IL S.I.T. DIFESA SUOLO: UN SISTEMA PER L ANALISIL DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN CAMPANIA E LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI

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1 Via A. De Gasperi Napoli IL S.I.T. DIFESA SUOLO: UN SISTEMA PER L ANALISIL DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN CAMPANIA E LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI I. Giulivo, S. Silvestri, R. Bordo, G. Esposito, F. Galluccio, L. Monti CAMBIAMENTI CLIMATICI E DISSESTO IDROGEOLOGICO: SCENARI FUTURI PER UN PROGRAMMA NAZIONALE DI ADATTAMENTO NAPOLI, 9/10 luglio 2007

2 La Regione Campania, com è noto, è estremamente vulnerabile ai rischi geologici. In particolare, l'esposizione al rischio di frane ed alluvioni, già particolarmente elevata, costituisce un problema di grande rilevanza sociale, sia per il numero di vittime, che per i danni prodotti alle abitazioni, alle industrie e alle infrastrutture, che desta ancor più preoccupazione se si pensa ai potenziali futuri scenari connessi al cambiamento climatico.

3 Il principale strumento per l individuazione delle aree a rischio ècostituito dai Piani Stralcio per l assetto idraulico ed idrogeologico (PAI), redatti dalle 8 Autorità di Bacino che operano sul territorio regionale: nazionale: Liri-Garigliano e Volturno; interregionali: Sele, Puglia e Fortore; regionali: Campania Nord Occidentale, Destra Sele, Sinistra Sele e Sarno.

4 Con i PAI sono state individuate e delimitate le seguenti aree: Rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) Rischio idraulico = 638 kmq (4,7%); Rischio frane = kmq (11,8%). Totale complessivo = kmq (16,5%)

5 La particolare e gravosa situazione del dissesto idrogeologico in Campania non è, peraltro, una novità; a tal proposito, basterebbe ricordare che ben 210 comuni erano già stati classificati da trasferire e consolidare ai sensi del Regio Decreto 445/1908.

6 In base all ultimo aggiornamento degli studi del Progetto IFFI (Inventario Fenomeni Franosi Italiani), realizzato dalla Regione con l ex Servizio Geologico di Stato, oggi APAT, si è accertato che in Campania ci sono ben frane che, complessivamente, coinvolgono oltre 973 kmq, vale a dire che poco più del 7% del territorio regionale è in frana, attiva o quiescente, ma comunque in frana.

7 Ogni pioggia intensa o prolungata evidenzia l estrema vulnerabilità del territorio campano e, a causa delle modificazioni intervenute sul suo assetto e sulla sua utilizzazione, le conseguenze di questi fenomeni assumono sempre più spesso il carattere di eventi calamitosi tragici, che provocano con ormai intollerabile frequenza - la perdita di vite umane. Montaguto (AV)

8 Ma è negli ultimi dieci anni che gli eventi sembrano essersi moltiplicati, riempiendo le cronache e determinando la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale ai sensi della Legge 225/92 in materia di protezione civile. novembre-dicembre 1996 e gennaio 1997, si verifica la cosiddetta emergenza Pozzano (OMI n.2499 del ), che ha colpito 212 comuni in tutta la regione, con 4 vittime a Castellamare di Stabia;

9 maggio 1998, emergenza Sarno (OMI n.2787 del ), che ha colpito anche i comuni di Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello, con 160 vittime;

10 (Bracigliano SA) (S. Felice a Cancello - CE)

11 (Quindici AV) (Siano - SA)

12 dicembre 1999, emergenza Cervinara (OMI n.3088 del ), che ha colpito anche altri comuni del gruppo montuoso Avella-Partenio, con 6 vittime; (San Martino Valle Caudina AV) (Cervinara - AV)

13 agosto-settembre 2001, emergenza Napoli (OMI n.3147 del ), che ha colpito numerosi comuni, con 2 vittime; marzo 2005, emergenza Nocera Inferiore (OPCM n.3484 del ), con 3 vittime a Nocera e 1 ad Avellino;

14 aprile-maggio 2006, emergenza Ischia (OPCM n.3521 del ), con 4 vittime.

15 Per completare il quadro del dissesto idrogeologico in Campania, infine, meritano una citazione anche: le ripetute inondazioni del Volturno, del Calore, del Sele, del Sarno-Solofrana, dei Regi Lagni, dei torrenti vesuviani e dei tanti corsi d acqua minori che attraversano la regione, con il conseguente onere per il pagamento dei danni prodotti; le frane di roccia che colpiscono soprattutto le falesie della Costiera Cilentana e Sorrentino-Amalfitana e delle isole di Capri, Ischia e Procida;

16 il dissesto delle cavità sotterranee che ha interessato Napoli e gli altri centri della Piana Campana nel 1971, 1977, 1980 e ancora nel 1990, 2001 e 2006;

17 i sinkholes, fenomeni improvvisi da sprofondamento, poco studiati, già verificatisi a Telese, Solopaca, Contursi, Mastrati (Piana Volturno) e Forino;

18 le erosioni che si manifestano su gran parte degli oltre 480 km di coste.

19 IL FABBISOGNO COMPLESSIVO DEGLI INTERVENTI - Schemi Previsionali e Programmatici delle Autorità di Bacino: 2,7 miliardi. - Accordo di Programma Quadro (APQ) per la Difesa Suolo: interventi strategici, per un importo complessivo di circa 1,55 miliardi - 75 interventi prioritari, per un totale di 266 milioni di euro. - Misura 1.5 Difesa Suolo del POR Campania a fronte di 47 milioni di euro messi a bando con l azione, sono pervenuti progetti preliminari/definitivi per un importo complessivo di 1,08 miliardi.

20 Allo stato, oltre le risorse straordinarie utilizzate dalla protezione civile e dalle strutture commissariali di governo e quelle erogate direttamente dal Ministero dell Ambiente agli Enti Locali, il grosso della spesa per la difesa del suolo transitata in Regione Campania risulta la seguente: Fondi legge 183/89, 267/99 e 179/ ,00 Fondi APQ ,00 Fondi POR ,00 Totale ,00

21 Insomma, a fronte delle migliaia di milioni di euro necessari per fronteggiare la messa in sicurezza del territorio regionale esposto ai rischi naturali, negli ultimi sei anni sono stati avviati interventi strutturali per soli 580 milioni di euro. La mitigazione del rischio idrogeologico, quindi, non può passare solo attraverso la realizzazione degli interventi strutturali. Bisogna puntare anche sugli interventi non strutturali : Piani di emergenza (protezione civile); Monitoraggio del territorio; Limitazioni d uso.

22 La L.R. n.16 del ha dettato le norme per il governo del territorio, indicando tra gli obiettivi prioritari della pianificazione territoriale e urbanistica quello della salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.

23 La Regione Campania, dal canto suo, ha avvertito la necessità di dotarsi di uno strumento conoscitivo, che costituisca la base per una oggettiva valutazione del dissesto idrogeologico, per una programmazione efficace e coordinata degli interventi di difesa suolo e per la pianificazione territoriale. Tale strumento è un Sistema Informativo Territoriale, aggiornabile in tempo reale. Regione Campania - A.G.T. Server gestito dalla Regione Oracle GeoDB Oracle - Database Server Difesa del Suolo vi accede in sola lettura e in lettura/scrittura ai propri Intranet Regione Campania - Web Server - Application Server Gruppo S.I.T. accede in lettura ai dati della Regione e scrive i propri dati sul GeoDB Oracle

24 Con delibera G.R. n.1992 del , infatti, è stato approvato il Progetto SIT per la difesa del suolo, ad oggi in fase di avanzata attuazione, con il quale il Settore Difesa del Suolo si sta dotando di un infrastruttura tecnologica ed informativa per la gestione e diffusione del patrimonio conoscitivo in materia di difesa del suolo, finalizzata alla fruizione delle informazioni cartografico-tematiche e dei dati associati da parte di utenti interni ed esterni ai settori operativi della Regione Campania. (S.I.T. Difesa del Suolo Interventi Fiume Sarno)

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27 Progetto IFFI

28 Progetto GeCAI

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33 CONCLUSIONI E facilmente ipotizzabile che, in conseguenza dei cambiamenti climatici in atto, il già gravoso quadro del dissesto idrogeologico in Campania subirà un ulteriore aumento degli ipotetici scenari di rischio, soprattutto con riferimento ai fenomeni di colate rapide di fango (i Comuni potenzialmente coinvolti in Campania sono ben 212) ed alla rimobilitazione di frane quiescenti. Cresceranno sempre di più le difficoltà di programmare gli interventi necessari e le priorità spazio-temporali, ad esse collegate sia in termini di esigenze tecniche, che in termini di disponibilità finanziarie. Sempre più decisamente - si impone il ricorso a nuove strategie di adattamento ed a nuove politiche per l uso, la gestione e la pianificazione del territorio.

34 Via A. De Gasperi Napoli IL S.I.T. DIFESA SUOLO: UN SISTEMA PER L ANALISIL DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN CAMPANIA E LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI Grazie per l attenzione

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