GLI SCACCHI E LA CHIESA

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1 Identikit della stagione 2010/11 GPN di Atletica Leggera A 10 anni dal Giubileo degli Sportivi La 46ª Settimana dei Cattolici Italiani Il magazine di chi ama lo sport pulito Fondato nel N. 9/12 settembre/dicembre 2010 DOSSIER GLI SCACCHI E LA CHIESA PRIMO PIANO LA LEGGE QUADRO SULLO SPORT FOCUS IL GIOCO PERDUTO ASSISI 2010 PROTAGONISTI DEL BENE COMUNE

2 PAROLA DI PRESIDENTE Massimo Achini Presidente nazionale CSI Un associazione dal cuore giovane Questo numero di Stadium viene messo on line alla vigilia del meeting di Assisi, l appuntamento con cui l associazione chiude l anno solare all insegna della riflessione comune su temi culturali e spirituali che la interpellano per l immediato futuro. Quest anno abbiamo scelto di confrontarci su come essere Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa. Grandi ospiti ci accompagneranno ad Assisi con i loro interventi, per aiutarci a comprendere come possiamo dare il meglio di noi nell affrontare la sfida educativa e nel costruire il bene comune della società del nostro tempo. Sarà per tutti noi un buon punto di partenza, e non di arrivo. La stessa Chiesa in Italia, lanciando la sfida educativa - e lo sport come sua componente - quale campo di impegno per i prossimi dieci anni ci chiede di non fermarci, di aiutarla a capire con indicazioni concrete come far vivere un grande, attuale progetto che vada incontro alle esigenze formative dei giovani di oggi e di domani. Possiamo farcela, perché il nostro cuore associativo è giovane e vitale, batte forte, e siamo associazione sempre in movimento, che desidera crescere ancora, essere protagonista del proprio tempo, ricca com è di entusiasmo e di voglia di fare, animata da un altissima tensione educativa. Per approfondire il tema, anche in base alle indicazioni emerse da Assisi, ci sarà tempo nel nuovo anno. Ora siamo a ridosso delle festività natalizie ed è giusto fermarsi un attimo. Chi ha avuto modo di vivere l esperienza dei meeting nella città di San Francesco sa come l evento respiri un atmosfera davvero speciale, fatta di amicizia, di semplicità, di gioia di stare insieme. Sarebbe bello se in ogni società sportiva, in ogni Comitato il Natale fosse celebrato con lo stesso spirito e la stessa emozione, come si fosse tutti ad Assisi. La Presidenza Nazionale augura a tutti i tesserati del CSI, alle loro famiglie e ai tanti amici dell associazione un sereno Natale e un felice

3 ANGELI & DEMONI mons. Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI I nuovi orientamenti del decennio: Educare alla vita buona del Vangelo nello sport Erano attesi per maggio ma son giunti sui tavoli dei fedeli soltanto a fine ottobre. Si tratta degli Orientamenti pastorali dell episcopato italiano per il decennio Il titolo è accattivante e significativo: Educare alla vita buona del vangelo. Un ritardo nella pubblicazione dettato dalla complessità dell argomento e dalle aspettative che, dato il tema dell emergenza educativa, si erano create nell ultimo anno. Già dal settembre 2009 la Commissione per il Progetto culturale aveva diffuso nelle librerie il libro La sfida educativa con un intero capitolo dedicato al rapporto tra educazione e sport. Ed il mondo sportivo aspettava, quasi con un senso di riscatto, che gli orientamenti del decennio abilitassero lo sport alla piena cittadinanza educativa nelle parrocchie. Ma ahimè, attese deluse! La parola sport compare solo tre volte! Una riferita alla sua presenza in oratorio (al n 42) quale linguaggio per dialogare coi giovani; un altra circa il coinvolgimento dello sport nella responsabilità educativa (al n 50); ed una terza volta, indicando quali siano i percorsi di vita buona, il documento afferma che la comunità cristiana è chiamata a valorizzare le potenzialità educative dell associazionismo legato alle professioni, al tempo libero, allo sport (al n 54). Poche citazioni ma molto buone. Oserei dire di spessore educativo, legato alla positività della pratica sportiva in ambito ecclesiale. Ma va anche annotato che l intero documento è oltremodo positivo e non si può certamente giudicare dalla quantità di citazioni che toccano il proprio ambito di interesse. Questa è cosa da demoni! Gli angioletti vanno invece cercando la sola positività. Ed è positivo leggere per nove volte il riconoscimento e l invito alla promozione del mondo associativo. È positivo annotare che nell ambito parrocchiale, inoltre, è necessario attivare la conoscenza e la collaborazione tra catechisti, insegnanti e animatori di oratori, associazioni e gruppi (al n 46). Come pure positivo è che anche le scuole di calcio e di danza diventino luoghi educativi: La scuola e il territorio, con le sue molteplici esperienze e forme aggregative (palestre, scuole di calcio e di danza, laboratori musicali, associazioni di volontariato ), rappresentano luoghi decisivi per realizzare queste concrete modalità di alleanza educativa (al n 46). Il documento va ora studiato ampiamente e, da semplici orientamenti dell episcopato, sarà riscritto in piani pastorali per le singole diocesi. Va da sé che le diverse parole esprimono significati diversi e che competerà agli uomini del CSI, smessa la tuta da gioco, prendere carta e penna per studiare questo importante documento. Già, proprio studiare e non leggere. Questi uomini del CSI se garantiranno competenza in sport ed educazione, diverranno nella propria diocesi, su tutti i tavoli possibili, profeti di uno sport capace di educare coi fatti più che con le parole. 3

4 SOMMARIO PAROLA DI PRESIDENTE Un associazione dal cuore giovane 3 ANGELI E DEMONI I nuovi orientamenti del decennio 5 ASSISI 2010 Come i girasoli, protagonisti del bene comune 7 PRIMO PIANO Una storia in-finita 10 GPN ATLETICA Rigoletto 6 speciale! 15 CHIESA E SPORT Ripensare l educazione mediante lo Sport 18 DECENNALE Lo sport sia segno di speranza 20 APPUNTAMENTI 2010/11 Identikit di una stagione 22 DOSSIER Il matto del vescovo e la Clericus Chess 28 L INTERVISTA Quei sorrisi lunghi più di 100 metri 30 FOCUS il gioco perduto 32 MONDO CSI A Copacabana lo street soccer dei senzatetto 34 46ª SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI Educare per crescere 36 OSSERVATORIO Tra invisibilità e solidarietà 37 FOCUS Minori scomparsi: un fenomeno in crescita Mensile del Centro Sportivo Italiano Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma n. 423 del 15/12/2008 Direttore responsabile Claudio Paganini claudio.paganini@csi-net.it Hanno collaborato a questo numero Massimo Achini, Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis, Claudio Paganini Redazione: stampa@csi-net.it Tel /93 Fax

5 ASSISI 2010 In 600 da tutta Italia per la tre giorni associativa Ad Assisi, come i girasoli, protagonisti del bene comune di Mons. Claudio Paganini Il Meeting di Assisi è un esperienza di spiritualità e cultura destinata a parlare al cuore prima ancora che alla mente. Forse è per questo che la simbologia diventa tanto importante. Proprio come le metafore o le favole spesso riesce a trasmettere valori ed emozioni senza bisogno di usare parole e concetti. Ad Assisi la simbologia è palpabile: semplicità francescana,croce di san Damiano, icone, tau, luoghi e volti tutto parla al cuore. E cosi, dopo il segno del mappamondo lo scorso anno ad Assisi, della maschera durante l Agorà di Parma, l edizione 2010 di Assisi avrà il suo oggetto simbolico nel girasole. Qual è il significato di questo fiore? Appartiene alla famiglia delle composite, poiché durante le ore della giornata il fiore gira volgendosi al sole, per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l'astro che gli permette di vivere. E un fiore che ha origini antiche: nell America settentrionale sono stati trovati resti di questo fiore che risalgono a tremila anni prima di Cristo. Gli Indiani d America lo consideravano una pianta sacra in quanto consentiva all uomo di farne molteplici usi. In Perù è l emblema del Dio Sole. E dal Perù che il girasole venne per la prima volta importato in Europa. Il girasole fu apprezzato dal Re Luigi XIV, il Re Sole e durante l età vittoriana, in Gran Bretagna, venne disegnato su stoffe, inciso nel legno, forgiato nei metalli; Oscar Wilde volle il girasole come simbolo del movimento estetico che lui stesso aveva fondato. In Italia, poeti come Eugenio Montale e Gabriele D Annunzio hanno elogiato il girasole nei propri versi. Nelle opere di Van Gogh la presenza del fiore è ricorrente. Il significato dei fiori di girasole, nel linguaggio dei fiori, è di allegria e orgoglio. Cose di cui questo mondi ha immenso bisogno! Ma c è di più: i girasole captano i raggi del sole e li seguono durante tutto il giorno. Oltre ad essere dei bellissimi fiori rappresentano anche una lezione di vita: Seguire sempre la luce! Così sarà per la nostra associazione: chiamata a riflettere su Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa non potrà che identificarsi con tutti quegli educatori coraggiosi che seguono i valori e non le mode, che ben conoscono il loro Sole e non i falsi idoli, che sanno diventare seme, fiore e frutto, donandosi senza riserve nel mondo dello sport. E se tanto può raccontare un fiore, molto più saprà fare uni sportivo tornando da Assisi alla propria terra natale. 5

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7 PRIMO PIANO La legge-quadro sullo sport Una storia in-finita Mentre il Governo in carica propone un disegno di legge-quadro per promuovere il golf e la sua impiantistica, nulla si muove sul fronte di una legge-quadro che promuova lo sport per tutti, dettandone i principi generali e mettendo ordine tra i soggetti coinvolti. Si allunga così la storia di una legge mancata, che ha avuto il suo capitolo più incredibile alla metà degli anni Ottanta, che oggi vale la pena rileggere. di Andrea De Pascalis Sono complessivamente 42 le proposte e i disegni di legge presentati in Parlamento riguardanti a vario titolo lo sport. Solo 4 di essi sono approdati all esame in commissione, gli altri sono... in lista di attesa. Intanto, però, il 17 settembre scorso il Consiglio dei Ministri ha fatto propria la proposta del Ministero Turismo di un disegno di Legge-quadro per la promozione del turismo sportivo e la realizzazione di impianti da golf. L art. 1 del testo specifica che il fine del provvedimento è «promuovere la diffusione del golf e la realizzazione di impianti golfistici». Buon per il golf va detto che nel 2008 contava 221 società sportive e atleti. Ma che senso ha, è doveroso chiedersi, proporre una legge-quadro per la promozione di una singola disciplina, piuttosto che una legge-quadro che promuova ogni forma di sport su tutto il territorio nazionale? Stiamo parlando di quella legge-quadro attraverso la quale adempiere finalmente al dettato costituzionale che affida la materia sportiva alla potestà legislativa delle Regioni «salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato». E di fatto la stessa proposta di legge-quadro sul golf precisa (art. 1) di fissare i propri contenuti «nel rispetto del riparto delle competenze tra Stato e Regioni». È almeno singolare che ci si preoccupi di come ripartire le competenze per promuovere il golf e non per promuovere quello sport di massa, sport di cittadinanza o sport per tutti comunque lo si voglia chiamare - che innegabilmente ha un impatto ben maggiore sulla vita nazionale, visto che ormai coinvolge milioni di cittadini di tutte le età. Ma a che vale stupirsi? Il Parlamento italiano è sempre stato restio a ragionare globalmente sulla legislazione sportiva. Alla fine del 1984, oltre 25 anni fa, Stadium osservava che in Parlamento giacevano all epoca oltre 70 proposte di legge riguardanti, a diverso titolo, la materia sportiva, tra cui ben 4 importanti proposte di legge-quadro. Dicendosi scettico sulla possibilità che qualcosa di buono uscisse dai lavori parlamentari, il corsivo concludeva: «Non c è in Italia un luogo, uno strumento, un momento di raccordo permanente e aperto tra iniziativa politicalegislativa e movimento sportivo. Quando questo rapporto si riesce a stabilire o avviene a distanze galattiche, e in pratica è un dialogo tra sordi, oppure passa per canali sotterranei, più o meno confessabili». L amarezza e la sfiducia di Stadium nascevano dalla constatazione delle difficoltà che le 4 principali proposte di legge-quadro, tutte presentate nei primi mesi di quell anno, stavano incontrando nonostante le loro matrici rispecchiassero le maggiori componenti politiche dell epoca e lo stesso Governo. La storia delle occasioni mancate per varare una legge-quadro che mettesse le basi per incentivare lo sport a prevalenti finalità sociali è lunga, i suoi primi capitoli risalendo addirittura alla seconda metà degli anni Settanta, quando il concetto di sport per tutti, lanciato 7

8 PRIMO PIANO dalle istituzioni europee, si stava diffondendo in Italia. Ma l incredibile accadde nel decennio successivo, quando la legge-quadro sembrava in dirittura di arrivo dopo un iter tormentato, eppure all ultimo momento finì nel dimenticatoio. Rileggere quella vicenda aiuta a comprendere perché ancora oggi non sia facile ipotizzare se e quando una legge-quadro sullo sport per tutti possa mai vedere la luce. Le quattro proposte del 1984 Nel novembre del 1982 si era tenuta a Roma la prima Conferenza nazionale dello sport. Tra le sue indicazioni c era stata la necessità di definire «un disegno armonico e complessivo dell essere e del dover essere dello sport in Italia, di un progetto culturale, nazionale, cioè a largo respiro», come affermò nella sua relazione conclusiva l allora Ministro del turismo, sport e spettacolo, sen. Signorello. A motivare l auspicata riforma era il rapido emergere nella società italiana della domanda di sport per tutti, una novità non prevista dall ordinamento sportivo nesso in piedi nell immediato dopoguerra. Sembrava si potesse procedere rapidamente, poiché nella medesima occasione della Conferenza nazionale il Ministro Signorello annunciò la preparazione di una legge-quadro di iniziativa governativa sulla quale poggiare la riforma dell ordinamento sportivo. Dopo un paio di anni, nel gennaio 1985, si contavano quattro diversi progetti di legge di riforma dello sport, uno di iniziativa del nuovo Ministro turismo, sport e spettacolo, il socialista on. Lelio Lagorio, e altri tre rispettivamente di matrice DC, PCI e PSI. In ordine cronologico: 1. Proposta on. Brocca (DC) su «Norme per lo sviluppo delle attività motorie e sportive dell associazionismo sportivo» (9 agosto 1983). 2. Proposta sen. Canetti (PCI) su «Norme sull ordinamento e l organizzazione dello sport in Italia» (8 maggio 1984). 3. Proposta on. De Carli (PSI) su «Riforma della legislazione sportiva» (24 maggio 1984). 4. Proposta Lagorio su «Norme generali per lo sviluppo e la diffusione dello sport» (18 gennaio 1985). I principali contenuti Le posizioni espresse dalle quattro proposte erano alquanto diverse. Tutte erano d accordo nell affermare, sia pure in termini differenti, il valore sociale e formativo dello sport, il diritto del cittadino alla pratica sportiva, il dovere delle istituzioni pubbliche di favorire lo sviluppo sportivo. Altrettanto generale lo sforzo per il rilancio dello sport scolastico. Il nodo cruciale, punto di divergenza, era l organizzazione da dare al sistema. La proposta Lagorio legava il CONI ai compiti di Federazione delle Fede - razioni e alla cura dello sport olimpico e a prevalente indirizzo agonistico, nonché alle relative attività promozionali; agli Enti di promozione, riconosciuti dal Ministero dello Spettacolo e presenti nel C.N. del CONI (un rappresentante ciascuno), finanziati dal CONI medesimo con un minimo garantito, era affidato lo sport sociale. Più radicale la proposta del DC on. Brocca, che possiamo ammettere molto vicina alle posizioni assunte allora dal CSI. Essa chiedeva l abrogazione della legge istitutiva del CONI, affidando al Comitato Olimpico, ente privato di interesse pubblico, Federazione delle Federazioni, la cura e l organizzazione delle partecipazioni olimpiche. Lo Stato, riconoscendo nell associazionismo la struttura portante dello sport italiano, ne garantiva l autonomia e l adeguato sostegno. Il raccordo tra Stato, associazionismo, Enti Locali era affidato ad un Consiglio Nazionale dello Sport (CNS), costituito presso la Presidenza del Consiglio, con rappresentanti di Stato, Regioni, associazionismo, sindacati. Il CNS diventava il luogo di dialogo tra istituzioni e movimento sportivo. Si istituiva infine un fondo nazionale per lo sport, alimentato da erogazioni statali e dal 20% dei proventi lordi di totocalcio e altri concorsi sportivi; queste risorse erano da ripartire tra le Regioni. Ancora diverso il progetto Canetti (PCI). Presso la Presidenza del Consiglio si istituiva un Comitato delle Regioni per lo sport, formato da rappresentanti di Stato, Regioni ed Enti locali. Un Fondo per lo sport, alimentato dalla quota statale del totocalcio e da introiti di altre lotterie sportive, avrebbe consentito alle Regioni di svolgere le loro funzioni di promozione sportiva. Al CONI si confermava la natura di Ente pubblico, Federazione delle Federazioni, responsabile dell organizzazione e della diffusione della pratica sportiva. Nel C. N. del CONI entravano gli Enti di promozione. La proposta del PSI (De Carli, Martelli e altri) sostanzialmente lasciava le cose inalterate per quanto riguardava la natura e i compiti del CONI, la sua autonomia, la sua centralità come cuore di tutto il sistema sportivo nazionale. Nel C. N. del Foro Italico entravano cinque rappresentanti degli Enti di promozione, non eletti ma nominati dal Ministero turismo e spettacolo. Gli Enti riconosciuti sarebbero stati finanziati con il 5% dei proventi derivanti al CONI dal totocalcio. Le società sportive dilettantistiche avrebbero goduto di esenzioni fiscali. Regioni ed Enti locali avrebbero avuto il compito di promuovere le condizioni per lo sviluppo della pratica sportiva in accordo con l associazionismo, ma nulla si specificava circa il modo di dirimere le competenze tra Stato, Regioni, CONI, Enti di promozione. In sostanza questa proposta cambiava poco e lasciava irrisolti la maggior parte dei nodi. Per comprendere meglio la posizione e il senso della proposta PSI va ricordato che alla morte di Giulio Onesti la presi- 8

9 PRIMO PIANO denza del CONI era stata assunta dal socialista Franco Carraro, che resse l incarico dal 1978 al Verso il nulla di fatto L Italia, come si legge ne Il Gattopardo di Tommasi di Lampedusa, è il paese dove spesso tutto cambia affinché nulla cambi. Così è stato nella lunga marcia della legge-quadro alla metà degli anni Ottanta. Dopo aver dormito per oltre dieci anni sull argomento, il Parlamento sembrò essere svegliato dalle proposte di riforma sportiva di Governo, DC, PCI, PSI e produsse un alluvione di proposte alternative: un altra del PSI, una del MSI, una PSDI. Ce n era abbastanza per tentare in Com - missione Affari Interni della Came ra di arrivare ad un testo unificato. L impresa, non facile, fu affidata all on. Michele Zolla (DC) quale relatore. Cominciò un difficile iter, tra sospensioni elettorali e un ulteriore produzione di proposte: PLI e PRI presentarono i loro provvedimenti, ma il colmo si realizzò quando l on. Belluscio (PSDI), già firmatario della proposta presentata con altri del proprio partito, presentò, questa volta a titolo personale, un altra proposta, che differiva dalla prima solo per pochi e marginali aspetti. L improvvisa iperattività propositiva dei parlamentari ebbe l effetto di rendere più difficoltosa la mediazione, ritardando i lavori. Ci vollero due anni perché il Comitato ristretto della Commissione Affari interni della Camera arrivasse, il 10 febbraio 1987, all approvazione di un testo unificato. Ciò che uscì dalla Commissione era un testo ibrido, che su alcuni punti ricalcava la proposta socialista De Carli, in altri lasciava inalterati i problemi. In teoria (art. 2) lo Stato si assumeva la responsabilità di promuovere iniziative per rendere le attività motorie e sportive accessibili a tutti i cittadini, di operare interventi pubblici in tale senso, di sostenere e agevolare l associazionismo sportivo, affidando genericamente tali compiti al Ministero turismo e spettacolo (niente Ministero dello sport, dunque). Alle Regioni era assegnato il compito di assicurare la tutela sanitaria delle attività sportive e di svolgere le funzioni decretate dal DPR 616/77, come se non vi fosse la necessità di chiarire e ripartire le competenze nate da quel DPR. Il CONI restava il cuore del sistema, ed anzi vedeva ampliate le proprie potenzialità, visto che (art. 17) il Comitato Olimpico poteva stipulare convenzioni per svolgere attività e servizi sportivi per conto dello Stato, delle Regioni e degli altri Enti pubblici. Gli Enti di promozione, deputati ad organizzare attività fisico-sportive «ancorché esercitate con modalità agonistiche», restavano sotto la tutela di CONI e Federazioni, le quali ultime erano votate a promuovere lo sport a «prevalente indirizzo agonistico». Nel C. N. del CONI entravano i rappresentanti dei 4 Enti con maggiore diffusione, e i presidenti di due altri Enti (a rotazione). Gli Enti dovevano essere finanziati dal CONI con non meno del 4,5% dei proventi netti dei concorsi pronostici. Per quanto annacquato e non risolutivo ai fini della formulazione di un sistema armonico, equilibrato, più moderno, che assicurasse la pari dignità dello sport per tutti rispetto allo sport di prevalente finalità agonistica, il testo unificato si incagliò tra le difficoltà della legislatura. C era altro da pensare: nell aprile di quel 1987 l Italia andò prematuramente al voto, dal quale derivò l ultima legislatura prima dello scossone di Tangentopoli. Della legge-quadro non si parlò più fino alla metà degli anni Novanta: era tempo di seconda Repubblica per l Italia in cui tutto cambia affinché nulla cambi davvero. Anche la seconda Repubblica, infatti, al suo inizio vide autorevoli tentativi di proposte e controproposte di leggi-quadro sullo sport per tutti, una delle quali presentata nel 1995 addirittura dall allora vicepresidente del Consiglio, on. Veltroni. In seguito ci provò anche il Ministro dello sport, on. Melandri: tra ribaltoni politici e resistenze di principio, anche queste due ultime proposte si sono arenate silenziosamente tra le sabbie mobili dei lavori preliminari delle commissioni parlamentari. I governi cambiano, la storia è sempre la stessa. 9

10 GPN ATLETICA LEGGERA Rigoletto 6 speciale! A Celle Ligure il Gran Premio Nazionale Csi di Atletica Leggera saluta 34 nuovi record Csi. Quattro giorni in pista fra sport, integrazione e solidarietà. Ancora una volta leader la società virgiliana che dedica il successo all indimenticato Amedeo Becchi. 10

11 Con la sesta vittoria consecutiva dell Atletica Rigoletto di Mantova nella classifica a squadre si è chiuso il 13 Gran Premio Nazionale Csi di Atletica Leggera sul tartan di Celle Ligure. Una manifestazione dai grandi numeri, che ha visto nuovamente trionfare i giallo neri virgiliani su tutte le altre 78 società italiane in gara, appartenenti a 27 comitati regionali, per un totale di 9 regioni rappresentate. Sono stati 129 gli ori assegnati allo Stadio Olmo del centro cellese, e 34 i record di specialità battuti in questa edizione 2010, uno in più rispetto a Castelnovo ne Monti, in provincia di Reggio Emilia, sede del GP di Silvia Basso Esono sei. Con un trionfale e liberatorio giro di pista, la Rigoletto Mantova ha festeggiato, a Celle Ligure, la conquista del sesto consecutivo Gran Premio nazionale Csi di atletica leggera, terzo Memorial Amedeo Becchi. Un successo che arriva al termine di un intensissima tre giorni di gare sulla pista e le pedane dello stadio Olmo, e che mette in fila, dietro all ormai imbattibile club lombardo, ma comunque sul podio i veneziani della San Marco e i lecchesi della Bellano. Ma c è gloria anche per i colori locali: perché è l Alba Docilia a vincere, assolutamente a sorpresa, la classifica femminile, tra l entusiasmo di atlete, tecnici e genitori. La graduatoria a squadre maschile aveva già fatto felice la Rigoletto, mattatrice anche in quella classifica. Sempre restando alle gare, che in pista hanno visto i protagonisti della spettacolare staffetta svedese (il primo frazionista corre i 100 metri, il secondo i 200, il terzo i 300, l ultimo i 400) giovanile e della 4x400 assoluta, emozionante e seguitissima dal pubblico soprattutto la prova dell alto allievi con un atleta di casa, Lorenzo Becce dell Alba Docilia, vincitore con l importante misura di 1,82. Tra i liguri, Federico Muzic, con 12,73 nel peso, bissa il successo ottenuto il giorno prima nel lancio del giavellotto. Tanti campioni (premiati con la maglia bianca con la striscia orizzontale bluarancio, i colori del Csi), ma in apertura di riunione, anche tanto calore per gli atleti down impegnati prima sui 60 11

12 GPN ATLETICA LEGGERA TOP TEN MEDAGLIERE PER SOCIETÀ Società oro argento bronzo Atletica Rigoletto Polisp. Salf Altopadovana Asd Atletica S.Marco Venezia Atletica Union Creazzo A.S.D. Atletica Varazze Atletica Cassano D Adda Polisportiva Dueville U.S. Albatese A.S.D C.S.I. Atletica Colli Berici A.S.D. Atletica Alba Docilia MEDAGLIERE PER COMITATO Comitato oro argento bronzo Vicenza Trento Savona Mantova Venezia Reggio Emilia Milano Treviso Como Campobasso metri e poi nel vortex. Per i diversamente abili, sia fisici sia psichici, l inserimento nel Gran Premio è perfettamente riuscito e d ora in poi ci saranno anche loro a pieno titolo alle manifestazioni nazionali dell atletica Csi. Anche la Messa, concelebrata dal consulente ecclesiastico nazionale monsignor Claudio Paganini e dal neo consulente del comitato Csi di Savona, don Camillo Podda, con oltre mille persone a seguirla e a viverla dalla tribuna dello stadio, ha regalato momenti di emozione. Attorno all altare, con il coro Chicchi di riso che ha accompagnato la funzione religiosa, gli otto fratellini di una famiglia di Villazzano (Trento), che ha partecipato in blocco all evento. Una curiosità: il servizio bar si è svolto nel segno della solidarietà, in quanto la società Briciole di solidarietà che l ha gestito ha devoluto tutto il guadagno a favore del progetto internazionale portato avanti dal Csi Savona Albenga nella Repubblica Cantrafricana e all Aism di Savona, l associazione contro la sclerosi multipla. In tutto, la somma da donare arriva a 1300 euro. Quindi i saluti e gli abbracci fra tantissimi vecchi e nuovi amici. Perché questo è lo spirito con cui la gran parte dei partecipanti ha vissuto e vive gli eventi tricolori targati Csi: il piacere di ritrovarsi da un anno all altro e di darsi, alla fine, l appuntamento alla manifestazione successiva. L arrivederci, in questo caso, è stato per l inizio di aprile 2011 a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza, dove sono in programma i nazionali di corsa campestre. 12

13 E LA FESTA NON È SOLO IN PISTA IL DIARIO DI CELLE LIGURE Fiaccolata Inaugurale. Giovedì sera a Varazze una sfilata di luci e colori ha aperto il Gp ligure. Gli atleti partecipanti hanno accompagnato quattro campioni dello sport savonese verso il tripode: Maurizio Turone, calciatore degli anni 70-80, Federica Ferraro, marciatrice savonese di talento dell Aereonautica Militare, Simone Capelli, atleta disabile, Campione Italiano 2009 di distensione su panca e Antonio Carattino, velista varazzino che partecipò alle Olimpiadi di Melbourne, nel A lui l onore di accendere il fuoco, con in mano anche la fiaccola olimpica di Londra 48, prestata al Csi per questa occasione dal Coni di Savona. Molte autorità hanno preso parte all evento: il Presidente della Provincia di Savona, Angelo Vacca - rezza, l Assessore allo Sport provinciale, Livio Bracco, il Sindaco di Varazze, Giovanni Delfino, e quello di Celle Ligure, Renato Zunino. Oltre a loro anche Riccardo Pagan, atleta veneziano, promessa italiana nel salto in lungo. Uno speciale saluto è arrivato dal Presidente Nazionale Csi Massimo Achini, che ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti aprendo ufficialmente i giochi. Semplicemente Atleti: 1 convegno sulle abilità diverse. Tenutosi venerdì 3 nella Sala Mostre del Palazzo della Provincia di Savona, il convegno Semplicemente atleti ha affrontato il delicato tema delle abilità diverse. Un occasione per ribadire come lo sport sia uno strumento di condivisione, di crescita e di terapia. Ad intervenire, oltre che i rappresentanti delle Ammini - strazioni Provinciali e Comunali di Savona, anche Simone Capelli, che ha raccontato la sua esperienza, da persona che aveva perso tutto a Campione Italiano di distensione su panca. Parole tradotte in pratica, quando allo Stadio Olmo, in serata, anche gli atleti disabili sono scesi in campo al fianco dei normodotati per competere per i 16 titoli nazionali in palio. Un vero successo, come ha affermato anche Annamaria Manara, responsabile della Com - missione Nazionale del Csi Sport e disabili : Ho visto ragazzi con handicap fisici e mentali seguire le regole del campo, interagire con giudici e atleti: per loro è stato un momento bellissimo, di forte integrazione. Orienteering Fotografico. La vera mascotte di sabato è stato il piccolo Emanuele, bimbo di soli 4 mesi dell Atletica Villazzano di Trento, partecipando come più giovane in assoluto all Orienteering Fotografico organizzato 13

14 GPN ATLETICA LEGGERA dal Csi di Savona Albenga e dal Comune di Savona che ha aperto le porte della città ai più piccoli, sfidandoli a scoprire tutti i segreti del centro storico cittadino: Un esperienza bellissima racconta la mamma di Emanuele abbiamo potuto conoscere una splendida città, e i bambini si sono divertiti molto. Festa delle Regioni. Si sono riuniti in tanti sabato sera ad Albisola, e questa volta sul podio hanno visto salire gli stand enogastronomici di Liguria, Piemonte, Trentino e Sardegna, presi d assalto da atleti e curiosi. In contemporanea sul palco in scena le premiazioni di tutti i comitati e le società partecipanti al Gp cellese. Ad accompagnare il tutto, le esibizioni di due gruppi di ballo: le J.Flemm che hanno dato un tocco hip hop alla serata e le danzatrici del ventre della compagnia Stelle D Oriente. Il Villaggio dello Sport. Per tutti i giorni della manifestazione, sul campo è stato anche possibile conoscere il meglio delle realtà imprenditoriali del territorio ligure e 14 non solo. Allestiti infatti alcuni stand dove gli sponsor e le aziende che hanno collaborato alla riuscita dell evento, hanno mostrato i loro prodotti. Tra questi, Poste Italiane Spa, che ha venduto l annullo filatelico dedicato alla manifestazione, accompagnato dalla cartolina raffigurante lo Stadio Olmo di Celle e Drago Forneria Genovese che ha fatto assaggiare alcune delle sue prelibatezze da forno. Poi Nutrilite, che ha portato i suoi integratori alimentari e Lifewave, che ha fatto conoscere i rivoluzionari cerotti contro il dolore. Anche una postazione della SMA, associazione che si occupa dei malati di atrofia muscolare spinale, dove a raccontare la propria esperienza c era Barbara, mamma di Diego, 15 mesi, affetto da questa malattia. Sponsor dell evento anche Tirreno Power e Occlim srl, che hanno collaborato durante tutta l estate con l organizzazione per la riuscita dell intera manifestazione. Grande novità sul campo è stata quella del catering GustoGiusto, azienda genovese che ha servito più di 3000 pasti durante la quattro giorni cellese. Porta aperte a Coverciano Il Csi e la Fondazione Museo del Calcio di Coverciano hanno firmato una convenzione finalizzata a promuovere il Museo stesso e a disporre agevolazioni e servizi per i Comitati e i tesserati dell associazione. Oltre a sconti per le visite guidate al Museo, centro di documentazione storica e culturale del gioco del calcio situata all interno dell area del Centro Tecnico Federale di Coverciano, l accordo prevede in particolare la possibilità che gli spazi interni ed esterni della struttura museale siano disponibili per convegni, corsi di formazione, tornei di calcio, particolari eventi, progetti culturali sportivi su misura proposti dal CSI. Il sito internet del Museo promuoverà inoltre particolari eventi promossi dal Csi presso la struttura fiorentina. La Fondazione Museo del Calcio, Centro di documentazione storica e culturale del gioco del calcio situata all interno dell area del Centro Tecnico Federale di Coverciano, raccoglie i cimeli appartenuti ai grandi che hanno fatto la storia del calcio italiano, europeo e mondiale dal 1808 ad oggi. Gli oltre 800 metri quadrati della struttura ospitano, inoltre, una collezione di tipo multimediale che consente al visitatore di richiamare più di fotografie digitalizzate e 800 spezzoni di filmati delle partite giocate dagli Azzurri. Il Museo del Calcio è stato inaugurato nel 2000 ed è diretto dal Prof. Fino Fini, ex medico della Nazionale di calcio. Le opinioni La proposta più semplice è quella denominata "Una gita a Coverciano, che consiste nella visita al Museo + visita dei campi di Coverciano + partita sul campo sintetico o in alternativa proiezione filmato calcistico + pranzo nei gazebo (anche in inverno poiché riscaldati). Il prezzo totale del pacchetto è di euro 15,00 per partecipante. Per chi volesse aggiungere il pernottamento è valida l iniziativa "Un giorno a Coverciano" con soggiorno in alberghi nelle vicinanze (esterni a Coverciano), con i quali il Museo ha delle convenzioni per euro 45 a persona (mezza pensione). Info e contatti tel ; info@museodelcalcio.it

15 CHIESA E SPORT L approfondimento Ripensare l educazione mediante lo Sport Martedì 5 ottobre, in occasione del Consiglio Regionale del CSI Emilia Romagna, presso il Seminario Vescovile di Bologna Mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza e già cappellano olimpico, ha offerto al Csi una relazione su Educazione e ruolo del Consulente Ecclesiastico e dei Dirigenti territoriali nel CSI. Oltre ai Presidenti territoriali emiliani ed ai Consiglieri Regionali erano presenti ben nove consulenti ecclesiastici dei comitati territoriali. di S. E. mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza In attesa del documento pastorale sull Educazione, proposto dalla CEI per il decennio e sul quale varrà la pena investire le nostre migliori risorse culturali, spirituali e progettuali, ci limitiamo ora a offrire taluni spunti di riflessione non organici, ma sufficientemente pertinenti al nostro "bisogno" di formazione, alla necessaria conversione culturale, al ripensamento della funzione educativa dello Sport e infine sul ruolo del sacerdote nel CSI. Se intendiamo vivere sapientemente l impietosa fluidità culturale in atto e le inquietudini derivate dalla frammentazione sociale, non dobbiamo stancarci a riproporre alle nostre coscienze le priorità necessarie per un vivere dignitoso e buono. In verità, dopo tanti anni di approcci differenziati, di approfondimenti molteplici e di proposte educative a livello associativo, ora si tratta di aprire la nostra intelligenza del reale per ridisegnare contenuti e tracciati operativi al fine di costruire una persona ragazzo, adolescente, giovane o adulto che sia in grado di produrre visioni, scelte, comportamenti "educati", cioè rispondenti 15

16 CHIESA E SPORT ad un'idea di uomo e nel nostro caso di sportivo complessivamente maturo in ogni sua parte e, in particolare, considerato nel progresso verso quella maturità in Cristo che rappresenta il vertice del cammino educativo del cristiano. Perciò mi propongo di offrire alcuni criteri esplicativi al tema educativo. 1 Prima della pretesa di educare occorre essere educati L affermazione potrebbe apparire un po' apodittica, cioè formulata in modo incontrovertibile. Essa tende in modo stimolante a suscitare un atteggiamento, in noi adulti, di vera umiltà. Essa aiuta ad esplicitare un esame di coscienza sullo "stato", sul "grado" e sulla "qualità" della nostra personale educazione. C è bisogno di lasciarsi interrogare e sottoporsi ad una revisione di vita. A volte si dà per scontato che l'adulto sia di per sé educato e possa essere educatore e fare educazione. Non pare che sia sempre così. Dunque disponiamoci ad una salutare autocritica. L interrogazione proposta riguarda la nostra condizione-situazione di educatori, preti o laici che siamo. L estensione dell'interrogativo coinvolge le nostre dotazioni, il livello di percezione del problema educativo, la disponibilità a cambiare, sempre che lo riteniamo utile e conveniente. Non v è dubbio che la nostra personale educazione frutto di sedimentate acquisizioni si sia costituita in base a modelli ritenuti praticabili, funzionali a valori creduti ottimali, idonei a conseguire il fine di una persona ben riuscita, dotata di conoscenze e di principi solidi, collaudati, proponibili. Va detto che l educazione ricevuta non è da buttare, anzi deve essere sostenuta, perfezionata, aggiornata. Di fatto accade che ci è quasi naturale proporci come "esempio" ai giovani. Questa abitudine porta il rischio di uno sdoppiamento di livelli percepiti: quello teorico che predichiamo e quello pratico del comportamento. Va anche osservato a scanso di scoramenti che un certo gap tra i due livelli sta nella nostra naturale limitatezza e dunque insuperabile. Comunque una revisione del nostro status educativo ha bisogno di essere attuata per un esigenza di sincerità del cuore e per una lealtà intellettuale e morale. Ciò consente di dare spazio all umiltà e al desiderio di perfezione. 2 L educazione "si fa" in un contesto "umano" L educazione si occupa dell umano, riguarda il fenomeno umano, ha di mira l umano così come appare, nella sua complessità di intelligenza, volontà, sentimenti, emozioni, pulsioni, condizionamenti ecc. e nel segmento generazionale in cui si intende operare. Se dunque l'educazione è un'opera essenzialmente dinamica e intenzionale che si determina in una relazione tra autorità (adulto o padre) e educando (ragazzo o figlio), non si dà educazione vera senza questa fondamentale relazione. Essa esige che sia posta concretamente in un ambiente, in una cultura, in una tradizione. Esige inoltre che sia ispirata e indotta da persone "autorevoli" animate e sostenute da affetti e legami di gratuità, che sia caratterizzata dalla libertà responsabile, diffusa e sperimentabile. Ciò implica la centralità delle "motivazioni" saldamente umane coltivate nella coscienza e dunque anche apertamente cristiane, capaci di sostanziare l intervento educativo. Di fatto esso mira ad elevare l io della persona, secondo un'unità coerente di proposte, orientate a edificare l'uomo così come ora si trova a vivere, cioè imbevuto e immerso in "culture" antiumane o indifferenti, per condurlo ad un livello in cui si attuano i valori imprescindibili dell' umano e ancor più del cristiano. Occorre dunque conoscere il "contesto culturale" nel quale vive, cresce, si sviluppa l'attesa delle persone da educare. L ampiezza di questa attesa si riferisce nel merito delle ambizioni, delle mete, degli obiettivi propri dei ragazzi d'oggi, ammesso e non concesso che esistano in loro. Perché di fatto si è di fronte a generazioni con scarsa propensione all'impegno sacrificale, allo sforzo continuativo, alla tensione per raggiungere un traguardo. Non che i giovani siano privi di queste energie vitali ma per risvegliare in loro un desiderio di sano "agonismo", connaturale allo sport e proficuo per la vita. È dunque necessario mettere in atto una terapia educativa che sappia fungere da molla di scatto, non facilmente e subito innescabile. 3 Ripensare l educazione mediante lo sport Il nostro impegno educativo, se intende essere effettivo e vincente, richiede di essere esigente, non remissivo e compromissorio. Occorre giocare al rialzo, senza paura. Ciò significa "purificare" l'attività sportiva da elementi spuri e 16

17 CHIESA E SPORT ingombranti; significa soprattutto fare proposte impegnative, sensate, razionali, graduali. Questo deve accadere a partire dall'organizzazione sportiva e dai suoi linguaggi, dalle competenze specifiche e dal rigore morale, dallo stile di vita e dal metodo di fare sport, dall'offerta sportiva e dalla pratica di relazioni tra le persone addette, dalla differenziazione di tipologie-discipline sportive e dalla qualità tecnica non eludibile. In realtà l educazione è una parola che copre tutto l'evento sportivo. In quanto fatto umano lo sport praticato, per sua natura, dovrebbe essere sufficientemente capace di "educare" senza altre qualifiche e aggiunte, proprio creando condizioni "edificanti" ed esemplarità semplici ed efficaci, attraverso un personale dirigenziale del tutto preparato e appassionato e un accompagnamento oculato e costante. Alla luce di quanto detto, a me pare importante ripensare l educazione mediante lo sport, sotto diversi profili. Anzitutto nel verificare la congruenza nativa tra gesto sportivo e formazione della personalità. È questo un annoso snodo che riguarda i processi educativi attuati mediante lo sport. In secondo luogo nell elaborare un sapere va considerato che la pura tecnica o il puro gioco non educano nessuno in quanto privi di motivazionifinalità umanizzanti e valoriali. In terzo luogo nel formulare lo sport sull iniziazione al mistero del Dio della vita e della grazia redentrice e non su un neutralismo ideologico e sostanzialmente vuoto. Un esempio dal Vangelo: Se non diventerete come bambini, nel senso di una conversione dello sport alle esigenze del Regno! 4 Il "ruolo" del sacerdote o dirigente dev essere eloquente La questione del "ruolo" educante appare fondamentale nel "mondo dello sport". Esso va considerato in riferimento alla "testimonianza" nella società sportiva, al trascinamento imitativo, alla formazione dell'atleta. Assumere ruoli non può essere solo il risultato di un operazione soltanto elettiva, ma implica una vocazione al servizio, al dono di sé, all esercizio autentico dell autorità. In tale prospettiva il sacerdote è un educatore nato e non è surrogabile nel suo esercizio ministeriale presso il "mondo dello sport". Egli è figura di riferimento ecclesiale imprescindibile, portatore positivo e gioioso di valori creduti e vissuti, consigliere spirituale e orientatore di scelte valoriali conseguenti. Ciò deve accadere in un quadro di pastorale integrata, in collaborazione con la pastorale giovanile e della famiglia. È per altro finita l epoca in cui si lavorava da soli. D altra parte la presenza del sacerdote nel CSI non può essere aleatoria, occasionale, di contorno. Proprio in ragione del mandato ricevuto dal vescovo, il suo ruolo va gestito in modo eloquente, sicuro, illuminante, secondo il suo proprio carisma, non debordante o inclusivo. Perciò va calibrato, lasciando fiorire anche e soprattutto il sacerdozio comune dei laici impegnati generosamente nell A - sso ciazione. GIOCA SRL E IL NUOVO PORTALE DEL CSI GIOCA s.r.l. è l azienda che ha realizzato il nuovo portale nazionale del Csi ( e che lavora da oltre 10 anni nel mondo dello sport professionistico e dilettantistico sviluppando progetti innovativi di marketing e servizi legati alle nuove tecnologie di comunicazione. Sono principalmente due le realtà a cui sono rivolti i servizi di GIOCA s.r.l.: da un lato le associazioni sportive dilettantistiche e dall altro gli sport maker come gli Enti di promozione sportiva e le Federazioni sportive. Per promuovere e garantire maggiore visibilità alle società dilettantistiche è stato realizzato il Circuito GIOCA, un network nato dall idea innovativa di offrire alle società sportive dilettantistiche spazi e servizi online in forma totalmente gratuita. Le Asd che i iscrivono al Circuito GIOCA, infatti, possono realizzare in maniera gratuita, semplice e veloce il proprio sito web ufficiale attraverso il quale comunicare sia verso l esterno (mezzi di comunicazione, tifosi ecc.) sia verso l interno della società (atleti, dirigenti, allenatori ecc.). Parallelamente a questa iniziativa GIOCA s.r.l. ha sviluppato al proprio interno una business unit il cui compito è progettare e realizzare portali web complessi e ad alto contenuto tecnologico rivolti agli sport maker quali Enti di promozione sportiva e Federazioni sportive. Questi portali, caratterizzati da un alto contenuto tecnologico e dalla presenza dei principali strumenti del web 2.0, consentono ai clienti finali di poter gestire i contenuti e l aggiornamento in maniera completamente autonoma. 17

18 DECENNALE di Andrea De Pascalis Lo sport sia segno di speranza Il 29 ottobre 2000, in uno Stadio Olimpico di Roma gremito in ogni ordine di posti, presenti le massime autorità dello sport mondiale, si celebrava davanti a Giovanni Paolo II il Giubileo degli Sportivi. Quale eredità ci ha lasciato quell evento, così fortemente voluto da papa Wojtyla, il papa dello sport?

19 DECENNALE questa verifica offrire a tutti - dirigenti, tecnici «Possa ed atleti - l'occasione per ritrovare un nuovo slancio creativo e propulsivo, così che lo sport risponda, senza snaturarsi, alle esigenze dei nostri tempi: uno sport che tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie dell'apatia e dell'indifferenza, e susciti in loro un sano agonismo; uno sport che sia fattore di emancipazione dei Paesi più poveri ed aiuto a cancellare l'intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale; uno sport che contribuisca a far amare la vita, educhi al sacrificio, al rispetto ed alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana». È questo il passaggio nodale dell omelia pronunciata da Giovanni Paolo II durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta nello Stadio Olimpico di Roma, per il Giubileo degli Sportivi del 29 ottobre La verifica di cui parlava il pontefice era l esame di coscienza cui il mondo dello sport era tenuto proprio per via della ricorrenza giubilare, evento che si colorava di alcuni significati particolari alla luce della Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente, con cui il Santo Padre aveva invitato nel 1994 il clero e i fedeli a preparare il Giubileo del Nel documento Giovanni Paolo II, oltre a richiedere che tutti i segmenti della cristianità partecipassero, ciascuno a suo proprio modo, allo svolgimento del Giubileo, aveva espresso l auspicio che tale partecipazione portasse a fare riscoprire ad una umanità oppressa da tanti problemi, la virtù della speranza: È necessario inoltre che siano valorizzati ed approfonditi i segni di speranza presenti in questo scorcio di secolo. (TMA 46). Ciò dopo aver preso atto con spirito sincero delle omissioni e delle responsabilità di ciascuno nei confronti dei mali del nostro tempo (TMA, 36). In che modo lo sport poteva essere segno di speranza per l umanità Giovanni Paolo II l aveva indicato il giorno prima, in occasione di un convegno su Il volto e l anima dello sport : «Le potenzialità del fenomeno sportivo lo rendono strumento significativo per lo sviluppo globale della persona e fattore quanto mai utile per la costruzione di una società più a misura d'uomo. Il senso di fratellanza, la magnanimità, l'onestà e il rispetto del corpo - virtù indubbiamente indispensabili ad ogni buon atleta - contribuiscono all'edificazione di una società civile dove all'antagonismo si sostituisca l'agonismo, dove allo scontro si preferisca l'incontro ed alla contrapposizione astiosa il confronto leale. Così inteso, lo sport non è un fine, ma un mezzo; può divenire veicolo di civiltà e di genuino svago, stimolando la persona a porre in campo il meglio di sé e a rifuggire da ciò che può essere di pericolo o di grave danno a se stessi o agli altri». Lo sport, quindi, era invitato a mettersi al servizio della costruzione della civiltà dell amore, dopo aver fatto un sereno esame di coscienza sulle sue mancanze, i suoi difetti, le sue contraddizione. «Non sono - avvertiva il papa - purtroppo pochi, e forse si vanno facendo più evidenti, i segni di un disagio che talvolta mette in discussione gli stessi valori etici fondanti la pratica sportiva. Accanto ad uno sport che aiuta la persona, ve n'è infatti un altro che la danneggia; accanto ad uno sport che esalta il corpo, ce n'è un altro che lo mortifica e lo tradisce; accanto ad uno sport che persegue nobili ideali, ce n'è un altro che rincorre soltanto il profitto; accanto ad uno sport che unisce, ce n'è un altro che divide». Di qui l esortazione finale: «Il mio augurio è che questo Giubileo dello Sport sia occasione per tutti, cari responsabili, dirigenti, appassionati di sport ed atleti, di ritrovare un nuovo slancio creativo e propulsivo, attraverso una pratica sportiva che sappia conciliare con spirito costruttivo le complesse esigenze sollecitate dai cambiamenti culturali e sociali in atto con quelle immutabili dell'essere umano». È avvenuto questo esame di coscienza? Non del tutto, se pensiamo che il dibattito sull etica dello sport, sulla sua mission sociale ed umana, ha preso quota solo negli ultimi anni. Ancora più lontano appare il traguardo di ritrovare le motivazioni e lo slancio creativo necessari per reinventarsi nei modi e negli strumenti per costruire una società migliore. Ripensare, dieci anni dopo, ai significati del Giubileo degli sportivi del 2000 può essere un modo di accelerare il cammino. 19

20 LINEE E APPUNTAMENTI DEL Identikit di una stagione La stagione è già cominciata a tutti i livelli associativi, ma vale la pena farne un breve identikit per chi non avesse chiaro il quadro di insieme. di Andrea De Pascalis La nuova stagione? Anzitutto tanta attività sportiva. L obiettivo è migliorare ancora i numeri, già eccellenti, del 2009/2010: squadre partecipanti al circuito dei campionati nazionali, che nelle 12 discipline individuali e nei 5 sport di squadra hanno visto la partecipazione di tra atleti, tecnici, giudici di gare e accompagnatori. Ci saranno sempre le finali interregionali a scremare le pretendenti al titolo negli sport di squadra (volley, calcio e basket). E come sempre toccherà allo sci inaugurare il ciclo delle finali, poi corsa campestre e tennistavolo. Maggio sarà il mese delle arti marziali (judo e karate) e del nuoto. La ginnastica, artistica e ritmica, intervallerà nel mese di giugno le finali dei campionati nazionali delle squadre: in campo prima gli under 10, under 12 e under14, quindi le categorie giovanili degli allievi e degli juniores. Infine in luglio spazio dedicato agli scudetti dei top junior e degli open. Infine l atletica leggera a settembre. Alta l attenzione al tennistavolo, disciplina dell anno, con la campagna di rilancio Più tennistavolo, che riguarderà in special modo le parrocchie, luoghi nei quali verrà proposto un circuito cittadino, preliminare alla fase diocesana e alla conseguente finale nazionale. Per i più piccoli in primavera sarà ancora tempo di Gazzetta Cup e Danone Nations Cup, due tra i più prestigiosi calcistici tornei giovanili nazionali, ed internazionali. Decennio culturale, Statuto e Formazione Altrettanto impegnativa la stagione in campo formativo e culturale. Confermato il tema associativo generale, Uno sport per la vita, il 2011 sarà l anno di partenza del Decennio culturale. In sostanza, durante i prossimi dieci anni l associazione sarà chiamata a ragionare su un interrogativo di fondo: tra identità e sviluppo, quale futuro per l'associazione? Ovvero: come realizzare un CSI più grande, più forte, più diffuso tra la gente e sul territorio, senza sbiadire ma anzi rafforzando la propria identità? Si individueranno 5 temi, ciascuno dei quali costituirà un obiettivo biennale. Se ne parlerà già ad Assisi, a dicembre, e si comincerà a lavorare ad inizio Conferma per l altro grande meeting nazionale, l Agorà, con luogo e data da precisare. Il gennaio 2011 è la data fissata per il Forum nazionale dello Statuto, che determinerà le modifiche da apportare alla carta fondamentale del CSI. Identica data, ma sede a Roma, per un altro evento clou: la Convention della Formazione, cui viene concesso il tris dopo le precedenti edizioni di Trevi. Il Centro di Coverciano ospiterà, dal 18 al 20 febbraio 2011, il Master nazionale dirigenti del CSI. Sullo sfondo dei lavori l approfondimento sull ordinamento del sistema sportivo italiano e sul sistema che da esso scaturisce. Una volta chiarito il quadro d insieme, il Master approfondirà i temi relativi alla presenza di rappresentanti CSI nei Consigli e nelle Giunte CONI regionali e provinciali. Spazio agli arbitri, in marzo, con lo Stage nazionale di Lignano Sabbiadoro. Sviluppo e territorio Altro punto qualificante del programma l avvio di un piano per consentire un migliore sviluppo del CSI sul territorio, nei luoghi e nei settori dove maggiormente se ne avverte il bisogno. Attraverso una collaborazione stretta tra le strutture locali e la presidenza nazionale ci si impegnerà a fornire un opportunità di sviluppo e di crescita ad almeno 20 20

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