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1 Paola Rebecca Nucci Le risposte della Formazione TeleConsul Sintesi Tanti i dubbi affrontati durante la formazione Teleconsul presente tutti i mesi 2015 in circa 30 province d Italia, ed in particolare nel corso dei lavori sul Jobs act e dintorni. Il percorso formativo è dedicato agli aspetti più rilevanti del cd. Jobs act, alle novità introdotte dai recentemente pubblicati decreti attuativi, nonché agli schemi di decreto sulla riforma delle principali tipologie contrattuali e sull ampliamento delle tutele per la maternità e le cure parentali. Si riportano, di seguito, alcuni dei numerosi chiarimenti forniti nelle varie sedi dei convegni. Quesito 01 Come dovrebbe essere misurato l incremento occupazionale netto delle aziende al fine di fruire dei benefici contributivi a seguito dell interpello del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 34 del 17 dicembre 2014 L incremento occupazionale netto andrebbe verificato tenendo conto dell effettiva forza occupazionale media al termine del periodo dei 12 mesi. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l interpello n. 34/2014, ha chiarito che il requisito dell incremento occupazione netto in caso di concessione di benefici previsti dalla legislazione italiana, va verificato tenendo conto dell effettiva forza occupazionale media al termine del periodo dei 12 mesi e non della forza lavoro stimata al momento dell assunzione. Ne deriva che i benefici potranno essere fruiti esclusivamente in due casi: sin dal momento dell assunzione, qualora dal calcolo stimato della forza occupazionale dei 12 mesi successivi emerga un incremento, salvo verificare la legittimità del beneficio al termine del periodo stesso; al termine dei 12 mesi qualora il datore di lavoro verificasse, solo in quel momento, l incremento occupazionale effettivo. Quesito 02 E necessaria la verifica e il rispetto dell incremento occupazionale netto ai fini del diritto alla fruizione dell esonero contributivo previsto dall art. 1 c della L. 190/2014 L INPS nella circolare n. 17 del chiarisce che il nuovo esonero contributivo assume la natura tipica di incentivo all occupazione e si caratterizza come intervento generalizzato, ovvero potenzialmente rivolto a tutti i datori di lavoro privati che operano in ogni settore economico del Paese, le cui unità produttive siano localizzate in qualsiasi area del territorio nazionale. La sua applicazione, infine, prescinde da criteri di discrezionalità amministrativa. Ne consegue, pertanto, che l esonero contributivo non è da considerarsi aiuto di Stato secondo la disciplina comunitaria (art. 107 del Trattato sul funzionamento dell Unione europea), in quanto è una misura generalizzata che non determina un vantaggio a favore di alcune imprese, settori produttivi o aree geografiche del territorio nazionale. 06 aprile

2 Ciò comporta che: non trova applicazione il regime de minimis ; l assunzione non deve rappresentare un aumento netto del numero di dipendenti dell impresa interessata rispetto alla media dei dodici mesi precedenti (calcolo ULA). Quesito 03 Sulla base di quale principio l INPS, nella circolare 17, afferma che l esonero contributivo previsto dalla L. 190/2014 possa essere fruito anche in caso di trasformazione di un rapporto a termine in un rapporto a tempo indeterminato Fra i principi di carattere generale che regolano, in una visione di sistema, il diritto alla fruizione degli incentivi si ricorda l art. 4, comma 12, lettera a), della legge n. 92/2012, in base al quale l incentivo all assunzione non spetta ove l assunzione medesima costituisca attuazione di un obbligo che scaturisce da norme di legge o del contratto collettivo di lavoro. La predetta condizione ostativa è evidentemente preordinata ad assicurare il corretto utilizzo delle risorse che finanziano l incentivo all assunzione nel presupposto fondamentale che l incentivo medesimo sia esclusivamente finalizzato a creare nuova occupazione. L obiettivo che l esonero contributivo di cui ai commi 118 e seguenti della Legge di stabilità persegue è più articolato rispetto quello presupposto dal citato comma 12, lettera a). Il fine è infatti quello di promuovere forme di occupazione stabile, promuovere la massima espansione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Pertanto è da ritenere che le assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, operate nel rispetto delle complessive condizioni di legge illustrate nell ambito della presente circolare, fruiscano dell esonero contributivo di cui all articolo unico, commi 118 e seguenti della Legge di stabilità 2015 a prescindere dalla circostanza che costituiscano attuazione di un obbligo stabilito da norme di legge o di contratto collettivo di lavoro. A titolo meramente esemplificativo può fruire dell esonero contributivo previsto dalla Legge di stabilità 2015 il datore di lavoro privato che, in attuazione dell obbligo previsto dall art. 5, comma 4-quater, del d.lgs. n. 368/2001, assuma a tempo indeterminato il lavoratore con il quale, nel corso dei dodici mesi precedenti, ha avuto uno o più rapporti di lavoro a termine per un periodo complessivo di attività lavorativa superiore a sei mesi. Ovviamente lo stesso vale per i casi di trasformazione di un rapporto di lavoro a termine in un rapporto a tempo indeterminato. Quesito 04 Spetta l esonero contributivo previsto dalla L. 190/2014 nel caso in cui il lavoratore sia stato assunto a seguito di licenziamento avvenuto nei sei mesi precedenti di altro lavoratore per superamento periodo di comporto al quale non sia stato preventivamente offerto il lavoro Per quanto riguarda i principi stabiliti dalla legge n. 92 del 2012, l esonero contributivo non spetta ove ricorra, fra le altre, la seguente condizione: <l assunzione viola il diritto di precedenza, fissato dalla legge o dal contratto collettivo di lavoro, alla riassunzione di un altro lavoratore licenziato nell ambito di un rapporto a tempo indeterminato ovvero cessato da un rapporto a termine> Vi rientra quindi il diritto di precedenza nelle assunzioni, a tempo determinato e indeterminato, spettante all ex dipendente a tempo indeterminato, che sia stato oggetto, negli ultimi sei mesi, di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo determinato da ragioni inerenti l'attività produttiva, l'organizzazione del lavoro o il regolare funzionamento di essa (art. 3 L. 604/66) ovvero di licenziamento collettivo per riduzione di personale (art. 15, L. n. 264 del 29 aprile 1949). In caso di infortunio (non addebitabile al datore di lavoro) o di malattia, l'imprenditore può recedere dal rapporto solo dopo che sia decorso il periodo "di comporto" stabilito dal contratto collettivo. Il licenziamento per superamento del periodo di comporto ha natura diversa sia dal licenziamento disciplinare, che da quello per ragioni oggettive. Il licenziamento per superamento del periodo di comporto non rientra nelle valutazioni imprenditoriali dell attività aziendale; pertanto il dipendente licenziato non matura un diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni (Tribunale Milano sent. 5 marzo 2013). Quesito 05 Come si mette in relazione l esonero contributivo previsto dalla L. 190/2014 con le assunzioni a tempo indeterminato con contratto di lavoro a chiamata o intermittente Considerata la ratio della L.190/2014, l esonero contributivo non trova applicazione in relazione alle assunzioni a tempo in aprile 2015

3 determinato con contratto di lavoro intermittente in quanto tale forma contrattuale, concepita allo scopo di far fronte ad attività lavorative di natura discontinua, non soddisfa la finalità della norma di promuovere forme di occupazione stabile. In coerenza con quanto sopra, la sussistenza di un rapporto di lavoro intermittente a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti la data dell assunzione non costituisce condizione ostativa per il diritto all esonero contributivo triennale previsto dalla norma in oggetto. Quesito 06 Nello SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE IL TESTO ORGANICO DELLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI E LA RE- VISIONE DELLA DISCIPLINA DELLE MANSIONI, IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 10 DICEMBRE 2014 N. 183 ci sono novità relativamente ai casi di ricorso al lavoro intermittente All art. 12 c. 1 dello schema di decreto si afferma che Il contratto di lavoro intermittente può essere concluso per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale, anche con riferimento alla possibilità di stipulare tale contratto in periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno. In mancanza di contratto collettivo, all individuazione dei casi di utilizzo del lavoro intermittente si provvede con decreto non regolamentare del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Tale disposizione sembra volta a superare definitivamente l inerzia della contrattazione collettiva nell individuazione delle ipotesi di ricorso al lavoro intermittente. Quesito 07 E variato il compenso annuale massimo complessivo per il Lavoro Accessorio nello SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE IL TESTO ORGANICO DELLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI E LA REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLE MANSIO- NI, IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 10 DICEMBRE 2014 N. 183 L art. 51 dello schema di decreto prevede che Per prestazioni di lavoro accessorio si intendono attività lavorative di natura subordinata o autonoma che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a euro nel corso di un anno civile,... Viene innalzato, quindi, il tetto massimo dei compensi con riferimento alla totalità dei committenti dai 5.000,00 ai 7.000,00 e viene finalmente chiarito che il periodo di riferimento per la determinazione di tale compenso sia l anno civile cioè il periodo Quesito 08 E possibile individuare con una contrattazione aziendale un diverso limite quantitativo di utilizzo del contratto a tempo determinato rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi L art. 10 c.7 del D. Lgs. 368/2001 prevede che La individuazione, anche in misura non uniforme, di limiti quantitativi di utilizzazione dell'istituto del contratto a tempo determinato stipulato ai sensi dell articolo 1, comma 1, è affidata ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi... Con il D.L. 34/2014 convertito in L. 78/2014 Il Legislatore, pur introducendo un contingentamento legale all instaurazione di rapporti a tempo determinato, conferma la validità delle diverse previsioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi in merito all individuazione di limiti quantitativi per il ricorso ai contratti a termine e la possibilità di determinare nuovi limiti di contingentamento contrattuale, salvo delega, da parte degli stessi contratti nazionali alla contrattazione aziendale. L art. 21 dello SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE IL TESTO ORGANICO DELLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI E LA REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLE MANSIONI, IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 10 DICEMBRE 2014 N. 183 prevede che, Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, anche aziendali, stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, non possono essere assunti lavoratori a tempo determinato in misura superiore al 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell anno di assunzione... Ecco che, con il nuovo schema di Decreto Legislativo, la delega alla contrattazione aziendale per la determinazione del numero complessivo di contratti a termine stipulabili in azienda viene direttamente da norma di legge. 06 aprile

4 Quesito 09 Successivamente all entrata in vigore del DECRETO LEGISLATIVO RECANTE IL TESTO ORGANICO DELLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI E LA REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLE MANSIONI, IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 10 DICEMBRE 2014 N. 183, sarà sempre possibile stipulare contratti di Collaborazione Coordinata e Continuativa con soggetti che percepiscono la pensione di vecchiaia Nel D. Lgs. 276/2003, all art. 61, c. 3 viene precisato che Sono altresì esclusi dal campo di applicazione del presente capo (...) nonché coloro che percepiscono la pensione di vecchiaia. Nello schema di Decreto Legislativo, al TITOLO II (Riconduzione al lavoro subordinato), art. 47 c. 1 viene previsto che A far data dal 1 gennaio 2016, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si concretino in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Al c.2, fra le collaborazioni che restano salve dal disposto al c. 1, non ritroviamo le collaborazioni con soggetti che percepiscono la pensione di vecchiaia. Pertanto, sulla base dell attuale schema di Decreto legislativo, successivamente all entrata in vigore del Decreto stesso, non sarà più possibile stipulare co.co.co con i pensionati di vecchiaia. Quesito 10 In caso di erronea qualificazione del rapporto di lavoro pregresso, è possibile stipulare contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato di soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto e di persone titolari di partita IVA fruendo dell esonero contributivo di cui alla L.190/2014 La fruizione del diritto all esonero contributivo triennale è subordinata alla sussistenza, alla data dell assunzione, di alcuni vincoli introdotti dalla Legge di stabilità Fra questi, uno dei vincoli è che il lavoratore, nel corso dei sei mesi precedenti l assunzione, non risulti essere stato occupato, presso qualsiasi datore di lavoro, in forza di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. In una situazione quale quella prospettata, potrebbe portare, ad oggi, al rischio, in caso di visita ispettiva o a seguito di interventi giudiziali, di riqualificazione del pregresso rapporto di lavoro in contratti a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto di lavoro con il logico recupero dell esonero contributivo fruito. Successivamente all entrata in vigore del Decreto Lgs., invece, nel caso in cui lo stesso testo venga approvato definitivamente così come previsto dall attuale Schema di decreto Legislativo, al TITOLO II (Riconduzione al lavoro subordinato), art. 48, si prevede che: 1. Al fine di promuovere la stabilizzazione dell'occupazione mediante il ricorso a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato nonché di garantire il corretto utilizzo dei contratti di lavoro autonomo, nel periodo compreso fra l entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2015, i datori di lavoro privati che procedano alla assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto e di persone titolari di partita IVA, godono degli effetti di cui al successivo comma 2 a condizione che: a) i lavoratori interessati alle assunzioni sottoscrivano, con riferimento a tutte le possibili pretese riguardanti la qualificazione del pregresso rapporto di lavoro, atti di conciliazione in una delle sedi di cui all articolo 2113, comma 4, del codice civile, e all articolo 76 del decreto legislativo n. 276 del 2003; b) nei dodici mesi successivi alle assunzioni di cui al comma 2, i datori di lavoro non recedano dal rapporto di lavoro, salvo che per giusta causa ovvero per giustificato motivo soggettivo. 2. L assunzione a tempo indeterminato alle condizioni di cui al comma 1, lettere a) e b), comporta l'estinzione delle violazioni previste dalle disposizioni in materia di obblighi contributivi, assicurativi e fiscali connessi alla eventuale erronea qualificazione del rapporto di lavoro pregresso, salve le violazioni già accertate prima dell assunzione aprile 2015

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