Cento tentati suicidi dietro le sbarre Il Sappe: A Bologna 12 salvataggi Il sindacato della Penitenziaria rilancia l emergenza detenuti

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Fabiano Morini
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1 16 marzo 2013 PAG. XIII Cento tentati suicidi dietro le sbarre Il Sappe: A Bologna 12 salvataggi Il sindacato della Penitenziaria rilancia l emergenza detenuti di Alessandro Cori UN CENTINAIO di tentativi di suicidio dietro le sbarre, di cui 12 nel carcere di Bologna, quasi 11mila manifestazioni di protesta, 81 agenti della Penitenziaria feriti e costretti a lavorare a ranghi ridotti. È il report delle carceri dell Emilia Romagna attraverso i dati diffusi dal segretario aggiunto del sindacato Sappe, Giovanni Battista Durante. Nel 2012 ci sono stati 101 tentativi di suicidio sventati dalla Polpenitenziaria, tre le persone decedute e 628 sono stati gli atti di autolesionismo da parte dei detenuti. Ma nelle carceri regionali si contano anche 273 episodi di colluttazioni, di cui 100 solo alla Dozza, dove lo scorso anno 46 agenti sono stati feriti. Il dato che riguarda gli atti di autolesionismo è uno di quelli a cui il Sappe guarda con più preoccupazione: l Emilia Romagna è infatti da meno solo rispetto a Toscana (1.236) e Lazio (668). «Questi eventi non fanno che aggravare il già difficile compito della Polpenitenziaria spiega Durante Mancano più di 650 agenti e nei prossimi due anni la situazione peggiorerà».

dietro le sbarre, di cui 12 nel carcere di Bologna, quasi 11mila manifestazioni di protesta, 81 agenti della Penitenziaria feriti e costretti a lavorare a ranghi ridotti.

2 16 marzo 2013 PAG. 24 I disabili di Campi d arte: «Senza sede dopo il sisma» San Pietro Cena benefica per dare una casa alla cooperativa di Matteo Radogna Il terremoto le ha portato via la casa. E dal 20 maggio scorso che la cooperativa Campi d arte di San Pietro in Casale che si occupa di disabili, ha perso la sede. Grazie al Comune temporaneamente ha trovato dei locali dove appoggiarsi per proseguire, comunque, la sua attività. Il problema è che si tratta di spazi che in inverno saranno destinati ad altri usi. Nessuno, ovviamente, sfratta i disabili, ma la struttura attuale non è nata per questo servizio. È per questo che, vista l impossibilità di sistemare la vecchia sede gravemente danneggiata, è partito il progetto ambizioso di costruirne un altra. Una nuova casa che dovrà essere moderna, antisismica e soprattutto senza barriere architettoniche. Oggi si terrà una cena di beneficenza al Maranà-Tha di San Giorgio per sostenere la costruzione della nuova struttura. «La cooperativa Campi d arte spiega una delle fondatrici, Silvia Presti ha un laboratorio dove persone con e senza disabilità producono insieme articoli artigianali destinati al mercato, con l obiettivo di diffondere un commercio etico e solidale». Alla Presti piacciono le sfide: «Dopo i danni del sisma, abbiamo subito iniziato a lavorare ad un progetto e, con l obiettivo di sostenere l economia locale, abbiamo scelto di lavorare con uno studio del territorio esperto nelle costruzioni in bioedilizia. Stiamo lavorando per affrontare una grande sfida: realizzare una struttura sostenibile dal punto di vista ambientale, energetico e soprattutto economico. In definitiva, quando il terremoto ci ha portato via la nostra sede, abbiamo deciso di rilanciare la cooperativa. Il nostro motto è non mollare ma credere nel futuro che possiamo costruire insieme». Campi d arte è impegnata in prima linea nel sociale. La cooperativa realizza, ad esempio, i Club del sabato, cioé attività del tempo libero rivolte a persone con disabilità nei comuni di San Pietro in Casale, San Giorgio, Bentivoglio e Pieve di Cento. È attiva sul fronte dell antidispersione scolastica attraverso interventi educativi finalizzati al reinserimento nel percorso formativo e scolastico di minori in difficoltà. Collabora con la Bottega del Commercio Equo solidale Arcoiris di Cento nel Ferrarese, per la quale confeziona bomboniere e realizza partecipazioni. Senza contare i progetti didattici e gli spettacoli messi in scena da persone con disabilità.

Grazie al Comune temporaneamente ha trovato dei locali dove appoggiarsi per proseguire, comunque, la sua attività. Il problema è che si tratta di spazi che in inverno saranno destinati ad altri usi.

3 17 marzo 2013 PAG. 27 Nozze di gruppo al Cassero: 78 coppie hanno detto «sì» Festa dell Arcigay con tanto di bouquet, foto ricordo e testimoni per rivendicare il diritto alle nozze per le persone dello stesso sesso di Federico Mascagni Lo Stato più piccolo del mondo non è il Vaticano,mail Cassero di Bologna. Non è riconosciuto,maquesto non ha importanza. È repubblicano, democratico e tiene molto ai diritti civili. Lo ha dimostrato due sere fa con un rito collettivo che ha unito in matrimonio 78 coppie omosessuali ed eterosessuali. Non sono matrimoni validi per legge, e questo è purtroppo rilevante. Perché di là dalla battaglia per il riconoscimento dei pieni diritti alle coppie omosessuali, esiste anche una parte umana che rimane ferita da questa privazione: è la sfera affettiva delle coppie omosessuali. «Ciò che ho provato nello sposarmi è stata una grandissima commozione». Parola di Giulia, che ha conosciuto Federica a Bologna e convivono assieme da tempo. Eppure, nonostante sia una coppia consolidata, poter condividere un rito, con l'importanza che ciò rappresenta dal punto di vista simbolico ed emotivo, è stata una esperienza profondissima. Fiori e testimoni «Tanti i bouquet, le fedi, molti avevano chiamato i testimoni, alcuni addirittura convocato le famiglie. C'è chi ha organizzato addii al nubilato e al celibato la sera prima. Noi abbiamo deciso che ci scambieremo più avanti le fedi, in una cerimonia privata a casa nostra con gli amici più intimi». Giulia è contenta, e si sente. Perché potersi dire una persona e una cittadina con pieni diritti è una cosa bella e importante. Nonostante lei e Federica non si fossero organizzate al meglio, sono rimaste entusiaste nel vedere tanti amici e amiche che erano presenti tutti per lo stesso motivo: «Volti magari che non incrociavamo più da tempo e che adesso erano vicini a noi a partecipare di una gioia comune». Prima del rito, l'officiante-presidente del Cassero, Vincenzo Branà, ha letto un messaggio.ha parlato di un sogno, inserendosi di diritto nella tradizione dei discorsi storici. La libertà contenuta nel sogno passava attraverso le memorie del primo amore desideratomaimpossibile, che si trasformava nello sposo in una incantevole cerimonia nuziale. «Il divertimento è ilmodo in cui ci scrolliamodi dosso lo sguardo e i pensieri di chi ci reputa cittadini e cittadine di serie b», spiega Branà. «È un linguaggio che connota da sempre il movimento Lgbt e ha uno spessore che va molto al di là della risata che genera e non corrompe in nessun modo la natura o l'intensità dei nostri desideri. E sotto quei desideri ci sono diritti e bisogni, non solo sinceri ma urgenti, quotidiani». Con un brusco passaggio, Branà ha ricordato che esistono altre persone discriminate, da chi è rinchiuso in carcere, «dove spesso si muore», a chi vorrebbe fare la fecondazione eterologa ma non può, passando per il mancato diritto all eutanasia e alla cittadinanza dei nuovi italiani, i figli di stranieri nati nel nostro Paese. E nel frattempo Bolognamanda in Senato il combattivo Sergio Lo Giudice, già presidente del Casseroche ha richiesto la copertura sanitaria del compagno sposato in Norvegia. «Certo, è nella giusta direzione - commenta Branà - e merita tutto il

Federico Mascagni Lo Stato più piccolo del mondo non è il Vaticano,mail Cassero di Bologna. Non è riconosciuto,maquesto non ha importanza. È repubblicano, democratico e tiene molto ai diritti civili.

4 sostegno.matemo sia in linea con la politica dei piccoli passi del Pd. Una politica che ormai è fuori tempo massimo. Il giorno in cui i parlamentari gay si vedranno riconosciuta la copertura sanitaria del partner avremo ribadito un principio che è ormai è lapalissiano in Italia, dove la maggioranza è a favore del matrimonio omosessuale. Ora Serve una legge, anzi servono molte leggi: sono un' urgenza».

Il giorno in cui i parlamentari gay si vedranno riconosciuta la copertura sanitaria del partner

5 17 marzo Padre alcolizzato, molesta moglie e figlio. Arrivani i carabinieri Sabato, quando da poco erano passate le 13, è arrivata al 112 la telefonata di una donna straniera, residente in via Longana, che richiedeva un intervento urgente poiché il marito, completamente ubriaco, stava molestando lei ed il loro figlio 18 enne. Sul luogo è stata inviata una pattuglia dell'aliquota radiomobile Sabato, quando da poco erano passate le 13, è arrivata al 112 la telefonata di una donna straniera, residente in via Longana, che richiedeva un intervento urgente poiché il marito, completamente ubriaco, stava molestando lei ed il loro figlio 18 enne. Sul luogo è stata inviata una pattuglia dell aliquota radiomobile che, dopo aver identificato le parti e capito che la situazione di degrado familiare nasceva dal problema di alcolismo di cui l uomo soffre da tempo, è riuscita a riportare la calma, tranquillizzando gli animi. L uomo, un riminese 46 enne, è stato invitato a tenere un comportamento più rispettoso ed invitato a rivolgersi ai servizi territoriali di assistenza per le dipendenze.

marito, completamente ubriaco, stava molestando lei ed il loro figlio 18 enne.

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