano Peduzzi a Giuliano Perini che fu assistito da una redazione composta da Romano Brunello, Carmine Galli, Gianni Piucco e da Vitaliano Raiteri. Vitaliano Peduzzi assicurò la sua collaborazione come consulente, mentre i servizi fotografici erano ancora curati da Iginio Basso e da Gabriele Rognoni. Con la direzione Perini proseguì il contributo di Vitaliano Peduzzi con articoli sempre pungenti e centrati su temi associativi e civili di rilievo e in quegli anni troviamo un buon numero di articoli firmati da Romano Brunello, sempre più impegnato nell incarico di redattore. Nel 1985 furono pubblicati solo quattro numeri con un ridotto numero totale di pagine: solo 38. Nell archivio di Veci e Bocia non troviamo i riferimenti e la documentazione relativa all assemblea sezionale perché furono stampati e distribuiti ai soci separatamente dal giornale. Questo fu l unico verbale dell assemblea che non venne pubblicato su Veci e Bocia. Nel numero 3 del 1985 troviamo a pagina 2 la notizia dell avvicendamento alla direzione de L Alpino da Mario Bazzi ad Arturo Vita. Nel 1986, dopo sei anni con Luigi Colombo alla guida della Sezione, ci fu il ritorno alla presidenza sezionale di Antonio Rezia che confermò Giuliano Perini alla direzione di Veci e Bocia con l intero Comitato di Redazione. Il 1986 è l anno in cui furono istituite la Protezione Civile dell ANA e la nostra unità sezionale di PC che ebbe da subito evidenza e spazio sulle pagine di Veci e Bocia. Nell ultima pagina dell ultimo numero del 1987 troviamo un appello ai lettori per l invio tempestivo del materiale da pubblicare. Quanto scritto allora è tuttora valido: «Lasciar passare alcuni mesi tra l avvenimento e la sua conoscenza equivale a sbiadirlo. Tacere addirittura l avvenimento è la sottrazione di una esperienza che può essere preziosa per tutti. Ogni Gruppo o settore di attività può nominare un incaricato per le proprie corrispondenze. Non occorrono sfoggi letterari: quello che conta è la sostanza della notizia, la sua tempestività e, assolutamente essenziale, la documentazione fotografica». Nel numero 4 del 1988 il direttore Giuliano Perini annunciò che avrebbe proposto al CDS di ridare l incarico di direttore di Veci e Bocia a Vitaliano Peduzzi, fatto che operativamente avvenne sin dal numero successivo, mentre troviamo il passaggio formale della direzione dal primo numero del Nel nuovo periodo di direzione Peduzzi si avvalse del medesimo Comitato di Redazione che aveva collaborato con Giuliano Perini. Novembre

36 La prima pagina del numero 5 del 1988 portava il titolo I nostri gagliardi sessant anni e aveva in prima pagina una bella foto del monumento all Alpino di Milano: gran parte del giornale fu dedicata proprio alla importante ricorrenza del sessantesimo di fondazione della nostra Sezione. Dopo aver lasciato la direzione di Veci e Bocia, nel 1989 Giuliano Perini subentrò ad Antonio Rezia al vertice della Sezione di Milano e come nuovo Presidente egli confermò Direttore e Comitato di Redazione del giornale. Il 1989 si chiuse con una piccola novità grafica: dalle intestazioni delle notizie relative ai Gruppi venne tolto il piccolo simbolo che riproduceva lo stemma del comune di riferimento. 6.8) Gli anni novanta In questo decennio si mantenne la regolarità nel numero delle uscite del giornale che fu ridotta a quattro per anno, con alcuni numeri in più solo negli anni 1992 e La direzione di Peduzzi nei primi anni novanta si caratterizzò, com era suo solito, da numerosi articoli e da vari contributi tutti riconoscibili dal suo modo di scrivere sempre chiaro e diretto e dal suo sapiente tocco giornalistico. Già dal primo numero del 1990 si evidenziarono due importanti cambiamenti. Con la scomparsa di Sergio Azzimonti, Alpino molto impegnato in Sezione e nella Redazione che fu anche Vice Presidente Sezionale, la stampa fu affidata alla cura di un altra azienda di tradizioni alpine: la A.G. Bellavite s.r.l. di Missaglia e si passò all uso della carta riciclata. Un editoriale del Presidente Perini spiegava che: «Da tempo avevamo recepito la necessità di rinnovare il giornale, di cambiare soprattutto l organizzazione in modo che al lettore, che ci piace pensare attento e pretenzioso, giungesse un giornale più fresco, più immediato». L abbandono della carta patinata venne motivato anche da ragioni economiche per contenere i costi di stampa. Un altra novità grafica fu l uso di un solo tipo di carattere per tutto il giornale, con i titoli omogenei e ben evidenti in grassetto. Nella relazione morale relativa al 1989, il Presidente Perini sottolineava la qualità del giornale ma evidenziava come un grosso problema fosse il ritardo nella consegna ai Soci del giornale «perché non è accettabile che il giornale pervenga nelle mani dei Soci quasi due mesi dopo la stampa». Il problema del ritardo nelle consegne a causa del servizio postale è stato, ed è purtroppo, un problema costante nella vita di Veci e Bocia. Dal numero successivo, il 2 del 1990, Romano Brunello assunse l incarico di Direttore Esecutivo e il Comitato di Redazione fu composto da Aldo Cuniali, Gianni Lodi e da Gabriele Rognoni. Nel numero 3 Romano Brunello presentò la nuova rubrica Leggendo qua e là per proporre «brani di interesse comune o comunque belli da leggere». Nella relazione morale del 1991 il Presidente Perini lamentava la bassa collaborazione fornita al giornale ed evidenziava il merito del Direttore e del Comitato di Redazione nell assicurare la continuità e la qualità del giornale. Nel numero 2 del 1991 iniziò la pubblicazione a cura di Aldo Cuniali di una rubrica/notiziario dedicata a diffondere al meglio le notizie sulle tante iniziative della Sezione e dei Gruppi. Dai numeri di Veci e Bocia dei primi anni novanta si percepisce la tensione della Sezione per il grande evento dell Adunata nazionale a Milano del 1992 e il numero 3 del 1991 si aprì Novembre

37 con un accorato appello del Presidente Perini alla collaborazione di tutti i soci per ben riuscire in quel gravoso impegno. Nello stesso numero, alla pagina 5, troviamo l annuncio di una delle iniziative prese in occasione dell Adunata nazionale a Milano: il Concorso di Letteratura Alpina indetto dal Gruppo di Lacchiarella che nel nuovo millennio vide un intenso impegno della Redazione di Veci e Bocia. Nel 1992, proprio per l Adunata nazionale a Milano, ci fu la pubblicazione di un numero speciale a colori di 32 pagine (più una mappa a colori di Milano) pubblicato gratuitamente dalla Amilcare Pizzi S.p.A.. Oltre ai saluti delle autorità e ai dettagli relativi a quell Adunata nazionale, in questo documento trovate dei testi pregevoli di autori del livello di Mario Bazzi, Giulio Bedeschi, Luigi Colombo, Vittorio Cortese, Peppino Prisco, Antonio Rezia, Arturo Vita e di tanti altri. Vi trovate anche una interessante storia della nostra Sezione e altre notizie ancora oggi interessanti. Il numero 2 del 1992 riportò in prima pagina la grande soddisfazione per l ottima riuscita dell Adunata nazionale e fu dedicato in gran parte al racconto di quel bel successo della nostra Sezione. Ma in quella prima pagina c era anche il commiato dai lettori del Direttore Peduzzi con un testo magistrale in cui ci illustrava il senso della parola alpinità, introdotta proprio da lui nel vocabolario degli Alpini. Con il numero 3 del 1992 Aldo Cuniali subentrò a Vitaliano Peduzzi nella direzione del giornale con Gianni Lodi come Vice direttore. Il Comitato di Redazione era composto da alcuni nomi nuovi per il giornale, ma tutti di ampia garanzia per l alta qualità del loro impegno nell ANA: oltre al Presidente Giuliano Perini c erano Francesco Figel, Cesare Lavizzari, Franco Maggioni e Gabriele Rognoni. Nonostante il gravoso compito di dover assicurare la continuità dopo un nome come Vitaliano Peduzzi, negli anni della sua direzione Aldo Cuniali caratterizzò il giornale per dinamicità, per un alto livello di interesse degli articoli e per un notevole numero di pagine prodotte: più di 80 per anno! In quegli anni troviamo articoli di Prisco che sono tutti da leggere e i primi testi di un giovane Cesare Lavizzari, anche lui avvocato come Prisco, destinato a coprire importanti ruoli nell ANA a livello nazionale. Furono introdotte alcune novità grafiche: le notizie relative ai Gruppi riportavano sempre in testa il nominativo del Capo Gruppo e il colophon in ultima pagina assunse il formato usato tuttora con l elenco dei collaboratori. Nel numero successivo, il direttore Cuniali chiuse scusandosi di non aver potuto pubblicare alcune rubriche e articoli: «Causa la ricchezza della collaborazione da voi manifestata sono costretto a rimandare al prossimo numero il notiziario e l anagrafe sezionale mi scuso di non avervi potuto accontentare tutti e subito, ma allo stesso tempo sono molto fiero che questo sia accaduto». In questo numero, il 4 del 1992, anche le pagine interne furono stampate in due colori: in nero e verde. Novembre

38 Il numero 2 del 1993 raggiunse la considerevole consistenza di ben 24 pagine, primato superato solo dopo quasi 20 anni. Il numero 3 è ricordato per il bel racconto di Franco Melandri che troviamo nelle prime pagine Krusciov, i lupi e una gallina del 42. Il direttore Cuniali raccontò il Convegno della Stampa Alpina che si tenne nel mese di marzo presso la nostra sede sezionale, com era consuetudine in quegli anni e prima che il Convegno diventasse itinerante. Nell estate del 1993 ci fu il cambio tutto milanese nella direzione de L Alpino, che passò da Arturo Vita a Vitaliano Peduzzi. Nell ultimo numero del 1993 in Veci e Bocia comparve la rubrica L opinione del lettore per dare spazio «all opinione del lettore senza impegnare con ciò la linea della Sezione sugli argomenti trattati». Segnaliamo anche l alto numero di lettere nella rubrica Lettere al Direttore. Con quel numero, a causa di impegni di lavoro, Gianni Lodi cessò la collaborazione come Vice direttore e fu presentato il nuovo Comitato di Redazione composto dal Presidente Giuliano Perini e da Giorgio Favini, Francesco Figel, Cesare Lavizzari, Franco Maggioni, Gabriele Rognoni e da Giovanni Battista Sanguineti. Il primo numero dal 1994 ha a pagina 14 il ricordo di Arturo Vita, scomparso nell ultimo giorno del Leggendo le cronache delle assemblee e le Lettere al Direttore di quegli anni, Veci e Bocia ci racconta le tensioni e gli intensi dibattiti su temi allora caldi sia esterni alla Sezione (politica sì, politica no per l ANA), sia interni sul funzionamento della Sezione con la necessità di un nuovo regolamento sezionale. Nel numero 2 del 1994 riapparve, ma solo per quella volta, una sintesi dei lavori del Consiglio Direttivo Sezionale. Annunciato in prima pagina dal Presidente Perini, il numero 3 del 1994 riportava il cambio della direzione da Aldo Cuniali a Roberto Polonia. Nel suo saluto il nuovo direttore invitava i Soci «ad una più stretta collaborazione per RINSALDARE I VINCOLI DI AMICIZIA E COLLABORAZIONE fra tutti i soci». Le parti evidenziate in maiuscolo ci testimoniano come il giornale fosse il termometro del bisogno per la nostra Sezione di un clima di più serena collaborazione. Nei primi numeri gestiti da Roberto Polonia non troviamo indicazioni sul Comitato di Redazione che collaborava con lui. Il giornale tornò a occuparsi in modo prioritario delle attività dei Gruppi e delle realtà sezionali chiudendo la rubrica L opinione del lettore, mentre dal punto di vista grafico ci furono pochi cambiamenti; dalle intestazioni delle notizie sui Gruppi furono tolti i nominativi dei Capi Gruppo. In questo numero troviamo la prima parte della storia del nostro giornale redatta da Romano Brunello che ritornava così a un ruolo attivo nella vita del giornale. Nell ultimo numero del 1994 segnaliamo a pagina 3 la nuova rubrica La terza pagina, presentata dal Direttore Polonia per «farvi conoscere alcune vicende vissute da uomini nostri, vicende loro ma anche nostre, in quanto permeate dagli ingredienti che sono radice e frutto della nostra filosofia». Alla pagina 11 furono pubblicate alcune Norme per l uso di Veci e Bocia, finalizzate a migliorare la collaborazione dei soci al giornale. Il numero 1 del 1995 segnò il ritorno di Luigi Colombo a un intensa collaborazione a Veci e Bocia. Egli curò con regolarità la rubrica La terza pagina sino all anno Da questo numero gli articoli dedicati ai Gruppi furono intestati con il nome del Gruppo su fondo verde, formato utilizzato ancora oggi. Nel numero 2 abbiamo la composizione del Comitato di Redazione che affiancava Roberto Polonia. Il Vice direttore era Daniele Pellizzoni con Luca Geronutti come Segretario di redazione, mentre i redattori erano Romano Brunello, Luigi Colombo, Antonio Fenini, Francesco Figel e Stefano Gandini. In una nota dal titolo: Informare per formare, a pagina 9 dello stesso numero, il Direttore Polonia chiese il parere dei lettori sull impostazione del giornale per meglio rispondere alle loro aspettative. Da questo numero le notizie relative ai Gruppi comparvero sotto la rubrica Vita nei Gruppi. Dal numero 3 del 1995, nella testata di prima pagina comparve l indicazione Periodico della Sezione di Milano dell'associazione Nazionale Alpini. Nel settembre del 1995 Vitaliano Peduzzi passò la stecca della direzione de L Alpino a Cesare Di Dato. Novembre

39 I numeri del 1966 mantennero, chissà per quale ragione, ancora il numero 44 per l anno di uscita. Tale svarione non venne più corretto negli anni successivi, ed è per questo che ricordiamo il sessantesimo anno del giornale nel suo sessantunesimo anno di vita! Il numero 1 del 1996 fu l ultimo stampato solo in verde e nero; seguiranno alcune proposte di uso del colore in prima e ultima pagina ed ecco che finalmente la quadricromia divenne il metodo di stampa dal numero 4 dello stesso anno. I primi due numeri presentavano i primi accenni di stampa in quadricromia, anche se limitatamente alla prima e all ultima pagina. Il numero 2 del 1996 conteneva un inserto di quattro pagine con le sintesi delle relazioni morali dei Capi Gruppo della Sezione. Da quel numero Francesco Figel uscì dal Comitato di Redazione. Nell ultimo numero del 1996 fu presentata la rubrica A ruota libera che Vitaliano Peduzzi curò sino a tutto l anno 2000 per «scrivere a ruota libera, su temi attuali e di interesse generale o particolare, secondo ciò che detta appunto la ruota libera». Ecco una proposta per modificare la testata di Veci e Bocia. Apparve alla pagina 9 del numero 4 del 1996, lo stesso la cui testata è riportata nella prossima pagina. Quel numero introdusse anche delle importanti innovazioni. Finalmente tutte le pagine furono stampate in quadricromia con le pagine assemblate con spillatura: il progetto colore era finalmente giunto in porto! Nella testata in prima pagina comparve il profilo del Duomo di Milano sopra la torre del Castello Sforzesco. La scritta Veci era in colore bianco su sfondo verde e la scritta Bocia era in bianco su sfondo rosso. Le scritte vennero unite con due tratti realizzando così un logo tricolore. In un altra pagina comparve anche una proposta di radicale cambiamento della testata: la storia ci conferma che però quell idea non fu presa seriamente in considerazione! Ed eccoci al La testata del giornale era praticamente quella che i nostri lettori trovano oggi; rimanevano ancora le due linee che congiungevano le parti Veci e Bocia e che sparirono successivo. In quest anno la metodica di lavoro ebbe un importante svolta perché Veci e Bocia fu impaginato in modo elettronico utilizzando le nuove tecnologie informatiche, e con apposito software su computer. Da quel momento allo stampatore verranno passati solo dei dischetti con il giornale in formato digitale e in tempo reale e non più con un intenso Novembre

40 andirivieni di bozze e stampe cianografiche con i relativi tempi di trasmissione fisica della carta tra la Redazione e lo stampatore. L ultimo numero del 1996 in cui compare per la prima volta il profilo del Duomo e il primo del La quadricromia è ormai cosa fatta! Il secondo numero del 1997 ha in prima pagina il ricordo di Mario Bazzi a firma del Presidente Perini. In allegato, in formato staccabile e pieghevole, fu distribuito ai Soci il nuovo regolamento sezionale. Nel mese di giugno venne pubblicato un numero speciale di quattro pagine per raccontare l Adunata nazionale di Reggio Emilia e negli ultimi due numeri la Redazione si ampliò con la collaborazione di Dario Ferro per la composizione del giornale. Il primo numero del 1998 riportava il cambio della Presidenza sezionale da Giuliano Perini a Tullio Tona e fu anche l ultimo stampato su carta riciclata. Dal numero 2 del 1998 si tornò all uso della carta patinata; forse un poco più costosa ma decisamente superiore in termini di qualità e possibilità di conservazione degli archivi. Con il numero 2 del 1998 la carica di Direttore Responsabile di Veci e Bocia passò da Roberto Polonia a Romano Brunello, coadiuvato dal Comitato di Redazione composto dal Presidente Tullio Tona e da Luigi Colombo, Antonio Fenini, Stefano Gandini, Daniele Pellizzoni, Roberto Polonia con Luca Geronutti come Segretario di redazione. Brunello accettò l incarico: «consapevole che Veci e Bocia, pur uscendo con quattro numeri all anno, tiene impegnati costantemente sia sul piano materiale che su quello mentale». Novembre

41 Il 1998 fu l anno del 70 di fondazione della Sezione di Milano e l ultimo numero dell anno conteneva un inserto di 4 pagine tutto dedicato alle cronache degli eventi organizzati per quella ricorrenza. Per quell occasione, agli inizi del 1999 fu pubblicato da Bellavite un volume di 180 pagine, frutto del lavoro di tanti Soci coordinati dall indimenticato Giuseppe Borella con la storia della Sezione, dei Gruppi, dei Cori, della Protezione Civile e dei GSA, in pratica è raccolta tutta la vita sezionale nei suoi primi 70 anni. Nel 1999 l attenzione dei Soci venne focalizzata sui lavori di ristrutturazione della Sede sezionale. Dal primo numero del 1999 riprese con regolarità l informazione sulle attività del Consiglio Direttivo, con la pubblicazione delle sintesi dei verbali di riunione e da questo numero troviamo le vignette di Gigi Rodeghiero: qui a lato la celebre vignetta dell Anasaurus alpestris sulla sospensione della leva Il secondo numero del 1999 riportava la nuova composizione del Comitato di Redazione: oltre al Presidente Tullio Tona c erano Luigi Colombo, Antonio Fenini, Gianluca Marchesi, Roberto Polonia, Gigi Rodeghiero, coadiuvati da Luca Geronutti come Segretario di redazione. Dall ultimo anno del primo millennio la Presidenza della Sezione fu coinvolta nella scelta dei temi del Concorso Letterario di Lacchiarella con la presenza di un suo delegato nella Giuria del premio letterario (il direttore di Veci e Bocia e nell assegnazione del premio al miglior notiziario di Gruppo che diventò da allora premio sezionale con la giuria costituita dal Comitato di Redazione del giornale. La targa del premio al notiziario riproduce la parte centrale della testata del giornale. 6.9) Veci e Bocia del nuovo millennio Al cambio del millennio il nostro giornale aveva raggiunto un buon equilibrio tra le discussioni su importanti tematiche esterne alla Sezione, quali la riduzione degli organici delle Truppe Alpine e la mobilitazione dell ANA per il mantenimento della leva, e quelle interne come la diffusione dell informazione sulle attività degli organismi centrali della Sezione, sui Gruppi e sulle tante altre realtà sezionali. Il numero di uscite per anno si confermava a quattro con qualche eccezione dovuta ai soliti problemi economici e a un esperimento per diventare bimestrale; tentativo che si scontrò ancora con il medesimo ostacolo economico. In questo decennio riprese la pubblicazione di Novembre

42 inserti pubblicitari per finanziare i costi; i pochi e volenterosi inserzionisti rimasero però limitati ad alcuni Soci di grande e buona volontà. Il primo numero del nuovo millennio si aprì con la bella notizia del completamento della ristrutturazione della sede sezionale che diventava pienamente agibile e funzionale. Una vignetta di Gigi Rodeghiero nella prima pagina del numero 3-4 del 2000 illustrò bene la contrazione nelle uscite di quell anno per ragioni di contenimento dei costi. Con il 2001 si tornò alle quattro uscite annuali ma purtroppo senza più le interessanti rubriche La terza pagina e A ruota libera curate da Luigi Colombo e da Vitaliano Peduzzi e l ultimo numero dell anno chiuse con la triste notizia della scomparsa di Peppino Prisco. In occasione del 50 di fondazione del giornale, nel numero di aprile 2002 furono pubblicati in prima pagina un articolo dedicato alla ricorrenza e la riproduzione della prima pagina del numero 1 del In questo numero ben otto pagine vennero dedicate all assemblea sezionale. Il numero 2 del 2002 presentò un nuovo Comitato di Redazione composto da Antonio Fenini, Gigi Rodeghiero e da Giuseppe Semprini, e conteneva un allegato di quattro pagine pieghevoli e staccabili con il nuovo regolamento sezionale. Nel mese di febbraio 2002 fu pubblicato un supplemento di 16 pagine in formato A4 per presentare ai Soci della Sezione l ottimo risultato degli sforzi per la ristrutturazione della sede sezionale. L anno chiuse con il numero 3-4, limitando a tre le uscite ancora per ragioni di contenimento dei costi. Il 2003 potrebbe definirsi un anno di normale attività per Veci e Bocia, se non fosse che il numero 2 ha la prima pagina dedicata al cambio nella direzione con Gianni Papa che divenne direttore esecutivo mentre Romano Brunello rimaneva ancora Direttore Responsabile. Il Comitato di Redazione che affiancava il nuovo direttore era composto da: Bruno De Gregorio, Antonio Fenini, Giovanni Frattini, Graziano Masperi e da Gigi Rodeghiero. Nel suo saluto il nuovo Direttore indicava che: «l obiettivo che mi propongo di raggiungere nel rispetto e nell aderenza alle direttive dell ANA è semplice ma impegnativo: mantenere l alta qualità del giornale mediante l aumento dello scambio di informazioni e di conoscenze, con l ambizioso traguardo di riuscire ad aumentare ancora il senso di appartenenza alla Sezione utilizzando al meglio quel grande capitale che è in tutti noi: la nostra esperienza». Novembre

43 Il terzo numero del 2003 fu dedicato ai 75 anni della Sezione, con l evidenza in prima pagina degli interventi di coloro che avevano guidato la Sezione come presidenti. Iniziò anche il risalto della partecipazione a momenti importanti della vita associativa nazionale quali il Convegno della Stampa Alpina con un testo di Cesare Lavizzari e l Assemblea dei Delegati con l intervento di Gianluca Marchesi. Dal successivo numero fu riportato in prima pagina l editoriale del direttore e in ultima pagina il colophon evidenziò l ingresso nel Comitato di Redazione di Giuseppe Semprini come delegato dal Presidente. Nel 2004 ci fu il cambio al vertice della Sezione: Giorgio Urbinati subentrò a Tullio Tona e ne troviamo la giusta evidenza nel primo numero dell anno in cui i testi relativi all assemblea sezionale vennero stampati su sole due colonne. In questo numero un articolo di Gigi Rodeghiero presentò il nuovo sito internet della Sezione con delle pratiche istruzioni per l uso. Il nostro sito sezionale fu il primo ad allinearsi alle direttive nazionali attivando un sottodominio di ana.it. Con il rinnovato sito l ambito della comunicazione sezionale si era prontamente ampliato all uso dei nuovi strumenti informatici e Veci e Bocia si allargò con l edizione on-line pubblicata solo nel sito Internet della Sezione. Si riuscì in questo modo a dare evidenza a tutto il materiale giunto in redazione e che, per mancanza fisica di spazio su carta o perché i temi trattati non erano di interesse generale, non si riusciva a inserirli nell edizione su carta. Venne da subito evidenziato che l edizione online di Veci e Bocia «non rispecchia necessariamente i contenuti di quella stampata, che rimane sempre e comunque la versione ufficiale e la voce della Sezione». Nel sito fu resa possibile la visione dei numeri di Veci e Bocia archiviati elettronicamente come file pdf. Il primo numero del 2004 aveva a pagina 11 il ricordo di Franco Giansiracusa che aveva diretto Veci e Bocia tra il 1971 e il Nel numero 2 del 2004 si trova in prima pagina un vero e proprio scoop giornalistico di Veci e Bocia : la prima intervista al Presidente nazionale Corrado Perona appena un paio di ore dopo la sua elezione. In questo numero troviamo anche un ampia descrizione del contributo dato dalla nostra Sezione al Convegno della stampa alpina (CISA) all Aquila. Veci e Bocia propose delle interessanti interviste sia ai neo eletti presidenti nazionale e sezionale, sia (nel numero successivo) ai presidenti rientrati nei ranghi. Dallo stesso numero 3 del 2004 Gianni Papa divenne direttore responsabile mentre Romano Brunello assicurava l apporto della sua esperienza in un ruolo di coordinamento. Nel 2004 la redazione ampliò la propria attività organizzando un incontro per trasmettere ai Soci della Sezione che si occupavano dei notiziari di Gruppo, i principi di tecnica giornalistica acquisiti negli incontri con Gian Gaspare Basile de L Alpino. L attività formativa proseguì con alcuni incontri realizzati presso la sede del Gruppo di Bareggio per esporre ai quadri sezionali i principi di gestione delle strutture organizzate e dei progetti. L ultimo numero dell anno aveva in prima pagina il saluto a Vitaliano Peduzzi, un grande Alpino che tanto aveva dato all ANA e alla nostra stampa. Il 2005 iniziò con un altra novità grafica: dal primo numero apparve ben evidente il logo dell ANA nella testata, sotto la lettera V della scritta Veci. Lo stesso numero ricorda in prima pagina Luigi Colombo che nella sua attività per il giornale ci lasciò tanti interessanti articoli nella rubrica La terza pagina. Quell anno vide la redazione di Veci e Bocia ancora impegnata sul fronte formativo con l incontro tenutosi a Lacchiarella il 5 giugno per parlare di tecniche giornalistiche. Negli anni successivi la prima parte della mattinata del giorno della premiazione del Concorso Letterario di Lacchiarella venne dedicata a incontri formativi sui temi della comunicazione, e il materiale Novembre

44 preparato e illustrato in quegli incontri è stato reso disponibile nel sito della Sezione nella pagina dedicata alla formazione. Nello stesso anno riprese la rubrica I nuovi Capigruppo, con foto e breve curriculum dei nuovi responsabili dei Gruppi. La prima pagina dell ultimo numero del 2005 fu dedicata al ricordo di Romano Brunello, andato avanti per un male incurabile. Nella seconda metà dei primi anni duemila il lavoro di Redazione fu caratterizzato da un progressivo e più intensivo uso delle tecniche di lavoro virtuali: l intenso uso della posta elettronica rese pressoché inutili le riunioni di redazione e molto rapido lo scambio di informazioni e commenti. Anche il materiale ricevuto in redazione si è via via trasformato da scritti su carta a file elettronici. Sono stati completamente eliminati le stampe delle bozze intermedie e gli archivi cartacei. A parte qualche rara eccezione, negli ultimi anni la sola carta che ha girato in redazione è stata quella dei moduli compilati dai Gruppi e inviati alla Segreteria sezionale per le comunicazioni anagrafiche. In preparazione e in occasione dell 80 di fondazione della Sezione, tra il 2006 e il 2009 furono pubblicati i profili delle figure di alpini che hanno avuto ruoli importanti per la nostra Sezione, anche se talvolta il loro lavoro fu poco visibile: «abbiamo ritenuto importante utilizzare al meglio l opportunità del nostro mezzo informativo per proporre un progetto, un percorso di preparazione che, numero dopo numero, ci conduca meglio preparati a questo importante avvenimento». Furono così realizzate, quasi tutte a cura di Giuseppe Semprini, 14 schede storiche sui grandi uomini della nostra Sezione che sono state rese disponibili nel sito sezionale. Giuseppe Semprini è stato anche l autore di alcune interessanti interviste che hanno arricchito il materiale documentale apparso su Veci e Bocia. Nel secondo numero del 2006 il Direttore illustrò la nuova linea editoriale: «confermando che l ambito del nostro lavoro include il supporto ai Gruppi per migliorare la comunicazione; la nostra esperienza è quindi a disposizione di tutti i Gruppi». Egli presentò anche il nuovo Comitato di Redazione composto dal Presidente Giorgio Urbinati, Carlo Barberi, Sandro Bighellini, Fabiano Folcio, Gigi Rodeghiero, Giuseppe Semprini, e, come Collaboratori di Redazione, da Bruno De Gregorio, Giovanni Frattini e Tullio Tona. Un altra importante novità dal 2006 fu la comparsa nell organigramma sezionale della voce Informazione sezionale che comprendeva Veci e Bocia e il sito Internet milano.ana.it con i rispettivi responsabili. Non fu un atto per sminuire l importanza del giornale, ma il riconoscimento che l impegno della Sezione nell informazione doveva adeguarsi ai tempi e ai nuovi strumenti comunicativi. Nel 2006 alla rubrica dedicata ai nuovi Capigruppo si affiancò quella dedicata a I nuovi Consiglieri. Nel 2007 le uscite di Veci e Bocia si limitarono a tre per ragioni di bilancio, e dal numero 2 la Redazione diminuì di consistenza numerica e non comparvero più i Collaboratori di Redazione. Nel 2008 si ebbe un altro cambio dell azienda che stampa Veci e Bocia ; dopo 18 anni alla A.G. Bellavite di Missaglia subentrò un altra azienda di buone radici alpine, la Prontografing srl di Milano che dal 2010 assunse la nuova ragione sociale: EffeTi Servizi srl. Dal numero 2 Dario Bignami, un giovane alpino con tanta voglia di scrivere, entrò a far parte della Redazione. Un boxino in seconda pagina del numero 3 informava che era stata aperta la casella di posta elettronica veciebocia@anamilano.it, dedicata alla redazione e voluta per alleggerire il carico di lavoro della Segreteria sezionale. Nei primi numeri del 2008 troviamo un buon numero di testi per focalizzare l attenzione e l interesse dei soci verso l importante evento del Raduno di Raggruppamento di Vigevano. Novembre

45 Proprio a questo scopo comparve come sfondo della prima pagina, un logo appositamente preparato per l 80 della Sezione, con la sagoma stilizzata del Duomo di Milano e il numero 80 che ha come apice il logo dell ANA. Nel numero 3 del 2008 il logo venne sostituito dal disegno di Novello che ricorda la nascita della Sezione di Milano. Negli anni successivi, nelle pagine del giornale saranno presentati ai lettori altri loghi per ricordare momenti e ricorrenze importanti. Ricordiamo quello utilizzato nel 2011 per il 150 dell unità d Italia, ideato dal Presidente della Sezione di Novara Antonio Palombo, quello ideato da Riccardo Talleri per il 140 di fondazione delle Truppe Alpine e infine quello creato da Gigi Rodeghiero per il 60 di Veci e Bocia. In occasione del Raduno di Raggruppamento, la Redazione di Veci e Bocia organizzò, presso la sede del Gruppo di Abbiategrasso, un incontro tra i referenti della stampa alpina sia di Gruppo sia di Sezione del 2 Raggruppamento per discutere delle esperienze acquisite in tema di comunicazione e divulgazione. Il numero 4 del dicembre 2008 diede ampio risalto alla cronaca per il Raduno del 2 Raggruppamento, organizzato dalla nostra Sezione e tenutosi a Vigevano proprio in occasione del nostro 80 anniversario sezionale. Nello stesso numero, alle pagine 6 e 7, troviamo la bella documentazione fotografica della cerimonia comune tenutasi il 4 novembre presso tutti i Gruppi in occasione del 90 anniversario della Vittoria nella guerra Nel 2009, alle pagine 8 e 9 del terzo numero, troviamo la documentazione fotografica di un altro momento comune per la ricorrenza del 90 dell ANA. Nell intestazione il Direttore espresse il proprio disappunto per le poche fotografie ricevute che non avevano permesso di dare il quadro completo di quanto fatto dai Gruppi della Sezione. L ultimo numero del 2009 diede ampio risalto alla cerimonia di beatificazione di don Carlo Gnocchi, tenutasi solennemente in Piazza del Duomo a Milano alla presenza di numerosissimi Alpini. Anche il 2010 è stato un anno di cambiamento per Veci e Bocia e per la Sezione. Cominciamo dal giornale: nel suo editoriale il Direttore comunicava che: «per migliorare la tempestività dell informazione, la Sezione ha deciso di aumentarne le uscite con l obiettivo di sei numeri annuali Questo impegno comporta però altri costi che non si vuole far ricadere sulle quote associative; la Sezione ha così deciso di accettare alcuni inserti pubblicitari i cui contributi serviranno a compensare le maggiori spese». Nel giornale ritornava così la pubblicità dopo circa 35 anni e i primi inserzionisti sono stati dei Soci ai quali va ancora la nostra riconoscenza per il supporto dato al giornale. Già dal primo anno però si rilevò che non si sarebbe riusciti a coprire le spese di sei numeri anche perché nel mese di marzo, subito dopo una tornata elettorale, un brusco rialzo delle tariffe postali rese praticamente inutili i vantaggi economici derivati dagli inserti pubblicitari. E così, dopo le cinque uscite del 2010, il giornale tornò agli abituali quattro numeri per anno. Il numero 1 di marzo 2010 diede notizia del cambio del Presidente sezionale: Luigi Boffi subentrava a Giorgio Urbinati. Con il nuovo Presidente il Consiglio Direttivo Sezionale confermò la composizione della redazione di Veci e Bocia. Dal secondo numero del 2010 il Comitato di Redazione assunse la composizione ancora attuale. Oltre al Presidente Luigi Boffi, il Comitato era composto da Sandro Bighellini, Dario Bignami, Gigi Rodeghiero e da Giuseppe Semprini. Nel 2010 comparvero alcune nuove rubriche suggerite negli incontri di Raggruppamento dei nostri Gruppi e si attivò il Calendario attività dei Gruppi, divenuto un interessante e conciso informatore delle moltissime iniziative nel territorio della Sezione. Dal 2010 la redazione si attrezzò con un computer portatile Apple dotato di software specializzato per l impaginazione del giornale; in questo modo il trasferimento dei file del giornale alla tipografia è stato velocizzato e il processo di modernizzazione del metodo di lavoro per la preparazione del giornale può essere considerato completato. Nel giugno 2010 la Redazione di Veci e Bocia pubblicò un Quaderno formativo su come rendere efficaci le riunioni, attività cui dedichiamo una notevole parte del nostro impegno Novembre

46 associativo; pubblicazione disponibile nel solo formato elettronico nel sito della Sezione. L anno si chiuse con il primato di ben 92 pagine stampate nei cinque numeri del giornale! Siamo quasi alla fine del nostro racconto e passiamo ora al Con la ricorrenza del 150 anniversario dell unità d Italia, tutti numeri dell anno vedono una piccola modifica grafica alla testata: in alto a destra sopra scritta Bocia appare il logo del 150 ideato da Antonio Palombo, Presidente della Sezione di Novara, logo che ben rappresentava l impegno degli Alpini per l Unità d Italia. La capacità comunicativa della Sezione si ampliò ancora e troviamo la notizia dell apertura di una pagina Facebook dedicata alla nostra Sezione. Aumentarono le collaborazioni al giornale e, nonostante la piccola riduzione nel numero totale di pagine, il numero degli articoli pubblicati nell anno si posizionò poco sotto ai 300! Si registrò anche un significativo aumento delle notizie relative ai Gruppi: il primo numero del 2011 aveva notizie da ben 20 Gruppi. Alle pagine 8 e 9 del secondo numero troviamo la documentazione fotografica dai Gruppi del momento comune del 17 marzo per la ricorrenza del 150 dell unità d Italia. Nei numeri dell anno troviamo inviti a pubblicare inserzioni pubblicitarie, evidenza che il basso numero di alcuni Soci di grande e buona volontà non era ancora sufficiente a contribuire in maniera determinante a coprire i costi del giornale. Con l ultimo numero del 2011 si raggiunse ancora il primato nel numero di pagine, ben 24, primato che venne poi superato dai successivi due numeri del Verso la fine del 2011 fu lanciata ai Capi Gruppo una richiesta da diffondere ai Soci che venne riportata anche sul foglio informativo della Segreteria sezionale Notizie dal Fronte - gennaio 2012: Veci e Bocia era alla ricerca di un logo per ricordare il sessantesimo. Nel 2012 il logo del 60 di Veci e Bocia apparve in alto a destra sempre sopra la scritta Bocia, mentre nell intestazione delle pagine interne, lo stesso logo era accompagnato da quello del 140 di costituzione delle Truppe Alpine; il numero 2 contiene un inserto speciale di otto pagine dedicato a questa ricorrenza. Il logo del 60 riporta l acronimo VeB che è quello utilizzato dalla redazione nello scambio dei messaggi. Non vogliamo essere puristi, ma osserviamo che talvolta per unire le parole Veci e Bocia in alcuni testi viene utilizzata in modo improprio la & commerciale invece che la semplice e. Ecco il logo ideato da Riccardo Talleri che ha accompagnato i numeri di Veci e Bocia per i 140 anni di costituzione delle Truppe Alpine Con i primi due numeri del 2012 Veci e Bocia raggiunse e superò il primato nel numero di pagine: il numero 1 ne aveva ben 28, mentre il numero 2 è il più voluminoso della storia del nostro periodico con ben 32 pagine, di cui 8 dedicate all inserto speciale per il 140 delle Novembre

47 Truppe Alpine. Record anche nelle presenza di notizie dai Gruppi, con notizie da ben venticinque Gruppi! Una conseguenza dell aumento del numero di pagine è stata la necessità di utilizzare carta più leggera per contenere il peso del giornale e le spese di spedizione. Allo scopo di «far avere ai lettori in forma sintetica informazioni che altrimenti si perderebbero nell attesa che qualcuno di buona volontà ci faccia avere le classiche quattro righe», nel primo numero del 2012 riprese la pubblicazione della rubrica Notizie in breve. Alla pagina 17 troviamo un testo che apriva il sessantesimo del nostro periodico con un ricordo di Dante Belotti, il promotore di Veci e Bocia. Nel secondo numero del 2012 continuò la ripresa di rubriche da tempo scomparse, quale Echi dall Adunata. In questo numero venne dato risalto all inaugurazione della Casa per Luca a Gravellona Lomellina, con l evidenza dell impegno del Gruppo di Vigevano-Mortara e di alcuni Soci della nostra Sezione. Il numero è arricchito da un inserto di otto pagine dedicato al 140 delle Truppe Alpine con la proposta di «alcuni testi che ben descrivono noi Alpini, la nostra ragione di esistere, il nostro modo di essere e i nostri valori». Oltre ai testi di Gianni Oliva, Giulio Bedeschi, Vitaliano Peduzzi, Gianni Papa, Gianni Longo, Raniero Nebbia e Matteo Miotto, trovate anche alcune schede storiche sul generale Perrucchetti e sul suo monumento preparate a cura del Gruppo di Cassano d Adda. Di questo inserto ne è stata pubblicata anche un edizione speciale distribuita ai partecipanti del 16 CISA tenutosi a Costalovara nel mese di settembre 2012, e ne è stata realizzata una versione elettronica in formato fascicolo di 24 pagine in formato A4, disponibile nel sito internet della Sezione e facilmente stampabile per agevolare il lavoro dei responsabili sezionali al fine di divulgare e far conoscere meglio la realtà degli Alpini anche al di fuori dell ANA. Con l ultimo numero del 2012 si giunge così alla fine di questa nostra storia. Il numero 4 del 2012 conteneva un inserto di otto pagine tutto dedicato ai sessant anni di Veci e Bocia. Nell inserto trovate i primi cinque capitoli di questo Quaderno e la storia di Veci e Bocia preparata in modo sintetico da Sandro Bighellini. L anno del sessantesimo si è chiuso con cifre da record: in soli quattro numeri sono state stampate ben 108 pagine con 385 articoli e notizie e due inserti di otto pagine ciascuno. Oltre a questo, sono stati prodotti altri Quaderni web resi disponibili nel sito internet della Sezione: il primo raccoglie le schede storiche sui grandi uomini della nostra Sezione con altre schede, mentre il secondo è dedicato al medagliere della Sezione, con testi e biografie sulle Medaglie d Oro e sulle decorazioni che fregiano il nostro Vessillo. Novembre

48 Questa è la fotografia in anteprima del DVD con la raccolta storica di Veci e Bocia in uscita nel mese di dicembre In questo disco è stato reso disponibile in formato pdf l intero archivio delle pubblicazioni dal 1952 al 2012, con un dettagliato catalogo degli articoli e delle notizie che ne che permette la ricerca. Ci sono anche alcuni rari documenti che parlano della nostra Sezione e i contributi dati dai Comitati di Redazione alla vita della nostra Sezione in ambito divulgativo e formativo. Per questo successo editoriale della nostra Sezione vogliamo ringraziare gli Alpini e gli Amici che a vario titolo hanno contribuito al lungo lavoro di preparazione e messa a punto di questo lavoro. Un grazie va anche a tutti coloro che, procurandosi una copia del DVD, contribuiranno a mantenere viva la memoria storica di quanto fatto dagli Alpini milanesi. Novembre

49 7. CONSIDERAZIONI FINALI 7.1) Sessanta o sessantuno? Abbiamo sempre asserito che Veci e Bocia compie sessanta anni, ma in realtà nel 2012 ne compie effettivamente sessantuno perché nel 1996, e non ne abbiamo ancora capito il motivo, il giornale fu numerato come 44 anno, numerazione già utilizzata per il Da quel momento in poi la numerazione è continuata in modo progressivo, evitando discontinuità e indicando così un anno in meno di effettivo servizio. In questi primi sessanta anni di vita il nostro periodico ha saputo ben raccontare, con sempre più ricchezza di argomenti e nei suoi tanti diversi aspetti, la vita della Sezione, dei suoi Gruppi, dei Cori, dei Gruppi Sportivi, dell Unità di Protezione Civile, del Servizio d Ordine, del Gruppo dei giovani e delle tante altre magnifiche realtà sezionali. Se i primi anni furono sostanzialmente caratterizzati da un impronta reducistica, nel tempo Veci e Bocia ha rispecchiato fedelmente le trasformazioni della realtà associativa, documentando i cambiamenti avvenuti nell Associazione Nazionale Alpini. Veci e Bocia ha mantenuto costanti nel tempo alcune caratteristiche quali l impostazione della testata in prima pagina e le dimensioni dei suoi fogli. Più volte è stato proposto alla Redazione di passare a un formato meglio archiviabile, come quello utilizzato da L Alpino. Abbiamo preferito non cambiare le dimensioni e consegnarlo ai lettori ancora piegato in due perché, quando riceviamo a casa Veci e Bocia e abbiamo tolto il cellofan, è esperienza comune aprire con interesse il giornale come si aprirebbe un importante quotidiano nazionale e osservare per qualche attimo la prima pagina; non abbiamo voluto togliere ai nostri lettori il piacere di questo semplice gesto che dona, anche se solo per un attimo, la sensazione di avere tra le mani un giornale importante. I sessant anni di vita del nostro periodico sono stati caratterizzati dalla costante sintonia con il nostro periodico nazionale di riferimento. Lo testimonia il fatto che ben tre direttori de L Alpino - Arturo Vita, Mario Bazzi e Vitaliano Peduzzi - oltre ad essere stati figure di rilievo nella vita della nostra Sezione, furono anche Direttori di Veci e Bocia. Una curiosa coincidenza storica sta nel fatto che per queste testate alpine Vitaliano Peduzzi ne fu il direttore per due volte e in due periodi diversi. 7.2) Gli archivi Non sarebbe stato possibile scrivere questa storia e nemmeno preparare il DVD di prossima uscita con la raccolta digitale di tutti i numeri del giornale, se non avessimo avuto a disposizione gli archivi cartacei di Veci e Bocia. Sono state utilizzate le raccolte storiche su carta disponibili presso il Gruppo di Cassano d Adda e presso la Sede sezionale (cui mancano purtroppo un paio di numeri), anche se si può ritenere che esistano altre raccolte fatte da alcuni nostri Soci. Per fare un riscontro del materiale disponibile in Segreteria sezionale e recuperare i numeri mancanti, è stato utilizzato l archivio realizzato a suo tempo da Luciano Gandini e messoci cortesemente a disposizione dalla famiglia. Abbiamo così potuto ancora constatare come la passione di Luciano Gandini per gli Alpini e per l ANA sia stata preziosa e generatrice di aiuto a noi, suoi Bocia, anche dopo anni dalla sua scomparsa. Non è invece disponibile un archivio dei documenti (lettere, comunicazioni, corrispondenza, bozze) che sono serviti per comporre i tanti numeri del nostro giornale; ogni direttore ne ha fatto ciò che riteneva opportuno lasciando solo i giornali come prodotto finito di quell immensa mole di lavoro, tenacia e pazienza servita per produrre le oltre 3500 pagine e i circa 350 numeri di Veci e Bocia in tutte le sue forme. Novembre

50 È proprio attraverso le raccolte di Veci e Bocia che si ha la storia documentata degli ultimi sessanta anni di vita della Sezione e dei suoi Gruppi, e Vi invitiamo a dedicare del tempo per rileggere i vecchi numeri del nostro periodico; dal racconto di quanto fatto dai nostri Veci, i Bocia potranno trovare interessanti suggerimenti per le attività delle tante realtà associative. Come avete potuto leggere nel racconto della storia di Veci e Bocia, la nostra esperienza di Redazione lo ha ben dimostrato. Comprendiamo che una difficoltà può essere la disponibilità di un archivio come quello presso la Segreteria sezionale, ma tra breve quegli archivi potranno essere anche nel vostro computer. In occasione del 60 di Veci e Bocia, la Sezione di Milano pubblicherà un DVD con la raccolta digitalizzata di tutti i numeri e di tutte le pubblicazioni speciali e on line avvenute in questi sessant anni, con un catalogo degli oltre dodicimila articoli pubblicati su Veci e Bocia che ne faciliterà la ricerca. Per ogni numero pubblicato, oltre alla disponibilità dei testi degli articoli, si potranno trovare altri dettagli quali: i nomi dei direttori, i componenti del comitato di redazione e degli innumerevoli collaboratori che hanno contribuito alla vita e al successo del nostro Veci Bocia. Questo DVD renderà fruibile per la consultazione tutto il grande patrimonio che gli Alpini della Sezione hanno capitalizzato nel nostro Veci e Bocia e sarà in distribuzione entro la fine dell anno. Ve lo proponiamo sin da ora come un ottima occasione per fare un regalo di Natale veramente originale. 7.3) Il lavoro di Redazione Parliamo ora del lavoro di redazione che serve a produrre il nostro giornale. Nel nostro operare per il giornale abbiamo spesso potuto constatare come quanto fatto anni fa dai nostri Veci sia utile oggi a noi Bocia : sono stati innumerevoli gli aiuti che abbiamo tratto dalle pagine ingiallite di Veci e Bocia per risolvere problemi o dubbi sul come proseguire o sul come meglio impostare il giornale. Un chiaro esempio è dato dalla riapertura di rubriche lasciate a riposo per anni come: Notizie in breve, Echi dall Adunata, I racconti di Veci e Bocia, Le poesie di Veci e Bocia, mentre altre rubriche - come l Anagrafe sezionale e i rendiconti del Consiglio Direttivo Sezionale - sono state presenti, talvolta con periodi di interruzione, sin dai primi numeri. L attività della redazione si è ampliata nel tempo per supportare la Sezione nel campo della comunicazione e della divulgazione per far meglio conoscere l ANA. Nel 2004 furono presentati alla Festa sezionale a Milano dei cartelloni realizzati come pagine di Veci e Bocia, che in pochi esemplari davano le informazioni essenziali sull ANA e sulla nostra Sezione. La buona abitudine di esporre queste informazioni per farci conoscere meglio fu adottata anche da alcuni Gruppi in occasione dei loro eventi locali. Dal 2003 la redazione ha rappresentato la Sezione ai CISA i Convegni Itineranti della Stampa Alpina dell ANA dandone evidenza nelle pagine del giornale. Dal 2004 l attività dei Comitati di Redazione è stata documentata dalle relazioni annuali presentate dal Direttore responsabile al Presidente e che sono disponibili presso la Segreteria sezionale. Dal 2008 la Redazione supporta la Segreteria sezionale per la preparazione di comunicati e conferenze stampa in occasione di avvenimenti di rilievo. Dai media a livello nazionale che si occupano della Città di Milano, troviamo con sempre maggior frequenza la diffusione di notizie che ci riguardano tratte proprio da quei comunicati. Nel 2008 la redazione curò la preparazione del materiale presentato e diffuso durante la conferenza stampa per il Raduno del 2 Raggruppamento, tenuta presso il Comune di Vigevano. Novembre

51 Nel nostro sito sezionale c è poi l evidenza dei contributi formativi dati dalla Redazione di Veci e Bocia che potrete trovare anche nel DVD di prossima pubblicazione. Dal punto di vista tecnico, il lavoro della redazione si è evoluto seguendo l andamento delle moderne tecniche di comunicazione e negli ultimi anni è diventato tutto virtuale, con intensi scambi di posta elettronica che hanno consentito di render minima la necessità di riunioni fisiche e di eliminare del tutto le bozze intermedie e gli archivi cartacei. L attiva presenza di Gigi Rodeghiero nel Comitato di Redazione ha reso possibile, grazie alle sue abilità grafiche, poter comporre il giornale in casa, fornendo direttamente allo stampatore il giornale finito in formato elettronico. Questo metodo di lavoro ha permesso di ridurre i costi di composizione grafica perché non era più necessario il lavoro di un tecnico esterno, e soprattutto ha permesso di poter impaginare il giornale come si voleva, evitando le perdite di tempo per il ripetuto passaggio di bozze tra la stamperia e la redazione. Gigi riesce a far quadrare ogni volta gli spazi a disposizione per gli articoli e le foto che gli pervengono, riuscendo sempre a mandare alle stampe un prodotto finito di qualità in linea con le esigenze di una Sezione all avanguardia come quella di Milano. L intesa e la collaborazione con il Webmaster del nostro sito internet che è ancora Gigi Rodeghiero - sono state intense e di successo, permettendo di realizzare un archivio consultabile dal web e le versioni On-line del giornale. Pensiamo sia ora doveroso citare i componenti dell attuale Comitato di Redazione che dal 2010 seguono con impegno, attenzione e passione la vita del giornale. - Sandro Bighellini: la voce della Redazione tra i Capigruppo e l autore del testo di riferimento di questa storia, - Dario Bignami: il nostro infaticabile e iperproduttivo redattore, - Gigi Rodeghiero, appassionato fotografo che assembla puntualmente Veci e Bocia, - Giuseppe Semprini, che ha realizzato preziosi contributi con le schede storiche sulle figure di Alpini di rilievo della nostra Sezione e con numerose interessanti interviste. 7.4) Qualche dato statistico Per chi ama la statistica, tra il primo numero del 1952 e l ultimo numero del 2012 ci sono due secoli e due millenni diversi, sessantuno anni di vita del giornale, dodici Direttori responsabili con otto Presidenti sezionali, una sessantina di componenti dei Comitati di Redazione, più di un migliaio di autori, otto tipografie per la stampa, 330 numeri su carta e 36 versioni on-line, pagine su carta e 157 on-line, articoli su carta e 79 on-line, si può ben dire che sono stati sessant anni proprio impegnativi! Abbiamo poi stimato che sono state stampate in tutto più di 10,5 milioni di pagine di Veci e Bocia con una quantità di carta che avrebbe potuto ricoprire 65 campi da calcio, e che sarebbero stati necessari un paio di lunghi TIR per trasportare tutte le copie stampate. Per chi è invece attento agli aspetti economici, riportiamo che i costi del giornale si sono mantenuti abbastanza costanti nei decenni, ponendosi intorno al 9-10% del totale delle spese della Sezione. In termini assoluti, l importo annuo della voce di spesa per Veci e Bocia riflette la tiratura del giornale - e quindi l andamento del numero dei Soci per le spese di stampa e spedizione - che è passata dalle copie circa dei primi anni alle recenti copie per numero. Dalle Lire (290 Euro) del 1952, che attualizzati sono circa Euro per le iniziali copie, si è arrivati ai circa Euro degli ultimi anni per copie. A solo titolo di confronto, rapportando il valore della spesa totale al numero di copie stampate, il costo degli ultimi anni sarebbe da ridurre a circa Euro, cifra inferiore a quella attualizzata del In pratica, negli ultimi decenni spendiamo di più solo perché la tiratura del giornale è più che raddoppiata (2,6 volte) rispetto agli anni iniziali. Ma sui costi è bene evidenziare che il nostro periodico ha avuto la continua attenzione delle presidenze e dei Soci che hanno sempre assicurato le necessarie risorse, anche se in qualche anno, per contenere i costi, si è saggiamente deciso di ridurre il numero delle uscite. Novembre

52 7.5) Ringraziamenti Concludiamo questo Quaderno sulla storia del nostro giornale sezionale ricordando che sono stati molti i componenti dei Comitati di Redazione e moltissimi i collaboratori e gli Alpini e Soci che in questi anni, a vario titolo, hanno dato validi contributi alla preparazione del giornale. È impresa ardua citarli tutti in poco spazio e ci ridurremo a fornire un elenco di nomi con il rischio di dimenticare qualcuno. A tutti loro va un sentito grazie di cuore per quanto hanno fatto e dato nel costruire la storia del nostro Veci e Bocia con il metodico lavoro di redazione degli articoli. Un grazie va ai Presidenti e ai tanti Consiglieri sezionali che sono stati vicini al giornale, e un altro grazie alla Segreteria sezionale per il continuo contributo di pazienza per assecondare le richieste della Redazione, per l assistenza nello smistamento della corrispondenza e per la qualificata gestione amministrativa del giornale. Grazie infine a tutti Voi Soci e lettori per l attenzione che ci avete dedicato: Vi diamo appuntamento al prossimo importante anniversario e continuate a leggere Veci e Bocia! La Redazione di Veci e Bocia Tanti cari auguri, Veci e Bocia! Novembre

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