PROGETTO DI PIANO ATTAUTIVO AD INIZIATIVA PRIVATA SU AREA A DESTINAZIONE PRODUTTIVA ARTIGIANALE-INDUSTRIALE ATP 1 COMUNE DI LOGRATO (BS)

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1 PROGETTO DI PIANO ATTAUTIVO AD INIZIATIVA PRIVATA SU AREA A DESTINAZIONE PRODUTTIVA ARTIGIANALE-INDUSTRIALE ATP 1 COMUNE DI LOGRATO (BS) RELAZIONE AGRONOMICA-FORESTALE Committente: AUTOTRASPORTI CRAM S.R.L. Via Valgobbia Sarezzo (BS) DICEMBRE 2014 Marco Cogoli dottore forestale Via Lombardia 8, Bagnolo Mella (BS) tel Fax

2 INDICE 1. PREMESSA 2. DESCRIZIONE DELL INTERVENTO 3. DESCRIZIONE STAZIONALE 4. CARATTERISTICHE GENERALI DELLA FLORA E DELLA VEGETAZIONE ATTUALE E POTENZIALE DELL AREA VASTA DI INDAGINE 5. LINEE GUIDA 6. PROPOSTA D INTERVENTO 1

3 1. PREMESSA La presente relazione intende fornire i chiarimenti atti a dimostrare la rispondenza del progetto alle finalità dell intervento e il rispetto del prescritto livello qualitativo. Essa descrive i criteri utilizzati per le scelte progettuali, gli aspetti dell inserimento dell intervento sul territorio, le caratteristiche prestazionali e descrittive dei materiali prescelti, nonché i criteri di progettazione. 2. DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L intervento consiste nella realizzazione di opere di mitigazione ambientale relativamente al progetto di PIANO ATTAUTIVO AD INIZIATIVA PRIVATA SU AREA A DESTINAZIONE PRODUTTIVA ARTIGIANALE-INDUSTRIALE ATP 1 in Comune di Lograto (BS), della Ditta AUTOTRASPORTI CRAM S.R.L., di cui agli elaborati progettuali a firma dello Studio Tecnico Palini Geom. Pierpaolo, via Palini 38, Polaveno (BS). L obiettivo proposto con gli interventi di mitigazione è di creare una fitocenosi in grado di evolvere verso un ecosistema in equilibrio con l ambiente circostante attraverso interventi mirati al contenimento degli effetti indotti dalla nuova costruzione e dall attività produttiva. 3. DESCRIZIONE STAZIONALE 2

4 Comune LOGRATO Inquadramento morfologico Altitudine media L area in oggetto è ubicata in Comune di Lograto e più precisamente nella porzione a nord del territorio, a confine col Comune di Travagliato. Trattasi di area inserita in un ambito produttivo artigianale-industriale, circondata da terreni agricoli adibiti a seminativo irriguo. 117 m s.l.m. Esposizione In piano Pendenza In piano Substrato geologico Fluvioglaciale e Fluviale Ghiaie e sabbie Terreno terreno agrario 4. CARATTERISTICHE GENERALI DELLA FLORA E DELLA VEGETAZIONE ATTUALE E POTENZIALE DELL AREA VASTA DI INDAGINE (PIANURA BRESCIANA OCCIDENTALE). VEGETAZIONE ATTUALE Il soprassuolo attualmente riscontrabile nell area in oggetto é rappresentato da vegetazione erbacea presente su un area incolta solo sulla porzione più distante dai fabbricati esistenti. VEGETAZIONE POTENZIALE DELL AREA VASTA DI INDAGINE La zona fitoclimatica di appartenenza secondo la classificazione proposta da Pavari e De Philippis è il Castanetum sottozona fredda del II tipo (temperatura media annua compresa tra i 10 e 15 C., temperatura media del mese più freddo non inferiore a - 1 C, temperatura media dei minimi non inferiore a -15 C, precipitazione m edia annua > 700 mm). (AA.VV., 2002a). Sotto il profilo della tipologia forestale il soprassuolo caratterizzante è assimilabile al QUERCO- CARPINETO DELLA BASSA PIANURA (Del Favero R., 2002). Queste di seguito le caratteristiche tipologiche: QUERCO-CARPINETO DELLA BASSA PIANURA (Regione Lombardia I tipi forestali della Lombardia) Regione forestale: Orizzonte attitudinale: planiziale basale 3

5 Fattore termico: Categoria dei substrati: Disponibilità idrica del suolo: macrotermo sciolti mesoidrici REGIONE FORESTALE: bassa pianura Inquadramento ecologico DISTRETTO GEOBOTANICO: Bassa pianura alluvionale GRUPPO DI SUBSTRATI: sciolti POSIZIONE: area golenale, pianura alluvionale, alveo a meandri PENDENZA: - TIPO DI SUOLO: Haplic Arenosol HUMUS: Vermimull descrizione orizzonti A CB C profondità ph 4,7 4,5 6,1 tessitura n.d. franco sabbiosa franca Caratteristiche dell unità COMPOSIZIONE ATTUALE STRATO ARBOREO: specie principali: Carpinus betulus 4, Quercus robur 3, Robinia pseudacacia 2, Quercus cerris 2 (var.) specie minoritarie: Acer campestre, Corylus avellana, Populus alba, Populus nigra, Prunus avium, Ulmus minor specie occasionali: Fraxinus ornus, Populus canescens POSSIBILI CONFUSIONI: con altri querco-carpineti diversi per la posizione geografica (alta pianura e colline moreniche) e per la presenza di altre specie (castagno, pino silvestre) oltre alla farnia e al carpino bianco; con querceto di farnia con olmo diverso per la mancanza del carpino bianco ALTERAZIONI ANTROPICHE: sostituzione con coltivazioni soprattutto a pioppo; altre volte la farnia potrebbe essere stata favorita da impianti artificiali o semine; frequenti infiltrazioni della robinia e del ciliegio tardivo introdotte artificialmente o spontaneamente diffusesi TENDENZE DINAMICHE NATURALI: a causa della difficoltà d affermazione della rinnovazione possibile regressione della farnia a vantaggio del carpino bianco RINNOVAZIONE NATURALE modalità: facile quella agamica del carpino bianco; diffusa quella gamica della farnia fattori limitanti l insediamento: nessuno fattori limitanti l affermazione: molti (mancanza di luce, alterazioni del bilancio idrico, patologie, ecc.) per la rinnovazione gamica della farnia e non ancora ben conosciuti 4

6 disturbo: nessuno tolleranza copertura: molto lunga per il carpino bianco, non più di un quinquennio per la farnia STATO VEGETATIVO senescenza precoce: disseccamento chiome farnie con età maggiore di anni patologie: marciumi radicali attacchi di insetti: fillofagi (Thaumetopoea processionea, Lymantria dispar, Tortrix viridiana) sulle querce TEMPO DI PERMANENZA (anni): funzionale provvisorio: 200 fitosanitario: 80 (deperimento, marciumi radicali) TIPO DI GESTIONE ATTUALE: ordinariamente governata a fustaia STRUTTURA SOMATICA (solo fustaie ordinarie) verticale copertura tessitura attuale multiplana - biplana grossolana tendenziale biplana regolare colma grossolana INDICATORI BIOMETRICI E COLTURALI fustaia multiplana M/ha (m 3 ) attuale minima massima o 350 J/ha (m 3 ) 6 ip 2,72 periodo curazione min. 10 max. 10 statura attuale (m) 26 fertilità relativa 8 Principali problematiche colturali POSSIBILI INFLUENZE DEGLI INTERVENTI COLTURALI SUL DINAMISMO NATURALE: interventi di limitata intensità portano ad una progressiva riduzione della farnia per mancanza di rinnovazione; costante pericolo d'invasione della robinia a seguito del taglio POSSIBILI INTERVENTI D AGEVOLAZIONE DELLA RINNOVAZIONE NATURALE: per favorire la rinnovazione gamica della farnia può essere necessario creare condizioni di primitività (lavorazione superficiale) del suolo o mantenere "sempre primitivo" il sistema (fustaia chiara) PARTICOLARI PROBLEMATICHE O EMERGENZE DA CONSIDERARE NELLA SCELTA DEGLI INTERVENTI: pregio tipologico vegetazionale; la conservazione è favorita dall'adozione di particolari accorgimenti tecnici 5. LINEE GUIDA Si riporta uno stralcio della pubblicazione Buone pratiche per la gestione ambientale delle aree industriali, Regione Marche 2005 La creazione di aree produttive causa importanti effetti dal punto di vista paesaggistico. L adozione di aree verdi può rappresentare una azione di mitigazione efficace da un punto di vista della percezione visiva, contribuendo inoltre a generare altri effetti ambientali positivi, quali: - regolazione del microclima attraverso la regimazione dei picchi termici estivi; 5

7 - permeabilizzazione e protezione del suolo e della falda; - filtrazione e purificazione dell aria dalle polveri e dagli inquinanti come ossidi di zolfo e di azoto, monossido di carbonio, particolato e IPA; - mitigazione dell inquinamento acustico; - creazione di un ambiente riposante dal punto di vista psicologico; - protezione e tutela del territorio in aree degradate o sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone con pericolo di frana ); - una funzione ricreativa e sociale per la presenza di giardini, aiuole, viali alberati a favore degli addetti e dei visitatori. La gestione delle aree verdi all interno di un area produttiva può essere complessa e risultare costosa, soprattutto per la manutenzione se, sino dalla fase di progettazione, non vengono presi adeguati accorgimenti per aumentarne il quadro di sostenibilità economica. La pianificazione e la progettazione delle aree verdi deve avvenire tenendo conto delle caratteristiche fisiche e climatiche dell area, delle tipologie di suolo, delle specie impiegate e della funzione che l area verde dovrà svolgere, integrando tutti gli accorgimenti che permetteranno di ottenere economie di gestione. Il verde richiede adeguate quantità di acque per la sua manutenzione. È un aspetto importante, e sino dalle fasi di progettazione dovranno essere messe in atto pratiche volte a ottenere un risparmio idrico. L utilizzo di specie con basse esigenze, la progettazione di fasce vegetate con specie a diversa profondità radicale e da diversa capacità di copertura del suolo permette un utilizzo più efficace dell acqua. Oltre agli aspetti legati al fabbisogno idrico, le specie potranno essere scelte tra quelle aventi le seguenti caratteristiche: - rapidità di crescita; - area della chioma sviluppata; - resistenza all inquinamento; - efficienza nell abbattimento degli inquinanti; - bassa manutenzione. La scelta di specie autoctone è sempre consigliabile, tuttavia l uso di specie esotiche od ornamentali è consigliabile in tutti i casi in cui possano garantire un risparmio nella gestione. L utilizzo di un diverso numero di specie permette di garantire una varietà paesaggistica dell area e di raggiungere un miglior equilibrio ambientale. Il verde funzionale e di arredo Il verde funzionale è quello realizzato per rispondere ad esigenze complementari a quelle di arredo. Opere di verde funzionale possono essere: - barriere antirumore, antipolvere, e visuali; - tetti verdi; - verde stradale (parcheggi, viali, rotonde e spartitraffico); Più legati agli aspetti di arredo sono invece: - prati; - aiuole e verde decorativo. Parcheggi Nei parcheggi gli alberi hanno una funzione ombreggiante, estetica e di riduzione della concentrazione del particolato, degli inquinanti gassosi e del rumore. L albero deve disporre di una superficie sufficiente non soggetta a calpestio. La situazione ideale è uno spazio di 6 metri per 2, o più ridotto se la superficie del parcheggio è formata da materiali permeabili. La superficie può essere ricoperta da piante tappezzanti per migliorare l aspetto ornamentale. Nella scelta delle specie da utilizzare nei parcheggi bisogna fare attenzione a scegliere quelle che non producano melata, che siano resistenti all inquinamento, che abbiano una chioma ampia, ridotte esigenze di manutenzione, resistenza alla siccità e apparato radicale non superficiale per evitare che le radici danneggino il manto stradale. La manutenzione consiste in operazioni di potatura, di irrigazione estiva, di concimazione e di trattamenti antiparassitari. 6

8 Barriere antirumore, antipolvere e schermature Per attenuare l inquinamento acustico, possono essere utilizzate delle barriere antirumore. Queste hanno anche la funzione di ridurre le concentrazioni degli inquinanti atmosferici e allo stesso tempo di mitigare l impatto visivo. La vegetazione è molto efficace nella riduzione del rumore in quanto le onde sonore sono assorbite dalla chioma e dal suolo. Le foglie assorbono l energia sonora e la trasformano in calore e deviando l energia sonora soprattutto ad alte frequenze. Le radici contribuiscono a mantenere un corretto contenuto dell aria nel suolo che, se poroso, assorbe le onde sonore radenti. I vegetali permettono anche di ridurre le concentrazioni degli inquinanti presenti nell atmosfera: il particolato solido è intercettato dalla superficie fogliare grazie alla sedimentazione delle particelle di dimensioni maggiori. Le barriere vegetali possono essere di due tipi: a) pareti verdi formate da diversi materiali e ricoperte da vegetazione; b) fasce di vegetazione arborea ed arbustiva. Le pareti verdi si possono realizzare con vari materiali di supporto come il legno, il calcestruzzo o in metallo. Le piante, crescendo, coprono il supporto. L'inconveniente di queste strutture è che hanno bisogno di grandi spazi in quanto la loro larghezza è in relazione con lo sviluppo in altezza. L altezza delle pareti può variare tra 1 e 5 m con una larghezza alla sommità di circa 60 cm. Le pareti sono più o meno inclinate a seconda dell'altezza: la barriera si deve allargare verso il basso di 40 centimetri circa per ogni metro di altezza. La durata prevista è tra i 30 e i 50 anni; di norma in tale periodo la manutenzione per la struttura non è necessaria. Le fasce di vegetazione possono essere composte da arbusti ed alberate, utili anche per la mitigazione dell impatto visivo e come frangivento. Le specie più utilizzate sono per lo più sempreverdi od a chioma compatta per mantenere una certa funzionalità invernale: La presenza di una fascia di terreno alberata tra sorgenti e ricevitori introduce una attenuazione dovuta alla dissipazione di parte dell energia sonora sotto forma di calore al passaggio intorno ai rami. Oltre che dall altezza e dalla profondità, l efficacia di una barriera vegetale dipende dalla densità dei tronchi e dalla densità del fogliame. Valori tipici dell attenuazione sono 0,06-0,15 db per metro di profondità della fascia. Per le caratteristiche delle barriere puramente vegetali da realizzare con filari alberati (posizione, specie, modalità d impianto) occorre predisporre un opportuno progetto. Indicativamente nel caso in cui ci sono delle barriere vegetali si dovrà prevedere un impianto su tre filari disposti su una fascia larga circa 10 m, di lunghezza adeguata. Si riporta di seguito uno stralcio della Relazione ambientale, della vegetazione e dei vincoli di cui alla proposta di Piano Provinciale delle Cave-Settore sabbia e ghiaia, che riguarda il recupero ambientale e la mitigazione. Il recupero ambientale come occasione di incremento delle biodiversità. alcune forme di recupero ambientale possono contribuire a rallentare la progressiva riduzione degli habitat del paesaggio e nel contempo favorire l incremento della biodiversità quale elemento qualificante dei progetti La siepe campestre come componente fondamentale del paesaggio agrario. alcune delle funzioni che queste strutture possono svolgere all interno dell agroecosistema (quest ultimo inteso come frutto dell interazione tra le componenti abiotiche e biologiche riscontrabili negli ambiti soggetti all utilizzo agronomico): ricordiamo qui solo le più importanti: - la funzione ecologica (con l edificazione ed il sostentamento degli habitat e della biodiversità); - la funzione produttiva; - la funzione antierosiva; - la funzione paesaggistica; - la funzione di sostentamento all attività venatoria. 7

9 Il sistema delle reti ecologiche. L introduzione delle nuove strutture vegetali e delle zone umide, tenendo conto dell attuale localizzazione tradizionale delle siepi nel paesaggio agrario padano (lungo le rogge, i canali irrigui e le vie d acqua più in generale, nonché lungo le capezzagne e la viabilità minore), può coerentemente inserirsi in un disegno più complessivo di rete ecologica provinciale, già proposta a livello regionale (AA.VV. 2000c), dove gli elementi nodali di diversa gerarchia risultino collegati tra di loro attraverso il reticolo delle siepi. In generale la realizzazione della rete ecologica offre un notevole contributo al ridisegno di particolari ambiti, tra cui quelli interclusi, quelli frammentati, ovvero ai vuoti privi di identità ed in particolare alla riqualificazione delle aree di cava, caratterizzate da elementi di degrado paesistico. I collegamenti ipotizzati sono destinati a formare un corridoio ecologico che risulta in grado di annullare l isolamento dei lembi residui di naturalità, garantendo gli scambi tra le diverse strutture ed il conseguente mantenimento di elevati standard di biodiversità. Nella tabella che segue, a titolo esemplificato, si riportano le funzioni principali e secondarie e le azioni di un filare o una fascia boscata: Elemento Funzione Azione Filare/Boschetto Tutela della Ambienti idonei per la riproduzione, biodiversità l alimentazione e il rifugio della fauna selvatica e lo sviluppo della flora spontanea, creazione di corridoi ecologici e di reti ecologiche di raccordo tra le diverse componenti dell agroecosistema, creazione Filare/Boschetto Filare/Boschetto Filare/Boschetto Filare Tutela delle risorse idriche Prevenzione del dissesto idrogeologico Lotta biologica in agricoltura Regolazione del microclima nei campi coltivati di ecotoni. Assorbimento dei sali minerali dalla soluzione circolante nel terreno, (rimozione dell eccesso d azoto), e contenimento dei fenomeni di eutrofizzazione Capacità fisico-meccaniche dell apparato radicale di consolidamento dei versanti con particolari benefici in prossimità dei corpi idrici (fossi, rii, torrenti, impluvi); mantenimento della permeabilità del terreno mediante attenuazione dell azione battente delle piogge; aumento dei tempi di corrivazione e diminuzione dei rischi di piene improvvise dei corsi d acqua Creazione di aree-rifugio per gli insetti utili in agricoltura Creazione di barriere frangivento, contenimento delle escursioni termiche, aumento dell infiltrazione delle precipitazioni nel suolo Filare/Boschetto Paesaggistica Mascheratura di edifici, creazione di viali e giardini, creazione di paesaggi variegati a mosaico messi in risalto dalle fioriture e dalla colorazione della vegetazione e dei frutti Filare Regolazione del microclima negli edifici produttivi e civili Ombreggiamento estivo e soleggiamento invernale, isolamento acustico e dalle polveri Filare/Boschetto Produttiva Legname da ardere e da opera, frutti spontanei ad uso casalingo, servizi apistici (miele e altri prodotti dell alveare) 8

10 6. PROPOSTA D INTERVENTO 6.1 INERBIMENTO Realizzazione di inerbimento mediante semina a spaglio di specie erbacee utilizzando miscugli di sementi di specie autoctone, rustiche e adatte alle caratteristiche stazionali come ad esempio: Lotus corniculatus, Medicago lupulina, Anthyllis vulneraria, Dactylis glomerata, Lolium perenne, Poa pratensis. La superficie interessata sarà complessivamente pari a mq REALIZZAZIONE FASCIA VERDE ALBERATA Larghezza: mediamente 3 m (ingombro chiome fascia arbustiva) Sesto d impianto: fila di alberi ed arbusti alternati distanza tra albero ed albero m 5 alternando fra albero ed albero n. 4 arbusti distanziati ciascuno di m 1 gli arbusti verranno posizionati su due file distanziate di m 1,5 tra le due fila di arbusti verrà impiantata la fila di alberi particolare sesto d impianto della fascia alberata 9

11 particolare ingombro fascia alberata a maturità particolare altezza media della fascia alberata a maturità 10

12 particolare vista prospettica della fascia alberata ABACO DELLE SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE Tipologia forestale di riferimento: QUERCO-CARPINETO SPECIE ARBOREE Acero campestre (Acer campestre) 25% 14 Carpino bianco (Carpinus betulus) 25% 14 Farnia (Quercus robur) 25% 13 Olmo campestre (Ulmus minor) 25% 13 totale 100% 54 SPECIE ARBUSTIVE a foglia caduca Frangola (Frangula alnus) 20% 37 Lantana (Viburnum lantana) 20% 37 Pallon di maggio (Viburnum opalus) 20% 37 sempreverdi Ligustro (Ligustrum vulgare) 20% 37 Viburno (Viburnum tinus) 20% 37 totale 100%

13 Caratteristiche del materiale vegetale - Alberi in zolla, altezza da cm 150 fino a 200 cm - Arbusti in vaso, altezza pianta fino a 100 cm Le specie arboree e arbustive verranno messe a dimora mediante scavo di buche di congrue dimensioni che verranno successivamente reinterrate avendo cura di tenere il livello più basso di quello del terreno circostante, realizzando appositi tornelli per favorire localizzati ristagni di acqua. Le specie arboree dovranno essere fornite di tutore in bambù. L impianto delle specie arboree ed arbustive dovrà avvenire nella stagione tardo autunnale. Una volta completate le suddette operazioni si dovrà provvedere ad interventi di manutenzione ordinaria che prevedranno il meticoloso controllo della crescita delle specie vegetali messe a dimora al fine di garantire l attecchimento. OBIETTIVO DELL INTERVENTO Considerando che per la scelta delle specie da utilizzarsi nelle operazioni di mitigazione si è fatto riferimento alla vegetazione potenziale dell area vasta, assimilabile al QUERCO CARPINETO (Regione Lombardia I tipi forestali della Lombardia); L'obiettivo proposto è quello di creare una fitocenosi in grado di evolvere verso un ecosistema in equilibrio con l'ambiente circostante che, contestualmente svolga un azione di mascheratura visiva delle opere in oggetto, considerando che le specie impiegate, arriveranno nel giro di alcuni anni ad un altezza superiore ai 10 m e che le loro chiome diverranno compenetranti. DICEMBRE 2014 Marco Cogoli dottore forestale 12

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